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Bulgaria
Di Fabrizio (del 13/05/2006 @ 10:33:49, in media, visitato 2937 volte)
Con un linguaggio diretto e discorsivo, in quest'intervista emerge un netto panorama sul mondo dell'informazione in Bulgaria, i limiti attuali, i legami con i poteri, le paure e le gelosie che riguardano gli operatori. Niente di nuovo, in verità, in un quadro che ricorda da una parte altre situazioni dei Balcani, e qualche cosa dell'Italia di oggi.

09:00 Lun 08 Maggio 2006 - di Polina Slavcheva

Toma Nikolaeff è direttore della prima e unica Agenzia d'Informazione Rom Defacto (RIA Defacto), fondata il 9 settembre 2003. Nel 2004 l'agenzia ricevette numerose minacce anonime (vedi ndr.) e chiuse per riprendere l'attività il novembre dell'anno scorso. Prima di divenire direttore di Defacto, Nikolaeff è stato fondatore e presidente della Fondazione Comunità Rom e del Consiglio Nazionale dei Partiti e Organizzazioni Rom. E' stato membro delle Forze Democratiche Unite. E' fondatore e presidente del secondo partito rom registrato in Bulgaria, il Movimento Unico Centrale "Salvezza" ed è eletto nell?Unione Internazionale dei Rom (IRU).

Quale la tua impressione sui media bulgari?
Molte volte ho avuto come l'impressione che quando certi colleghi scrivono di qualcosa, in realtà facciano pubblicità nascosta. Dall'altra parte, quando scoprono qualche affare sporco, non succede niente. Invece in Inghilterra, cari miei, se i giornali pubblicano storie simili, la tua carriera è assicurata. Qui l'impressione è che qualsiasi cosa si scriva, i carri continueranno per la loro strada, i cani ad abbaiare, e nessuno si metterà paura. Un'altra cosa: non mi dimenticherò mai, alla Libreria Nazionale stavo facendo una ricerca e stavo leggendo i giornali di 100 anni fa. Penso fosse una vecchia intervista di Zahari Stoyanov, dove diceva esattamente le stesse cose dei politici di oggi, con qualche termine differente. Parlava di democrazia, libertà di parola, apertura dei confini, miglioramento delle vie di comunicazione per aprire via di scambio con l'Europa. Non esistevano la EU e la NATO, se non in un'altra forma che il politico intravedeva. L'ho visto coi miei occhi, giuro, avevo la pelle d'oca.

Pensi che ci sia la censura nei media bulgari?
I media bulgari sono molto censurati. Devi sapere, sono stato piacevolmente sorpreso l'anno scorso quando Georgi Lozanov ha detto all'annuale premio giornalistico Chernorisets Hrabu che non sarebbe stato assegnato, senza specificare il perché. Il primo ministro e il vice primo ministro erano presenti e hanno accolto la notizia con un gelido sorriso. Sai perché non ci sarebbe stato il premio? A causa della censura. Devono difendere organizzazioni differenti, politici, determinate sfere.

Come sopravvivono i piccoli media come il tuo?
Ho chiesto sovvenzionamenti sia al governo che alle OnG - a Open Society Institute e a Soros Foundation Network, alla World Bank. Abbiamo anche in corso quattro o cinque progetti, incluso quello per promuovere l'integrazione EU. Ho chiesto ai ministeri 3500 LEVA (poco più di 1700 euro ndr.) per questo. Non hanno mai rifiutato di vederci o di parlarci, ma non hanno mai mollato niente. Poi dicono che i Rom sono illetterati e che non c'è nessuno a cui affidare denaro. Ci siamo appellati al Direttorato sulle Tematiche Etniche e Demografiche, per cercare aiuto nel promuovere l'integrazione EU, ma ancora aspettiamo una risposta, che sono sicuro non arriverà. Ho scritto a tutti i ministeri. Abbiamo persino offerto le nostre notizie a tutti i mezzi d'informazione: BTA, 7 Days television, Televisione Balkan Bulgarian, Nova TV, Televisione Nazionale Bulgara. Chiedevamo notizie Romani da 5 a 15 minuti a settimana. Inoltre chiedevamo ai giornali una pagina a settimana per fornire informazioni. Un manager TV o un editore devono essere pazzi nel non intravedere il potenziale guadagno. Se i Rom sapessero di un giornale con le loro notizie, e attualmente ci sono 400.000 Rom in Bulgaria, su 100.000 di quanti sanno leggere e scrivere, sarebbero 50.000 copie vendute in più. Senza parlare di quanti tra gli analfabeti guardano comunque i programmi TV.

In un comunicato stampa, dicesti che Defacto non riuscì ad ottenere un buon volume di vendite, causa mancanza di esperienza. Non pensi sia questa una delle ragioni per cui i media rifiuterebbero di darvi pagine e spazi tv?
Prima dicevano della nostra mancanza di esperienza, ora invece fanno così perché siamo diventati troppo esperti. Dopo quell'esperienza non ho mai detto una parola contro nessuno. Non apro bocca perché vedo intolleranza nei media, nel governo nelle OnG. I giornalisti non sono interessati a coprire le notizie sui Rom, anche quando ci sono fatti positivi. Le OnG sono più tolleranti, ma poi ci dicono: Non dovresti scrivere di politica. Ora, prova ad immaginare come potrebbe essere Defacto se dovesse limitarsi negli argomenti che tratta.

Una volta hai detto che ci sono state minacce contro di voi e che questo ha causato l'interruzione delle pubblicazioni nel 2004.
Ci furono. Arrivavano tutte da gente Rom, tutta istigata dai cosiddetti Turchi.

A che scopo?
Per terrorizzarci, e smettessimo le pubblicazioni.

Perché i Turchi?
Nelle nostre prime uscite ci eravamo contrapposti specificamente al loro Movimento per i Diritti e le Libertà (MRF). Io sono nazionalista e non mi piace quando si dice che hanno tenuto la Bulgaria sotto un giogo per 500 anni. E poi ci fu la dichiarazione di Adem Kenan (capo del non registrato Partito Democratico Turco - che si riferiva alla Bulgaria come a un paese che il suo popolo aveva governato per 500 anni, e ai Bulgari come agli ex-schiavi dei Turchi).

Una volta hai menzionato che a Defacto avete bassi stipendi. Cosa fate per vivere, oltre ai giornalisti?
I casi sono diversi. Due ragazzi sono figli di imprenditori, uno dei loro genitori è nel campo delle costruzioni e l'altro ha una compagnia privata. Tutti gli altri sono figli e figlie di capi Rom, miei conoscenti, e non vogliono che il loro nome sia reso pubblico.

Qui c'è un nome – Polina Marinova.
Polina Marinova è stato tanto tempo fa! [...] Il nostro primo numero fu a marzo novembre. Ora dopo la paura scrivono sotto pseudonimo. Quel numero invece era del 4 settembre, e c'erano le prime avvisaglie.

Quindi, cominciarono pochi mesi dopo che avevate iniziato…
Per telefono. Ero in sede con un mio amico, stavamo bevendo qualcosa. Mentre ci preparavamo per andare, lui azionò l'allarme e io scendevo le scale. In alcuni punti si spensero le luci. Raggiunsi il primo piano e udii qualcuno: "Salve, Nikolai.". Risposi e cominciarono a colpirci e ad urlare: "Vi spariamo!"; erano in quattro o cinque, mai visti prima. Io e il mio amico scappammo fuori. Se il mio amico non fosse stato lì anche lui, chissà come sarebbe finita. Questo nell'aprile 2004. Pensai ad un'intimidazione e al diavolo!, bisognava continuare. Ma in molti si impaurirono. Poi ci fu un episodio simile con una giornalista russa che era in visita. Qualcuno le telefonò e le disse che sapevano dove viveva e che se continuava a lavorare con noi sporchi zingari, gliel'avrebbero fatta pagare.

Da allora quante sono state le minacce che avete ricevuto?
Chi sa dirlo… Non ricordo.

Vi minacciavano per qualcosa di particolare?
No, ci dicevano soltanto: Chi pensate di essere, [...] smettete di scrivere, vi prenderemo voi e le vostre famiglie…

Erano Bulgari o Rom?
Per quanto ricordo dal loro accento, non erano analfabeti, parlavano correttamente. Rom o Bulgari, non so dirlo. Ma so che uno dei due che è stato poi arrestato, era zingaro e probabilmente era in qualche modo collegato a  MRF. In quanto all'altro, ho la certezza che fosse del MRF. Era lui a minacciarci per telefono se non chiudevamo l'agenzia. Così, dopo queste minacce, andai in Inghilterra nell'aprile 2004 e tornai nell'ottobre 2005. Durante questo tempo, feci un bilancio personale e compresi che se avessimo continuato su quei toni, non potevamo aspettarci niente di buono - che so, scrivendo contro Maya Cholakova (Direttrice del Direttorato sulle Tematiche Etniche e Demografiche). Chi ci avrebbe finanziati per  continuare? Dissi a me stesso: se vuoi dare lavoro a più gente, lavoro e stipendi, è meglio rimanere calmi, non urlare tanto. Così, abbiamo smesso di urlare...

Defacto’s website also has an English version, at: www.defacto.hit.bg