Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/05/2006 @ 00:28:56, in Italia, visitato 1803 volte)
Un gustoso articolo da Il Giornale, con romani e turisti che ancora non hanno imparato come si fa una fila ordinata, e il comune non sa mettere assieme pensiline e transenne. Nell'arte di arrangiarsi gli italiani perdono contro i Rom...

«Non ci possiamo credere, ma è così. Abbiamo visto gli zingari fare il servizio d'ordine alla Stazione Termini per le file d'attesa ai taxi». È questa la denuncia dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori). «Il problema - spiegano dall'associazione - nasce con lo spostamento dell'area di sosta di taxi dal bordo del corridoio pedonale coperto, alla grande tettoia sporgente della stazione, dove c'è il solo cartello taxi ma non ci sono transenne per disciplinare la massa di utenti alla caccia del prima auto pubblica disponibile».
«La fila all'inglese - continua Aduc - non appartiene alla nostra tradizione, così per dare un ordine ai passeggeri sono intervenuti i rom che regolano il traffico del'utenza, con richiesta di un obolo. Come alle fermate dei semafori ci sono gli extracomunitari lavavetri così alla Stazione Termini, la più grande e importante della capitale, ci sono gli zingari regolatori». «Anni fa, quando fu risistemata la piazza antistante Termini - spiegano dall'Associazione - rilevammo che la pensilina coperta per i pedoni non tutelava i tassisti che dovevano sostare sotto il sole o la pioggia. Finalmente qualcuno l'ha capito».
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Di Fabrizio (del 01/05/2006 @ 10:52:39, in Kumpanija, visitato 2128 volte)

Ospitalità: pubblicato su iLand Diary Page

Un paio di giorni fa, mi trovavo in un villaggio di tessitori a Kancheepuram, oltre 800 case. Continuando a parlare con loro, ho scoperto che tutti hanno dei problemi a parlare di loro e tendono a cambiare il discorso. La vita dei tessitori in India non è facile, forse neanche da altre parti del mondo; non lo so. Mi hanno detto che se lavorassero per un mese e mezzo, potrebbero tessere al massimo tre sari e che vendendoli a un negozio privato, riceverebbero solo 1500 rupie.

Hanno raccontato di come la vita per loro sia difficile, come sia impossibile mandare i bambini a scuola o realizzare i loro sogni. La figlia di un tessitore, Jayakumar, voleva studiare Commercio al college, suo figlio voleva fare l'istituto superiore di ragioneria, ma Jayakumar non ha soldi per mandarli a scuola. Ed entrambe i ragazzi erano bravi studenti.

Mentre stavamo per andarcene, d'improvviso è apparso Sudarshan , il figlio di Jayakumar, con alcune bibite fresche da un negozio lì vicino. La persona che si lamentava perché non aveva soldi, voleva offrirci qualcosa di fresco da bere. Ho protestato dicendo che non era necessario.

Ma non ha voluto ascoltare: "Siete nostri ospiti. Venite da Chennai e non possiamo lasciarvi andare senza niente. Sappiamo quanto è caldo. Per favore, bevete una bibita fresca. E visto che è la prima volta che arrivate a casa nostra, permettiate che offriamo qualcosa."

L'episodio mi ha riportato a un altro fatto capitatomi alcuni anni fa. Dovevo scrivere sui Narikkuravas di Chennai (per saperne di più: 18/04/06). I Narikkuravas raccolgono materiale dalle discariche e poi vendono collane, cinture ecc. Vivono in condizioni patetiche e nella povertà più nera. Ma ne hanno fatto una questione di principio di trovarmi una sedia, spolverarla e farmi accomodare, offrirmi dell'acqua fresca e delle noccioline. Non ho avuto il cuore di rifiutare, perchè avrei offeso i loro sentimenti.

Anche allora, stavo per andare e mi hanno offerto una coppia di collane lavorate in regalo. "Non posso accettare un regalo" ho detto loro. "Sei venuto in casa nostra, hai parlato con noi. Devi accettarlo come donato col cuore". Insistettero. Alla fine, li ho convinti ad accettare del denaro, rispondendo: "Voi le vendete, non posso accettarle gratuitamente." Devo dire che mi hanno mostrato un caldo affetto ed ospitalità.

Un altro caso che mi ricordo ancora fu durante un rally elettorale a Marina Beach. Era molto tardi e la spiaggia era affollata dalla folla che ascoltava gli oratori. Una donna vendeva degli idlis caldi (vedi). Mi sono seduto lì vicino e abbiamo parlato dei suoi affari e dei discorsi che si sentivano. Quando stavamo per andarcene, ha insistito perché io e il fotografo accettassimo i suoi idlis. "E' come se foste miei ospiti. Accettateli in segno del mio amore." Ho dovuto faticare a spiegarle che ero lì apposta per parlare con la gente!

Quando faccio dichiarazioni simili, sembrano tratte di peso dalla sceneggiatura di un film di Bollywood, o posso apparire come un personaggio da commedia, ma è la verità sulla mia esperienza. Ho scoperto che più la gente è povera, più desidera mostrarsi ospitale. Considera suo dovere accontentare l'ospite, anche se questo significa spendere i propri sudati risparmi.

Questo tipo di amore ed ospitalità, mi spiace dirlo, non l'ho trovato nelle case dei ricchi. Mi sono recato da ricchi sportivi o star del cinema, e alcuni di loro non ti permettono neanche di fermarti sotto la veranda. Lo scopo delle visite era lo stesso: intervistarli. Gli uni mi hanno trattato con amore, gli altri con distacco ed arroganza!

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Di Fabrizio (del 02/05/2006 @ 09:15:22, in Italia, visitato 2105 volte)

In via Idro stiamo "smazzandoci" la campagna elettorale milanese almeno da febbraio; tutto è iniziato con grande entusiasmo, ma il rischio è di arrivare al momento cruciale con le gambe molli e finire fregati in volata.

Come si ragionava un po'di tempo fa, ci sono due difficoltà:

  • in periodo elettorale non si trova nessuno che ti dica di no, in compenso ogni incontro, ogni discussione, dev'essere pietita con telefonate interminabili, agende impossibili, poca voglia di impegnarsi;
  • i partiti e le liste da una parte si uniscono, dall'altra hanno una paura folle che uno rubi i voti all'altro. Così ognuno viaggia per conto suo.

Non so se nel resto d'Italia è così, questo è il clima che si respira a Milano (nessuna sorpresa se qui il centro destra governa dal tardo medioevo!)

Le prospettive per il mese di maggio sono ancora individuare degli interlocutori affidabili al Comune e in Provincia, e nel contempo ottenere il favore delle tante forze che si riconoscono nello schieramento dell'Unione.

Tre facce, un unico programma:

da sinistra, Dijana Pavlovic, candidata al Comune per la Lista Fo; Antonio Braidic (Lisse), comitato elettorale di via Idro; Casavola Fabrizio, candidato al Consiglio di Zona 2 per l'Ulivo

Puntate precedenti:
uno
due
tre
quattro

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Di Fabrizio (del 02/05/2006 @ 09:46:48, in Regole, visitato 3039 volte)

Ricevo da Alessandro (la presente vale come invito a partecipare):

Cittadinanze Imperfette.
Rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti (edizioni Spartaco), 2006.

Cittadinanze imperfette sarà presentato dagli autori in occasione della tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione sociale di rom e sinti”, 8 maggio 2006, 9.30-13.00, Roma, MACRO

Rom e sinti, quelli che comunemente chiamiamo “zingari” o “nomadi”, sono la minoranza etnico-culturale più discriminata d’Europa (vedi rapporto EUMC, 2005).
Come documentano i numerosi casi riportati in questo volume – il primo rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti presentato da osservAzione e redatto da Nando Sigona e Lorenzo Monasta – anche in Italia questo popolo è oggetto di discriminazione in molti ambiti, in molti modi e da parte di diversi soggetti, talvolta anche istituzionali. Una discriminazione che si manifesta nella vita di tutti i giorni, nella scuola, sul lavoro e nella negazione del diritto ad un alloggio adeguato, come ha denunciato recentemente il Comitato Europeo per i Diritti Sociali. Una discriminazione che arriva fino al rifiuto di riconoscere ai rom e ai sinti lo status di minoranza nazionale.
I “campi nomadi”, tanto quelli legali quanto quelli illegali, di cui si parla solo quando qualche bambino muore nell’incendio accidentale di una baracca o di una roulotte, sono il risultato di politiche pubbliche razziste che segregano chi è ritenuto irriducibilmente diverso.
Essi sono il luogo dove i diritti dei residenti sfumano, dove la discrezionalità di chi ha il potere diventa la regola, dove la normalità dell’abuso e dell’ingiustizia è tanto palese, estesa e radicata da diventare, dicono gli autori, paradossalmente quasi invisibile.
Nelle politiche pubbliche i rom e i sinti sono assenti, senza voce.
Quello che si vede, con poche importanti eccezioni, nella migliore delle ipotesi, sono simulacri di partecipazione, laddove le decisioni vengono prese da altri referenti in altre sedi. Nella peggiore, invece, rom e sinti sono meri oggetti, nuda vita, da utilizzare come spauracchi per mobilitare elettorati benpensanti e spesso razzisti.

osservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti è un'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la promozione dei diritti di rom e sinti in Italia.

7 MAGGIO 2006
ESC Atelier Occupato
Via dei Reti 15, Roma (San Lorenzo) ore 17.00
GLI ULTIMI INVISIBILI
I ROM ROMENI NELLE CITTÀ ITALIANE

incontro/confronto su esperienze locali e pratiche di azione
Le cronache riportano ormai a scadenza quasi quotidiana episodi in cui sono coinvolti cittadini romeni appartenenti alla minoranza rom. Molto spesso si tratta di notizie inaccurate, quando non false, un alone di mistero avvolge i protagonisti, offrendo gli ingredienti sufficienti per far crescere l'allarme sociale. Un allarme che è oggetto di facile strumentalizzazione a fini politici, soprattutto in tempi elettorali. Le persone di cui si parla in queste cronache vivono frequentemente in condizioni di grande disagio abitativo, vengono in Italia con progetti migratori diversi, cercano lavoro, cercano assistenza, vivono negli spazi che si aprono tra il dettato della legge sull'immigrazione e la sua applicazione. In molte città italiane, i rom romeni sono tra i gruppi che vivono nelle condizioni peggiori, pagano il pegno di essere gli ultimi arrivati, trovano amministrazioni comunali che per anni hanno dichiarato che "il vaso è colmo", che di rom ce ne sono già troppi, che la città non ce la fa ad accogliere, hanno trovato i campi nomadi che erano ancora pieni dei profughi delle guerre balcaniche, dei sinti in perenne attesa di aree di sosta attrezzate e non di parcheggi in cemento, hanno trovato pregiudizi profondi e radicati e una legge sull'immigrazione razzista e sbagliata, che rende le persone precarie nei loro diritti, sfruttate sul lavoro e sempre ricattabili.

PROGRAMMA:
Moderatrice: Francesca Saudino, osservAzione
Introduzione: Nando Sigona, osservAzione
Interventi da: PISA, MILANO, NAPOLI, ROMA, FIRENZE, BOLOGNA
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con Africa Insieme (Pisa) e Chi rom e... chi no (Napoli)

8 MAGGIO 2006
MACRO
(museo di arte contemporanea)
Via Reggio Emilia 54, Roma

CONTRASTARE LA SEGREGAZIONE
ABITATIVA E L’ESCLUSIONE SOCIALE DI ROM E SINTI IN ITALIA
tavola rotonda

La tavola rotonda "Contrastare la segregazione abitativa e l'esclusione sociale di rom e sinti in Italia" si prefigge di aprire un dialogo tra organizzazioni internazionali, istituzioni e organizzazioni non governative italiane sulle possibili azioni e strategie da intraprendere per il superamento dell'esclusione sociale di rom e sinti in Italia. La situazione italiana è ormai da un decennio sotto osservazione da parte dell'ONU, del Consiglio d'Europa e dell’Unione Europea che, a più riprese, hanno espresso preoccupazione per le gravi forme di discriminazione di cui sono oggetto rom e sinti in Italia.
L'obiettivo di questo incontro è di avviare un percorso che possa, nel rispetto delle funzioni di ciascuno degli interlocutori, portare al miglioramento delle condizioni di vita della minoranza rom e sinti in Italia.
La tavola rotonda è organizzata dallo European Roma Rights Centre (ERRC) e da OsservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti ed è parte del progetto transnazionale "Roma and Sinti Participation for Effective Policy in Employment and Education” finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Community Action Programme to Combat Discrimination.

PROGRAMMA
8 MAGGIO

9:00-9:20 Apertura Claude Cahn, ERRC
Moderatore: Piero Colacicchi, OsservAzione

9:20-10:00 Obblighi e Impegni degli Stati Membri del Consiglio d’Europa nell’ambito del Diritto alla Casa. Violazioni dei Diritto alla Casa contro Rom e Sinti in Italia
Mr Jean-Michel Belorgey, Presidente del Comitato Europeo per i Diritti Sociali
Mr Henry Scicluna, Coordinatore delle attività a favore di rom e sinti presso il Consiglio d’Europa

10:00-10:30 Risposte Istituzionali alla Segregazione di Rom e Sinti
Dott. Renato Fedele, Dirigente presso il Dipartimento Affari Regionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri.

10:30-10:50 Discussione

10:50-11:05 Pausa Caffè

11:05-11:25 Esclusione e Discriminazione dei Rom e Sinti in Italia. Presentazione di “Cittadinanze imperfette. Rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti in Italia”

Nando Sigona e Lorenzo Monasta, OsservAzione

11:25-11:45 La Collocazione dei Gruppi Rom e Sinti nel Sistema Giuridico Italiano
Prof. Alessandro Simoni, EU Network of Independent Experts on Fundamental Rights

11:45-12:05 Strumenti Legali per Combattere la Discriminazione Razziale
UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale

12:05-12:30 Discussione

12:30-12:50 Riepilogo e Conclusioni
Savelina Danova, ERRC

13:00-13:30 Conferenza Stampa

Per ulteriori informazioni e contatti: info@osservazione.org - www.osservazione.org

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Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 10:38:32, in Europa, visitato 1920 volte)
Ufficio Centrale dei Rom dal Kosovo

Tel/fax  ++381 11 316 59 25

Mob      ++381 64 26 37 621
e-mail: hbajram1955@yahoo.com

RISOLUZIONE SPECIALE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE PER I ROM DEL KOSOVO

Il 21 aprile 2006 a Belgrado, Bajram Haliti, presidente dell'unione dei cittadini dell'Ufficio Centrale dei Rom dal Kosovo e membro del Parlamento Mondiale dei Rom, ha dichiarato alla TANJUG che è necessario che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU operi per la costituzione dell'autonomia della comunità Rom in Kosovo.

Il senso e il contesto basico di questa risoluzione dev'essere l'implementazione di diritti speciali alla comunità Rom, che è anche l'unica e urgente maniera per risolvere il problema della sopravvivenza di questa comunità nella provincia e il ritorno di 120.000 civili dispersi in Serba e in occidente. L'esperienza di oltre sei anni di presenza di maestranze civili e militari delle Nazioni Unite testimonia che la sopravvivenza e il ritorno sono possibili solamente applicando un meccanismo simile all'amministrazione temporanea che è l'articolo 10 della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (confronta ndr.), applicato all'intera provincia in accordo con la Jugoslavia e che è essenzialmente il modello dell'autonomia.

Con questi obiettivi e contesto, la nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non dovrà rimpiazzare la risoluzione 1244; lo completerebbe appena con gli articoli che risolverebbero il più grosso problema odierno del Kosovo e Metohia, cioè la protezione dei diritti della minoranza nazionale Rom.

Il rafforzamento della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sarebbe realizzato con la stesura e la ratifica dello statuto di autonomia per la comunità Rom nel Kosovo. Lo Statuto dovrebbe identificare i confini della Regione. L'unica differenza rispetto all'attuale è che i Rom sarebbero ammessi alla trattative e alle cariche pubbliche assieme ai rappresentanti UNMIK, a quelli dell'etnia albanese e che la rappresentanza di Serbia e Montenegro cambierebbe in quella della sola Serbia. [...]

La proposta di autonomia della comunità Rom del Kosovo, dopo adeguata consultazione coi legittimi rappresentanti e di tutte le parti interessate, sarebbe ratificata dal segretario generale dell'ONU.

Tutte le procedure necessarie devono essere sviluppate appena possibile [...] L'adozione e la dichiarazione dello Statuto garantirebbe l'intera comunità Rom del Kosovo, incluso quanti vivono nella Serbia centrale, di vivere liberamente e partecipare alla vita pubblica, non soltanto ai confini della provincia ma in tutto il Kosovo. La partecipazione alle elezioni dei rappresentanti incoraggerebbe i Rom alla partecipazione alla vita pubblica. Questo nuovo capitolo potrebbe aprire una nuova e pacifica pagina nel Kosovo multietnico.

Presidente - Bajram Haliti

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Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 11:02:54, in scuola, visitato 2106 volte)

Nel quadro del progetto Minority studies Society Studii Romani, sponsorizzato da Open Society-Institute di Sofia, è stata creato l'Archivio Librario "Studii Romani".

I materiali raccolti includono libri ed articoli accademici, pubblicazioni di organizzazioni rom, audio e video, posters e depliant (in tutto oltre 1000 testimonianze, 547 libri e 45 periodici bulgari e mondiali).

Come parte separata ma integrante della Libreria Specializzata, è la Collezione Speciale del Museo dei manufatti, sezione del Museo Nazionale Etnografico. La Libreria Specializzata e l'archivio "Studii Romani" sono parte dell'Accademia Bulgara delle Scienze. Durante gli orari di apertura pubblica l'ingresso è libero, secondo le norme del sistema delle biblioteche.

Sofia 1000, Moskovska str. 6a - Bulgaria
E-mail: romanilibrary@yahoo.com - studiiromani@geobiz.net
Apertura: lunedì, mercoledì, venerdì - 09.00-12.00, 13.00-17.00
http://www.studiiromani.org

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Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 11:45:33, in Kumpanija, visitato 2343 volte)
A Milano, la comunità Rom di via Idro e la cooperativa Laci Buti 2, prenderanno parte alla Terza edizione di NAVIGLIO MARTESANA IN FESTA, domenica 7 maggio.
La mattina escursione a  cavallo per i più piccoli. Durante tutta la giornata, funzionerà uno stand espositivo con animazione.

Vi aspettiamo!
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Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 16:12:19, in Italia, visitato 2077 volte)

Lo scorso 9 aprile, avevo riportato la bozza di un documento Città per tutti, inizialmente proposto da Naga, Arci, Sincobas e successivamente emendato e rielaborato dalla miriade di associazioni di volontariato e dalle comunità di immigrati di Milano.

Al termine di questo percorso, il documento sarà presentato ufficialmente mercoledì 10 maggio alla Casa della Cultura al candidato sindaco Ferrante. Qui gli altri riferimenti (nota bene, causa un fraintendimento risulta ancora firmato dalla Comunità Rom di via Idro, che in realtà non è stata consultata, per cui l'adesione verrà tolta dal documento finale)

Ricevo ora un contributo di Maurizio Pagani, Vicepresidente Opera Nomadi Milano, che ha seguito l'evolversi della discussione durante l'ultimo mese, e quindi può fornire indicazioni utili:

Non so se Milano sia una città più di “destra” o di “sinistra” per censo o vocazione elettoralistica, ma di sicuro di questi tempi non è un fatto trascurabile. Sta di fatto che la più parte “di sinistra e progressista, meglio se un po’ smoderata o radicale” dell’associazionismo, quella a cui sono più affezionato, impegnata sul fronte dei diritti, casa, nuove povertà e migranti, sembra essere fin troppo prudente o razionale.
Di sicuro ha avuto un merito importante, quello cioè di invitare il candidato alla poltrona di Palazzo Marino, Bruno Ferrante, alla discussione di un documento dal titolo “una città per tutti”, con chiaro riferimento a chi ne è ordinariamente “escluso”.
Ma è stata presa da una grave amnesia: la “questione Rom”.
E non è un problema di poco conto, anche se tenuto generosamente “dentro” al documento ma sempre come tema “trasversale” ai contenuti più generali.
E come non parlarne altrimenti, vista l’enfasi che normalmente gliene viene attribuita sugli organi di stampa o nelle raccomandazioni della Comunità Europea che circolano abbondanti nella rete?
Non vorrei sembrare ingeneroso con chi ha sottoscritto il documento, non da me per i motivi che vi ho sopra citato, ma avrei trovato giusto e doveroso indicare questo tema tra le priorità che attendono chi dovrebbe guidare la città con un senso etico e programmatico profondamente diverso dai precedenti sindaci.

Avendo seguito anch'io parte del lavoro preparatorio, ed avendo aderito al documento finale (a titolo personale), fornisco una mia risposta (sempre personale e che in ogni caso non coinvolge il comitato promotore):

Capisco la tua preoccupazione, ma il documento che verrà presentato il giorno 10 è già un lungo elenco di legittime richieste, e si rischia di ottenere l'effetto "lista della spesa" aggiungendo voci ulteriori. Un lungo elenco, che sarebbe valido a Milano come a Palermo. Ma, quel che è peggio, il rischio è di ottenere dal candidato sindaco un assenso di facciata, senza che questo si tramuti in un impegno fattivo.
Ritengo quel documento importante per quanto riguarda il tema generale dei diritti, della cittadinanza, dell'uso degli spazi e delle risorse pubbliche da parte di tutti i cittadini, e che il ruolo importante delle organizzazioni dei Rom, è di appoggiare e spingere per quelle rivendicazioni, nell'interesse dei Rom stessi, nel loro doppio ruolo di persone emarginate dai processi politici e sociali e spesso di persone migranti.
Esiste, è innegabile, una specificità che distanzia le istanze della comunità Rom, autoctona o migrante, dalle richieste che possono portare gli altri nuclei. Per questo, già a novembre, avevo offerto la mia disponibilità a organizzare incontri con i candidati alle primarie cittadine. Purtroppo, tale disponibilità non ha trovato ascolto.
Occorre quindi ripartire dall'opportunità offerta da questo documento, prima che vada persa un'ulteriore occasione. Occorre anche, e io spero che le varie comunità presenti all'incontro si esprimano in questo senso, che si superi la logica "emergenziale" della questione Rom e stranieri, per illustrare il ruolo che già oggi le varie comunità e le loro associazioni hanno nella vita politica cittadina, nella gestione, nell'uso, nella valorizzazione degli spazi periferici, nel rilancio dell'occupazione e del ruolo del decentramento.
Occorre infine, arrivare ad una sintesi tra le tante richieste, anche particolaristiche, e le richieste di spazi, di rappresentanza, di migliori possibilità economiche e sociali che arrivano da tanti cittadini, per non trovarsi tutti sconfitti ed isolati. Per farlo, ritengo che sia necessario uscire da una logica che vede la metropoli come un tutt'uno omogeneo, affrontando invece le specificità offerte dalle varie zone.

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Di Fabrizio (del 04/05/2006 @ 09:40:22, in conflitti, visitato 1917 volte)

Lettera aperta: 29 aprile 2006

A Sua Altezza il Papa - Vaticano

Sua Santità,

Anche se sono in possesso di innumerevoli prove sui crimini commessi durante la II guerra mondiale dalla Croazia Indipendente contro i Rom, documenti croati e tedeschi fornitimi dai sopravvissuti, mi mancano tuttora i documenti vaticani degli anni 1941-1945, così da poter terminare la sceneggiatura del film "I Rom a Jasenovac".

Sarebbe un grande contributo alla verità se Lei volesse aprire gli archivi del Vaticano e Le rivolgo un appello in questo senso. Come presidente del "Memorial Center dei Rom" in Serbia e Montenegro, sono a disposizione per formare una commissione speciale che presenterebbe i documenti, così La invito a nominare la commissione del Vaticano che li possa illustrare, in modo che i documenti possano essere comparati ed ispezionati.

Ogni paese che ha paura della verità, si sforza a celare le testimonianze. Ma questa è una grande opportunità per il Vaticano nel mostrare il proprio sguardo verso la verità. Durante la sua esistenza, la Chiesa ha insegnato "Il diritto e la verità provengono da Gesù Cristo (Giovanni 1:17). Se il Vaticano decidesse di seguire questo esempio, sarebbe di sprone all'applicazione di questi principi.

Con profondo rispetto,

BAJRAM HALITI
Presidente del Memorial Center dei Rom per gli studi sull'olocausto,
Membro del Parlamento dei Rom, incaricato delle questioni per il Kosovo,
Presidente dell'Uffico Centrale dei Rom del Kosovo

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Di Fabrizio (del 04/05/2006 @ 10:35:22, in casa, visitato 2021 volte)

Da: Czech_Roma - 22/4/2006. Il problema dei ghetti rom è più serio di quanto le autorità vogliano ammettere. Oggi il giornale Lidove noviny (LN) che secondo una ricerca non ancora terminata, ce ne sono 330, ma le stime del governo ne contano qualche dozzina. La stima di 330 è del sociologo Ivan Gabal, autore di un'indagine per conto del Ministero del Lavoro. "I ghetti stanno crescendo. Il trend è negativo". dice Gabal. "Nessuno immaginava che il problema fosse tanto esteso" ha aggiunto Czeslaw Walek, segretario del consiglio governativo per gli affari rom. Secondo l'organizzazione Gente nel Bisogno, sono decine di migliaia i Rom che vivono in condizione di isolamento, le stime più pessimiste sino a un terzo dei 210.000 Rom della nazione. Una riunione governativa ha ammesso che il problema non è stato affrontato: "Assieme alla disoccupazione a lungo termine, quella dell'esclusione sociale è la questione più urgente," dice Walek. Walek dice poi che i comuni contribuiscono ad aggravare i problemi, spostando i Rom verso appartamenti o sistemazioni provvisorie lontano dalla città. Jan Cerny di Gente nel Bisogno afferma che le attività rivolte ai Rom mancano di coordinamento: "Il ministero non si confronta con le municipalità, tutto ciò produce caos e spreco di denaro." Gabal dice che il suo gruppo intende sottoporre delle soluzioni al governo, aggiungendo che non ne esistono di universali e ogni comune necessita di soluzioni differenti. La ricerca etichetta come ghetti tanto intere località, come la famigerata Chanov a Most, che strade o edifici isolati. Il fattore cruciale sono la povertà dei residenti o il fatto che vivano ai margini della società.

© Prague Daily Monitor http://www.praguemonitor.com

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