Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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Di Sucar Drom (del 10/02/2012 @ 09:21:30, in blog, visitato 1684 volte)

Milano, comunicato stampa delle comunità rom e sinte sulla morte del vigile Niccolò Savarino
La tragedia che ha colpito la nostra città con la morte di Niccolò Savarino, vigile di quartiere che stava facendo il suo dovere, ha colpito profondamente anche la comunità dei rom e dei sinti di Milano. Siamo molto addolorati e vic...

Venezia, il Porrajmos nella storiografia
In occasione del Giorno della Memoria 2012, il Centro Pace del Comune di Venezia in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, organizza l'incontro pubblico Porrajmos: la persecuzione nazista degli "zingari", che si terrà giovedì 26...

Milano, NAGA: come vivono i rom
Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e sanitari raccolti a Milano negli interventi effettuati sul territorio dal gennaio 2009 al dicembre 2010...

Mantova, il Porrajmos ne Il Giorno della Memoria 2012
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria 2012 organizzate nella Provincia di Mantova, ma quest'anno la commemorazione ufficiale nella seduta congiunta del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale sarà dedicata al Porrajmos con l'intervento dello storico Luca Bravi...

Il Giorno della Memoria 2012: Porrajmos
Cielo rosso di sangue, di tutto il sangue dei Sinti che a testa china e senza Patria, stracciati affamati scalzi, venivano deportati, perché amanti della pace e della libertà, nei famigerati campi di sterminio...

Bolzano, Porrajmos - Divoramento
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni, su base razziale, subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda le persecuzioni subite dalle popolazioni sinte e rom...

L'Italia sono anch'io, campagna per i diritti di cittadinanza
La campagna intende riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui fa parte. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia sono anch’io ha lanciato una raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare, una di riforma dell’attuale...

Mantova, Il Giorno della Memoria 2012
Pubblichiamo la prolusione tenuta a Mantova dallo storico Luca Bravi (Università di Chieti), in occasione del Consiglio Provinciale e del Consiglio Comunale aperti del 27 gennaio 2012 al Teatro Bibiena. Durante la seduta dei Consigli aperti sono intervenuti anche il Presidente del Consiglio Comunale di Mantova, il Presidente del Consiglio Provinciale di Mantova, il Presidente della Provincia Mantova e il Sindaco Mantova...

Il Giorno della Memoria 2012, un Sinto al Quirinale parla del Porrajmos
Il Giorno della Memoria, 27 gennaio 2012, una delegazione della Federazione Rom e Sinti Insieme è stata invitata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla commemorazione in Quirinale. E' il terzo anno consecutivo che il Presidente invita la Federazione a presenziare a questo important...

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Di Fabrizio (del 09/02/2012 @ 09:28:52, in conflitti, visitato 1637 volte)

Da Czech_Roma (con una chiusa personale)

Romea.cz PHOTO: Repro Česká televize
La bambina rom bruciata ha subito oltre 100 anestesie, in seguito ci sarà un intervento chirurgico - Budišov nad Budišovkou (Opava district), 4.2.2012 21:00

Natálie Siváková (5 anni) si sta gradualmente riprendendo dalle ferite patite nell'aprile 2009, quando fu vittima di un assalto di neonazisti, poi conosciuti come i piromani di Vitkov. Lo scorso ottobre, i medici hanno effettuato la ricostruzione delle dita e dell'avambraccio destro, che erano inutilizzabili a causa del tessuto cicatrizzato dalle ustioni. La televisione ceca riporta che ora è in attesa di un'operazione al collo ed alle ascelle.

Alla bambina non è permesso di uscire, a causa del gelo intenso nella regione. "Il tessuto cicatriziale è più sensibile della pelle sana, si asciuga più velocemente e può rompersi," ha detto alla televisione Iva Zámečníková, vice direttrice del Centro Ustionati dell'ospedale di Ostrava.

L'intervento a cui sarà sottoposta presso il centro ustionati sarà il ventesimo in sequenza. "Non riesce a reggere la testa in maniera corretta, quindi [i dottori] la opereranno al collo e alle ascelle. Ho molta paura," ha detto alla televisione sua madre Anna Siváková. La bambina è già stata sotto anestesia un centinaio di volte.

Durante l'ultima operazione ad ottobre 2011, i dottori avevano fissato la cicatrice sul collo della bambina. Allora, una specialista in chirurgia alle mani, Alena Schmoranzová, l'aveva operata al dito indice ed all'avambraccio, che a causa delle cicatrici la bambina non era in grado di muovere. "Prima non li usava per niente," conferma Anna Siváková. "Ora ha scoperto che va meglio e lo usa tutto il tempo," ha detto alla televisione, aggiungendo che la figlia deve ancora indossare plantari speciali.

Natálie venne ferita alle prime ore del mattino del 19 aprile 2009, durante un assalto incendiario a sfondo razziale, commesso da quattro neonazisti contro la casa della famiglia. Il tribunale ha condannato David Vaculík e Jaromír Lukeš a 22 anni di carcere, e Václav Cojocaru e Ivo Müller a 20 anni per tentato omicidio a sfondo razziale ed atti vandalici.

ryz, Czech Television, translated by Gwendolyn Albert


E' dal 2009 che seguo passo passo la storia di Natálka. All'inizio mi era rimasta impressa l'efferatezza del gesto: in una casa come tante, abita una famiglia come tante. Ma è una famiglia rom, e così una notte 3-4 teste rasate buttarono una molotov attraverso la finestra. Natálka, di neanche tre anni, rimase ustionata sull'80% del corpo. Dichiarata quasi morta, cominciò invece un lento recupero, che vide coinvolti in una gara solidale non solo i suoi genitori, ma i medici, le autorità dello stato, tanti cittadini anonimi di quella stessa Repubblica Ceca che invece è nelle cronache europee per gli atti di violenza quotidiana contro la minoranza rom.

Da una parte facevo il tifo per i piccoli miglioramenti di Natálka, dall'altro seguivo le cronache del processo ai piromani, interrogandomi su cosa avesse portato dei ragazzi a un gesto simile, e se mai sarebbero stati in grado di capirlo, e cosa avrebbero pensato quando anche loro avessero generato una prole. Ed assieme tentavo di capire cosa significasse sopravvivere, ricostruirsi pezzo a pezzo, per una bambina di quell'età, per i suoi genitori ed i fratelli e sorelle.

Quel fuoco, non arde solo nella remota Repubblica Ceca. Sentiamo il crepitare delle fiamme anche a Opera, a Ponticelli, a Torino.

E' passata da poco (e già mi sembra vecchia) la memoria del Porrajmos, tra il ricordo di 500.000 morti e le risate di scherno dei negazionisti.

Per me  non è il Porrajmos il marchio di questo popolo, con tutto il rispetto per la tragedia di quegli anni. Il marchio sono le storie di violenze grandi e piccole di OGGI, del tempo dove NOI viviamo. A costo di essere retorico, è la piccola storia di una bimba bruciata, che NON E' MORTA, che attraverso le sue ustioni riflette la nostra immagine allo specchio.

Lo scorso 11 ottobre, così Nicolae Gheorghe chiudeva il convegno per i 40 anni dell'AIZO:

"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale:
IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA LA SOPRAVVIVENZA."

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Di Fabrizio (del 09/02/2012 @ 09:19:39, in Regole, visitato 1378 volte)


Il giornale di Brescia Le roulottes in via Orzinuovi, a ridosso del macello comunale, dove vivono diciotto famiglie di Sinti italiani - ORE: 13:22 | VENERDĚ, 3 FEBBRAIO 2012

Iscritti e cancellati dall'anagrafe, a discrezione. Accade agli italiani della minoranza Sinti che vivono dal 2003 in via Orzinuovi. Sono loro a raccontarlo, in una lettera in cui denunciano un "presunto abuso di potere". Il documento è stato indirizzato ai ministri dell'Interno Annamaria Cancellieri, del Lavoro Elsa Fornero, della Cooperazione ed integrazione Andrea Riccardi, al prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace, all'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali che ha sede alla presidenza del Consiglio dei ministri e al Difensore regionale della Lombardia.

Le diciotto famiglie Sinti - per un totale di 61 persone - chiedono "una verifica delle procedure e delle modalità utilizzate dai Servizi demografici del Comune in materia di iscrizione e cancellazione anagrafica di cittadini italiani della minoranza Sinti residenti in via Orzinuovi e che venga rimosso ogni atteggiamento o procedura che possa rivestire un carattere discriminatorio nei confronti della minoranza ivi residente".

"Dal 2008, ogni volta che ci rechiamo agli sportelli dell'anagrafe del Comune, sorgono problemi per ottenere sia la residenza anagrafica di nostri congiunti di primo e secondo grado sia le certificazioni conseguenti - scrivono -. Inoltre, si ripetono episodi per cui le certificazioni vengono rilasciate solo su richiesta protocollata e, dopo il rilascio, la certificazione viene di nuovo bloccata".

Cosa significa "bloccata"? Significa che, se dopo alcuni controlli, la persona non viene trovata nel luogo di residenza, l'anagrafe blocca la certificazione per un anno. Poi, ne cancella il nome. E, con esso, la possibilità di avere una tessera sanitaria e l'assistenza pediatrica per i bambini. Ancora: "L'Amministrazione comunale ha stabilito che il 28 febbraio la struttura comunale autorizzata in cui sono residenti le famiglie Sinti verrà, senza se e senza ma, sgomberata senza dare alternative alle famiglie ivi residenti. Riteniamo - si legge nella lettera sottoscritta dalle famiglie Sinti - che il Comune ponga in essere prassi discriminatorie nei nostro confronti e che vi possono essere gli elementi per ravvedere un reato di abuso di potere da parte dell'organo amministrativo e di abuso d'ufficio da parte dei Servizi demografici".

Una lunga vicenda, quella dei Sinti di via Orzinuovi che, pur essendo residenti al civico 108, non possono abitare le casette costruite per loro con fondi regionali perché le strutture sono state destinate ad altro uso. Così, da tempo, vivono nel campo provvisorio poco distante, dove erano stati trasferiti durante i lavori. Con la spada di Damocle che continua a pendere sulla loro testa e che, entro la fine di febbraio, potrebbe "colpirli" in modo definitivo, dato l'annunciato smantellamento del campo da parte dell'Amministrazione comunale.

Che ha, come obiettivo, quello di trasferire alcuni nuclei nel campo di via Borgosatollo, dove risiedono ancora alcune famiglie Rom. Alle altre - come testimoniano in via Orzinuovi - "sono stati offerti 4500 euro per andarsene. Ma noi non ci stiamo: le nostre famiglie risiedono permanentemente nel Comune di Brescia a partire dagli Anni Settanta".

Poi, per "andare dove?". La domanda si alza forte, nei corridoi innevati e ghiacciati che separano una roulotte dall'altra. "Vogliamo vivere insieme, nella nostra piccola comunità e non dispersi in condomini, divisi ed isolati" dicono le donne Sinti che hanno incontrato alcune aderenti all'Associazione "Se non ora, quando?". La sistemazione potrebbe essere il campo di via Borgosatollo, dove nel primo dei tre lotti di case prefabbricate, peraltro, vivono già alcune famiglie Sinti. "Se si liberasse anche il secondo lotto, il problema potrebbe trovare una definitiva soluzione".

Anna Della Moretta

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Di Fabrizio (del 08/02/2012 @ 09:41:17, in casa, visitato 1384 volte)

di Bruna Iacopino

"Preferisco tornarmene nella baracca, la stiamo sistemando per la notte". Maria (nome di fantasia) ha trascorso solo una notte al rifugio anti-freddo messo a disposizione dal Comune di Roma presso l'ex fiera. "Fa troppo freddo là dentro è come stare fuori" dice. E fuori infatti è tornata insieme alla sua famiglia e a qualche altro nucleo famigliare. Dentro sono rimasti invece i senzatetto e una famiglia che ha un bambino troppo piccolo per poter stare dentro una baracca con l'abbassamento delle temperature previsto per questa notte. Le condizioni che descrive non sono delle migliori. "L'edificio è enorme e non si scalda, poi le porte e le finestre sono rotte e piove dal tetto."

Ma non ci sono riscaldamenti? Le chiedo. "Ci sono tre stufe, ma non bastano e quando ho chiesto se potevamo accenderle e magari metterci vicino per scaldarci mi hanno risposto che bisognava tenerle spente altrimenti la bombola non sarebbe bastata per la notte." Lo stesso Maria si è sentita rispondere quando ha chiesto se poteva avere un'altra coperta perché quella che le era stata data non era sufficiente. " Non ce ne sono più" le hanno detto. Ieri all'ex fiera di Roma erano circa 125 persone, racconta fra cui la maggioranza senzatetto, "barboni ubriachi" dice lei. E in mezzo famiglie con bambini piccoli. Allora meglio andarsene, lo ha fatto lei, lo hanno fatto anche altri ritornati ad una baracca. "Se non mi credi puoi venire a vedere con i tuoi occhi".

Nel frattempo l'allerta rimane alta e per lunedì è prevista la chiusura dei pubblici uffici nella capitale, mentre cominciano inevitabili a fioccare le polemiche, e se in molti puntano il dito sul sindaco Alemanno, lui a sua volta si rifà sulla Protezione civile che non avrebbe fornito adeguate previsioni meteo.

Sarà. Fatto sta che dopo la neve arriverà il giaccio e la città volente o nolente lunedì dovrà ripartire.

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Di Sucar Drom (del 08/02/2012 @ 09:02:59, in Italia, visitato 1792 volte)

da U Velto

La Federazione Rom e Sinti Insieme lancia un allarme alle Istituzioni nazionali e locali per la grave situazione vissuta, in questo momento, da migliaia di Sinti e Rom. L'abbassamento repentino delle temperature e la caduta di continue precipitazioni nevose su tutta l'Italia rendono estremamente pericolose le condizioni di vita di intere famiglie e in particolare dei bambini e degli anziani.

Sono a grave rischio soprattutto le famiglie Rom immigrati che vivono in insediamenti improvvisati, ad esempio con baracche o tende, e che non hanno la possibilità di utilizzare l'energia elettrica o il gas metano per scaldarsi. Sono altrettanto a grave rischio tutte quelle famiglie, in particolare Sinti italiani, a cui viene negato dagli Enti Locali la possibilità di stipulare un regolare contratto per l'allaccio all'energia elettrica.

Siamo estremamente preoccupati per la situazione a Milano, Bologna, Roma, Firenze e Torino ma non solo e chiediamo agli Enti locali, Comuni e Province, di attivarsi monitorando la situazione e di assicurare a queste persone condizioni che scongiurino la possibilità di tragedie, come quella dell'anno scorso a Roma dove sono morti in un rogo quattro bambini rom immigrati.

In ultimo ci preme stigmatizzare le gravi dichiarazioni razziste dell'Eurodeputato Francesco Speroni (Lega Nord) e del Consigliere comunale di Busto Arsizio (Va), Adriano Unfer (Lega Nord), pubblicate pochi giorni fa dalla stampa locale.

Il Presidente, Radames Gabrielli

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Di Fabrizio (del 07/02/2012 @ 09:33:33, in Italia, visitato 1782 volte)

Da dove partire:

L'inverno, sino a gennaio scorso, per fortuna era stato mite. Ma il fantasma di De Corato (chissà se i milanesi se lo ricordano: si guardava fuori dalla finestra e se nevicava o pioveva c'era la quasi certezza che ci sarebbe stato uno sgombero) aspettava la neve per rifarsi vivo...

Sono le notti più fredde di questo inverno. Gli amici che da anni si occupano degli insediamenti in zona Forlanini sono in preallarme. Leggo su un profilo Facebook:
Dalle mie parti il vento ha ripreso a soffiare strane melodie. E' un vento che conosciamo. L'abbiamo sentito già 17 volte. Chissà se si placherà!?

Anche il Groppo Sostegno Forlanini conferma le segnalazioni che arrivano dai campi:
[...] In regime di preallerta, vi chiedo di tenere pronti o raccogliere:
- tende
- coperte
- vestiario pesante.
Cerco di capire qualcosa dal Comune (sempre che si possa riuscirci).
L'aggravante del maltempo è micidiale, spero che si possa far qualcosa.
Vi terrò al corrente, anche per convocazioni d'emergenza n caso di sgombero.

Sempre da Facebook, 6 febbraio:
Sabato 4 alle h.22 ca. ai campi Forlanini abitati da famiglie rom con bimbi e da giovani extracomunitari, comandati dalla dr.ssa Moretti, 12 agenti in borghese della polizia identificavano gli abitanti e comunicavano lo sgombero che potrebbe avvenire nell' attuale settimana, massimo tra 10 giorni. Ogni commento è superfluo, visto anche il gelo polare di questi giorni.


Pubblicato su Internazionale:
I rom dei campi abusivi rischiano di morire di freddo - 6 febbraio 2012 17.30 Redattore sociale

Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi: "Chiediamo l'intervento della protezione civile a Milano". Sant'Egidio: "Siamo preoccupati soprattutto per i bambini e le donne".

MILANO – "Mercoledì scorso eravamo nel campo irregolare di via Bonfadini e c'erano bambini piccoli senza vestiti di lana": Pierluigi Oreste è uno dei medici volontari dell'associazione Naga che visita periodicamente le baraccopoli di Milano. Il gelo di questi giorni sta mettendo in pericolo anche la vita dei rom che abitano negli insediamenti abusivi. "Chiediamo l'intervento della protezione civile", aggiunge Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi. "Dobbiamo scongiurare una nuova tragedia, che può derivare sia dal freddo sia dalle stufe che i rom accendono nelle baracche nel tentativo di scaldarsi. Purtroppo è già capitato che qualcuna andasse a fuoco".

E c'è sempre la paura di sgomberi. "I rom ci hanno raccontano che in via Forlanini, via Novara e al ponte Bacula siano passati uomini in borghese per intimare loro di andarsene", sostiene il medico del Naga. "Non so se fossero vigili urbani, parlavano però a nome del Comune di Milano".

Il Naga nei giorni scorsi ha lanciato un appello per raccogliere coperte e vestiti da portare nei campi. "Purtroppo alcune famiglie con bambini piccoli vivono in una situazione molto precaria", aggiunge Pierluigi Oreste, "con rifugi di fortuna, che vanno dalla solita baracca alla tenda".

La situazione critica è confermata dalla Comunità di Sant'Egidio: "Siamo preoccupati soprattutto per i bambini e le donne", afferma Elisa Giunipero. "A Milano non ci sono più grandi campi e le famiglie sono sparpagliate in piccoli insediamenti, a volte difficili da raggiungere e trovare". In alcune baracche i volontari di Sant'Egidio hanno visto famiglie che si scaldavano con pentole riempite di alcol. "Purtroppo molte non vanno a chiedere aiuto alle strutture comunali", aggiunge Elisa Giunipero, "anche perché l'accoglienza nei dormitori è divisa tra uomini e donne e le famiglie rom non vogliono separarsi".

Il freddo di questi giorni, in realtà, mette in luce una situazione di povertà che esiste da tempo. "Il problema dei campi va affrontato al di là delle emergenze", sottolinea Elisa Giunipero. "Penso che Milano abbia le risorse per dare una risposta".


Nel frattempo, si rischia il LASCIA O RADDOPPIA: ROM in Via Cavriana ang. Via Gatto
Inviato [....] il 06-02-2012
Vorrei segnalare un'altra situazione di degrado nell'area all'angolo tra via Cavriana e via Gatto ove un tempo vi era un'attività non so ora se di autodemolizioni o carrozzeria..

Comunque da mesi all'interno si sono insediati dei ROM. Volevo segnalare più che altro il degrado in quanto dall'esterno si vedono delle balle di rifiuti, oltre ad altri cumuli di sporcizia, e se si passa, specialmente alla sera, si sente un odore nauseabondo che esce da lì.

Saluti


O si sta tornando al punto di partenza?

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Di Fabrizio (del 07/02/2012 @ 09:30:11, in casa, visitato 1441 volte)

Da Roma_Shqiperia

AZIONE URGENTE: FERMARE GLI SGOMBERI FORZATI DEI ROM IN ALBANIA

Nove famiglie di Rom senzatetto temporaneamente sistemate in tende o su terreni privati dalle autorità albanesi, sono state minacciate di sgombero forzato imminente. Alle famiglie non è stata offerta alcuna sistemazione alternativa adeguata.

Queste famiglie fanno parte del gruppo di circa 40 che hanno lasciato l'insediamento informale presso la stazione ferroviaria di Tirana, dove vivevano dal febbraio 2011, dopo una serie di attacchi fuori dall'accampamento. Le autorità avevano loro offerto una sistemazione temporanea con delle tende a Babrru, alla periferia di Tirana, in attesa di una rilocazione in ex caserme militari, una volta che fossero state ristrutturate. Le altre famiglie avevano rifiutato l'offerta principalmente per motivi di salute e di sicurezza. Anche se il governo afferma che il sito risponde a tutte le condizioni necessarie per una vita normale, Amnesty International ritiene che non soddisfi i criteri per una sistemazione adeguata, come previsto dalle leggi internazionali. Si riferisce che il proprietario del terreno su cui le famiglie sono sistemate abbia intenzione di mandarle via, a causa di una disputa per affitti non pagati col mMinistero del Lavoro e degli Affari Sociali, responsabile della sistemazione e del mantenimento delle famiglie. Il Ministero intenderebbe spostarle nelle caserme, ma anche queste non soddisferebbero gli standard internazionali per una sistemazione adeguata, dato che i lavori di ristrutturazione non sono ancora partiti.. In questo periodo dell'anno le temperature notturne a Tirana si aggirano sui 0 centigradi.

Secondo il diritto internazionale, gli sgomberi vanno effettuati soltanto come ultima istanza, una volta che le alternative siano state esaminate in una reale consultazione con le comunità coinvolte. Le autorità hanno l'obbligo di fornire un adeguato preavviso; devono inoltre assicurarsi che nessuna famiglia resti senza alloggio o vulnerabile alle violazioni di altri diritti umani, come conseguenza dello sgombero. Questo include l'assistenza legale e la compensazione in caso di distruzione di alloggi, proprietà e perdita di reddito.

Scrivete immediatamente in inglese o italiano, per far pressione sulle autorità:

  • impedire l'imminente sgombero forzato delle famiglie rom che vivono a Babrru;
  • fornire, senza ulteriori ritardi, l'accesso immediato ad una sistemazione adeguata per queste famiglie;
  • identificare, di comune accordo con tutte le famiglie coinvolte, le possibili alternative allo sgombero, mettere in atto le garanzie procedurali e legali e, se lo sgombero fosse inevitabile, predisporre un trasferimento globale ed un piano di compensazione per tutte le comunità interessate, conforme agli standard internazionali sui diritti umani;
  • fornire le necessarie risorse finanziarie ed  altre risorse, per la ristrutturazione delle caserme o altri alloggi permanenti, controllando da vicino i progressi affinché questi edifici siano in linea con gli standard internazionali in materia di sistemazione adeguata, mantenendo nel contempo le famiglie pienamente aggiornate sui progressi compiuti.

GLI APPELLI DEVONO ESSERE INVIATI PRIMA DEL 14 MARZO 2012, A:

Deputy Minister of Labour, Social Affairs and Equal Opportunities
Filloreta Kodra
Ministër i Punës, Cështjeve Sociale dhe Shanseve te Barabarta
Rruga e Kavajës
Tirana, Albania
Email: kodraf@yahoo.com
Salutation: Dear Deputy Minister

Mayor of Tirana
Z.Lulzim Basha
Blvd. Dëshmorët e Kombit, Tirana, Albania
Email: kabineti@tirana.gov.al
Salutation: Dear Mr Basha

Copia a:

Prime Minister
Prof. Dr. Sali Berisha
Kryetari i Këshillit të Ministrave
Bulevardi “Dëshmorët e Kombit” Nr. 1 1000 Tirana, Albania Email: kryeministri@km.gov.al

[...]

Informazioni aggiuntive

Gli sgomberi forzati, quando le persone siano sfrattate senza la loro volontà dalle loro abitazioni senza protezione legale o l'assicurazione di una sistemazione alternativa, sono una grave violazione di diversi diritti umani.

Come stato parte del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR), il governo albanese è legalmente obbligato a rispettare, proteggere e progressivamente soddisfare il diritto ad un alloggio adeguato, come garantito nell'art. 11(1) dell'ICESCR, Questo include il dovere ad assicurare "sicurezza della conduzione che garantisca protezione legale contro sgomberi forzati, molestie ed altre minacce." Il governo ha l'obbligo legale di proteggere i propri cittadini dagli sgomberi forzati, specialmente quando questi li renderebbero senzatetto.

Inoltre, l'Albania si è impegnata a realizzare gli obiettivi del "Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa di 12 paesi europei nel migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità romanì, ed ha adottato la propria strategia nazionale "Per il miglioramento delle condizioni di vita della minoranza rom".

[...]

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Di Fabrizio (del 06/02/2012 @ 09:16:48, in Italia, visitato 1456 volte)

PaeseSera.it

Le associazioni e le cooperative non ci stanno e declinano l'offerta della Belviso, ma si chiedono: "Perché non risparmiare su altri servizi che si sono rivelati inefficaci come quello di vigilanza armata o sull'affitto delle strutture che ospitano i campi?". E propongono per le famiglie rom percorsi di inserimento abitativo DI L. FACONDI

Un taglio netto di più del 50% delle risorse economiche. E' quanto proposto dal vice sindaco Sveva Belviso ad associazioni e cooperative che da anni si occupano dell'intervento sociale all'interno dei campi rom della Capitale. Una proposta che gli enti hanno deciso di rifiutare, perché la ritengono "assolutamente inadeguata". "Tecnicamente l'offerta - spiegano le realtà del privato sociale in una lettera congiunta recapitata al Dipartimento per i servizi sociali - non corrisponde alle necessità e non è in grado di garantire qualità e quantità dei servizi". Tra cui il rispetto delle condizioni di lavoro degli operatori tanto che, stando alle condizioni prospettate dal dipartimento e dal vice sindaco, "appare inverosimile il rispetto dei livelli contrattuali dei lavoratori coinvolti".

IL LAVORO SOCIALE - Ma non solo. Con il dimezzamento del finanziamento almeno 50 persone perderebbero l'impiego, compresi diversi rom. Secondo associazioni e cooperative si tratta dell'"ennesimo attacco al lavoro sociale e alla dignità dei lavoratori impegnati quotidianamente in situazioni sociali estreme". Un attacco in parte inaspettato, visto che il sindaco Gianni Alemanno aveva firmato il primo aprile dello scorso anno un protocollo in cui si impegnava a emanare a luglio un nuovo bando a condizioni ben diverse. Anche in virtù del fatto che con l'ingresso della Croce Rossa nei campi a dicembre del 2010 gli enti gestori si erano visti decurtare del 20% il finanziamento. "Per fare cosa poi? - si chiedono - Ad oggi non ci sono stati risultati tangibili".

L'EMERGENZA - Non è una novità che si taglino risorse ai servizi, ma sui rom il discorso cambia visto che, nelle casse della Capitale, dopo il decreto per l'emergenza nomadi del 2008, di soldi ne sono entrati parecchi. Trenta milioni e ottocentomila euro, per l'esattezza, che, ora, dovranno essere giustificati come spesa ordinaria, visto che, secondo la sentenza del Consiglio di Stato 6050 del 16 novembre 2011, l'emergenza non c'è mai stata. "Era solo il paravento dietro al quale si sono gestiti in maniera disinvolta e totalmente inefficace 30,8 milioni di euro", commentano il consigliere del Partito democratico Daniele Ozzimo e la responsabile politiche sociali del Pd Emanuela Droghei.

LA VIGILANZA ARMATA - "Che fine hanno fatto questi soldi?", si chiedono gli enti. "Si spendono risorse per la vigilanza armata inutilmente, - spiegano ancora associazioni e cooperative - perché di fatto è un servizio che non ha garantito il controllo e la prevenzione nei confronti di atti criminali e illegali". Né ha impedito ai rom sgomberati dagli insediamenti abusivi di sovraffollare i campi regolari, come è accaduto a Candoni, dove i residenti sono passati in poco tempo da 915 a circa 1300. "Perché quindi tagliare sul sociale, quando si potrebbe eliminare questo servizio rivelatosi inefficace?", si chiedono le associazioni e le cooperative. Che di alternative ne prospettano più di una. Ad esempio risparmiare sull'affitto che il Comune paga per alcuni "Villaggi della solidarietà" come il Roman River a Prima Porta. Un milione e duecentomila euro l'anno per 400 persone (la cifra riguarda intervento sociale, guardiania, manutenzione e affitto, ndr), che diventano 2.690.780 nel caso dell'ex cartiera sulla via Salaria (la quota è comprensiva anche di vitto, ndr). "Con questi soldi - riflettono ancora dal privato sociale - si sarebbero potuti avviare seri progetti di inserimento abitativo e lavorativo per molte famiglie".

AFFIDARE I SERVIZI AI ROM - Un'altra ipotesi suggerita dagli enti che avvantaggerebbe le casse comunali è di ridurre i costi di manutenzione dei campi e delle bonifiche dell'Ama, affidando il portierato, la pulizia e altre attività inerenti la buona gestione del campo a cooperative di tipo B, in cui impiegare gli stessi rom. "Il vantaggio sarebbe sia dal punto di vista dell'integrazione - spiegano ancora le realtà del privato sociale - sia economico, perché lavorando sulla quotidianità e sulla programmazione si evita il ricorso ad azioni di emergenza più costose".

Di proposte in campo ce ne sono diverse, ma alle nuove condizioni prospettate dal vice sindaco le associazioni e le cooperative, che finora hanno svolto gli interventi, non se la sentono di continuare. "Rimaniamo sconcertati dalla nuova proposta che contraddice e non tiene conto dell'ipotesi di mediazione precedentemente trovata", si legge a conclusione della risposta inviata al Dipartimento. Per questo chiedono una proroga tecnica dal primo febbraio 2012 e al tempo stesso ricordano ad Alemanno l'impegno preso ad aprile, per potere continuare a svolgere gli interventi sociali ed evitare che i campi diventino ancor di più "ghetti, luoghi di controllo e contenimento dei rom".

di Lara Facondi - Venerdì, 03 Febbraio 2012

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Di Fabrizio (del 06/02/2012 @ 09:00:46, in sport, visitato 2111 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

Perlopiù i Rom praticano calcio o boxe, perché sono i due sport considerati per la gente povera... è il ragionamento di Ljubomir Oshavkovski, giornalista del quotidiano "Makedonski sport"

23/01/2012 - Calcio e pugilato da anni sono gli sport tradizionalmente praticati dai Rom in Macedonia. Il fatto è confermato dai giornalisti sportivi del paese, ma anche dalla ricerca effettuata da EDNO a Kumanovo, Shtip, Skopje e Prilep, dove il 90% degli atleti rom sono calciatori o pugili. Nel periodo in cui l'attenzione pubblica in Macedonia è dedicata ai campionati europei di pallamano in Serbia, o tornando all'estate 2011, quando il paese celebrava il successo ai campionati di basket in Lituania, ci siamo chiesti perché le nazionali di pallamano e di basket non abbiano rappresentanti rom.

Ljubomir Oshavkovski, giornalista del "Makedonski sport" osserva che i Rom praticano soprattutto calcio e boxe, perché sono i due sport generalmente considerati "per poveri".

- Sono sport in cui non è necessario grande talento, predisposizione e le condizioni per avere successo. I Rom sono considerati gente povera, che non hanno le condizioni per allenarsi a tennis, per esempio, quindi la maggior parte sceglie il calcio o la boxe. Anche da noi i Rom si allenano in squadre rom locali e difficilmente questo si nota, anche se alcuni di loro hanno talento. Anni fa c'erano pochi Rom nei club più conosciuti. Per esempio, Erol Demir, nel Vardar, ma oggi non saprei nominare un solo giocatore, dice Oshavkovski, aggiungendo:

- Riguardo alla boxe, col tempo è diventata una tradizione per i Rom. Anche se non seguo questo sport, conosco almeno dieci pugili, alcuni dei quali hanno partecipato ai Giochi Olimpici e vinto delle medaglie. Al momento il più famoso è Veli Mumin, il migliore nella sua categoria in Macedonia.

Oshavkovski riconosce che ci sono pregiudizi e discriminazioni nello sport macedone riguardo ai Rom. Secondo lui ci sono difficoltà per gli atleti rom nel fare progressi nel quadro europeo, cosa che non succede agli altri atleti del paese.

- Dice: Penso che non ci siano assolutamente possibilità per i Rom macedoni di compiere progressi nel quadro europeo, esclusi forse i pugili, ma è molto difficile per loro. Primo, perché sono poche le persone che vorrebbero essere manager di un atleta rom, ed in secondo luogo perché non ci sono abbastanza Macedoni di successo in Europa e nel mondo. Sinceramente, non conosco molti atleti rom di successo, in realtà l'unico che conosco è il calciatore Hose Antonio Rejes, di Siviglia in Spagna, che ha giocato nel Real Madrid, poi nell'Arsenal e dieci giorni fa è tornato nel Siviglia. Ha giocato anche nella nazionale spagnola.

I tornei sportivi possono rivelare talenti

Roman Demirov, ex pugile con 20 anni di esperienza in questo sport, conferma anche lui che la situazione per gli atleti ed i club sportivi rom non è rosea. E' stato in società pugilistiche di Shtip, Kumanovo, Skopje e della Serbia ed ora ha smesso. Si guadagna da vivere con un'impresa privata.

- Ci sono molti bambini rom che giocano a basket o a pallamano, non solo per le strade. I club sportivi rom sono morti, nessuno vuole finanziarli. Se fossero organizzati tornei tra i giovani, si scoprirebbero molti talenti e non solo nel calcio, considera Demirov.

Lui stesso, dice, si proporrebbe per sollecitare ed organizzare manifestazioni simili, se solo ci fosse uno sponsor.

Uno dei più giovani e promettenti talenti del football [...] , si chiama Enis Asanovski e viene da Prilep. Gioca nel "Proleter", che è una delle poche squadre rom in Macedonia. Enis ci gioca già da due anni.

- Dice: Mi sono allenato nel "Pobeda" e nel "Shampion" e gioco anche in nazionale. Non faccio altro se non giocare a calcio. Ma non ne vale a pena. A meno di andare via e giocare in un club straniero.

[...]


Da Roma_Italia

Romedia Foundation

Andrea Pirlo, Ricardo Quaresma, Jose Antonio Reyes e Rafael van der Vaar hanno in comune più del calcio. Sono pure apprezzati giocatori, rispettivamente di Italia, Portogallo, Spagna e Olanda, ma condividono anche origini romanì.

Si discute spesso di football e di Rom, riferendosi ai teppisti di destra in Europa dell'Est ed alle loro invettive contro le comunità rom. Tuttavia, il collegamento tra i Rom ed il calcio è qualcosa che dovrebbe essere riconosciuto e può agire da ispirazione per molti giovani.

Moderni talenti rom del calcio hanno incantato i più grandi stadi del mondo, dal Nou Camp di Barcellona a San Siro di Milano, ed il quartetto di sopra è stato selezionato tra quanti, tra gli attuali giocatori rom, hanno avuto le carriere più illustri e di successo.

Presentiamo un profilo per ogni giocatore, prima di porre la fatidica domanda: Chi è il più grande giocatore rom di tutti i tempi?

 

ANDREA PIRLO

Nato in una famiglia sinti a Flero, nel nord-est della Lombardia, Pirlo è ampliamente riconosciuto come il miglior regista calcistico della sua generazione. Gli Italiani lo scoprirono adolescente a Brescia, prima che nel 1998 l'Inter lo comprasse a peso d'oro. Durante questo periodo, la sua progressione stagnava a livello di club, ma a livello internazionale stava nascendo una stella.

Agli Europei under-21 del 2000, Pirlo, capitano per l'Italia, non solo fu capocannoniere ma venne anche votato come miglior giocatore del torneo e ricevette il premio Golden Player.

Tuttavia, nell'Inter continuava a non essere valorizzato e venne venduto ai grandi rivali del Milan nell'estate del 2001. Fu una grande perdita per l'Inter e un grande acquisto per il Milan, come venne dimostrato qui sotto, con l'esecuzione di uno dei suoi leggendari calci di punizione, durante il derby milanese.

Pirlo divenne un componente integrante di un eccellente Milan, vincendo la Champions League alla sua seconda stagione, battendo i colleghi della Juventus nella finale del 2003.

L'anno seguente il Milan vinse il campionato, col creativo centrocampista alla base di quel successo.

Contemporaneamente giocando in nazionale, Pirlo ebbe un ruolo fondamentale nella straordinaria vittoria dell'Italia nella Coppa del Mondo 2006. Dopo aver battuto la Germania in semifinale, l'Italia vinse ai rigori contro la Francia in finale. Pirlo alzò il trofeo e venne premiato col Pallone di Bronzo, dopo essere stato votato il terzo miglior giocatore del torneo.

Mentre alza la Coppa UEFA vinta dal Milan nel 2007

Nel 2007 vinse per la seconda volta un trofeo europeo, sempre con il Milan, e rappresentò l'Italia all'Euro 2008 e nei Mondiali 2010, prima di terminare la sua carriera decennale al Milan nel 2011, contemporaneamente alla vincita in campionato dopo sette anni di digiuno.

Ora, a 32 anni, Pirlo gioca nella Juventus, dove sperano che la sua classe ed esperienza riportino il club più premiato d'Italia agli antichi fasti.

RAFAEL VAN DER VAART

Proveniente da Heemskerk, Olanda settentrionale, van der Vaart è sopravvissuto ad una carriera turbolenta per diventare uno dei più prolifici centrocampisti d'attacco in Europa. Nato da madre spagnola e padre olandese, van der Vaart è cresciuto giocando a calcio nei campi per roulotte in giro per l'Olanda.

Esordì nell'Ajax dove rapidamente divenne uno dei più ricercati centrocampisti d'Europa. Aveva talento nel segnare gol spettacolari, e segnarne molti. Durante il periodo dell'Ajax vinse il Johan Cruyff Prijs per il Dutch Football Talent of the Year, prima di vincere due scudetti nel 2002 e nel 2004.

In seguito, fini all'Amburgo nel 2005, dove la forma eccellente crebbe ancora, alzando ulteriormente il suo profilo internazionale e facendogli ottenere un ricco contratto presso i giganti spagnoli del Real Madrid nell'estate del 2008.

Rafael van der Vaart celebra la vittoria dell'Olanda contro l'Inghilterra nel 2006

A questo punto van der Vaart aveva già rappresentato l'Olanda nei Mondiali del 2006 e ai Campionati Europei nel 2008. Nella Coppa del Mondo 2010, divenne capitano della nazionale, anche se perse a Johannesburg la finale con la Spagna per 1-0.

Il ventottenne campione rom gioca ora con il club inglese del Tottenham Hotspur, dove è una figura chiave nella loro corsa verso il successo nazionale ed europeo.

JOSE ANTONIO REYES

Nato in una famiglia di Kalè spagnola nel quartiere Utrera a sud-est di Siviglia, Reyes ha abbagliato i fan sia in Spagna che in Inghilterra, con le sue esecuzioni fulminee e la sua potenza di tiro.

Da ragazzo, Reyes ottenne un enorme successo nell'ambiziosa squadra del Siviglia, segnando 22 goal come ala in 86 partite, prima di essere venduto al club inglese dell'Arsenal nel gennaio 2004, quando aveva 20 anni.

Il giovane kalò era così popolare tra i tifosi del Siviglia, che il presidente decise che sarebbe stato impossibile venderlo ad un'altra squadra spagnola, anche se persino il Real Madrid era molto interessato.

In Inghilterra, Reyes è stato parte dell'invincibile Arsenal che vinse la Premier League nel 2004, a cui seguì la FA Cup nel 2005.

Jose Antonio Reyes con la maglia dell'Atletico Madrid nella UEFA Europa League

Dopo un anno di prestito al Real Madrid, Reyes firmò nel 2007 con i cugini dell'Atletico, e tre anni dopo sollevava la coppa dell'Europa League, dopo aver sconfitto il Fulham nella finale di Amburgo.

A livello internazionale, Reyes ha raccolto 21 presenze nel periodo in cui la Spagna è stata la squadra di maggior talento e successo. Il suo apice è stato ad ottobre 2003, quando segnò due volte con la Spagna nella vittoria di 4-0 contro l'Armenia.

L'ultimo mese, Reyes è tornato alla squadra della sua gioventù, il Siviglia, dove spera di riaccendere non solo le loro fortune ma anche le proprie, con l'Euro 2012 che si avvicina.

RICARDO QUARESMA

Il fiammeggiante attaccante portoghese Quaresma è nato a Lisbona da una famiglia rom. Fece i primi passi nel mondo calcistico nella nativa Lisbona, terrorizzando le difese con i suoi dribbling dove vinse la Primeira Liga nel 2002.

Ricardo Quaresma si esibisce in uno dei suoi marchi di fabbrica per il Portogallo

Di seguito, Quaresma firmò con il forte Barcellona dove trascorse una stagione prima di tornare in Portogallo per giocare nel Porto. Qui aggiunse altre 3 titoli in Primeira Liga al suo medagliere nel 2005, 2006 e 2007.



Il bellissimo goal contro il Belgio nel 2007 fu il primo della carriera internazionale di Quaresma, che sinora ha visto l'ala segnare 31 reti. Durante Euro 2008, il precoce talento segno anche un bel gol nel 3-1 contro la Repubblica Ceca a Ginevra, Svizzera.

Dopo l'Inter ed il Chelsea, ha firmato col la squadra turca del Besiktas nel 2010. In Turchia, è ritornato al livello della sua prima stagione, aggiungendo una Coppa Turca nel 2011 alla sua collezione.

-*-

Questi quattro moderni talenti sono prosperati nel gioco più popolare del mondo, mostrando a tutti esattamente cosa può fare uno sportivo rom. Qui sopra ci sono campioni mondiali, campioni europei ed anche inglesi, italiani, portoghesi ed olandesi.

Questi giocatori hanno lasciato parlare i loro piedi, e così facendo sono stati mille volte più forti di qualsiasi teppista sugli spalti.

Alastair Watt


(Comunque... il mio preferito rimane Banel Nicolita ndr.)

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Di Sucar Drom (del 05/02/2012 @ 09:29:52, in musica e parole, visitato 1537 volte)

Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come sinonimo di «zingari», mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi etnici (oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione romanì.
Per la prima volta, uno studioso Rom italiano ci offre una storia complessiva di questo popolo, dalle migrazioni originarie alla situazione contemporanea, abbracciandone la cultura e i valori sociali, le espressioni artistiche, fino alle organizzazioni politiche.
Questo racconto ci restituisce l'identità «invisibile» dei Rom, l'evoluzione di tradizioni e valori millenari tramandati nella quotidianità: un'identità ignorata dagli stereotipi dei campi nomadi che trasformano gli errori di pochi in colpa collettiva; relegata nel ghetto della povertà ed esclusione sociale dalle stesse associazioni di pseudo-volontariato; annientata, infine, dall'attuale politica di assimilazione attraverso la Romfobia.
Appartengono alla popolazione romanì celebri attori come Michael Caine, Bob Hoskins, Yul Brynner, Rita Hayworth, il calciatore Michael Ballack, professori di prestigiose università, persino un Premio Nobel, un Principe, un Presidente della Repubblica e un Beato. Se ci stupiamo è la prova di quanto radicati siano i pregiudizi, di quanto utile sia questo libro, frutto di venticinque anni di ricerche e scoperte, il cui messaggio paradossale è che i Rom sono un popolo «normale» di «genti libere», una libertà per nulla romantica, ma che è la forza di chi ha preservato con tenacia la propria identità, resa misconosciuta da secoli di discriminazione e propaganda.

Santino Spinelli in arte «Alexian» è un Rom italiano, musicista, compositore, poeta, saggista. Ha due lauree, una in Lingue e Letterature Straniere Moderne e l'altra in Musicologia, entrambe conseguite all'Università di Bologna. Č autore di numerosi articoli e opere letterarie sul mondo Rom. Insegna Lingue e Processi Interculturali (Lingua e cultura romanì) all'Università di Chieti. Con il suo gruppo, l'Alexian Group, tiene numerosi concerti in Italia e all'estero. Ha pubblicato partiture musicali per orchestra, ensemble e fisarmonica sola con il titolo di Romano Drom («Carovana romanì») con l'Ut Orpheus di Bologna e ha tenuto concerti con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese e con l'Orchestra Europea per la Pace a Strasburgo al Palazzo del Consiglio d'Europa.

Dettagli

Codice: ISBN 88-6620-346
Autore: Santino Spinelli
Sottotitolo: Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto
Editore: Dalai
Data di uscita: 19/1/2012
Anno di produzione: 2012
Sito: www.alexian.it
Confezione: brossura con alette
Pagine: 384
Argomento: Saggistica
Prezzo: €17.50 - Il nostro prezzo: €14.87

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