Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 21/07/2009 @ 09:24:29, in casa, visitato 2057 volte)
Un articolo su una situazione "esplosiva" a Caserta. In calce
riporto qualche osservazione di
Nadia Marino, dell'Opera Nomadi, che vive da
quelle parti
Campi profughi, gli extracomunitari dovranno 'sloggiare'
Lapidario l'annuncio dell'assessore all'Ambiente Marco Ricci. Il campo
giace in pessime condizioni igienico-sanitarie
18/07/2009 - 14:47 Enza Passaro in Attualita'
Capua - "Gli extracomunitari e gli zingari dovranno trovare altri alloggi".
Lapidario l'annuncio di Marco Ricci, assessore all'ambiente sulla questione del
campo profughi di Capua. Il campo, infatti, giace in condizioni pessime, ove
mancano le più elementari attenzioni all'ambito igienico sanitario. Purtroppo,
dopo l'arrivo dei zingari, sia di etnia rom che italiani stessi provenienti per
lo più dalla Sicilia, le condizioni del campo sono peggiorate. Finestre dai
vetri rotti, piastrelle staccate dai muri, tubi sradicati dalle pareti e sistemi
elettrici smembrati completamente. Dell'aiuola che sorgeva originariamente
all'esterno dei grandi palazzi non resta che una discarica a cielo aperto, dove
è possibile trovare dalle automobili dimesse a mobili rotti a spazzatura di ogni
tipo. E proprio da questa situazione generale si innalza la protesta dei
residenti del rione circostante. I cittadini, infatti, chiedono maggiore
sicurezza, ronde e un servizio di vigilanza che tuteli le proprie abitazioni. I
residenti, infatti, lamentato l'aumentarsi di piccoli furtarelli ad opera dei zingarelli che periodicamente si accampano presso il campo profughi.
"Si
intrufolano nelle nostre abitazioni senza che nessuno si accorga di nulla.
Quando siamo in giardino siamo costretti a tenere le porte e le finestre della
casa sbarrati perché rischiamo di trovare all'interno qualche male
intenzionato", annuncia un residente stesso. Inoltre si innalza anche la
polemica sulla questione dell'eternit, un materiale altamente cancerogeno che si
trova all'interno di alcune lamiere di cui è composto la maggior parte del
campo. Secondo le testimonianze dei residenti, infatti, i piccoli nomadi, per
passare il tempo, si divertono a smembrare queste lamiere, originando in tal
modo la fuoriuscita di tali particelle nocive per la salute dell'uomo. "Nonostante le nostre continue segnalazioni al Comune, l'unica risposta che ne
proviene è che non si può fare nulla poiché il campo è di proprietà della
provincia", afferma un altro residente.
Purtroppo, allo stato attuale non si conosce molto dell'evoluzione delle
pratiche di acquisizione dello spazio poiché le farraginose tempistiche della
burocrazia stanno rallentando notevolmente la conclusione del patto tra il
Comune di Capua e la Provincia di Caserta.
Il campo profughi di Capua (foto interno18.it)
Commento di Nadia Marino: Sono tutte menzogne (come al solito la colpa è
dei rom e dei sinti). I sinti stanno nella parte in cui ci sono solo i terreni e non sono responsabili del
degrado che esiste da una decina di anni. I rom sono pochissimi e sono lì da
pochi mesi. I rumeni hanno ristrutturato le palazzine a spese loro e realizzato
un bel giardino con le agavi. Piuttosto il Comune vuole vendere ai palazzinari e
quindi lucrare sugli ettari, come mi ha detto lo
stesso sindaco. Inoltre ha incaricato una ditta di potare gli alberi e questa
impresa ha tagliato a zero degli alberi secolari lucrando sulla vendita del
legno. I palazzi stanno così da dieci anni e l'immondizia non viene prelevata.
Insomma sembra la solita storia di speculazione edilizia, vi terrò informati se ci sono novità.
Di Fabrizio (del 22/07/2009 @ 09:17:39, in scuola, visitato 1386 volte)
Segnalazione di Demetrio Gomez da
Baxtalo's Blog
PROYECTO YANKOVICH
Da qualche tempo e grazie a queste famose reti sociali -viva l'era digitale!-
mi sono messo in contatto con Zadziro Yankovich, un Rrom del Cile.
Zadziro Yancovich, Rrom del Cile, creatore del PROYECTO
YANCOVICH
E' stato emozionante per il poco contatto che noi Rrom europei abbiamo
con i fratelli di altri continenti, però è stato ancora più emozionante rendersi
conto che ci muovevano idee ed interessi comuni. E' stato l'inizio di una buona
amicizia e di alcune conversazioni su come regolare il mondo e -perché no?-
di raccontarci alcune tra le nostre frustrazioni ed idee. In questo periodo mi
ha anche comunicato che attualmente la sua grande motivazione era lavorare con i
bambini rrom del suo accampamento per evitare la perdita della Lingua Rromaní (Rromani
Chib), nello stesso compito collaborano con Zadziro, Titino Nicolich e Vielka
Araya.
Per arrivare a capo di questa idea, con molta pazienza e prendendo molto
tempo che avanza dal suo impiego e dal tempo libero, ha elaborato alcune
tabelle, molto grafiche e di facile maneggio, per poterle utilizzare in una
piccola scuola dove alcune persone con tanta volontarietà devono alfabetizzare
questi bambini.
Titino Nicolich, Collaboratore del Proyecto Yankovich e
Presidente della Union Romane de Chile
Durante il tempo rubato da altri compiti, aiuta a completare queste tabelle e
a cercare di migliorarle quanto possibile, cosicché altri Rrom che parlano
rromaní (Lolo, Ranchi, Israel, Robert ed altri) diano il loro apporto,
arricchendo e rendendo più grande questo progetto nominato PROYECTO
YANKOVICH.
Vielka Araya, collaboratrice del Proyecto Yankovich e
professoressa nella scuola
La lingua rromaní, come succede a tutte le lingue e soprattutto con questa
così estesa nel mondo, ha differenti dialetti, nessuno migliore o peggiore
dell'altro, semplicemente differenti, per cui possono esserci differenze senza
che si stia parlando di lingue differenti. La variante che parla Yankovich è lo
Xorajai, dovremmo risalire alle migrazioni dei Rom dall'Europa dell'Est verso il
Cile per trovarne la radice e non nego che lo si faccia in altre pagine di
questo Blog, anche se come ho già detto che qui ci focalizzeremo sulle questioni
collegate alla lingua, per qualsiasi cosa potete aggiungere dei commenti [...].
Questa varietà di dialetti, costumi, musiche... conformano questo mosaico così
ricco e bello che rappresenta la cultura rrom, ed il rispetto di questa propria
diversità interna rinforza anche il sentimento di ROMIPEN (identità rrom).
Ricordiamoci sempre che la nostra diversità è la nostra ricchezza, AMARI
VERVERIPEN SI AMARI BARBALIPEN.
Questa pagina non è chiusa, è viva e aperta ai vostri commenti ed apporti,
perché la cultura è qualcosa di universale che scaturisce naturalmente, ed è
sempre fresca e cangiante per saziare la nostra sete di conoscenza ed umanità.
Per questo non mi allargherò oltre e vi lascio con gli aggiornamenti settimanali
dove prenderemo contatto con una lingua ed una cultura millenaria, che però non
è un fossile né un museo di esotismi passati. La lingua e la cultura sono vive,
crescendo trasformandosi e adattandosi senza fine, perché al contrario
spariremmo.
(Come specificato sopra, i testi e le tabelle che seguono si riferiscono
alla variante Xorajai del Rromaní. Cliccare sulle icone per vedere la tabella a
grandezza naturale. I testi sono mantenuti in spagnolo castigliano ndr)
1ª PORTATA
2ª PORTATA
PRONOMBRES PERSONALES
me – tu
vov – el
voj – ella
ame – nosotros/as
tume – vosotros/as
von – ellos/as
en forma acusativa:
man – me, a mi
tut – te, a ti
les – le, a el
la – la, a ella
amen – nos, a nosotros
tumen – os, a vosotros
len – les, a ellos
Dativo
mange – para mi
tuke – para ti
leske – para el
lake – para ella
amenge – para nosotros
tumenge – para vosotros
lenge – para ellos
Instrumental
mansa – conmigo
tusa – contigo
lesa – con el
lasa – con ella
amensa – con nosotros/as
tumensa – con vosotros/as
lensa – con ellos/as
Ablativo
mandar – procedente de mi, de lo mio
tutar – procedente de ti, de lo tuyo
lestar – procedente de el, de lo suyo de el
latar – procedente de ella, de lo suyo de ella
amendar – procedente de nosotros/as, de lo nuestro
tumendar – procedente de vosotros/as, de lo vuestro
lendar – procedente de ellos/as, de lo suyo de ellos
Locativo
mande – donde estoy yo, a mi, a mi casa
tute – donde tu estas, a ti, a tu casa
leste – donde el esta, a el, a su casa de el
late – donde esta ella, a ella, a su casa de ella
amende – donde estamos nosotros/as, a nosotros, a nuestra casa
tumende – donde estais vosotros/as, a vosotros, a vuestra casa
lende – donde estan ellos/as, a ellos/as, a su casa de ellos
Genitivo
muro – mio, muri – mia, mure – mios/as
tiro – tuyo, tiri – tuya, tire – tuyos/as
lesko – suyo de el, leski – suya de el, leske – suyos de el
lako – suyo de ella, laki – suya de ella, lake – suyos de ella
amaro – nuestro, amari – nuestra, amare – nuestros/as
tumaro – vuestro, tumari – vuestra, tumare – vuestros/as
lengo – suyo de ellos, lengi – suyo de ellas, lenge – suyos de ellos
Esto es orientativo. son las declinaciones básicas de Rromani
Di Fabrizio (del 22/07/2009 @ 09:46:22, in scuola, visitato 2267 volte)
Stefania Ragusa segnala questo articolo su Redattore Sociale
Si chiama Pamela Bevilacqua e vive nel campo di Scordovillo. Ha sostenuto
l'esame di maturità all'istituto per l'industria e l'artigianato
LAMEZIA TERME - Si chiama Pamela Bevilacqua, ed e' la prima ragazza della
comunita' Rom di Lamezia Terme a conseguire il diploma di scuola media superiore
di secondo grado. La ragazza, che ha sostenuto gli esami di maturita'
all'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato "Leonardo Da Vinci",
indirizzo moda e costume, ha superato brillantemente gli esami conseguendo un
ottimo voto. In particolare Pamela Bevilacqua ha discusso la tesina
affrontando diversi argomenti: il Surrealismo per la storia dell'arte,
Pirandello come autore di letteratura insieme ad altri scrittori del primo
Novecento, e la Seconda guerra mondiale per quanto riguarda l’argomento di
storia. Nel corso del suo quinto anno scolastico, la ragazza Rom ha frequentato
anche uno stage di moda a Rimini, e adesso spera di poter frequentare
l'Università.
"Ho dovuto lottare all'inizio contro la mia famiglia - ha dichiarato Pamela -
perché i miei genitori non volevano che frequentassi la scuola superiore, anche
perchè dei miei amici non c'era nessuno. Le compagne che hanno iniziato la
scuola insieme a me, dopo un po’ di tempo, hanno abbandonato gli studi". Pamela,
invece, ha sfidato pregiudizi e luoghi comuni ed è andata contro tutto e contro
tutti.
"A me piace tanto studiare, soprattutto la storia dell'arte, in particolare
Munch e Canova - ha confidato la giovane Rom - Il mio sogno ora e' poter
proseguire gli studi e potermi laureare". Pamela rappresenta una svolta
significativa nella storia del popolo Rom che a Lamezia vive nell’accampamento
di località Scordovillo, il ghetto più grande della Calabria che accoglie circa
mille persone, decine di nuclei familiari che vivono in estrema indigenza e con
una situazione igienico-sanitaria vergognosa. Il campo Rom di Scordovillo è
finito spesso alla ribalta dei media nazionali e perfino il quotidiano francese
Le Monde gli ha dedicato spazio, denunciando le condizioni disumane della
popolazione che vi abita.
Nella "favela" calabrese opera da più di vent’anni l’associazione "La strada"
che si è sempre occupata della scolarizzazione dei bambini e dei ragazzi
dell’accampamento. Pamela è stata seguita costantemente dai volontari
dell’associazione, nata dalla Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza. Il
suo diploma è una vittoria per la gente Rom ed è anche un importante traguardo
per i rappresentanti de "La strada": l’esempio concreto che circa un quarto di
secolo fa qualcuno ha visto giusto, scegliendo di operare in mezzo ai rom.
Di Fabrizio (del 23/07/2009 @ 00:08:18, in Italia, visitato 2327 volte)
Avevo promesso di tenervi informati se ci fossero stati
sviluppi sulla vicenda di
Capua: un comunicato pubblicato su
Tarantolati Sud Magazine
L'Opera Nomadi di Caserta denuncia le numerose menzogne contenute nelle
dichiarazioni che la stampa riporta sull'ex campo profughi di Capua,
colpevolizzando alcune etnie presenti che non sono responsabili del degrado in
cui versa. In seguito alle dichiarazioni del sindaco di Capua Antropoli e
dell'assessore all'ambiente Marco Ricci in merito all'ex campo profughi di
Capua, appare evidente che bisogna fare chiarezza onde evitare che le colpe di
altrui responsabilità ricadano impunemente su capri espiatori, alimentando
xenofobia e intolleranza nella pubblica opinione. In un articolo si riporta che
i bambini giocano con le lamiere di amianto. Ci domandiamo se è colpa dei
bambini che un domani avranno il cancro, oppure degli adulti che non bonificano
l'area in cui da anni l'amianto svolazza diventando polvere per l'incuria.
(continua sotto le foto)
Da circa venti anni il campo, nel quale esisteva un presidio di gestione, è
stato abbandonato senza alcuna manutenzione, né forma di controllo e pulizia
degli stabili e dei terreni in cui sono situati. Circa venti anni fa una ventina
di famiglia polacche hanno occupato un paio di palazzine. Negli anni 90, in
seguito all'incendio del Ghetto di Villa Literno, alcuni migranti (Burkinabe,
Ivoriani) furono ospitati in megatende, per circa un anno, per volontà della
prefettura di Caserta. Il degrado degli edifici (con gli usci murati) e dei
megacontainer incendiati, era già evidente e ampiamente documentato con foto. I
rifiuti però erano almeno prelevati. In seguito, nel corso degli anni, si sono
insediati migranti di varie etnie, rumeni, camminanti siciliani (stagionali,
solo d'estate), qualche famiglia di albanesi, di rom slavi, di sinti. In una
parte dell'ex campo mediante un progetto realizzato dal Comune con la
collaborazione della cooperativa sociale Città Irene sono state ristrutturate
due palazzine per l'ospitalità delle famiglie polacche "storiche" spostate da
quelle occupate anni fa. Accanto a queste da un paio di anni circa si sono
insediate due comunità di rumeni (muratori, braccianti agricoli) che hanno
pulito i terreni adiacenti rendendoli vivibili. I figli dei polacchi e dei
rumeni giocano insieme. I rumeni hanno chiesto al Comune il permesso di
ristrutturare a spese loro.
Nelle altre parti dell'ex campo invece esiste una situazione di degrado per
la presenza di cumuli di rifiuti e di macerie mai rimossi. Palazzine sventrate
ricoperte di rifiuti, abiti smessi che sventolano alle finestre, vetri rotti,
carcasse di auto e container, ricoperte di cespugli di piante selvatiche, in un
paesaggio spettrale. Il parco è immenso, decine di ettari, abbandonati
all'incuria, anzi un tentativo realizzato dal Comune per la potatura degli
alberi secolari, mediante l'incarico a ditta specializzata, ha portato alla
distruzione totale degli stessi. Un testimone ha spiegato che "qualcuno" avrebbe
lucrato sul legno ricavato.
Il sindaco di Capua, interpellato dalla presidente Nadia Marino (in ottobre
2008 durante il censimento voluto dalla prefettura) sulla destinazione dei
terreni (nei quali in un primo tempo si parlava dovesse sorgere un polo
ospedaliero) ha risposto che quasi tutti gli ettari saranno venduti a privati
per "fare cassa" e coprire il deficit dell'Amministrazione Comunale. Solo una
parte, quella in cui sono situate le palazzine dei polacchi, sarà recintata e
rimarrà con una destinazione d'accoglienza migranti. A tal proposito l'Opera
Nomadi ha chiesto che eguale trattamento sia riservato agli altri abitanti
dell'ex campo profughi sottolineando che una decisione di sgombero solo per
alcuni sarebbe ingiusta e lesiva dei diritti di ciascuno maturati nel corso
degli anni. Si è fatto notare che circa 40 bambini frequentano le scuole
limitrofe. La risposta è stata che a quei tempi il nostro Papa era polacco ed è
per questo che si è riservato un trattamento diverso ai polacchi (testuali
parole).La nostra replica: "Bisognerà aspettare un Papa rumeno o cos'altro?"
Inoltre nelle varie riunioni tenutesi in prefettura si è presentato un
progetto di scolarizzazione e di segretariato sociale, rimasto lettera morta.
Nell'ultima riunione un mese fa in cui si è firmato un protocollo d'intesa con i
Comuni della provincia, il sindaco di Capua, non solo era assente, ma ha mandato
un messaggio in cui spiegava che l' Amministrazione Comunale non era interessata
a tale protocollo. Nella precedente aveva ribadito la necessità di spostare le 4
famiglie rom (per liberarsi definitivamente del "problema") a S. Maria C.V. nel
campo di via Parisi (a confine dei due Comuni in aperta campagna). Si ricorda
che proprio in questa microarea il Comune di Capua ha negato l'allaccio dell'
acqua per anni (concessa dal sindaco Pasca, negata dal commissario Provolo,
nonostante un container bagni di 20mila euro, ora distrutto dalle fiamme
appiccate da anonimi dopo la partenza dei rom a dicembre) costringendo i rom ad
andare in parte in Francia e in parte a Capua. Nella zona infatti ci sono
villette lussuose ed è per questo che anche lì la loro presenza era di danno
all'immagine e alla speculazione immobiliare. Si fa presente che il Comune di
Capua dovrebbe occuparsi anche della comunità di Rom presenti a S. Angelo in
Formis, che fa parte dello stesso Comune, quindi farebbe bene a firmare il
protocollo d'intesa, ad adoperarsi per il decollo dei progetti per la "gestione
della sorte" dei migranti dell'area ex campo profughi e soprattutto per evitare
che siano perpetrate azioni chiaramente palesi di ingiustizia sociale, di chiaro
stampo xenofobo, lesive dei diritti delle comunità ospitate in quell'area.
L'Opera Nomadi sollecita la prefettura e la questura di Caserta ad istituire,
nell'ambito del Consiglio territoriale per l'immigrazione, una conferenza di
servizi specifica su Capua, per trovare una soluzione per il miglioramento delle
condizioni di vita delle comunità presenti spostandole in un'unica zona da
bonificare, recintare, dotare di utenze e servizi. Lancia un appello a tutte le
associazioni, le Onlus, le cooperative sociali, i sindacati per costituire una
rete che gestisca i progetti per dare all'ex campo profughi la sua vecchia
destinazione di luogo in cui i migranti erano ospitati nella pienezza dei loro
diritti all'insegna della pace e dell' armonia (come ci ha raccontato il figlio
del responsabile del campo profughi d'un tempo, nato e vissuto, felicemente
nell'aria salubre dell'intercultura, in quegli edifici).
La sezione dell'Opera Nomadi di Caserta
Di Fabrizio (del 23/07/2009 @ 09:22:34, in media, visitato 1461 volte)
Da
Roma_Daily_News
Divers.ro
20/07/2009 - Dopo tre anni di tentativi, è stata fondata l'Associazione
dei Giornalisti Rom (AJRr). Secondo il comunicato stampa, è un progetto
ideato e finanziato dal Centro per il Giornalismo Indipendente (CJI) ed
appoggiato da Amare Romentza.
AJRr ha cinque fondatori: George Lacatus, giornalista investigativo al
Cotidianul – presidente; Ciprian Mailat – capo del dipartimento economico
dall'Evenimentul Zilei – direttore esecutivo; Zoltan Petru – giornalista
al Jurnalul National; Boby Neacsu – giornalista al Financairul; ed
Antoaneta Etves, giornalista all'Evenimentul Zilei.
Lo scopo principale di AJRr è di promuovere standard di qualità nei media in
relazione ai Rom - media di massa. Riguardo a ciò, i fondatori intendono
organizzare formazione per giornalisti sui Rom nei media centrali, per eliminare
dai loro articoli stereotipi e pregiudizi.
Nel contempo, AJRr intende organizzare formazione per i giornalisti rom,
simili ai programmi organizzati da CJI, che saranno seguiti anche dai fondatori.
AJRr intende anche monitorare come i media di massa relazionano sui Rom e
porterà attenzione sul materiale che non rispetta i principi dell'obiettività
riguardo ai Rom.
L'Associazione, che ha appena iniziato la sua attività, sarebbe grata di
collaborare con qualsiasi associazione rom che abbia obiettivi comuni e sia
interessata nell'ottenere esperienza nella formazione di attività delle OnG.
Di Fabrizio (del 24/07/2009 @ 08:55:32, in Europa, visitato 1323 volte)
Da
Roma_Francais
Rigettata la domanda di espulsione dei Rom di un
accampamento gestito da MDM
BOBIGNY - Si apprende da diverse fonti che il tribunale delle grandi istanze
(TGI) di Bobigny ha rigettato lunedì la domanda d'espulsione dei Rom che
occupano un terreno dello Stato, sul quale l'OnG Médecins du Monde (MDM) ha
installato delle tende.
MDM aveva preparato il 26 maggio a Saint-Ouen (Saine-Saint- Denis) sette
tende d'urgenza per alloggiare 116 Rom, tra cui 41 bambini e 5 donne
incinte, dopo la distruzione di un hangar che serviva loro da abitazione, in
un incendio che era costato la vita ad un bambino di 10 anni qualche giorno
prima a Bobigny.
Avevano ugualmente subito diversi sgomberi dai luoghi dove avevano tentato di
trovar rifugio dopo questo trauma.
La prefettura di Seine-Saint- Denis aveva allora nominato l'OnG davanti al
TGI di Bobigny per occupazione di un terreno di proprietà dello Stato,
reclamando l'espulsione dei Rom che vi erano accampati.
"La domanda è stata rigettata. La prefettura ha visto respingere l'istanza,
considerando il tribunale che l'associazione Médecins du Monde non poteva essere
considerata come rappresentante degli occupanti", ha dichiarato ad AFP un fonte
che ha richiesto l'anonimato.
Interrogata da AFP, la prefettura di Seine-Saint- Denis ha dichiarato che "è
allo studio il seguito da dare a questa decisione".
"Il tribunale ha riconosciuto che MDM ha avuto ragione d'agire nell'urgenza",
s'è rallegrato un portavoce dell'OnG raggiunto da AFP. Per il dottor Olivier
Bernard, presidente di MDM, con questa decisione, il giudice "domanda allo Stato
di sedersi ad un tavolo con le associazioni e gli eletti per trovare una
solazione di alloggio permanente ai Rom".
I "villaggi
d'inserimento", sperimentati dal 2007 in tre municipalità di Seine-Saint-
Denis, che accolgono essenzialmente delle famiglie rom desiderose di cercare un
impiego e di scolarizzare i bambini, "sono una soluzione efficace", avanza il
dottor Bernard.
Circa 2.300 Rom sono installati a Seine-Saint- Denis, di cui secondo la
prefettura circa la metà Rom della regione dell'Ile-de-France.
Altre notizie (in francese ndr)
Di Fabrizio (del 24/07/2009 @ 15:17:27, in lavoro, visitato 1523 volte)
COMUNICATO STAMPA
"LA PIAZZA DEL RIUSO E DELLA SOLIDARIETA' ATTIVA"
SABATO 25 LUGLIO 2009
via della vasca navale 6, Roma (p.le ex cinodromo)
Ore 09:00 INAUGURAZIONE
"La Piazza del Riuso e della Solidarietà Attiva" vuole essere uno spazio
dedicato all'incontro con la cultura, la tradizione e l'economia Rom, ancora
largamente sconosciute ai cittadini italiani.
La presenza di artisti, musicisti e danzatori gitani vi accompagnerà nella
visita del Mercatino dell'Usato, dove potrete trovare idee curiose e a buon
mercato per la vostra casa e i vostri regali.
Gli oggetti presenti negli stands del mercatino sono stati in gran parte salvati
dal triste destino di finire in discarica grazie al duro lavoro degli operatori
dell'usato rom, che rovistando i cassonetti svolgono un'attività economica
onesta anche se informale.
L'idea di una "Piazza del Riuso e della Solidarietà Attiva" nasce dall'esigenza
di coniugare piu' aspetti: quello culturale, quello sociale e quello della
sostenibilità ambientale.
Lo stand dedicato al tema del Riutilizzo a cura dell'Occhio del Riciclone potrà
aiutare tutti i cittadini a conoscere meglio tutte le potenzialità del settore
dell'usato rom, che potrebbe avere un grande sviluppo se potesse rifornirsi di
merci direttamente dalle isole ecologiche in sostituzione all'opzione
anti-igienica del cassonetto.
"La Piazza del Riuso e della Solidarietà Attiva" sara' inaugurata questo sabato
dal Presidente del Municipio Roma XI Andrea Catarci, e a partire da Settembre
diventera' un appuntamento fisso tutti i sabati e le domeniche.
INFO:
3471217942
riusare@yahoo.it
www.occhiodelriciclone.com
Ricevo da Agostino Rota Martir
MIGRANTES: CONVEGNO NAZIONALE UNPRES Le Minoranze: dinamica per la
società e per la Chiesa
Udine, 27-30 agosto 2009 - PROGRAMMA:
GIOVEDI' 27 AGOSTO
Nel pomeriggio arrivo e sistemazione
19.30 Cena
21.00 Veglia di Accoglienza (Torino)
VENERDI' 28 AGOSTO
09.00 Liturgia (gruppo Toscana)
09.30 Introduzione Convegno
10.00 Rom e Sinti minoranze: la fatica di un riconoscimento
Eva Rizzin
11.00 Intervallo
11.30 “Voi siete nel cuore della Chiesa”
Don Claud Dumas
13.00 Pranzo
16.00 Nell’ex campo di concentramento fascista di Gonars: “Silenzi suoni e
parole” con
Eva Rizzin
Demir Mustafa’
Dijana Pavlovic
Kersel
19.30 Cena
21.00 Rom Cabaret: momento teatrale musicale
con Dijana Pavlovic
SABATO 29 AGOSTO
09.00 Liturgia (comunità francescana)
09.30 Saluto e messaggio di Furio Honsel (sindaco di Udine)
“Friuli: crocevia di minoranze”
10.00 Riflessione Biblica:
“Le minoranze” nella Bibbia forza creatrice
Carmine Di Sante
11.00 Intervallo
11.30 Approfondimento
13.00 Pranzo
15.30 Presentazione Libri sulla ricerca: “La zingara rapitrice”
16.30 Confronto di Gruppo:
“rom-gagi il dato e il ricevuto: dinamiche sociali ed ecclesiali”
19.00 Liturgia (S. Egidio)
19.30 Festa insieme con prodotti Regionali
DOMENICA 30 AGOSTO
08.30 Liturgia
09.00 Assemblea: “Tracciare prospettive per un cammino comune”
10.30 Eucarestia di Pentecoste: confermazione di alcuni giovani rom
12.30 Pranzo
INDIRIZZO CONVEGNO:
Seminario Interdiocesano
Via Castellerio, 81/2
33010 Pagnacco (Ud)
Tel. 0432 650265 Fax. 0432 650721
e-mail: info@seminarioudine.it
Per informazioni rivolgersi:
Don Federico Schiavon
cell. 348/2650796
federico.schiavon@bearzi.it
COME RAGGIUNGERCI:
Il Seminario Interdiocesano di Castellerio nasce in una collina dinanzi
Pagnacco, paese situato a nord di Udine, a circa 10 minuti di distanza dalla
città.
Raggiungerlo è molto semplice:
1. Dalla città di Udine: seguire le indicazioni della S.P. 49 (Osovana) per
Pagnacco e Buja. Arrivare al punto 3 delle nostre indicazioni.
2. Dall’autostrada:
A. uscita Udine SUD: proseguire nella tangenziale, proseguendo dritti al
semaforo, fino all’uscita Pagnacco-Buja-Osoppo, oltrepassando quelle indicanti
lo stadio (sud e nord e centro commerciale Città Fiera);
B. uscita Udine NORD: proseguire a destra verso la tangenziale che porta a
Udine, prendere la prima uscita, indicante Pagnacco-Buja-Osoppo. Usciti dalla
tangenziale, svoltare a sinistra all’incrocio. Proseguire sempre diritti per
circa 400 metri.
3. In prossimità del Seminario, troverete davanti a voi la Chiesa. Svoltate a
sinistra, nella strada indicante Seminario Interdiocesano, via Castellerio. Dopo
15 metri svoltare a destra
Di Fabrizio (del 25/07/2009 @ 14:39:15, in Italia, visitato 1853 volte)
Per i lettori dalla Sardegna, che si lamentano che lì non
succede mai niente...
Un fitto calendario di concerti, mostre, dibattiti, cortometraggi, con grandi
nomi della musica e dell'arte: tutto raccolto sotto un titolo, Clandestino, che
rimanda a un tema ambizioso e di strettissima attualità. Questo offre ai tanti
vacanzieri che in estate moltiplicano la potenziale "audience" sarda
l'undicesima edizione del Dromos Festival, che per oltre venti giorni tiene
banco a Oristano e in altri centri dell'Oristanese.
Ricca la sezione arte, dalla mostra Gazela del tedesco Udo Rein a San Vero
Milis - che deve il titolo a un recente video dell'artista tedesco sulla
comunità Sinti e Rom di Belgrado - alla mostra Di tanto mare a Oristano, con il
pezzo forte e momento centrale dell'intero festival, il Tavolo Mediterraneo Love Difference di
Michelangelo Pistoletto, piattaforma intorno alla quale si
svolgeranno una serie di incontri e dibattiti.
Dromos dedica anche quest'anno una sezione ai cortometraggi, con la rassegna
La meta trasgredita, ideata e curata da Cristiana Collu, direttrice del Museo
MAN di Nuoro, che anche suggella un'altra delle novità di questa edizione della
manifestazione, la collaborazione del vivace museo d'arte moderna con il
festival. In programma la proiezione - prima di ogni concerto - di una selezione
di lavori in sintonia con il tema di questa edizione di Dromos: cortometraggi di
Adrian Paci, Carlos Garaicoa, Gianluca e Massimiliano De Serio, Armin Linke,
Hans Op De Beeck, Paolo Meoni e Sejla Kameric.
Programma dettagliato:
www.dromosfestival.it
Dal 24 luglio al 16 agosto 2009
Sedi varie - Oristano e provincia
Info: 0783310490 -
dromos@dromosfestival.it
Segnalazione di Vielka Araya
Da
Mundogitano.net Puerto Montt - 22/07/2009
Sette persone sono state accusate formalmente questa mattina a Puerto Montt
come autrici dell'incendio di un accampamento gitano, accaduto lo scorso
aprile nel quartiere Antonio Varas della città.
Il fatto ebbe origine quando degli abitanti lì attorno accusarono uno dei
membri dell'accampamento di essere il responsabile della morte di Juan Víctor Alvarado Velásquez
(29 anni) in un assalto in avenida Presidente Ibáñez, cosa che scatenò la furia
di circa 300 abitanti che diedero alle fiamme quattro veicoli ed una tenda,
secondo quanto riferito da
radio Biobío.
Tramite le indagini delle autorità venne determinata la responsabilità delle
sette persone di seguito accusate di incendio, disordini e danni alla proprietà
pubblica e privata.
Fuente: latercera.com
|