Ospitalità: pubblicato su
iLand Diary Page
Un paio di giorni fa, mi trovavo in un villaggio di tessitori a
Kancheepuram, oltre 800 case. Continuando a parlare con loro, ho scoperto che
tutti hanno dei problemi a parlare di loro e tendono a cambiare il discorso. La
vita dei tessitori in India non è facile, forse neanche da altre parti del
mondo; non lo so. Mi hanno detto che se lavorassero per un mese e mezzo,
potrebbero tessere al massimo tre sari e che vendendoli a un negozio privato,
riceverebbero solo 1500 rupie.
Hanno raccontato di come la vita per loro sia difficile, come sia impossibile
mandare i bambini a scuola o realizzare i loro sogni. La figlia di un tessitore,
Jayakumar, voleva studiare Commercio al college, suo figlio voleva fare
l'istituto superiore di ragioneria, ma Jayakumar non ha soldi per mandarli a
scuola. Ed entrambe i ragazzi erano bravi studenti.
Mentre stavamo per andarcene, d'improvviso è apparso Sudarshan , il figlio di
Jayakumar, con alcune bibite fresche da un negozio lì vicino. La persona che si
lamentava perché non aveva soldi, voleva offrirci qualcosa di fresco da bere. Ho
protestato dicendo che non era necessario.
Ma non ha voluto ascoltare: "Siete nostri ospiti. Venite da Chennai e non
possiamo lasciarvi andare senza niente. Sappiamo quanto è caldo. Per favore,
bevete una bibita fresca. E visto che è la prima volta che arrivate a casa
nostra, permettiate che offriamo qualcosa."
L'episodio mi ha riportato a un altro fatto capitatomi alcuni anni fa. Dovevo
scrivere sui Narikkuravas di Chennai (per saperne di più:
18/04/06). I Narikkuravas raccolgono materiale dalle discariche e poi
vendono collane, cinture ecc. Vivono in condizioni patetiche e nella povertà più
nera. Ma ne hanno fatto una questione di principio di trovarmi una sedia,
spolverarla e farmi accomodare, offrirmi dell'acqua fresca e delle noccioline.
Non ho avuto il cuore di rifiutare, perchè avrei offeso i loro sentimenti.
Anche allora, stavo per andare e mi hanno offerto una coppia di collane
lavorate in regalo. "Non posso accettare un regalo" ho detto loro. "Sei venuto
in casa nostra, hai parlato con noi. Devi accettarlo come donato col cuore".
Insistettero. Alla fine, li ho convinti ad accettare del denaro, rispondendo:
"Voi le vendete, non posso accettarle gratuitamente." Devo dire che mi hanno
mostrato un caldo affetto ed ospitalità.
Un altro caso che mi ricordo ancora fu durante un rally elettorale a Marina
Beach. Era molto tardi e la spiaggia era affollata dalla folla che ascoltava gli
oratori. Una donna vendeva degli idlis caldi (vedi).
Mi sono seduto lì vicino e abbiamo parlato dei suoi affari e dei discorsi che si
sentivano. Quando stavamo per andarcene, ha insistito perché io e il fotografo
accettassimo i suoi idlis. "E' come se foste miei ospiti. Accettateli in segno
del mio amore." Ho dovuto faticare a spiegarle che ero lì apposta per parlare
con la gente!
Quando faccio dichiarazioni simili, sembrano tratte di peso dalla
sceneggiatura di un film di Bollywood, o posso apparire come un personaggio da
commedia, ma è la verità sulla mia esperienza. Ho scoperto che più la gente è
povera, più desidera mostrarsi ospitale. Considera suo dovere accontentare
l'ospite, anche se questo significa spendere i propri sudati risparmi.
Questo tipo di amore ed ospitalità, mi spiace dirlo, non l'ho trovato nelle
case dei ricchi. Mi sono recato da ricchi sportivi o star del cinema, e alcuni
di loro non ti permettono neanche di fermarti sotto la veranda. Lo scopo delle
visite era lo stesso: intervistarli. Gli uni mi hanno trattato con amore, gli
altri con distacco ed arroganza!