Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Daniele (del 16/05/2006 @ 10:39:04, in Europa, visitato 2729 volte)
6 maggio 2005, di Otto Pohl - riassunto
Gli zigani ottengono uno strumento legale nella lotta per i diritti.
Miskolc, Ungheria – Per i zigani dell'est Europa, come Agnes Krappai, la vita
sembra non migliorare mai. Lei vive in una zona povera di questa città
ungherese, in una casa senza acqua corrente.
Il suo vicino lava un tappeto in strada, riuscendo a fare uscire acqua da un
pozzo con la pompa a mano. "È una crisi costante, se c'è una cosa simile", dice
la signora Krappai.
Ma adesso alcuni leader dei zigani, o rom, stanno pensando ad un nuovo modo
per cercare di ottenere l'uguaglianza: la lotta per i diritti civili dei neri
americani. Sempre più, i rom stanno sollecitando di garantire i loro diritti, e
fanno ciò dove pensano che avranno la migliore possibilità di riuscita – tra i
nuovi membri est europei dell'U.E. e quelli che stanno cercando di influenzare
l'Europa occidentale con interpretazioni rigide delle loro nuove leggi
antidiscriminatorie.
La strategia dei rom è stata ricompensata in ottobre, quando una corte
bulgara per il distretto di Sofia si pronunciò a loro favore in un caso di
segregazione a scuola. "Questa è Brown contro il Ministero dell'educazione in
Europa", ha detto Dimitrina Petrova, direttore esecutivo dell'European Roma
Rights Center, ricordando la delibera del 1954 della Suprema corte secondo la
quale il sistema ufficiale del "separato ma uguale" della segregazione razziale
nella scuola era incostituzionale.
"Questo è un puro modello americano", ha detto la signora Petrova, il cui
gruppo ha proposto l'azione legale. "Non è un diritto se non puoi difenderlo in
una corte di giustizia".
Un appello è in corso, ma il governo bulgaro ha già iniziato ad emanare
cambiamenti nella politica statale dell'educazione, e la fondazione Romani Baht,
il gruppo bulgaro per i diritti che ha discusso il caso, ha detto che sono stati
programmati altri 50 casi di segregazione scolastica in autunno.
Nel 2002, la fondazione ha proposto un'azione legale contro un bar di Stara
Zagora, Bulgaria, per aver rifiutato di servire un rom.
La fondazione ha vinto, e da allora ha intentato azioni legali contro i
proprietari di night club, ospedali e altre società, accusandoli di rifiutare
riassumere o di servire i rom.
I casi citati di leggi antidiscriminazione emanate per preparare la Bulgaria
ad entrare nell'U.E., che spera di fare l'anno prossimo.
Alcuni di quelli che lavorano in nome dei rom dicono che questi sforzi
offrono un modello per aiutare altri gruppi che combattono la discriminazione.
Gorge Soros, il miliardario che è uno dei più grandi benefattori dei gruppi
per i diritti dei rom, promette che "tale sforzo sarà fatto con le minoranze
musulmane" d'Europa una volta che le conquiste dei rom siano state garantite.
Comunque, la legge europea è basata sulla legge civile, il che significa che
una decisione della corte non diventa automaticamente legge dello stato – e che
le vittorie in tribunale ottenute nelle campagne di vertenze strategiche, non
hanno necessariamente effetti di ampia portata.
Ancora, Panayote Dimitras, direttore esecutivo del settore Grecia
dell'Helsinki Monitor, un gruppo per i diritti umani che opera anche nei balcani,
ha detto di aver citato sentenze della corte dall'Europa orientale nei casi rom
in Grecia.
La sig.ra Petrova ha detto di sperare che le conquiste fatte nell'Europa
dell'est si diffondano anche nell'Europa occidentale, dove i rom combattono per
i loro diritti.
Gli sforzi dei rom vanno oltre le sfide legali. A dicembre, Gyorgy Macula, un
giovane ufficiale della polizia di Budapest, ha fondato l'Associazione della
polizia rom a Budapest. Egli l'ha modellata sulla Associazione della polizia
nazionale nera, un'associazione fondata in Illinois nel 1972 per aiutare gli
ufficiali neri negli Stati Uniti a combattere le pratiche di imposizione della
legge razzista e creare una relazione più positiva con le comunità minoritarie.
Per la prima vota, c'è anche una rappresentanza rom a Bruxelles. Dopo
l'ingresso dell'Ungheria nell'U.E. nel 2004, ha eletto due rom nel parlamento
europeo.
Ancora non c'è un movimento unitario rom e non c'è un leader come il Rev. Dr.
Martin Luther King Jr. ad aiutare a crearne uno, né figure galvanizzanti come
Malcolm X o Rosa Parks.
E non tutte le cause legali hanno successo. La Corte europea per i diritti
umani a Strasburgo ha bocciato la causa di 18 bambini rom cechi non
handicappati.
Le stime sono che più del 75% di bambini rom nella Repubblica ceca sono messi
in scuole speciali. L'azione legale è stata ripresentata.
Si dice che i rom siano emigrati dall'India in Europa più di 1000 anni fa,
portando modi nomadi, pelle scura, cultura insulare e strani costumi che hanno
spianato la strada per una marginalizzazione permanente.
I nazisti consideravano i rom una razza inferiore, raggruppandoli con ebrei e
i disabili, e ne uccisero mezzo milione nei campi di concentramento nella II
guerra mondiale.
Anche oggi, molto resta oscuro a proposito dei rom. Non c'è accordo neanche
sul loro numero in Europa. Stime li collocano fra i 7 e i 15 milioni, e dal 5 al
10% della popolazione in molti Paesi dell'Europa orientale.
In Ungheria, la lotta per abolire la segregazione razziale nelle scuole è
arrivata qui a Miskolc, una delle regioni più povere dell'U.E.
Andras Ujlaky, presidente della fondazione per le opportunità per i bambini,
un'associazione ungherese che si interessa della scolarità dei rom, recentemente
ha visitato qui i leader della comunità rom per discutere l'integrazione di una
scuola nelle vicinanze di una gran quantità di squallidi edifici dove vive la
sig.ra Krappai. Il sig. Ujlaky ha bevuto il caffé mentre mentre si sedeva su un
divano consunto nella piccola, pulita casa di un leader della comunità e ha
parlato dei progetti per i bambini per rifiutare di essere messi nella scuola di
tutti i rom.
Se i bambini hanno difficoltà per il trasporto, ha detto, pensa di intentare
un'azione legale per discriminazione, sperando di sollecitare un riesame
procedurale che chiuderebbe la scuola per soli rom.
"Ora che la legge è fatta dovremmo usarla", ha detto il sig. Ujlaky.
Di Fabrizio (del 16/05/2006 @ 09:50:03, in casa, visitato 2704 volte)
Due notizie da:
Kosovo_Roma_News
2 maggio 2006 - I Rom vogliono un municipio a Mitrovica Sud
I Rom sfollati da Mitrovica vogliono formare una municipalità loro nei dintorni
di Rasadnik a Mitrovica Sud; e ne hanno fatto esplicita richiesta ai
rappresentanti dei Serbi kosovari: Goran Bogdanovic e Marko Jaksic.
I rappresentanti dell'Associazione dei Rom del Kosovo e dell'Assemblea per la
Protezione dei Diritti dei Rom, hanno chiesto in un incontro pari diritti a
Serbi ed Albanesi.
Habib Hajdini, per l'Associazione, dice che Rasadnik aveva 8.892 residenti
prima della guerra, di cui il 99,7% erano Rom. "Quindi i numeri di Rasadnik
incontrano i criteri per formare una nuova municipalità".
Nella Mahala di Mitrovica Sud vivevano circa 8.000 Rom prima della guerra. Era
la seconda area più grande abitata da Rom nei Balcani.
I residenti del campo di Plementin ottengono alloggi a Magura
PRISTINA, 9 maggio 2006 (KosovaLive) - Diciassette famiglie rifugiate nei
container collettivi di Plemetin/Plementina, hanno ricevuto lunedì le chiavi di
nuovi appartamenti nel villaggio di Magura
village, nel comune di Lipjan.
La costruzione è stata co-finanzata dal governo, dall'UNMIK e da altri. Oltre
ai Rom, hanno beneficiato del progetto cinque famiglie albanesi. Durante la
cerimonia di consegna, il vice primo ministro Lutfi Haziri ha detto che
l'impegno del governo per assegnare case ad appartenenti alle minoranze si è
compiuto e che il problema delle altre famiglie sarà risolto entro il 20 maggio.
La cerimonia ha visto la contestazione di alcune famiglie albanesi, che
vivono anche loro nei container, per non aver ottenuto alloggio.
Il campo di Plemetin/Plementina è stato installato dopo la guerra ed ospita
122 famiglie con circa 500 persone, che vivono in condizioni estreme.
Di Fabrizio (del 15/05/2006 @ 11:10:22, in Italia, visitato 2385 volte)
Ancora vandali alla stazione Tiburtina - così inizia un articolo di
sabato del
TEMPO:
di FEDERICO LO GIUDICE STAZIONE Tiburtina eterna prigioniera del degrado.
Sporcizia, microcriminalità, baraccopoli di zingari e bivacco per drogati e
ubriachi...
l'articolo non cita più gli zingari, ma se ne ricorda all'ultimo:
...Se fino a qualche settimana fa, proseguono i due esponenti di destra, i
cittadini potevano credere alle "giustificazioni" del primo cittadino, oggi
possiamo pubblicamente dire che lo scorso 8 marzo con la decisione n. 54 la
giunta comunale ha stanziato ben 3.700.000,00 euro per la manutenzione ordinaria
e per la gestione dei campi nomadi. A questo punto possiamo constatare-
concludono Del Prete e Malcotti- che i finanziamenti per la sicurezza dei
cittadini romani non ci sono, mentre esistono per i nomadi».
Credo che sia la solita zuppa elettorale in cui il giornale romano si ficca
volentieri. E a proposito di elezioni, stanziamenti e vandalismi,
rileggetevi
LA MANGIATOIA (chiedendovi di chi è la colpa)
Il network Celebrating Cultural Diversity da il proprio benvenuto alla comunità dei Nomadi e Viaggianti dell'East Sussex, come parte integrante ed attiva della propria organizzazione e appoggia la loro lotta per la casa.
Da: British_Roma
Di Fabrizio (del 15/05/2006 @ 09:41:08, in Europa, visitato 2764 volte)
Alla fine ce l'hanno fatta!
Bernd Neumann, attuale ministro per la cultura e i media ha approvato la
costruzione del
monumento dell'olocausto di Sinti e Rom, con il testo richiesto da
Romani Rose, presidente del Consiglio Centrale dei Sinti e dei Rom di Germania.
Non solo è stato cancellato l'odioso termine "Zigeuner", ma è stato aggiunto
un ulteriore testo riferito ai soli Rom ed una cronologia sulle loro
persecuzioni e genocidio
L'artista Dani Karavan (op.
cit.) concordacon queste aggiunte. Il suo monumento di "specifica struttura
che si sviluppa su larga scala" diviene ancora più impressionante.
RADOC/9-v-06
Da:
Roma_und_Sinti
Di Fabrizio (del 14/05/2006 @ 12:20:20, in media, visitato 2636 volte)
Una serie di immagini sull'argomento: Rom post-Sovietici. L'autore è
Andrew Miksys.
Dalla
recensione, cliccare sull'immagine di sinistra per vedere la sequenza.
Di Fabrizio (del 14/05/2006 @ 10:00:49, in Europa, visitato 2791 volte)
Mr. Valery Novoselsky.
Editor of Roma Virtual Network.
Currently in Brussels
Carissimi,
Quanti di voi vogliano discutere le tematiche relative al Decennio
per l'Inclusione Rom, possono aggiungersi al forum di discussione:
http://www.idebate.org/discussion/view_forum.php?id=54
Ovviamente, è necessario registrarsi. Se ci fosse bisogno di
chiarimenti su questioni tecniche, potete contattarmi a
nov_val@zahav.net.il.
Kind regards,
Da Music club Concerti
Gogol Bordello / Gipsy Punks Eugene Hutz e i suoi Gogol Bordello Il terzo cd "Gipsy Punks" è disponibile anche in Italia dopo l'exploit del loro leader a Venezia Registrato da Steve Albini a New York in un glorioso suono analogico, "Gipsy Punks" di Eugene Hutz e i suoi Gogol Bordello è un album di quindici tracce che espande la fusione dei generi, dal gipsy punk e stomp slavo con un tocco di metal e dub style, che pagano tributo al classico suono della Giamaica. Il cantante/autore e visionario Eugene Hutz ed il resto del collettivo Gogol Bordello hanno raggiunto in questi anni un nuovo livello di intensità musicale e di testi nella loro continua crociata dedita a costruire un ponte tra la gipsy music, il rock 'n' roll e altri generi di musica ribelle dal flamenco al Perestroika punk che è sbocciato nell'Europa dell'Est intorno alla metà degli anni '80. La reputazione internazionale della band è cresciuta velocemente grazie al suddetto ponte e mix tra i generi; Gipsy Est Europeo e cultura occidentale per non parlare dello spettacolo dal vivo che evoca visoni circensi e atmosfera surreale. Eugene Hutz è inoltre spalla di Elijah Wood nel film Everything Is Illuminated della Warner Bros, adattamento del famoso ed acclamato romanzo di Jonathan Safran Foer , "Ogni cosa è illuminata"; la pellicola è stata in concorso alla 62ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione "Orizzonti" www.gogolbordello.com - SUONA: 10 LUGLIO MILANO - VILLA ARCONATI 11 LUGLIO TO BE ANNOUNCED 12 LUGLIO AREZZO - AREZZO WAVE 13 LUGLIO TORINO – TRAFFIC FESTIVAL 17 LUGLIO UDINE - CASTELLO 18 LUGLIO TO BE ANNOUNCED INFO: RUMBLE FISH Live Via G. Mora, 14 20123 Milano Tel. 02/36533507 Fax 02/2613274 Via Grazzano 83 33100 Udine Tel. 0432/508323 Fax 0432/292924 info@rumblefishlive.com - www.rumblefishlive.com
Di Fabrizio (del 13/05/2006 @ 10:33:49, in media, visitato 2937 volte)
Con un linguaggio diretto e discorsivo, in quest'intervista emerge un
netto panorama sul mondo dell'informazione in Bulgaria, i limiti
attuali, i legami con i poteri, le paure e le gelosie che riguardano gli
operatori. Niente di nuovo, in verità, in un quadro che ricorda da una
parte altre situazioni dei Balcani, e qualche cosa dell'Italia di oggi.
09:00 Lun 08 Maggio 2006 - di
Polina Slavcheva
Toma Nikolaeff è
direttore della prima e unica Agenzia d'Informazione Rom Defacto (RIA Defacto),
fondata il 9 settembre 2003. Nel 2004 l'agenzia ricevette numerose
minacce anonime (vedi
ndr.) e chiuse per riprendere l'attività il novembre dell'anno
scorso. Prima di divenire direttore di Defacto, Nikolaeff è stato
fondatore e presidente della Fondazione Comunità Rom e del Consiglio
Nazionale dei Partiti e Organizzazioni Rom. E' stato membro delle Forze
Democratiche Unite. E' fondatore e presidente del secondo partito rom
registrato in Bulgaria, il Movimento Unico Centrale "Salvezza" ed è
eletto nell?Unione Internazionale dei Rom (IRU).
Quale la tua
impressione sui media bulgari?
Molte volte ho avuto come l'impressione che quando certi
colleghi scrivono di qualcosa, in realtà facciano pubblicità nascosta.
Dall'altra parte, quando scoprono qualche affare sporco, non succede
niente. Invece in Inghilterra, cari miei, se i giornali pubblicano
storie simili, la tua carriera è assicurata. Qui l'impressione è che
qualsiasi cosa si scriva, i carri continueranno per la loro strada, i
cani ad abbaiare, e nessuno si metterà paura. Un'altra cosa: non mi
dimenticherò mai, alla Libreria Nazionale stavo facendo una ricerca e
stavo leggendo i giornali di 100 anni fa. Penso fosse una vecchia
intervista di Zahari Stoyanov, dove diceva esattamente le stesse cose
dei politici di oggi, con qualche termine differente. Parlava di
democrazia, libertà di parola, apertura dei confini, miglioramento delle
vie di comunicazione per aprire via di scambio con l'Europa. Non
esistevano la EU e la NATO, se non in un'altra forma che il politico
intravedeva. L'ho visto coi miei occhi, giuro, avevo la pelle d'oca.
Pensi che ci sia la censura nei media bulgari?
I media bulgari sono molto censurati. Devi sapere, sono
stato piacevolmente sorpreso l'anno scorso quando Georgi Lozanov ha
detto all'annuale premio giornalistico Chernorisets Hrabu che non
sarebbe stato assegnato, senza specificare il perché. Il primo
ministro e il vice primo ministro erano presenti e hanno accolto la
notizia con un gelido sorriso. Sai perché non ci sarebbe stato il
premio? A causa della censura. Devono difendere organizzazioni
differenti, politici, determinate sfere.
Come sopravvivono i piccoli media come il tuo?
Ho chiesto sovvenzionamenti sia al governo che alle OnG - a
Open Society Institute e a Soros Foundation Network, alla World Bank.
Abbiamo anche in corso quattro o cinque progetti, incluso quello per
promuovere l'integrazione EU. Ho chiesto ai ministeri 3500 LEVA
(poco più di 1700 euro ndr.) per questo. Non hanno mai rifiutato di
vederci o di parlarci, ma non hanno mai mollato niente. Poi dicono
che i Rom sono illetterati e che non c'è nessuno a cui affidare
denaro. Ci siamo appellati al Direttorato sulle Tematiche Etniche e
Demografiche, per cercare aiuto nel promuovere l'integrazione EU, ma
ancora aspettiamo una risposta, che sono sicuro non arriverà. Ho
scritto a tutti i ministeri. Abbiamo persino offerto le nostre
notizie a tutti i mezzi d'informazione: BTA, 7 Days television,
Televisione Balkan Bulgarian, Nova TV, Televisione Nazionale Bulgara.
Chiedevamo notizie Romani da 5 a 15 minuti a settimana. Inoltre
chiedevamo ai giornali una pagina a settimana per fornire
informazioni. Un manager TV o un editore devono essere pazzi nel non
intravedere il potenziale guadagno. Se i Rom sapessero di un
giornale con le loro notizie, e attualmente ci sono 400.000 Rom in
Bulgaria, su 100.000 di quanti sanno leggere e scrivere, sarebbero
50.000 copie vendute in più. Senza parlare di quanti tra gli
analfabeti guardano comunque i programmi TV.
In un comunicato stampa, dicesti che Defacto non riuscì
ad ottenere un buon volume di vendite, causa mancanza di esperienza.
Non pensi sia questa una delle ragioni per cui i media
rifiuterebbero di darvi pagine e spazi tv?
Prima dicevano della nostra mancanza di esperienza, ora
invece fanno così perché siamo diventati troppo esperti. Dopo quell'esperienza
non ho mai detto una parola contro nessuno. Non apro bocca perché
vedo intolleranza nei media, nel governo nelle OnG. I giornalisti
non sono interessati a coprire le notizie sui Rom, anche quando ci
sono fatti positivi. Le OnG sono più tolleranti, ma poi ci dicono:
Non dovresti scrivere di politica. Ora, prova ad immaginare come
potrebbe essere Defacto se dovesse limitarsi negli argomenti che
tratta.
Una volta hai detto che ci sono state minacce contro di
voi e che questo ha causato l'interruzione delle pubblicazioni nel
2004.
Ci furono. Arrivavano tutte da gente Rom, tutta istigata
dai cosiddetti Turchi.
A che scopo?
Per terrorizzarci, e smettessimo le pubblicazioni.
Perché i Turchi?
Nelle nostre prime uscite ci eravamo contrapposti
specificamente al loro Movimento per i Diritti e le Libertà (MRF).
Io sono nazionalista e non mi piace quando si dice che hanno tenuto
la Bulgaria sotto un giogo per 500 anni. E poi ci fu la
dichiarazione di Adem Kenan (capo del non registrato Partito
Democratico Turco - che si riferiva alla Bulgaria come a un paese
che il suo popolo aveva governato per 500 anni, e ai Bulgari come
agli ex-schiavi dei Turchi).
Una volta hai menzionato che a Defacto avete bassi
stipendi. Cosa fate per vivere, oltre ai giornalisti?
I casi sono diversi. Due ragazzi sono figli di
imprenditori, uno dei loro genitori è nel campo delle costruzioni e
l'altro ha una compagnia privata. Tutti gli altri sono figli e
figlie di capi Rom, miei conoscenti, e non vogliono che il loro nome
sia reso pubblico.
Qui c'è un nome – Polina Marinova.
Polina Marinova è stato tanto tempo fa! [...] Il nostro
primo numero fu a marzo novembre. Ora dopo la paura scrivono sotto
pseudonimo. Quel numero invece era del 4 settembre, e c'erano le
prime avvisaglie.
Quindi, cominciarono pochi mesi dopo che avevate iniziato…
Per telefono. Ero in sede con un mio amico, stavamo bevendo
qualcosa. Mentre ci preparavamo per andare, lui azionò l'allarme e
io scendevo le scale. In alcuni punti si spensero le luci. Raggiunsi
il primo piano e udii qualcuno: "Salve, Nikolai.". Risposi e
cominciarono a colpirci e ad urlare: "Vi spariamo!"; erano in
quattro o cinque, mai visti prima. Io e il mio amico scappammo
fuori. Se il mio amico non fosse stato lì anche lui, chissà come
sarebbe finita. Questo nell'aprile 2004. Pensai ad un'intimidazione
e al diavolo!, bisognava continuare. Ma in molti si impaurirono. Poi
ci fu un episodio simile con una giornalista russa che era in
visita. Qualcuno le telefonò e le disse che sapevano dove viveva e
che se continuava a lavorare con noi sporchi zingari,
gliel'avrebbero fatta pagare.
Da allora quante sono state le minacce che avete ricevuto?
Chi sa dirlo… Non ricordo.
Vi minacciavano per qualcosa di particolare?
No, ci dicevano soltanto: Chi pensate di essere, [...]
smettete di scrivere, vi prenderemo voi e le vostre famiglie…
Erano Bulgari o Rom?
Per quanto ricordo dal loro accento, non erano analfabeti,
parlavano correttamente. Rom o Bulgari, non so dirlo. Ma so che uno
dei due che è stato poi arrestato, era zingaro e probabilmente era
in qualche modo collegato a MRF. In quanto all'altro, ho la
certezza che fosse del MRF. Era lui a minacciarci per telefono se
non chiudevamo l'agenzia. Così, dopo queste minacce, andai in
Inghilterra nell'aprile 2004 e tornai nell'ottobre 2005. Durante
questo tempo, feci un bilancio personale e compresi che se avessimo
continuato su quei toni, non potevamo aspettarci niente di buono -
che so, scrivendo contro Maya Cholakova (Direttrice del Direttorato
sulle Tematiche Etniche e Demografiche). Chi ci avrebbe finanziati
per continuare? Dissi a me stesso: se vuoi dare lavoro a più
gente, lavoro e stipendi, è meglio rimanere calmi, non urlare tanto.
Così, abbiamo smesso di urlare...
Defacto’s website also has an English version, at:
www.defacto.hit.bg
Di Fabrizio (del 12/05/2006 @ 10:46:11, in casa, visitato 3083 volte)
Sul recente
convegno dell'8 maggio, ricevo questa cronaca da Nando Sigona (in coda,
portate pazienza, aggiungo una critica di
Agostino Rota Martir):
Sunto e conclusioni
La tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione
sociale di rom e sinti in Italia”, organizzata dallo European Roma Rights
Centre (ERRC) e da OsservAzione – centro di ricerca azione contro la
discriminazione di rom e sinti, ha avuto luogo a Roma negli spazi del MACRO
(Museo di Arte Contemporanea). All’incontro hanno partecipato rappresentanti
del Consiglio d’Europa, delle autorità italiane e attivisti di
organizzazioni rom e sinte, oltre che di gruppi di supporto, provenienti da
tutta l’Italia. Nel contributo di apertura, Claude Cahn, direttore dell’ERRC,
ha sottolineato l’importanza della decisione del Comitato Europeo per i
Diritti Sociali nella vertenza ERRC contro Italia. La decisione, pubblicata
a fine aprile, condanna lo Stato italiano per la violazione dell’articolo 31
(diritto alla casa) insieme all’articolo E (principi di
anti-discriminazione) della Carta Sociale Europea come conseguenza di
politiche e prassi discriminatorie che portano alla segregazione abitativa
di rom e sinti. Nella decisione, il Comitato unanimemente dichiara che:
- La carenza di spazi di sosta per i gruppi rom e sinti itineranti
costituisce una violazione dell’articolo 31(1) della Carta Revisionata,
letto insieme all’articolo E;
- Gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati
costituiscono una violazione dell’articolo 31(2) della Carta
Revisionata, letto insieme all’articolo E;
- La mancanza di soluzioni stabili per i rom e sinti sedentari
costituisce una violazione degli articoli 31(1) e 31(3), letti insieme
all’articolo E.
Alla tavola rotonda, il presidente del Comitato Europeo per i Diritti
Sociali, Jean-Michel Belorgey, presentando la decisione del comitato sul
reclamo collettivo dell’ERRC contro l’Italia, ha sottolineato che:
- Rispetto all’applicabilità della Carta Europea Revisionata, gli
Stati che hanno ratificato la Carta hanno l’obbligo di applicarla a
tutti gli individui che vivono sui rispettivi territori senza riguardo
al loro status giuridico. Il fatto che alcuni rom non abbiamo un
regolare titolo di soggiorno in Italia non esime lo Stato italiano dal
garantire loro le protezioni sancite dalla Carta.
- Rispetto agli obblighi degli Stati parti della Carta Sociale Europea
Revisionata, gli Stati hanno la responsabilità di assicurare che tali
principi siano attuati senza riguardo per il fatto che, a causa della
decentralizzazione delle strutture di governo del territorio, alcune
funzioni particolari siano responsabilità di Comuni e Regioni;
- Rispetto alla raccolta di statistiche, spetta agli Stati raccogliere
regolarmente dati, inclusi dati disgregati secondo l’appartenenza
etnica, che riguardano la situazione di quei gruppi ritenuti
discriminati.
- Rispetto alla proibizione di ogni forma di discriminazione razziale
sancito dalla Carta, l’assenza di risposte specifiche da parte dello
Stato per affrontare la situazione di rom e sinti costituisce una
violazione degli obblighi degli Stati parti stabiliti dalla Carta.
Henry Scicluna, il coordinatore delle iniziative per rom e sinti del
Consiglio d’Europa, e Adem Bejzak, presidente di Amalipé Romanó,
associazione che riunisce i rom dell’area fiornetina, hanno sottolineato
l’importanza della partecipazione dei rom nella preparazione e
realizzazione delle politiche rivolte al miglioramento della loro
situazione. Anche il professor Claudio Marta, rappresentante per l’Italia nel gruppo
di esperti sulla questione rom del Consiglio d’Europa (MGS-Rom), ha
evidenziato il ruolo della partecipazione e ha chiesto un maggiore
coinvolgimento di rom e sinti nei processi decisionali.
I partecipanti alla tavola rotonda hanno chiesto la creazione di un
Tavolo Nazionale per Rom e Sinti per coordinare gli interventi messi in
campo localmente e valutare l’impatto di norme e politiche sulla vita di
queste comunità. Casi e testimonianze di violazioni dei diritti fondamentali di rom e
sinti in Italia da parte di attori istituzionali e non sono stati
presentati da Nando Sigona e Lorenzo Monasta di OsservAzione, sulla base
di uno studio condotto in numerose regioni italiane. Il rapporto
“Cittadinanze Imperfette” (Edizioni Spartaco, 2006), che riassume i
risultati dello studio, raccoglie nel dettaglio casi di esclusione e
discriminazione di rom e sinti in ambito lavorativo, scolastico e
abitativo. I dati raccolti dimostrano come molte politiche e prassi
adottate dalle autorità italiane si fondano su un radicato
anti-ziganismo. La nozione di “nomadismo”, imposta anche su persone che
nomadi non sono, ha determinato una politica di segregazione dei rom
dalla società maggioritaria e ostacolato la loro partecipazione. Persistenti e diffusi stereotipi sullo “zingaro criminale”, secondo il
professor Simoni del Network Europeo di Esperti Indipendenti sui Diritti
Fondamentali, hanno prodotto effetti distorti e discriminatori
nell’applicazione della giustizia in sede processuale. Guardando a possibili strategie per il futuro, i partecipanti hanno
discusso possibili forme di cooperazione tra l’UNAR, ufficio nazionale
anti-discriminazione razziale, e le associazioni impegnate nella difesa
dei diritti di rom e sinti. Antonio Giuliani dell’UNAR ha discusso della
trasposizione della Direttiva Europea 43/2000 nel sistema italiano,
evidenziando la possibilità per le associazioni a difesa dei diritti di
rom e sinti di agire in giudizio a difesa dei diritti individuali e
collettivi. Infine, i partecipanti hanno anche chiesto all’UNAR di avviare un’ampia
consultazione con associazioni e esperti al fine di dettagliare una
strategia volta ad affrontare i problemi di razzismo e discriminazione
contro rom e sinti in Italia.
European Roma Rights Center (ERRC) è un organizzazione internazionale di
pubblico interesse impegnata in numerose attività dirette a contrastare
le violazioni dei diritti umani dei rom e il razzismo, in particolare
attraverso azioni legali strategiche, campagne di sensibilizzazione
internazionali, ricerche e raccomandazioni alle autorità, formazione di
attivisti rom. Per ulteriori informazioni:
http://www.errc.org OSSERVAZIONE - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom
e sinti, è un’associazione di promozione sociale impegnata in attività
dirette alla lotta all’anti-ziganismo e alla promozione dei diritti
umani di rom e sinti in Italia. Per ulteriori informazioni:
http://www.osservazione.org La tavola rotonda è stata realizzata con il supporto della commissione
Europea come parte del progetto transnazionale finanziato dall’ EU
Community Action Programme to Combat Discrimination e realizzato da
International Helsinki Federation for Human Rights (IHF), European Roma
Rights Centre (ERRC) e European Roma Information Office (ERIO) nel
periodo 2005-2006. Nando Sigona osservAzione - Centro di Ricerca Azione contro la Discriminazione di Rom e
Sinti email:
postmaster@osservazione.org web:
www.osservazione.org
Da Agostino Rota Martir: Un amico mi
ha inviato il programma di questo convegno sui Rom e Sinti...dove
nessun intervento dei diretti interessati è previsto. Ma non è una
novità, purtroppo!
Come sempre, parlano gli "esperti" dei Rom per i Rom... quando
poi c'è la Comunità Europea che finanzia i "furbetti" non mancano
mai.
Ciao Ago
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