E' natale
Di Fabrizio (del 22/12/2012 @ 09:09:10, in Italia, visitato 1289 volte)
Con i migliori auguri da: Gruppo sostegno
Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).
Milano, 20.12.2012 -
Gentili tutti,
in merito all'insediamento informale di via Dione Cassio, temiamo che l'avvenuto
accordo con la proprietà per la messa in sicurezza dell'area una volta
allontanati gli attuali abitanti sia la prova dell'accelerazione delle procedure
di sgombero dello stesso insediamento.
Come già in passato, esprimiamo forti perplessità sulla procedura utilizzata,
soprattutto per quel che riguarda il futuro dei soggetti sottoposti a sgombero.
Vi proponiamo pertanto le seguenti considerazioni e domande.
- Non ci risulta che si sia proceduto ad alcuna comunicazione
preliminare dei tempi di questa operazione.(1)
- Non ci risulta sia stata fatta alcuna comunicazione
preliminare delle destinazioni dei singoli e dei nuclei
familiari. Non riteniamo né civilmente accettabile né
operativamente efficace procedere per via imperativa a questa
comunicazione nello stesso momento dello sgombero. Si è già
verificato in numerose precedenti occasioni – e tra l’altro
anche con gli stessi soggetti coinvolti in questo caso – come la
proposizione contestuale allo sgombero di una sistemazione
alternativa si riveli inutile(2)
- Sempre in base ai fallimenti passati, crediamo che questa comunicazione avrebbe
una ricezione certamente diversa se fosse effettuata da soggetti differenti
dagli agenti della polizia locale, che gli abitanti del campo conoscono solo per
la loro opera di sorveglianza e controllo (funzioni, sia ben chiaro, legittime),
talvolta espletata con modalità fortemente invasive come quelle dei controlli
notturni, alla luce delle torce elettriche. Essi sono percepiti - sulla scorta
di una lunga esperienza, che risale alle scorse amministrazioni - come esecutori
degli sgomberi, e tutt’al più come interlocutori in casi conflittuali o critici.
Per questo motivo tali operatori non si prestano, indipendentemente dalla loro
condotta, a essere inquadrati come referenti utili alla relazione/comunicazione
e quindi ad una soluzione positiva. Non essendo d’altra parte lecito delegare
implicitamente o esplicitamente tale compito alle associazioni attive in quel
campo, occorrono invece figure competenti sul piano della mediazione sociale e
culturale che abbiano ottenuto col tempo una riconoscibilità autonoma in quel
contesto.
- L'unica sistemazione alternativa attualmente prevista per chi ha subito gli
sgomberi sarebbe quella di via Barzaghi, non fosse che in realtà questa
struttura da un lato è già stracolma e dall'altro è caratterizzata da una
cronica non-soluzione delle problematiche dei singoli e dei nuclei lì ospitati,
come ben sanno gli abitanti dei campi. Quindi ci domandiamo, posto che la
soluzione di via Barzaghi pare impraticabile, se ve ne sia un’altra credibile.
Se per ipotesi tutti gli abitanti volessero aderire ad una proposta di alloggio
alternativa, dove sarebbero ospitati?
- Riteniamo inoltre inammissibile l’idea che il Comune possa evitare di offrire un
alloggio alternativo giustificandosi col fatto che queste famiglie non avevano
accettato l’offerta di sistemazione nella struttura di via Barzaghi in occasione
dello sgombero del luglio 2012 dall’insediamento di via Gatto/via Cavriana,
poiché proprio le modalità di quello sgombero minarono irrimediabilmente la
credibilità della proposta.
- La ricaduta prevedibile di un allontanamento privo di alternative praticabili
perché non convincenti, in un periodo climaticamente pessimo, non può che essere
una sicura, ulteriore dispersione degli insediamenti, con conseguente sensibile
peggioramento delle condizioni di vita e sconvolgimento degli esili margini di
socializzazione positiva conquistati attraverso la scolarizzazione - pur
precaria - tentata con alcuni minori.
- Cosa accadrà ai rom che non lasceranno spontaneamente l’area occupata?
- Come è emerso da recenti riunioni dedicate al tema sicurezza in zona
Ungheria-Mecenate, e ricordando il totale fallimento di una squallida
manifestazione neofascista a ciò dedicata, siamo sicuri che quello della
presenza dei rom non sia il problema prioritario per la vivibilità della zona né
tantomeno l’unico, ma semmai il più immediato e facile “capro espiatorio”.
Davanti a tali prospettive, vi proponiamo queste riflessioni, certi che essi
pongano fortemente in dubbio il carattere risolutivo di provvedimenti come
quelli a cui vi state apprestando in termini di civiltà ed efficacia.
Senza voler negare le gravi condizioni sanitarie ed ambientali
dell’insediamento, la considerazione di questi aspetti critici e l'acuta
consapevolezza della difficile situazione climatica ci spingono invece a
proporvi una gradazione nel tempo dello sgombero, con l'immediata attivazione,
invece, di specifici e civili dispositivi di “riduzione del danno”, come la
connessione all'acqua, l'installazione di servizi igienici, l'attivazione di un
servizio di ritiro dell'immondizia, la fornitura di coperte e generi di
conforto. Vi invitiamo a riflettere sul fatto che la situazione di illegalità di
un insediamento non può né deve impedire procedure analoghe a quelle attivate
per altri soggetti nel contesto di un piano antifreddo.
Quanto sopra detto per il campo informale di via Dione Cassio viene inoltre
chiesto anche per gli altri insediamenti informali presenti a Milano. Ci
risultano infatti sgomberi eseguiti la scorsa settimana nella zona di Bacula
senza la presenza di assistenti sociali né l’offerta di proposte alternative per
le famiglie.(3)
Confidiamo che questi argomenti trovino ascolto e ci mettiamo a disposizione per
un incontro, insieme alle rappresentanze stesse dell'insediamento.
Se la situazione dovesse precipitare, prenderemo pubblicamente una posizione
ferma, sulla base delle considerazioni qui avanzate.
Grazie dell'attenzione
Un saluto cordiale
Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma
Rights Centre (ERRC).
Lettera indirizzata a:
- Giuliano Pisapia
sindaco di Milano
- Marco Granelli
assessore alla Sicurezza e coesione sociale
- Pierfrancesco Majorino
assessore alle Politiche sociali
- Mirko Mazzali
presidente Commissione sicurezza e coesione sociale
- Marco Cormio
presidente Commissione politiche sociali
- Anita Sonego
presidente Commissione pari opportunità
- Loredana Bigatti
presidente Consiglio di zona 4
Note:
- Al riguardo si veda il CESCR General Comment n. 7, art. 15
(b), (c), disponibile sul sito
http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
ed i par. 37 – 44 tratti da IMPLEMENTATION OF GENERAL ASSEMBLY
RESOLUTION 60/251 OF 15 MARCH 2006, ENTITLED “HUMAN RIGHTS
COUNCIL” - Report of the Special Rapporteur on adequate housing
as a component of the right to an adequate standard of living,
Miloon Kothari,
http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G07/106/28/PDF/G0710628.pdf?OpenElement
- Si consideri il CESCR General Comment n. 7, art. 16,
disponibile sul sito
http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
- Daniela Fassini, “Rom, due sgomberi sotto la neve”,
Avvenire, 17 Dicembre 2012, disponibile sul sito
http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/10449/Rom_due_sgomberi_sotto_la_neve.html
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