Circa 150 bambini rom nella regione della Tracia (Turchia occidentale) stanno
affrontando l'esclusione dalla scuola dopo che le loro dimore sono state
demolite dalle autorità municipali locali, in quello che è un piano di
riorganizzazione urbana rivolto contro i quartieri rom, la legge 5366. La
collezione di misure di rinnovamento dei centri urbani, molte delle quali sono
chiaramente in violazione degli articoli della Costituzione turca che
garantiscono ai cittadini i loro diritti, misure implementate in Turchia dal
2006, sono state al cuore della demolizione di molti quartieri rom nelle città
turche, tra cui il tristemente famoso quartiere di Sulukule nel centro storico
di Istanbul. La distruzione dell'insediamento di Sulukule ha seguito azioni di
demolizioni simili, che hanno visto negli anni recenti la distruzione dei
quartieri Kucukbakkalkoy e Kagithane a Istanbul, parte del quartiere di Turgut Reis
a Mersin e quello di Sur a Diyarbakir. Queste demolizioni diffuse di quartieri
rom sono anche una caratteristica della vita delle comunità dei Rom turchi in
buona parte del paese. Queste azioni sono spesso intraprese senza le dovute
autorizzazioni, preavviso breve o inesistente (senza il tempo adeguato per i
residenti di impacchettare i propri beni prima che siano distrutti assieme alle
case), quasi nessun indennizzo e scarse alternative offerte ad inquilini e
proprietari di questi quartieri. Le famiglie sono costrette a vivere in
condizioni terribili, in container temporanei senza servizi igienici, e dove
bambini, anziani e malati sono estremamente vulnerabili
La situazione in generale è catastrofica per le comunità coinvolte in questa
maniera e una piccola indagine riguardo i continui sgomberi forzati e le
distruzioni illegali delle case rom, assieme con il diniego basico di una serie
di diritti umani, è stata prossima per i principali attivisti legali dei Rom e
attivisti dei diritti umani. L'interesse verso Sulukule è stato ampiamente
dibattuto riguardo gli aspetti culturali della comunità in quanto centro della
musica e della danza rom negli ultimi dieci secoli, ma le principali
implicazioni politiche della situazione a Sulukule ed altrove raramente è stato
esaminato con alacrità e consistenza. Cin-cin Baglari, Sulukule, Kucukbakkalkoy
e Kagithane sono andati persi, demoliti per far strada ai programmi di
rinnovamento urbano, che prevedono la costruzione di lotti per la classe media
(spesso complessi esclusivi recintati) e la rovina dei quartieri rom una volta
prosperi e vitali. Il fatto che la maggioranza di questi piani di rigenerazione
siano rivolti ai quartieri rom, indica chiaramente che sono volti ad espropriare
le sezioni più deboli e vulnerabili della società, il popolo Rom turco. Il
compenso in termini finanziari, assieme alle implicazioni politiche di queste
azioni sono trascurabili per quanti conducono queste azioni, ed i profitti (per
non dire dei dubbi e delle ombre che sono stati dimostrati accompagnare questi
progetti di rinnovamento in Turchia) per gli investitori sono enormi.
Per terminare un lungo elenco di espropriazioni e distruzioni forzate dei
quartieri rom in Turchia, la comunità rom di Dikili nella Turchia occidentale è
stata obbligata a lasciare le proprie dimore e a rifugiarsi in tende e baracche
nella foresta a parecchi km. di distanza. Circa 100 famiglie sono state
recentemente allontanate dalle loro abitazioni, lasciando i loro figli esclusi
dalla scuola che frequentavano sia per la distanza che dovrebbero percorrere che
per la perdita della residenza locale, necessaria in Turchia per iscriversi a
scuola. 150 bambini ora affrontano un viaggio giornaliero di due ore per
raggiungere la loro scuola, ed i costi del viaggio senza alcun supporto
aggiuntivo sono eccessivi per famiglie già così impoverite. La questione della
sicurezza dei bambini in queste circostanze è stata crudelmente illustrata
quando una ragazzina rom di 8 anni è stata rapita nella foresta e violentata
mentre tornava a casa, secondo le cronache locali. Il colpevole è stato
rintracciato ed imprigionato, ma la vita della ragazzina è rimasta traumatizzata
da questa terribile esperienza e la sua famiglia è a pezzi per quello che ha
passato, e con ogni probabilità poco o nessun supporto sarà offerto dai servizi
sociali o infantili alla figlia di uno dei gruppi più disprezzati nella società
turca. Secondo una recente ricerca, sovraccarichi di lavoro e a corto di
personale, questi servizi sono stati manifestamente indicati per un approccio
meno che positivo ai bambini rom e alle loro famiglie.
Più attenzione è stata giustamente focalizzata alla persecuzione e
discriminazione che sono cresciute in maniera allarmante nella Repubblica Ceca,
Ungheria, Slovacchia e altrove nell'Europa centrale e orientale. La sofferenza
delle comunità rom in tutti questi paesi ed anche altri, come ad esempio il
tentativo di impedire la demolizione della comunità di Dale Farm in GB, e la
partenza dei Rom rumeni dall'Irlanda del Nord, sono indicative della crescita di
sentimenti xenofobi ed ultra-nazionalisti e della nuova crescita dei partiti di
estrema destra in Europa, come evidenziato dai recenti risultati delle elezioni
UE. La continuata ed assolutamente inaccettabile situazione delle comunità Rom
ed Egizia nei campi di Mitrovica nel Kosovo, atrocemente avvelenate dai depositi
di metalli pesanti delle vecchie miniere di Trpca e la negligenza delle agenzie
internazionali, è un'altra caratteristica di questa spensierata negligenza sui
diritti, benessere ed esistenza reale del popolo rom. I sempre-troppo-frequenti
richiami alle istituzioni sovranazionali ed ai governi nazionali di affrontare
questi temi apparentemente cadono in orecchie sorde, come i rapporti di
rispettate agenzie internazionali, OnG ed attivisti rom locali e persino del
Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa sono apparentemente poco
utili, nonostante i chiari, persuasivi e validi argomenti portati in ogni
rapporto da questi individui ed organizzazioni coinvolti.
La domanda su quanto possa ancora continuare il diniego dei più basici
diritti dei cittadini più vulnerabili negli stati europei, sembra non avere
risposta, dato che l'alienazione dei cittadini rom in Italia, GB, Ungheria,
Slovacchia e Turchia - la maggior parte firmatari di diversi convenzioni
esistenti per proteggere i più vulnerabili, come stati membri e stati candidati
ad esserlo - e sembra destinata a continuare, siamo "altri" e stiamo diventando
apparentemente non-persone davanti alla legge, letteralmente alieni in patria.
La strada verso l'inferno per il popolo rom in questi ed altri stati europei è
pavimentata con le rovine delle loro comunità, persino le loro stesse vite che
hanno ricoperto tutte le buone intenzioni. La retorica dei diritti rom da parte
dei governi, degli stati e delle istituzioni sovranazionali è pura sofisticheria
e semantica, un "paravento" per assicurarsi i benefici dell'appartenenza alla
UE, a spese dei più poveri e dei più espropriati, i Rom. Il catastrofico
fallimento della politica che è il risultato della quasi completa mancanza di
volontà politica di realizzare le misure per un cambiamento reale e durevole verso
le comunità rom, sembra a questo punto sempre meno mancanza di capacità e di più
una scelta deliberata e cinica.
Per le comunità rom di Turchia, l'edificazione di eventi che sanciranno
Istanbul come Città della Cultura Europea 2010 hanno poco significato. Sono
stati rigettati da Istanbul e altrove dalle autorità municipali che intendono
sradicare la loro presenza e la loro storia - Sulukule per esempio è stata
rinominata Karagumruk, cancellando così il reale punto di origine per le
migrazioni verso l'occidente nel resto d'Europa a partire dal XII secolo. Se,
come argomenta il filosofo Avishai Margalit (The Ethics of Memory, Harvard
University Press, 2004) la memoria condivisa è il ricordo che gli individui
hanno in comune per assicurare la perpetuazione delle comunità e che queste
comunità richiedono che la memoria sia istituzionalizzata in qualche modo nei
luoghi, edifici, monumenti e storie, allora la distruzione di questi quartieri
rom è un esercizio nel cancellare la reale esistenza di noi come popolo rom
dalle mappe topografiche e mnemoniche di panorama urbano come è stato costituito
per quasi un migliaio di anni in queste terre. L'abusata nozione dei Rom come
popolo "dimenticato" in Europa deve anche vedersi nella stessa luce, meno di uno
slittamento della mente e più di una cancellatura continuata e intenzionale…
Dr. Adrian R. Marsh,
PhD International Romani Studies Network
Di Sucar Drom (del 01/08/2009 @ 11:40:39, in Italia, visitato 1490 volte)
La notte del 2 agosto 1944 furono sterminate le oltre 3.000 persone ancora
presenti nello Zigeunerlager di Auschwitz Birkenau. Quella notte uomini, donne e
bambini sinti e rom furono gasati e poi bruciati nei forni crematori.
Sessantacinque anni dopo, in tutta Europa, dodici milioni di rom e sinti
scenderanno nelle piazze per pregare alla memoria delle vittime della follia
razzista dei Governi nazifascisti.
Il 2 agosto 2009 tutti i Sinti e i Rom scenderanno nelle strade con delle
candele accese per ricordare le oltre tremila persone sterminate nella notte tra
il 2 e il 3 agosto. Quest'anno il Giorno del Ricordo in tutta l’Europa sarà
dedicato ai bambini Rom e Sinti che hanno subito abusi o sono stati uccisi in
Europa.
L’associazione
Sucar Drom, in collaborazione con l’Istituto di Cultura Sinta e le comunità
sinte e rom mantovane, invitano tutti a partecipare a questo momento di
commemorazione per ricordare le vittime della follia razzista dei Governi
fascisti e nazisti. La commemorazione si terrà in viale Learco Guerra a
Mantova, a partire dalle ore 20.00. Durante il percorso saranno accese
tremila candele. A termine si terrà una preghiera, guidata da un Ministro di
Culto della Missione Evangelica Zigana.
Oggi come ieri si pensa che i Sinti e i Rom siano degli “abusivi” da
allontanare. Ieri da allontanare dal mondo con lo sterminio, oggi da allontanare
da un dato territorio con gli sgomberi. Questa logica razzista ha segnato con
drammatiche tragedie il nostro Paese e l’intera Europa.
E’ l’ora di alzarsi e manifestare il nostro orrore e la nostra la nostra ferma
volontà contro la follia razzista che ancora oggi può oscurare il nostro essere
Paese civile.
Per questa ragione facciamo un appello a tutta la società civile, alle
associazioni, ai sindacati, alle organizzazioni politiche di essere con noi a
Mantova per ricordare le vittime di ieri come monito alle idee razziste che
ancora oggi circolano in tutta l’Italia.
Un gruppo di organizzazioni rumene hanno organizzato il 30 luglio 2009, a Miercurea Ciuc,
nella regione di Harghita, una marcia di protesta contro i conflitti interetnici
e le loro conseguenze nelle località di Sanmartin e Sancraieni e per la mancanza
di interessamento delle autorità locali.
I manifestanti, stimati in oltre 80 persone hanno sostato 20 minuti di fronte
a ogni edificio dell'amministrazione locale e mostrato durante l'intero tempo
della marcia, striscioni e t-shirt con messaggi bilingue, in rumeno e ungherese,
tipo: "I diritti umani non sono negoziabili", "Basta alla violenza contro le
comunità rom", "I nostri bambini hanno gli stessi diritti dei vostri".
Sin dall'inizio, un gruppo di circa 15 persone ha organizzato una
contro-manifestazione alla marcia di protesta dei Rom. Con sottofondo di urla e
fischi, questo gruppo mostrava messaggi come "Andate a lavorare", "Non rubate",
"Quand'è l'ultima volta che vi siete lavati?" e "Non provocate". Inoltre, lo
stesso gruppo di contro-manifestanti ungheresi ad Harghita era presente ogni
volta che i Rom si fermavano di fronte alle istituzioni dell'amministrazione
locale.
La disapprovazione della comunità di Harghita riguardo la marcia di protesta
è stata enfatizzata da alcuni individui che apparivano da dietro gli edifici,
mostrando per pochi minuti striscioni con lo stesso messaggio dei componenti
della loro etnia, per poi sparire discretamente. Nel contempo, altri individui
avvicinavano il gruppo avendo brevi conversazioni con i partecipanti alla
marcia, generalmente dominate da stereotipi diffusi nella nostra società.
Inoltre, nell'ultima parte dell'evento, è apparso un gruppo di 6 membri
appartenenti a 2 organizzazioni estremiste (5 dalla Romania e 1 dall'Ungheria),
"Movimento Giovani dai 64 Comitati" e "Magyar Garda", vestiti in abiti militari
e con le facce coperte. Prima di gridare messaggi anti-rom, come pure
anti-rumeni (menzionando il Trattato di Trianon), gli estremisti però non
raggiungevano il loro scopo perché la contro-manifestazione veniva fermata dal
rapido intervento dei gendarmi.
Secondo le informazioni fornite dalla Gendarmeria di Harghita, gli estremisti
hanno ricevuto un indennizzo di 2000-4000 RON, ed è partita un indagine tramite
l'Interpol.
Di Sucar Drom (del 02/08/2009 @ 11:17:36, in blog, visitato 1842 volte)
Miriam Meghnagi e il canto che viene dal cuore
Mi piace molto lavorare nel cinema. Per l'ultimo film di Citto Maselli, Fuoco e
la cenere, ho scritto un canto per la pace in ebraico ed in arabo poi ho
invitato un cantante palestinese e l'abbiamo cantato insieme, in una scena nella
quale interpretavo me stessa:...
Reggio Calabria, Karin Faistnauer prima vincitrice del festival Ecojazz
Karin Faistnauer, presidente dell'associazione "Donne e Futuro", è la prima
vincitrice del premio istituito dal festival musicale Ecojazz in programma a
Reggio per il 6 agosto. La manifestazione è gestita dall'associazione di
solidarietà internazionale "Un ponte per." che in Calabria è guidata da G...
Napoli, bambini nel mondo tutti insieme contenti 2009
Non poteva trovarsi titolo migliore per il campo estivo “Bambini nel mondo
tutti insieme contenti 2009”. Questa l’idea che tutti realizzavano alla “Festa
dell’Arrivederci”, tenutasi venerdì 24 luglio alle 16.00 presso l’Istituto Opera
del Fanciullo a Capodimonte. L’e...
La Spezia, no alla fiaccolata contro il "campo nomadi"
Massimo Lombardi, Responsabile Immigrazione Prc La Spezia interviene in risposta
alle dichiarazioni di Massimiliano Mammi della Destra sul Campo Rom apparse
questa mattina su CDS ed, tra l'altro, afferma che : "Le dichiarazioni di Mammi
sulle intenzioni del proprio partito politico di organizzare una fiaccolata
contro i...
Europei da asilo politico
Cose sorprendenti, quelle che capitano intorno a noi. Anche che un cittadino
europeo possa chiedere asilo politico a un paese del g8. E ottenerlo. Il 13
luglio il Canada ha reintrodotto l'obbligo dei visti per il Messico e la
Repubblica Ceca. Lo h...
Le ultime perle del "nostro" Ministro Maroni
Il 24 luglio è stata pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale la legge sulla
“sicurezza” (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica). Il provvedimento,
approvato definitivamente dal Senato lo scorso 2 luglio, era stato poi firmato
dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che però in un...
Lorenzo Del Boca, "quale futuro per la carta stampata"
"Un ottimo liquore dopo un buon pranzo". Questa la metafora semplice ma efficace
con cui Lorenzo Del Boca (in foto), presidente dell'Ordine dei giornalisti,
descrive come dovrebbe essere un giornale ai giovani praticanti della redazione
di Moked. La stampa italiana, racconta, sta perdendo gradualmente l...
Roma, firmato l'accordo per ridurre l'impatto dalle tubercolosi (Tbc) fra i Rom
Ridurre l'impatto dalle tubercolosi (Tbc) fra i Rom, attraverso un progetto che
permetta di riconoscere velocemente i casi più a rischio e faciliti l'accesso
alle terapie. E' l'accordo firmato oggi dalla Regione Lazio e il Comune di Roma,
un programma a cui parte...
Il pasticcio dei bambini fantasma
Quel pasticciaccio del pacchetto sicurezza del ministro Roberto Maroni sui
bambini fantasma. A dieci giorni dall'entrata in vigore della legge - 8 agosto -
prefetture, questure e associazioni del volontariato annaspano nella confusione.
Alle preoccupazioni, avanzate a Prat...
Roma, le politiche di integrazione partoriscono sgomberi
Mentre il nostro Ministro Maroni continua a raccontare balle a destra e a
sinistra, non si fermano le azioni di sgombero contro le famiglie sinte e rom.
Queste azioni vengono effettuate in spregio sia alla legislazione italiana che
alla le...
Rom e Sinti, il racconto sulla nascita delle leggi regionali
«Quando negli anni novanta si aprì la discussione sui campi per Rom fui
fortemente impressionato da alcuni paralleli con quanto avevo visto negli anni
precedenti seguendo il lavoro di Giorgio Antonucci negli ospedali psichiatrici.
Qui mi trovavo di fronte a persone che insist...
Terzo settore: gli errori, il futuro
Famiglia Cristiana, Edizioni dell'Asino e Agenzia Redattore Sociale presentano:
Terzo settore: gli errori, il futuro. Assemblea sulle prospettive dell’impegno
sociale. L’assemblea si terrà a Roma il 16 e il 17 ottobre 2009, presso il
Centro Congressi Angelicum (Largo Angelicum n. 1)...
Il boia ha ucciso 5.700 condannati l'anno scorso
Novantasei Paesi l'hanno cancellata ma in altri 46 resta una pratica consueta.
Il boia ha ucciso 5.700 condannati l'anno scorso; il 90% delle esecuzioni sono
state eseguite in Cina, ma la Fondazione Dui Hua, diretta da John Kamm, un ex
dirigente d'affari che si è votato alla difesa dei diritti umani, ...
Istat, povertà assoluta per 1 milione e 126mila famiglie
Otto milioni di poveri in Italia nel 2008 (con una spesa media mensile per
persona pari a 999,67 euro in una famiglia di due componenti) e quasi 3 milioni
in povertà assoluta, cioè 1 milione e 126mila famiglie (il 4,6% delle
residenti), per un totale di 2 milioni e 893mila...
Ibrahimovic, il cannoniere rom che sogna l'Europa
Zlatan Ibrahimovic ti guarda con quella faccia di chi non deve niente a nessuno.
La faccia di chi si è sudato tutto quello che ha ottenuto, costruendo con il
sacrificio quel poco che madre natura gli ha negato. Dimenticate gli stereotipi
del calciatore di successo. Tra...
Rai, stasera c'è Laura Halilovic
Laura Halilovic è una regista rom. Ha girato un film, verrà trasmesso questa
sera su RaiTre, alle 23.40. Da non perdere. I primi nove anni di vita, Laura
Halilovic li ha passati in un “campo nomadi”. Dieci anni più tardi ha già
realizzato tre sogni: avere l'autografo del suo regista preferito, diventare lei
stessa u...
Piacenza, ruba per mangiare
Mentre pubblicavamo il rapporto Istat sulla povertà in Italia è arrivata a U
Velto questa agenzia stampa: “Nomade minorenne ruba due bistecche con il figlio
neonato”. Il lancio di agenzia è stato dato da Piacenza Day, quotidiano d...
Auschwitz-Birkenau, 2 Agosto 1944
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di
minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare.
Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse:
“Siamo tedeschi del Reich! Non abbiamo fatto niente!”...
Abbiamo incontrato Aleksandar Jovanovic nell'ufficio del progetto "Inclusione
degli studenti rom nella scuola secondaria in Vojvodina".
I più importanti obiettivi del progetto sono di aumentare il numero degli
studenti rom nelle scuole secondarie, ed anche migliorare il loro successo
generale nell'educazione secondaria. Il progetto coinvolge il supporto
finanziario agli studenti rom che frequentano le scuole secondarie in Vojvodina,
sviluppare la motivazione nella comunità rom perché i loro figli continuino gli
studi. Un'altra parte importante del progetto è mettere in contatto gli studenti
col network dei "mentori" - colleghi di studio, guide e consiglieri.
Aleksandar Jovanovic era molto interessato nel nostro progetto di scuola
estiva. Ha felicemente concordato di partecipare al nostro progetto come lettore
ospite e di parlare sulla sua esperienza e sui modi per trovare motivazione e
successo in quanto studente rom. Inoltre, intendiamo mostrare il suo film
premiato che parla della discriminazione del popolo rom.
Aleksander ha presentato diversi progetti molto interessanti per coinvolgere
gli studenti e i giovani rom in Vojvodina. Ci sono tantissimi bisogni e
problemi da risolvere, ma la motivazione e lo spirito degli attivisti rom è molto
alto. Sicuramente stiamo andando a cooperare nel futuro e fare ogni cosa
possibile per trovare l'appoggio a questo lavoro in Svezia e nella UE.
I recenti esempi cechi ed ungheresi dimostrano differenti modi di trattare
gli annunci politici infiammatori.
PRAGA - Gli attivisti per i diritti umani a fatica potevano credere a quel
che stavano vedendo quando un partito anti-Rom di estrema destra parlava di
"soluzione finale" sulle onde della Televisione Ceca (CT), proprio prima delle
elezioni di giugno del Parlamento Europeo.
Le reazioni pubbliche allo spot e susseguente decisione di rimuoverlo sono
state relativamente smorzate, ma gli scoraggiati gruppi della società civile
vedono l'incidente come una dimostrazione di quanto molto più radicato e
tollerato il razzismo sia diventato nella Repubblica Ceca negli anni recenti.
Stanno chiedendo che la CT dichiari apertamente di rendere più severe le proprie
procedure contro i cosiddetti discorsi razzisti nelle pubblicità e nelle
trasmissioni politiche.
Il vituperato spot del Narodni strana (Partito Nazionale) si riferiva ai Rom
come "parassiti". Il Direttore Generale di CT Jiri Janecek ha spiegato che
l'annuncio era stato permesso perché negli scorsi 18 anni la rete aveva
sottoscritto un impegno per permettere la libertà di espressione e di non
interferire coi contenuti degli spot delle campagne elettorali. "La Televisione
Ceca non controlla preventivamente lo spot in senso editoriale, come è solito
per altri contenuti. Così c'è stato [soltanto] un controllo elementare tecnico e
di identificazione," ha detto.
CONTRAPPOSTO AI CECHI, L'APPROCCIO UNGHERESE
L'approccio di CT contrasta con quello della Televisione Ungherese (MTV), una
rete che sta contrastando la crescita del partito di estrema destra Jobbik
(Movimento per un'Ungheria Migliore), che ha ottenuto 427.000 voti e tre seggi
nel Parlamento Europeo. Il
messaggio elettorale di Jobbik si è limitato ad un attacco "tra le righe",
nonostante il fatto che i suoi componenti nella Magyar Garda marciassero
apertamente, in pantaloni neri e stivaloni, contro gli "zingari criminali".
"Anche se la Televisione Ungherese non è responsabile del contenuto degli
annunci politici [secondo la legge sulle trasmissioni del 1996], MTV presta
sempre attenzione al controllo preventivo dei suoi contenuti," dice Gina Pronay-Zakar,
portavoce di MTV. "Se MTV considerasse offensivo o razzista un contenuto, la
compagnia è legalmente istruita a dipendere dal giudizio ufficiale dell'Ufficio
Nazionale Elezione [OVB]. OVB può decidere che un annuncio non vada in onda a
causa del contenuto offensivo. Sino al giudizio, MTV può rifiutarsi di
trasmettere l'annuncio," ha detto.
Zsolt Varkonyi, portavoce per il comitato affari stranieri di Jobbik, non ha
risposto alla questione se Jobbik sia contento dell'accesso alla trasmissione
garantito da MTV, ma ha accusato la stampa ungherese ed i media online di aver
tenuto un incontro segreto su come agire riguardo la copertura di Jobbik, in
seguito al suo exploit elettorale.
I cechi in generale hanno mostrato una distinta mancanza di preoccupazione
riguardo gli annunci del Partito Nazionale, ha detto Zdenek Rysavy, direttore
esecutivo del gruppo rom di appoggio Romea. "Secondo me, la maggior parte della
società concorda con vedute simili. Sono le organizzazioni non profit hanno
protestato. Sembra che parecchia gente veramente non se ne interessi," ha detto.
Romea ha combattuto con successo per fermare i maggiori server di notizie ceche
dal mostrare la trasmissione, ha aggiunto Rysavy.
Lo spot si apriva con uno schermo che mostrava le parole, "La soluzione
finale alla questione Zingara portata avanti dal Partito Nazionale è una guida
per tutti gli stati europei". Ancora foto di uomini dalla pelle scura che
brandiscono una scure e case decrepite alternate a slogan come "No al razzismo
nero" e "No ai favoritismi per gli Zingari".
Non c'era bisogno di introdurre cambi legislativi per fermare le trasmissioni
politiche razziste nella Repubblica Ceca, dice Rysavy, perché esistevano già le
leggi richieste. Questo punto di vista era condivisa da Karolina Ryvolova, una
giornalista ceca freelance e laureata in studi rom, che per circa 10 anni si è
specializzata nel coprire le questioni delle minoranze per pubblicazioni come il
settimanale ceco Respekt. "La decisione di CT di non visionare preventivamente
quel contenuto mostra negligenza ed incompetenza," dice. "Qualcosa così
apertamente ostile e razzista non ha posto nella televisione pubblica. E' stato
totalmente scioccante. La legge è lì; CT deve soltanto regolarsi in accordo con
essa."
Ha aggiunto che l'attitudine ceca verso i Rom "si è drasticamente
deteriorata" negli anni scorsi, in parte perché sono capri espiatori duranti i
tempi economici difficili ed in parte perché alcuni politici ben noti hanno
"dato l'OK" al razzismo apertamente mostrato. Ryvolova, che è anche insegnante
di inglese alle superiori, continua: "Posso accorgermene anche soltanto seguendo
i discorsi su Facebook. Non posso credere alle cose che escono dalle bocche di
alcune delle dolci persone a cui insegno... Come è tipico di questo paese
riguardo alle questioni rom, questa storia di CT, come il rogo della bambina rom
di 2 anni [in un attacco incendiario alla sua casa in Moravia ad aprile] ha
causato chiasso tra i media per un paio di giorni ma poi tutto è andato nel
dimenticatoio."
I rappresentanti del Partito Nazionale non sono stati potuti essere
raggiunti per commentare. Ma il partito ha dichiarato che citerà CT per
interferire nel suo diritto di parola, a seguito della decisione di Janecek di
ritirare lo spot dopo un'iniziale programmazione.
Janecek, che è stato riconfermato direttore generale di CT il 15 luglio, ha
rifiutato una richiesta del Partito dei Verdi che ne chiedevano le dimissioni.
Negando ogni addebito di negligenza o incompetenza per aver permesso la messa in
onda, ha detto, "Un simile sistema ha funzionato per 18 anni senza problemi
seri. E' tempo di modificarlo riflettendo sulla crescita del radicalismo in
alcuni partiti registrati ufficialmente.. Ho deciso di non trasmettere
[nuovamente] lo spot dopo averlo visto [alla prima proiezione]."
Il direttore generale ha detto che CT si è trovata di fronte a due leggi in
conflitto; una insisteva che non ci fosse il diritto di interferire con la
trasmissione di un partito politico, mentre l'alta dichiarava che non dovevano
essere permesse la trasmissioni con contenuto razzista. "Il conflitto legale
pubblico su questo mostra che c'è qualcosa di sbagliato nella legislazione," ha
aggiunto.
Guardando come il problema potrebbe essere corretto, Janecek ha detto che
alcuni critici a torto presumono si tratti di una questione legale facile. "Ma
non lo è," ha detto. "Le persone intelligenti possono intendere che non è
l'ideale per una rete indipendente che copre notizie di politica, essere arbitro
di una campagna elettorale. Devono intendere che un tribunale o una speciale
commissione elettorale sarebbero migliori per decidere se proibire o meno uno
spot da trasmettere."
QUANDO I PRINCIPI COLLIDONO
Formatasi da 2 anni, l'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti
Fondamentali sta trattando nel dettaglio la questione della trasmissione
politica di partiti potenzialmente razzisti, dice il suo rappresentante
Cristopher Coxon. Le valutazioni su queste trasmissioni chiaramente riguardano
la questione di bilanciare libertà di parola con dichiarazioni razziste,
aggiunge Coxon. La legislazione UE nell'applicare la legge criminale a
determinate forme di razzismo e xenofobia è stata adottata a novembre, ma il
testo dev'essere ancora trasportato nelle legislazioni nazionali dei membri UE,
dice.
Sejal Parmar, avvocato anziano di Article 19, un gruppo di consulenza
legale, con base a Londra, per la libera espressione e l'accesso
all'informazione, ha detto che c'è stato "un evidente valore nel principio di
non-interferenza con le trasmissioni dei partiti politici, anche se il loro
contenuto può apparire spregevole alle orecchie dei legali dei diritti umani e a
parte del pubblico. Così, fintanto che un partito sta operando legalmente nel
quadro delle leggi elettorali, ad un partito dovrebbe essere permesso di
svolgere le sue trasmissioni." Nondimeno, ha detto Parmar, la legge ha un ruolo
importante nel limitare i discorsi quando questi costituiscano incitamento alla
discriminazione.
Un disaccordo su principi simili all'incidente del Partito Nazionale è
accaduto anche in Gran Bretagna durante la campagna per le elezioni europee,
quando la BBC ha mandato in onda uno spot del
Partito Nazionale Britannico di estrema destra, che come lo Jobbik ha
ottenuto per la prima volta due seggi. Quando sono arrivati i dissensi, la BBC
ha pubblicato una
giustificazione dicendo che la trasmissione aderiva ai criteri concordati
tra media e partiti politici.
Come sottolineato da Ric Bailey, consigliere politico capo della BBC che è
anche presidente del Gruppo di Collegamento dei Media in GB, ognuno "sicuramente
ha il diritto di vedere preventivamente le trasmissioni politiche sottoposte" e
"abbia la responsabilità legale di che cosa esce sul suo canale". D'altra parte,
qualsiasi cosa che si ritenga possa causare danno o offesa può essere riferito
al gruppo di collegamento. Questo, dice Bailey, da "le linee guida nel trovare
un metodo che accontenti tutti".
Una fonte membro del gruppo ha detto di "non poter ricordare un periodo in
cui i cambiamenti o alcune omissioni non fossero gradite ad entrambe le parti
della disputa, ma ciò che succede spesso è che il Partito Nazionale Britannico
concordi felicemente con la rimozione dei suoi pezzi decisa dal gruppo di
collegamento, ma che lo spot riappaia nel formato originale sul loro sito web
infischiandosene di essere stato censurato". Le dispute più calde, ha aggiunto,
hanno riguardato le campagne anti-aborto che contenevano immagini potenzialmente
disturbanti.
Ha detto Janecek che l'approccio mostrato dalla BBC può essere di "buona
ispirazione" per un cambiamento.
Clicca sull'immagine per vederla a grandezza naturale e leggere l'intera
storia - Taken with Nikon F75: 50mm f/1.4D lens: Y44 Filter. Fomapan 200
film: Developed in Xtol Stock @21C for 6'30'' at 5'' Agitation/30' '
... Stavo camminando lungo Moore Street a Dublino, domenica 27/07/08, quando
passò vicino a me una famiglia rom. Poi sentii dietro di me un gruppo di giovani
irlandesi che le urlavano delle offese, pensando che fosse divertente.
Allora presero della frutta da un chiosco e la gettarono contro questi Rom,
aumentando quando i Rom risposero verbalmente. A questo punto un'adolescente ha
trovato una vecchia sedia di plastica dalla rastrelliera del chiosco ed è corsa
verso i Rom colpendo la donna ritratta nella foto. La donna ha tentato di
proteggere il suo bambino spostandolo sull'altro braccio coprendolo con delle
coperte. Fortunatamente la situazione a questo punto si è risolta.
Nell'insediamento di Sulukule a Istanbul, dopo pesanti pressioni
pubbliche, sembra che il dipartimento amministrativo responsabile degli alloggi
(TOKI) ora dia ai gruppi di solidarietà la possibilità di proporre un piano di
ricostruzione.
Abbiamo bisogno urgente di supporto internazionale in questo momento molto
importante. Sotto, riportiamo un appello e una lettera di esempio (la
lettera è mantenuta in inglese ndr).
Come forse sapete, nel processo di rinnovamento della Penisola Storica di
Istanbul, la comunità rom che ha vissuto nel quartiere di Sulukule per oltre 500
anni, è stata obbligata ad andarsene. Il quartiere è stato quasi interamente
demolito dalla Municipalità Distrettuale di Fatih, per permettere a TOKI
(l'Istituzione Piani Casa in Turchia) di iniziare a costruire. Circa il 10%
delle unità abitative esistenti è ancora a rischio di demolizione e la decisione
del Comitato di Rinnovamento come pure la sentenza finale del caso in tribunale
sono attese nei prossimi mesi.
Un piano alternativo
Per opporsi agli sgomberi forzati, demolizioni e vendite a terzi sotto la
pressione della legge 5366, è stato preparato un progetto alternativo, STOP, da
un gruppo di volontari nel settembre 2008 con la decisione della Piattaforma
Sulukule. Il progetto STOP è stato sviluppato in considerazione del modo di vita
e delle esigenze della comunità locale. E' stata basata sul convincimento che
ogni intervento nell'area non debba limitarsi al rinnovamento fisico ma debba
essere sviluppato sulla base del rilancio economico e sociale della
sostenibilità locale e culturale della comunità romanì.
Gli esperti ed i civili coinvolti, che hanno sviluppato il progetto STOP,
hanno fatto in maniera di presentare il loro progetto alternativo alla
Municipalità Distrettuale di Fatih ed al Comitato di Rinnovamento di Istanbul,
tuttavia i negoziati non sono durati a lungo. Nondimeno, la Piattaforma Sulukule
non ha cessato i suoi sforzi di comunicare ai media e alle istituzioni locali ed
internazionali, insistendo che il piano della municipalità era una violazione
del diritto di abitazione e in particolare, quello della vulnerabile comunità
romanì.
Una speranza per Sulukule
Le pressioni dei media e delle istituzioni locali ed internazionali, incluse
la minaccia dell'UNESCO di depennare Istanbul dalla Lista del Patrimonio
Mondiale per le sue violazioni delle convenzioni, hanno fatto crescere
l'interesse negli sforzi alternativi dei volontari del progetto STOP. A giugno
2009, il presidente di TOKI ha invitato i volontari di STOP ad Ankara a
presentare il progetto. In seguito alla richiesta i rappresentanti dei volontari
ebbero un incontro con TOKI ad Ankara e spiegarono lo scopo principale del
progetto. TOKI chiese ai volontari di rivedere il progetto entro un mese secondo
l'attuale situazione del quartiere, che nel frattempo era stato quasi
interamente demolito. Dopo l'incontro, ha iniziato a lavorare al progetto
alternativo un nuovo laboratorio (StudioSulukule), che inizialmente consisteva
nella Piattaforma Sulukule l'Atelier Solidarietà - ma aperto ad ogni
partecipazione ed appoggio. Al momento, questo laboratorio è in pieno progresso
per un piano alternativo il cui scopo è riottenere il diritto d'alloggio dei
residenti di Sulukule e minimizzare i danni sinora causati. Le decisioni
iniziali sono state poi condivise con un pubblico più vasto e con i media in due
incontri, ottenendo un grandissimo appoggio.
Come volontari del progetto alternativo, vorremmo rivolgere un appello
urgente alle istituzioni coinvolte perché diano il loro appoggio in questo
periodo critico, per incoraggiare TOKI a considerare seriamente il progetto
alternativo. Abbiamo preparato una lettera campione per le istituzioni da
mandare via fax a Erdoğan Bayraktar, presidente di TOKI, al (0090) 312 266 77
48. D'altra parte, vorremmo sottolineare che apprezzeremmo se le istituzioni
preparassero una propria versione della lettera.
Vi pregheremmo inoltre di mandare una copia del fax alla mail indicata di
seguito.
I / We have been informed that TOKI, the Mass Housing Administration of
the Republic of Turkey is considering a re-evaluation of the urban
renewal process for the Sulukule neighborhood in the historical
peninsula of Istanbul. I / We appreciate this intention, as I / we have
been following the process in Sulukule since 2006 with great concern. Up
to now I / We observed the process as evictions and demolitions, in
addition to sales to the third parties under the pressure of Law 5366
that I / we do not approve at all. I / We understand this as a violation
of housing rights, in particular of vulnerable groups.
I / We have been informed that upon TOKI’s intention to revise the
process, a new workshop (Sulukule Atölye) was initiated by concerned
citizens and experts to prepare an alternative plan which aims to regain
the housing rights of Sulukule residents and minimize the damage that
has been caused so far. I am / We are happy to learn that the workshop
process and its initial outcomes are being discussed with academic,
civic and official institutions and until now enjoyed a very high degree
of support, participation and enthusiasm.
I / we strongly support TOKI in its intention to reconsider the process
in collaboration with the representatives of the SULUKULE ATÖLYE. We
also expect TOKI to continue and strengthen the dialogue with them. I /
We will continue to follow the process and look forward to the
implementation of the alternative plan that resettles the Sulukule
community into its neighborhood.
I / We hope to see these public-private partnerships that promise
participatory processes in the following TOKI projects, too.
Nordéclair.frVILLENEUVE D ASCQ / UN GIORNO CON (3/6): Fine dei viaggi
per la gens du voyage - Publié le lundi 03 août 2009 à 06h00 MARIE
GOUDESEUNE
villeneuvedascq@nordeclair.fr
Goya, Anne e Marc sperano che sia assicurata l'area di accoglienza dei
4 Cantoni e che i loro caravan vengano sostituiti da case mobili
Si scorgono i loro caravan quando, lasciando il parco scientifico
dell'Haute Borne, ci si dirige verso la A22. Di fronte alla discoteca Fabrik, i
"Rom francesi" ci hanno aperto le porte. Ritratto di famiglie sempre più
sedentarie.
"Non si viaggia più. Si resta qui". Al nostro arrivo sono le prime parole di
Goya - Robert, dal suo nome francese -, "il patriarca". Nel campo
tranquillo, i bambini camminano qua e là, delle giovani con dei carrelli. Ci
si crederebbe in un villaggio. E negli occhi di Goya, difficile sapere se
quest'installazione duratura è un male o un bene.
"Ci vorrebbero delle piccole case al posto dei nostri caravan. Perché
resteranno qui di padre in figlio. Il viaggio ci interessava perché non si
sapeva che c'era la scuola. E tutto d'un colpo, hanno fatto questo terreno".
Chiusi come sardine
Dopo la legge Besson votata nel 1990, ogni comune con più di 5.000 abitanti
ha, di fatto, l'obbligo di sistemare un'area d'accoglienza per la gens du
voyage. Quella dei 4 Cantoni ha visto la luce nel 1998. "Siamo rimasti più
di 20 anni pigiati come sardine su un piccolo terreno, là. C'era una toilette
per cento persone. Ora va meglio" ritiene Goya, che mostra col dito il terrene
vicino del futuro grande Stadio.
Presto avrà 60 anni. Ed ormai, il termine viaggio ha fatto il suo buco nella
categoria del souvenir. "Prima, non c'erano frontiere. Andavamo dove ci piaceva.
Spagna, Italia, l'Europa intera. Faceva bello a Parigi? Si andava a Parigi. Era
formidabile". Ma portando l'istruzione ed un'igiene di vita più comoda, l'area
di accoglienza ha finito per fissare i piedi dei viaggianti. La gens du voyage
si muove ormai come i sedentari, o al massimo per andare fare le vendemmie, come
a settembre prossimo.
Oggi, le loro preoccupazioni riguardano soprattutto la loro vita qui: che
venga aggiunto un passaggio pedonale all'ingresso dell'area, che intorno venga
tagliata l'erba alta, ridipinti i muri, dei giochi per i bambini e che sia
installato un terreno di pallone. "Qui, è tenuto male e non in sicurezza. Ma
tutto dipende dalla buona volontà del sindaco. Da quando si è là, non è mai
venuto, rilevano Goya ed i suoi amici. E quindi soprattutto si chiedono case o
case mobili, perché nelle roulotte non c'è veramente spazio.
"Se la figlia di Goya è insegnante ed uno dei suoi figli operatore del verde,
molti vivono senza un lavoro fisso, con la
RMI. Quella mattina, qualche giovane è occupato a separare ferraglia: "La
recuperano davanti alle case. Mettono il rame da parte: è il più caro. Ma ormai
ci si sono messi tutti, anche i rumeni e gli arabi, perché non hanno più
lavoro".
Francesi e SDF (Senza fissa dimora)
Nate per la maggior parte in Francia, le famiglie che incontriamo parlano
allo stesso tempo francesi e romanès. "Si è nati in Francia. I Rom della
Romania, loro, non è da molto che sono lì. Hanno tutto, noi solo la fame," si
rammarica di Marc. Sua moglie Anne ci mostra la sua carta d'identità, sulla
quale appare uno spazio vuoto: "Si rifiutano di darci un indirizzo. Ci
considerano come SDF: come fare con le banche e le assicurazioni?" Il 10 agosto
prossimo, le tre famiglie dovranno lasciare la superficie, per quattro giorni,
il tempo della pulizia annuale del terreno. Frattanto si preoccupano di sapere
dove andranno: sarà il "sistema D". Ma non appena possibile, ritorneranno
all'area d'accoglienza, dove ormai sono bene installate.
per iniziare ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato fin ora nelle
selezione della nazionale senza tetto!!!
La Nuova MultiEtnica comunica a tutti quanti che mancano 30 giorni al mondiale
di Homeless World Cup 2009 che si svolgerà a Milano (Parco Sempione Arena
Civica).
La MultiEtnica è incaricata da 7 anni preparare la rappresentativa italiana di
homeless. Le selezioni della rappresentativa si svolgeranno attraverso i nostri
allenamenti presso la Villetta (idroscalo) dove selezioneremo non soltanto in
base alla qualità di gioco, ma anche tenendo presente la storia personale di
ogni giocatore.
Il ritiro della Rappresentativa Italiana HWC Milano e previsto dal 29 agosto
fino 5 settembre nella prossimità delle zone terremotate in Abruzzo. Dove
Selezioneremo 4 giocatori Abruzzesi che anno perso le
proprie case e dove porteremo la solidarietà della Nazionale Italiana Senza
Tetto ( A.S.C. Nuova MultiEtnica Onlus )
Per far si che tutto questo accada la Rappresentativa Italiana HWC ha bisogno
di:
Attrezzatura sportiva; 25 giocatori
Due porte per allenamento smontabile
Fondo casa per trasporto e vitto alloggio, lavanderia, staff e
comunicazione.
10.000 € circa.
4 settembre Conferenza stampa. Con la presentazione del primi 8 giocatori
della rappresentativa Italiana Senza Tetto. 10 giocatori di riserve per tutte le
48 Nazioni. Consegna delle maglie e attrezzatura per tutti giocatori da parte di
rappresentante di FIGC
Le selezioni non sono ancora chiuse!!!
Lanciamo un appello a tutti i nostri amici e amiche di diffondere questo
messaggio per dare l’opportunità a tutte le persone che hanno il desiderio di
rappresentare l’Italia ai mondiali di HWC Milano 2009 di venirne a conoscenza.
La MultiEtnica può realizzare questo sogno ad occhi aperti!!!
Inizio allenamenti fino 05/09/2009
Luogo di allenamenti: la Villetta (idroscalo)
Giorno ed orari di allenamenti: mercoledì, dalle 19:30 alle 22:00 sabato, dalle
17:00 alle 19:30
Vi ricordo inoltre che se volete sostenerci ed aiutare a realizzare i sogni di
tanti senza fissa dimora potete farlo attraverso un versamento alle seguenti
coordinate bancarie:
Associazione Sportiva e Culturale Nuova MultiEtnica (ONLUS)
Via Bellezza 16/a – Milano
Codice Fiscale – 97309030159
BANCA INTESA
COORDINTE IBAN – IT16 G030 6909 4446 1524 9931 460
ABI 03069 CAB 09444 C/C 6152499314/60
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
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