Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/10/2007 @ 10:23:23, in Europa, visitato 2254 volte)
Da
Altrenotizie.org
Domenica, 30 Settembre 2007 - 13:30 - di Elena Ferrara
Nuovi, importanti e significativi passi in avanti nelle comunità dei 10 milioni
di Rom sparsi nel mondo. Ora è la volta della Bulgaria e della Russia e i
settori interessati sono quelli della televisione e del teatro. Tutto comincia
nella città bulgara di Vidin, nella parte nord occidentale del paese, dove
vengono organizzati i primi studi di una televisione tutta Rom. Si chiama
RomaTv ed è la prima emittente a carattere etnico. Ha come obiettivo quello
di contribuire all’integrazione della comunità zingara nella società bulgara e
nello stesso tempo cerca di sfatare molti miti di stampo negativo sui Rom che
sono stati costruiti nel corso degli anni. Alle trasmissioni vengono invitati
esponenti della comunità, ospiti stranieri, studiosi della storia Rom, psicologi
ed esponenti della vita locale. Si cerca di far uscire dal ghetto una minoranza
che è da sempre emarginata dal punto di vista mediatico e, quindi, da qualsiasi
tipo di “integrazione televisiva”. Per ora il raggio d’azione dell’emittente
è limitato ad alcune zone abitate prevalentemente da Rom, ma l’obiettivo
generale è quello di raggiungere un pubblico sempre più vasto uscendo anche dal
ristretto campo della tematica zingara. In pratica l’obiettivo degli
organizzatori di questa televisione consiste nello scendere sul terreno della
competitività con le altre società televisive.
Tutto questo perché esiste un problema di autoghettizzazione. Lo fa notare
Georgi Lozanov, esperto di media ed informazione, che è uno degli intellettuali
bulgari più autorevoli. E’ lui che punta a ricordare che il dare spazio ad una
comunità nel mondo mediatico significa aiutarla a modernizzarsi ma che, nello
stesso tempo, si rischia di dare vita ad un fenomeno negativo. Questo perchè nel
momento in cui una televisione di nicchia diviene l'intero mondo mediatico di
riferimento della comunità Rom, gli altri media non riescono a trovare canali
comunicativi che possano giungere fino alla stessa comunità. I Rom - rileva
Lozanov - hanno sempre più bisogno di un confronto, di una mediazione tra il
loro mondo e quello degli altri. E così il compito di questa emittente locale
consiste proprio nel tentare il miracolo della collaborazione e della
sensibilizzazione culturale.
Va ricordato che in Bulgaria la “questione zingara” è stata sempre un problema
aperto anche per il duro sistema socialista. E chi, allora, li chiamava
“zingari” rischiava una multa. Perchè si puntava ad assimilarli ai bulgari per
legge. Rifiutando così di ammettere l’esistenza ufficiale di una minoranza. Ma
le nuove condizioni “europee” stanno sempre più portando la Bulgaria a ripensare
ai propri rapporti con la comunità zingara, cercando di attuare un processo di
incontro che non annulli le tradizioni. Rispettando le suddivisioni sia su base
religiosa - professano la fede musulmana, cristiano ortodossa e vi sono anche
gruppi che appartengono a chiese protestanti - sia linguistica dal momento che
parlano differenti dialetti bulgari, il turco od il vlachi che è un dialetto
d'origine romena. Ed è a tutte queste tematiche che si riferisce la nuova tv.
Altra storia è quella che riguarda il teatro Rom, in Russia. Qui esiste già una
ben radicata tradizione che viene oggi portata come esempio a livello
internazionale. E tutto prende le mosse dalle recenti manifestazioni in onore
del 75mo anniversario del “Teatro zingaro, lirico-musicale” di Mosca che hanno
assunto un carattere eccezionale. Ai festeggiamenti sono intervenuti i massimi
esponenti dell’amministrazione presidenziale e i deputati della commissione
culturale della Duma. A fare gli onori di casa per questo singolare appuntamento
è stato un rappresentate di spicco della comunità zingara della Russia, il
cantante e regista Nikolaj Slicenko che dal 1977 è impegnato in questa campagna
di affermazione culturale dei Rom. Il teatro dove lavora - il “Romen” - è
appunto un vero e proprio laboratorio. Attori e cantanti sono tutti appartenenti
alla comunità zingara e portano sulla scena le migliori tradizioni della loro
arte.
Intanto in Russia - parallelamente - si va sempre più sviluppando l’attività
organizzativa dei Rom. Si è già svolto il congresso delle associazioni di tutti
gli zingari che si trovano nel territorio della Csi (in gran parte quello
dell’ex Urss) e si è formata una “Federazione delle autonomie zingare”. Alla
guida di questa importante struttura si trovano lo studioso Georghij Demetr che
si occupa della vita e della storia degli zingari dell’Europa centrale e il
regista capo del teatro “Romen”, Slicenko. E sempre in Russia - dove la
questione Rom sta assumendo una rilevanza nazionale - si rivedono, in
particolare, i vecchi regolamenti del periodo sovietico e si accettano le
situazioni che si sono andate “codificando” in questi ultimi anni. Esce uno
studio dei politologi Aleksej Muchin e Jana Zdorovez che, testimoniando i
progressi dei Rom russi, fornisce una serie di chiavi di interpretazione per
conoscerne a fondo la loro società. Si apprende così che gli zingari sono
presenti in tutto il territorio nazionale ed hanno precise organizzazioni locali
che si occupano dei tanti problemi che sorgono in relazione alle mutate
condizioni socio-economiche del Paese. In particolare nella città di Tver esiste
una associazione chiamata “Romanimos” che pubblica libri per i Rom nelle loro
lingue ed ha già presentato una edizione della Bibbia. Molte altre iniziative di
carattere sociale e culturale si segnalano in varie città siberiane. Ma è il
teatro moscovita “Romen” che fa comunque tendenza destando la maggiore
attenzione.
Di Sucar Drom (del 02/10/2007 @ 09:44:15, in blog, visitato 1984 volte)
Rom e Sinti, un popolo di troppo?
Mercoledì sera, 26 settembre, alcuni di noi hanno partecipato alla trasmissione
l’Infedele, condotta da Gad Lerner. Il titolo della trasmissione “zingari: un
popolo di troppo”. Dobbiamo confessare abbiamo subito pensato male, dopo aver
letto il titolo scelto per la trasmissione, ma Lerner si è di certo riscattato
conducendo una trasmissione che pensiamo abbia fatto riflettere molti. L’incipit
della tr...
Milano, ritorno alla tolleranza zero
Da fenomeno secondario a priorità assoluta nell’agenda istituzionale, la
presenza dei Rom a Milano viene spregiudicatamente sopravvalutata, in
assenza di una informazione libera e attendibile, correggendo al rialzo cifre
assolute che per la loro esiguità sarebbero poco più che inconsistenti. Ecco
quindi che poche migliaia di persone, circa 5.000, diventano per l’Ammi...
Livorno, solidarietà a Victor Lacatus e Menji Clopotar
Il più celebre specialista delle culture Rom e Sinti, l'antropologo belga Alain
Reyniers (in foto), ha deciso di stigmatizzare nelle giuste sedi le violazioni
dei Diritti Umani compiute dalle autorità italiane nei confronti dei genitori
dei bambini Rom morti nel rogo di Livorno lo scorso 10 agosto. Lo ha comunicato
lo stesso Reyniers ad Aisha Ayari, membro del Gruppo Every...
Il Governo italiano apre la caccia al Rom rumeno
Sui Rom nascerà un gruppo di lavoro tra ministero per la Solidarietà sociale,
Agenzia nazionale rumena per i Rom e Governo rumeno. La prima verifica del
lavoro svolto è fissata a fine ottobre con un incontro a Bucarest. Lo ha
annunciato il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero che ha ricevuto
oggi una delegazione del Governo rumeno, guidata dal Segretario di St...
Bolzano, il Sindaco si impegna a chiudere il "campo nomadi" entro il 2008
Entro la fine del 2008 il villaggio rom di Castel Firmiano sarà smantellato. Lo
ha promesso il sindaco alle famiglie, 27 in tutto, che da undici anni vivono
sopra la vecchia discarica. Luigi Spagnolli, assieme all’assessore Patrizia
Trincanato, sabato è salito al villaggio, per incontrare le famiglie e spiegare
tempi e modi del trasferimento. Ciò per quanto riguarda il breve e medio
termine. Ma ha spiegato anche il piano di sicurezza per l’imm...
Quando la stampa alimenta il razzismo
Pubblichiamo il discusso articolo di Alberto Ronchey (in foto), pubblicato dal
Corriere della Sera il 29 settembre scorso. Noi di sucardrom crediamo
irresponsabile continuare ad alimentare paure e stereotipi con grida allarmiste
o con “cronache” di chi, come Montanelli, durante la guerra d’Africa si “univa”
con delle bambine dodicenni e lo giustificava anni dopo in televisione con la
solita frase razzista oggi in bocca ai nostrani pedofili: “per loro è normale,
dimostrano più anni delle nostre bambine”. Le tesi di Ronchey sono estremamente
gravi perchè riassumono un pensiero già espresso negli anni Venti da chi poi
condurrà allo sterminio la metà dell'intera popolazione rom e sinta...
Di Fabrizio (del 03/10/2007 @ 09:43:02, in media, visitato 1946 volte)
Vi segnalo questa importante iniziativa che la CISL di Milano organizza
domani pomeriggio (3 ottobre alle 16.30 in Via Tadino 23) per sensibilizzare
all'interno ed all'esterno sul tema dei Rom, con la proiezione del Film
Opera Gagia.
Invitiamo a partecipare numerosi per non far calare l'attenzione.
Maurizio Bove.
Leggendo gli articoli che informano sugli attacchi razzisti in Italia,
onestamente non riesco a vedere l'efficacia di tutti i processi politici ed
attività iniziate dalle istituzioni europee.
Promuovere il dialogo interculturale, affermare l'azione contro il razzismo,
promuovere la società democratica, aumenta la domanda su cosa stia succedendo al
popolo Rom in Europa.
In Italia scoppiano bombe molotov contro la comunità Rom, in Slovacchia dei
Rom sono stati uccisi ed ancora non ci sono reazioni ufficiali. I Rom dal Kosovo
vivono ancora nella paura di essere deportati in un paese che non offre
condizioni di vita basiche e sicure.
Ma ancora i paesi europei non considerano il fatto degli esistenti atti
discriminatori e del razzismo che quotidianamente crescono contro i Rom.
La tematica della segregazione è ancora presente in molti paesi, i bambini
Rom non sono accettati dagli insegnanti, molti i pregiudizi dagli altri
genitori. Viviamo nel XXI secolo, la debolezza della società sono i pregiudizi,
gli stereotipi e il razzismo.
La lotta per i diritti umani diventa lotta per sopravvivere di differenti
minoranze senza stato.
Quindi la domanda è se stiamo perdendo questa lotta o ci siamo trasformati in
marionette che servono a chi compie operazioni di diverso profilo.
Devlesa
Elezovski Asmet
Roma National Congress
Email: asmetelezovski@yahoo.com
Di Fabrizio (del 05/10/2007 @ 08:59:49, in Europa, visitato 2297 volte)
Da
Romanian_Roma
Ancora, il Ministro della Sanità Pubblica (MSP) non ha programmi per la
comunità Rom, questo perché ritiene che il disagio e la sofferenza non abbiano
niente a che fare col retroterra etnico dei singoli. Dal 2001, anno in cui la
Romania ha adottato la normativa europea, che proibisce la classificazione su
base etnica, non ci sono dati ufficiali sul problema della sanità tra i Rom.
Abbastanza sorprendentemente, gli incaricati statali dicono spesso che i Rom
sono il gruppo privilegiato delle strategie governative per promuovere la sanità
e combattere la povertà. D'altra parte, non c'è molto che il ministro può fare
per la gente di
Ferentari. Dice Hanna Dobronauteanu ex consigliera per i problemi Rom
nel MSP "Al momento, l'area non è una priorità del MSP. Le cose potrebbero
cambiare solamente se l'Autorità per la Sanità Pubblica di Bucarest (ASPB) o
alcune OnG identificassero problemi specifichi ed arrivassero ad un piano
concreto per migliorare le condizioni dell'area".
Ma ora a Ferentari - nell'assenza di un sostanziale sforzo a lungo termine da
parte del governo - solo progetti ed iniziative delle OnG ottengono risultati,
limitati nello scopo.
Centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per ogni tipo di programmi,
dalla lotta alla tubercolosi all'educazione sessuale (per uomini e donne) e
piani familiari, prevenzione del cancro al seno ecc. Ma tutto ciò è ancora
distante dal raggiungere risultati visibili.
"I programmi portati avanti finora dovrebbero essere soltanto l'introduzione
ad una grande, coerente campagna destinata a richiamare i complessi problemi di
salute della popolazione Rom di Ferentari. Di certo sono stati molto utili, ma
non sempre sono stati focalizzati sui bisogni più stringenti. Dietro, le vere
cause, che sono la povertà, la disoccupazione, la mancanza di scolarità" secondo
Alina Constantinescu, lavoratrice sociale dell'organizzazione sociale "Doctors
of the World". Ammonisce: "Inoltre, da quando la Romania è diventata stato
membro della UE, gli USA e gli altri stati occidentali hanno cessato di
finanziare progetti, ritenendo la Romania ormai in grado di risolvere i suoi
problemi da sola. Cosa di cui dubito..."
Nell'indirizzare le tematiche Rom, il MSP supporta solamente i mediatori
sanitari, che sono membri della comunità locale, per facilitare la comunicazione
tra popolo e medici.
Perciò, i 500 mediatori sanitari che lavorano in tutta la Romania - tutte
donne - devono entrare nelle case delle persone, identificare i problemi e
cercare le soluzioni.
Infatti, quello che fanno non è solo occuparsi dei problemi relativi alla
sanità, ma anche aiutare i Rom ad ottenere documenti di identità o certificati
di nascita o riportare i loro problemi sociali alle autorità.
Anche se, con l'aiuto dei mediatori sanitari, sono state prese misure
significative, i problemi sono lontani dall'essere risolti. Primariamente, sono
impiegati per un periodo limitato, di solito un anno, e poi i loro contratti di
lavoro sono estesi per un altro anno, rendendo il lavoro meno sicuro. Poi il
loro salario - pagato dall'Autorità per la Sanità Pubblica - è lontano dal
motivarli, ammontando ad appena 400 RON (Euro 125) o meno al mese. Le
comunicazioni con i medici non sempre sono facili.
Inoltre, ci sono problemi legati all'accesso dei servizi sanitari pubblici.
Il MSP dicono che sono stati implementati,ma le OnG locali sono di opinione
differente. Daniel Radulescu, di Romani Criss, dice: "Anche se ora più persone
sono registrate, questo non significa che hanno ottenuto un pari accesso ai ai
servizi forniti. Molto spesso, i Rom ci informano che i dottori mostrano
attitudini razziste.
Anche Ervin Szekely, segretario statale del ministero, conferma l'esistenza
di casi simili. "Siamo stati recentemente informati su una donna Rom che ha
consegnato un reclamo per non avere ricevuto adeguata assistenza medica riguardo
ai seri problemi avuti con la nascita di suo figlio. Al medico sono state
imposte sanzioni, non per un atto di discriminazione, ma per avere mancato nel
provvedere adeguata assistenza medica. Così non è stato sanzionato per
discriminazione, perché è difficile da provare."
Romani Criss riporta anche istanze di segregazione in ospedale - che in
Romania è illegale - ma ammette che casi simili sono difficili da provare.
"Discriminazione e segregazione per lungo tempo non sono state tra le nostre
priorità. D'altra parte, stiamo pianificando come includere questi fenomeni nel
nostro lavoro di ricerca", dichiara Erwin Szekely.
DIVERS - www.divers.ro
Investigation published by Marian Chiriac, editor of DIVERS news bulletin
country, and Daniel Ganga, a freelance journalist of Roma origin.
This article is part of the Public Health Journalism and Roma Program, the
second edition, coordinated by Center for Independent Journalism Bucharest, and
supported by the Open Society Institute – New York.
Di Sucar Drom (del 06/10/2007 @ 09:39:39, in blog, visitato 1677 volte)
Modena, perchè il Comune paga la bolletta delle famiglie sinte?
Pubblichiamo un sintetico resoconto del dibattito avvenuto alcuni giorni fa nel
Consiglio Comunale di Modena, durante la discussione della delibera sulle
variazioni di bilancio. Le discussione che ne è scaturita tra Giunta Comunale e
opposizione riguarda essenzialmente il costo delle utenze di energia elettrica
del cosiddetto “campo nomadi” di via Baccel...
Legittimo razzismo
Ci mancava solo questa… un bellissimo articolo del Corriere per confermare
quello che i pregiudizi e gli stereotipi nazionali avevano già lasciato
presagire da tempo: gli immigrati sono la causa principale di criminalità in
Italia. Ma non si tratta di un luogo comune… no, no!...
Il Corriere della Sera e l'invasione dei razzisti
Il 29 settembre 2007 il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di fondo
firmato dal decano dei giornalisti italiani, Alberto Ronchey. Prima pagina, due
colonne in testata. Titolo: "L'invasione dei nomadi". Per nomadi (un po'
grossolanamente, perché in grandissima parte l'aggettivo è sbagliato) Alberto
Ronchey intende...
Roma, il Prefetto chiede lo stop ai mega "campi nomadi"
"Mille persone in un solo villaggio sono troppe". Ha dubbi, il prefetto Carlo
Mosca che ha sostituito Serra dal 3 settembre scorso, sull'iniziativa di
"solidarietà" annunciata dal Campidoglio sui “mega campi nomadi” previsti dal
consiglio comunale: dovrebbero essere quattro "villaggi", di cui non è stata
ancora specificata l'ubicazione, ma che andrebbero a posizio...
Torino, la memoria rimossa
L'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza sta preparando per i
giorni fra il 16 e il 19 ottobre 2007 un'iniziativa a Torino sull'occupazione
italiana della Jugoslavia dall'aprile 1941 all'otto settembre 1943, dal titolo:
la memoria rimossa, l'occupazione italiana della Jugoslavia (1941 - 1943)...
Scrivi anche tu al Corriere della Sera
Invitiamo i lettori di sucardrom a prendere posizione contro la deriva xenofoba
e razzista che sempre più caratterizza la rappresentazione mediatica
dell’immigrazione e soprattutto dei Rom rumeni. Ci riferiamo in particolare a
“l'invasione dei nomadi”, editoriale a firma di Alberto Ronchey pubblicato in
prima pagina dal Corriere della Sera, sabato 29 settembre scorso...
Alleanza Nazionale: l'Italia? Il Paese dei campi!
“In Europa, l’Italia è conosciuta come il Paese dei campi rom. Le situazioni di
agglomerati di baracche, spesso senza luce, acqua, gas e soprattutto senza
controlli non esistono in altre nazioni”. A lanciare l’allarme è il capogruppo
di An al Parlamento europeo, Roberta Angelilli. Dati alla mano, Angelilli parla
della situazione della capitale, ma allarga il suo discorso a tutto il Belpaese...
Intolleranza zero: la città per tutti e per tutte
La Rete del Nuovo Municipio invita a partecipare all’assemblea di amministratori
locali e soggetti sociali «Intolleranza zero: la città per tutti e per tutte»
che si svolgerà a Roma la mattina del 20 ottobre dalle 10 alle 13, in modo da
permettere ai partecipanti di essere alle 14,30 in piazza Esedra per la
manifestazione nazionale. Sede dell’incontro sarà la nuova redazio...
Toscana, il superamento dei "campi" è l'obiettivo fondamentale
Il dibattito del Consiglio regionale sui Rom in Toscana si è concluso con
l'approvazione della mozione sottoscritta da Pd, Verdi, PdCi, Sd e Rc, sulla
quale lo Sdi si è astenuto. Respinte le mozioni dell'opposizione di centro
destra (FI, An, Udc, Af) e quella dello Sdi. Nella mozione approvata si
sollecita, fra l'altro, il Parlamento a dotare gli enti locali di adeguate
risorse finanziarie per affrontare il problema...
"Fuori i Rom"... è il nuovo grido di battaglia
"L’invasione dei nomadi", titolava l’altro giorno il Corriere della Sera
l’articolo di fondo di Alberto Ronchey. E l’impressione che dava era di una
minaccia più che incombente ormai presente, come nella storia degli
"ultracorpi", dal film di Don Siegel, dove gli ultracorpi non erano che quei
baccelli giganti che espellevano alieni dalle sembianze umane. Tutti comunisti
peraltro, mostruose creature che sotto false spoglie si insinuavano nel no...
Bolzano, il "campo nomadi" della Spaghettata
Vorrebbero lavarsi, ma manca l’acqua calda. Vorrebbero servirsi dei gabinetti,
ma sono intasati da settimane. A pochi metri dalle roulotte, una fogna a cielo
aperto: un laghetto lungo almeno 50 metri. Topi e rospi ovunque. I Sinti hanno
fatto presente la situazione, più e più volte, ma il Comune - raccontano - non
si è mosso. «Non vogliono spendere altri soldi, perché il campo dovrebbe essere
smantellato».
Un lezzo terribile, a pochi metri da...
Ascoli Piceno, mano pesante del giudice monocratico per Marco Ahmetovic
Sei anni e sei mesi di reclusione per Marco Ahmetovic, il rom di 22 anni che la
sera fra il 22 e il 23 aprile travolse con il suo furgone e uccise quattro
ragazzi di Appignano del Tronto: Eleonora Allevi, Davide Corraddeti, Alex
Luciani e Danilo Traini, non avevano neppure compito 18 anni. La sentenza,
pronunciata dopo meno di un'ora di camera di consiglio, supera la richiesta del
pm che aveva chiesto quattro anni di reclusione e 20 giorni di arr...
La furia cieca è qui...
Ed ecco che arriva come un fiume anche Beppe Grillo sulla questione Rom rumeni.
Dopo aver letto l’esternazione del comico genovese che parla di migrazioni
selvagge e di sacri confini, ci chiediamo se davvero siamo nell’anno 2007 del
calendario gregoriano. Improvvisamente ci svegliamo da un sogno che abbiamo in
parte condiviso con un ebreo che si è estraniato dal ...
Di Fabrizio (del 07/10/2007 @ 09:26:14, in scuola, visitato 2047 volte)
Una trentina di ragazzi giocano a piedi nudi nel mezzo della strada. I vestiti sporchi non coprono i loro corpi magri. [...] Petra, una delle ragazze,
ha 14 anni, anche se il suo corpo snello e le braccia piccole le danno l'aspetto
di un'undicenne, è una ragazza savia e felice.
In una normale scuola secondaria in Romania, una ragazza della sua età
sarebbe all'ottavo grado, studiando lingue, fisica o geometria. Ma lei è solo al
sesto grado di una "Scuola Speciale" per ritardati mentali.
"Non imparavo abbastanza nella scuola normale" dice Petruta. Se le si chiede
cos'ha di speciale il suo nuovo posto di studio, risponde: "Beh, ci sono solo
Rom là, soltanto noi 'Zingari'!"
Petruta ha altri quattro fratelli e sorelle e i suoi genitori sono
disoccupati. La costruzione improvvisata che occupano ha quattro pareti
d'argilla ed un tetto di plastica. Il tempo è tempestoso e il vento fa saltare
il tetto, lasciando i cinque bambini in due piccoli letti svegli con il cielo
grigio sopra di loro.
La famiglia vive con i 30 €uro mensili dell'assegno di disoccupazione del
padre aggiunti a 7 €uro per ogni figlio. Come media, la famiglia vive con 2 €uro
al giorno.
Talvolta Petruta fa lavori di casa dai vicini. "Sono brava a pulire i tappeti
dei rumeni, " dice.
Chiedendole come va la sua scolarizzazione, Petruta ammette di non saper
ancora leggere o scrivere. Ma non è un'eccezione - ci sono migliaia di bambini
come lei in Romania. Questa giovane vive nella piccola città di Dumbraveni nella
regione di Sibiu, un povero distretto ostile ai Rom. Circa 150 bambini vivono lì
attorno. Oltre il 90% va alla Scuola Speciale - Centro per l'Insegnamento
Inclusivo, che il Ministero dell'Educazione ha costruito per i bambini ritardati
fisicamente o mentalmente. Attualmente, solo i bambini Rom ci vanno, anche se
nessuno di loro è disabile.
Superficialmente, questa situazione sembra soddisfare genitori, autorità
locali ed insegnati. I bambini che vanno in queste scuole hanno un certificato
che li dichiara handicappati. Questo permette di ottenere il doppio degli
assegni familiari - 14 €uro al mese. La maggior parte dei genitori non ha altre
fonti stabili di reddito.
I bambini stanno nella Scuola Speciale mattina e pomeriggio, dove
ricevono attente cure dagli insegnanti. Hanno anche pasti gratis ad ora di
pranzo. L'autorità locale è contenta, perché questo significa che i bambini Rom
"durante il giorno sono curati".
D'altra parte, i bambini non sviluppano nessuna abilità che li possa aiutare
ad ottenere una solida educazione. Alla fine della scuola, in pochi sanno
leggere o scrivere il rumeno.
La maggior parte di questi bambini sono forzati in questo sistema. A causa
del loro retroterra e vita a casa, se andassero in una scuola normale, avrebbero
scarse possibilità di eccellere. Inoltre, quando per due volte in fila non
passano l'anno sono espulsi, come qualsiasi bambino rumeno.
Metà della comunità di Dumbraveni non ha elettricità. I bambini non hanno un
posto dove fare i compiti. Molti di loro sono anche denutriti - specialmente se
non hanno accesso a pasti caldi. In pochi possono permettersi di comprare libri,
penne o quaderni.
Se espulsi da una scuola tipica, devono avere una seconda possibilità
attraverso il Centro per l'Insegnamento Inclusivo e le sue Scuole Speciali. Ma a
Dumbraveni, molti bambini Rom iniziano il loro primo grado all'età di 7/8 anni
direttamente nelle Scuole Speciali.
Autorità contente
Tutte le parti coinvolte dai capi scolastici al medico di famiglia
"consigliano" i genitori Rom a mandare i loro figli direttamente alla Scuola
Speciale. Sono valutati psicologicamente da una Commissione Distrettuale. Poi,
di solito, nove su dieci di questi bambini ricevono un certificato che li
dichiara handicappati, che permette loro di frequentare la Scuola Speciale.
Vasile Prodan, lo psicologo scolastico, discerne che i bambini Rom non sono
"equipaggiati mentalmente" come gli altri bambini. "Non vanno all'asilo
d'infanzia e non ricevano alcun tipo di educazione dai loro genitori," dice.
Anche le autorità dicono che la situazione discende dalla comunità Rom
stessa. "Questi bambini non vogliono andare alla scuola normale," dice Traian
Dur, sindaco di Dumbraveni. "E gli altri bambini li deridono perché sono
sporchi, e ciò li rende insicuri. Così vanno alla Scuola Speciale. Qui si
sentono bene perché ci sono solo Rom della stessa provenienza."
Nonostante la natura illegale della cosa, le autorità locali e centrale sono
d'accordo che, da una prospettiva sociale, è uno scenario realista.
"Non ci sono abusi commessi a Dumbraveni, ma questo non significa che stiamo
affrontando una situazione ideale che, infatti non credo sia unica," dice Diana
Trenchea, consigliera del Ministero dell'Educazione. "E' una convenienza per
tutti. E non è la prima volta che sentiamo di situazioni dove i genitori usano i
loro figli per migliorare la loro situazione finanziaria."
D'altra parte, quando i bambini cresceranno, [...] si ritroveranno a
ripercorrere le impronte dei genitori e vivere senza un tetto, elettricità e
lavoro - mandando i loro figli nello stesso tipo di istituzione.
Il Ministero infrange la sua stessa legge
Una delle OnG più attive specializzata sui problemi Rom, RomaniCRISS, ha
compilato una protesta al Consiglio Nazionale per Combattere la Discriminazione,
ammonendo che, nei casi come quello di Dumbraveni, esiste una forma di apartheid
educazionale.
"Segregazione è la separazione fisica dei bambini basata sul piano etnico e
non quello linguistico," dice Marian Mandache, capo del Dipartimento dei Diritti
Umani di RomaniCRISS. "Abbiamo esempi di segregazione in tutto il paese, nel
distretto di Dolj, a Cluj, Mures, Harghita, Neamt e Iasi. Ma nel caso Dumbraveni
c'è un chiaro segno di infrazione della legge, perché solo i bambini portatori
di handicap possono andare in una scuola per handicappati." Mandache dice che
spetta al Ministero dell'Educazione correggere la situazione.
Una soluzione sarebbe un compromesso educativo, una somma di denaro che lo
stato donerebbe alle famiglie come incentivo per mandare i loro figli nelle
scuole normali e per tenerli lì.
"Manca la volontà politica per risolvere i problemi Rom in questo paese,"
dice Mandache. "I politici hanno i soldi per costruire la Cattedrale della
Redenzione e possono far riparare le strade ogni anno. Ma non hanno soldi per
aiutare dei poveri bambini."
Ma per Gelu Duminica, direttore esecutivo dell'OnG Agentia Impreuna, non è
questione di razzismo. Dice che il Governo manca di volontà di cambiare lo stato
dei segmenti più poveri in generale, e non dei Rom in particolare.
"La gente povera è facile da prendere in giro" dice Duminica. "Se
l'autorità locale dona del cibo prima delle elezioni, avranno indietro i loro
voti."
Il Governo ha allocato due miliardi di €uro dai fondi europei per i prossimi
sette anni per risolvere il problema delle categorie svantaggiate come gli
handicappati, i Rom e le persone di oltre 45 anni.
Un altro problema è la trappola sociale che attanaglia alcune famiglie povere
- che danno figli alla luce soltanto per i 230 €uro mensili che lo stato
garantisce per i primi due anni di vita. Ma cosa succede quando tutti i figli
hanno più di due anni? Mircea, padre di 34 anni a Dumbraveni, ha cinque figli,
quattro dei quali maggiori di due anni. A malapena ma tutti mangiano.
"Lo stato ci ha chiesto di fare bambini quando la natalità andava sostenuta,"
dice "e se lo 'Zingaro' non ha un posto per lavorare, allora fa figli, così può
mangiare."
Traian Dur, sindaco di Dumbraveni, un politico locale rispettato dalla
comunità Rom, dice che i Rom hanno bisogno di maggiori opportunità di lavoro.
Questo risolverebbe il problema. Ma nella città non c'è lavoro per loro. "Il
giorno stesso che i Rom vengono pagati, spendono tutto al bar più vicino,"
aggiunge.
Occorre un moviemnto a tenaglia - educare nel contempo tanto i Rom che il
resto della società. Gelu Duminica ritiene che occorra focalizzarsi non sulla
scuola di per sé e sull'educazione statale, ma nell'educare i genitori Rom, gli
insegnanti e la maggioranza rumena nel cambiare le loro percezioni.
"Ci sono molti stereotipi, come nel fatto che tutti gli 'Zingari' siano
cattivi o rubino," dice Duminica. "La maggioranza dovrebbe imparare, meglio se
in corsi sponsorizzati dalle scuole pubbliche, a superare i propri pregiudizi e
comprendere che i Rom sono come tutti gli altri uomini o donne." Dall'altro
canto, i genitori Rom hanno bisogno di consulenza su come fare le migliori
scelte per i loro bambini e capire i benefici dell'educazione, mentre gli
insegnanti dovrebbero imparare come trattare i bambini che arrivano da famiglie
povere, o da una cultura o un'etnia differente.
La scuola dell'infanzia
I bambini Rom di solito non frequentano gli asili nido.
Questo significa che non hanno un'educazione formale prima dei sette anni -
quando per legge devono andare a scuola. Senza una scuola d'infanzia dietro di
loro, questi bambini non sono abituati, ad esempio, a rimanere seduti per 50' o
come usare una penna. La maggior parte del tempo, si trovano in una situazione
scomoda. Dopo poche settimane, rifiutano di andare a scuola. Alcuni studi
sociologici hanno mostrato che i bambini Rom sono abituati a ricevere molto
affetto dalle loro famiglie, specialmente dalle madri. Nel primo grado
dell'istruzione trasferiscono questo affetto verso gli insegnanti. I maestri
devono conoscere queste informazioni, così che possano capire il retroterra dei
loro alunni.
Se niente cambia, le situazioni come quelle di Dumbraveni continueranno.
[....]
Di Fabrizio (del 08/10/2007 @ 22:08:33, in Italia, visitato 2060 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
Gentile Fabrizio,
ieri sera, alle ore 23.00 circa, Canale 5 ("Terra") ha parlato dei rumeni rrom
di Pavia e Milano. Vorrei segnalare la posizione del vice-sindaco di Milano, che
considera tutti i rrom malviventi e chiede, per la Romania, di reintrodurre
i provvedimenti del trattato di Schengen.
E un discorso che deve essere conosciuto da tutti quanti visitano "Mahalla" .
Ti prego di inserire questa notizia .
Grazie,
Marcel Costache
Di Fabrizio (del 09/10/2007 @ 09:26:54, in Italia, visitato 2747 volte)
... di oggi, 8 ottobre 2007. Ma è proprio vero che le
“comunità nomadi” condividono? Non è invece il caso di far sentire la vostra
opinione in merito? Per e-mail al Corriere potete scrivere a 'redazione@corrieredilivorno.it'.
Ciao. Isabella.
Cosimi: Mai più bimbi mendicanti - Presto gli assistenti
sociali ai semafori
E le comunità nomadi condividono anche se chiedono "politiche
di inserimento più adeguate"
di Gabriele Masiero
"Siamo pronti a mettere in campo una task force di educatori per togliere dai
semafori i bambini mendicanti". Il sindaco, Alessandro Cosimi, ha deciso di
dichiarare guerra agli adulti, spesso rom, che usano i loro figli per chiedere
l'elemosina agli angoli delle strade. ''Faremo solo rispettare la legge che già
esiste - ha aggiunto Cosimi - e siamo pronti a fare intervenire il tribunale dei
minorenni''. L'idea del primo cittadino livornese potrebbe essere un
progetto-pilota in Italia, non fosse altro perché non segue la strada delle
ordinanze, come avvenuto a Firenze con i lavavetri, ma intende rafforzare
l'attività dei servizi sociali per stroncare il fenomeno dell'accattonaggio
compiuto dai bambini. "Il messaggio che vogliamo dare - ha spiegato Cosimi - è
chiaro: a Livorno non è consentito mandare i bambini a chiedere l'elemosina. E
per farlo siamo disposti a impegnarci concretamente. Abbiamo già contatto un
pool di psicologi e pedagogisti che ci aiuteranno in questo percorso. Proporremo
al Tavolo del volontariato di collaborare con noi per trovare, oltre alle
struture pubbliche, altre case famiglia dove inserire i bambini tolti ai
genitori che li costringono a mendicare. Prima andremo sul posto ad avvertire
questi adulti e se la loro condotta proseguirà informeremo il tribunale dei
minorenni affinché decida sull'eventuale affidamento ad altri dei loro bambini".
Infine, ha detto Cosimi, "vogliamo dimostrare che Livorno non dimentica quanto è
accaduto due mesi fa sotto il ponte di Pian di Rota, quando morirono quattro
bambini nell'incendio delle loro baracche". "Non siamo una città indifferente -
ha concluso - e lo vogliamo dimostrare con i fatti. Per questo i nostri servizi
sociali monitoreranno costantemente la città. Abbiamo già ricevuto segnalazioni
in merito, in particolare per quanto riguarda il semaforo che si trova vicino
all'istituto Nautico, interverremo su quelle e non tollereremo violazioni di
legge". Ok al progetto del sindaco livornese anche dal comitato nazionale "Rom e
Sinti insieme" che però auspica anche politiche sociali che favoriscano
l'inclusione di interi nuclei sociali. "E' giusto applicare le norme - ha detto
Nazzareno Guarnieri, portavoce del comitato - perché legalità e sicurezza
sono principi irrinunciabili, ma allo stesso modo occorre garantire politiche
sociali adeguate per consentire a tutti una vita dignitosa. Perché disagio e
illegalità non nascono mai per caso". Al comitato fanno capo oltre 60 leader e
16 organizzazioni di categoria. "E' assolutamente vero - ha precisato il
portavoce della comunità Sinti e Rom - i bambini non devono mendicare per strada
né, tanto meno, dovrebbero vivere in campi nomadi, che andrebbero smantellati.
Ma purtroppo è altrettanto vero che spesso non hanno dove andare e la
discriminazione contro le minoranze Rom e Sinti in Italia è ancora estesa in
tutti i campi, dal privato al pubblico". In Italia, secondo Guarnieri, "sono
rare le realtà dove le comunità sinti e rom sono considerate protagoniste
sociali pensanti e dove sono attuate politiche di integrazione, di
partecipazione diretta e di mediazione culturale". "I Sinti e i Rom presenti in
Italia - ha aggiunto - vedono in molti casi negato il diritto alla residenza,
alla sanità, alla scuola e al lavoro". E' quindi necessario, ha spiegato
Guarnieri, "superare la politica dell'assistenzialismo e dell'accompagnamento
sociale ed evitare politiche simili con altra denominazione che contengono
sempre i requisiti dell'assistenzialismo". "Insomma, chi di noi sbaglia, ruba e
sfrutta i bambini deve pagare - ha concluso - ma lo stesso deve valere per chi
non è in grado di garantire politiche sociali adeguate".
Di Fabrizio (del 09/10/2007 @ 12:10:18, in Regole, visitato 2019 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
salve,
abbiamo organizzato una conferenza stampa di presentazione della proposta di
legge che abbiamo depositato, sull'inserimento dei cittadini e le cittadine rom
e sinti nella legge sulle minoranze linguistiche.
sappiamo che non tutti sono d'accordo con la proposta, ma abbiamo ugualmente
provato ad invitare alla presentazione a persone e associazioni che lavorano
sui/con diritti di rom e sinti. è un primo passo, intendiamo continuare a
lavorare, con gli strumenti a disposizione perché i/le componenti di questi
minoranze, siano riconosciute come soggetto di diritto.
la conferenza stampa avrà luogo giovedì 11 ottobre alle 10:45 nella sala stampa
di Montecitorio, ingresso da via della missione. data la natura dell'iniziativa,
prevediamo pochi brevi interventi.
chi intenda partecipare è pregato di dare conferma entro martedì 9.
ricordo che per gli uomini è necessaria la giacca.
sono stati invitati tutti i deputati che hanno firmato la proposta.
un caro saluto,
mercedes frias
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