Venezia, il Porrajmos nella storiografia
In occasione del Giorno della Memoria 2012, il Centro Pace del Comune di Venezia
in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, organizza l'incontro
pubblico Porrajmos: la persecuzione nazista degli "zingari", che si terrà
giovedì 26...
Milano, NAGA: come vivono i rom
Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla
rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e
sanitari raccolti a Milano negli interventi effettuati sul territorio dal
gennaio 2009 al dicembre 2010...
Mantova, il Porrajmos ne Il Giorno della Memoria 2012
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria 2012 organizzate nella
Provincia di Mantova, ma quest'anno la commemorazione ufficiale nella seduta
congiunta del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale sarà dedicata al
Porrajmos con l'intervento dello storico Luca Bravi...
Il Giorno della Memoria 2012: Porrajmos
Cielo rosso di sangue, di tutto il sangue dei Sinti che a testa china e senza
Patria, stracciati affamati scalzi, venivano deportati, perché amanti della pace
e della libertà, nei famigerati campi di sterminio...
Bolzano, Porrajmos - Divoramento
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun
riconoscimento ufficiale per le persecuzioni, su base razziale, subite durante
la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il
Giorno della Memoria non ricorda le persecuzioni subite dalle popolazioni sinte
e rom...
L'Italia sono anch'io, campagna per i diritti di cittadinanza
La campagna intende riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del
dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per
chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui
fa parte. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia sono anch’io ha lanciato una
raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare, una di riforma
dell’attuale...
Mantova, Il Giorno della Memoria 2012
Pubblichiamo la prolusione tenuta a Mantova dallo storico Luca Bravi (Università
di Chieti), in occasione del Consiglio Provinciale e del Consiglio Comunale
aperti del 27 gennaio 2012 al Teatro Bibiena. Durante la seduta dei Consigli
aperti sono intervenuti anche il Presidente del Consiglio Comunale di Mantova,
il Presidente del Consiglio Provinciale di Mantova, il Presidente della
Provincia Mantova e il Sindaco Mantova...
Il Giorno della Memoria 2012, un Sinto al Quirinale parla del Porrajmos
Il Giorno della Memoria, 27 gennaio 2012, una delegazione della Federazione Rom
e Sinti Insieme è stata invitata dal Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, alla commemorazione in Quirinale. E' il terzo anno consecutivo che
il Presidente invita la Federazione a presenziare a questo important...
Romea.czPHOTO: Repro Česká televize La bambina rom bruciata ha subito oltre 100 anestesie, in seguito ci
sarà un intervento chirurgico - Budišov nad Budišovkou (Opava district),
4.2.2012 21:00
Natálie Siváková (5 anni) si sta gradualmente riprendendo dalle ferite patite
nell'aprile 2009, quando fu vittima di un assalto di neonazisti, poi conosciuti
come i piromani di Vitkov. Lo scorso ottobre, i medici hanno effettuato la
ricostruzione delle dita e dell'avambraccio destro, che erano inutilizzabili a
causa del tessuto cicatrizzato dalle ustioni. La televisione ceca riporta che
ora è in attesa di un'operazione al collo ed alle ascelle.
Alla bambina non è permesso di uscire, a causa del gelo intenso nella regione.
"Il tessuto cicatriziale è più sensibile della pelle sana, si asciuga più
velocemente e può rompersi," ha detto alla televisione Iva Zámečníková, vice
direttrice del Centro Ustionati dell'ospedale di Ostrava.
L'intervento a cui sarà sottoposta presso il centro ustionati sarà il ventesimo
in sequenza. "Non riesce a reggere la testa in maniera corretta, quindi [i
dottori] la opereranno al collo e alle ascelle. Ho molta paura," ha detto alla
televisione sua madre Anna
Siváková. La bambina è già stata sotto anestesia un centinaio di volte.
Durante l'ultima operazione ad ottobre 2011, i dottori avevano fissato la
cicatrice sul collo della bambina. Allora, una specialista in chirurgia alle
mani, Alena Schmoranzová,
l'aveva operata al dito indice ed all'avambraccio, che a causa delle cicatrici
la bambina non era in grado di muovere. "Prima non li usava per niente,"
conferma Anna Siváková. "Ora ha scoperto che va meglio e lo usa tutto il tempo,"
ha detto alla televisione, aggiungendo che la figlia deve ancora indossare
plantari speciali.
Natálie venne ferita alle prime ore del mattino del 19 aprile 2009, durante un
assalto incendiario a sfondo razziale, commesso da quattro neonazisti contro la
casa della famiglia. Il tribunale ha condannato David Vaculík e Jaromír Lukeš a 22
anni di carcere, e Václav Cojocaru e Ivo Müller a 20 anni per tentato omicidio a
sfondo razziale ed atti vandalici.
ryz, Czech Television, translated by Gwendolyn Albert
E' dal 2009 che seguo passo passo la storia di
Natálka.
All'inizio mi era rimasta impressa l'efferatezza del gesto: in una casa come
tante, abita una famiglia come tante. Ma è una famiglia rom, e così una notte 3-4
teste rasate buttarono una molotov attraverso la finestra. Natálka,
di neanche tre anni, rimase ustionata sull'80% del corpo. Dichiarata quasi
morta, cominciò invece un lento recupero, che vide coinvolti in una gara
solidale non solo i suoi genitori, ma i medici, le autorità dello stato, tanti
cittadini anonimi di quella stessa Repubblica Ceca che invece è nelle cronache
europee per gli atti di violenza quotidiana contro la minoranza rom.
Da una parte facevo il tifo per i piccoli miglioramenti di Natálka,
dall'altro seguivo le cronache del processo ai piromani, interrogandomi su cosa
avesse portato dei ragazzi a un gesto simile, e se mai sarebbero stati in grado
di capirlo, e cosa avrebbero pensato quando anche loro avessero generato una
prole. Ed assieme tentavo di capire cosa significasse sopravvivere, ricostruirsi
pezzo a pezzo, per una bambina di quell'età, per i suoi genitori ed i fratelli e
sorelle.
Quel fuoco, non arde solo nella remota Repubblica Ceca. Sentiamo il
crepitare delle fiamme anche a Opera, a Ponticelli, a Torino.
E' passata da poco (e già mi sembra vecchia) la
memoria del Porrajmos, tra il ricordo di 500.000 morti e le risate di
scherno dei negazionisti.
Per me non è il Porrajmos il marchio di questo popolo, con tutto il
rispetto per la tragedia di quegli anni. Il marchio sono le storie di violenze
grandi e piccole di OGGI, del tempo dove NOI viviamo. A costo di essere retorico, è
la piccola storia di una bimba bruciata, che NON E' MORTA, che attraverso le sue
ustioni riflette la nostra immagine allo
specchio.
Lo scorso 11 ottobre, così
Nicolae Gheorghe chiudeva il convegno per i 40 anni dell'AIZO:
"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non
siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi
nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei
discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu
di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita
fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere
una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale: IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA
LA SOPRAVVIVENZA."
Di Fabrizio (del 09/02/2012 @ 09:19:39, in Regole, visitato 1378 volte)
Il giornale di BresciaLe roulottes in via Orzinuovi, a ridosso del macello comunale, dove
vivono diciotto famiglie di Sinti italiani - ORE: 13:22 | VENERDĚ, 3
FEBBRAIO 2012
Iscritti e cancellati dall'anagrafe, a discrezione. Accade agli italiani
della minoranza Sinti che vivono dal 2003 in via Orzinuovi. Sono loro a
raccontarlo, in una lettera in cui denunciano un "presunto abuso di potere". Il
documento è stato indirizzato ai ministri dell'Interno Annamaria Cancellieri,
del Lavoro Elsa Fornero, della Cooperazione ed integrazione Andrea Riccardi, al
prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace, all'Ufficio nazionale
anti-discriminazioni razziali che ha sede alla presidenza del Consiglio dei
ministri e al Difensore regionale della Lombardia.
Le diciotto famiglie Sinti - per un totale di 61 persone - chiedono "una
verifica delle procedure e delle modalità utilizzate dai Servizi demografici del
Comune in materia di iscrizione e cancellazione anagrafica di cittadini italiani
della minoranza Sinti residenti in via Orzinuovi e che venga rimosso ogni
atteggiamento o procedura che possa rivestire un carattere discriminatorio nei
confronti della minoranza ivi residente".
"Dal 2008, ogni volta che ci rechiamo agli sportelli dell'anagrafe del Comune,
sorgono problemi per ottenere sia la residenza anagrafica di nostri congiunti di
primo e secondo grado sia le certificazioni conseguenti - scrivono -. Inoltre,
si ripetono episodi per cui le certificazioni vengono rilasciate solo su
richiesta protocollata e, dopo il rilascio, la certificazione viene di nuovo
bloccata".
Cosa significa "bloccata"? Significa che, se dopo alcuni controlli, la persona
non viene trovata nel luogo di residenza, l'anagrafe blocca la certificazione
per un anno. Poi, ne cancella il nome. E, con esso, la possibilità di avere una
tessera sanitaria e l'assistenza pediatrica per i bambini. Ancora:
"L'Amministrazione comunale ha stabilito che il 28 febbraio la struttura
comunale autorizzata in cui sono residenti le famiglie Sinti verrà, senza se e
senza ma, sgomberata senza dare alternative alle famiglie ivi residenti.
Riteniamo - si legge nella lettera sottoscritta dalle famiglie Sinti - che il
Comune ponga in essere prassi discriminatorie nei nostro confronti e che vi
possono essere gli elementi per ravvedere un reato di abuso di potere da parte
dell'organo amministrativo e di abuso d'ufficio da parte dei Servizi
demografici".
Una lunga vicenda, quella dei Sinti di via Orzinuovi che, pur essendo residenti
al civico 108, non possono abitare le casette costruite per loro con fondi
regionali perché le strutture sono state destinate ad altro uso. Così, da tempo,
vivono nel campo provvisorio poco distante, dove erano stati trasferiti durante
i lavori. Con la spada di Damocle che continua a pendere sulla loro testa e che,
entro la fine di febbraio, potrebbe "colpirli" in modo definitivo, dato
l'annunciato smantellamento del campo da parte dell'Amministrazione comunale.
Che ha, come obiettivo, quello di trasferire alcuni nuclei nel campo di via
Borgosatollo, dove risiedono ancora alcune famiglie Rom. Alle altre - come
testimoniano in via Orzinuovi - "sono stati offerti 4500 euro per andarsene. Ma
noi non ci stiamo: le nostre famiglie risiedono permanentemente nel Comune di
Brescia a partire dagli Anni Settanta".
Poi, per "andare dove?". La domanda si alza forte, nei corridoi innevati e
ghiacciati che separano una roulotte dall'altra. "Vogliamo vivere insieme, nella
nostra piccola comunità e non dispersi in condomini, divisi ed isolati" dicono
le donne Sinti che hanno incontrato alcune aderenti all'Associazione "Se non
ora, quando?". La sistemazione potrebbe essere il campo di via Borgosatollo,
dove nel primo dei tre lotti di case prefabbricate, peraltro, vivono già alcune
famiglie Sinti. "Se si liberasse anche il secondo lotto, il problema potrebbe
trovare una definitiva soluzione".
Di Fabrizio (del 08/02/2012 @ 09:41:17, in casa, visitato 1384 volte)
di Bruna Iacopino
"Preferisco tornarmene nella baracca, la stiamo sistemando per la notte". Maria
(nome di fantasia) ha trascorso solo una notte al rifugio anti-freddo messo a
disposizione dal Comune di Roma presso l'ex fiera. "Fa troppo freddo là dentro è
come stare fuori" dice. E fuori infatti è tornata insieme alla sua famiglia e a
qualche altro nucleo famigliare. Dentro sono rimasti invece i senzatetto e una
famiglia che ha un bambino troppo piccolo per poter stare dentro una baracca con
l'abbassamento delle temperature previsto per questa notte. Le condizioni che
descrive non sono delle migliori. "L'edificio è enorme e non si scalda, poi le
porte e le finestre sono rotte e piove dal tetto."
Ma non ci sono riscaldamenti? Le chiedo. "Ci sono tre stufe, ma non bastano e
quando ho chiesto se potevamo accenderle e magari metterci vicino per scaldarci
mi hanno risposto che bisognava tenerle spente altrimenti la bombola non sarebbe
bastata per la notte." Lo stesso Maria si è sentita rispondere quando ha chiesto
se poteva avere un'altra coperta perché quella che le era stata data non era
sufficiente. " Non ce ne sono più" le hanno detto. Ieri all'ex fiera di Roma
erano circa 125 persone, racconta fra cui la maggioranza senzatetto, "barboni
ubriachi" dice lei. E in mezzo famiglie con bambini piccoli. Allora meglio
andarsene, lo ha fatto lei, lo hanno fatto anche altri ritornati ad una baracca.
"Se non mi credi puoi venire a vedere con i tuoi occhi".
Nel frattempo l'allerta rimane alta e per lunedì è prevista la chiusura dei
pubblici uffici nella capitale, mentre cominciano inevitabili a fioccare le
polemiche, e se in molti puntano il dito sul sindaco Alemanno, lui a sua volta
si rifà sulla Protezione civile che non avrebbe fornito adeguate previsioni
meteo.
Sarà. Fatto sta che dopo la neve arriverà il giaccio e la città volente o
nolente lunedì dovrà ripartire.
La
Federazione Rom e Sinti Insieme lancia un allarme alle
Istituzioni nazionali e locali per la grave situazione vissuta, in questo
momento, da migliaia di Sinti e Rom. L'abbassamento repentino delle temperature
e la caduta di continue precipitazioni nevose su tutta l'Italia rendono
estremamente pericolose le condizioni di vita di intere famiglie e in
particolare dei bambini e degli anziani.
Sono a grave rischio soprattutto le famiglie Rom immigrati che vivono in
insediamenti improvvisati, ad esempio con baracche o tende, e che non hanno la
possibilità di utilizzare l'energia elettrica o il gas metano per scaldarsi.
Sono altrettanto a grave rischio tutte quelle famiglie, in particolare Sinti
italiani, a cui viene negato dagli Enti Locali la possibilità di stipulare un
regolare contratto per l'allaccio all'energia elettrica.
Siamo estremamente preoccupati per la situazione a Milano, Bologna, Roma,
Firenze e Torino ma non solo e chiediamo agli Enti locali, Comuni e Province, di
attivarsi monitorando la situazione e di assicurare a queste persone condizioni
che scongiurino la possibilità di tragedie, come quella dell'anno scorso a Roma
dove sono morti in un rogo quattro bambini rom immigrati.
In ultimo ci preme stigmatizzare le gravi dichiarazioni razziste
dell'Eurodeputato Francesco Speroni (Lega Nord) e del Consigliere comunale di
Busto Arsizio (Va), Adriano Unfer (Lega Nord),
pubblicate pochi giorni fa dalla stampa locale.
L'inverno, sino a gennaio scorso, per fortuna era stato mite. Ma il fantasma
di De Corato (chissà se i milanesi se lo ricordano: si guardava fuori dalla
finestra e se nevicava o pioveva c'era la quasi certezza che ci sarebbe stato
uno sgombero) aspettava la neve per rifarsi vivo...
Sono le notti più fredde di questo inverno. Gli amici che da
anni si occupano degli insediamenti in zona Forlanini sono in preallarme. Leggo
su un profilo Facebook: Dalle mie parti il vento ha ripreso a soffiare strane melodie. E' un
vento che conosciamo. L'abbiamo sentito già 17 volte. Chissà se si placherà!?
Anche il Groppo Sostegno Forlanini conferma le segnalazioni che arrivano dai
campi: [...]
In regime di preallerta, vi chiedo di tenere pronti o raccogliere:
- tende
- coperte
- vestiario pesante.
Cerco di capire qualcosa dal Comune (sempre che si possa riuscirci).
L'aggravante del maltempo è micidiale, spero che si possa far qualcosa.
Vi terrò al corrente, anche per convocazioni d'emergenza n caso di sgombero.
Sempre da Facebook, 6 febbraio: Sabato 4 alle h.22 ca. ai campi Forlanini abitati da famiglie rom con bimbi e
da giovani extracomunitari, comandati dalla dr.ssa Moretti, 12 agenti in
borghese della polizia identificavano gli abitanti e comunicavano lo sgombero
che potrebbe avvenire nell' attuale settimana, massimo tra 10 giorni. Ogni
commento è superfluo, visto anche il gelo polare di questi giorni.
Pubblicato su
Internazionale: I rom dei campi abusivi rischiano di morire di
freddo -
6 febbraio 2012 17.30 Redattore sociale
Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi: "Chiediamo l'intervento della
protezione civile a Milano". Sant'Egidio: "Siamo preoccupati soprattutto per i
bambini e le donne".
MILANO – "Mercoledì scorso eravamo nel campo irregolare di via Bonfadini e
c'erano bambini piccoli senza vestiti di lana": Pierluigi Oreste è uno dei
medici volontari dell'associazione Naga che visita periodicamente le baraccopoli
di Milano. Il gelo di questi giorni sta mettendo in pericolo anche la vita dei
rom che abitano negli insediamenti abusivi. "Chiediamo l'intervento della
protezione civile", aggiunge Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi.
"Dobbiamo scongiurare una nuova tragedia, che può derivare sia dal freddo sia
dalle stufe che i rom accendono nelle baracche nel tentativo di scaldarsi.
Purtroppo è già capitato che qualcuna andasse a fuoco".
E c'è sempre la paura di sgomberi. "I rom ci hanno raccontano che in via Forlanini, via Novara e al ponte Bacula siano passati uomini in borghese per
intimare loro di andarsene", sostiene il medico del Naga. "Non so se fossero
vigili urbani, parlavano però a nome del Comune di Milano".
Il Naga nei giorni scorsi ha lanciato un appello per raccogliere coperte e
vestiti da portare nei campi. "Purtroppo alcune famiglie con bambini piccoli
vivono in una situazione molto precaria", aggiunge Pierluigi Oreste, "con rifugi
di fortuna, che vanno dalla solita baracca alla tenda".
La situazione critica è confermata dalla Comunità di Sant'Egidio: "Siamo
preoccupati soprattutto per i bambini e le donne", afferma Elisa Giunipero. "A
Milano non ci sono più grandi campi e le famiglie sono sparpagliate in piccoli
insediamenti, a volte difficili da raggiungere e trovare". In alcune baracche i
volontari di Sant'Egidio hanno visto famiglie che si scaldavano con pentole
riempite di alcol. "Purtroppo molte non vanno a chiedere aiuto alle strutture
comunali", aggiunge Elisa Giunipero, "anche perché l'accoglienza nei dormitori è
divisa tra uomini e donne e le famiglie rom non vogliono separarsi".
Il freddo di questi giorni, in realtà, mette in luce una situazione di povertà
che esiste da tempo. "Il problema dei campi va affrontato al di là delle
emergenze", sottolinea Elisa Giunipero. "Penso che Milano abbia le risorse per
dare una risposta".
Nel frattempo, si rischia il LASCIA O RADDOPPIA:ROM in
Via Cavriana ang. Via Gatto
Inviato [....] il 06-02-2012
Vorrei segnalare un'altra situazione di degrado nell'area all'angolo tra via
Cavriana e via Gatto ove un tempo vi era un'attività non so ora se di
autodemolizioni o carrozzeria..
Comunque da mesi all'interno si sono insediati dei ROM. Volevo segnalare più che
altro il degrado in quanto dall'esterno si vedono delle balle di rifiuti, oltre
ad altri cumuli di sporcizia, e se si passa, specialmente alla sera, si sente un
odore nauseabondo che esce da lì.
AZIONE URGENTE: FERMARE GLI SGOMBERI FORZATI DEI ROM IN ALBANIA
Nove famiglie di Rom senzatetto temporaneamente sistemate in tende o su
terreni privati dalle autorità albanesi, sono state minacciate di sgombero
forzato imminente. Alle famiglie non è stata offerta alcuna sistemazione
alternativa adeguata.
Queste famiglie fanno parte del gruppo di circa 40 che hanno lasciato
l'insediamento informale presso la stazione ferroviaria di Tirana, dove vivevano
dal febbraio 2011, dopo una serie di attacchi fuori dall'accampamento. Le
autorità avevano loro offerto una sistemazione temporanea con delle tende a
Babrru, alla periferia di Tirana, in attesa di una rilocazione in ex caserme
militari, una volta che fossero state ristrutturate. Le altre famiglie avevano
rifiutato l'offerta principalmente per motivi di salute e di sicurezza. Anche se
il governo afferma che il sito risponde a tutte le condizioni necessarie per una
vita normale, Amnesty International ritiene che non soddisfi i criteri per una
sistemazione adeguata, come previsto dalle leggi internazionali. Si riferisce
che il proprietario del terreno su cui le famiglie sono sistemate abbia
intenzione di mandarle via, a causa di una disputa per affitti non pagati col
mMinistero del Lavoro e degli Affari Sociali, responsabile della sistemazione e
del mantenimento delle famiglie. Il Ministero intenderebbe spostarle nelle
caserme, ma anche queste non soddisferebbero gli standard internazionali per una
sistemazione adeguata, dato che i lavori di ristrutturazione non sono ancora
partiti.. In questo periodo dell'anno le temperature notturne a Tirana si
aggirano sui 0 centigradi.
Secondo il diritto internazionale, gli sgomberi vanno effettuati soltanto
come ultima istanza, una volta che le alternative siano state esaminate in una
reale consultazione con le comunità coinvolte. Le autorità hanno l'obbligo di
fornire un adeguato preavviso; devono inoltre assicurarsi che nessuna famiglia
resti senza alloggio o vulnerabile alle violazioni di altri diritti umani, come
conseguenza dello sgombero. Questo include l'assistenza legale e la
compensazione in caso di distruzione di alloggi, proprietà e perdita di reddito.
Scrivete immediatamente in inglese o italiano, per far pressione
sulle autorità:
impedire l'imminente sgombero forzato delle famiglie rom che
vivono a Babrru;
fornire, senza ulteriori ritardi, l'accesso immediato ad una
sistemazione adeguata per queste famiglie;
identificare, di comune accordo con tutte le famiglie
coinvolte, le possibili alternative allo sgombero, mettere in
atto le garanzie procedurali e legali e, se lo sgombero fosse
inevitabile, predisporre un trasferimento globale ed un piano di
compensazione per tutte le comunità interessate, conforme agli
standard internazionali sui diritti umani;
fornire le necessarie risorse finanziarie ed altre
risorse, per la ristrutturazione delle caserme o altri alloggi
permanenti, controllando da vicino i progressi affinché questi
edifici siano in linea con gli standard internazionali in
materia di sistemazione adeguata, mantenendo nel contempo le
famiglie pienamente aggiornate sui progressi compiuti.
GLI APPELLI DEVONO ESSERE INVIATI PRIMA DEL 14 MARZO 2012, A:
Deputy Minister of Labour, Social Affairs and Equal Opportunities
Filloreta Kodra
Ministër i Punës, Cështjeve Sociale dhe Shanseve te Barabarta
Rruga e Kavajës
Tirana, Albania
Email: kodraf@yahoo.com
Salutation: Dear Deputy Minister
Mayor of Tirana
Z.Lulzim Basha
Blvd. Dëshmorët e Kombit, Tirana, Albania
Email: kabineti@tirana.gov.al
Salutation: Dear Mr Basha
Copia a:
Prime Minister
Prof. Dr. Sali Berisha
Kryetari i Këshillit të Ministrave
Bulevardi “Dëshmorët e Kombit” Nr. 1 1000 Tirana, Albania Email:
kryeministri@km.gov.al
[...]
Informazioni aggiuntive
Gli sgomberi forzati, quando le persone siano sfrattate senza la loro volontà
dalle loro abitazioni senza protezione legale o l'assicurazione di una
sistemazione alternativa, sono una grave violazione di diversi diritti umani.
Come stato parte del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e
Culturali (ICESCR), il governo albanese è legalmente obbligato a rispettare,
proteggere e progressivamente soddisfare il diritto ad un alloggio adeguato,
come garantito nell'art. 11(1) dell'ICESCR, Questo include il dovere ad
assicurare "sicurezza della conduzione che garantisca protezione legale contro
sgomberi forzati, molestie ed altre minacce." Il governo ha l'obbligo legale di
proteggere i propri cittadini dagli sgomberi forzati, specialmente quando questi
li renderebbero senzatetto.
Inoltre, l'Albania si è impegnata a realizzare gli obiettivi del "Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa di 12 paesi europei nel migliorare
le condizioni socio-economiche delle comunità romanì, ed ha adottato la propria
strategia nazionale "Per il miglioramento delle condizioni di vita della
minoranza rom".
Le associazioni e le cooperative non ci stanno e declinano l'offerta
della Belviso, ma si chiedono: "Perché non risparmiare su altri servizi che si
sono rivelati inefficaci come quello di vigilanza armata o sull'affitto delle
strutture che ospitano i campi?". E propongono per le famiglie rom
percorsi di inserimento abitativo DI L. FACONDI
Un taglio netto di più del 50% delle risorse economiche. E' quanto proposto
dal vice sindaco Sveva Belviso ad associazioni e cooperative che da anni si
occupano dell'intervento sociale all'interno dei campi rom della Capitale. Una
proposta che gli enti hanno deciso di rifiutare, perché la ritengono
"assolutamente inadeguata". "Tecnicamente l'offerta - spiegano le realtà del
privato sociale in una lettera congiunta recapitata al Dipartimento per i
servizi sociali - non corrisponde alle necessità e non è in grado di garantire
qualità e quantità dei servizi". Tra cui il rispetto delle condizioni di lavoro
degli operatori tanto che, stando alle condizioni prospettate dal dipartimento e
dal vice sindaco, "appare inverosimile il rispetto dei livelli contrattuali dei
lavoratori coinvolti".
IL LAVORO SOCIALE - Ma non solo. Con il dimezzamento del finanziamento almeno 50
persone perderebbero l'impiego, compresi diversi rom. Secondo associazioni e
cooperative si tratta dell'"ennesimo attacco al lavoro sociale e alla dignità
dei lavoratori impegnati quotidianamente in situazioni sociali estreme". Un
attacco in parte inaspettato, visto che il sindaco Gianni Alemanno aveva firmato
il primo aprile dello scorso anno un protocollo in cui si impegnava a emanare a
luglio un nuovo bando a condizioni ben diverse. Anche in virtù del fatto che con
l'ingresso della Croce Rossa nei campi a dicembre del 2010 gli enti gestori si
erano visti decurtare del 20% il finanziamento. "Per fare cosa poi? - si
chiedono - Ad oggi non ci sono stati risultati tangibili".
L'EMERGENZA - Non è una novità che si taglino risorse ai servizi, ma sui rom il
discorso cambia visto che, nelle casse della Capitale, dopo il decreto per
l'emergenza nomadi del 2008, di soldi ne sono entrati parecchi. Trenta milioni e
ottocentomila euro, per l'esattezza, che, ora, dovranno essere giustificati come
spesa ordinaria, visto che, secondo la sentenza del Consiglio di Stato 6050 del
16 novembre 2011, l'emergenza non c'è mai stata. "Era solo il paravento dietro
al quale si sono gestiti in maniera disinvolta e totalmente inefficace 30,8
milioni di euro", commentano il consigliere del Partito democratico Daniele Ozzimo e la responsabile politiche sociali del Pd Emanuela Droghei.
LA VIGILANZA ARMATA - "Che fine hanno fatto questi soldi?", si chiedono gli
enti. "Si spendono risorse per la vigilanza armata inutilmente, - spiegano
ancora associazioni e cooperative - perché di fatto è un servizio che non ha
garantito il controllo e la prevenzione nei confronti di atti criminali e
illegali". Né ha impedito ai rom sgomberati dagli insediamenti abusivi di
sovraffollare i campi regolari, come è accaduto a Candoni, dove i residenti sono
passati in poco tempo da 915 a circa 1300. "Perché quindi tagliare sul sociale,
quando si potrebbe eliminare questo servizio rivelatosi inefficace?", si
chiedono le associazioni e le cooperative. Che di alternative ne prospettano più
di una. Ad esempio risparmiare sull'affitto che il Comune paga per alcuni
"Villaggi della solidarietà" come il Roman River a Prima Porta. Un milione e
duecentomila euro l'anno per 400 persone (la cifra riguarda intervento sociale,
guardiania, manutenzione e affitto, ndr), che diventano 2.690.780 nel caso
dell'ex cartiera sulla via Salaria (la quota è comprensiva anche di vitto, ndr).
"Con questi soldi - riflettono ancora dal privato sociale - si sarebbero potuti
avviare seri progetti di inserimento abitativo e lavorativo per molte famiglie".
AFFIDARE I SERVIZI AI ROM - Un'altra ipotesi suggerita dagli enti che
avvantaggerebbe le casse comunali è di ridurre i costi di manutenzione dei campi
e delle bonifiche dell'Ama, affidando il portierato, la pulizia e altre attività
inerenti la buona gestione del campo a cooperative di tipo B, in cui impiegare
gli stessi rom. "Il vantaggio sarebbe sia dal punto di vista dell'integrazione -
spiegano ancora le realtà del privato sociale - sia economico, perché lavorando
sulla quotidianità e sulla programmazione si evita il ricorso ad azioni di
emergenza più costose".
Di proposte in campo ce ne sono diverse, ma alle nuove condizioni prospettate
dal vice sindaco le associazioni e le cooperative, che finora hanno svolto gli
interventi, non se la sentono di continuare. "Rimaniamo sconcertati dalla nuova
proposta che contraddice e non tiene conto dell'ipotesi di mediazione
precedentemente trovata", si legge a conclusione della risposta inviata al
Dipartimento. Per questo chiedono una proroga tecnica dal primo febbraio 2012 e
al tempo stesso ricordano ad Alemanno l'impegno preso ad aprile, per potere
continuare a svolgere gli interventi sociali ed evitare che i campi diventino
ancor di più "ghetti, luoghi di controllo e contenimento dei rom".
Perlopiù i Rom praticano calcio o boxe, perché sono i due sport
considerati per la gente povera... è il ragionamento di Ljubomir Oshavkovski,
giornalista del quotidiano "Makedonski sport"
23/01/2012 - Calcio e pugilato da anni sono gli sport tradizionalmente
praticati dai Rom in Macedonia. Il fatto è confermato dai giornalisti
sportivi del paese, ma anche dalla ricerca effettuata da EDNO a Kumanovo, Shtip,
Skopje e Prilep, dove il 90% degli atleti rom sono calciatori o pugili. Nel
periodo in cui l'attenzione pubblica in Macedonia è dedicata ai campionati
europei di pallamano in Serbia, o tornando all'estate 2011, quando il paese
celebrava il successo ai campionati di basket in Lituania, ci siamo chiesti
perché le nazionali di pallamano e di basket non abbiano rappresentanti rom.
Ljubomir Oshavkovski, giornalista del "Makedonski sport" osserva che i Rom
praticano soprattutto calcio e boxe, perché sono i due sport generalmente
considerati "per poveri".
- Sono sport in cui non è necessario grande talento, predisposizione e le
condizioni per avere successo. I Rom sono considerati gente povera, che non
hanno le condizioni per allenarsi a tennis, per esempio, quindi la maggior parte
sceglie il calcio o la boxe. Anche da noi i Rom si allenano in squadre rom
locali e difficilmente questo si nota, anche se alcuni di loro hanno talento.
Anni fa c'erano pochi Rom nei club più conosciuti. Per esempio, Erol Demir, nel
Vardar, ma oggi non saprei nominare un solo giocatore, dice Oshavkovski,
aggiungendo:
- Riguardo alla boxe, col tempo è diventata una tradizione per i Rom. Anche
se non seguo questo sport, conosco almeno dieci pugili, alcuni dei quali hanno
partecipato ai Giochi Olimpici e vinto delle medaglie. Al momento il più famoso
è Veli Mumin, il migliore nella sua categoria in Macedonia.
Oshavkovski riconosce che ci sono pregiudizi e discriminazioni nello sport
macedone riguardo ai Rom. Secondo lui ci sono difficoltà per gli atleti rom nel
fare progressi nel quadro europeo, cosa che non succede agli altri atleti del
paese.
- Dice: Penso che non ci siano assolutamente possibilità per i Rom macedoni
di compiere progressi nel quadro europeo, esclusi forse i pugili, ma è molto
difficile per loro. Primo, perché sono poche le persone che vorrebbero essere
manager di un atleta rom, ed in secondo luogo perché non ci sono abbastanza
Macedoni di successo in Europa e nel mondo. Sinceramente, non conosco molti
atleti rom di successo, in realtà l'unico che conosco è il calciatore Hose Antonio
Rejes, di Siviglia in Spagna, che ha giocato nel Real Madrid, poi nell'Arsenal e
dieci giorni fa è tornato nel Siviglia. Ha giocato anche nella nazionale
spagnola.
I tornei sportivi possono rivelare talenti
Roman Demirov, ex pugile con 20 anni di esperienza in questo sport, conferma
anche lui che la situazione per gli atleti ed i club sportivi rom non è rosea.
E' stato in società pugilistiche di Shtip, Kumanovo, Skopje e della Serbia ed
ora ha smesso. Si guadagna da vivere con un'impresa privata.
- Ci sono molti bambini rom che giocano a basket o a pallamano, non solo per
le strade. I club sportivi rom sono morti, nessuno vuole finanziarli. Se fossero
organizzati tornei tra i giovani, si scoprirebbero molti talenti e non solo nel
calcio, considera Demirov.
Lui stesso, dice, si proporrebbe per sollecitare ed organizzare
manifestazioni simili, se solo ci fosse uno sponsor.
Uno dei più giovani e promettenti talenti del football [...] , si chiama Enis
Asanovski e viene da Prilep. Gioca nel "Proleter", che è una delle poche squadre
rom in Macedonia. Enis ci gioca già da due anni.
- Dice: Mi sono allenato nel "Pobeda" e nel "Shampion" e gioco anche in
nazionale. Non faccio altro se non giocare a calcio. Ma non ne vale a pena. A
meno di andare via e giocare in un club straniero.
Si discute spesso di football e di Rom, riferendosi ai teppisti di destra in
Europa dell'Est ed alle loro invettive contro le comunità rom. Tuttavia, il
collegamento tra i Rom ed il calcio è qualcosa che dovrebbe essere riconosciuto
e può agire da ispirazione per molti giovani.
Moderni talenti rom del calcio hanno incantato i più grandi stadi del mondo,
dal Nou Camp di Barcellona a San Siro di Milano, ed il quartetto di sopra è
stato selezionato tra quanti, tra gli attuali giocatori rom, hanno avuto le
carriere più illustri e di successo.
Presentiamo un profilo per ogni giocatore, prima di porre la fatidica
domanda: Chi è il più grande giocatore rom di tutti i tempi?
ANDREA PIRLO
Nato in una famiglia sinti a Flero, nel nord-est della Lombardia, Pirlo è
ampliamente riconosciuto come il miglior regista calcistico della sua
generazione. Gli Italiani lo scoprirono adolescente a Brescia, prima che nel
1998 l'Inter lo comprasse a peso d'oro. Durante questo periodo, la sua
progressione stagnava a livello di club, ma a livello internazionale stava
nascendo una stella.
Agli Europei under-21 del 2000, Pirlo, capitano per l'Italia, non solo fu
capocannoniere ma venne anche votato come miglior giocatore del torneo e
ricevette il premio Golden Player.
Tuttavia, nell'Inter continuava a non essere valorizzato e venne venduto ai
grandi rivali del Milan nell'estate del 2001. Fu una grande perdita per l'Inter
e un grande acquisto per il Milan, come venne dimostrato qui sotto, con
l'esecuzione di uno dei suoi leggendari calci di punizione, durante il derby
milanese.
Pirlo divenne un componente integrante di un eccellente Milan, vincendo la
Champions League alla sua seconda stagione, battendo i colleghi della Juventus
nella finale del 2003.
L'anno seguente il Milan vinse il campionato, col creativo centrocampista
alla base di quel successo.
Contemporaneamente giocando in
nazionale, Pirlo ebbe un ruolo fondamentale nella straordinaria vittoria
dell'Italia nella Coppa del Mondo 2006. Dopo aver battuto la Germania in
semifinale, l'Italia vinse ai rigori contro la Francia in finale. Pirlo alzò il
trofeo e venne premiato col Pallone di Bronzo, dopo essere stato votato il terzo
miglior giocatore del torneo.
Mentre alza la Coppa UEFA vinta dal Milan nel 2007
Nel 2007 vinse per la seconda volta un trofeo europeo, sempre con il Milan, e
rappresentò l'Italia all'Euro 2008 e nei Mondiali 2010, prima di terminare la
sua carriera decennale al Milan nel 2011, contemporaneamente alla vincita in
campionato dopo sette anni di digiuno.
Ora, a 32 anni, Pirlo gioca nella Juventus, dove sperano che la sua classe ed
esperienza riportino il club più premiato d'Italia agli antichi fasti.
RAFAEL VAN DER VAART
Proveniente da Heemskerk, Olanda settentrionale, van der Vaart è
sopravvissuto ad una carriera turbolenta per diventare uno dei più prolifici
centrocampisti d'attacco in Europa. Nato da madre spagnola e padre olandese, van der
Vaart è cresciuto giocando a calcio nei campi per roulotte in giro per l'Olanda.
Esordì nell'Ajax dove rapidamente divenne uno dei più ricercati
centrocampisti d'Europa. Aveva talento nel segnare gol spettacolari, e segnarne
molti. Durante il periodo dell'Ajax vinse il Johan Cruyff Prijs per il
Dutch Football Talent of the Year,
prima di vincere due scudetti nel 2002 e nel 2004.
In seguito, fini all'Amburgo nel 2005, dove la forma eccellente crebbe
ancora, alzando ulteriormente il suo profilo internazionale e facendogli
ottenere un ricco contratto presso i giganti spagnoli del
Real Madrid nell'estate
del 2008.
Rafael van der Vaart celebra la vittoria dell'Olanda contro l'Inghilterra
nel 2006
A questo punto van der Vaart aveva già rappresentato l'Olanda nei Mondiali
del 2006 e ai Campionati Europei nel 2008. Nella
Coppa del Mondo 2010, divenne capitano della nazionale, anche se perse a
Johannesburg la finale con la Spagna per 1-0.
Il ventottenne campione rom gioca ora con il club inglese del Tottenham Hotspur,
dove è una figura chiave nella loro corsa verso il successo nazionale ed
europeo.
JOSE ANTONIO REYES
Nato in una famiglia di Kalè spagnola nel quartiere Utrera a sud-est di
Siviglia, Reyes ha abbagliato i fan sia in Spagna che in Inghilterra, con le sue
esecuzioni fulminee e la sua potenza di tiro.
Da ragazzo, Reyes ottenne un enorme successo nell'ambiziosa squadra del
Siviglia, segnando 22 goal come ala in 86 partite, prima di essere venduto al
club inglese dell'Arsenal nel gennaio 2004, quando aveva 20 anni.
Il giovane kalò era così popolare tra i tifosi del Siviglia, che il
presidente decise che sarebbe stato impossibile venderlo ad un'altra squadra
spagnola, anche se persino il Real Madrid era molto interessato.
In Inghilterra, Reyes è stato parte dell'invincibile Arsenal che vinse la
Premier League nel 2004, a cui seguì
la FA Cup nel 2005.
Jose Antonio Reyes con la maglia dell'Atletico Madrid nella UEFA Europa League
Dopo un anno di prestito al Real Madrid, Reyes firmò nel 2007 con i cugini
dell'Atletico, e tre anni dopo sollevava la coppa dell'Europa League, dopo aver
sconfitto il Fulham nella finale di Amburgo.
A livello internazionale, Reyes ha raccolto 21 presenze nel periodo in cui la
Spagna è stata la squadra di maggior talento e successo. Il suo apice è stato ad
ottobre 2003, quando segnò due volte con la Spagna nella vittoria di 4-0 contro
l'Armenia.
L'ultimo mese, Reyes è tornato alla squadra della sua gioventù, il Siviglia,
dove spera di riaccendere non solo le loro fortune ma anche le proprie, con
l'Euro 2012 che si avvicina.
RICARDO QUARESMA
Il fiammeggiante attaccante portoghese Quaresma è nato a Lisbona da una
famiglia rom. Fece i primi passi nel mondo calcistico nella nativa Lisbona,
terrorizzando le difese con i suoi dribbling dove vinse la Primeira Liga nel
2002.
Ricardo Quaresma si esibisce in uno dei suoi marchi di fabbrica per il
Portogallo
Di seguito, Quaresma firmò con il forte Barcellona dove trascorse una
stagione prima di tornare in Portogallo per giocare nel Porto. Qui aggiunse
altre 3 titoli in Primeira Liga al suo medagliere nel 2005, 2006 e 2007.
Il bellissimo goal contro il Belgio nel 2007 fu il primo della carriera
internazionale di Quaresma, che sinora ha visto l'ala segnare 31 reti. Durante
Euro 2008, il precoce talento segno anche un bel gol nel 3-1 contro la
Repubblica Ceca a Ginevra, Svizzera.
Dopo l'Inter ed il Chelsea, ha firmato col la squadra turca del Besiktas nel 2010. In
Turchia, è ritornato al livello della sua prima stagione, aggiungendo una Coppa
Turca nel 2011 alla sua collezione.
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Questi quattro moderni talenti sono prosperati nel gioco più popolare del
mondo, mostrando a tutti esattamente cosa può fare uno sportivo rom. Qui sopra
ci sono campioni mondiali, campioni europei ed anche inglesi, italiani,
portoghesi ed olandesi.
Questi giocatori hanno lasciato parlare i loro piedi, e così facendo sono
stati mille volte più forti di qualsiasi teppista sugli spalti.
Alastair Watt
(Comunque... il mio preferito rimaneBanel Nicolita ndr.)
Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si
pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle
più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate.
Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come
sinonimo di «zingari», mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi etnici
(oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione
romanì.
Per la prima volta, uno studioso Rom italiano ci offre una storia complessiva di
questo popolo, dalle migrazioni originarie alla situazione contemporanea,
abbracciandone la cultura e i valori sociali, le espressioni artistiche, fino
alle organizzazioni politiche.
Questo racconto ci restituisce l'identità «invisibile» dei Rom, l'evoluzione di
tradizioni e valori millenari tramandati nella quotidianità: un'identità
ignorata dagli stereotipi dei campi nomadi che trasformano gli errori di pochi
in colpa collettiva; relegata nel ghetto della povertà ed esclusione sociale
dalle stesse associazioni di pseudo-volontariato; annientata, infine,
dall'attuale politica di assimilazione attraverso la Romfobia.
Appartengono alla popolazione romanì celebri attori come Michael Caine, Bob
Hoskins, Yul Brynner, Rita Hayworth, il calciatore Michael Ballack, professori
di prestigiose università, persino un Premio Nobel, un Principe, un Presidente
della Repubblica e un Beato. Se ci stupiamo è la prova di quanto radicati siano
i pregiudizi, di quanto utile sia questo libro, frutto di venticinque anni di
ricerche e scoperte, il cui messaggio paradossale è che i Rom sono un popolo
«normale» di «genti libere», una libertà per nulla romantica, ma che è la forza
di chi ha preservato con tenacia la propria identità, resa misconosciuta da
secoli di discriminazione e propaganda.
Santino Spinelli in arte «Alexian» è un Rom italiano, musicista, compositore,
poeta, saggista. Ha due lauree, una in Lingue e Letterature Straniere Moderne e
l'altra in Musicologia, entrambe conseguite all'Università di Bologna. Č autore
di numerosi articoli e opere letterarie sul mondo Rom. Insegna Lingue e Processi
Interculturali (Lingua e cultura romanì) all'Università di Chieti. Con il suo
gruppo, l'Alexian Group, tiene numerosi concerti in Italia e all'estero. Ha
pubblicato partiture musicali per orchestra, ensemble e fisarmonica sola con il
titolo di Romano Drom («Carovana romanì») con l'Ut Orpheus di Bologna e ha
tenuto concerti con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese e con l'Orchestra Europea
per la Pace a Strasburgo al Palazzo del Consiglio d'Europa.
Dettagli
Codice: ISBN 88-6620-346
Autore: Santino Spinelli
Sottotitolo: Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto Editore: Dalai
Data di uscita: 19/1/2012
Anno di produzione: 2012
Sito: www.alexian.it
Confezione: brossura con alette
Pagine: 384
Argomento: Saggistica Prezzo: €17.50 -
Il nostro prezzo: €14.87
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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