"Sapevo che era una necessità a cui potevamo rispondere con pochi o
nessun finanziamento," dice Ludovic Rafi, 29 anni e rom laureato dalla Romania.
"Inoltre, ho pensato che i partecipanti avrebbero visto quanto fosse semplice
pulire l'area e seguire il nostro esempio." Laureato in economia e poi stagista
presso la direzione generale per l'Allargamento della Commissione Europea, Rafi
ha intrapreso un progetto comunitario volto a ripulire il suo quartiere nel
villaggio di Mintia.
Mintia ospita circa 100 famiglie rom, che vivono in una comunità compatta
alla periferia. Le famiglie occupano sei ex capannoni degli anni '70 e tre
blocchi di appartamenti più recenti. Gli edifici circondano un campo che serve
come parco giochi per i bambini, ma che col tempo è stato invaso dai rifiuti.
Imperturbabili. Rafi e quattro altri giovani soci hanno pianificato una
giornata dell'ambiente, che avrebbe coinvolto tra i 50 e i 60 membri della
comunità. Il progetto è stato avviato, condotto ed in parte finanziato dalla
stessa comunità rom. Rafi ed il suo gruppo hanno promosso l'evento ai vicini,
incollati i manifesti e ricevuto offerte da parte del governo locale per i
sacchi dell'immondizia, procurandosi guanti ed altro materiale.
I partecipanti arrivati sul posto una mattina agli inizi di marzo 2012,
avevano un'età tra i 10 e i 35 anni, con l'eccezione di un cinquantenne. "E'
stato interessante ascoltare le reazioni dei residenti che osservavano,"
riflette Rafi. "Alcuni erano d'accordo, altri dicevano che le autorità, non o
giovani, dovevano essere le responsabili di quel lavoro. Ma alla fine della
giornata, si erano uniti anche alcuni tra gli scettici. Penso che ogni azione di
questo tipo aiuterà a rendere più popolari il lavoro volontario ed il servizio
comunitario.
Per incoraggiare questo spirito volontaristico, Open Society Roma Initiatives
include aspetti del servizio comunitario nel programma di tirocinio per i
giovani rom che operano con la Commissione Europea. Ai partecipanti viene
chiesto di proporre un piccolo progetto di servizio comunitario, che riguardi
una questione importante per loro e la loro comunità rom locale. I partecipanti
i cui progetti passano il vaglio, vengono forniti di menzione e sostegno allo
sviluppo del progetto, da realizzare dopo la partecipazione allo stage o ad
altri programmi.
Sul merito di questi progetti, è meglio lasciare l'ultima parola a Rafi.
"Stiamo ricevendo una grossa opportunità, quindi dobbiamo applicarci e fare
qualcosa per la gente della nostra comunità, per chi non ha le medesime
opportunità. E col volontariato possiamo ispirare gli altri ad assumersi la
responsabilità delle loro situazioni."
Senada Lamovska in Macedonia
"Essendo stata lontana dalla mia città e non avevo più contatti con i Rom del
posto da 10 anni, fui molto felice di avere la possibilità dei ricollegarmi
facendo qualcosa per la comunità," dice Senada Lamovska. "Dopo un'assenza tanto
lunga, era difficile capire quale sarebbe stata la cosa più utile da fare per i
Rom della mia città, quindi feci ciò che sapevo meglio. So insegnare francese e
romanì, così decisi di insegnare la lingua romanì, perché nella mia città è una
lingua dimenticata. Il turco è la madrelingua. Ho voluto presentare la storia
romanì e le basi della lingua ai giovani rom e agli studenti delle superiori.
Nel contempo ero felice di poter conoscere i più giovani della comunità,
parlare con loro e vedere la loro comprensione della
romanipé,
vedere quale visione hanno del futuro - se vogliono continuare con l'istruzione
e come posso aiutarli con consigli o informazioni. In altre parole, volevo
condividere le mie esperienze e conoscenze.
Tra febbraio e marzo 2012, Lamovska, in collaborazione con l'organizzazione
locale Avena Kocani, ha dato sei lezioni introduttive di un'ora l'una in storia
e lingua romanì, agli studenti della scuola secondaria Koso Vikentiev di Kocani.
Con la sessione di storia gli studenti hanno avuto l'opportunità di cimentarsi
con temi fondamentali come "Da dove veniamo?" e "Chi sono oggi i Rom?" I corsi
di lingua hanno presentato l'alfabeto romanì, grammatica di base e il
vocabolario di tutti i giorni.
Lamovska è rimasta sorpresa del livello di entusiasmo da parte degli studenti
e della loro apertura verso l'apprendimento della storia e della lingua romanì.
Per molti di loro era il primo incontro con questi soggetti, in particolare
nell'ambito del normale insegnamento. "Sono stata contenta di scoprire che i
bambini rom nella mia città fossero interessati alla lingua," dice, "avendo il
turco come lingua madre, direbbero in molti, dovrebbero considerarsi Turchi.
Credo che imparare la storia, la lingua e la cultura rom sia molto importante
per la loro identità rom."
Riflettendo sui requisiti dei servizi di comunità, dice Lamovska: "Penso che
continuare con questa pratica sia una buona idea. Molti studenti finiscono
l'istruzione e si dimenticano della loro comunità. E' una buona idea ricordare
loro di fare ritorno a dove sono partiti e condividere le conoscenze
acquisite... Ho svolto molti progetti volontari nei posti dove ho vissuto e
lavorato, e penso che questo requisito mandi un messaggio positivo ai giovani: a
volte dobbiamo aiutare senza aspettarci di essere pagati."
Di Fabrizio (del 02/08/2012 @ 09:16:41, in Kumpanija, visitato 1778 volte)
(immagine da ilpoetamaledetto.myblog)
La rassegna (totalmente
autoprodotta ed autofinanziata)HAI MAI PROVATO IN VIA IDRO?
affronta il deserto agostano. Refrigerio, atmosfere incantate e buona compagnia per gli esuli in città
Giovedì 9 agosto ore 20.00 Cena - a seguire, lontani
dalle luci della città, si guarda in cielo se ci sono ancora le stelle
cadenti. Ci terranno compagnia i violini e la fisa dei
FRATELLI GITANI, con un repertorio che spazia da Bach a Brahms, da
Astor Piazzola alle fantasie della musica rom. Comunità Rom Harvati -
via Idro 62, Milano
E se bazzicate poco
gli autori elencati sopra,
seguite le GOOD VIBRATIONS:
Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo e se... guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa. Bob Marley
Concerto ad offerta libera. Si cena all'aperto al
Marina Social Rom (in caso di maltempo, in luogo coperto), primi e
secondi, contorno, piatti freddi estivi e piatti
vegetariani - una bevanda a scelta. Cena SOLO SU PRENOTAZIONE, costo tra i 10 ed i 15 euro (confermare
le presenze
entro martedì 7 agostoQUI
o al 347-717.96.02). Grazie e buona serata a tutti!
Macchinari pesanti intenti a smantellare una barricata durante lo sgombero di
ottobre 2011. Photograph: Oli Scarff/Getty Images
The GuardianWednesday 25 July 2012 00.26 BST
Secondo il consiglio di Basildon, alcuni sgomberati durante lo sgombero
dell'anno scorso dal sito illegale nell'Essex si sono spostati nelle vicinanze
Il consiglio di Basildon si sta preparando a richiamare gli ufficiali
giudiziari, dopo che i Traveller sgomberati da
Dale Farm, il più grande
sito illegale in Europa, si sono spostati in un insediamento vicino.
Ai Traveller, alcuni dei quali provenienti da Dale Farm, sono state notificate
le ingiunzioni di sgombero.
A seguito dello sgombero di massa dell'anno scorso, molti Traveller si sono
spostati nel sito legale in Oak Lane, insediandosi sulla strada accanto al sito.
La risoluzione dell'anno scorso era seguita ad una disputa decennale sui
terreni non autorizzati sul sito di sei acri e sui milioni di sterline costati
al consiglio di Basildon per le operazioni ed i costi legali.
Il consiglio ha detto di aver consegnato gli avvisi a 19 roulotte parcheggiate
illegalmente sul percorso che porta all'ex sito di Dale Farm ed aggiunto che il
numero degli occupanti di Oak Lane ha superato il limite legale.
Il Traveller Solidarity Network (TSN) ha detto che le famiglie non sono in grado
di muoversi da Dale Farm "a causa della mancanza di posti nell'area" sin dallo
sgombero forzato dell'anno scorso. "Hanno vissuto in spazi angusti, senza acqua
corrente, elettricità regolare e con problemi di depurazione."
Mary Sheridan, una madre che vive a Oak Lane, ha detto: "Il consiglio e il
governo ancora non ci ascoltano; non abbiamo altro posto dove andare. Perché
dovremmo vivere senza acqua corrente e fognature, se avessimo un posto dove
andare? Vogliamo un posto sicuro per vivere, dove i nostri bambini possano
andare a scuola. Chiediamo troppo?"
Ai Traveller è stato dato tempo sino al 29 agosto per presentare appello contro
l'avviso di sgombero.
Tony Ball, leader del consiglio, ha detto: "La gente sa che il consiglio di
Basildon è impegnato nel rispettare la legge, e che passerà i diversi gradi per
garantirne l'esecuzione."
"A febbraio, abbiamo inviato gli avvisi di contravvenzione al piano urbanistico,
dando 21 giorni per rispondere ed abbandonare l'area. Ovviamente questo non è
successo ed il consiglio ha valutato attentamente opzioni ed azioni disponibili.
Abbiamo dovuto essere certi di star prendendo le giuste opzioni per quanto
riguarda questa particolare violazione."
"Trovo tuttavia immensamente frustando che dopo aver eliminato il sito
[illegale] l'anno scorso, quella che sembra una piccola minoranza dei residenti
originali persista con questi comportamenti pericolosi e distruttivi. E' anche
evidente che molti di quanti sono lì [in violazione alla legge] sono nuovi
dell'area e non hanno niente a che fare con l'insediamento [illegale]
originale."
Dice
Jo McGuire, attivista di Dale Farm e membro del TSN: "Il messaggio, ora come
allora, è sempre lo stesso, queste famiglie non hanno altro posto dove andare,
perché il consiglio non ha voluto autorizzare nuove piazzole."
"Il consiglio intende sgomberare prima che vengano considerate le richieste di
pianificazione. Queste famiglie stanno tentando di tutto per tenere i loro figli
nella scuola locale, ma pare che il consiglio voglia solo eliminarli dalla
zona."
E' previsto che a breve l'Agenzia per l'Ambiente prelevi campioni di suolo da
Dale Farm, dove lo scorso ottobre 80 famiglie furono sgomberate da centinaia di
poliziotti ed ufficiali giudiziari sulla base delle norme di pianificazione. Se,
come si aspettano residenti ed attivisti, venisse trovata contaminazione da
amianto ed idrocarburi, la cifra di 8 milioni di £.già spesa per lo sgombero è
destinata a crescere [1]. La notizia arriva mentre settimana
scorsa il consiglio di Basildon ha iniziato ulteriori azioni legali contro le
famiglie sgomberate, che affermano di "non avere altro posto dove andare". A
quanti vivono sulla strada privata che porta alle loro vecchie case di Crays
Hill, Essex, sono stati consegnati avvisi di sgombero con termine alla
fine di agosto [2].
Il consiglio si era precedentemente impegnato con l'Alta Corte alla rimozione
di tutto il materiale inquinato dal sito, ricevendo così foni dal Dipartimento
delle Comunità e del Governo Locale come liquidazione dello sgombero
multimilionario dell'ottobre scorso. Da allora gli incaricati del consiglio
hanno rivoltato ed ammucchiato* la terra, esponendo migliaia di
tonnellate di sottosuolo - una misura temporanea, dicono, per impedire alle
famiglie di tornare alle loro proprietà.
Gli ispettori dell'Agenzia per l'Ambiente dovranno ora determinare se così
facendo il consiglio abbia creato un grave rischio per la salute, [...] non solo
per le famiglie accampate sulla strada, ma per le case adiacenti, incluse le
oltre cinquanta proprietà autorizzate di Dale Farm.
Parte dell'area di Dale Farm in passato era stata usata dal consiglio di
Basildon per lo stoccaggio di veicoli abbandonati e come discarica, Sono state
demolite oltre 6.000 auto nel sito, prima che un decennio fa venisse venduto
alle famiglie [3].
Gli attivisti locali hanno denunciato [il consiglio] all'Agenzia per
l'Ambiente, perché alterando l'equilibrio ha causato un inquinamento massiccio.
Grattan Puxon, da lungo tempo sostenitore di Dale Farm ed amico delle famiglie
sgomberate, dice "il consiglio non ha gambe per sostenersi. Hanno sgomberato le
famiglie dalle loro case sul principio che il terreno fosse fascia verde di
rispetto, ed ora stanno spendendo milioni per inquinare il terreno dopo lo
sgombero. Nel frattempo le famiglie che vivono qui sono ancora senza casa e non
hanno dove andare. Eppure l'intento del consiglio è di allontanarli da Basildon."
* Cioè trasformare terreno pianeggiante in dossi e trincee.
Gli sviluppatori lo fanno regolarmente per rendere inabitabile il terreno./>
[1] The Indipendent [2] Vedi sopra [3] The Telegraph
Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (European Roma Rights Centre, ERRC)1,
l'Associazione
21 luglio2, la Consulta Rom e Sinti della Città di Milano3, il Gruppo di
Sostegno Forlanini4, il
NAGA5 e UPRE ROMA6 scrivono alle autorità italiane al fine di sottolineare la
forte discrepanza
esistente tra gli impegni recentemente assunti dal governo in seguito
all'adozione della
Strategia di Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti (RSC) e quanto invece avviene
a livello locale,
con particolare riferimento alle città di Milano e Roma.
In data 24 Febbraio 2012 il governo italiano ha approvato la Strategia Nazionale
di Inclusione di
RSC7 elaborata dall'UNAR con la partecipazione delle federazioni italiane di
RSC, di alcune
organizzazioni internazionali di diritti umani nonché delle associazioni che a
vario titolo si
occupano di RSC in Italia. La Strategia italiana adempiendo alla comunicazione
europea n. 173
del 5 Aprile 2011 dal titolo "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di
integrazione dei Rom
fino al 2020"8 segue i quattro assi da essa indicati, ovvero istruzione, lavoro,
casa e salute. Il
merito coralmente riconosciuto alla Strategia è stato quello di aver
sottolineato ed enfatizzato
più volte la necessità di superare "definitivamente la fase emergenziale che,
negli anni passati,
ha caratterizzato l'azione soprattutto nelle gradi aree urbane. D'altra parte, -
continua il testo -
gli assi di intervento, investono ruoli, funzioni e competenze di
Amministrazioni diverse, che
devono concorrere in maniera coordinata all'obiettivo che il governo si è
prefissato nella cornice
comunitaria"9.
Il 15 Giugno 2012 il Ministro dell'Integrazione e della Cooperazione
Internazionale Andrea
Riccardi ha inviato ai prefetti della Repubblica Italiana ed altre autorità
locali la missiva n. 3014
con la quale comunicava ai destinatari i contenuti della Strategia e
l'articolazione della stessa,
ovvero la predisposizione di tavoli tematici nazionali con competenze nei
diversi settori
d'intervento e la costituzione di tavoli regionali/locali a livello locale.
Questi ultimi, si sottolinea
nella comunicazione del Ministro, si caratterizzano per "la partecipazione di
rappresentanti delle
Amministrazioni periferiche statali, delle regioni, delle province e dei comuni,
nonché il
coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile impegnate
nella tutela delle
comunità RSC e di rappresentanti delle medesime comunità. I tavoli regionali
avranno il
compito di sensibilizzare e monitorare l'attuazione della strategia a livello
locale e costituiranno
il luogo di elaborazione dei Piani locali che verranno prioritariamente
sperimentati nelle regioni
in passato ricomprese nella gestione emergenziale (Lazio, Campania, Lombardia,
Piemonte e
Veneto)"10.
A tutt'oggi rimane uno stridente contrasto tra gli scopi enunciati dalla
Strategia e le azioni
intraprese dalle autorità a livello locale e che coinvolgono RSC nelle città di
Roma e Milano.
Nella città di Roma non risulta al momento l'elaborazione di alcuna Strategia
locale per RSC e
l'unico piano che va avanti è il cosiddetto "Piano Nomadi" adottato dall'allora
Commissario
Straordinario per l'Emergenza Nomadi11 della regione Lazio il 31 Luglio 2009.
Emergenza che è
poi stata dichiarata illegittima dalla sentenza n. 6050 del Consiglio di
Stato12. Come
conseguenza del Piano Nomadi il 18 Giugno 2012 è stato ufficialmente aperto il
campo formale
segregante de La Barbuta. Tra il 5 e il 13 Luglio 2012 il campo tollerato di via
del Baiardo è
stato invece chiuso e i suoi abitanti censiti. In questo campo rom di origine
serba e macedone
hanno vissuto per circa 20 anni. Da diversi anni il comune di Roma non ha più
eseguito lavori di
ristrutturazione e mantenimento nel campo, il quale versava in effettive
condizioni di degrado.
Operatori dell'ERRC e dell'Associazione 21 luglio erano presenti al campo
durante i giorni dello
sgombero. E' significativo notare che solo alcune decine dei rom di via de Baiardo (circa 30
persone in tutto) hanno accettato di andare nel nuovo campo de La Barbuta in
quanto non
ritenuto un luogo adeguato. Soltanto le famiglie con bambini hanno ricevuto
l'offerta del centro
di accoglienza per un massimo di 90 giorni dopo di che secondo il sindaco Gianni
Alemanno "dovranno tornare nel loro Paese"13.
Il 6 Luglio 2012 la città di Milano ha presentato "Il Progetto Rom, Sinti e
Caminanti 2012 - 2015.
Proposta del Comune di Milano". Gli assessori Marco Granelli e Pierfrancesco Majorino hanno
illustrato "le linee guida dell'intervento dell'Amministrazione comunale sul
tema delle
popolazioni RSC presenti a Milano e la base per l'elaborazione del Progetto
definitivo che
necessita di una fase di confronto con le diverse istituzioni interessate e con
le diverse forme di
rappresentanza associative e delle popolazioni RSC attualmente presenti e
organizzate […]. Il
Progetto RSC di Milano - continua il documento - intende inserirsi nel quadro
tracciato a livello
nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il documento Strategia
Nazionale
d'Inclusione dei RSC"14. Gli assessori hanno affermato che gli sgomberi dei
campi informali
andranno avanti e di non voler sospendere quelli già programmati. D'altronde il
giorno prima
della presentazione della bozza di piano, ovvero il 5 Luglio, il comune di
Milano ha sgomberato
due insediamenti abusivi per un totale di circa 300 rom rumeni nonostante ci
fossero soltanto 85
posti disponibili nei centri di accoglienza comunale. Il Piano inoltre contiene
delle misure,
sgomberi forzati e, se disponibili, centri di accoglienza soltanto per brevi
periodi, volte ai rom dei
campi informali la cui applicazione finora praticata non ha portato a reali
percorsi di inclusione.
Per quanto riguarda invece i campi formali vi sono alcuni elementi di continuità
con l'Emergenza
Nomadi dichiarata illegale dal Consiglio di Stato nel Novembre 2011. I
rappresentanti delle
popolazioni RSC e le associazioni non sono stati coinvolti nell'elaborazione
delle linee guida ed
è stato soltanto chiesto loro di esprimersi su di esse.
Infine le organizzazioni scriventi sono preoccupate per la notizia del notevole
ridimensionamento del personale dell'UNAR, il quale oltre a svolgere
l'importante funzione di
garante della parità di trattamento in Italia è anche Punto di Contatto
Nazionale della Strategia
di Inclusione di RSC. La riduzione del suo staff pregiudicherebbe la già debole
applicazione
della Strategia.
Le organizzazioni scriventi chiedono che il governo italiano verifichi e
promuova azioni
adeguate affinché la Strategia nazionale venga rispettata e applicata in tutto
il territorio italiano.
Vi ringraziamo per l'attenzione alla presente lettera e ci rendiamo disponibili
per eventuali
incontri volti a discutere l'effettiva implementazione della Strategia a tutti i
livelli.
Distinti saluti
Dezideriu Gergely, Direttore Esecutivo ERRC
Carlo Stasolla, Presidente Associazione 21 luglio
Pietro Massarotto, Presidente Associazione Naga
Stefano Nutini,
Gruppo di Sostegno Forlanini
Djiana Pavlovic, Consulta Rom e Sinti di Milano
Paolo Cagna Ninchi, UPRE ROMA
Note:
Dott. Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri
Dott.ssa Annamaria Cancellieri, Ministro dell'Interno
Dott.ssa Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dott. Andrea Riccardi, Ministro dell'Integrazione e della Cooperazione
Internazionale
Ufficio di Presidenza dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
Dott. Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano
Dott. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma
L'ERRC è un'organizzazione legale internazionale di pubblico interesse che
combatte il razzismo contro i Rom e
l'abuso dei diritti umani. Le attività dell'ERRC includono contenziosi
strategici nell'ambito del diritto, assistenza legale
internazionale, sviluppo delle ricerche e delle politiche relative, nonché la
formazione di attivisti Rom. Maggiori
informazioni sono disponibili al sito
www.errc.org
L'Associazione 21 luglio è un'organizzazione che promuove e difende i diritti
dell'infanzia e rivolge una particolare
attenzione ai bambini rom che vivono in Italia. La mission dell'organizzazione è
salvaguardare i bambini rom,
combattere ogni forma di discriminazione, promuovere campagne e appelli al fine
di porre fine alla violazione dei diritti
dei bambini rom. Maggiori informazioni sono disponibili al sito
http://www.21luglio.com
La Consulta Rom e Sinti di Milano è stata costituita con atto presentato al
sindaco di Milano, Giuliano Pisapia il 17
giugno 2011 in rappresentanza delle comunità rom e sinte regolari e irregolari
presenti sul territorio comunale
Il Gruppo Sostegno Forlanini è formato da volontari, da quattro anni opera
nell'aiuto materiale, nell'accompagnamento
sociale e nella mobilitazione per e con gli abitanti di alcuni campi informali
della zona est di Milano
Il Naga è un'associazione di volontariato laica e apartitica che si è
costituita a Milano nel 1987 allo scopo di
promuovere e di tutelare i diritti di tutti i cittadini stranieri, rom e sinti
senza discriminazione alcuna. Gli oltre 300
volontari del Naga garantiscono assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita
a cittadini stranieri irregolari e non, a rom,
sinti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura oltre a portare
avanti attività di formazione, documentazione
e lobbying sulle Istituzioni. Maggiori informazioni al sito
www.naga.it
L'associazione UPRE ROMA è una delle 16 associazioni a prevalente composizione
rom, sinta e caminanti che ha
formalmente aderito alla procedura di evidenza pubblica definita dal PCN per la
partecipazione alle diverse fasi attuative
della Strategia
La Strategia di Inclusione di RSC è disponibile sul sito
http://www.unar.it/
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al
Comitato economico e sociale europeo e
al Comitato delle regioni del 5 aprile 2011 «Quadro dell'UE per le strategie
nazionali di integrazione dei Rom fino al
2020», disponibile al sito
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52011DC0173:IT:NOT
UNAR, Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom dei Sinti dei Caminanti, Roma,
Febbraio 2012, 5
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro per la Cooperazione
Internazionale e l'Integrazione, Strategia nazionale
di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti - Iniziative, 15 Giugno 2012
Nuove Tribù Zulu & Gypsies from Rajasthan [NOW] in "Damu Damu Dindindara"
"Banjara!"il nuovo cd delle NTZ con i nomadi del Rajasthan!
"Questo è il primo vero incontro artistico tra rock italiano e folk
rajasthani: un messaggio di pace e unione oltre le diversità. L’obiettivo di NOW
è promuovere i diritti civili delle comunità nomadi e valorizzarne il patrimonio
musicale integrandolo con il linguaggio moderno del rock. Il ponte fra oriente e
occidente..." continua su
Nuove
Tribu Zulu
Di Fabrizio (del 05/08/2012 @ 09:17:03, in Italia, visitato 1291 volte)
Torino, 31 lug. (Repubblica
- Adnkronos) - Costituire un 'Tavolo di lavoro' per individuare linee
strategiche condivise da istituzioni pubbliche, enti e organizzazioni del Terzo
settore, allo scopo, seppure in un quadro di risorse finanziarie insufficienti,
di favorire la conoscenza e la convivenza con le comunita' Rom, Sinti e
Camminanti. Una proposta avanzata dall'assessore alle Politiche sociali, Elide
Tisi, e che oggi ha ottenuto il si' della Giunta comunale con l'approvazione
della relativa delibera. ''Il tavolo - spiega l'assessore Tisi - si propone come
luogo per elaborare gli interventi di sensibilizzazione sul territorio e per
accrescere la conoscenza del fenomeno delle comunita' Rom, Sinti e Camminanti,
creando momenti pubblici per aumentare il coinvolgimento dei beneficiari, della
rete di volontariato e dei diversi comparti della pubblica amministrazione,
fornendo possibilita' di incontro e verifica di buone prassi. L'iniziativa -
conclude - punta inoltre ad accrescere il livello di collaborazione tra i vari
enti, rendendo ognuno protagonista di un progetto piu' ampio e condiviso, che
sviluppi sinergie tra i soggetti coinvolti e i cittadini''. Faranno parte del
tavolo, insieme ai diversi settori Comune di Torino che si occupano dei nomadi,
la cooperativa Valdocco, le associazioni Zingari Oggi e Idea Rom, la Croce Rossa
Italiana, l'associazione Terra del Fuoco, le cooperative Stranidea e Liberitutti,
l'Opera Nomadi, l'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino,
l'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, la Comunita' Sant'Egidio, il Gruppo
Abele, le associazioni Animazione Interculturale, Il Nostro Pianeta, I Rom per
il futuro, Archimente, Romano' Ilo e l'Associazione Studi Giuridici
sull'Immigrazione.
MEDIAROMALa difficile vita dei portatori a Gazibey
Quasi 400 famiglie rom vivono nel quartiere di Gazibey a Tekirdağ (Tracia, Turchia).
La maggior parte di loro si è insediata lì da migrazioni dall'Albania, Grecia,
Bulgaria e Romania, ed in difficili circostanze lavora come facchini.
Tra queste 400 famiglie rom, circa 150-200 vivono di facchinaggio. Ci sono
anche famiglie che sopravvivono col commercio ambulante (50-60), guidando carri
a cavallo (20-25), con attività di quartiere (drogherie, barbieri ecc. 10-15),
con la vendita del pesce (5), lustrascarpe (8). Oltre 20 donne sono impiegate
nelle pulizie domestiche.
Il problema più grave tra i facchini rom che vivono a Gazibey è l'incapacità
di trovare laqvoro regolarmente. I portatori rom che di solito lavorano
intensamente tra giugno e agosto, trasportano riso a settembre ed ottobre. I
trasportatori di riso che lavorano nella città di Karpuzlu (İpsala distretto di Edirne),
imbustano e portano il riso grezzo uscito dalle mietitrebbie. Quando termina il
periodo del riso, inizia quello della disoccupazione.
Ci sono 25 famiglie che per guadagnare qualcosa, preparano caldaie nei loro
appartamenti di Malkara. Il resto in inverno non ha praticamente altre fonti di
reddito. Cercano di sopravvivere con i guadagni dell'estate. Ma la maggior parte
di loro non ha abbastanza soldi per sopravvivere d'inverno, e sono costretti ad
indebitarsi. In molte famiglie di portatori, le generazioni lavorano assieme.
Tra loro ci sono anche giovani diplomati alle superiori. Quelli senza
assicurazione sociale si trovano in difficoltà in caso di incidenti sul lavoro.
Le famiglie rom di Gazibey si guadagnano duramente da vivere. Sognano una
vita migliore per i loro figli. sperano che i loro figli possano essere istruiti
e che abbiano la possibilità di un lavoro regolare.
Direttore di tabloid ceco all'attacco!Un'intervista prova
il ruolo del più venduto giornale del paese nell'istigare il sentimento
anti-rom. Da
Romea.cz - 27 luglio 2012
Translated by Gwendolyn Albert
Pavel Safr
Pavel Safr, caporedattore del tabloid Blesk, respinge la critica che
il suo giornale, che vanta la più ampia circolazione nella Repubblica Ceca,
abbia pubblicato intenzionalmente storie anti-rom, incoraggiando così la
crescita del razzismo nella società. Safr ritiene che i Rom siano stati
trapiantati in Repubblica Ceca e che il loro stile di vita metta in pericolo
sotto molti aspetti la popolazione maggioritaria. Di seguito le sue
dichiarazioni in un'intervista per il newserver
Mediar.cz (link in lingua ceca).
Un pezzo particolarmente tempestoso dell'intervista è stato provocato da una
domanda su Twitter inoltrata a Safr dall'intervistatore Petr Koci. Un lettore
dal nome di @sampon ha chiesto al caporedattore se fosse consapevole della sua
influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società. "In nessuna
circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il
razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro
il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo," ha risposto Safr.
Questo è un estratto da quell'intervista, in cui si discute il rapporto di
Blesk con i Rom.
Da @sampon: vorrei sapere se lei è consapevole della sua influenza
diretta sulla crescita del razzismo nella società.
In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente
contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che
siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo.
Il titolo d'apertura di Blesk
di sabato 28 aprile violava questa regola? "Bambini romanì all'assalto!" non è
esattamente un titolo che irradia tolleranza. [Il titolo si
riferiva al caso di Petr Zhyvachivsky, quindicenne nella città meridionale di Breclav,
che sosteneva di essere stato picchiato da tre Rom dopo che gli aveva rifiutato
una sigaretta. Il caso aveva generato enorme interesse ed esacerbato le tensioni
razziali a Breclav ed altrove. In seguito la polizia aveva scoperto che Zhyvachivsky
si era inventato la storia, confessando infine che si era ferito in una caduta -
TOL (vedi anche
Mahalla, ndr.)]
In una certa parte dell'elite della società, esiste un'idea completamente
confusa su come affrontare i complicati problemi riguardo all'odio razziale. Lì
vediamo la tristissima influenza dell'ideologia del multiculturalismo. Di per
sé, è una grande idea, ma nella forma estrema della correttezza politica ci
impedisce di scrivere le cose come sono. La società lo sente.
Naturalmente, nel caso in questione, si è scoperto che i fatti non
erano come li avevate descritti, correttezza politica a parte.
Sì, ed anche quello è stato assolutamente corretto e sottolineato su
Blesk. Abbiamo messo tutta l'enfasi su ciò. Ne sono sicuro. Bisogna
scrivere le cose come sono. In entrambe i casi, non importa da che parte. L'idea
che potremo ottenere un'atmosfera di tolleranza per le nazionalità falsificando
la realtà, è totalmente falsa. Al contrario, porta al fatto che la gente comune
ha la tendenza a focalizzarsi su questi problemi, per vederli ancora più
crudamente e soccombere all'odio razziale.
Tuttavia, i media tutti, e non solo Blesk,
hanno esagerato e falsificato la realtà in maniera tale da fomentare
l'intolleranza sotto ogni aspetto. La gente ha marciato attraverso Breclav
cantando "Fermiamo il terrore zingaro!"
Assolutamente gratuito. Se salta fuori la notizia e viene ripresa da tutti i
media che un quindicenne è caduto vittima di un gruppo di persone, e che queste
persone erano romanì, allora questo è ciò che verrà scritto. Se durante le
susseguenti indagini si scopre che non è stato così, che c'è stata una frode,
allora si scriverà anche questo. Si scriverà che c'è stata una frode.
Una cosa è prendere un rapporto di polizia e citarlo con distacco,
un'altra è trasformarlo in una minaccia a-tutta-la-società e scrivere "Bambini
romanì all'assalto! riempiendo tutta la prima pagina.
In quel momento, quella era la vera notizia. Il problema non è se Blesk
ha scritto che i bambini romanì stessero o non stessero attaccando in un periodo
particolare. Il problema è che i Tedeschi dei Sudeti furono cacciati da questo
paese in un'operazione nauseante diretta dal presidente Benes, ammirato come
genio dal nostro attuale presidente. Ricade nei metodi di Stalin nell'affrontare
le questioni delle nazionalità: l'unica cosa che importava era se avessimo
abbastanza vagoni ferroviari. Abbiamo mandato via da questo paese una minoranza
di tre milioni e mezzo di persone, che erano qui da sette o otto secoli. Erano
una comunità civilizzata e laboriosa.
Stavamo parlando di qualcos'altro - di come
Blesk ha riportato il caso di Breclav.
Gesù Cristo! Quando si prende questa gente sfortunata, meno civilizzata, da
qualche parte in Romania o ancora più ad oriente e la si trasporta in un posto
che è stato vandalizzato durante la cacciata dei Tedeschi... Qui non parliamo di
questo! Quando si importano qui quegli sfortunati Rom, come possono vivere
assieme alla popolazione maggioritaria? Naturalmente, vivono in un modo che
mette a repentaglio sotto molti aspetti la maggioranza della popolazione.
Bene, ma qui stiamo parlando di come Blesk
fa i suoi articoli e su cosa scrive, non di quanto è accaduto nei Sudeti.
Blesk ha avuto un articolo d'apertura su questo e 50 stupidi
sciocchi di Praga per questo ne fanno una conferenza intellettuale.
Non è soltanto la prima pagina, Blesk ha scritto sullo
scandalo di Breclav in altre pagie: "Paura in Cechia! Ragazzi romanì attaccano
coetanei!" (anche il 28 aprile, a pagina 2 e 3), "Marcia a Breclav per Petr
ferito" (23 aprile, pagina 5), "Orde di zingari ci terrorizzano!" (18 aprile,
pagina 8)...
Va al diavolo! Queste cose non mi interessano. Sono interessato ai profondi
problemi sociali. Sono interessato in ciò che davvero è profondo, è serio.
Quando ci si rende conto di tutte le cause e dei collegamenti attorno a questo
pasticcio, allora si comprende perché la popolazione maggioritaria stia
soffrendo la presenza di quella gente sfortunata che è stata introdotta qui.
Anche loro, chi è stato portato qui da un regime comunista innaturale, stanno
soffrendo. La sofferenza sta dando i suoi frutti. Significa che dobbiamo
comprendere che queste entità sono ad un livello di civilizzazione differente e
chiederci se siamo in grado di vivere assieme. Non si può! Ne viene fuori un
caos assoluto, ed è soltanto per l'ideologia della correttezza politica che in
questo momento mi state molestando...
Io non molesto nessuno. Sono un giornalista, questa è un'intervista e
per questo le sto facendo delle domande.
Non si può continuare a causa di quell'ideologia. A causa della tua imbecille
ideologia di rendere tabù i problemi seri, un enorme problema sociale non può
essere visto nella sua nudità integrale. E' un enorme dramma sociale. A causa
dell'ideologia della correttezza politica e del 100% di ipocrisia, che è
totalmente inappropriata, il problema è irrisolvibile. I tabù portano a grandi
tragedie. Quando una notizia viene lanciata, e viene ritenuta attendibile da
tutte le fonti disponibili, cioè sembra che un gruppo di ragazzi romanì abbia
attaccato qualcuno, non vedo la ragione di tenerla segreta. Quando poi viene
provato che si è trattato di una bugia, dev'essere riportato, con la massima
apertura, che era una bugia.
Nessuno dice di tenerla segreta. La questione è su come vada
pubblicizzata e che tipo di attenzione dedicargli.
Riguardo a questo articolo - anche se non ero presente, ma ero a Londra e fui
semplicemente informato che sarebbe uscito - stavo controllando una sola cosa:
se nell'articolo fossero stati ricordati i recenti attacchi commessi dai
razzisti cechi contro i Rom. Mi riferisco al caso scioccante di Vitkov, che noi
di Blesk abbiamo seguito a fondo (anche Mahalla, ndr.) [Nota di redazione: il verdetto contro
gli incendiari di Vitkov risale all'ottobre 2010, sei mesi prima che Pavel Safr
diventasse redattore capo di Blesk. Ad aprile 2009, quattro cechi
gettarono una molotov in una casa nella città orientale di Vitkov abitata da una
famiglia romanì. Tra i feriti una bambina di tre anni, che ebbe gravi ustioni su
quasi tutto il corpo. - TOL]
Altro esempio, che persone del calibro di Jindrich Sidlo, Petr
Fischer, Daniel Kaiser, o Filip Rozanek [rispettati
giornalisti e scrittori cechi - TOL] hanno criticato...
Tutta quella banda è coinvolta in questa correttezza politica e non
comprendono questo problema assolutamente cruciale. Dietro ciò c'è il totale
fallimento dell'elite ceca, ed inizia col bestiale concetto di Benes che una
rivoluzione nazionalista dovrebbe evolvere in una sociale. Benes stava
preparando la strada ad un regime totalitario. L'espulsione dei Tedeschi dai
Sudeti fu una componente integrale di quel percorso catastrofico. Sino ad oggi
l'elite societaria e politica ha adottato acriticamente quell'ideologia. Per
questo è impossibile dire ad alta voce come stanno realmente le cose qui, chi è
il responsabile e di chi è la colpa.
D'accordo, ma volevo finire la domanda. Quelle persone criticavano un
commento scritto da Oldrich Tichy, intitolato "Welfare per imbroglioni" (Davky
pro sejdire). Cosa pensa di quell'editoriale? Lo trova problematico?
Cosa intende esattamente?
Oldrich Tichy ha scritto che il miglior welfare per i socialmente
deprivati sarebbe una sventagliata di mitragliatrice.
Da quanto ricordo, il contesto era diverso. Devi manipolarlo per criticarlo.
Prima di giudicarlo bisogna leggere l'articolo. Il contesto è differente da
quanto dici. La parte della mitragliatrice è uno scherzo inaccettabile che ora
sta circolando. Il problema di quel testo è che può essere letto in differenti
maniere. Devo dire, non è una frase fortunata.
Quindi tutti questi critici e, per esempio, la commissione etica del
Sindacato della stampa (Syndikat novinaru) non ha compreso il testo? Il
Sindacato della stampa dice che Blesk "ha passato il confine dei
principi etici a cui i media devono attenersi."
Che importanza ha il Sindacato della stampa (Syndikat novinaru)?
Qui non c'è nessun'altra organizzazione che si occupi del livello dei
media di stampa nel loro complesso.
Nuovamente, ripeto: ipocrisia assolutamente falsa, di gente che in realtà non
affronta niente di quanto è essenziale in questo paese dal punto di vista
dell'etica e della moralità.
Qual è il coraggio di Blesk nell'affrontare "argomenti tabù"
come "Bambini romanì all'assalto!" in prima pagina per far salire le vendite?
Sai quali sono gli argomenti tabù che copriamo più di tutti? Quali sono stati
gli argomenti che quest'anno sono andati alla maggiore su Blesk?
Mi manca un'analisi precisa, ma come lettore occasione del vostro
giornale, direi: celebrità, sicurezza, salute e, durante il caso di Breclav,
coesistenza con i Rom. E' per questo che glielo sto chiedendo.
Sai una cosa? Torna quando avrai iniziato a leggerci.
Come ho detto, a volte leggo Blesk.
Non è così. Non ti sei accorto che durante il passato semestre, l'argomento
più trattato da Blesk è stata la corruzione politica. Se qui ho fatto
qualcosa, è stato trasformare un giornale che si occupava solo delle vite delle
star in TV, in un giornale che tratta di corruzione politica e di abuso di
potere. Questo è quanto faccio e quelli sono gli argomenti più importanti in
questa società. Se per uno o due giorni salta fuori qualcosa sui Rom di qui, che
non piace alla commissione etica del Sindacato della stampa, è assolutamente
irrilevante rispetto a quanto trattiamo, e tu hai il coraggio di chiedermi se
gli argomenti che trattano di Rom influenzano le nostre vendite? Non è ciò che
facciamo! Si è trattato di un singolo caso. Queste domande mi fanno arrabbiare.
Di Sucar Drom (del 08/08/2012 @ 09:11:23, in blog, visitato 1332 volte)
Milano, piano rom della Giunta Piasapia? Si! No! Forse...
Agenzie stampa e quotidiani si sono lanciati sulla notizia che arriva da Milano,
dove la Giunta comunale dovrebbe presentare, entro la fine del mese, un "piano
rom". Il titolo che più potrete leggere è: "ottomila euro ai rom per la casa".
Il Comune di Milan...
Milano, hai mai provato in via Idro?
Salve a tutti, signore, signori ed infanti. Volevamo dirvi che anche quest'anno
non andremo in ferie, perché alle Maldive è tutto esaurito, e dopo il freddo
patito quest'inverno la montagna non ci ispira. Siamo ancora qua, aspettando che
il comune mantenga le promesse, per non annoiarvi elenchiamo solo quelle
dell'anno scorso:...
L'Italia razzista è contrastata dall'UNAR
Nei primi sei mesi del 2012 il Contact Center antidiscriminazioni dell'UNAR,
guidato dal dott. Massimiliano Monnanni (in foto), ha gestito complessivamente
14.179 contatti (rispetto agli 8.952 del primo semestre 2011) e trattato 876
istruttorie, quasi il...
Appello a Governo e Partiti: Non cancellate UNAR
Numerose sigle dell'associazionismo italiano, tutte impegnate nell'affermazione
dei diritti e della dignità delle persone e contro ogni violenza e
discriminazione, hanno condiviso un percorso di crescita, conoscenza reciproca,
condivisione di obiettivi che ha visto nell'attività svolta da UNAR, negli
ultimi tre anni, un motore importante e un punto di riferimento...
Le Reti territoriali antidiscriminazioni al Governo: non smantellate l'UNAR
I partecipanti all'incontro nazionale delle Reti territoriali
antidiscriminazioni, organizzato dall'UNAR a Roma - 10 e 11 luglio 2012.
Premesso che: La nascita delle Reti territoriali contro le discriminazioni -
composte da Regioni, Province, Comuni e organizzazioni del terzo settore - ha
segnato un passo concreto nella difesa dei diritti fondamenta...
Torino, pestaggi omofobici ma tra i rom c'è chi reagisce
"Entrano nella mia roulotte, se lo tirano fuori e mi dicono di succhiarli se non
voglio le botte". La prima volta che ha sentito questa storia, Valter Halilovic,
mediatore culturale e animatore della comunità rom di Torino, quasi non ci
voleva credere. Ma, nel corso delle ultime settimane, le testimoni...
Memors: la persecuzione dei sinti e dei rom durante il fascismo
Nella notte tra il due e il tre agosto del 1944 si consumò l'ultima liquidazione
del “Familienzigeunerlager" o più semplicemente "Zigeunerlager" di
Auschwitz-Birkenau. Oggi, dopo settantotto anni, ricordia...
Premessa: scrive
il Giorno, riprendendo una velina del Comune di Milano che l'altroieri, "E' stato smantellato dalla Polizia locale di Milano
un insediamento abusivo di rom all'interno del campo autorizzato in via Idro..."
ma, l'insediamento non si trovava all'interno del campo, ma a 100 m. di
distanza. Lo stesso insediamento era già stato svuotato proprio un mese fa, e
già due giorni dopo si era riformato, anzi era raddoppiato. In compenso, il capo
dei vigili ne ha approfittato per fare una visita anche nel "campo autorizzato".
Così si è recata nella piazzola dove sinora si era mangiato, nel corso delle
iniziative di
HAI MAI PROVATO IN VIA IDRO?(immagino che non si sia bevuta neanche un caffè), dicendo che era
illegale svolgere attività simili senza permesso del comune. Ha detto che si
sarebbe dovuto chiedere questo permesso all'assessore Pierfrancesco Majorino (assessore.majorino@comune.milano.it)
ed al suo collaboratore Cosimo Palazzo (cosimo.palazzo@comune.milano.it).
Ha aggiunto che una risposta sarebbe arrivata ieri mattina stessa
e che lei comunque sarebbe tornata giovedì sera al campo assieme alla
Guardia di Finanza.
Martedì notte ho inviato una mail e mercoledì mattina una signora del campo
era in Largo Treves a compilare i documenti del caso. La risposta arriva, alle
17.30 di ieri: "si esprime parere favorevole alle seguenti condizioni:
siano rispettate le normative vigenti relative ai campi e
in generale siano rispettate le norme per le iniziative svolte in luogo pubblico.
La presente nota è indirizzata anche alla Polizia Locale per conoscenza e per
quanto di competenza."
La cuoca a questo punto è dell'idea di farlo lo stesso, io sono con
lei, ma gli altri (soprattutto gli uomini, va detto) hanno paura di qualche "tiro mancino". Ne discutiamo sino alle
19.30, la maggioranza decide di NO.
Ovviamente dispiace moltissimo, più a me che a voi, però a botta calda
preferisco limitarmi a questo noioso elenco di cosa è successo a poco meno di
due giorni dell'iniziativa. Ci sarà tempo per risposte più ragionate, a mente
fredda.
Mi limito a ricordare che resta valido
quanto scritto un mese fa, nel comunicato che annunciava la serie di iniziative
proposte alla città:
Siamo ancora qua, aspettando che il comune mantenga le promesse, per non
annoiarvi elenchiamo solo quelle dell'anno scorso
ripristino di un servizio elettrico a norma;
incontro con la cooperativa LACI BUTI sulle opportunità
lavorative;
incontro con i singoli nuclei famigliari per definire la
situazione alloggiativa.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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