Di Fabrizio (del 25/10/2011 @ 09:38:26, in lavoro, visitato 1826 volte)
Piacenza - L'assessore Giovanna Palladini respinge le accuse mosse dai nomadi
pronti a scendere in piazza contro il comune di Piacenza. È ingiustamente
elevato, secondo i sinti piacentini, il conto di 20 mila euro che Palazzo
Mercanti che presentato alle famiglie residenti nei due campi nomadi di via
Torre della razza. La somma dovrebbe coprire la manutenzione, energia, acqua e
occupazione delle piazzole.
La proposta avanzata dai nomadi è quella di farsi carico della
gestione dei campi ricavando in questo modo gli introiti per saldare il debito.
In particolare sostituendo gli operai comunali nello sfalcio dell'erba, nella
manutenzione e nella conduzione degli scuolabus a servizio dei loro figli, oltre
alla regolarizzazione del commercio del ferro, con il rilascio da parte del
comune delle licenze da cenciaioli. Non manca la critica nei confronti del
sindaco e dell'assessore Giovanna Palladini, accusati di aver interrotto da mesi
il dialogo e di non essersi mai presentati per un sopralluogo del campo.
"Ho incontrato i sinti più volte, fuori e dentro il campo" risponde
l'assessore Palladini "Noto solo ora una volontà nuova e cioè quella di
corrispondere a partire dalle utenze in corso e far fronte alle proprie
responsabilità. L'amministrazione comunale è pronta a confrontarsi su questo
tema sulla base di un dato reale, concreto, poi discuteremo del resto".
In India vivono diversi gruppi zigani. Questi zingari che parlano lingue
differenti tra loro e vivono in regioni differenti dell'India, sopravvivono con
le occupazioni tradizionali dei loro antenati, lavori che le comunità locali non
svolgono più.
Musicisti Langhas, addestratori di animali Nats (inclusi incantatori di
serpenti) e ballerine Saperas, Banjaras che sopravvivono con occupazioni zingare
le più disparate, Birhors che producono corde, Korwas e Mahalis invece cesti,
Rabhas che sopravvivono con la tessitura, Parayiars musicisti di matrimoni e
percussionisti, calzolai Sakkiliyars, fabbri, intrecciatori di cesti e musicisti
Kotas, spazzini i Valmikis - sono alcuni dei più conosciuti gruppi zigani
indiani. Ma ce ne sono ancora altri.
L'India è un paese dove il sistema universale delle cast tra zingari e no è
più visibile. I membri delle caste superiori generalmente classificano gli
zingari come "intoccabili" e cercano di impedire qualsiasi tipo di relazione
personale tra le due caste. Il sistema universale di discriminazione di casta
tra zingari e no che tacitamente esiste in molte altre parti del mondo, qui
diventa visibile e tangibile.
Dr. Ambedkar:
scienziato sociale e politico. Ha contribuito alla stesura della Costituzione
indiana. Era un Dalit. E' stato membro della Gypsy
Universal Nation.
Source: Ali Mezarcıoğlu Çingenelerin Kitabı Cinius Yayınları 2010 ( The
Book of Gypsies; Cinius Publishing)
Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli
zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie
SASSARI - Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli
zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie. E'
il sogno di nove ragazze Rom di etnia serba e bosniaca che vivono in campi
separati alla periferia di Carbonia, nel Sud Sardegna, e che da alcuni mesi
partecipano al progetto Zingaro', una formazione nel settore della moda che dopo
un periodo di apprendistato consentira' alle partecipanti di entrare, con un
ruolo da protagoniste, nel mondo del lavoro sartoriale.
L'iniziativa, finanziata dall'assessorato regionale delle Politiche sociali, e'
una delle ottantacinque che fanno parte del progetto Ad Altiora, nato per il
sostegno all'integrazione attraverso il lavoro e l'identita'. Zingaro' sara' il
marchio della linea di moda che realizzeranno e commercializzeranno le prime
sarte Rom della Sardegna, ma e' anche il nome di un documentario che raccontera'
le loro storie, le aspettative e la realta' in cui vivono, a partire dalla vita
quotidiana nei campi nomadi e nei luoghi di lavoro.
Il progetto, nato da un'idea dell'Enaip (Ente Nazionale Acli Istruzione
Professionale), e' stato presentato stamattina a Sassari da Ottavio Sanna,
presidente regionale delle Acli, e dallo stilista Gian Giuseppe Pisu, che ha
insegnato alle nove future stiliste - dopo un difficile periodo iniziale ora
amiche inseparabili - i segreti del mestiere e poi le ha ospitate per uno stage
nel suo atelier di Ittiri. ''Inizialmente non e' stato semplice - spiega Sanna -
convincere le nove ragazze, che hanno tra i 18 e i 35 anni, a lasciare il campo
e a frequentare le lezioni nel nostro centro di formazione di Iglesias. Prima di
capire che avevano davanti un'eccezionale occasione di affermazione personale e
di autonomia economica, hanno dovuto vincere le resistenze dei mariti e dei
componenti della comunita' Rom''.
Superato il periodo di formazione, le nove partecipanti hanno avviato una
bottega all'interno della comunita' San Lorenzo di Iglesias e per cinque mesi,
grazie al finanziamento regionale, avranno un piccolo rimborso mensile. Ma il
loro obiettivo e' la creazione di un'impresa: un'attivita' giornaliera e stabile
di sartoria per uomo, donna e bambino con il marchio autoironico Zingaro'. Gli
abiti e gli accessori realizzati durante la formazione dalle nove aspiranti
stiliste saranno presentati sabato 22 ottobre, alle 19, a Villa Mimosa, la sede
sassarese di Confindustria. Entro Natale e' in programma una presentazione anche
a Carbonia e magari, un giorno forse non lontano, anche nelle piu' importanti
passerelle in Italia e in Europa.
L'evento patrocinato da Enaip, si svolgerà sabato a Carbonia
Nove donne tra i 18 e 35 anni, tutte ospiti di alcuni campi rom di Carbonia
(Ci), sono diventate stiliste grazie al progetto Zingarò dell'Enaip, l'Ente di
formazione professionale delle Acli, e a un finanziamento della Regione Sardegna
all'interno del bando "Ad altiora". Sabato 22 ottobre 2011 alle ore 19.00 a
Villa Mimosa, via Alghero 49 a Sassari, le "stiliste"presenteranno le prime
venti creazioni in una sfilata di moda. Un'altra sfilata è prevista per dicembre
a Carbonia.
Il progetto è stato presentato il 18 ottobre a Sassari, presso la sede della
Federazione anziani pensionati delle Acli, da Ottavio Sanna, presidente delle
Acli della Sardegna, e da Gian Giuseppe Pisuttu, titolare insieme ad Anna Maria
Baldinu, dell'atelier "De Modè" di Ittiri. A gennaio 2011, quando era partito Zingarò, alcune ragazze non avevano mai usato ago e filo: ora, dopo cinque mesi
trascorsi a nell'atelier di Pisuttu e altri cinque come tirocinanti pagate nella
bottega S. Lorenzo di Iglesias, le donne hanno aperto una loro sartoria a
Carbonia e vogliono lanciare un marchio, "Zingarò", che ricordi nei colori caldi
e negli inserti in tessuto le origini nomadi.
Oltre al taglio e al cucito, il progetto prevedeva anche l'insegnamento di
nozioni di matematica e di italiano per favorire l'integrazione di queste donne
nella società. Ogni fase di Zingarò è stata filmata e sarà presentata in un
documentario che da un lato fa conoscere la vita della comunità rom, dall'altro
sottolinea gli aspetti più importanti del lavoro di sarta: dal disegno alla
scelta delle stoffe alle prove che riducono, anche da un punto di vista fisico,
la distanza tra clienti e mondo nomade.
È possibile vedere una piccola anteprima del documentario su:
vimeo.com
Di Fabrizio (del 24/10/2011 @ 09:11:19, in media, visitato 1309 volte)
ART NEWSLink al video(Trailer Magazzini - 2011 - Durata: 01' 03')
Giovedì 20 ottobre, RAI 3 ore 00:40. Nel 2007 la Biennale d'Arte di Venezia
ospita per la prima volta un padiglione di Arte Rom. Un'esposizione a suo modo
storica, che rimette in discussione le tradizionali frontiere identitarie
dell'arte contemporanea. La curatrice di quel padiglione, Timea Junghaus (sinta
ungherese, studiosa e storica dell'arte) ci guida oggi attraverso le opere e la
vita degli artisti che hanno dato vita a questo nuovo movimento nel panorama
artistico internazionale: l'arte contemporanea Rom. Gli artisti contemporanei
Rom, la cui capitale culturale è Budapest, utilizzano l'arte come strumento per
sottoporre a critica e ribaltare l'immagine che la cultura maggioritaria e i
media europei hanno costruito intorno alla minoranza Rom. L'arte contemporanea
Rom in Ungheria diviene pertanto uno strumento di lotta politica in un contesto
fortemente razzista, connotato dalla presenza minacciosa di gruppi paramilitari
xenofobi legati a movimenti di estrema destra. Raccontata dalla viva voce dagli
artisti riuniti a Budapest per una mostra sui nuovi media, il documentario
racconta questa sfida che si muove a cavallo tra politica ed estetica.
Di Fabrizio (del 23/10/2011 @ 09:31:09, in Italia, visitato 1968 volte)
Sabato 29 ottobre 2011 Open Day al Museo del Viaggio dalle 14.30 alle
18.00
Il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè apre sabato 29 ottobre per presentare i
suoi corsi, in programma a partire dal 3 novembre.
L'open Day prevede:
l'incontro con i docenti che presentano contenuti ed obiettivi del
corso "Lingua e Cultura Rom" e del corso " La musica Zigana";
la possibilità di visitare il Centro di documentazione e di conoscere
nel dettaglio i servizi, le iniziative future e i laboratori in programma
per le scuole;
l'iscrizione ai corsi;
inoltre, Mirko Bezzecchi, direttore del Museo, vi guiderà all'interno
del Museo raccontandovi le appassionanti storie del mondo gitano.
L'Open Day è un' occasione per conoscerci meglio!
I corsi del Museo del Viaggio:
"Lingua e cultura Rom" Il ciclo d'incontri di Cultura Romanì, curato da Giorgio Bezzecchi e Maurizio
Pagani (entrambi con una ricca e ventennale esperienza maturata all'interno
dell'Opera Nomadi e in collaborazione con A.P., università e centri di ricerca
culturali), sarà volto ad approfondire il tema delle Politiche Pubbliche e
gli aspetti culturali dei diversi gruppi rom e sinti.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore. E' possibile iscriversi anche a uno o più cicli d'incontro di proprio
interesse. Il corso si avvarrà della partecipazione di studiosi e docenti
universitari che operano da diversi anni nel Settore, proponendo
approfondimenti di ricerca tematici.
Gli incontri tematici avranno come relatori filologi, antropologi, pedagogisti,
sociologi, ma anche artisti e figure del popolo Rom e Sinto. Il corso è rivolto a insegnanti, educatori, mediatori, assistenti
sociali, amministratori e impiegati pubblici, studiosi, ricercatori…. e a
chiunque abbia voglia di approfondire questo tema.
"Musica zigana" Il Maestro Jovic Jovica, proporrà un corso di cultura musicale con
l'uso e la conoscenza di alcuni strumenti musicali tipici e l'insegnamento della
fisarmonica. Jovic Jovica è senz'altro oggi, unanimemente, riconosciuto come uno dei
più valenti musicisti nato e formatosi all'interno delle comunità Rom.
Autore e protagonista di numerose performance artistiche, metterà a disposizione
il suo talento musicale e la grande generosità umana per accostarsi e
approfondire la conoscenza e l'insegnamento della musica zigana, attraverso
lezioni frontali e di gruppo.
Gli incontri avranno una frequenza bisettimanale per un totale complessivo di 50
ore.
Il corso è rivolto a coloro che intendono approfondire la propria conoscenza
musicale.
Di Fabrizio (del 22/10/2011 @ 09:22:22, in scuola, visitato 1608 volte)
sabato 29 ottobre dalle ore 20.00 C.S. La Fornace Via Moscova 5, Rho
Serata di finanziamento per la scuola d’italiano della Fornace
20.00 – Cena Menù Balcanico Vegano antipasto crostini con salsa yogurt e salsa ajvar primo pasulj (crema di fagioli bianchi con spezie e bocconcini di soia) secondo cevapcici (polpettine vegane) in salsa ajvar con patate e cipolle
soffritte contorno insalata mista di verdura fresca con salsa yogurt dolce baklava
22.30 – Live concert Caravan Orkestar ft. Jovica Jovic
Caravan Orkestar
Una allegra e festosa carovana di musica nello stile delle fanfare balcaniche e
con un pizzico di klezmer ebraico.
La Caravan Orkestar, gruppo di recente formazione (2005) propone nel proprio
repertorio musiche arrangiate principalmente secondo lo stile delle fanfare
balcaniche.
Lo stile e le musiche di Goran Bregovic ed Emir kusturiza fanno da cornice a
brani tratti dal repertorio ebraico popolare nello stile klezmer, non
disdegnando generi quali il funk e blues.
La ricerca del repertorio musicale spazia, secondo lo spirito e il nome stesso
del gruppo, in differenti generi musicali per rappresentere idealmente
l’itinerario di una carovana nei diversi aspetti sociali e culturali del mondo,
dove, la musica popolare rappresenta nel modo migliore , vita e usanze delle
diverse popolazioni che vi abitano.
Malgrado sia presente da poco nel panorama della provincia Bergamasca, ha avuto
diverse occasioni per esibirsi, riscuotendo ovunque consensi.
Si segnala la partecipazione alle ultime due edizioni del carnevale organizzato
dalla provincia di Bergamo e al carnevale di Trezzo sull’Adda e al Festival di
Artisti di Strada di Costa di Mezzate,
Collabora assiduamente con gruppo teatrale ERBAMIL di Ponteranica.
Il gruppo a organico variabile parte da un minimo di 10 elementi ad un massimo
di 25/30.
Il volume sonoro prodotto dall’organico al suo completo non può che trasmettere
una sensazione irrefrenabile di movimento da parte di chi ascolta.
QUINDI….
Caravan Orkestar Trombe, tromboni, sassofoni, clarinetti e percussioni daranno
vita ad una festa balcanica-slava-ebraica in perfetto stile Kusturica in un
concerto tutto da ballare!!!!
Jovica Jovic - ma penso lo conosciate bene...
Balval è nato nel 1953 da una famiglia di musicisti rom. Suo padre e suo nonno
erano violinisti, all’età di 9 anni ha scelto invece la fisarmonica, strumento
nuovo per quei tempi. All’età di 12 anni suonava ai matrimoni e alle feste. A 18
anni ha deciso di cercare fortuna in altri paesi che potessero offrirgli
maggiori possibilità della Serbia.
Dal 1971 al 1996 ha fatto il musicista in vari paesi d’Europa. Dal 1996 vive
stabilmente in Italia e continua ad esercitare la professione di musicista.
Da cinque anni circa collabora con un gruppo di musica serba e balcanica, i
Muzikanti. Con loro ha prodotto due dischi, e insieme a loro si esibisce in
occasione di eventi pubblici e privati (feste, matrimoni, ecc). Insieme ad altri
musicisti rom ha animato numerose serate in tutta Italia organizzate da Opera
Nomadi, con cui collabora dal 1984.
Nella sua vita ha registrato numerosi dischi, come solista o come membro di
orchestre; nel 2000 ha partecipato alla tournée di Piero Pelù, con il quale ha
anche registrato un video; con Moni Ovadia ha stretto una fraterna amicizia ed
insieme hanno partecipato alla mostra su De Andrè, attualmente in giro per
l’Italia. Numerosi sono i suoi concerti in occasioni ufficiali, in memoria
dell’olocausto con la partecipazione di enti pubblici.
La sua fisarmonica ha quasi 40 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena
arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica
cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della
tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo
sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili.
Ma, suo malgrado, per tanto tempo ha avuto una doppia vita. Quella ufficiale,
sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua
bae l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto. Ora il Maestro non è
più clandestino.
Di Fabrizio (del 22/10/2011 @ 08:57:02, in Regole, visitato 1618 volte)
venerdì 28 ottobre dalle 16.00 alle 18.00 Auditorium Unicef in Via Palestro, 68 ROMA
Quanto è vera la leggenda che i rom rubano i bambini? O forse è vero che sono
le istituzioni a "rubare" i bambini rom?
Quanti rom sono accusati ogni anno di rapire bambini nel nostro paese? Quanti i
bambini rom dichiarati ogni anno adottabili?
Al fine di trovare risposte veritiere a queste domande sono state realizzate due
ricerche sul territorio nazionale che l'Associazione 21 luglio e la Fondazione
Migrantes presenteranno venerdì 28 ottobre a Roma nell’ambito del convegno:
"LADRI DI BAMBINI. I rom e le istituzioni: dalle leggende metropolitane alle
responsabilità nascoste".
Nel corso dell'evento, moderato dalla giornalista Rachele Masci, Sabrina Tosi
Cambini dell'Università di Verona presenterà la ricerca "La zingara rapitrice"
e, a seguire, la ricercatrice Carlotta Salezzi Salza presenterà "Dalla tutela al
genocidio? Le adozioni dei minori rom e sinti in Italia (1985-2005)".
Le conclusioni saranno affidate a Giancarlo Perego, direttore della Fondazione
Migrantes e Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio.
L'antiziganismo è l'ultimo razzismo socialmente accettabile. Anche i
commentatori abitali di questo blog postano cose simili: "Arrivano e combinano
pasticci incredibili", "Hanno fregato nel mio locale", [...] ed altre
caricature etniche. "Loro", senza dubbio, rubano i bambini.
Stamattina in TV osservare in diretta la violenta pulizia etnica nell'Essex è
stata un'esperienza straziante. Il consigliere Tony Ball, leader dell'autorità
che stava conducendo la pulizia etnica, star di Murdoch, spiegava che la sua
azione è popolare. Non ho dubbi che lo sia. Sarebbe popolare a Basildon se ogni
giorno il consiglio appendesse un uomo di colore al pennone della bandiera.
Senza dubbio il piccolo bigotto compiaciuto di sé stamattina è un uomo felice.
Quanti giustificano la sottrazione delle case alle famiglie, distruggere una
comunità ed interrompere la scolarizzazione dei bambini, sulla base di una
rigida interpretazione della legalità e dei permessi edificativi, deve
rispondere anche di questa strettoia del punto legale. L'attacco (perché tale è
stato) a Dale Farm questa mattina è stato condotto dalla polizia antisommossa e
senza la partecipazione degli ufficiali giudiziari. Almeno due donne, entrambe
Traveller e residenti permanenti del sito, hanno avuto bisogno di cure mediche.
La polizia ha sfondato le recinzioni sia interne che esterne, cosa che era stata
espressamente vietata dall'Alta Corte, dicendo che le proprietà erano dei
Traveller e non potevano essere distrutte dagli ufficiali giudiziari. Cosa ha a
che fare questo atto illegale di distruzione con la reiterata difesa legalistica
di questo attacco razzista?
Murdoch News di stamattina ha anticipato la difesa legale della polizia.
"L'Intelligence" della polizia aveva informazioni su una "riserva di oggetti da
usare come armi". Hanno perciò dovuto assaltare il campo nell'interesse della
sicurezza pubblica. Per questo dovevano infrangere il giudizio dell'Alta Corte:
demolire le recinzioni protette come una misura d'emergenza per salvare vite.
Tutto ciò è un pretesto trasparente, un mancato rispetto della legge da parte
della polizia, ben peggiore di qualsiasi suo infrangimento da parte dei
Traveller, perché il comportamento susseguente della polizia è sfociato in
violenze e lesioni. Le scorte di armi ovviamente non esistevano.
Torniamo ai fatti chiave: anche se situato nella "greenbelt", ogni cm. del
sito dei Traveller era in precedenza una fascia degradata, occupata da una
discarica. Le foto dal satellite (QUI
ndr) provano che i Traveller non hanno invaso la Greenbelt. La ragione per
cui non hanno ottenuto i permessi di edificazione è che diverse richieste in
questo senso sono state respinte, e la ragione di questorifiuto è che il
consiglio di Basildon è razzista. Senza dubbio qualsiasi simpatico costruttore
Tory avrebbe ottenuto il permesso di riempire di case quella ex discarica. I
Traveller erano proprietari del terreno su cui risiedevano.
Che male facevano? Nessuno Qual era il loro crimine? La loro etnia. Tutto il
resto è camuffamento legalistico, del tipo utilizzato da ogni stato per
perseguire ovunque la pulizia etnica. Agli occhi dello stato che la svolge, la
polizia etnica ha sempre la sua ragione nel rispetto della legge. E' piuttosto
questo il punto.
Comunicazione di tutt'altro genere: in questo momento mi è difficile
raccogliere testimonianze dirette da Dale Farm: ignoro se alcune persone con cui
ero in contatto siano state arrestate o malmenate dalla polizia.
Traduco con gioia una nota di S., una delle colonne tra i sostenitori di Dale
Farm e per un certo periodo dato per disperso dopo gli scontri, arrivata ieri (pubblico col
consenso dell'interessato):
Prima di tutto, grazie a quanti ieri hanno commentato sul mio profilo FB,
inviato SMS, o in qualsiasi altro modo abbiano cercato di offrirmi sostegno.
Ho avuto così tante richieste, specialmente attorno alle 14.00, che la mia
batteria s'è esaurita. Come sapete l'energia elettrica a Dale Farm era stata
tagliata e non avevo modo di collegarmi a FB per rispondere a tutti.
La polizia antisommossa ha usato tecniche apposite per contenerci per ore,
anche se ad un certo punto ho pensato di scavalcare le impalcature e superare le
loro teste attraverso gli alberi, come se fossi stato minuscolo... LOL
Sono arrivato a Dale Farm qualche tempo fa, per offrire il mio sostegno e la
mia solidarietà ad una comunità che è stata e continua ad essere in un disperato
bisogno di aiuto da parte degli altri. Le mie ragioni sono personali, ma chi mi
conosce sa che non posso accettare il razzismo sotto qualsiasi forma. E nessuno
mi convincerà che lo sgombero di ieri, forzato, brutale ed orrendo, non è stato
altro che un programma razzista per cui alcuni disprezzano la popolazione
zingara-viaggiante in questo paese e altrove.
Anche se non voglio commentare o seguire la retorica anti Dale Farm che
abbiamo visto nei mesi scorsi in alcuni siti internet, non si può tacere che
quanti sono stati d'accordo con lo sgombero ed il modo in cui è stato condotto,
hanno secondo me scelto deliberatamente di ignorare i sotterranei moti vi
razzisti alla base di tutta questa vicenda.
Dale Farm è l'inizio della fine per quanti pensano di poter "spianare" la
loro strada sulla vita di Traveller-Rom e zingari. I residenti di Dale Farm
hanno mostrato un immenso coraggio e convinzione nel mantenere la loro posizione
perché le loro case e vite non andassero distrutte. Come abbiamo visto e
continuiamo a vedere ancora adesso in tutto il mondo, questo singolo ma storico
evento costringerà le autorità locali ed il governo a ripensare le proprie
strategie su come "gestire" in futuro tutto ciò, e con ciò credo veramente che
alla fine i Traveller otterranno il rispetto e la dignità che meritano.
Personalmente mi sento privilegiato per essere stato ammesso a prendere parte
alle proteste ed alla resistenza, e che le famiglie di Dale Farm mi abbiano
accettato sulla loro terra e nelle loro case. Ho conosciuto nuovi e buoni amici
sia a Dale Farm che attraverso la rete dei siti internet.
Non è ancora finita, se me lo permetteranno continuerò ad appoggiare i
residenti di Dale Farm e la comunità viaggiante, anche sottoponendo alla polizia
i commenti razzisti di alcuni siti anti-viaggianti ed assicurandomi che gli
autori siano giudicati.
Infine, non ho dubbi, da quanto dei Traveller di Dale Farm, che siano stati e
sono pienamente a favore degli attivisti e manifestanti di Camp Costant, per
l'azione svolta a difesa delle loro case, bambini e terra.
La conclusione era inevitabile, ma io, assieme a molti altri, a volte ho
davvero creduto che potessimo vincere e che il risultato per i residenti sarebbe
stato di rimanere fino a che non si fosse trovata una soluzione adatta e
culturalmente accettabile. Tutto ciò è molto triste per la cosiddetta giustizia
britannica...
Belgioioso, coscritti dividono la strada tra «italiani e zingari». Il
sindaco: «Contro il lavoro di integrazione, la cancelliamo»
BELGIOIOSO- Una linea di demarcazione: italiani da un lato, zingari dall'altro.
Pennellate bianche sull'asfalto davanti alla scuola media di Belgioioso, in via
Donna Anna d'Este. Una scritta razzista difficile da non notare, caratteri
bianchi in stampatello proprio accanto alle strisce pedonali, davanti alle case,
alla scuola Ada Negri, poco distante dalla bocciofila. Una goliardata dei
coscritti che hanno "firmato" e imbrattato anche le strade attorno. «Potevano
evitare, è di cattivo gusto – spiegano nella strada, all'incrocio con via
Fratelli Cervi – quando c'è stata la sagra le bancarelle e le giostre arrivavano
proprio nel punto dove è stata disegnata la linea e la scritta». Ed è a questo
che riferisce la "divisione" disegnata sull'asfalto.
Nel piazzale dopo le scuole ora non ci sono più le giostre, ci sono solo le
roulotte del circo che sta per lasciare Belgioioso. Un pony mangia il fieno, ci
sono caprette e anatre. «Il circo non c'entra niente – spiegano al bar della
bocciofila – non ci sono stati episodi di razzismo da queste parti».
Dalle finestre della scuola la scritta si vede. Non è educativo per gli
studenti. Ma la preside Loredana Lanati, tramite la vice Maria Grazia
Casagrande, dice che preferisce non parlare, ancora prima di poterle domandare
se la scuola chiederà al Comune di cancellare la scritta razzista. Il passaggio
dei coscritti classe 1993 è evidente in tutto il quartiere. Sempre davanti alla
scuola hanno scritto: «La vera storia non si impara sui libri». Ma la divisione
tra italiani e zingari lascia un segno sull'asfalto in contrasto con il lavoro
che si sta facendo a Belgioioso per favorire l'integrazione di comunità con
provenienze diverse. «Abbiamo istituito una commissione per l'integrazione di
cittadini extra comunitari e comunitari – spiega il sindaco di Belgioioso Fabio
Zucca – è un progetto che funziona bene, ci sono rappresentanti delle diverse
comunità. L'integrazione c'è anche nelle nostre scuole, il clima è abbastanza
costruttivo, con tutte le difficoltà che ci sono». E la scritta? «Ha origine più
da un clima nazionale – dice Zucca – qui è stata avvertita come una goliardata,
altre volte ci sono state scritte che hanno suscitato molto più fastidio». A
cancellarla ci penserà il tempo. E il Comune? «Come tutte le scritte
provvederemo al ripristino». Parola del sindaco.
Conferenza stampa del Pd davanti al centro di accoglienza di via Salaria. Alcune
famiglie divise dopo gli sgomberi, per il Pd la struttura è precaria
Civici 981 e 971. Sono solo due numeri. Eppure a questi due numeri sono
collegate due serie problematiche che affliggono via Salaria: l'una, quella
dell'impianto Ama, a pochi metri dall'altra, quella del centro di accoglienza.
Dopo mesi in cui
si è sentito parlare del centro di smaltimento rifiuti, adesso
i riflettori si accendono anche sul centro di via Salaria 971, in cui
attualmente sono presenti oltre 300 Rom.
Questa mattina il Partito Democratico ha tenuto una conferenza stampa davanti al
centro di accoglienza per rendere note le difficoltà di numerose famiglie che
gravitano nella zona del centro, ma anche la situazione precaria della
struttura.
"Centinaia di persone si trovano qua fuori nella speranza di essere ospitate.
Alcuni sono andati a chiedere un appuntamento con il Dirigente del V
Dipartimento per spiegare la situazione, ma lui naturalmente ha altro da fare.
In più da due anni ci sono problemi sulla sicurezza di adulti e bambini in
questa struttura, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie, qui
la gente vive con il neon sempre acceso giorno e notte, per separare gli spazi
usano delle tende e coperte per avere un minimo di privacy", spiega il
Capogruppo Pd del IV MunicipioPaolo Marchionne, presente oggi insieme ad altri
esponenti del Pd capitolino e municipale, fra cui Paolo Masini, Marco Palumbo,
Paola Ilari, Fabio Dionisi.
Una donna di etnia Rom che vive nel campo ci spiega: "Io vivo qui dentro da due
mesi con mia zia, invece mio figlio e la mia nipotina stanno per strada: lei va
a scuola a Settebagni e non sappiamo dove lavarla. Quando esce dalla scuola
viene qui fuori e io le porto un po' d'acqua e la lavo qui. La notte dorme nella
macchina con mio figlio e mia nuora, da quando li hanno mandati via dal posto
lungo il fiume. Noi ringraziamo di stare in questa struttura, ma non possiamo
stare separati, quando farà freddo non posso lavare mia nipote per strada".
La storia di questa donna è uguale a quella di altre persone ospitate nel centro
che si sono viste dividere da alcuni familiari, i quali, per restare vicini al
centro di accoglienza, si erano accampati lungo il fiume e sono stati
recentemente sgomberati. Ad oggi, dunque, i familiari rimasti "fuori" fanno la
spola tutto il giorno davanti al centro, e alcuni la notte restano a dormire
nelle macchine parcheggiate in prossimità della struttura.
Il Pd capitolino e municipale critica quindi il piano nomadi di Alemanno, per il
quale la relazione stilata e diffusa dal Pd riferisce che "tra la gestione
commissariale e quella ordinaria, siano già stati spesi oltre 2,5 milioni di
euro, molti dei quali assorbiti dalle operazioni di sgombero e demolizione dei
campi abusivi e per il recupero e la gestione del centro di via Salaria 971.
Nessuna risorsa invece è stata impiegata per progetti finalizzati
all'integrazione e all'uscita dal centro di accoglienza, minori compresi, per
sua stessa definizione luogo transitorio di prima accoglienza dopo gli
sgomberi". Nella relazione si legge anche: "Il 13 Marzo 2010
Alemanno annunciò
la chiusura dell'ex cartiera con un'intervista rilasciata al quotidiano il
Messaggero. In contrasto totale con quelle dichiarazioni il Comune ha provveduto
ad ampliare la struttura, recuperando altri spazi".
Il Pd chiede quindi al Sindaco di Roma quali misure abbia intenzione di prendere
per risolvere la situazione di via Salaria 971, "considerato che gli sgomberi
fatti sono risultati solamente drammatici e inutili", ha dichiarato Emanuela Droghei del Pd.
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