Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/12/2012 @ 09:08:04, in Italia, visitato 1431 volte)

Una nuova segnalazione dell'Osservatorio 21 luglio, intitolata Milone: "con i rom Prato come il Bronx", mi stuzzica strani pensieri.

Aldo Milone non è un politico di primo pelo, vanta un lungo corso nell'amministrazione pubblica, che l'ha portato agli attuali incarichi nel comune di Prato. Dovrebbe sapere che compito di un amministratore è il bene dei suoi cittadini, sia di quelli che sono razzisti che di quelli che non lo sono. Invece Milone adopera il proprio razzismo "percepito" per svicolare dai propri compiti e fare della sua posizione un trampolino di polemica politica.

Insomma, niente di nuovo, direte. Soltanto, ripeto, sono questioni che ci riguardano tutti:

  • gli sgomberi avvengono un po' in tutta la Toscana, per non parlare della cittĂ  di Firenze. Una gara tra destra e sinistra, ma dipendono in minima parte dalla regione e dall'odiato Enrico Rossi. Il quale, a parte mettere a disposizione un po' di soldini, avrĂ  (al limite!) ricordato gli obblighi che competono a chi sgombera (dare un preavviso adeguato, offrire una sistemazione alternativa, usare lo sgombero ESCLUSIVAMENTE come ultima risorsa). Volendo, si può fare orecchie da mercante, ma sono norme internazionali sottoscritte pure dall'Italia (figuriamoci da Prato!)
  • sgomberare significa quindi che anche la parte piĂą forte deve agire con responsabilitĂ , e che quindi una QUALSIASI forza politica non può farne una panacea valida per ogni situazione - questo vale anche nel lungo termine. Sintetizzando: è arduo lamentarsi di chi vuole "assegnare case ai Rom", e nel contempo di chi "stende panni o fa i suoi bisogni incurante del degrado che crea" visto che alternative il comune non ne offre.
  • per finire: Il Bronx gode della cattiva fama ereditata dal passato, ma in realtĂ  è diventato un quartiere residenziale come tanti. Probabilmente perchĂ© si è tentato di migliorarlo. Dai, che è possibile anche a Prato!

Da dove iniziamo?

 
Di Fabrizio (del 13/12/2012 @ 09:11:37, in Italia, visitato 1555 volte)

RINO NEGROGNO Mercoledì 5 Dicembre 2012 ore 17.02
Anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta

Stamattina ho aperto il giornale, diceva che cacciamo gli zingari e che tra poco è Natale. Non ho mai capito come passa il Natale chi ci crede fortemente e creda che sia Natale solo per i bianchi e non per i neri o, peggio, creda che chi ci crede ne possa trarre un vantaggio ora e soprattutto dopo, tipo a Pasqua o in un altra dimensione imprecisata. Bontà loro, non è che sia così importante, dopotutto anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta e menomale che non erano a Trani altrimenti il 20 Dicembre dovevano sgomberare e per il Natale, per chi ci crede, non so come sarebbe finita. Non ho mai capito, piuttosto, dove vadano gli zingari ed i loro bambini quando vengono cacciati. Non ho mai capito, ad esempio, se cacciandoli da dove sono, il problema si risolva, se i loro bambini siano più felici e non debbano comunque elemosinare al freddo ed al gelo da altre parti, se, cacciarli, non sia un bisogno forte di sfogare da qualche parte le nostre paure, le nostre incertezze. Ho il dubbio atroce che la nostra coscienza sia come le luci di Natale, ad intermittenza.

Mi piacerebbe organizzare, in prossimità del Natale, intorno al 20 dicembre, un bel presepe vivente proprio nel campo rom situato in via Bisceglie. Mi piacerebbe far vestire gli zingari da panettiere, da pastori, da lavandaia, da falegname, riempire il campo rom di luci colorate, di musica soave, natalizia. Mi piacerebbe metterci la grotta e dentro uno zingaro barbuto vestito da Giuseppe ed una bella zingarella giovane vestita da Maria, tutta azzurra. Al centro una mangiatoia con un bel piccolo zingarino, del bue e l'asinello possiamo farne a meno, pare non ci fossero e ad i lati tanti piccoli zingarini vestiti da angioletti, quelli c'erano, che cantano ed inneggiano al Signore. Mi piacerebbe davvero non lo dico per sfottere. Avrei bisogno di una mano però e per questo faccio un appello a chi ritenga di potermi aiutare. Un bel partito di sinistra, ma di sinistra sinistra, non di quelli che fanno le primarie per vedere chi sia più di sinistra o più di destra. Un partito di sinistra è di sinistra senza se e senza ma, ed anche senza UDC. Meglio di no, lasciamo stare i partiti, non sai mai chi ti può capitare. Meglio un bel parroco di una bella parrocchia con gente altruista e piena di buona volontà così poi facciamo anche la messa di Natale e, prometto, faccio io stesso il chierichetto insieme agli zingari. Attendo pieno di speranza.

Il 20 dicembre però perché se aspettiamo il 24 la grotta la sgomberano, rimane vuota e Gesù non nasce.

 
Di Fabrizio (del 14/12/2012 @ 09:10:49, in Italia, visitato 1713 volte)

21luglio.org

Immagine-spot-Rom-cittadiniL'Associazione 21 luglio organizza a Roma venerdì 21 dicembre 2012 alle ore 17,30 "Rom, cittadini dell'Italia che verrà", presso l'Auditorium UNICEF, via Palestro 68.

Nel corso dell'evento verrĂ  presentata la campagna video "Stop all'apartheid dei Rom".
Parteciperanno: Andrea Segre, regista e autore; Paul Polansky, poeta e attivista per i diritti umani; Alex Zanotelli, missionario e coordinatore del Comitato campano con i rom; Riccardo Noury di Amnesty International e Sabrina Tosi Cambini, docente dell'UniversitĂ  di Verona. Modera la serata la giornalista Marta Bonafoni.

Per informazioni: segreteria@21luglio.org

il giorno successivo, sabato 22 dicembre 2012 alle ore 17 a Piazza del Popolo a Roma, l'Associazione 21 luglio sarĂ  a fianco di Amnesty International per un evento dal titolo "30.000 volte NO al razzismo e alla discriminazione dei rom".

 
Di Sucar Drom (del 16/12/2012 @ 09:10:49, in Italia, visitato 1186 volte)
 
Di Fabrizio (del 18/12/2012 @ 09:09:16, in Italia, visitato 1688 volte)

Corriere Immigrazione 18 novembre 2012 Gabriella Grasso - Foto di Anita Piroddi

L'arte puo' cambiarti la vita: anche se abiti in una baracca, in un campo rom. Parola di una giovane pittrice, Rebecca Covaciu.

A giudicare dall'accoglienza che riceve quando presenta il suo libro e dai nomi delle persone che lo presentano con lei (Lella Costa, Lorella Zanardo, Don Gino Rigoldi...), si direbbe che fa piu' per la cultura rom questa ragazzina di 16 anni che un qualunque giornalista, scrittore, antropologo. Rebecca Covaciu e' nata in Romania, ha vissuto in Sud America e in Spagna, poi con la famiglia e' approdata a Milano, dove per anni ha dormito dove capitava: in una baracca, all'aperto. Quando si e' presentata al liceo artistico Boccioni per iscriversi, ha portato con se' un quaderno pieno di disegni colorati, ognuno dei quali accompagnato da qualche parola: il suo diario. Lo ha consegnato al preside e ora questo piccolo capolavoro e' stato pubblicato, accompagnato da un testo che racconta la sua vita: si intitola L'arcobaleno di Rebecca (UR editore, euro 11,70, sito: www.rebeccacovaciu.it).
Rebecca dipinge e vende i suoi lavori sui Navigli, studia, va a parlare nelle scuole, rilascia interviste ai media. Parla con la saggezza di un'adulta, sorride con la spontaneita' una bambina.

Che effetto ti fa essere intervistata, applaudita...
"Sono molto felice, perche' finalmente una ragazza rom riesce a parlare della propria cultura, a dire che anche noi siamo esseri umani. Essere applaudita mi fa sentire al cuore un'emozione positiva. Anche i miei genitori sono contenti: loro non hanno studiato e sono molto fieri di me".

Com'e' il tuo rapporto con i compagni di scuola?
"Alle medie e' stata dura perche' non mi hanno accolto bene, dicevano che ero una zingara e rubavo. Io mi sentivo male, mi chiedevo: perche' devo essere discriminata perche' sono nata cosi'? Ma adesso al liceo artistico va bene, perche' tutti gli artisti hanno una parte buona nel cuore... ".

Come descriveresti i tuoi coetanei italiani?
"Sono aperti, semplici... in Romania gia' a 14 anni i ragazzi hanno una mentalita' quasi da adulti, pensano a lavorare. Qui fanno una vita piu' ricca, sono puliti, hanno vestiti di marca, l'iPod...".

Cosa rispondi quando ti chiedono di dove sei?
"A volte dico che vengo dalla Romania, perche' e' piu' facile che dire di essere rom... I rom non hanno stabilita', non hanno una terra. Pero' io mi sento una rom di Romania".

Come ti piacerebbe che cambiasse l'atteggiamento degli italiani nei confronti del tuo popolo?
"Vorrei che fossero piu' pazienti, specie nei confronti dei bambini. Che comunicassero con loro, prima di giudicare".

Molti pensano che ai rom non piaccia abitare nelle case.
"Non e' cosi': chi li vede nelle baracche crede che vogliano stare li'. Ma la verita' e' che arrivano dalla Romania, dalla Spagna, non hanno un soldo in tasca, e dove posso andare? Sarebbe diverso se la legge prevedesse l'assegnazione di una casa. Noi in Romania ne avevamo una, ma a Milano abbiamo sempre abitato nelle baracche. Da poco, abbiamo una casa: ma mancano le finestre, il riscaldamento, le piastrelle per terra. Non e' facile viverci, ma sono contenta che Dio ci abbia dato un tetto sulla testa, per non provare piu' la pioggia e il freddo".

Un tempo chiedevi anche tu l'elemosina...
"Chiedere aiuto ti fa vergognare: all'inizio e' difficile, poi ti ci abitui. Spesso, pero', non ti aiuta nessuno. E a volte ti gridano: "Vai a lavorare, non ti vergogni?" e in quel momento tu non sai cosa dire, perche' hai bisogno e sei obbligato fare l'elemosina. A me spiace in particolare per quelli che fanno l'elemosina perche' non hanno le gambe... al posto di dargli una moneta, sarebbe bello che qualcuno gli desse una casa, che ci fosse un posto dove potessero vivere: gli servirebbe anche ad aprire la mente, perche' loro pensano che l'unica possibilita' che hanno e' la strada".

Tu come l'hai aperta la tua mente?
"Con la fede in Dio e nel Vangelo. Da noi non vieni battezzato da piccolo: quando sei adulto sei libero di scegliere la tua religione. Io ho scelto quella Evangelica Pentecostale".

Parliamo di pittura: cosa rappresenta per te?
"La mia arte e' semplice come una preghiera. I colori sono importanti per mostrare la tristezza e la felicita': quando uso quelli scuri significa che sono triste, quelli chiari esprimono gioia. Quando dipingo e' come se entrassi dentro al quadro, penso a delle cose felici e vorrei che quello che disegno succedesse nella realta'. Mi sento piu' rilassata".

Cosa pensano i tuoi amici rom di quello che ti sta accadendo?
"Di miei coetanei, a Milano, ne sono rimasti pochi: sono tutti partiti perche' non avevano un posto dove dormire. Ma i ragazzi piu' grandi che vivono ancora qui sono contenti che io parli della nostra cultura. Nel nostro cortile, poi, ci sono tanti africani e quando mi hanno visto al Tg3 mi hanno detto: "Brava che hai parlato di tutti gli stranieri!". Quasi piangevano dalla gioia. E questo mi ha reso felice".


I colori della vita. La storia di Rebecca Covaciu a "Nel cuore dei giorni"

Video Tv2000it

 
Di Sucar Drom (del 20/12/2012 @ 09:07:28, in Italia, visitato 1143 volte)
 
Di Fabrizio (del 22/12/2012 @ 09:09:10, in Italia, visitato 1290 volte)

Con i migliori auguri da: Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).

Milano, 20.12.2012 - Gentili tutti,

in merito all'insediamento informale di via Dione Cassio, temiamo che l'avvenuto accordo con la proprietà per la messa in sicurezza dell'area una volta allontanati gli attuali abitanti sia la prova dell'accelerazione delle procedure di sgombero dello stesso insediamento.

Come già in passato, esprimiamo forti perplessità sulla procedura utilizzata, soprattutto per quel che riguarda il futuro dei soggetti sottoposti a sgombero. Vi proponiamo pertanto le seguenti considerazioni e domande.

  • Non ci risulta che si sia proceduto ad alcuna comunicazione preliminare dei tempi di questa operazione.(1)
  • Non ci risulta sia stata fatta alcuna comunicazione preliminare delle destinazioni dei singoli e dei nuclei familiari. Non riteniamo né civilmente accettabile né operativamente efficace procedere per via imperativa a questa comunicazione nello stesso momento dello sgombero. Si è già verificato in numerose precedenti occasioni – e tra l’altro anche con gli stessi soggetti coinvolti in questo caso – come la proposizione contestuale allo sgombero di una sistemazione alternativa si riveli inutile(2)
  • Sempre in base ai fallimenti passati, crediamo che questa comunicazione avrebbe una ricezione certamente diversa se fosse effettuata da soggetti differenti dagli agenti della polizia locale, che gli abitanti del campo conoscono solo per la loro opera di sorveglianza e controllo (funzioni, sia ben chiaro, legittime), talvolta espletata con modalità fortemente invasive come quelle dei controlli notturni, alla luce delle torce elettriche. Essi sono percepiti - sulla scorta di una lunga esperienza, che risale alle scorse amministrazioni - come esecutori degli sgomberi, e tutt’al più come interlocutori in casi conflittuali o critici. Per questo motivo tali operatori non si prestano, indipendentemente dalla loro condotta, a essere inquadrati come referenti utili alla relazione/comunicazione e quindi ad una soluzione positiva. Non essendo d’altra parte lecito delegare implicitamente o esplicitamente tale compito alle associazioni attive in quel campo, occorrono invece figure competenti sul piano della mediazione sociale e culturale che abbiano ottenuto col tempo una riconoscibilità autonoma in quel contesto.
  • L'unica sistemazione alternativa attualmente prevista per chi ha subito gli sgomberi sarebbe quella di via Barzaghi, non fosse che in realtà questa struttura da un lato è già stracolma e dall'altro è caratterizzata da una cronica non-soluzione delle problematiche dei singoli e dei nuclei lì ospitati, come ben sanno gli abitanti dei campi. Quindi ci domandiamo, posto che la soluzione di via Barzaghi pare impraticabile, se ve ne sia un’altra credibile. Se per ipotesi tutti gli abitanti volessero aderire ad una proposta di alloggio alternativa, dove sarebbero ospitati?
  • Riteniamo inoltre inammissibile l’idea che il Comune possa evitare di offrire un alloggio alternativo giustificandosi col fatto che queste famiglie non avevano accettato l’offerta di sistemazione nella struttura di via Barzaghi in occasione dello sgombero del luglio 2012 dall’insediamento di via Gatto/via Cavriana, poiché proprio le modalità di quello sgombero minarono irrimediabilmente la credibilità della proposta.
  • La ricaduta prevedibile di un allontanamento privo di alternative praticabili perché non convincenti, in un periodo climaticamente pessimo, non può che essere una sicura, ulteriore dispersione degli insediamenti, con conseguente sensibile peggioramento delle condizioni di vita e sconvolgimento degli esili margini di socializzazione positiva conquistati attraverso la scolarizzazione - pur precaria - tentata con alcuni minori.
  • Cosa accadrà ai rom che non lasceranno spontaneamente l’area occupata?
  • Come è emerso da recenti riunioni dedicate al tema sicurezza in zona Ungheria-Mecenate, e ricordando il totale fallimento di una squallida manifestazione neofascista a ciò dedicata, siamo sicuri che quello della presenza dei rom non sia il problema prioritario per la vivibilità della zona né tantomeno l’unico, ma semmai il più immediato e facile “capro espiatorio”.
    Davanti a tali prospettive, vi proponiamo queste riflessioni, certi che essi pongano fortemente in dubbio il carattere risolutivo di provvedimenti come quelli a cui vi state apprestando in termini di civiltà ed efficacia.

Senza voler negare le gravi condizioni sanitarie ed ambientali dell’insediamento, la considerazione di questi aspetti critici e l'acuta consapevolezza della difficile situazione climatica ci spingono invece a proporvi una gradazione nel tempo dello sgombero, con l'immediata attivazione, invece, di specifici e civili dispositivi di “riduzione del danno”, come la connessione all'acqua, l'installazione di servizi igienici, l'attivazione di un servizio di ritiro dell'immondizia, la fornitura di coperte e generi di conforto. Vi invitiamo a riflettere sul fatto che la situazione di illegalità di un insediamento non può né deve impedire procedure analoghe a quelle attivate per altri soggetti nel contesto di un piano antifreddo.

Quanto sopra detto per il campo informale di via Dione Cassio viene inoltre chiesto anche per gli altri insediamenti informali presenti a Milano. Ci risultano infatti sgomberi eseguiti la scorsa settimana nella zona di Bacula senza la presenza di assistenti sociali né l’offerta di proposte alternative per le famiglie.(3)

Confidiamo che questi argomenti trovino ascolto e ci mettiamo a disposizione per un incontro, insieme alle rappresentanze stesse dell'insediamento.
Se la situazione dovesse precipitare, prenderemo pubblicamente una posizione ferma, sulla base delle considerazioni qui avanzate.

Grazie dell'attenzione

Un saluto cordiale

Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).

Lettera indirizzata a:

  • Giuliano Pisapia
    sindaco di Milano
  • Marco Granelli
    assessore alla Sicurezza e coesione sociale
  • Pierfrancesco Majorino
    assessore alle Politiche sociali
  • Mirko Mazzali
    presidente Commissione sicurezza e coesione sociale
  • Marco Cormio
    presidente Commissione politiche sociali
  • Anita Sonego
    presidente Commissione pari opportunità
  • Loredana Bigatti
    presidente Consiglio di zona 4

Note:

  1. Al riguardo si veda il CESCR General Comment n. 7, art. 15 (b), (c), disponibile sul sito http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50 ed i par. 37 – 44 tratti da IMPLEMENTATION OF GENERAL ASSEMBLY RESOLUTION 60/251 OF 15 MARCH 2006, ENTITLED “HUMAN RIGHTS COUNCIL” - Report of the Special Rapporteur on adequate housing as a component of the right to an adequate standard of living, Miloon Kothari, http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G07/106/28/PDF/G0710628.pdf?OpenElement
  2. Si consideri il CESCR General Comment n. 7, art. 16, disponibile sul sito http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
  3. Daniela Fassini, “Rom, due sgomberi sotto la neve”, Avvenire, 17 Dicembre 2012, disponibile sul sito http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/10449/Rom_due_sgomberi_sotto_la_neve.html 
 
Di Fabrizio (del 01/01/2013 @ 09:01:35, in Italia, visitato 1571 volte)

Visto i tanti discorsi che si rincorrono, saprete cosa intendo per AGENDA.

Se non fosse così, intendo una serie di obiettivi su cui focalizzare lavoro ed attenzione, scelti tra i tanti problemi che sono da affrontare. Intendiamoci, la lista non è esaustiva (e può anche non essere condivisibile), ma da un lato credo che vadano trovate delle priorità, e dall'altro soluzioni che siano praticabili, possibilmente non vedano sprechi di fondi pubblici e vadano in direzione della partecipazione degli interessati (che attualmente è del tutto marginale). Che altro? Individuerei soluzioni che non siano settoriali, o ghettizzanti, ma che possano essere condivisibili (e vedano il contributo) anche della cosiddetta società maggioritaria, quei gagé con cui bisognerà trovare un modo di convivere.

  1. Un'idea di città inclusiva
  2. Territorio, problemi e risorse
  3. Artisti di strada e regime fiscale
  4. Se il politico dorme, chi lo deve svegliare?
  5. Progettare e condividere

La parte piccante, in ogni ricetta, va servita a fine cottura: LA PARTECIPAZIONE. In queste settimane c'è stato un rincorrersi di liste e cartelli elettorali, candidati che fanno e disfano alleanze, programmi che sembrano stati scritti 20 anni fa', e tutto ciò sta persino facendomi perdere la voglia di votare. Più si adopera la retorica di sentire la GGENTE, più si dice che siamo sull'orlo del burrone ed occorre lo sforzo di tutti, e più le decisioni vengono prese in club ristretti ed inaccessibili per chi non ha in tasca la tessera o la carta di credito giuste.

Non vorrei dire (ma lo dico lo stesso, perché a natale siamo tutti più buoni, e natale è passato), ma... credo di aver già vissuto momenti simili: i Rom e la loro situazione sempre più disastrosa, che diventano un trampolino di lancio per le solite consorterie, chiuse nella loro inaccessibilità e vogliose di rappresentare tutta la popolazione.

Da MAHALLA auguri di uno splendido 2013 (o che almeno sia meglio del 2012)!

PS: e le brutte figure lasciamole agli altri...

 
Di Sucar Drom (del 20/01/2013 @ 09:02:24, in Italia, visitato 1542 volte)

Da U Velto

Il Giorno della Memoria 2013 sarà ricco di appuntamenti organizzati dall'associazione Sucar Drom e dall'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con i partner del progetto europeo Memors e con altri partner. Gli appuntamenti più significativi sono appunto quelli organizzati per Memors, in particolare per l'inaugurazione del primo museo virtuale sulle persecuzioni subite da sinti e rom durante il fascismo. Diversi anche gli appuntamenti in Provincia di Mantova. In ultimo è da evidenziare il confronto storico che si terrà a Milano dal titolo: "Shoah e Porrajmos, un nuovo patto sulla memoria" che vedrà come relatore, per la prima volta in Italia, il prof. Ian Hancock dell'Università del Texas.

Tutti gli appuntamenti

18 gennaio 2013
- Mantova, Il dramma del Porrajmos, Liceo delle Scienze Umane "Isabella d’Este", Aula Magna Liceo "Isabella d’Este" - Conservatorio di Musica "L. Campiani".

20 gennaio 2013
- Castiglione delle Stiviere (MN), inaugurazione mostra "Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", ore 11.00, Biblioteca comunale.
- Palazzolo sull'Oglio (BS), inaugurazione mostra "Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", ore 16.00, ANPI Brescia.

26 gennaio 2013
- Rivergaro (PC), inaugurazione della mostra "Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", Biblioteca comunale.
- Mantova, E come potevamo noi cantare, lettura concerto per la Giornata della Memoria. Musiche del repertorio popolare rom e yiddish, Ravel, Bloch, Mozart. Testi di Sejdic, Kerim, Schopf,
Katzenelson, Liceo Musicale "Isabella d’Este".
- Tossicia (TE), commemorazione del Porrajmos con inaugurazione di una targa dove sorgeva il campo di concentramento per sinti e rom, progetto Memors, ore 9.30
- Prignano sul Secchia (MO), Memorie del Porrajmos, conferenza con il prof. Ian Hancock e i sopravvissuti al campo di concentramento, progetto Memors, ore 10.30
- Cerreto Guidi (FI), inaugurazione mostra "Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz", ore 16.00, Mumeloc.

27 gennaio 2013
- Inaugurazione di: Porrajmos, il primo museo virtuale delle persecuzioni subite da sinti e rom durante il fascismo in Italia.
- Roma, campagna dosta, inaugurazione della mostra "Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz"
- Mantova, Porrajmos, commemorazione al Binario 1 della Stazione ferroviaria di Mantova, ore 9.30.
- Mantova, Consiglio provinciale e comunale di Mantova aperti, prolusione ufficiale del prof. Ian Hancock, ore 11.30, Teatro Bibiena.
- Solarolo (RA), Porrajmos, con Stefano Liuzzo, ore 16.30, Oratorio dell'Annunziata.
- Milano, Shoah e Porrajmos, un nuovo patto sulla memoria, convegno storico con il prof. Ian Hancock, ore 18.00, progetto Memors, Sala Ricci, Fondazione  culturale San Fedele, piazza San Fedele n. 4.

2 febbraio 2013
- Castiglione delle Stiviere (MN), il Porrajmos in Germania e in Italia: la persecuzione razziale dei Rom e dei Sinti, ore 17.00, Biblioteca comunale

9 febbraio 2013
- Rivergaro (PC), il Porrajmos in Italia e Germania, ore 17.00, Biblioteca comunale.

Per rimanere informati sugli aggiornamenti e su tutti gli altri eventi in Italia vai alla pagina https://twitter.com/Porrajmos

 
Di Fabrizio (del 22/01/2013 @ 09:08:31, in Italia, visitato 1564 volte)

di Massimiliano Perna - 20 gennaio 2013 - Altreconomia

Nel campo Rom di Baranzate vivono circa 350 persone, la maggior parte proprietarie del terreno, acquistato circa 25 anni fa. Un anno fa iniziano le procedure di esproprio per i cantieri della manifestazione internazionale. Lo sgombero potrebbe essere avviato già il 15 febbraio

L'Expo 2015 si avvicina e i lavori proseguono a ritmo frenetico. Uscendo dalla Fiera di Rho e proseguendo verso Baranzate, oltre al carcere di Bollate adesso ci sono anche i cantieri a imporsi alla vista degli automobilisti. A pochi chilometri dalla Fiera c'è una via lunga, piena di buche e pozze di acqua e fango, circondata da un mosaico di muretti e reti di cinta su cui si adagiano lamiere e vegetazione. Č l'ingresso del campo Rom di Baranzate, dove vivono circa 350 persone, la maggior parte proprietarie del terreno, acquistato circa 25 anni fa. Un agglomerato di casette costruite abusivamente, ma semplici e ordinate, dentro le quali vivono famiglie con bambini e anziani. Un luogo lontano dalla città, dove la vita scorreva con le sue dinamiche quotidiane fino a prima che l'Expo 2015 portasse tensione.

Il 21 dicembre 2011, infatti, sul sito della Regione Lombardia, sul Corriere della Sera e su Il Giorno viene pubblicato un avviso di esproprio dei terreni dell'area in cui verranno eseguiti i lavori di realizzazione di una bretella che collegherà Molino Dorino all'A8 (l'autostrada "dei Laghi"). Un'infrastruttura che passerà esattamente sopra il terreno agricolo che ospita il campo.

Nove mesi dopo, il 13 e 14 settembre 2012, alcuni rappresentanti di Infrastrutture Lombarde S.p.a., società incaricata dalla Regione, si presentano al campo accompagnati da polizia e vigili urbani: scattano foto, visitano ogni abitazione e fanno firmare dei moduli di "presa in possesso" dei terreni, per un valore di appena sette euro al metro quadro.

Il 12 dicembre, ai proprietari dei terreni, non a tutti (per via di un errore di indirizzo: come destinazione è indicata Milano e non Baranzate), vengono inviate le raccomandate con le quali si avvisa che il 15 febbraio il terreno dovrà essere liberato, pena lo sgombero coatto con l'ausilio della forza pubblica.
Una domenica, Viviana, una volontaria che da 2 anni, in assoluto silenzio, si spende per dare una mano a queste persone, che la considerano "una di famiglia", decide di accompagnarmi al campo. Passiamo casa per casa, riceviamo la cortese accoglienza di Vlad, Giuliano e tanti altri, che vivono con enorme ansia l'approssimarsi del 15 febbraio. La loro preoccupazione è per i figli, che vanno a scuola, studiano e per i quali l'espulsione dal campo sarebbe una tragica frattura con quella che, in tanti, chiamano "integrazione". "Ho due figli che vanno a scuola – afferma Vlad - e sono nati in Italia, anche se so che per la legge questo non conta. Quando mia figlia scrive in italiano mi emoziono e mi sento orgoglioso. Perché per loro voglio un futuro diverso, migliore. Se ci buttano per strada come faremo?". "Quando sono venuti quelli di Infrastrutture Lombarde – prosegue Vlad - io non ero in casa, hanno fatto firmare mia moglie che è analfabeta e ha siglato con una X. Poi ho scoperto che si trattava della cessione del terreno, tra l'altro ad un prezzo bassissimo".

A casa di Milan arrivo mentre stanno cenando. Per senso di ospitalità sbarazzano rapidamente e mi fanno sedere al loro tavolo, offrendomi subito dell'acqua e il pane che la moglie ha appena sfornato. Ha lo sguardo sveglio ed è pronto ad arrivare fino alla Corte Europea di Strasburgo per far valere i propri diritti: "Da qui, senza un'alternativa non me ne vado. Siamo pacifici e disposti a trattare, ma devono darci una soluzione che eviti che la mia famiglia finisca in mezzo alla strada".

Anche la comunità Rom e Sinti si è mobilitata promuovendo incontri con gli assessori del Comune di Milano (che ha la competenza sulla zona), Majorino e soprattutto Granelli, per cercare una soluzione che impedisca a ben 350 persone, tra cui una settantina di bambini, più donne e anziani (c'è anche un uomo malato e in dialisi), di finire per strada, senza un tetto e senza alcuna tutela. Gli abitanti del campo hanno anche nominato dei legali, al fine di difendere i propri diritti ed opporsi alle procedure attuate da Infrastrutture Lombarde.

Il Comune, dal canto suo, ha fissato per il 23 gennaio un incontro con i rappresentanti della comunità, per proporre delle soluzioni. L'assessore Granelli, attraverso il suo ufficio stampa, afferma: "Ci stiamo già occupando della vicenda, stiamo facendo valutazioni e studiando proposte che formuleremo nel corso dell'incontro del 23 gennaio con i diretti interessati. Preferiamo parlarne direttamente con loro, senza anticipare nulla alla stampa".

Pressoché identica la posizione del sindaco Pisapia. Il suo portavoce, Marco Dragoni, ci dice: "A fine mese ci sarà una riunione tra il Comune e i soggetti coinvolti nella vicenda e in quella sede sarà stabilito cosa fare. Questo è il metodo migliore per affrontare i problemi. Fino ad allora l'Amministrazione non ritiene di dover fare dichiarazioni che possano anticipare eventuali decisioni che saranno valutate nell'incontro già fissato".

Nessuno vuole sbilanciarsi, ma intanto nel cuore di tutte le persone incontrate al campo risiede la stessa angoscia. Il primo pensiero è per la famiglia, per i figli e per la scuola. Bambini come gli altri, educati e dolci, ospitali e con gli occhi curiosi a seguire le parole che scambio con i loro padri e le loro madri. C'è un'enorme senso della dignità nelle parole che ascolto e c'è anche il rispetto per le forze dell'ordine che "fanno il proprio lavoro". C'è la speranza riposta in Pisapia ("è stato avvocato di molti Rom", sussurra un uomo) e nell'assessore Granelli. Non ci sono parole violente, né atteggiamenti aggressivi. Questa gente vuole solo continuare a vivere e a far crescere i propri figli, sperando che siano più forti e preparati degli stereotipi insopportabili, dell'emarginazione e dell'indifferenza che viene a loro riservata.

Pochi giorni fa (il 14 gennaio) il Comune di Milano ha approvato la mozione a favore del progetto "Expo dei Popoli", un coordinamento di Ong, associazioni, reti della società civile che lavora per la realizzazione del Forum dei Popoli in programma per il 2015 a Milano, in concomitanza con l'Expo. Se davvero può esistere un Expo dei Popoli, allora sarebbe bene che sia il Comune sia le associazioni che lavorano al Forum si impegnassero affinché ne facciano parte tutti i popoli. Compresi quelli che da soli lottano per i loro diritti in un campo alle porte di Milano.

 

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