Da
Romanian_Roma
Ancora, il Ministro della Sanità Pubblica (MSP) non ha programmi per la
comunità Rom, questo perché ritiene che il disagio e la sofferenza non abbiano
niente a che fare col retroterra etnico dei singoli. Dal 2001, anno in cui la
Romania ha adottato la normativa europea, che proibisce la classificazione su
base etnica, non ci sono dati ufficiali sul problema della sanità tra i Rom.
Abbastanza sorprendentemente, gli incaricati statali dicono spesso che i Rom
sono il gruppo privilegiato delle strategie governative per promuovere la sanità
e combattere la povertà. D'altra parte, non c'è molto che il ministro può fare
per la gente di
Ferentari. Dice Hanna Dobronauteanu ex consigliera per i problemi Rom
nel MSP "Al momento, l'area non è una priorità del MSP. Le cose potrebbero
cambiare solamente se l'Autorità per la Sanità Pubblica di Bucarest (ASPB) o
alcune OnG identificassero problemi specifichi ed arrivassero ad un piano
concreto per migliorare le condizioni dell'area".
Ma ora a Ferentari - nell'assenza di un sostanziale sforzo a lungo termine da
parte del governo - solo progetti ed iniziative delle OnG ottengono risultati,
limitati nello scopo.
Centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per ogni tipo di programmi,
dalla lotta alla tubercolosi all'educazione sessuale (per uomini e donne) e
piani familiari, prevenzione del cancro al seno ecc. Ma tutto ciò è ancora
distante dal raggiungere risultati visibili.
"I programmi portati avanti finora dovrebbero essere soltanto l'introduzione
ad una grande, coerente campagna destinata a richiamare i complessi problemi di
salute della popolazione Rom di Ferentari. Di certo sono stati molto utili, ma
non sempre sono stati focalizzati sui bisogni più stringenti. Dietro, le vere
cause, che sono la povertà, la disoccupazione, la mancanza di scolarità" secondo
Alina Constantinescu, lavoratrice sociale dell'organizzazione sociale "Doctors
of the World". Ammonisce: "Inoltre, da quando la Romania è diventata stato
membro della UE, gli USA e gli altri stati occidentali hanno cessato di
finanziare progetti, ritenendo la Romania ormai in grado di risolvere i suoi
problemi da sola. Cosa di cui dubito..."
Nell'indirizzare le tematiche Rom, il MSP supporta solamente i mediatori
sanitari, che sono membri della comunità locale, per facilitare la comunicazione
tra popolo e medici.
Perciò, i 500 mediatori sanitari che lavorano in tutta la Romania - tutte
donne - devono entrare nelle case delle persone, identificare i problemi e
cercare le soluzioni.
Infatti, quello che fanno non è solo occuparsi dei problemi relativi alla
sanità, ma anche aiutare i Rom ad ottenere documenti di identità o certificati
di nascita o riportare i loro problemi sociali alle autorità.
Anche se, con l'aiuto dei mediatori sanitari, sono state prese misure
significative, i problemi sono lontani dall'essere risolti. Primariamente, sono
impiegati per un periodo limitato, di solito un anno, e poi i loro contratti di
lavoro sono estesi per un altro anno, rendendo il lavoro meno sicuro. Poi il
loro salario - pagato dall'Autorità per la Sanità Pubblica - è lontano dal
motivarli, ammontando ad appena 400 RON (Euro 125) o meno al mese. Le
comunicazioni con i medici non sempre sono facili.
Inoltre, ci sono problemi legati all'accesso dei servizi sanitari pubblici.
Il MSP dicono che sono stati implementati,ma le OnG locali sono di opinione
differente. Daniel Radulescu, di Romani Criss, dice: "Anche se ora più persone
sono registrate, questo non significa che hanno ottenuto un pari accesso ai ai
servizi forniti. Molto spesso, i Rom ci informano che i dottori mostrano
attitudini razziste.
Anche Ervin Szekely, segretario statale del ministero, conferma l'esistenza
di casi simili. "Siamo stati recentemente informati su una donna Rom che ha
consegnato un reclamo per non avere ricevuto adeguata assistenza medica riguardo
ai seri problemi avuti con la nascita di suo figlio. Al medico sono state
imposte sanzioni, non per un atto di discriminazione, ma per avere mancato nel
provvedere adeguata assistenza medica. Così non è stato sanzionato per
discriminazione, perché è difficile da provare."
Romani Criss riporta anche istanze di segregazione in ospedale - che in
Romania è illegale - ma ammette che casi simili sono difficili da provare.
"Discriminazione e segregazione per lungo tempo non sono state tra le nostre
priorità. D'altra parte, stiamo pianificando come includere questi fenomeni nel
nostro lavoro di ricerca", dichiara Erwin Szekely.
DIVERS - www.divers.ro
Investigation published by Marian Chiriac, editor of DIVERS news bulletin
country, and Daniel Ganga, a freelance journalist of Roma origin.
This article is part of the Public Health Journalism and Roma Program, the
second edition, coordinated by Center for Independent Journalism Bucharest, and
supported by the Open Society Institute – New York.