Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 25/03/2011 @ 09:12:49, in Italia, visitato 1695 volte)

Anche quest’anno le mamme e le maestre di Rubattino, insieme ai GAS di Milano, sono presenti a “Fà la cosa giusta!” con il vino R.O.M.

La vendita delle bottiglie di Merlot, Sangiovese e Syrah serve a sostenere le famiglie rom che da tre anni mandano i bambini nelle scuole elementari di Lambrate/Feltre, nonostante le decine di sgomberi decisi dal Comune. Il progetto prevede borse di studio per gli adolescenti e l’inserimento lavorativo dei genitori presso le cascine dell’hinterland milanese.

Il vino R.O.M, presentato per la prima volta a “Fà La Cosa Giusta!” nel Marzo 2010, ha riscontrato l’interesse e la sensibilità di centinaia di visitatori, tanto che il ricavato delle vendite ha permesso di finanziare 4 borse di studio per i ragazzi e 3 borse lavoro per gli adulti.

Le famiglie rom sostenute sono state 6.

Quattro vivono in una casa e hanno lasciato le baracche dei campi irregolari.

Per Garofita, Sandu, Marco, Ovidiu, Geanina .... la vita è cambiata.

Le bottiglie di Merlot, Sangiovese e Syrah sono vendute al prezzo di 8 € l’una
(4 € per il produttore e 4 € per finanziare i progetti)
nello stand di InterGAS Milano presso “Fa’ la cosa Giusta!”
stand PP21 pad. 4 da venerdì 25 marzo alle ore 18,30 a domenica 27 marzo.

L’appuntamento per la presentazione del Vino R.O.M. è per venerdì 25 marzo alle ore 18,30 con Scarperò(m), la performance del fotografo e artista Ico Gasparri accompagnato dal violino di un musicista rom e da un saxofonista. La performance avrà come oggetto le fotografie delle scarpe abbandonate in seguito agli sgomberi e alla distruzione dei campi nell’area milanese.

Il vino R.O.M, prodotto nel 2007 dalla Cooperativa Eughenia nel rispetto della terra e di chi la lavora comprende una partita con poche migliaia di bottiglie. Il progetto è sostenuto dal Naga e dalla Comunità di Sant’Egidio.
www.gasmilano.org
www.fuorimercato.eu

Milano 22 marzo 2011

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Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:58:28, in casa, visitato 1800 volte)

Martedì, 22 Marzo

Lamezia Terme - A caccia di un sito per i lametini di Scordovillo. O di diversi siti. «Devono essere terreni del Comune, è difficoltoso fare gli espropri in una situazione del genere, e poi ci vuole troppo tempo». Sono le raccomandazioni del prefetto al sindaco nell'incontro di ieri a Catanzaro dalle 13 alle 15.

Antonio Reppucci e Gianni Speranza a Palazzo di Governo si sono seduti intorno a un tavolo con i vertici delle forze dell'ordine e il viceprefetto vicario Osvaldo Caccuri per analizzare la situazione di Scordovillo: entro domenica delle Palme bisogna trovare una soluzione. Questo l'ordine del procuratore della Repubblica Salvatore Vitello che ha sequestrato tutto il ghetto denunciando 58 capifamiglia per diversi reati ambientali ed occupazione abusiva di suolo pubblico.

«Ci sono ritardi di 63 anni, o tutti colpevoli o tutti innocenti», dichiara il prefetto alla Gazzetta del Sud dopo l'incontro urgente sul caso Scordovillo, circa mille zingari blindati in un ghetto nel cuore della città ed a ridosso dell'ospedale. Reppucci se l'aspettava: «Non riesco a capire tutte queste prese di posizione sul campo rom dopo 63 anni in cui si sono succedute giunte di diverso colore. Attaccare adesso a chi giova? E perchè?». E aggiunge provocatoriamente: «C'è qualcuno che ha un progetto valido? Allora che parlano a fare?».

Da qui l'appello a lavorare tutti insieme su questo bubbone: «Adesso ci vuole il buon senso di essere propositivi. Dobbiamo individuare un percorso tutti insieme: destra, sinistra, associazionismo. Una volta tanto dobbiamo essere tutti uniti, e usare toni pacati».

Ieri a tre giorni dal sequestro preventivo di Scordovillo la prima riunione. «È stata una prima presa di contatto», spiega il prefetto Reppucci. Che in settimana convocherà una nuova riunione. Adesso a dirigere le manovre è proprio Reppucci che subito dopo il sequestro ha preso in mano la situazione. Che dà qualche giorno di tempo al Comune per individuare le aree dove trasferire i rom. Ma con quali soldi?
Questo è un altro problema da risolvere. Perchè Antonio Reppucci non ha i poteri dei suoi colleghi di Roma, Milano e Palermo nominati commissari per l'emergenza rom. Occorrono milioni di euro per far traslocare tutti i residenti di Scordovillo: almeno 600 secondo il sindaco. Arrivano fino a mille con gli extra: imboscati, latitanti, irregolari e chissà chi altro.

L'elenco dei problemi è lungo. Uno di questi sono i 500 mila euro che il Comune ha disponibili per la bonifica. Ma perchè risanare Scordovillo se verrà smantellato? I lavori si sono bloccati, bisognerà decidere prima cosa fare del ghetto. Perchè oltre all'ipotesi dei falchi di smantellare tutta la baraccopoli, c'è quella delle colombe che pensano si possa ancora risanare completamente portando acqua corrente, energia elettrica regolarizzata (quella che c'è è in gran parte rubata con impianti volanti e pericolosi), fogne che non esistono. Perchè i liquami del villaggio, se qualcuno non l'ha ancora capito, finiscono dritti in un canalone scoperto che passa dall'ospedale, con buona pace di gastroenterologi e virologi che quotidianamente in camice bianco si occupano di infezioni.

«Ci sarà qualche altra riunione», aggiunge il rappresentante di governo a Catanzaro, «poi dovremo mettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Vorrei che la città di Lamezia ci desse una mano: aiutateci ad aiutarvi. I residenti di Scordovillo sono lametini, non possiamo cacciarli via dalla città».

Il prefetto poi torna al problema dei siti da individuare per trasferire le famiglie: «Certo, ci sarà l'effetto Nimby, perchè ognuno pensa: portateli dovunque, purchè lontani da casa mia. Parliamo di società multietnica e poi si pensa in questo modo».

Prima di andare in Prefettura il sindaco ieri di buon mattino ha incontrato una delegazione di rom. Sono tutti preoccupati sul loro futuro da qui a un mese. Il sindaco ha spiegato che «l'emergenza avrà un esito positivo se verrà affrontata con l'attivazione di un accordo di programma fra istituzioni con il coinvolgimento di Governo, Regione Calabria e Provincia per il trasferimento della comunità da contrada Scordovillo. Sicuramente la soluzione che si prospetta», ha detto Speranza agli zingari, «sarà migliore di quella che i cittadini rom stanno attualmente vivendo a Scordovillo».

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Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:20:11, in Italia, visitato 1666 volte)


 
Il piccolo aveva 13 mesi. Si è spento dopo tre giorni di agonia. La procura chiede l'autopsia di TIZIANA COZZI


NAPOLI - I primi malesseri sabato sera, nel piccolo container del campo rom di Giugliano, periferia Nord di Napoli. Nel fine settimana due inutili corse verso altrettanti ospedali che lo rimandano a casa. La morte ieri, durante l'ultima, disperata richiesta di aiuto nel terzo ospedale. Omar, un anno e un mese, si spegne tra le braccia del papà dopo tre giorni di agonia e di via crucis da una struttura sanitaria all'altra. Nessuna diagnosi. Sarà l'autopsia sul suo corpicino a dire la verità su quanto accaduto, sull'eventuale omissione di soccorso. L'esame avverrà appena saranno identificati i presunti responsabili e notificati gli avvisi di garanzia. La polizia del commissariato di Giugliano ha già inviato gli atti alla Procura della Repubblica e la piccola salma è stata trasferita a Napoli. "Siamo rom, quindi possiamo morire così. Mio figlio stava malissimo, era evidente. Eppure ci hanno liquidato così, sono bastate due parole: "Sta benissimo, tornate a casa". E invece stava per morire". Quanto accaduto è tutto nel breve, drammatico racconto del padre di Omar, Seido, che ora, nel campo Rom di Giugliano (in attesa di sgombero) si dispera e chiede di capire perché il bimbo è morto. È lui, con la moglie Draghiza, a ricostruire i fatti.

L'incubo comincia sabato sera. "Omar stava malissimo, con dolori di pancia e fitte allo stomaco", ricorda tra le lacrime mamma Draghiza. Domenica, dal campo Rom, la corsa verso Aversa. Dove i medici visitano il piccolo. "Sta bene", dicono. Dunque Omar torna nel container. Lunedì la situazione si aggrava. Il bambino non apre gli occhi, vomita, suda. Ha la diarrea. Seconda corsa, questa volta verso l'ospedale di Pozzuoli. Ma la scena si ripete. E anche se Draghiza chiede ai medici di fare una lavanda gastrica, i medici hanno già fatto la diagnosi: "È una banale influenza. Basta tenerlo al caldo e domani starà meglio". Non servono le preghiere e le lacrime della mamma che implora i medici di fare qualcosa. Devono lasciare il pronto soccorso.

Così la famiglia rom torna ancora una volta al campo, ma è l'inizio di una notte di paura. Il bimbo non si muove più. E martedì comincia la terza - e inutile - corsa verso un altro ospedale, il San Giuliano di Giugliano. Ma purtroppo Omar non verrà visto vivo dai medici. Muore durante il tragitto, viene trasferito direttamente all'obitorio dove, in breve, si affollano parenti e amici per protestare contro i medici. Intanto parte il fax dall'ospedale per la Procura e il magistrato di turno dispone il sequestro della piccola salma e l'autopsia. Cosa ha ucciso Omar? Una malattia seria non diagnosticata? Oppure una banale influenza non curata? "Siamo stati trattati così perché siamo rom - accusa Seido - quando siamo arrivati in ospedale ci hanno trattato con sufficienza. Non hanno valutato bene la situazione. È colpa loro se il nostro bambino ora non è più con noi. Adesso voglio giustizia. Voglio che chi ha sbagliato paghi".

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Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:20:03, in lavoro, visitato 1517 volte)

L'associazione Nevo Drom invita al convegno SINTENGRE AVARPEN (il lavoro dei sinti) che si terrà a Bolzano, lunedì 28 marzo 2011

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Di Sucar Drom (del 23/03/2011 @ 18:44:16, in blog, visitato 1524 volte)

Mantova, le sinte e i sinti mantovani scrivono alla Gazzetta
Pubblichiamo alcune delle lettere scritte al Direttore della Gazzetta di Mantova dalle donne e dagli uomini che vivono nell’area residenziale per sinti italiani di viale learco Guerra n. 23. Alcune lettere sono state pubblicate...

Mantova, la Federazione Rom e Sinti Insieme convoca tutte le associazioni
La Federazione Rom e Sinti Insieme è nata a Mantova nell’aprile del 2007 con l’adesione di tutte le associazioni sinte e rom presenti in Italia. La nascita della prima organizzazione nazionale guidata da sinti e rom è stata promossa da tre associazioni: Sucar Drom (Mantova), Nevo Drom (Bolzano) e RomSinti @ Politica (Pescara)...

DOSTA! Partecipa anche tu alla manifestazione a Mantova
Prima cacciarono i poveri che chiedevano l'elemosina e io sono rimasto in silenzio perché mi davano fastidio. Poi strapparono le bandiere dalle finestre delle case e io sono rimasto in silenzio perché turbavano il decoro pubblico...

Mantova, appello della società civile al Comune di Mantova
Il dibattito di questi giorni, relativo alla convocazione del Consiglio Comunale per la votazione di un nuovo regolamento per l’Area di viale Learco Guerra n. 23, ha evidenziato la necessità di una discussione più approfondita...

Milano, convocata la conferenza stampa di presentazione dell'appello 'I diritti non si sgomberano'
E' firmato dalle maggiori realtà non profit che seguono da anni le sorti delle comunità rom e sinte. Ecco il comunicato di presentazione. Negli ultimi due anni a Milano sono stati effettuati oltre 360 sgomberi di campi abitati da Rom e Sinti che han...

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Di Fabrizio (del 23/03/2011 @ 09:45:04, in Italia, visitato 1508 volte)

Questo post, scritto a marzo 2005, ha bisogno di qualche aggiornamento. Per iniziare (i lettori l'avranno capito, ormai): la Mahalla con l'arrivo della primavera passa in modalità elettorale, perché ogni anno c'è una qualche votazione. Secondo: purtroppo la fiera di cui si scrive non esiste più da tempo, ha vinto l'ennesima speculazione immobiliare e tutto il quartiere dove sorgeva è cambiato, anche i piccoli negozietti che c'erano hanno chiuso o lo stanno facendo. Terzo: rimane invece valido il discorso di base (leggete anche i commenti) su come potrebbero essere le nostre città, differentemente gestite - senza dover parlare di razzismo, ma finalmente di luoghi e persone (l'identità si crea così e non a slogan!). Ultimo: permettete un ricordo strettamente personale, quando ci andavo ed i miei figli erano piccoli, il loro stupore a vedere il vecchio zingaro del campo che conosceva tutti e a tutti li presentava. Scrivete, commentate, mi rendo conto che avrei tantissimo altre cose da raccontarvi.

i signori lettori mi scuseranno se parlerò di politica e non del signor B.

Sfido chiunque non sia lombardo a parlare bene di Milano. So già cosa ne salta fuori: è una città grigia, è la tana della Lega, è pure la capitale politica del Berluska. Lo so, ci sono nato e ci vivo, e mi pare inutile ricordare che Milano ne ha per tutti i gusti: c'è la Lega e il Leonkavallo; qui hanno mosso i primi passi tanto il Berluska che quel Cofferati che sino a qualche tempo fa sembrava l'unico politico di sinistra capace di fare qualcosa di nuovo, qui c'è la città triste e qui lavorò Leonardo progettando soluzioni urbanistiche che sarebbero ancora oggi all'avanguardia…

Bisogna essere milanesi per conoscere gli spazi a misura d'uomo di questa città. Ad esempio, sino a una decina di anni fa, frequentavo a Monza, il giovedì mattina, la fiera del bestiame. Raggiungibile facilmente dalla tangenziale est e non lontana dalla stazione ferroviaria. Immaginate, in mezzo alla città, un grande recinto con tettoie metalliche, dove trovare cavalli, asini, pecore, capre, mucche, galline. Dove si potevano acquistare calessi, birocci e selle (di tipo inglese o americano). Con il mercatino nelle strade adiacenti, per chi cercasse coltelli, anfibi, giubbe militari, frustini, sottosella. Un residuato di campagna dove era bello andarci con i figli, che abituati alla città e alla televisione giravano con la bocca aperta (ma lo sappiamo che si divertono anche i genitori).
L'avevo scoperto (naturalmente) grazie ai Rom di Milano, eredi di una tradizione di allevatori di cavalli. Era la classica fiera dove potevi incrociare l'allevatore che parlava in bresciano, il nobile che aveva la sua scuderia, e il Rom. Miscuglio di lingue e dialetti, ma i nomadi (rigorosamente maschi) ne facevano parte e ne erano fieri, perché non solo lavoravano, ma erano consci della loro arte. I loro ragazzi cominciavano a frequentarlo attorno ai dieci anni. Lì vicino, una piccola trattoria di quelle di una volta, dove concludere gli affari con vino e salamella.

Quel posto, l'ho conosciuto che era già in declino. Si sa, il progresso. Vorrei invitarvi ad andarci prima che sia troppo tardi e sparisca o si snaturi del tutto: è in via Mentana angolo Procaccini, a Monza.
Ora, capitemi bene, la mia non è nostalgia ma curiosità. Il progresso avanza anche fuori Italia, ma perché da noi queste "distrazioni" dal panorama urbano sono destinate a perdersi e in Francia ogni schifosa cantina di campagna diventa un museo? Perché negli Stati Uniti, in Inghilterra, Germania (per non parlare della Scandinavia) tengono alla loro storia e la valorizzano, mentre da noi la difesa delle tradizioni è sinonimo di movimenti razzisti? Non sarebbe più interessante (anche economicamente, intendo) una grande città che oltre alle fiere "istituzionali", coltivasse il turismo anche per i suoi abitanti?

C'è una risposta logica: il declino di certe attività, tra cui l'allevamento e il commercio di cavalli.
Qualche riga fa, accennavo a quello che vedo quando sono fuori Italia. Anche voi amereste viaggiare, se foste nati come me tra la Pirelli, la Falck e la Marelli. Di quelle fabbriche, oggi non c'è rimasto niente. Al loro posto, altrettanto squallido, il nuovo polo universitario della Bicocca che, anche se firmato Renzo Piano, è solo una gettata di cemento con vari parallelepipedi. E Tronchetti Provera graziato dal Comune, che si ritrova tra le mani un capitale immobiliare favoloso. Oppure, capannoni industriali in disuso, a perdita d'occhio.
Capannoni che finché restano in disuso, saranno il rifugio di Ucraini, Moldavi, Rumeni e Rom arrivati qua con mezzi di fortuna. Per carità, non ce l'ho con loro! In 10 anni, quei capannoni ne han visto di tutte le razze, ma mentre si protesta perché dei poveri cercano un rifugio, nessuno trova niente da dire a chi li lascia lì inutilizzati.
Non occorre grande fantasia per capire che chi si rifugia lì non troverà un domani diverso, se non si è capaci di risolvere i problemi di chi è Rom, ma abita in questa città da 40 anni ed è alle prese con un'altrettanto grave crisi politica ed occupazionale epocale.
In quei fabbricati si lavorava il ferro e attorno c'era campagna. Non occorrerebbe neanche tanto spazio o tanta spesa, per riadattarne qualcuno a terreno di allevamento o piccola officina tradizionale, perché no, con scuola annessa. Con una convenzione regionale, riqualificando l'occupazione tradizionale di un popolo in crisi. E cominciando, nel contempo, ad operare positivamente contro l'abusivismo, degli occupanti e dei proprietari.

Eppure, scorro TUTTI i programmi elettorali, e quelle cose che ho così chiare in testa sembrano UTOPIA. Ma chi, se non gli amministratori pubblici, dovrebbe interessarsene?
…ma, se non si trattasse di Rom, ma di confrontare gli appetiti immobiliari in Italia e le prassi che all'estero funzionano da 30 anni, mi capireste?

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Di Fabrizio (del 23/03/2011 @ 09:39:27, in Italia, visitato 1659 volte)

Venerdì 25 marzo dalle ore 15,00 alle ore 19,00
presso la sede dell’associazione chi rom e… chi no, “Scola Jungla” in Via Cupa Perillo (campo rom) Scampia-Napoli

è gradita la conferma all’incontro

"L'associazione chi rom e...chi no, in collaborazione con Osservazione, centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti, organizza una tavola rotonda per presentare e discutere i risultati della ricerca sul sistema di interventi che puntano a difendere i minori rom e sinti in Campania. La ricerca è stata realizzata nell'ambito del progetto "La protezione dei minori Rom in Bulgari, Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Romania e Slovacchia, condotta, dall' European Right Centre in collaborazione con Osservazione.
Il progetto è finanziato dalla commissione Europea nel quadro del programma "Diritti Fondamentali e Cittadinanza"

Presentazione della ricerca
Francesca Saudino e Daria Storia OsservAzione
Barbara Pierro e Emma Ferulano chi rom e… chi no

Sono previsti gli interventi di:
Dott. Assante e Dott. Avallone Giudici del Tribunale per i Minori di Napoli,
Dott.ssa Molinaro Presidente Ordine Assistenti Sociali Campania,
i rappresentanti delle istituzioni, delle strutture residenziali e dei CPA, le scuole, le associazioni del terzo settore, gli assistenti sociali e le famiglie dei territori interessati dalla presenza di comunità rom.

Evento accreditato dall’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Campania, riconosciuti due crediti

Per info ed eventuali indicazioni contattare:
348.8842827 – 338.8525697 – email: chirom.e.chino@gmail.com

come raggiungerci: GoogleMaps

www.chiromechino.blogspot.com
www.osservazione.org

Destina il tuo 5 per mille all'ass. chi rom e...chi no onlus
CF 95081280638

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 23/03/2011 @ 09:16:38, in Regole, visitato 2663 volte)

Questa (ieri NDR) mattina  si è svolta presso la Camera del Lavoro di Milano la presentazione dell'appello "I Diritti non si sgomberano", per fermare gli sgomberi dei campi Rom a Milano, che ha già raccolto l'adesione di oltre 60 associazioni.

Sono intervenuti alcuni dei rappresentanti delle numerose realtà che hanno promosso l’appello: Onorio Rosati e Corrado Mandreoli per la CGIL, don Massimo Mapelli della Casa della Carità, Annamaria Bufalini per le Mamme e Maestre di Rubattino, Bruno Segre del Campo della Pace Ebraico , Paolo Agnoletto per il Gruppo Sostegno Forlanini, Claudio Cristiani di Agesci Zona Milano, Diana Pavlovic di Rom e Sinti Insieme, Avv. Alberto Guariso di Avvocati per Niente e Associazioni Studi Giuridici sull'Immigrazione, una operatrice del Naga e l'avv. Gilberto Pagani di Legal Team Italia.

Un appello rivolto all’amministrazione perché opti per politiche di vera integrazione ed abbandoni la logica degli sgomberi, appello però rivolto anche al tessuto civile di questa città perché ritrovi il gusto della partecipazione alla costruzione di una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali.

In allegato il testo dell'appello con tutte le firme raccolte fino ad oggi.

L'intento è quello di raccogliere nuove adesioni sia di associazioni e gruppi che di singoli cittadini, che andranno comunicate ad uno dei seguenti indirizzi scendiamoincampo@gmail.com  oppure gaggini@libero.it

L'invito è quindi quello di farlo girare il più possibile e di pubblicarlo sui diversi siti internet (se vi serve in altro formato chiedetemelo); allego anche una griglia da utilizzare eventualmente in caso di raccolta diretta delle firme (che andranno poi comunicate comunque ai due indirizzi mail indicati sopra).

Saluti a tutti


Negli ultimi due anni a Milano sono stati effettuati oltre 360 sgomberi di campi abitati da Rom e Sinti che hanno coinvolto alcune centinaia di nuclei familiari presenti da tempo sul territorio cittadino.

Dopo ogni sgombero si assiste solo alla rituale esibizione dell'effetto "pulizia" e alle soddisfatte dichiarazioni degli Amministratori Comunali riguardo ai quintali di immondizia rimossi.

Spesso gli sgomberi vengono eseguiti senza alcuna preventiva notifica e a volte gli agenti di polizia intervengono in numero decisamente spropositato rispetto alla popolazione Rom che intendono allontanare, considerando anche l'alto numero di anziani e bambini presenti; gli sgomberi spesso sono attuati all'imbrunire o alle prime luci dell'alba ed anche in pieno inverno con avverse condizioni atmosferiche, molti sgomberi sono avvenuti sotto la pioggia o la neve; a seguito degli sgomberi le abitazioni e i pochi altri beni personali dei Rom sono arbitrariamente distrutti, spesso si tratta di oggetti di scarso valore economico che tuttavia per quelle famiglie rappresentano le uniche proprietà; la maggior parte delle persone sgomberate non riceve alcun tipo di offerta circa una sistemazione alternativa, e nelle rare occasioni in cui sono presenti i servizi sociali le soluzioni proposte prevedono lo smembramento delle famiglie o l'allontanamento dei minori.

A causa dei continui e ripetuti sgomberi molti bambini Rom sono stati costretti ad interrompere la frequenza scolastica e i preziosi legami di amicizia costruiti con i compagni. Le maestre e i genitori delle scuole dove sono stati inseriti alcuni bambini Rom, ci hanno più volte ricordato come i continui sgomberi violano l'inalienabile diritto all'istruzione. Quella di frequentare la scuola è l'unica possibilità per questi bambini di pensare ad un futuro diverso. I bambini a cui viene negato il diritto all'istruzione sono bambini privati anche del diritto di sapere che si può vivere in un modo migliore, privati anche solo del diritto di sognare una vita diversa.

Questa scelta praticata dall'Amministrazione Comunale di Milano ci risulta intollerabile, in quanto viola sistematicamente i più elementari diritti di adulti e bambini sanciti dalle Convenzioni Internazionali e dalla nostra Costituzione: il diritto all'abitare, all'integrità personale, alla salute, all'istruzione, nonché il divieto di discriminazione.

In questi anni gli sgomberi e le ruspe non hanno risolto nulla, anzi - con un grosso dispendio di risorse pubbliche - hanno contribuito a rendere ancora più difficile e drammatica la vita delle famiglie Rom, ed in particolare di alcune centinaia di bambini, aumentando il loro disagio e la loro esclusione dal tessuto sociale.

Infatti, nonostante gli ingenti finanziamenti ricevuti (€ 13.115.700,00 il 29 agosto 2008, da parte del Fondo per la sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico del Ministero dell'interno), nessuna azione di integrazione e promozione sociale è stata avviata dal Comune di Milano nei confronti dei campi Rom non regolari.

Il Tribunale ha recentemente condannato il Comune di Milano per comportamento discriminatorio relativamente alla vicenda legata alla mancata assegnazione delle case alle famiglie Rom del Campo di Triboniano; per lo stesso motivo, un gruppo di 39 cittadini ha denunciato alla Procura della Repubblica il Sindaco Moratti e il Vicesindaco De Corato per i ripetuti sgomberi dei campi Rom, ipotizzando i reati di abuso di ufficio, interruzione di servizio pubblico (in particolare relativamente all'obbligo scolastico ) e danneggiamento, con l'aggravante di averli commessi per finalità di discriminazione e di odio etnico e
razziale .

In questi anni a Milano c'è però anche chi ha scelto di incontrare questi volti, queste persone, di costruire rapporti di vicinanza, di considerarli i nuovi vicini di casa o i nuovi compagni di banco. A volte dopo uno sgombero sono partite inaspettate catene di solidarietà, che hanno avuto anche risalto sui mass-media locali e nazionale, ma queste reazioni pur importanti non sono sufficienti.
Alcune associazioni e gruppi ma anche singoli cittadini, maestre e genitori hanno costruito con le famiglie Rom dei rapporti basati sulla fiducia, imparando a superare diffidenze e paure reciproche. Sono nati così progetti di integrazione abitativa, lavorativa, scolastica. Queste persone hanno scelto di vivere così il proprio ruolo di cittadinanza attiva per costruire una città più vivibile e quindi più sicura per tutti, proprio perché più accogliente; una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali.

Siamo coscienti che quelli dell'inclusione e della sicurezza sociale sono temi delicati e non facili da affrontare, ma queste esperienze ci hanno insegnato che basta riconoscere nei Rom e nei Sinti prima di tutto delle persone con gli stessi diritti e doveri di ogni abitante, vecchio e nuovo, di questa metropoli per iniziare un percorso diverso.

Chiediamo al Sindaco Moratti e al Vicesindaco De Corato di interrompere il trattamento disumano ed illegale cui sono sottoposte le popolazioni Rom e Sinte che abitano nel territorio municipale.
Chiediamo all'Amministrazione Comunale di Milano di porre immediatamente fine alla pratica degli sgomberi.
Chiediamo che le risorse pubbliche non vengano più sistematicamente sprecate per demolire e distruggere baracche e beni, sogni e legami, ma siano utilizzate per promuovere percorsi reali di integrazione abitativa e lavorativa e progetti che garantiscano il diritto all'istruzione ed alla salute per tutti, Rom e Sinti compresi.
Chiediamo che i Rom e Sinti siano riconosciuti come soggetti a pieno titolo, interlocutori attivi dei progetti che li riguardano


Ci rivolgiamo alle Associazioni, ai rappresentanti sindacali, alle Chiese, alle Confessioni Religiose, agli uomini di cultura, agli operatori dei servizi, agli insegnanti, agli avvocati e a tutti i cittadini che credano nell'inviolabilità dei diritti umani e civili sanciti dalla nostra Costituzione, affinché sostengano e sottoscrivano questo nostro appello.

Milano 2 febbraio 2011

Potete mandare la vostra adesione al presente appello ai seguenti indirizzi:
scendiamoincampo@gmail.com
gaggini@libero.it

Adesioni all' appello per fermare gli sgomberi dei campi Rom a Milano

ASSOCIAZIONI
1. Gruppo Sostegno Forlanini
2. Mamme e Maestre Rubattino
3. Associazione Genitori Scuola B. Munari via Feltre
4. Associazione Genitori Scuola Media "Quintino di Vona", Milano
5. Casa della Carità
6. Comunità di Sant'Egidio
7. Padri Somaschi di Milano
8. Aven Amentza
9. Federazione Rom e Sinti Insieme
10. Naga
11. CGIL Milano
12. ARCI
13. ACLI
14. Everyone
15. Istituto di Cultura Sinta – Mantova
16. Associazione UPRE Roma
17. Associazione Sucar Drom - Mantova
18. Ufficio Politiche Sociali CGIL Brianza
19. Campo della Pace Ebraico (Milano)
20. CNCA Lombardia (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza)
21. Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino
22. Associazione Comunità Il Gabbiano Onlus
23. Agesol
24. Associazione Società Informazione
25. Gruppo Abele
26. Libera
27. Gruppo Caritativo Tabità Onlus presso la Parrocchia della Madonna della Medaglia Miracolosa – Milano
28. La Comunità per lo Sviluppo Umano – Milano
29. Associazione 21 Luglio – Roma
30. Progetto Ekotonos di San Vittore Milano
31. Antigone
32. Cooperativa Sociale Alice
33. Avvocati per niente
34. ASGI Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
35. Immigrati Autorganizzati
36. Associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio Onlus
37. Coordinamento INTERGAS
38. GAS Feltre
39. GAS Lambrate
40. GAS Giambellino
41. ANPI Provinciale Milano,Presidente prof. Carlo Smuraglia
42. ANPI Sezione Martiri di Lambrate Ortica, Presidente Ginetto Mori
43. Coordinamento sezioni ANPI ZONA 4 MILANO
44. Associazione Zona 3 x la Costituzione, Presidente Titti Benvenuto
45. Coordinamento Nord Sud del Mondo
46. Legal Team Italia
47. Rivista Popoli, mensile internazionale dei Gesuiti italiani
48. Rivista Aggiornamenti Sociali, mensile di ricerca e intervento sociale dei Gesuiti
49. AGESCI ZONA MILANO, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani
50. Gruppo Scout AGESCI MILANO 68
51. Gruppo Scout AGESCI MILANO 45
52. Gruppo Scout AGESCI MILANO 4
53. Unione Inquilini - Milano
54. Sicet Cisl - Milano
55. Comitato Inquilini Molise –Calvairate-Ponti
56. Redazione Mahalla
57. Redazione di Faber
58. Rete delle Scuole Senza Permesso
59. Banda degli Ottoni a Scoppio
60. Convergenza delle Culture - Milano
61. Spazio Mondi Migranti (Parabiago)
62. RSU ST Castelletto
63. RSU RAI
64. RSA CGIL Scala Milano
65. RSA FISAC CGIL di Equens Italia Milano
66. RSA FISAC CGIL di Sinsys Milano
67. RSA FISAC CGIL di Banca Montepaschi Milano
68. RSA FISAC CGIL di UNICREDIT Milano


ADESIONI INDIVIDUALI
1. Agnoletto Paolo, Avvocato
2. Agostoni Claudio, Radio Popolare
3. Alietti Alfredo, Università Ferrara
4. Bittasi Padre Stefano (Gesuita Villapizzone – Milano)
5. Borsani Silvia, Maestra scuola via Guicciardi
6. Boschetti Laura, Institut d'Etudes Politiques de Grenoble
7. Brambilla Anna, Avvocato
8. Bravi Luca, Università di Chieti
9. Brugnatelli Francesco, Avvocato
10. Campagna Barbara, Funzione della professionalità giuridico pedagogica in servizio a San Vittore – RSU Milano San Vittore
11. Carpentieri Rosario, Insegnante di Marcianese CE
12. Colucci Francesco Paolo, Docente Psicologia sociale, Università di Milano-Bicocca
13. Conte Massimo, Presidente di Codici Società Cooperativa Sociale Onlus
14. Dardanelli Ezio, Segretario Generale FISAC CGIL Lombardia
15. Don Gino Rigoldi, Presidente Comunità Nuova Milano
16. Faggi Stefania, Maestra Rubatino
17. Giansanti Alberto
18. Guariso Alberto, Avvocato
19. Levi della Torre Stefano
20. Lomonaco Michele, Segreteria FISAC CGIL Milano
21. Maneri Marcelli , Università Bicocca Milano
22. Mariani Rosalba, Ufficio Presidenza Direttivo CGIL Milano
23. Micheli Giuseppe
24. Mingione Enzo, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università Bicocca
25. Moffa Ottavio, Educatore professionale presso la Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino
26. Moni Ovadia
27. Morera Giorgia, Educatrice Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino
28. Naldi Alessandra
29. Pagani Gilberto, Avvocato
30. Pavlovic Dijana
31. Robbiati Flaviana, Maestra
32. Roselli Licia, Direttrice Associazione Agenzia di Solidarietà Agesol onlus Milano
33. Rossi Ernesto, Aven Amentza
34. Sarcinelli Alice Sophie, Ecoles des Hautes Etudes en Sciences Sociales/Médecins du Monde
35. Segre Bruno
36. Semprebon Michela, Dottore di Ricerca in Sociologia Urbana Università Bicocca
37. Tosi Simone, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università Bicocca
38. Trento Michela, Presidente Direttivo FISAC-CGIL Milano
39. Vanzati Franco, Associazione Insieme Voghera
40. Vincenti Assunta, Maestra
41. Vitale Tommaso, Università Milano Bicocca e Parigi Sciences Politiques
42. Volpato Chiara, Professore Psicologia sociale, Università Milano-Bicocca
43. Zucali Stefani, Avvocato

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Di Fabrizio (del 22/03/2011 @ 14:53:07, in Italia, visitato 2050 volte)

Su richiesta e segnalazione del lettore Fiorenzo, ad integrazione di quanto pubblicato QUI (e relativi commenti), ecco un altro articolo tratto da Redattore Sociale:

Il commento di don Mapelli: "Un'azione di cui si assumano la responsabilità il comune, il prefetto o chi si vuole. Ma non noi. Sgomberi come questo sono del tutto inutili, innalzano solo la tensione"

MILANO - "Quello che è successo oggi non ci vede d'accordo: è un'azione per la quale non siamo stati interpellati". Questo il commento di don Massimo Mapelli, responsabile del progetto sociale della Casa della carità all'interno del campo nomadi comunale di via Triboniano, allo sgombero di tre famiglie avvenuto in mattinata (vedi lancio precedente).
"Queste famiglie stavano pian piano costruendo percorsi di uscita positiva che iniziavano a concretizzarsi -continua il sacerdote-. Perciò sgomberi come questo sono del tutto inutili: innalzano la tensione e non servono ad affrontare il problema dal punto di vista sociale."

Per quanto riguarda l'accusa di offerta di denaro in cambio dell'abbandono del campo, sollevata dal romeno Costantin Ventila anche a carico della Casa della carità, don Mapelli replica: "Come agli altri abitanti del campo, abbiamo chiesto anche a lui, che lavora regolarmente, di iniziare un percorso di uscita dal campo e di inserimento sociale: molti altri hanno trovato una casa sul mercato con il sostegno del Piano Maroni e poteva farlo anche lui. Detto questo, non siamo stati sicuramente noi a ordinare l'azione di oggi nei suoi confronti. Un'azione di cui si assumano la responsabilità il Comune, il Prefetto o chi si vuole. Ma non noi"

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Di Sucar Drom (del 22/03/2011 @ 09:26:58, in casa, visitato 1687 volte)

Il Comune varerà il nuovo regolamento per il campo nomadi. La struttura verrà gestita da un ente terzo rispetto a Comune e Sucar Drom. Ecco le lettere che i sinti hanno inviato alla Gazzetta.

Gazzetta di Mantova

  • GUENDALINA "Vogliono cacciarci"
  • PAOLO "Perché cambiare il regolamento?"
  • DEL BAR "Come fate a sapere che siamo sporchi?"
  • SUCAR DROM "Ricordiamo i tanti passi avanti"

MANTOVA. Giro di vite del Comune sulla gestione del campo nomadi del Migliaretto. E' quanto prevede la nuova bozza di regolamento. Norme più severe per scandire la convivenza tra famiglie Rom e Sinte e, soprattutto, la certezza che si andrà verso la chiusura del campo, anche se ancora non si sa quando e nemmeno quale sarà l'alternativa offerta ai residenti. I quali saranno maggiormente responsabilizzati nella conduzione delle piazzole.

Nel senso che dovranno occuparsi della manutenzione ordinaria, prima affidata al Comune, e che risponderanno direttamente degli eventuali danni arrecati alla struttura. Rischiando anche l'espulsione nel caso non si attengano alla regole. Aumenterà anche il canone giornaliero che ogni famiglia dovrà versare e rincarerà anche il costo di acqua, luce e gas. E vi è anche una novità sostanziale. Dal nuovo regolamento si evince che a gestire la struttura non saranno più il Comune e i nomadi attraverso l'associazione Sucar drom, ma un ente terzo. Le modalità per l'affidamento saranno decise in un secondo tempo dalla giunta.

Ancora non è dato conoscere la reazione ufficiale delle rappresentanze dei nomadi, anche se voci parlano di forti resistenze all'introduzione, all'articolo 4, della facoltà per l'ente gestore di proporre al sindaco l'espulsione di chi, residente o meno, «non osserva il regolamento, commette reati contro il patrimonio, crea disordini o risse all'interno dell'area e di chi risulta insolvente nei pagamenti dei canoni» previsti dal regolamento.

Così come non piacerebbe che dallo stesso articolo 4 sia sparito il riferimento a due dei compiti principali per le istituzioni pubbliche e per chi gestisce un campo nomadi: promuovere la scolarizzazione dei bambini e curare il rapporto tra cittadini e nomadi per favorire l'integrazione nella comunità. «In commissione - dice l'assessore al welfare Arnaldo De Pietri - valuteremo serenamente le proposte delle associazioni che saranno portate dai dirigenti e che, in alcune casi, sono già state condivise. Il fatto politico importante - sottolinea - è che il regolamento porta in sè i presupposti per procedere ad un graduale smantellamento del campo».

In questa direzione va anche la norma introdotta che prevede di non assegnare più le piazzole che si rendessero libere per il trasferimento di famiglie residenti. Per la prima volta la struttura di via Guerra viene definita «area residenziale» per le famiglie Sinte e Rom (prima era semplicemente un "campo" per permettere la sosta dei nomadi fornendo loro «servizi indispensabili per le esigenze familiari»).

L'area comprende 25 piazzole (ognuna delle quali può ospitare sino a due nuclei familiari), con a disposizione due prese elettriche. L'area al massimo può ospitare 200 persone (prima non vi era alcun limite): i residenti possono stare per un tempo illimitato; mentre i non residenti potranno fermarsi per un massimo di 30 giorni rinnovabili (prima era previsto un solo rinnovo).

18 marzo 2011


 Sul nuovo regolamento per il campo nomadi sono arrivate in redazione lettere (alcune firmate con nomi di fantasia per "timori _ scrivono _ di ritorsioni da parte del Comune") molto critiche nei confronti delle nuove norme. Ecco la prima lettera

"Egregio Direttore della Gazzetta di Mantova, il Consiglio comunale sembra intenzionato ad approvare un nuovo regolamento per chi come me vive nel cosiddetto campo nomadi. Con il nuovo regolamento si vuole stravolgere le modalità di pagamento degli oneri (affitto della piazzola, energia elettrica, acqua, immondizie...). Per inciso, la casa non me l'ha data il Comune come a Milano o a Roma, ce la metto io!

Mentre oggi andiamo liberamente, alla scadenza delle bollette, a pagare quanto dovuto alla Tesoreria comunale in via Roma, con il nuovo regolamento dovremmo pagare a un fantomatico Ente gestore. Mi chiedo: questo Ente gestore garantirà gli stessi orari di sportello come fa oggi la Tesoreria comunale? Quanto dovrà spendere il Comune per dare la possibilità all'Ente gestore di avere uno sportello aperto tanti giorni e tante ore come la Tesoreria comunale? L'impressione è che si voglia complicare la mia vita con l'obbiettivo trovare delle scuse per cacciarmi in strada se il fantomatico giorno dei pagamenti sarò lavoro o sarò ammalato."
Guendalina
abitante di viale Learco Guerra 23


 Un altro abitante di Viale Learco Guerra 23 scrive sul regolamento che il Comune intende adottare per il campo nomadi. Anche in questo caso fa ricorso a un nome di fantasia

"Egregio Direttore, il Comune ha intenzione di cambiare il regolamento del luogo dove vivo, viale Learco Guerra 23. Razionalmente non ne capisco il motivo, visto che l'attuale regolamento funziona e che tutti pagano regolarmente; ma si sa ci sono le elezioni provinciali e quindi la cosa più semplice è dare addosso a noi sinti mantovani.

Comunque non riesco proprio a capire il motivo per cui nel momento in cui non pagassi l'energia elettrica mi cacciano in strada. Oggi se non pago mi tagliano i fili della luce come a qualsiasi altro mantovano. Secondo Lei, Direttore, stanno cercando scuse per smantellare il cosiddetto campo nomadi mandandoci via da Mantova?"
Paolo
abitante di viale Learco Guerra 23


 Yuri del Bar, vicepresidente dell'associazione Sucar Drom, critica le parole del consigliere comunale Romano, il quale ha affermato che "la cultura sinta è ruberia o carità"

"Signor Direttore, il consigliere Carlo Romano vuole insegnarci come vivere. Ha affermato pubblicamente che la cultura sinta, e quindi la mia cultura, è ruberia o carità. Ha anche affermato che siamo sporchi e non paghiamo le bollette. Le posizioni verso noi sinti mantovani del consigliere Romano le ho lette nei libri di storia e le ho sentite raccontate da mia madre che è nata in campo di concentramento. Tutti sappiamo come è finita...

Nei suoi mandati come Consigliere Comunale Carlo Romano non si è mai visto nei pressi del cosiddetto ''campo nomadi'' e quindi mi chiedo: come fa a sapere che noi siamo sporchi? Forse quando ero Consigliere comunale venivo alle sedute sporco?

Devo ricordare al consigliere Romano che la stessa Regione Lombardia, guidata dal suo partito, ha riconosciuto la scolarizzazione a Mantova dei bambini sinti come modello da esportare anche in altre città. La Regione Lombardia è molto attenta ed informata su queste dinamiche e su questi progetti, al contrario del consigliere che sparla solo per fare presa sulla cittadinanza. Naturalmente stando attento a non fare dichiarazioni che vadano contro l'altro partito di maggioranza: la Lega Nord. Altrimenti ha paura di perdere il seggiolone in consiglio.

Credo che in questi anni la nostra associazione abbia fatto un gran bel lavoro, non vedo il motivo perché distruggerlo e cambiare con un altro ente gestore. In generale le cose si cambiano quando vanno male, ma forse l'unica cosa che ha in mente questa amministrazione è quella di fare fuori Sucar Drom, associazione conosciuta e stimata sia in Italia che in Europa. Credo che il regolamento dell'area di sosta di via Learco Guerra n. 23 debba essere ancora approfondito prima di andare in Consiglio comunale, come eravamo d'accordo con l'Assessore che ci aveva promesso un altro incontro. Ma le pressioni politiche alle spalle dell'assessore hanno costretto questo ultimo a cedere per non avere problemi in seguito. L'associazione Sucar Drom ha ricevuto nel 2009 euro 16.000,00 per la gestione ma anche una parte della manutenzione degli impianti come quello fognario e quello del verde. Caro Romano, cosa costerà ai mantovani la sola gestione che sembra si voglia affidare all'Aster (ex Mantova Parking)?"
Yuri Del Bar
Vicepresidente Associazione Sucar Drom


 "Il desiderio di evitare il dialogo e il confronto aperto cercando di far accettare proposte che definire discutibili è solo generoso verso chi le avanza, è apparso subito chiaro a chi come me ha assistito nella serata di ieri all'incontro delle commissioni statuto e regolamento e servizi sociali. Le commissioni si riunivano per discutere la stesura di un nuovo regolamento per l'Area Attrezzata a Sosta per Sinti italiani, da sempre dicitura corretta ma che i nostri politici, spesso in difficoltà con la lingua italiana, non riescono ancora a pronunciare preferendo quella più sbrigativa di campo nomadi.

Dopo una sbrigativa presentazione del nuovo regolamento da parte del dirigente Ernesto Ghidoni, l' assessore Arnaldo De Pietri, chiedeva che non fosse accettata la lettura di un intervento preparato dall'Associazione Sucar Drom come proposto dai consiglieri di minoranza.

L'assessore riteneva che se il tenore dell'intervento fosse quello espresso anche in articoli apparsi sui quotidiani, non era il caso di dare altro spazio al confronto. Forse dimenticava che era apparso prima un lungo articolo sulla Gazzetta di Mantova, che se non riportava fedelmente le sue parole o il suo pensiero, non si è comunque sentito in obbligo di correggere o smentire.

Fortunatamente la maggioranza dei presenti non era dello stesso avviso, e pure se non sono mancati altri tentativi per affossare il confronto, il consigliere Romano ha infatti ricordato che bisogna bere l'amaro calice (speriamo non sia olio di ricino), l'intervento è stato letto, offrendo la possibilità tardiva e comunque alla fine evasa di poter presentare un nuovo regolamento che non risultasse solo, come è dimostrato sarà, un atto che renderà ancor più difficile la vita a determinate persone già svantaggiate, ma anche un documento raffazzonato e approssimativo che evidenzierà i suoi limiti e la sua scorrettezza al momento di metterlo in atto.

Forse per ottenere una cosa più condivisa e più costruttiva sarebbe bastato che i rappresentanti dell'assessorato al welfare ricordassero a se stessi e ai presenti i passi in avanti che in passato si sono potuti fare, e che ancora sarebbero stati possibili, puntando a quel modo di agire conosciuto come collaborazione.
Luca Dotti
Associazione Sucar Drom


NdR: altre lettere inviate alla Gazzetta di Mantova, su U VELTO

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