Vi segnalo questo articolo a firma di Ilaria Urbani,
pubblicato su "Il Manifesto" del 17 agosto perché, a mio avviso, ha l'indubbio
merito di porre in evidenza alcuni fatti fin qui trascurati: la completa
mancanza di "sicurezza" della strada, cosa questa già segnalata in passato e
colpevolmente ignorata, una attenta ricostruzione dell' "incidente", le
incredibili condizioni di vita degli abitanti del campo, la questione degli
spari uditi all'interno del campo, diversamente riportati dalla stampa, il
dolore della Famiglia. Giancarlo Ranaldi
Il luogo dove sono stati ritrovati Slavica e Luca.
Una tazzina di caffè, sigarette, dolci, tre bicchieri e tanti fiori colorati.
La famiglia di Slavica Djordjevic, la ragazza rom di 20 anni uccisa da un pirata
della strada sabato mattina davanti al campo comunale di Secondigliano, ha
allestito la baracca come una camera mortuaria. Ma Slavica non c'è. E' in una
camera di un obitorio. L'autopsia ieri ha confermato che ad ucciderla è stato un
pirata della strada. L'uomo alla guida non si è fermato a soccorrerla. Il figlio
di 6 giorni, Luka, ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Santobono,
migliora di ora in ora. Il neonato che al momento dello schianto si trovava nel
passeggino ha fatto un salto di alcuni metri riportando due fratture al cranio e
un'emorragia. Non è stato ancora identificato l'automobilista che ha travolto la
donna mentre è stato recuperato uno degli specchietti retrovisori esterni della
vettura, una Volskwagen Polo, di colore celeste. Dalle impronte riportate sullo
specchietto gli investigatori cercano di risalire al pirata della strada. L'uomo
potrebbe essersi fermato alcuni minuti sul luogo dell'incidente per riporre il
corpo della ragazza tra il ciglio della strada e guard rail. Slavica è stata
colpita all'altezza del gluteo sinistro. Lo schianto ha provocato lo
spappolamento della milza. Non sono state trovate tracce di sangue perché si era
riversato tutto nei polmoni. Le ferite al braccio sono dovute ad una caduta
successiva all'impatto. «E' impensabile che un corpo finisca da solo in uno
spazio così piccolo dopo uno schianto del genere», dicono gli abitanti del
campo.
Il Comune di Napoli si farà carico delle spese dei funerali o del rimpatrio
della salma. Il corpo della ragazza, di origine serba che prima del matrimonio
abitava del campo di Via Cupa Perillo a Scampìa, dovrebbe tornare nel paese
d'origine anche se l'autorizzazione per il rimpatrio non è ancora arrivata. Il
marito Denis, la famiglia e gli amici di Slavica hanno organizzato una veglia
funebre di tre giorni nel campo di via Cupa Perillo dove la ragazza abitava
prima del matrimonio. I figli del vento del campo comunale di Secondigliano
chiedono dall'aprile del 2001 l'istituzione della fermata di un autobus
all'esterno della baraccopoli. Le automobili sfrecciano a cento all'ora
mettendo, un pericolo costante per i rom. Le novanta famiglie del campo sono
costrette ad attraversare la Circumvallazione esterna per uscire dal campo. «Le
istituzioni non hanno ancora fornito di mezzi trasporto la zona perché ci
sarebbe una disputa sulle competenze. Non si capisce - spiega Marta di Opera
Nomadi - se il tratto è gestito dalla Provincia o dal Comune. Una questione che
riguarda anche la raccolta dei rifiuti che infestano l'area». Il campo rom è
fornito di acqua e energia elettrica che però salta spesso. D'inverno per
l'utilizzo delle stufe e d'estate dei ventilatori. La baraccopoli ha il sistema
fognario in comune con il vicino carcere di Secondigliano. Quando le fogne vanno
in tilt una puzza nauseabonda ricopre il campo.
Nella baraccopoli a ridosso della Circumvallazione esterna ieri si sono
registrati alcuni momenti di tensione. Gli operatori sociali presenti nel campo
ieri mattina spiegano che i colpi di pistola uditi all'esterno non sarebbero
stati esplositi per sedare una rissa scoppiata tra due fratelli, come riportato
da alcune agenzie di stampa, ma perché un ragazzo che usciva dal campo non si
sarebbe fermato all'alt della polizia municipale. Gli agenti avrebbero dovuto
sparare alcuni colpi in aria per intimare lo stop al ragazzo. Gli unici rumori
che hanno interrotto il silenzio di una giornata di lutto.