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Di Fabrizio (del 31/05/2012 @ 09:47:50, in Europa, visitato 1983 volte)

Da Czech_Roma, a proposito dei fatti di fine aprile

The Prague Post: AFP Photo. I residenti di Břeclav hanno manifestato il 22 aprile per protestare contro una presunta violenza su un quindicenne da parte di tre Rom. Ora la polizia dice che il ragazzo si è inventato la storia

Secondo la polizia, il quindicenne che diceva di essere stato brutalmente malmenato dai Rom a Břeclav, Sud Moravia, ad aprile, in realtà si era procurato da solo le ferite, dopo essere caduto da una ringhiera. Il ragazzo era caduto mostrando esercizi ginnici ad i suoi amici, all'ottavo piano di una casa, secondo quanto riportato dalla Czech News Agency (ČTK). In seguito aveva inventato una storia, per paura della reazione della madre. L'incidente aveva suscitato a Břeclav sentimenti anti-rom, e l'Associazione Nazionale dei Rom ha detto che sarebbe ora di prendere in considerazione le vie legali del caso.


Da Roma_Francais

Radio PRAHA - scarica l'mp3

Il ragazzo di 15 anni, che lo scorso aprile aveva sostenuto di essere stato aggredito da tre persone di origine rom. ha ammesso alla polizia di aver mentito e di essersi ferito da solo. La sua testimonianza iniziale aveva scatenato reazioni significative a Břeclav, piccola città della Moravia del Sud con 25.000 abitanti. Per manifestare il loro sostegno alla famiglia e alla vittima, amputata di un rene, ma anche per rivendicare maggior sicurezza, 2.000 abitanti del comune avevano manifestato nel centro di Břeclav contro la comunità rom.

Photo: CTK

Un mese più tardi, la verità è tutt'altra, come ha confermato mercoledì la polizia dopo aver sottoposto il ragazzo alla macchina della verità. All'origine, secondo la versione fornita alla madre e agli inquirenti, aveva detto di essere stato assalito da tre Rom, per non avere le sigarette che gli avevano chiesto. Il responsabile delle indagini, Luděk Blahák, ci da la reale versione dei fatti:

    "Il ragazzo stava esibendosi davanti a dei coetanei, tra cui due ragazze. Si trovava all'ottavo piano di un edificio. E' salito sulla ringhiera, si è sospeso per eseguire un'acrobazia, e poi è caduto. Si è ferito urtando la ringhiera situata ad un piano inferiore. Alla scena assistevano tre testimoni, della stessa età della vittima. La verità è che il ragazzo ha avuto paura di raccontare a sua madre quel che era successo, temendo la sua reazione."

La sua iniziale testimonianza aveva sollevato un'ondata di emozione e solidarietà, assieme però all'odio contro la comunità rom di Břeclav, stimata in circa 500 abitanti. Soprattutto, sulla base di questa sola falsa testimonianza, 2.000 persone avevano aderito, una domenica a fine aprile, ad un appello del Partito dei Lavoratori della Giustizia Sociale, di estrema destra, per manifestare la loro collera in centro città. Si erano uditi tra la folla slogan come "Il sindaco dorme mentre gli zingari uccidono" o "Stop al terrore zigano" (cf. http://www.radio.cz/fr/rubrique/faits/incident-de-breclav-2000-habitants-de-la-ville-suivent-les-extremistes-et-manifestent-contre-les-roms). Il sindaco di Břeclav, Oldřich Ryšavý, tenta di spiegare come può essere accaduto:

Oldřich Ryšavý e la madfre del ragazzo, photo: CTK

    "A Břeclav la situazione è delicata. Ci sono tensioni sociali, evidentemente. Siamo tra le regioni ceche più povere, al confine con la Slovacchia e l'Austria. Siamo ad un incrocio, il primo punto d'arrivo per la gente proveniente dalla Slovacchia e dai Balcani. Non posso negare che esista una piccola criminalità e che il sentimento d'incertezza esistenziale tra gli abitanti della regione sia relativamente forte."

In seguito, diverse voci si sono levate per criticare il comune, accusato di aver autorizzato la manifestazione. Ma Oldřich Ryšavý se la prende con i media per come hanno trattato la vicenda, e secondo lui si tratta di disinformazione, o meglio di "mala informazione".

    "Siamo stati messi davanti al fatto compiuto: l'evento si sarebbe tenuto lo stesso. Anche se l'avevamo vietata, il Partito dei Lavoratori sarebbe arrivato lo stesso. La nostra reazione dunque è stata di adottare tutte le misure di sicurezza possibili per evitare incidenti. La polizia ha fatto ogni sforzo possibile perché non succedesse nie3nte a prescindere dal colore della pelle. Mercoledì scorso ho discusso con i capi della comunità rom di Břeclav ed ho domandato loro di mantenere il sangue freddo. Hanno promesso di farlo. Noi facciamo tutto il possibile perché Břeclav sia una città calma e sicura."

Se comunque Břeclav non si è trasformata in una città assolutamente calma e tranquilla, la tensione che regnava ad aprile sembra essersi un po' placata. E l'ammissione fatta mercoledì dal ragazzo di aver mentito potrebbe portare alcuni degli abitanti a riflettere a fondo sulla loro partecipazione alla manifestazione anti-rom. Questa almeno la speranza del sindaco:

    "Di sicuro è come una catarsi. Alcuni probabilmente avranno un grosso mal di testa. Ma ciò che è auspicabile, è che la famiglia reagisca e si rivolga alla popolazione. E' quel che ho detto alla madre quando l'ho incontrata. La decisione dipende solo da lei, ma penso che così potrà rimettersi dallo shock morale che sta vivendo ed aiuterebbe anche la popolazione di Břeclav."

La madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav, photo: CTK

Giovedì scorso la madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav. Ha affermato di non capire perché suo figlio non le abbia detto la verità, precisando che se l'avesse educato con rigore, non avrebbe avuto comportamenti simili. Con una lettera di scuse, ha anche reso i 4.000 euro versateli dal cantautore Michal David per la rieducazione del figlio. Erano stati raccolti in un concerto di beneficenza a suo favore, organizzato a Břeclav sabato sera.

Dal canto suo, la polizia ha chiuso il caso: non c'è stata alcuna aggressione. Tuttavia, contro il ragazzo può essere intentata un'azione legale per falsa testimonianza, e lo stesso vale per i testimoni dell'incidente che sono rimasti muti. L'Associazione dei Rom della repubblica Ceca ha accettato le scuse dalla madre del ragazzo. Lamenta però la sottovalutazione dell'odio razziale.


Leggere anche: Commento di Pavel Pospěch: I Rom "sull'attacco a Brno"

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Di Fabrizio (del 31/05/2012 @ 09:38:07, in blog, visitato 1823 volte)

SEGNALI DI FUMO il magazine sui diritti umani Amnesty al campo Rom di via Idro, 3° edizione della festa "Via Padova è meglio di Milano": un'esperienza di contatto Stefania Andreoni (Gruppo 108 Vimercate – Amnesty International)

il campo rom in via idro a Milano

Sabato 19 maggio, armati di petizioni, volantini e... tanta buona voglia, abbiamo allestito un banchetto nel campo rom di via Idro a Milano: un'esperienza nuova, diversa, che ci ha permesso di conoscere da vicino una realtà difficile, ma anche affascinante e piena di vitalità, di una comunità tenuta ai margini della società.

"Non ero mai entrata in un campo Rom...sinceramente..mi è sembrato come entrare nei vicoli di un paesino di montagna di una volta, dove tutti stanno in strada. I bambini si rincorrono, giocano, i cani se ne vanno a spasso, gli adulti si godono la festa e rimbrottano ogni tanto i bimbi più scalmanati..." scrive Monica su facebook per condividere la sua impressione.

E, aggiungo, tanto verde, fiori, galli, polli, galline che razzolano dappertutto e una grande varietà di abitazioni: alcune, poche, in muratura; roulotte con sopra un tetto; capanne di legno, plastica e magari un po' di cemento; le tipiche dimore di chi si sente precario e dispone di ben poca agiatezza economica.

Via Padova è meglio di Milano...vista da via Idro

Nei nostri confronti c'è stata molta cordialità: i bambini incuriositi volevano firmare anche loro le petizioni, "qua tocca abbassare a 8 anni l'età per firmare le petizioni Amnesty" scherza Marco e gli adulti hanno dimostrato interesse e aderito alle nostre petizioni.

Vi alleghiamo alcuni disegni che i bambini hanno fatto, velocissimi, dietro nostro invito.

Non sembrava davvero di essere a Milano. E anche in quel clima di vitalità e allegria, quasi come in un campeggio o in vacanza, non ho potuto fare a meno, vedendo il tutto così da vicino, di pensare alle difficoltà che quelle persone affrontano ogni giorno, anche solo per abitare in un posto ancora molto disastrato.

Un'utile esperienza di contatto, che aiuta a "sentire" la correttezza e l'importanza della denuncia e dell'attività in difesa dei diritti dei Rom, persone che hanno, come tutti, l'aspirazione a vivere dignitosamente.

Conosci meglio la storia del campo di via Idro

Diritti dei Rom

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Di Fabrizio (del 30/05/2012 @ 09:15:50, in blog, visitato 1940 volte)

Mediaroma.blogspot.it

    Grattan Puxon, attivista Rom-Traveller che ha dato un importante contributo nell'organizzare il primo Congresso Mondiale dei Rom a Londra nel 1971, ha mandato una lettera ai Rom in Turchia. Grattan Puxon spiega l'importanza di essere eletto come rappresentante di organizzazioni internazionali come l'Unione Romanì Internazionale (IRU) o l'Organizzazione Mondiale dei Rom (WRO) in elezioni che vedranno una larga partecipazione via Internet. Ecco la lettera di Grattan Puxon:

Cari Fratelli e Sorelle in Turchia,

Mi chiamo Grattan Puxon, sono vecchio ormai, ma in passato sono stato diverse volte a Istanbul, la prima nel 1960, e camminavo lungo il confine tra Turchia e Grecia. Sono stato a Edirne, e nel quartiere rom di Sulukule a Istanbul, quando quell'antica mahala era piena di vita.

Grazie per la vostra gentile ospitalità che allora mi avete mostrato nelle vostre case e vorrei mettervi a conoscenza di alcune idee che stiamo sviluppando a Londra.

Dopo il primo congresso Mondiale Romanì a Londra nel 1971, su invito di Fajk Abdi, il primo Rom eletto nel Parlamento macedone, mi trasferii a Shutka, il comune rom (35.000 abitanti) ai margini di Skopje (Uskub).

Ovviamente fui impressionato dal fatto che la nostra comunità a Shutka potesse eleggere il proprio membro del Parlamento. Ed anche che Shutka eleggesse il proprio consiglio comunale e avesse dal 1948 la propria associazione culturale: Phralipe. Potei portare a Shutka la bandiera romanì blu e verde, con la ruota rossa al centro, adottata dal congresso di Londra.

Fajk mi disse che alcuni della sua famiglia vivevano a Izmir, e che c'erano molti legami familiari tra Macedonia e Turchia, ed anche tra Turchia e Grecia (ho vissuto a Sulon per 14 anni). Siamo tutti una grande famiglia.

Ma, veniamo al punto: se Shutka può eleggere un Rom al Parlamento, possono farlo anche le altre comunità romanì. Ed è stato confermato dall'elezione di Juan de Dios Ramirez a Barcellona, in Spagna, e più recentemente da due Romnià ungheresi al Parlamento Europeo.

Però, nel contempo abbiamo avuto bisogno di tenere elezioni regolari per le nostre istituzioni e le organizzazioni internazionali. Nelle associazioni locali, i componenti possono essere raccolti in un unico posto. Ma per le organizzazioni internazionali, come il Congresso dell'Organizzazione Mondiale dei Rom dello scorso aprile a Belgrado, ovviamente solo a pochi delegati è stato possibile riunirsi e votare gli incarichi, il presidente, il segretario generale, ecc.

Non è una situazione facile. Si può ovviare con i computer e con internet.

Quindi, intendiamo sviluppare un programma in due parti per permettere a più gente possibile di:

  1. votare nelle elezioni locali o in quelle generali, nazionali
  2. votare nelle elezioni per gli incaricati ed i rappresentanti che possano parlare alla UE a Bruxelles, a Strasburgo, e all'ONU a New York.

Per il punto 1. mi aspetto che le vostre associazioni stiano già aiutandovi a registrarvi per votare secondo quanto previsto dalle normative nazionali (compilazione dei moduli appositi).

Per il punto 2. le vostre associazioni devono essere pronte a ad assistervi per votare Rom e Dom come rappresentanti a livello internazionale.

Noi a Londra vogliamo soltanto portarvi a conoscenza di un sistema che può rendere possibile tutto ciò. Non è una soluzione per le molte difficoltà che avete di fronte, ma è un modo di darvi uno "strumento" da utilizzare per affrontare queste difficoltà, riguardo gli alloggi, l'istruzione, l'assistenza e il lavoro.

Tenete poi presente che ci consideriamo una squadra "tecnica". Siamo qui per promuovere e rendere praticabili queste proposte, con qualsiasi organizzazione esistente.

Posso già dirvi che tanto la più antica Unione Romanì Internazionale che la nuova Organizzazione Mondiale dei Rom intendono adottare il voto via internet per i futuri Congressi. (il sistema dovrebbe essere pronto in due anni). Il Forum Europeo dei Rom e dei Traveller sta considerando la proposta.

Crediamo che il sistema possa presto raggiungere 100.000 votanti e tra non molto Un Milione, considerando che i rom sono 15 milioni e oltre.

Un Milione di voti (o più) ci fornirà un autentico "mandato" democratico, che sicuramente ci farà guadagnare rispetto e maggiore influenza. Renderà anche i nostri rappresentanti responsabili verso le comunità di base ed il popolo delle mahala.

Un altro vantaggio è che renderà più facile il manifestarci ed aumenterà la visibilità della nostra identità collettiva. Immaginate che durante Hederlezi tutti si esponga la bandiera romanì, in ogni villaggio e città (se questo fosse opportuno nella Turchia di oggi).

In ogni parte della UE, dovremo essere capaci di organizzare manifestazioni per l'8 aprile, Giornata della Nazione Rom, rivendicando tutti i diritti che a lungo ci sono stati promessi. Attraverso il programma internet potremo appellarci a tutti gli attivisti per agire assieme il medesimo giorno. Su scala più piccola, lo abbiamo fatto ogni anno. Ora questa diventerà una grande, pacifica dimostrazione di 100.000 (ed in seguito di Un Milione).

Fajk Abdi disse quarant'anni fa al Congresso di Londra che si possono fare due cose - pescare e sfamare la gente, o preferibilmente dare loro gli attrezzi per la pesca e che provvedano loro. Spero che considererete queste idee.

Quanti sono interessati possono contattarci a dale.farm@btinternet.com; ci terremo in contatto e resterete informati.

Nel nostro team ci sono Petar Antic, ex ministro del governo serbo; Toma Nikolaev, direttore del giornale DeFacto (e già candidato al Parlamento in Bulgaria); Ladislav Balaz, tra i fondatori dell'Iniziativa Civica Rom in repubblica Ceca; e Nin (Domani), responsabile del nostro sito romanationday.org

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Di Sucar Drom (del 29/05/2012 @ 18:44:47, in Kumpanija, visitato 2631 volte)

L'Associazione Sucar Drom ha creato una unità di crisi per il terremoto nel Mantovano e nel Modenese, stiamo raccogliendo aiuti (piccole roulotte, tende) per contatti 333 2252101 - 333 3715538 - 0376 224551.

Carlo Berini 345 6123932 è presente nelle zone terremotate - Aggiornamenti via Twitter

CHIEDO A TUTTI DI PASSARE PAROLA AI VOSTRI CONOSCENTI, AMICI, PARENTI DI PARENTI E TUTTI QUELLI CHE CONOSCETE, PER AVERE UN AIUTO DA PIU' PERSONE POSSIBILE. GRAZIE A TUTTI VOI: L'associazione Nevo Drom di Bolzano, in contatto diretto con l'associazione Sucar Drom di Mantova, chiede l'aiuto di tutti quelli che possono dare un minimo d'aiuto alle persone che stanno subendo in queste ore la paura, il terrore, la crisi per il terremoto nel MANTOVANO E NEL MODENESE. Stiamo raccogliendo aiuti (piccole roulotte, tende, sacchi pelo) e tutto quello che si ritiene sia d'aiuto a queste persone sloggiate dalla natura dalle loro abitazioni. Dobbiamo cercare in tutti i modi di aiutarli a superare questo brutto momento, certi del vostro buon cuore, Radames Gabrielli

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Di Fabrizio (del 29/05/2012 @ 09:23:01, in Kumpanija, visitato 1915 volte)

Con immenso dolore informiamo che [ieri] a causa di un infarto è morto Umberto Spada, rom di Frosinone, giornalista sportivo, noto attivista dell'associazionismo rom ed uno dei fondatori promotore della Fondazione romanì Italia.

Fondazione romanì Italia
Via Zoe Fontana n. 220
00131 ROMA
Email: info@fondazioneromani.it

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Di Fabrizio (del 29/05/2012 @ 09:07:49, in media, visitato 1628 volte)

Segnalazione di Paolo Terruzzi. Scusate, ma a me quelli di Libero me fanno morì : - D ...

Se passerà il riconoscimento della lingua, i Sinti pronti a invadere i media (immagine tratta da Pitypetefans.forumfree.it, mentre l'articolo originale lo trovate QUI)

Tra i benefici della legge ci sono l'insegnamento della lingua Rom a scuola, i documenti in tribunale tradotti in Romanes, radio e tv

L'insegnamento della lingua Rom a scuola, i documenti in tribunale tradotti in Romanes, una radio e una televisione per l'etnia Sinti. Lo scenario si prospetta sempre più vicino e reale. La Commissione Affari Esteri e comunitari della Camera ha approvato uno specifico emendamento nell'ambito della ratifica della Carta europea della lingue minoritarie. Gli onorevoli Matteo Mecacci (Radicali) e Jean Leonard Touadi (Pd) hanno proposto di inserire le lingue parlate da Rom e Sinti tra quelle riconosciute e tutelate in ambito nazionale. E la norma è passata nonostante il governo, tramite il Ministero dell'Interno, avesse espresso parere contrario. Ma in Commissione tutti hanno votato a favore, tranne la Lega Nord.

Nuova legge? - La discussione passerà ora al voto del Parlamento, dove si profila un fronte comune tra Pd e parte del Pdl. Ci sono, quindi, buone possibilità che la linea pro-Rom diventi legge. Il popolo Sinti avrà tutti i benefici del caso, mentre le minoranze lombarde, venete e piemontesi continuano a non essere minimamente considerate. Il riconoscimento è prima di tutto simbolico ma porterà anche dei benefici giuridici ed amministrativi. Come spiega Dijana Pavlovic, attrice serba di etnia Rom e candidata al Parlamento nel 2008 con Sinistra Arcobaleno, questa decisione «di includere la nostra lingua nell'elenco di minoranze linguistiche tutelate, previsto dalla legge 482, potrebbe aprire la possibilità di insegnare la lingua Romanes nelle scuole con studenti Rom, ma anche la nascita di radio e televisioni per la nostra minoranza. O, più in piccolo, il riconoscimento dei nostri funerali e la traduzione degli atti legali in tribunale».

La presenza in italia - I Rom e Sinti presenti al momento in Italia sarebbero tra i 150 e i 200mila, secondo le stime più attendibili. Sono sparsi in tutto il territorio, al contrario di molte altre minoranze che si concentrano invece in una specifica area geografica. Questo può portare ulteriori difficoltà, perché ogni regolamentazione si dovrà applicare in ambito nazionale e non locale. Ma la Pavlovic promette: «Ci mobiliteremo in Aula per far passare questo riconoscimento».

La reazione leghista - L'approvazione della norma ha già scatenato le prime reazioni politiche. La Lega Nord ha infatti già annunciato battaglia e l'onorevole Matteo Salvini, eurodeputato e segretario in pectore del partito in Lombardia, spiega il suo disappunto: «Abbiamo già pronta un'interrogazione da presentare a Bruxelles. Vogliamo infatti che le minoranze lombarde vengano riconosciute ed è folle che invece venga data la precedenza ai Rom. Questa corsia preferenziale non è una novità, capita anche per alcuni contributi pubblici. Non capisco in base a che cosa vengano stabilite le priorità. Comunque sono scettico sulla possibilità che possano nascere emittenti televisive o radiofoniche dedicate ai Rom senza finanziamenti delle istituzioni. E in quel caso, Pisapia, che cosa fara?». Dello stesso parere anche l'onorevole Riccardo De Corato del Pdl: «Non voterò mai questa legge in Parlamento: se si devono riconoscere delle minoranze bisognerebbe dar la precedenza ai veneti e ai lombardi. In Italia finora i Rom hanno creato poca integrazione e molti problemi, al contrario di molte altre minoranze. La decisione della Commissione mi sembra un'iniziativa del tutto demagogica. In ogni caso, la radio e la tv non la apriranno con i soldi del governo, al massimo con i contributi di qualche associazione no profit». Radio Rom, se mai nascerà, non avrà vita facile. Le minoranze in coda per avere un briciolo di attenzione sono tante. Ma come è noto, in Italia la fila non la rispetta quasi nessuno.

di Pietro Pruneddu

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Di Fabrizio (del 28/05/2012 @ 09:58:05, in Italia, visitato 1846 volte)

Corriere della Sera LA VIDEOINCHIESTA DI COMUNICARE IL SOCIALE Dopo i recenti fatti di cronaca, parlano i residenti del campo nomadi di Scampia

NAPOLI - "Ci chiamano zingari, ma non è sempre colpa nostra" Scampia, quartiere a nord di Napoli, una lunga scia di rifiuti di ogni sorta segna l’ingresso nel campo rom. Un villaggio di baracche fatte di lamiere e compensato, dove vivono circa 700 persone. Ad accompagnarci Jovanovic Dejan di nazionalità serba da tredici anni in Italia. "Ho quattro figlie femmine – racconta - studiano tutte nella scuola italiana". Nel campo manca la corrente. L’Enel ha staccato per l’ennesima volta l’allaccio abusivo, "un paio di giorni e riattacchiamo - dice Jovanovic – In inverno è più dura per riscaldarci accendiamo nelle stufe la legna presa dai rifiuti. Ci accusano di essere sporchi, che bruciamo i rifiuti, ma vogliamo solo riscaldarci". Per il cumolo di spazzatura all’esterno del campo, Jovanovic precisa: "Non è solo colpa nostra nessuno viene a ritirarla, per questo si creano le discariche". Per quanto riguarda l’integrazione Dejan ha le idee chiare: "E’ una questione di scelta, tra di noi c’è chi si vuole inserire e chi no. C’è chi cerca un lavoro e chi si “arrangia”". Lui, da due anni, è mediatore culturale dell’associazione “Arrevutammoce”, "per quelli come me – aggiunge - che si vogliono integrare è comunque dura: non ci danno la luce e l’acqua. Come i miei figli possono andare a scuola e possono giocare con i bambini italiani se sono sporchi?". "Tu dici che io sono zingaro – conclude Jovanovic – ed è vero, ma se puzzo e scappi è anche colpa tua". Per i suoi figli spera in un futuro migliore del suo: "che siano integrati e possano scegliere la loro strada".

Emiliana Avellino - redazioneweb@comunicareilsociale.com - 23 maggio 2012

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Di Sucar Drom (del 28/05/2012 @ 09:43:40, in blog, visitato 1376 volte)

Pescara, una vergogna nazionale!
La situazione è a Pescara è fuori controllo, dopo l'omicidio di Domenico Rigante. Gravi e deliranti le reazioni di un gruppo di ultras del Pescara Calcio ma altrettanto pericolose le parole del Sindaco Masci che getta benzina sul fuoco criminalizzando tutti i circa duemila Cittadini italiani...

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Pescara, sciacallaggio politico ai danni della popolazione romanì
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Otto minuti fa l'ANSA ha lanciato la notizia che attendevamo da anni: Sì al riconoscimento delle lingue rom e sinte tra le minoranze linguistiche...

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Di Fabrizio (del 27/05/2012 @ 09:23:27, in Kumpanija, visitato 1968 volte)

Una rassegna gastronomica rom-balcanica promossa dagli allievi del corso organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu onlus.

I piatti della tradizione Rom balcanica per conoscere e integrare la comunità presente a Cagliari. È l'iniziativa che, per tre giovedì consecutivi a partire dal 30 maggio, vedrà protagonisti nel capoluogo sardo un gruppo di donne e ragazze rom, a conclusione di un lungo corso organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu onlus che comprendeva, tra l'altro, un seminario in materia di confronto culinario interculturale realizzato con l'Istituto alberghiero Antonio Gramsci di Monserrato.

La manifestazione, che si svolgerà in via Carloforte 76, vedrà proposto un menu con specialità balcaniche: dagli antipasti (salame bovino, carne secca bovina, formaggi, parica farcita con verza), ai primi (pita con spinaci e ricotta, pita con cipolla, patate e carne, oppure ancora pita con patate e cipolla). Poi per secondo il gulash e per dolce l'hurmasice capavce. Un menu tipico della cultura rom, accompagnato da bevande del commercio equo e solidale, fornite dalla Bottega di Sucania.

Per Lusia Milia, una degli gli organizzatori, si tratta di "sperimentare un approccio non convenzionale con gli appartenenti a questa antica cultura. Approccio inconsueto e sicuramente più interessante rispetto allo stereotipo che accompagna la presenza degli appartenenti a questa etnia nella nostra città".

(Red.)

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Di Fabrizio (del 26/05/2012 @ 09:25:37, in Europa, visitato 1953 volte)

Termometro Politico I rom nell'Europa orientale, ovvero come ti demonizzo il diverso - Pubblicato il 22 maggio 2012 da EaST Journal - di Simona Mattone, da Bucarest

L'otto aprile è stata la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti. In ogni paese le giornate internazionali hanno odori diversi. Profumano di vittoria, o di sconfitta. A volte di superfluo. Bucarest, capitale del paese con la più numerosa popolazione rom, ha proposto una giornata di documentari e di informazione. In un cinema, un po' d'altri tempi, senza molta pubblicità. Una ventina di ragazzi, due o tre teste bianche e lo schermo. Passano le ore, e le storie si intrecciano. Ragazzini che arano campi - si parla di garantire l'accesso scolastico a tutti-, e roulotte che cercano di raggiungere la Francia, ancora, dopo l'ennesima espulsione, perché "qui in Romania non si può più stare". C'è un villaggio di 700 persone, costruito al confine tra due distretti, che non riceve né acqua, né luce. Né documenti. Se non quelli temporanei, concessi occasionalmente da qualche partito in vista delle elezioni, e poi ritirati.

E' chiaro: la considerazione dei rom è pessima. L'informazione è pessima. Ci si dimentica spesso che sono uomini. Anche qui, dove la maggior parte non vive in baracche, ma lavora, svolgendo le professioni più umili. Nei più casuali dialoghi con la gente, uno straniero in Romania viene informato della differenza tra romeni e rom, almeno una volta al giorno. "Non siamo gypsies, non siamo tigani, non siamo zingari. Noi non rubiamo". L'immagine è senza dubbio quella proposta dai media. La capacità dei media romeni di influenzare l'opinione pubblica lavora su costruzione e diffusione di stereotipi negativi riguardanti i rom.

Una ricerca condotta quasi dodici anni fa dall'Accademia Catavencu è ancora rilevante, ci mostra come il gioco sia sempre lo stesso: si demonizzano la povertà, le tradizioni ed i costumi, ed il collegamento tra criminalità ed etnia rom è diretto. E poi c'è la mafia tiganeasca. Fa quasi sorridere sentire una donna rom parlare di un vicino poco simpatico apostrofandolo come "zingaro".

Ci sono 12 milioni di rom in Unione Europea. Non hanno un paese d'origine, e la maggior parte ha ormai messo le proprie radici nell'Europa balcanica. Ma chi sono davvero, e da cosa scappano?

Dal rapporto 2009 di EU-MIDIS, indagine condotta dall'Agenzia dei Diritti Fondamentali sulle minoranze europee, emerge che la popolazione Rom raggiunge i più alti livelli di discriminazione nei Paesi dell'Est Europa. Intolleranza accentuata dall'eredità socialista, ma ben più antica.



In Repubblica Ceca si è riportato il livello di discriminazione più alto, un 64%. I rom in Bulgaria e in Romania se la passano meglio, dicono le statistiche. Solo il 4% dei Rom in Grecia completa l'educazione primaria. Anche nei paesi dove l'analfabetismo non è fra i maggiori problemi, la proporzione di quelli che decidono di continuare gli studi è preoccupantemente bassa.

Anche se con un solo rappresentante di origini rom a Bruxelles, diversi progetti sono stati promossi dal Concilio d'Europa e dalle Commissioni Europee incaricate, per l'abbattimento di pregiudizi, attraverso il sostegno di politiche di integrazione ed inclusione. Tutto dovrebbe partire dall'istruzione. In questo particolare contesto sociale garantire l'accesso all'istruzione alle nuove generazioni non è scontato, né altrettanto sufficiente. Qualora i bambini rom abbiano la possibilità di frequentare le scuole, nella maggior parte dei casi vengono indirizzati in strutture solo per rom, con bassa qualità di insegnamento, o raggruppati in classi separate. Addirittura in scuole speciali, per disabili, provocando facilmente l'abbandono degli studi. Questo è un messaggio profondamente diseducativo anche per chi rom non è. La segregazione ha una doppia faccia: impedisce il contatto tra le diversità, in un contesto neutro.

Ed ecco un Est, emarginato dalla visione eurocentrica che lo definisce come produttore di lavavetri e campi nomadi - già la parola campo dovrebbe farci sobbalzare - che emargina. I rom nei loro villaggi, gli altri nelle loro città. Società parallele, all'Est come all'Ovest, al Nord come al Sud.

Da EastJournal

East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso, fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono condivisi con Termometro Politico grazie alla partnership nata da marzo 2012 tra le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la "nuova" Europa, quella dell'est, che rappresenta il cuore antico del vecchio continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza. L'europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari figurano poi la tutela delle minoranze, l'analisi dell'estremismo di destra, la geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale.
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