Di Fabrizio (del 11/11/2012 @ 09:11:00, in scuola, visitato 1855 volte)
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plebeo e ad alto tasso di intolleranza (GRATUITA?)
Ricordate quel film di Mike Nichols? Il laureato è uno che vorrebbe un
matrimonio felice e magari una bella macchina e tanti figli, ma la potenziale (e borghesissima)
suocera, piuttosto che ammollare l'adorata figlioletta a qualcuno senza arte né
parte, è disposta a scoparsi lei il giovanotto, per ricattarlo e minacciarlo in
futuro. E non è che il giovanotto in questione resista più di tanto a queste
avances.
Qualche anno fa, davo una mano a traslocare i volumi del Centro
Documentazione dell'Opera Nomadi di Milano... a proposito, che fine avrà fatto?
(non l'Opera Nomadi, il centro intendo). Al centesimo scatolone,
bestemmiavo sulla mole di libri scritti su di un popolo tendenzialmente
ANALFABETA.
Da quando frequento Rom e Sinti, per forza ho iniziato a frequentare anche
laureati. Sempre di più. Probabilmente è dovuto al momento di crisi:
senza prospettive di lavoro e con un riconoscimento pubblico prossimo allo zero,
è probabile che nei campi trovino quel po' di considerazione che altrove viene
negata loro.
Dentro i campi, timidi, i laureati rispondono con sorrisi e magari fanno
qualcosa coi bambini. Quando ne escono, scrivono, convinti di aver scoperto un
filone che darà loro fama e importanza. E cosa scrivono di bello? Di cosa hanno
visto, di come provare ad instaurare un rapporto tra DIVERSI? Di solito invece
scrivono rimasticature di altri laureati (di più lungo corso), sulle origini
degli zingari, sul loro cammino, sulla loro miseria materiale ed intellettuale,
su quanto noi stanziali siamo razzisti e malvagi... insomma, cose risapute.
Il problema è che questo timbro di notizie, da parte di una classe che ha
studiato da dirigente, restituisce lo STATUS QUO, il perpetrarsi della distanza
che si è creata nel tempo. Mi son chiesto spesso se sia un comportamento
cosciente, mirare a mantenere lo STATUS QUO, o sia la reazione di chi col mondo
del lavoro (che continuo a considerare il motore universale del cambiamento) ha
pochi rapporti precari, ma alla fine abbia comunque una casa che lo attenda,
finita la corveé al campo nomadi. Altro punto su cui mi interrogo: quanto è
disposta ad imparare (a mettersi in discussione), una persona che spesso si
auto-considera già istruita?
Insomma: cosa si può pretendere da una situazione così socialmente
sfilacciata? Attualmente: di farsi una risata di tanto in tanto, senza perdere
la speranza che questo rapporto possa evolversi. L'esempio mi viene da una delle
ultime letture di Paul Polansky (anche lui è laureato, nessuno è perfetto...)
a cui ho assistito. Domanda, da parte di un laureato in antropologia:
Come sei riuscito a svolgere il tuo lavoro di
antropologo tra gli zingari?
Risposta:
Gli zingari non sanno neanche cosa sia, l'antropologia.
Hanno però dei bisogni, come tutti, e meglio degli altri sanno
riconoscere se qualcuno si interessa a loro con sincerità e con
impegno. Abbiamo costruito un rapporto, e così sono stato
facilitato nel mio lavoro di antropologo. Ma tutto ciò è venuto
dopo.
Di Fabrizio (del 10/11/2012 @ 09:03:59, in scuola, visitato 1377 volte)
Lettere
Gentile direttore, da cosa si misura la civiltà di un Paese?
Sono comparsi in città dei manifesti imbarazzanti: "Abbiamo fatto pagare i Rom e
i Sinti" - Lega Nord. Non credo che qualcuno potrà dimenticare quei bambini che
camminavano lungo la strada senza marciapiede, la mensa vietata, l'accesso alla
scuola materna proibito. Ci sono stati buoni cittadini che hanno raccolto la
cifra necessaria per ripristinare i diritti negati a quei bambini a cui non solo
è stata fatta pagare la crisi e la povertà delle proprie famiglie, ma sulle cui
spalle è stato costruito un pezzettino della campagna elettorale.
Bisogna creare un nemico per giustificare e coprire il vuoto delle proprie idee,
la crudeltà del proprio cuore e la pochezza del proprio operato. Meglio
prendersela con i Rom piuttosto che affrontare, di fronte alla cittadinanza, lo
scandalo delle mostre taroccate e delle centinaia di migliaia di euro regalati
ad Artematica. Meglio insultare i Sinti piuttosto che raccontare dei tagli ai
servizi sociali e alla scuola, dell'aumento dei costi per le famiglie. Meglio
prendersela con qualche migrante piuttosto che raccontare di quando si
spendevano allegramente i soldi della cittadinanza per le Miss Padania o i
mondiali delle nazioni non riconosciute.
Siamo una delle città più inquinate d'Europa e il primo Consiglio Comunale
sull'argomento sarà convocato a novembre, a pochi mesi dalla fine del mandato.
Una grande prova di efficienza! Meglio parlare e prendersela con i poveracci,
che non hanno voce. Meglio alimentare l'odio, il disprezzo.
Caro direttore, le ripeto la domanda iniziale: da cosa si misura la civiltà di
un Paese? Dalla capacità, fra le altre cose, di creare anticorpi contro questo
razzismo e questo modo di fare politica. Abbiamo bisogno di altro.
Panico tra le popolazioni a nord e a sud, per l'arrivo di pericolosi
extraterrestri... anche se la loro presenza è documentata almeno dal 1422. Le
potenti truppe italiche, intervenendo immantinentemente e con sommo sprezzo del
pericolo, mantengono il controllo della situazione. Il presidente Obama,
interpellato sull'ipotesi di un intervento USA, ha risposto di avere altre gatte
da pelare. (DISCLAIMER: nessun gatto è stato maltrattato per questo
annuncio)
ROMAGNAnoi - RIMINI - Blitz di carabinieri in un
accampamento di nomadi. L'alta concentrazione di Rom e Sinti presenti l'altro
giorno in città ha messo in allarme la popolazione e di conseguenza i
carabinieri che sono intervenuti per controllare che tutto fosse in ordine. Alle
13 e 10 di sabato scorso, a seguito di una mirata attività informativa svolta
sul territorio, i carabinieri del nucleo radiomobile di Rimini, delle stazioni
di Santarcangelo e Viserba sono intervenuti a Santarcangelo di Romagna dove
erano stati segnalata la presenza cospicua di camper e roulotte di nomadi nelle
aree di sosta adiacenti alla città.
I carabinieri, in maniera oculata, hanno svolto un capillare
controllo del territorio finalizzato ad identificare le persone che sostavano.
L'attività permetteva di individuare che si trattava per lo più di giostrai
giunti nella città clementina in occasione della festività dei morti e della
tradizionale fiera di San Martino che si svolgerà nel prossimo week end. I
controlli permetteva ai militari di effettuare un monitoraggio preciso dei
componenti familiari che effettivamente sostano nelle aree industriali,
artigianali e nelle adiacenze del cimitero. Questa azione di verifica e
prevenzione sul territorio proseguirà incessantemente anche nei prossimi giorni
e fino all'evento fieristico.
La città DI SALERNO - Ancora zingari in città. Nuovo campo nomadi nel
piazzale retrostante lo stadio comunale Pastena, in piazza Pozzo, e, come da
copione, arriva la protesta dei residenti. Dopo l'intervento delle forze
dell'ordine per convincere alcuni gitani a cambiare locazione circa due
settimane fa, il problema si ripropone con una nuova tribù, ancora più numerosa
della precedente, che ha trovato collocazione alle spalle dell'impianto di viale
Barassi. Il gruppo di zingari si trova nella zona da due giorni. Secondo alcuni
abitanti del quartiere, si tratterebbe di almeno una ventina di unità e sei di
mezzi, tra cui roulotte ed autovetture.
Diversi residenti del quartiere Taverna delle Rose avrebbero già fornito
informazioni utili al comando di Polizia municipale di Battipaglia. Gli agenti,
coordinati dal comandante Gerardo Iuliano, dovrebbero attivarsi nelle prossime
ore. I medesimi residenti avrebbero poi intenzione di richiedere al comando di
Polizia municipale un maggior controllo della zona e magari l'installazione di
una telecamera da collegare all'impianto generale di videosorveglianza.
Un dispositivo per la ripresa e la registrazione delle immagini è già
presente in viale Barassi, nel piazzale antistante lo stadio Pastena. La
richiesta degli abitanti è di installare una telecamera anche nella zona
retrostante l'impianto, dove solitamente trovano rifugio i gitani di passaggio.
OK, non c'è neanche la notizia. Ho pubblicato il tutto solo per la
coincidenza di aver letto di seguito i due articoli lunedì scorso, sperando di evitare una
qualsiasi psicosi.
A proposito di psicosi... mettete insieme
un articolo di settimana scorsa, la provincia profonda e una misteriosa
macchina rossa. Ecco una notizia di mercoledì scorso:
L'Eco di Caserta - ROCCAMONFINA (Caserta) – Ma cosa sta succedendo nel paese
roccano? Da giorni un’auto rossa circola in paese in cerca di bambini. Qualche
settimana addietro, nella vicina Teano, mentre una mamma era intenta ad
aggiustare la maglietta al figlioletto, degli uomini, verosimilmente zingari, si
avvicinano alla signora e stavano prelevando il bambino più piccolo dalla
carrozzina, fortunatamente il fratellino più grande si è accorto ed ha iniziato
ha strillare mettendo in fuga i malfattori. Un altro caso è successo qualche
giorno addietro a Roccamonfina quando ad un bambino della locale scuola media,
mentre usciva dalla scuola dopo il solito orario, si è avvicinata un’auto rossa
con a bordo gli stessi uomini che inequivocabilmente erano zingari, si sono
avvicinati al bambino invitandolo ha salire sull’auto che lo avrebbero
accompagnato a casa dai genitori. Il bambino, memore delle raccomandazioni dei
genitori, spaventato rifiuta l’invito senza dare per nulla ascolto ai due
uomini, così corre, raggiunge casa e racconta l’accaduto ai genitori. A questo
punto crediamo che le forze dell’ordine devono dare risposte ai cittadini per
far si che nei paesi torni la tranquillità.
Per terminare, vorrei riconoscere il merito a quell'articolo di settimana
scorsa che, coscientemente o meno, sembra aver innescato questa nuova spirale di
terrore e fantascienza:
Il fattaccio "sembra" sia avvenuto a Corsico, in realtà si "sarebbe"
svolto a Pieve Emanuele, i carabinieri competenti quindi sono quelli di Rozzano
e non di Corsico (ndr: siamo nella periferia sud-ovest di Milano).
Tralascio gli scontati giudizi sull'imparzialità del Giornale:
Si accenna addirittura ad un colpo di pistola, è
possibile che nessun altro riporti la notizia?
Come mai a distanza di una settimana nessuno ne ha più
parlato?
Oltre metà dell'articolo è composto da ipotesi,
segnalazioni già smentite in passato e dati che non c'entrano
niente col caso segnalato. Tutto finalizzato all'affermazione
che appare a metà scritto "Suggestioni? Mica tanto"
L'idea è che più che di rapimento, si parli di
"rapimenti percepiti"
Trovata lunedì mattina nella posta. Per ascoltarla in italiano ed in
lingua originale QUI
Lei stava appoggiata
al muro vicino
all'Hotel Tevere con in mano
un bicchiere di plastica
quando iniziò a piovere.
Ho cercato una moneta, le sono
andato vicino
e l'ho fatta cadere nel bicchiere.
Cadde sul fondo
di un'aranciata.
Sono arrossito, ho guardato
i suoi occhi devastati e la pelle
e i capelli diventati prematuramente
grigi, e ho detto che
mi dispiaceva, che avevo pensato
avesse bisogno di soldi.
"Ne ho bisogno", rispose
e sorrise "Stavo
solo bevendo
qualcosa".
E restammo così
a ridere assieme
mentre guardavamo le gocce di pioggia cadere
sul lago d'arancia
sopra la moneta che affondava.
Rivista
svizzera censurata per la copertina sul ragazzo rom
GINEVRA 30 ottobre, 2012 (AP) Il Garante svizzero sulla stampa ha
accolto la denuncia contro una rivista che ha usato l'immagine di un ragazzo rom
che impugnava un'arma, per illustrare una storia su presunte minacce da parte di
bande zingare.
Martedì il Consiglio della Stampa Svizzero ha detto che la rivista zurighese Weltwoche
è colpevole di "distorsione" e "discriminazione" per aver pubblicato l'immagine
sopra il titolo "Arrivano i rom: razzie in Svizzera".
La foto, scattata nel 2008 dal fotografo italiano Livio Mancini, raffigurava
in realtà un bambino che giocava con una pistola giocattolo in una discarica in
Kosovo.
I gruppi europei di Rom e Sinti avevano accusato la copertina di infiammare i
pregiudizi contro i due gruppi etnici, [...].
La decisione del Garante non avrà conseguenze al di là della censura
pubblica. La rivista non ha risposto alle richieste di un commento in proposito.
Sono andato a leggermi di cosa scriva quel blog. Prima dei contenuti,
un'occhiata alla grafica: pagina scura ma con diverse sfumature di colore,
caratteri semplici e leggibili. Insomma, niente che ad uno primo sguardo possa
ricondurre ad un sito di estrema destra o razzialmente caratterizzato. La stessa
impronta viene mantenuta nell'introduzione,
dove una storia commovente caratterizza meglio l'intento del blog. La riporto
integralmente:
Questo sito nasce nel 2007 quando un gruppo di zingari rom massacrò mio
padre per derubarlo di soli 30 € contanti, un cellulare dal valore di 20 € ed un
braccialetto d'oro. Ancora ricordo quel giorno come se fosse oggi. Chiamò
l'ospedale a casa avvertendo mia madre di ciò che era accaduto e delle gravi
condizioni in cui versava mio padre. Ci precipitammo immediatamente al
nosocomio. Quando arrivammo vidi quel corpo tumefatto, il viso irriconoscibile,
lo zigomo rotto, un occhio rientrato e tanto sangue. Ore di agonia, di
sofferenza, di dolore. Mio padre non ce la fece. Morì e quei delinquenti non
furono mai presi. Intanto la mia famiglia era distrutta. Dovetti crescere senza
un padre, senza il suo affetto, senza il suo conforto, senza il suo dialogo,
senza il suo sorriso, senza i suoi consigli, senza niente. Quei delinquenti
oltre che uccidere materialmente mio padre, uccisero dentro anche me, la mia
anima, il mio spirito, il mio io. Il sito nasce inizialmente per sfogare la mia
rabbia, il mio dolore, la sofferenza alimentata ulteriormente dal fatto che a
quel brutale gesto non era seguita quella che si definisce “giustizia”. Vedevo e
vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere l'altra guancia si, ma non
fino a farsi prendere per scemi.
Ricordatevi: questa è l'introduzione, cioè il ponte che
dall'anonimato di un sito porta al suo svilupparsi. Storia commovente, dicevo,
che occupa con vari particolari, tra il lacrimevole e lo splatter, quasi tutta
l'esposizione. Storia di un bravo ragazzo toccato non tanto nel portafoglio ma
negli affetti più cari, così che possiamo empaticamente identificarci in lui, il
suo dolore, la sua rabbia. Identificazione necessaria, perché non troveremo da
nessuna parte altri indizi sull'autore del blog, sul nome della vittima, su chi
materialmente la uccise. Riguardo agli assassini, sappiamo solo che fu "un
gruppo di zingari rom". Quindi, a rigor di logica, se l'assassinio fosse
stato compiuto, ad esempio, da "il cartello di Medellin", il nostro
avrebbe chiesto di cacciare dall'Italia tutti i Colombiani! Non pensiate che si
tratti di un errore di logica; secondo me è il passo successivo alla storia
lacrimevole: una parola d'ordine SEMPLICE e CHE DIA UN COLPEVOLE, così da
terminare con un occhiolino ai sentimenti anti-sistema che oggi vanno per la
maggiore, "Vedevo e vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere
l'altra guancia si, ma non fino a farsi prendere per scemi." A questo punto
dopo l'introduzione allo svolgimento vero e proprio.
Chiameremo questa fase la vendetta, cioè il mix di "cose
che non vanno" e come rimediare, cioè "non farsi prendere per scemi",
che si sviluppano su due binari diversi. I temi affrontati riguardano singoli
episodi di cronaca nera, quasi tutti senza commento da parte dell'autore, ed i
colpevoli non sono più solo i Rom, ma anche Filippini, Rumeni... che, se
vogliamo dare una logica al tutto, dovrebbero essere TUTTI INDISTINTAMENTE
CACCIATI. Ma questo non viene affermato da nessuna parte, stranamente questo
elenco REALE di cronaca nera non riguarda nessun fatto in cui gli Italiani siano
anche lontanamente ritenuti colpevoli. Penso, perché sarebbe abbastanza
complicato, per lo stesso ragionamento di base, cacciare gli Italiani
dall'Italia, tanto, le "cose che non vanno" continuerebbero a non
andare... Ma intanto, da un singolo fatto iniziale, la colpa è stata estesa ad
un numero ragguardevole di COLPEVOLI: tanti, stranieri, violenti, ecc.
Ci sono anche due mini-dossier, dove i Rom tornano
protagonisti della cronaca:
Alba
Adriatica (a Pescara) e
i
Casamonica (a Roma), ma se il primo è soprattutto la testimonianza di una
convivenza mancata, il secondo è il racconto di un'integrazione riuscita al
contrario, dove un gruppo di Rom arrivato dall'Abruzzo si è talmente integrato
da aver sostituito i romani nei loro traffici tradizionali, compreso il
complesso meccanismo che mischia attività economiche, malavita e coperture
politiche. Per terminare con le sezioni del sito, una scarna raccolta di
video.
La seconda fase della vendetta spetta ai commenti, cioè come rimediare allo stato attuale delle cose. Se
l'autore del blog non si spinge oltre l'incerto confine del razzismo, i
commentatori non sembrano porsi questo limite, nel far quadrare un iniziale
storia commovente con soluzioni da III Reich. Eccone alcuni:
Hai proprio ragione antonella via dall'italia questi
zingari che insudiaciano, moralmente e fisicamente le nostre
strade, fanno la bella vita alle spalle dei poveri italiani che
lavorano per mantenere la propria famiglia e per finire non
hanno un benemerito ca**o di lavoro.
Però penso anche che difficilmente da uno zingaro rom, data
la sua scarsa propensione ad adattarsi e a rispettare le più
elementari regole di buon senso vigenti in una nazione, si possa
ottenere insegnamenti di come migliorarci. Le cronache
giornaliere parlano chiaro: stupri, spaccio di stupefacenti,
rapimento e sfruttamento di bambini, aggressioni mortali, furti
ecc.
CONCORDO PIENAMENTE CON TE, ANCHE SE NON CI CONOSCIAMO
ABBIAMO LE STESSE IDEE, SE FOSSE X ME RIAPRIREI I LAGER E LA
BRUCEREI TUTTA STA GENTE DI MERDA. PURTROPPO DI GENTE COME NOI
CE N\'E\'
Concordo! Salviamo la Patria da questa gente!!
CI HANNO ROTTO IL CAZZO STI ZINGARI DI MERDA!!!!! PREDIAMOLI
A CALCI IN CULO!!!!!!!!!!
Devono essere bruciati vivi nei forni crematori,hanno rotto
il cazzo le nostre città sono piene di questi esseri su-umani
che vivono di rapine e furti.
A CHE CAZZO SERVONO I ROM???? VIVONO SOLO PER DELINQUERE E
ROMPERE I COGLIONI A CHI LAVORA, FANNO TANTI FIGLI PERCHE\' PER
OGNI FIGLIO LO STATO DA LORO UN CONTRIBUTO GIORNALIERO TALE CHE
A FINE MESE DIVENTA UNO STIPENDIO D\'ORO
bravissimi, fuori dalle palle questa feccia pezzente rom. I
paesi seri la merda nomade la cacciano giustamente a calci, noi
fessi li raccattiamo tutti
Non ho riportato i nomi dei commentatori, ma al solito tanto più un commento è
forcaiolo, quanto il commentatore si difenderà tramite l'anonimato. Anonimi i
commenti, anonimo l'autore e pure la vittima iniziale. Il tutto suggellato dal
fatto di essere un blog e non un sito, per cui si può solo risalire alla
piattaforma che ospita il blog, ma a nessuno di quanti ha trasformato una storia
personale in voce di popolo. O meglio, gli unici che possono risalire a questi
dati sono Wordpress (the
Content is not pornographic, does not contain threats or incite violence towards
individuals or entities, and does not violate the privacy or publicity rights of
any third party;) da una parte, l'autorità
giudiziaria dall'altra.
Verrebbe da dire, è il mondo virtuale, bellezza! dove
chiunque può montare o smontare un frammento di vita e farne una piattaforma
politica.
Ma ragionando su quello che è il mondo virtuale, avrei un'ultima osservazione
da fare. Da molto tempo i giornali "tradizionali" stanno assumendo modalità
comunicative proprie delle rete telematiche per sollevarsi dalla loro crisi. In
questo caso mi sembra che avvenga il contrario: si utilizza uno strumento aperto
come il blog, per adottare strategie comunicative proprie dei mezzi di
comunicazione che perseguono un obiettivo politico.
Vittimismo, vuoti di memoria, nemici necessari, commenti forcaioli che si
vogliono mascherare da opinione della massa, fanno parte del piatto che
ogni giorno ci viene servito dai mezzi d'informazione eterodiretti. Vale la
legge della concorrenza, i meccanismi valgono purtroppo tanto a destra che a
sinistra.
Vediamo come si coniuga questo sistema con notizie differenti. Useremo il
Giornale e la recente morte di Pino Rauti come controprova. Nell'articolo di
Stenio Solinas (occorre dire che in altri articoli il Giornale ha
corretto il tiro) un protagonista delle pagine nascoste e violente
della nostra storia, viene ricordato come se fosse stato solamente un
intellettuale che non ha capito come fosse cambiata la politica. Fascista sì, ma
galantuomo.
Stragi, strategia della tensione, pestaggi... su questo un silenzio di tomba.
Io, che da ragazzo ho vissuto quegli anni, penso che molti testimoni delle
nostre storie oscure sono spariti in cause poco chiare, probabilmente per paura
che potessero squarciare questo silenzio tombale. Pino Rauti è morto ad 85 anni,
come si dice "tranquillo e con l'affetto dei suoi cari". E questa
morte, così incongruente con la sua storia, mi da l'idea di segreti così al
sicuro, che non c'è stato bisogno di ammazzarlo.
Di Fabrizio (del 04/11/2012 @ 09:11:35, in Europa, visitato 1263 volte)
31 ottobre 2012 Germania: il presidente del Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in
guardia contro il razzismo nel dibattito in materia di asilo. "Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative all'abuso del diritto di
asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre associate alla nostra
minoranza".
Nel dibattito sul numero sempre maggiore di richiedenti asilo provenienti dai
Paesi balcanici, il Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in guardia il
Governo tedesco dal razzismo e populismo.
"Introdurre ora un visto per persone provenienti dalla Serbia o dalla Macedonia,
sarebbe un'azione sbagliata" ha affermato il presidente del Consiglio, Romani
Rose. "Fate attenzione al razzismo ed al populismo; questo non deve accadere
alle persone di colore o di origini diverse che si trovano costrette a viaggiare
in Germania" ha aggiunto. In sostanza, secondo Rose, in Germania si finge di non
vedere l'esistenza di accampamenti di Sinti e Rom provenienti dalla Macedonia o
dalla Serbia per motivi di asilo. "Si dovrebbe analizzare ogni singolo caso con
attenzione anziché liquidarlo in maniera frettolosa" e ancora "in Serbia ed in
Macedonia abbiamo la presenza di un razzismo inimmaginabile" e quindi per tale
motivo, secondo Rose, queste persone hanno deciso di intraprendere un viaggio
verso la Germania.
La recente inaugurazione a Berlino del monumento per ricordare l'Olocausto dei
Sinti e Rom uccisi dai nazisti è visto da Rose come un impegno da parte dello
Stato e della società tedesca. "Il razzismo contro i Sinti ed i Rom deve essere
bandito proprio come l'antisemitismo. Ne consegue che questi argomenti devono
essere trattati negli attuali dibattiti politici per potersi assumere ognuno le
proprie responsabilità. Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative
all'abuso del diritto di asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre
associate alla nostra minoranza. Si dovrebbe riflettere soprattutto sul fatto di
andare a caccia di voti con slogan populisti e sul fatto di fare dei Sinti e dei
Rom il capro espiatorio della criminalità e del tasso elevato della
disoccupazione" ha aggiunto Rose.
Di Fabrizio (del 02/11/2012 @ 09:06:00, in media, visitato 1412 volte)
Raccontavo
ieri che di questi tempi, in mancanza di determinate
certezze è più facile prendersela con chi, Rom e Sinti, certezze non le
ha mai avute. Alla stessa maniera, nella vulgata popolare è lo zingaro che
rimane il ladro per eccellenza, mentre la realtà quotidiana ci restituisce
esempi a non finire di furti commessi da colletti bianchi.
Fateci caso: quand'è che un giornale parla di un furto? Ormai, non è più
possibile nascondere il SISTEMA di ladrocinio che regola la pubblica
amministrazione; a parte ciò la cronaca accenna ai furti quando:
siano coinvolti Rom o Sinti (o si presume lo siano);
la vittima è un personaggio famoso.
Il ministro
Elisa Fornero rientra nel secondo caso. Non solo, come personaggio pubblico,
visti i tempi che corrono, è anche uno dei più impopolari in circolazione.
Difatti, la notizia del furto nel caso del ministro (DISCLAIMER: il furto
rimane un reato, non vorrei essere accusato di induzione al crimine!) ha
sollevato soddisfazione repressa soprattutto tra precari, gente che ha perso
il potere d'acquisto negli ultimi anni ecc. Insomma, tra quelle fasce di
popolazione dove maggiormente alberga l'antiziganismo.
Ho notato anche che nelle cronache giornalistiche stavolta mancava quella
frasetta, che spesso compare quando non si sa cosa scrivere:
si sospetta che il furto sia stato commesso da un gruppo
di zingari...
Frase che dice tutto e niente, ma contribuisce comunque a creare un
sentimento negativo verso gli "zingari". Costava tanto metterla ANCHE a chiusura
dell'articolo sulla Fornero?
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