Con un linguaggio diretto e discorsivo, in quest'intervista emerge un
netto panorama sul mondo dell'informazione in Bulgaria, i limiti
attuali, i legami con i poteri, le paure e le gelosie che riguardano gli
operatori. Niente di nuovo, in verità, in un quadro che ricorda da una
parte altre situazioni dei Balcani, e qualche cosa dell'Italia di oggi.
09:00 Lun 08 Maggio 2006 - di
Polina Slavcheva
Toma Nikolaeff è
direttore della prima e unica Agenzia d'Informazione Rom Defacto (RIA Defacto),
fondata il 9 settembre 2003. Nel 2004 l'agenzia ricevette numerose
minacce anonime (vedi
ndr.) e chiuse per riprendere l'attività il novembre dell'anno
scorso. Prima di divenire direttore di Defacto, Nikolaeff è stato
fondatore e presidente della Fondazione Comunità Rom e del Consiglio
Nazionale dei Partiti e Organizzazioni Rom. E' stato membro delle Forze
Democratiche Unite. E' fondatore e presidente del secondo partito rom
registrato in Bulgaria, il Movimento Unico Centrale "Salvezza" ed è
eletto nell?Unione Internazionale dei Rom (IRU).
Quale la tua
impressione sui media bulgari?
Molte volte ho avuto come l'impressione che quando certi
colleghi scrivono di qualcosa, in realtà facciano pubblicità nascosta.
Dall'altra parte, quando scoprono qualche affare sporco, non succede
niente. Invece in Inghilterra, cari miei, se i giornali pubblicano
storie simili, la tua carriera è assicurata. Qui l'impressione è che
qualsiasi cosa si scriva, i carri continueranno per la loro strada, i
cani ad abbaiare, e nessuno si metterà paura. Un'altra cosa: non mi
dimenticherò mai, alla Libreria Nazionale stavo facendo una ricerca e
stavo leggendo i giornali di 100 anni fa. Penso fosse una vecchia
intervista di Zahari Stoyanov, dove diceva esattamente le stesse cose
dei politici di oggi, con qualche termine differente. Parlava di
democrazia, libertà di parola, apertura dei confini, miglioramento delle
vie di comunicazione per aprire via di scambio con l'Europa. Non
esistevano la EU e la NATO, se non in un'altra forma che il politico
intravedeva. L'ho visto coi miei occhi, giuro, avevo la pelle d'oca.
Pensi che ci sia la censura nei media bulgari?
I media bulgari sono molto censurati. Devi sapere, sono
stato piacevolmente sorpreso l'anno scorso quando Georgi Lozanov ha
detto all'annuale premio giornalistico Chernorisets Hrabu che non
sarebbe stato assegnato, senza specificare il perché. Il primo
ministro e il vice primo ministro erano presenti e hanno accolto la
notizia con un gelido sorriso. Sai perché non ci sarebbe stato il
premio? A causa della censura. Devono difendere organizzazioni
differenti, politici, determinate sfere.
Come sopravvivono i piccoli media come il tuo?
Ho chiesto sovvenzionamenti sia al governo che alle OnG - a
Open Society Institute e a Soros Foundation Network, alla World Bank.
Abbiamo anche in corso quattro o cinque progetti, incluso quello per
promuovere l'integrazione EU. Ho chiesto ai ministeri 3500 LEVA
(poco più di 1700 euro ndr.) per questo. Non hanno mai rifiutato di
vederci o di parlarci, ma non hanno mai mollato niente. Poi dicono
che i Rom sono illetterati e che non c'è nessuno a cui affidare
denaro. Ci siamo appellati al Direttorato sulle Tematiche Etniche e
Demografiche, per cercare aiuto nel promuovere l'integrazione EU, ma
ancora aspettiamo una risposta, che sono sicuro non arriverà. Ho
scritto a tutti i ministeri. Abbiamo persino offerto le nostre
notizie a tutti i mezzi d'informazione: BTA, 7 Days television,
Televisione Balkan Bulgarian, Nova TV, Televisione Nazionale Bulgara.
Chiedevamo notizie Romani da 5 a 15 minuti a settimana. Inoltre
chiedevamo ai giornali una pagina a settimana per fornire
informazioni. Un manager TV o un editore devono essere pazzi nel non
intravedere il potenziale guadagno. Se i Rom sapessero di un
giornale con le loro notizie, e attualmente ci sono 400.000 Rom in
Bulgaria, su 100.000 di quanti sanno leggere e scrivere, sarebbero
50.000 copie vendute in più. Senza parlare di quanti tra gli
analfabeti guardano comunque i programmi TV.
In un comunicato stampa, dicesti che Defacto non riuscì
ad ottenere un buon volume di vendite, causa mancanza di esperienza.
Non pensi sia questa una delle ragioni per cui i media
rifiuterebbero di darvi pagine e spazi tv?
Prima dicevano della nostra mancanza di esperienza, ora
invece fanno così perché siamo diventati troppo esperti. Dopo quell'esperienza
non ho mai detto una parola contro nessuno. Non apro bocca perché
vedo intolleranza nei media, nel governo nelle OnG. I giornalisti
non sono interessati a coprire le notizie sui Rom, anche quando ci
sono fatti positivi. Le OnG sono più tolleranti, ma poi ci dicono:
Non dovresti scrivere di politica. Ora, prova ad immaginare come
potrebbe essere Defacto se dovesse limitarsi negli argomenti che
tratta.
Una volta hai detto che ci sono state minacce contro di
voi e che questo ha causato l'interruzione delle pubblicazioni nel
2004.
Ci furono. Arrivavano tutte da gente Rom, tutta istigata
dai cosiddetti Turchi.
A che scopo?
Per terrorizzarci, e smettessimo le pubblicazioni.
Perché i Turchi?
Nelle nostre prime uscite ci eravamo contrapposti
specificamente al loro Movimento per i Diritti e le Libertà (MRF).
Io sono nazionalista e non mi piace quando si dice che hanno tenuto
la Bulgaria sotto un giogo per 500 anni. E poi ci fu la
dichiarazione di Adem Kenan (capo del non registrato Partito
Democratico Turco - che si riferiva alla Bulgaria come a un paese
che il suo popolo aveva governato per 500 anni, e ai Bulgari come
agli ex-schiavi dei Turchi).
Una volta hai menzionato che a Defacto avete bassi
stipendi. Cosa fate per vivere, oltre ai giornalisti?
I casi sono diversi. Due ragazzi sono figli di
imprenditori, uno dei loro genitori è nel campo delle costruzioni e
l'altro ha una compagnia privata. Tutti gli altri sono figli e
figlie di capi Rom, miei conoscenti, e non vogliono che il loro nome
sia reso pubblico.
Qui c'è un nome – Polina Marinova.
Polina Marinova è stato tanto tempo fa! [...] Il nostro
primo numero fu a marzo novembre. Ora dopo la paura scrivono sotto
pseudonimo. Quel numero invece era del 4 settembre, e c'erano le
prime avvisaglie.
Quindi, cominciarono pochi mesi dopo che avevate iniziato…
Per telefono. Ero in sede con un mio amico, stavamo bevendo
qualcosa. Mentre ci preparavamo per andare, lui azionò l'allarme e
io scendevo le scale. In alcuni punti si spensero le luci. Raggiunsi
il primo piano e udii qualcuno: "Salve, Nikolai.". Risposi e
cominciarono a colpirci e ad urlare: "Vi spariamo!"; erano in
quattro o cinque, mai visti prima. Io e il mio amico scappammo
fuori. Se il mio amico non fosse stato lì anche lui, chissà come
sarebbe finita. Questo nell'aprile 2004. Pensai ad un'intimidazione
e al diavolo!, bisognava continuare. Ma in molti si impaurirono. Poi
ci fu un episodio simile con una giornalista russa che era in
visita. Qualcuno le telefonò e le disse che sapevano dove viveva e
che se continuava a lavorare con noi sporchi zingari,
gliel'avrebbero fatta pagare.
Da allora quante sono state le minacce che avete ricevuto?
Chi sa dirlo… Non ricordo.
Vi minacciavano per qualcosa di particolare?
No, ci dicevano soltanto: Chi pensate di essere, [...]
smettete di scrivere, vi prenderemo voi e le vostre famiglie…
Erano Bulgari o Rom?
Per quanto ricordo dal loro accento, non erano analfabeti,
parlavano correttamente. Rom o Bulgari, non so dirlo. Ma so che uno
dei due che è stato poi arrestato, era zingaro e probabilmente era
in qualche modo collegato a MRF. In quanto all'altro, ho la
certezza che fosse del MRF. Era lui a minacciarci per telefono se
non chiudevamo l'agenzia. Così, dopo queste minacce, andai in
Inghilterra nell'aprile 2004 e tornai nell'ottobre 2005. Durante
questo tempo, feci un bilancio personale e compresi che se avessimo
continuato su quei toni, non potevamo aspettarci niente di buono -
che so, scrivendo contro Maya Cholakova (Direttrice del Direttorato
sulle Tematiche Etniche e Demografiche). Chi ci avrebbe finanziati
per continuare? Dissi a me stesso: se vuoi dare lavoro a più
gente, lavoro e stipendi, è meglio rimanere calmi, non urlare tanto.
Così, abbiamo smesso di urlare...
Defacto’s website also has an English version, at:
www.defacto.hit.bg