Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
Una bruttissima storia di razzismo contro Cittadini Italiani di etnia Rom.
Alcune famiglie rom di Pescara, cittadini Italiani, decidono di fare una gita a Roma per portare i loro figli al parco acquatico. Arrivati al Parco vanno alla biglietteria per fare i biglietti, ma vengono rifiutati PERCHE' ZINGARI. Il gruppo rom decide di chiamare le forze dell'ordine per far rispettare un loro diritto.
I Carabinieri arrivano al Parco e preso atto dei fatti decidono subito di identificare tutti i rom presenti e chiedere le relative informazioni via radio. Dopo qualche ora di accertamenti NESSUNA ILLEGALITA' viene riscontrata. Ma questo non è sufficiente, quando sei zingaro.
I Carabinieri decidono di portare un rom al comando Carabinieri di Ponte Galeria a Roma per accertamenti, un modo per evitare al gruppo dei rom di entrare al Parco.
Incontreremo le famiglie rom nelle prossime ore a Pescara e avvieremo tutte le iniziative necessarie e democratiche.
Di Sucar Drom (del 18/08/2009 @ 10:37:03, in blog, visitato 1857 volte)
Milano, dichiarazione razzista di Stefano Maullu
Il Giornale pubblica una dichiarazione shock dell’Assessore Regionale Stefano
Maullu. Secondo Maullu la cultura dei rom è: rubare, sfruttare le donne, educare
i bambini all’accattonaggio e non volersi integrar...
In memoria di Eva, Danchiu, Mengji e Tutsa
Navigammo su fragili vascelli per affrontar del mondo la burrasca ed avevamo gli
occhi troppo belli: che la pietà non vi rimanga in tasca...
Milano, Maullu ci ha inviato a proporgli delle soluzioni
Questa mattina ho parlato al telefono con l’assessore regionale Maullu perché
l’intervista rilasciata a Il Giornale, domenica scorsa, aveva lasciato
frastornate, allibite e scioccate le persone che gestiscono questo spazio web...
Torino, nel dramma un ragazzo rom sceglie la legalità
Violentata dal padre del suo fidanzato. Stuprata in mezzo alla strada, alla
periferia di Torino, al termine di una notte trascorsa tutti insieme. Qualche
ora di allegria che si è poi trasformata in incubo per una rom di 17 anni e per
il suo fidanzato ve...
Venezia, il nuovo Prefetto si presenta
Ha incontrato Questore, comandanti di carabinieri e Guardia di Finanza, ha preso
appuntamento con le autorità cittadine e, attraverso la stampa, ha salutato la
città e la provincia di cui sarà ora prefetto. Michele Lepri Gallerano, 64 anni,
da ieri è il principale inquilino di Ca' Corner...
Perché Bossi deve dimettersi
Nell’anniversario della tragedia del 1956 a Marcinelle, dove 136 minatori
italiani persero la vita, perfino esponenti dell’attuale maggioranza di destra
hanno riconosciuto che quei lavoratori erano trattati non diversamente da come
oggi si trattano da noi gli “extracomunitari”, hanno domandato “rispetto” per
gli stranieri...
Mantova/Brescia, l'altro festival: la carta d'intenti
Nel nostro Paese assistiamo, con grande preoccupazione, alla diffusione di
atteggiamenti e comportamenti che sono all’opposto dei valori di solidarietà,
accoglienza e rispetto della persona nei quali ...
Villa Rosa di Martinsicuro (TE), una tragedia per una bicicletta
Tre minorenni hanno aggredito Antonio De Meo, un cameriere 23enne di Castel di
Lama, nella notte fra domenica e lunedì scorsi. I tre ragazzi, appartenenti alla
minoranza rom, hanno avvicinato il giovane e dopo aver litigato per una
bicicletta sparita ...
Roma, l’inferno di Ponte Galeria
E’ sempre tutto esaurito, stracolmo. Non è una sala del cinema dove si vedono
sorrisi ed allegria, non è neanche una galera. E’ molto peggio. Un lager al
centro d’Italia, nella capitale, “un posto farabutto, una discarica umana, dove
ogni diritto è sospeso” disse Peppe Mariani, consigliere Regionale e presidente
della Commissione Lavoro e...
Venezia, scoppia la polemica dopo le parole del nuovo Prefetto
Le parole del nuovo prefetto di Venezia, Michele Lepri Gallerano, riaccendono la
polemica sul nuovo villaggio in costruzione in via Vallenari a Favaro. Lega Nord
e Forza Italia litigano tra alleati. E il capogruppo della Lega Nord in Comune,
Alberto Mazzonetto (in foto), dic...
Milano, il dramma di intere famiglie dopo lo sgombero dalla Cascina Bareggiate
Sgomberata da quattro giorni la cascina Bareggiate su ordine del Prefetto
Lombardi. Risultato: 150 persone (uomini, donne e bambini) vagano nella
periferia milanese senza una meta. Queste sono le politiche dell’odio
etnico/razziale prodott...
CIE, in rivolta a Milano e Torino
Da alcuni mesi riceviamo le cronache di quanto succede nei Centri
d’Identificazione ed Espulsione che sono sparsi per l’Italia. Quanto succede in
questi centri poche volte arriva sui giornali e molti italiani non sanno neppure
che esistono questi luoghi di seg...
Le affermazioni di Benedetto XVI sul nazismo mettono in grande imbarazzo proprio
i tedeschi
In un’intervista rilasciata il 9 agosto a La Stampa, e ripresa dal Portale
dell'ebraismo italiano moked.it, Rav Riccardo Di Segni ha giustamente
sottolineato che, per quanto Benedetto XVI torni a parlare della Shoah, e a
condannare il nazismo, lo fa tenendo separata la responsabilità dei tedeschi da
q...
Milano, avanti tutta con sgomberi e "alleggerimenti"
Il Sindaco di Milano è soddisfatta di aver messo in strada uomini, donne,
bambini di cascina Bareggiate e non solo. A margine del pranzo per i
millecinquecento anziani organizzato a Ferragosto il Sindaco ha ricordato che
sono stati effettuati già 137 sgomberi nell’ultimo anno e mezzo. «Solo nei campi
rom, senza contare gli allogg...
Paolo Berizzi: "Così la Bande Nere conquistano l'Italia"
La storia del ruolo dell’estrema destra nella società italiana degli anni
Settanta è stata rivoltata come un guanto da storici e giornalisti. Paolo
Berizzi, giornalista bergamasco di Repubblica, invece con il suo libro inchiesta
Bande Nere (Bompiani editore, 2009) ha preferito avventurarsi tra sigle, movim...
Auschwitz Birkenau, la poltica degli "alleggerimenti"
In questi giorni d’agosto sto leggendo il libro “la rivolta degli zingari,
Auschwitz 1944” di Alessandro Cecchi Pavone e Flavio Pagno, pubblicato
quest’anno a ridosso del Giorno della Memoria. Il libro è dedicato ai martiri
del Porrajmos e al gesto dell’ex Prefetto di Roma Carl...
La delegazione presente in corso Monforte era composta da una trentina di
persone. Cinque dei manifestanti sono stati ricevuti dal Viceprefetto vicario,
il dottor Saccone.
I Rom hanno provato a spiegare la situazione in cui si trovano: da oltre
una settimana si son trovati senza un riparo, vengono sgomberati - spesso alle 6
di mattina - una/due volte al giorno, ovviamente non hanno acqua o i servizi
indispensabili, le loro tende ed i ripari improvvisati vengono costantemente
distrutti dalle forze dell'ordine. In questa situazione devono sopravvivere
donne incinte e una cinquantina di bambini, compresi dei neonati.
Inoltre, i criteri usati per dividere gli sgomberati dalla cascina e fornire
una sistemazione a 10 loro famiglie (su 50), prevedevano la frequenza scolare,
quando esistono situazioni di persone con bambini solo in età pre-scolare. Giova
ricordare, che queste persone sono in Italia da una decina d'anni, alcuni
possono portare a prova le loro buste paga.
Il Viceprefetto, che comunque conosceva già la situazione, ha ribadito la
legittimità della politica seguita, a partire dall'abbattimento della struttura
occupata, proponendo come unica soluzione l'allontanamento delle famiglie che
tuttora vagano tra i comuni di Pioltello, Vimodrone e Segrate.
Si è tentato di riportare la discussione nel pratico, ricordando che il
rispetto della legislazione, comporta anche il rispetto dei richiami
internazionali all'Italia, che ricordo riguardano "la Convenzione sui diritti
dell’infanzia delle Nazioni unite del 20 novembre 1989, ratificata dalla
Repubblica italiana con legge n. 176 del 27 maggio 1991, segnatamente agli
articoli 19, 24 (diritto all’assistenza), 26 (diritto alla sicurezza sociale),
27 (diritto allo sviluppo sociale), 28 e 29 (diritto all’educazione)"
Di fronte alla chiusura assoluta del Viceprefetto, la delegazione tornava in
strada per riferire agli altri su quanto si era detto e con una intervista ad
una troupe televisiva, dove esprimevano anche la loro esasperazione e
(nonostante tutto) l'intenzione di resistere, si chiudeva la giornata.
Di Fabrizio (del 20/08/2009 @ 09:09:30, in lavoro, visitato 1968 volte)
Da BaobAbArci di Milano. Questa nota viene pubblicata perché
venga fatta girare. Chi desidera ricevere il file può mandare una email a
baobab@arci.it A breve avremo le traduzioni.
LE DOMANDE SI POSSONO PRESENTARE DAL 1 AL 30 SETTEMBRE 2009, SENZA LIMITE
DI QUOTE – QUINDI NON è NECESSARIO CONCENTRARE LE PRATICHE NEI PRIMI GIORNI DEL
MESE
1.DATORI DI LAVORO: italiani, europei o extraeuropei con carta di
soggiorno, solo privati (single oppure famiglie), no cooperative né società;
è possibile l'assunzione anche da parte di coniugi o altri parenti 2.TIPOLOGIA LAVORATORI: collaboratori famigliari (colf, uomini o donne)
oppure badanti (uomini o donne), italiani, europei ed extraeuropei, sia con
permesso di soggiorno che senza 3.DATA DI IMPIEGO: almeno dal 1 aprile 2009 e fino al momento della
presentazione della domanda ; non sarà richiesta alcuna prova effettiva della
data di ingresso in Italia, ma non sono da escludere controlli precisi in merito
sia alle frontiere che al momento del rilascio del permesso di soggiorno 4.REQUISITI DI REDDITO_per assumere una COLF: single o famiglia con un
solo reddito CUD di 20.000,00 €, famiglia con più persone che lavorano, CUD
complessivo di 25.000,00 € 5.REQUISITI DI REDDITO_per assumere una BADANTE: nessun requisito di
reddito 6.NUMERO DEI LAVORATORI: ogni famiglia potrà assumere una colf e due
badanti, il requisito di reddito non cambia 7.DOVE SI FA LA DOMANDA: per i lavoratori italiani, europei ed
extraeuropei in possesso di permesso di soggiorno per motivi di lavoro, agli
sportelli INPS attraverso apposito modulo; per i lavoratori extraeuropei senza
permesso di soggiorno allo Sportello Unico della Prefettura, on-line attraverso
il sito del Ministero degli Interni 8.DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE_per assumere una COLF: documento di
identità del datore di lavoro (carta di identità se italiano, passaporto e carta
di soggiorno se non italiano); passaporto del lavoratore; indicazioni sulla
tipologia di contratto e sul compenso, sul luogo di impiego e sulle ore di
lavoro; ricevuta del versamento del contributo forfettario e marca da bollo da
14,62€ 9.DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE_per assumere una BADANTE: oltre a quanto
richiesto per le colf, anche certificazione a firma del Servizio sanitario
Nazionale (struttura pubblica oppure medico di base) che attesti la limitazione
dell'autosufficienza della persona e la necessità di assistenza, riportando il
tipo di patologia e il tipo di assistenza e specificando il numero di persone
(una o due) necessarie all'assistenza – se la persona ha già attestazione di
invalidità civile non è necessaria ulteriore documentazione 10.CONTRIBUTO FORFETTARIO: 500,00 € per ogni lavoratore, da pagare con
modulo F24 apposito, presso gli sportelli dell'Agenzia delle Entrate, Banche e
Uffici Postali (sportelli on-line e agenzie) – tale contributo coprirà il
periodo previdenziale 1 aprile-30giugno 2009, i contributi successivi verranno
versati dopo la stipula del contratto
11.chi fa la domanda di sanatoria rinuncia alla domanda di una quota all'interno
del decreto flussi 2007 o 2008 12.CHI NON PUO' PARTECIPARE: chi è stato espulso con decreto del
Ministero degli Interni (pericolosità sociale), chi è stato segnalato in altri
paesi (ma non in Italia) dell'area Schengen, chi ha una condanna anche non
definitiva (può partecipare invece chi è solo stato denunciato) 13.SANZIONI: le false dichiarazioni sono punite ai sensi del codice
penale, se si utilizzano documenti falsi la sanzione principale passa da uno a
sei anni di reclusione
14.l'avvenuta presentazione della domanda comporta la sospensione del reato (sia
quello di irregolarità sul territorio per il lavoratore, sia quello di
irregolarità dell'impiego per il datore di lavoro) per il periodo compreso tra
la data della presentazione della domanda e la notifica della valutazione della
pratica da parte dello Sportello Unico della Prefettura – E' QUINDI
IMPORTANTE CHE IL LAVORATORE SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO SIA IMMEDIATAMENTE IN
POSSESSO DELLA RICEVUTA ATTESTANTE L'AVVENUTA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
15.l'accoglimento della domanda comporta l'estinzione di tutti i reati connessi,
sia per il datore di lavoro che per il lavoratore
16.Al termine della valutazione della pratica, la Prefettura convocherà il
datore di lavoro e il lavoratore per la stipula del contratto di soggiorno –
contestualmente verrà effettuata la comunicazione INPS dell'avvenuta assunzione
e la compilazione del Modello 209 per la richiesta del Permesso di Soggiorno
In Italia, come è tristemente noto, i Rom e Sinti non sono riconosciuti
minoranza etnico-linguistica nonostante continue raccomandazioni della
Commissione Europea la quale afferma i presupposti umani e culturali innegabili
di un popolo perseguitato nonché il diritto ad essere inserito nella storia
territoriale.
L'atteggiamento del nostro paese coincide con il disinteresse altresì di
custodire memoria storica attraverso un simbolo commemorativo.
Obiettivo della Federazione romanì è il riconoscimento di minoranza linguistica
e per realizzarlo è necessario attivare una strategia che possa condurre al
riconoscimento dello status di minoranza linguistica a Rom e Sinti.
La Federazione romani ha attivato una propria strategia che nelle prossime
settimane presenterà dettagliatamente a diverse Istituzioni nazionali e
successivamente a tutti i cittadini per un sostegno forte.
In breve sintesi si tratta:
- della realizzazione di una ricerca storica che definisca la situazione dei Rom
e dei Sinti in Italia durante gli anni del regime nazi-fascista
- della realizzazione di un simbolo artistico a riconoscimento e a memoria dei
caduti rom e sinti nei campi di sterminio
Documento storico
Tra i punti salienti dell'indagine occorre appurare le cause della mancata
deportazione di massa di Rom e Sinti in Italia, (circola tra i rom una storia
legata alla Regina Elena originaria del Montenegro imparentata, forse?, con i
rom, o per altra ragione da ricercare, la quale avrebbe impedito la deportazione
tramite l'intervento del re Vittorio Emanuele II).
Una “leggenda” che deve essere verificata per spiegare il “punto vuoto” del
folle progetto di sterminio.
Appurare comunque quanti rom e sinti dall'Italia sono stati realmente deportati
nei campi di sterminio in Germania nel contesto socio-politico del tempo.
Inoltre riscontrare e documentare gli episodi di partecipazione alla Resistenza
anti-fascista da parte di persone rom e sinte e la loro partecipazione alla II
guerra mondiale. Ecc...
Il documento sarà presentato in sede ufficiale il 17 Dicembre 2009, per non
dimenticare l’emanazione delle leggi razziali.
Simbolo artistico commemorativo
Come per tutti gli eventi storici, l'arte è e rimane il mezzo più incisivo
capace di evocazione e di emozione di un fatto realmente accaduto. L'immagine
comunica nell'immediata memoria collettiva il dolore e il senso di un dramma; e
il tutto in una volta sola, più di mille parole.
Per cui si propone la realizzazione di un simbolo artistico, un monumento
commemorativo, studiato ed elaborato.
L’iniziativa è a vantaggio del riconoscimento dell'arte romanì come primo passo
verso l'acquisizione della cultura tutta nell'inclusione di essa fra le
minoranze etnico-linguistiche riconosciute in Italia.
Di Fabrizio (del 21/08/2009 @ 09:40:04, in Italia, visitato 1902 volte)
Vi segnalo questo articolo a firma di Ilaria Urbani,
pubblicato su "Il Manifesto" del 17 agosto perché, a mio avviso, ha l'indubbio
merito di porre in evidenza alcuni fatti fin qui trascurati: la completa
mancanza di "sicurezza" della strada, cosa questa già segnalata in passato e
colpevolmente ignorata, una attenta ricostruzione dell' "incidente", le
incredibili condizioni di vita degli abitanti del campo, la questione degli
spari uditi all'interno del campo, diversamente riportati dalla stampa, il
dolore della Famiglia. Giancarlo Ranaldi
Il luogo dove sono stati ritrovati Slavica e Luca.
Una tazzina di caffè, sigarette, dolci, tre bicchieri e tanti fiori colorati.
La famiglia di Slavica Djordjevic, la ragazza rom di 20 anni uccisa da un pirata
della strada sabato mattina davanti al campo comunale di Secondigliano, ha
allestito la baracca come una camera mortuaria. Ma Slavica non c'è. E' in una
camera di un obitorio. L'autopsia ieri ha confermato che ad ucciderla è stato un
pirata della strada. L'uomo alla guida non si è fermato a soccorrerla. Il figlio
di 6 giorni, Luka, ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Santobono,
migliora di ora in ora. Il neonato che al momento dello schianto si trovava nel
passeggino ha fatto un salto di alcuni metri riportando due fratture al cranio e
un'emorragia. Non è stato ancora identificato l'automobilista che ha travolto la
donna mentre è stato recuperato uno degli specchietti retrovisori esterni della
vettura, una Volskwagen Polo, di colore celeste. Dalle impronte riportate sullo
specchietto gli investigatori cercano di risalire al pirata della strada. L'uomo
potrebbe essersi fermato alcuni minuti sul luogo dell'incidente per riporre il
corpo della ragazza tra il ciglio della strada e guard rail. Slavica è stata
colpita all'altezza del gluteo sinistro. Lo schianto ha provocato lo
spappolamento della milza. Non sono state trovate tracce di sangue perché si era
riversato tutto nei polmoni. Le ferite al braccio sono dovute ad una caduta
successiva all'impatto. «E' impensabile che un corpo finisca da solo in uno
spazio così piccolo dopo uno schianto del genere», dicono gli abitanti del
campo.
Il Comune di Napoli si farà carico delle spese dei funerali o del rimpatrio
della salma. Il corpo della ragazza, di origine serba che prima del matrimonio
abitava del campo di Via Cupa Perillo a Scampìa, dovrebbe tornare nel paese
d'origine anche se l'autorizzazione per il rimpatrio non è ancora arrivata. Il
marito Denis, la famiglia e gli amici di Slavica hanno organizzato una veglia
funebre di tre giorni nel campo di via Cupa Perillo dove la ragazza abitava
prima del matrimonio. I figli del vento del campo comunale di Secondigliano
chiedono dall'aprile del 2001 l'istituzione della fermata di un autobus
all'esterno della baraccopoli. Le automobili sfrecciano a cento all'ora
mettendo, un pericolo costante per i rom. Le novanta famiglie del campo sono
costrette ad attraversare la Circumvallazione esterna per uscire dal campo. «Le
istituzioni non hanno ancora fornito di mezzi trasporto la zona perché ci
sarebbe una disputa sulle competenze. Non si capisce - spiega Marta di Opera
Nomadi - se il tratto è gestito dalla Provincia o dal Comune. Una questione che
riguarda anche la raccolta dei rifiuti che infestano l'area». Il campo rom è
fornito di acqua e energia elettrica che però salta spesso. D'inverno per
l'utilizzo delle stufe e d'estate dei ventilatori. La baraccopoli ha il sistema
fognario in comune con il vicino carcere di Secondigliano. Quando le fogne vanno
in tilt una puzza nauseabonda ricopre il campo.
Nella baraccopoli a ridosso della Circumvallazione esterna ieri si sono
registrati alcuni momenti di tensione. Gli operatori sociali presenti nel campo
ieri mattina spiegano che i colpi di pistola uditi all'esterno non sarebbero
stati esplositi per sedare una rissa scoppiata tra due fratelli, come riportato
da alcune agenzie di stampa, ma perché un ragazzo che usciva dal campo non si
sarebbe fermato all'alt della polizia municipale. Gli agenti avrebbero dovuto
sparare alcuni colpi in aria per intimare lo stop al ragazzo. Gli unici rumori
che hanno interrotto il silenzio di una giornata di lutto.
MTI 19-8-2009 L'Autorità Rom Nazionale (OCO) ha chiesto alle piccole comunità
rom di non prendere la legge nelle proprie mani, ma di sforzarsi
nell'organizzare la loro protezione assieme con la polizia locale e le guardie
municipali, ha detto martedì in una dichiarazione a MTI Janos Bogdan Jr,
portavoce di OCO.
OCO ha fatto questa dichiarazione dopo un numero di incidenti in cui membri
delle comunità rom nei piccoli villaggi hanno fermato auto che ritenevano
sospette ed identificato i viaggiatori, come reazione ai recenti attacchi
anti-Rom.
Domenica mattina, una dozzina di Rom armati di asce e rastrelli a
Nyirlugos (NE) ha fermato una jeep e obbligato i suoi terrificati passeggeri a
scendere. I membri del gruppo più tardi hanno detto alla polizia che erano in
"servizio volontario di pattuglia".
Da luglio dell'anno scorso, sei persone sono morte e 49 sono state ferite
durante assalti alle case rom, soprattutto ai margini di piccoli villaggi
rurali. La polizia ritiene trattarti di assassini seriali.
Di Fabrizio (del 22/08/2009 @ 09:05:11, in conflitti, visitato 1420 volte)
19 agosto 2009 – In un
rapporto (pdf in inglese ndr) su di una serie di recenti assalti a Gnjilane,
Kosovo orientale, che potrebbero avere una motivazione etnica, l'organizzazione
dei diritti umani Chachipe ha espresso la sua preoccupazione sulla
qualità e l'obiettività dei rapporti sui crimini etnicamente motivati contro i
Rom in Kosovo. Durante le ultime settimane di luglio, diversi Rom hanno
riportato di aver subito assalti ed abusi da parte dei vicini Albanesi nel
tradizionale quartiere rom di Gnjilane, senza che la cosa venisse adeguatamente
seguita e riportata dalle organizzazioni internazionali.
A seguito dei rapporti su un violento incidente, nel quale diversi Rom
sarebbero stati feriti, Chachipe ha svolto un'inchiesta tra le
organizzazioni internazionali allo scopo di identificare il retroterra e le
dimensioni dell'incidente. Anche se l'incidente segnalato data di parecchi
giorni, nessuna delle organizzazioni contattate, incluse UNMIK, EULEX, OCSE, e UNHCR,
ha detto di averne conoscenza. Ma anche dopo averne presa visione dai loro
uffici locali, le organizzazioni non sono state capaci o hanno voluto informare
Chachipe sull'evento.
"Le informazioni che abbiamo ricevuto erano assolutamente rudimentali.
Andavano da una lista di rapporti della polizia, riferiti a incidenti
apparentemente minori come "litigi" e furti, a rimarcare che la situazione della
sicurezza per i Rom si è recentemente deteriorata, ed una lamentela sul fatto
che la polizia non avesse correttamente riportato sull'assalto ai Rom, dice
Chachipe.
L'immagine cambiava drasticamente seguendo un reportage TV trasmesso, giovedì
scorso, da Yekhipe, il programma romanì della TV pubblica del Kosovo. I
giornalisti di Yekhipe hanno visitato il quartiere rom ed intervistato diverse
vittime e testimoni. Dai loro rapporti appare che sono successi a Gnjilane una
serie di gravi incidenti, durante i quali diversi Rom sono stati assaliti ed
hanno subito abusi, per nessun altro apparente motivo se non l'odio.
Parlando coi giornalisti, i Rom si lamentavano che la situazione a Gnjilane si è
recentemente deteriorata, in concomitanza con l'arrivo dell'etnia albanese nel
quartiere rom. Uno dei testimoni ha aggiunto che gli attacchi erano organizzati
e coordinati. Tutti i Rom affermano che i membri della comunità vengono
regolarmente attaccati o subiscono abusi verbali, ed hanno espresso serie paure
sulla loro sicurezza.
Emerge anche dalle loro dichiarazioni, che la loro confidenza nella polizia è
molto limitata. Di sei casi, accaduti a luglio, solo tre sono stati segnalati
alla polizia. I giornalisti di Yekhipe hanno intervistato un ufficiale di
polizia locale che ha qualificato due dei casi riportati come semplici conflitti
di vicinato ed insinuato che l'altro sarebbe collegato a "conti aperti"
nel mondo del mercato nero, squalificando così le vittime.
Chachipe ha dichiarato che con questo retroterra, è difficile comprendere
la passività e la mancanza di preoccupazioni che emergono dalle reazioni delle
organizzazioni internazionali alla sua inchiesta. L'organizzazione ha ricordato
che uno dei compiti delle forze internazionali di sicurezza era di proteggere e
promuovere i diritti umani, e che le organizzazioni hanno un mandato esplicito
per controllare la situazione. Chachipe si è detta preoccupata del fatto
che la polizia UE sembra avere pochissime informazioni sulla situazione del
quartiere Rom di Gnjilane.
Chachipe ha evidenziato le conseguenze di violenze non riportate ed
etnicamente motivate contro i Rom, sia per i Rom in Kosovo che per i rifugiati
ed i richiedenti asilo all'estero. "Come appare dai recenti incidenti di Gnjilane,
che confermano le preoccupazioni che avevamo ricevuto in precedenza, i Rom in
Kosovo non hanno dove fare ritorno, se si sentono minacciati. Quanti hanno
lasciato il Kosovo hanno grossi problemi a dimostrare i rischi ai quali sono
esposti in caso di ritorno".
Chachipe ha criticato la decisione di diversi paesi dell'Europa
occidentale, compresi Germania, Svizzera, Svezia ed Austria, di rimpatriare
forzatamente i Rom, sulla base di una valutazione della situazione sulla
sicurezza univoca ed incompleta. "Appare che il recente rapporto UNMIK al
Consiglio di Sicurezza ONU sia essenzialmente basato sui rapporti della polizia,
mentre l'UNMIK stesso riconosce che le minoranze etniche non hanno alcuna
fiducia nel rivolgersi alla polizia," dice Chachipe.
Chachipe ha richiamato le organizzazioni internazionali a cercare
immediatamente di diluire le tensioni nel quartiere rom di Gnjilane e di
risolvere i problemi che apparentemente sono collegati al processo di ritorno.
Inoltre richiede un'inchiesta approfondita sui retroscena dei recenti attacchi
contro i Rom, come pure una sorveglianza ed un resoconto obiettivi ed imparziali
sulla situazione della sicurezza nel Kosovo. Chachipe infine chiede ai
governi ed ai paesi ospiti di ripensare al rimpatrio forzato dei Rom verso il
Kosovo, fintanto che la situazione della sicurezza rimane fragile, e di
garantire ai rifugiati che sono nei paesi d'esteri da lungo tempo, uno status di
residenza permanente.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: