Città per tutti
Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 16:12:19, in Italia, visitato 2077 volte)
Lo scorso 9 aprile, avevo riportato la bozza di un documento
Città per tutti,
inizialmente proposto da Naga, Arci, Sincobas e successivamente emendato e
rielaborato dalla miriade di associazioni di volontariato e dalle comunità di
immigrati di Milano.
Al termine di questo percorso, il documento sarà presentato ufficialmente
mercoledì
10 maggio alla Casa della Cultura al candidato sindaco Ferrante.
Qui gli altri
riferimenti (nota bene, causa un fraintendimento risulta ancora firmato dalla
Comunità Rom di via Idro, che in realtà non è stata consultata, per cui
l'adesione verrà tolta dal documento finale)
Ricevo ora un contributo di Maurizio Pagani, Vicepresidente Opera Nomadi
Milano, che ha seguito l'evolversi della discussione durante l'ultimo mese, e
quindi può fornire indicazioni utili:
Non so se Milano sia una città più di “destra” o di “sinistra” per censo
o vocazione elettoralistica, ma di sicuro di questi tempi non è un fatto
trascurabile. Sta di fatto che la più parte “di sinistra e progressista,
meglio se un po’ smoderata o radicale” dell’associazionismo, quella a cui
sono più affezionato, impegnata sul fronte dei diritti, casa, nuove povertà
e migranti, sembra essere fin troppo prudente o razionale.
Di sicuro ha avuto un merito importante, quello cioè di invitare il
candidato alla poltrona di Palazzo Marino, Bruno Ferrante, alla discussione
di un documento dal titolo “una città per tutti”, con chiaro riferimento a
chi ne è ordinariamente “escluso”.
Ma è stata presa da una grave amnesia: la “questione Rom”.
E non è un problema di poco conto, anche se tenuto generosamente “dentro” al
documento ma sempre come tema “trasversale” ai contenuti più generali.
E come non parlarne altrimenti, vista l’enfasi che normalmente gliene viene
attribuita sugli organi di stampa o nelle raccomandazioni della Comunità
Europea che circolano abbondanti nella rete?
Non vorrei sembrare ingeneroso con chi ha sottoscritto il documento, non da
me per i motivi che vi ho sopra citato, ma avrei trovato giusto e doveroso
indicare questo tema tra le priorità che attendono chi dovrebbe guidare la
città con un senso etico e programmatico profondamente diverso dai
precedenti sindaci.
Avendo seguito anch'io parte del lavoro preparatorio, ed avendo aderito al
documento finale (a titolo personale), fornisco una mia risposta
(sempre personale e che in ogni caso non coinvolge il comitato promotore):
Capisco la tua preoccupazione, ma il documento che verrà presentato il
giorno 10 è già un lungo elenco di legittime richieste, e si rischia di
ottenere l'effetto "lista della spesa" aggiungendo voci ulteriori.
Un lungo elenco, che sarebbe valido a Milano come a Palermo. Ma, quel
che è peggio, il rischio è di ottenere dal candidato sindaco un assenso di
facciata, senza che questo si tramuti in un impegno fattivo.
Ritengo quel documento importante per quanto riguarda il tema generale
dei diritti, della cittadinanza, dell'uso degli spazi e delle risorse
pubbliche da parte di tutti i cittadini, e che il ruolo importante delle
organizzazioni dei Rom, è di appoggiare e spingere per quelle
rivendicazioni, nell'interesse dei Rom stessi, nel loro doppio ruolo di
persone emarginate dai processi politici e sociali e spesso di persone
migranti.
Esiste, è innegabile, una specificità che distanzia le istanze della
comunità Rom, autoctona o migrante, dalle richieste che possono portare gli
altri nuclei. Per questo, già a novembre, avevo offerto la mia disponibilità
a organizzare incontri con i candidati alle primarie cittadine. Purtroppo,
tale disponibilità non ha trovato ascolto.
Occorre quindi ripartire dall'opportunità offerta da questo documento,
prima che vada persa un'ulteriore occasione. Occorre anche, e io spero che
le varie comunità presenti all'incontro si esprimano in questo senso, che si
superi la logica "emergenziale" della questione Rom e stranieri, per
illustrare il ruolo che già oggi le varie comunità e le loro associazioni
hanno nella vita politica cittadina, nella gestione, nell'uso, nella
valorizzazione degli spazi periferici, nel rilancio dell'occupazione e del
ruolo del decentramento.
Occorre infine, arrivare ad una sintesi tra le tante richieste, anche
particolaristiche, e le richieste di spazi, di rappresentanza, di migliori
possibilità economiche e sociali che arrivano da tanti cittadini, per non
trovarsi tutti sconfitti ed isolati. Per farlo, ritengo che sia necessario
uscire da una logica che vede la metropoli come un tutt'uno omogeneo,
affrontando invece le specificità offerte dalle varie zone.
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