Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 22/03/2006 @ 00:20:00, in Italia, visitato 2515 volte)

Il tempo ha valori di conversione differenti, questo si sa. Passare dalla teoria alla pratica è quello che frega.

Il programma del campo per le elezioni è nato dopo un mese di discussioni con le famiglie. Un altro mese (quasi due), è passato cercando chi in zona e in città potesse essere interessato al confronto. Poi, tutti si svegliano nello stesso momento: oggi ci sarà il primo incontro con Legambiente, domani con l'Arci.

Martedì scorso c'è stata l'occasione di presentare il nostro lavoro al candidato sindaco e ai partiti che ne appoggiano la candidatura. E' andata meglio del previsto, ad un certo punto ho perso il filo del discorso, ma doveva essere finito lì vicino. I signori partiti, tutto ad un tratto hanno deciso di appoggiarci, e d'improvviso ci vogliono persino candidare. E va bene che in campagna elettorale non si butta niente... ma per prudenza si era già concordato con chi candidarsi. Comunque, è deciso che può essere un programma Open Source : - D

Che altro? Speravo che martedì mi accompagnasse qualcuno del campo, e invece all'ultimo momento mi son ritrovato da solo. Peccato, ci fosse stata la loro presenza tutto il discorso sarebbe stato ascoltato con attenzione anche maggiore. E così ho dovuto sbrigarmela da solo col rinfresco finale...

A proposito di valore di conversione del tempo e di esaurimento nervoso: si discute per un mese e alla fine si concorda - vedere come avere un ruolo e un tetto regolare all'interno del parco dove si vive da anni. Il più entusiasta di tutti salta fuori con l'idea di acquistare una cascina in una zona diversa da quella su cui si discute dall'inizio. Da una settimana proviamo a spiegargli che l'idea c'entra come i cavoli a merenda, lui mantiene lo stesso entusiasmo ed è convinto di avere già il finanziamento in tasca. O forse è lui a voler convincere noi.

(nell'immagine, le prove della gioiosa macchina di guerra)

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Di Fabrizio (del 21/03/2006 @ 11:48:25, in casa, visitato 3192 volte)

Mangiatoia anche al campo di via Triboniano?

Ci sono lavori in corso, ne parlava un recente comunicato di Aven Amentza: ... si è cominciato dai Rom bosniaci, una famiglia allargata di 50 persone. Essi hanno assistito, dal fango del prato, in cui hanno trascorso questi mesi di pioggia e gelo, alle varie fasi dei lavori e, con grande sconcerto, a quella che ha portato all’installazione dei containers...

Il recente incendio ha provocato nel settore dei Rom rumeni un gran rimescolamento, se il campo era prima un labirinto inestricabile, ora la situazione è persino peggiorata: come ricordava una recente denuncia: Non corrisponde al vero anzi, è una palese e sfacciata menzogna, che vi fosse la possibilità di accogliere quanti si fossero rivolti per chiedere un riparo. [...] Solo 7 o 8 persone, compresi alcuni bambini, hanno potuto occupare un letto in camerata. Nel settore dei Khorakhané (Bosniaci) quanto scritto un mese fa è praticamente uguale. Davanti a un camper, fa bella mostra uno scaramantico estintore. Il ragazzo che voleva fare il cuoco, ha cambiato idea e pensa ad un futuro da elettrauto. Nonostante i rivolgimenti, lo sportello sindacale continua sotto i miei occhi.

Sono gli stessi Rom, con i volontari di Aven Amenza, che mi accompagnano nel cantiere dove si sta costruendo il loro nuovo campo. Subito prima dell'ingresso, due segnali forti e di segno opposto:

  • tre famiglie si sono accampate accanto al muro di cinta esterno. Le loro roulottes sono bruciate nell'incendio dell'otto marzo e da allora vivono in tenda. Avevano perso tutto e un negoziante lì vicino ha dato loro tre tende nuove, per 18 euro. Non so se questo negoziante posso chiamarlo benefattore, o soltanto una persona onesta.
  • questo cartello fa bella mostra di sé:

Comune di Milano
Lavori di messa in sicurezza e adeguamento igienico sanitario campo nomadi - 2° intervento - campo nomadi di via Triboniano

Importo progetto Euro 1.000.000,00
Importo base d'asta Euro 749.662,51
Oneri per la sicurezza Euro 42.237,83
Importo del contratto Euro 611.349,78
Inizio lavori 29/08/05
Fine lavori 28/08/06
Sospensione lavori dal 30 /08/05 al 14/09/06
Gara in data 15/04/05 Euro 611.349,78. Gara al ribasso del 18,45%
Preciso di non avere competenze in materia, ma che mi sfugge la logica di come sono stati spesi un miliardo e due del vecchio cono.

I 50 Khorakhané sono accampati da questo inverno in una spianata, attrezzata di 6 bagni chimici (tutti funzionanti per fortuna). Al cantiere lavorano 5 operai. Il nuovo campo è un rettangolo di circa 20/25 metri per lato, con una gettata di cemento e una rotonda. Al centro è stata ricavata una strada vagamente circolare, con in mezzo una fontanella comune. Nella rotonda forse potrebbe manovrare un Ape piaggio, non di più.

Il resto dello spazio è occupato dal blocco dei bagni e da 6 container, staccati di un paio di metri (e anche meno) l'uno dall'altro. Se per caso dovesse scoppiare un incendio, diventerebbero una trappola micidiale.

I 6 container. ...mentre la gru li sollevava per collocarli sul terreno, hanno potuto constatare che essi erano ampiamente danneggiati nella parte sottostante. Alcuni lo sono anche nell’interno e nel soffitto. Insomma, ci piove. Uno dovrà essere sostituito, perché i suoi allacciamenti non corrispondono a quelli che l’impresa ha realizzato nel terreno. (op. cit.)

Controllo le targhette su ogni container: provenienza Commissariato del Friuli, costruiti nel 1992, ultima revisione nel 1993.

OK, ho fatto una rapida ricerca. Container simili, ma nuovi li vendono proprio in via Triboniano (hanno persino un sito web, cercatelo con google) i costi variano tra 1.400 e 5.800 euro l'uno a seconda del modello. Rimane da capire dove siano spariti gli altri soldi da quest'estate: tra bagni chimici, una passata di ruspa e una gettata di cemento.

Puntata precedente

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Di Fabrizio (del 21/03/2006 @ 10:34:09, in conflitti, visitato 2375 volte)

Dal Kosovo, due documenti (AVVISO di lettura lunga e complicata):

  • la riflessione di Rand Engel, coordinatore dei volontari per la ricostruzione in Kosovo
  • la lettera aperta di Brahim MUSIĆ, Rom della diaspora e presidente dell'associazione Ternikano Berno

Sviluppi della diaspora della Mahalla di Mitrovica

Tema: Il nodo irrisolto della Diaspora nelle decisioni sulla Mahalla dei Rom può causare il ritiro dei dispersi interni (IDP) dalla partecipazione e dalla presa delle decisioni, e questo può danneggiare seriamente tutta la comunità. Le loro necessità sono da risolvere subito.

Retroscena del caso:
Il ritorno nella Mahalla di Mitrovica è stato tentato praticamente ogni anno, a partire dal 2000. Gli sforzi precedenti non hanno mai ottenuto risultati concreti e c'è a possibilità che nel 2006 si arrivi ad un risultato. La comunità internazionale e le municipalità procedono sulla base degli accordi siglati il 18 aprile 2005, che però non sono mai stati approvati dai rappresentanti IDP dei campi attorno a Mitrovica o dai residenti della ex Mahalla. Si registra un'iniziativa dei rappresentanti degli IDP, che richiede di essere ammessi ai tavoli negoziali che trattano il ritorno.

Proposta che è attualmente dibattuta seriamente dal "Gruppo Direttivo" - il comitato interagenzia responsabile del progetto di ritorno nella Mahalla. Il Gruppo Direttivo si è diviso tra chi ritiene la proposta 1) facilmente accettabile, 2) valida se ci fossero futuri negoziati, 3) quasi impossibile.

Nell'ultimo incontro del 3 marzo i rappresentanti degli IDP hanno espresso la loro insoddisfazione per:

  • l'inattività del comune all'interno del Gruppo Direttivo. Il comune avrebbe un ruolo attivo da assumere su diversi punti chiave, ma la mancata partecipazione induce gli IDP a credere di essere abbandonati a se stessi;
  • non si tiene conto degli interessi degli ex residenti della mahalla, la maggior parte dei quali è oggi dispersa in altre nazioni. La loro preoccupazione è che tutta l'area venga riconvertita ad altri scopi oppure abbandonata e che gli ex residenti siano obbligati ad accettare condizioni vessatorie per il loro ritorno.

Ci sono preoccupazioni temporali: la ricostruzione nell'area dovrebbe partire il 1 aprile. Inoltre, i finanziatori si ritroveranno a convegno a Mitrovica il 27 marzo. Per questo continuano gli incontri tra il Comitato Direttivo e i rappresentanti dei RAE (Rom, Askali ed Egizi) che attualmente sono sparsi nei campi profughi.

In ogni caso, la ricostruzione partirà con o senza un accordo in tal senso. Nel 2006 il programma prevede circa 57 case su terreno privato e due appartamenti su terreno municipale accanto all'istituto di agricoltura.

Le urgenze:
I rappresentanti degli IDP al momento possono ricercare un accordo ragionevole per quelli che sono dispersi nei campi profughi interni. Non hanno alcun mandato e mancano di rapporto con la comunità della diaspora. Dati i tempi pressanti, si trovano di fronte due scenari:

  • se riuscissero ad ottenere un accordo congiunto col comune e il Gruppo Direttivo, molte delle loro richieste del 18 aprile 2005 verrebbero incorporate nel piano d'azione. Tra queste, contratto d'affitto per gli abitanti della mahalla con scadenza a 99 anni, riconsegna delle case agli ex abitanti anche in assenza di documenti originali. La cooperazione tra finanziatori e comune assicurerebbe eque condizioni di ritorno.
  • in mancanza di accordo, i finanziatori della ricostruzione sarebbero comunque tenuti a provvedere alla ricostruzione, ma non ci sarebbero garanzie per gli ex abitanti della mahalla. Le ipotesi più probabili sarebbero che il comune assegnasse queste case a nuovi proprietari, piuttosto che divisioni e tensioni nella comunità per poter ritornare alle case originali.

Presupposti:

  • questo è il migliore anno per avere progressi nella mahalla;
  • molti finanziatori sono stanchi di dover continuamente cambiare i piani esistenti ed hanno perso la fiducia nel fatto che le cose possano migliorare. Credono che non riusciranno mai raggiungere un accordo coi rappresentanti degli IDP;
  • alcuni finanziatori minacciano di ritirare i loro soldi se non vedranno significativi processi;
  • molti di quanti vivono la diaspora e che provengono dalla mahalla, comprendono la tragedia di vivere in campi per profughi interni, e sono pronti ad accettare qualsiasi ragionevole accordo che permetta di fare ritorno nella mahalla;
  • altri viceversa hanno interesse nel bloccare ogni accordo, perché questo accelererebbe la loro espulsione dai paesi dell'Europa occidentale;
  • non c'è tempo ulteriore. L'accordo va siglato entro questo mese;
  • i componenti della diaspora sono vari, dispersi e i loro interessi non sempre coincidono. Il problema è come rappresentarli unitariamente ed in modo appropriato.

Interessi della diaspora contro interessi degli IDP
Si stima che sino al 1999 vivessero 8.000 persone nella mahalla di Mitrovica. Poco meno di 700 sono nei campi IDP in Kosovo. Il resto sono dispersi, buona parte in Serbia e Montenegro, e molti di più nei paesi dell'Europa occidentale. Tra loro ci sono interessi divergenti. I 700 nei campi IDP vivono in condizioni deplorevoli e hanno una fortissima necessità di migliorare la loro condizione. Possono anche accettare il compromesso di andare a vivere in case in affitto, pur di no restare nei campi. I compromessi non sono mai desiderabili: si può pensare che siano un ricatto, ma verrebbero accettati, anche al costo di perdere la proprietà della loro casa.

Il popolo della diaspora ha meno ragioni per cedere a compromessi. Vivono più o meno sicuramente altrove. Molti probabilmente non hanno intenzione di ritornare a Mitrovica - almeno nei prossimi anni. Vedono qualsiasi compromesso come una violazione dei loro diritti umani fondamentali (diritto al ritorno, alla proprietà, minaccia di rimpatrio forzato).

Soluzioni proposte:

  • IDP: i loro rappresentanti hanno chiesto che i Rom della diaspora nominino propri rappresentanti, in tempo utile per la chiusura dei colloqui preliminari.
  • Diaspora: Brahim Music suggerisce la formazione di una commissione che coinvolga le OnG dei diversi paesi. Un primo incontro si è già tenuto a Bruxelles ed un altro si terrà entro fine mese a Vienna. E' un'opzione che comprende la partecipazione di un ampio spettro della diaspora, ma che necessita di tempi più lunghi.
  • Gruppo Direttivo: da parte loro vorrebbero dividere la trattativa tra il settore est e quello ovest della mahalla, senza intervenire nel settore ovest finché non sia risolta la questione della rappresentanza della diaspora. La proposta può essere accettata anche dai rappresentanti degli IDP - che però chiedono: 1) una presa di posizione dai Rom della diaspora, 2) la presa d'atto da parte di questi ultimi che nel frattempo si inizierà ad operare nel settore est, 3) la comprensione dei diversi attori (istituzioni, comunità internazionale, finanziatori) e l'impegno che la mahalla potrà ritornare ai legittimi abitanti.

Se fosse possibile da parte dei componenti della diaspora, di promuovere una visita non ufficiale di una propria delegazione, questo sarebbe di grande aiuto. Si potrebbe anche organizzare una conferenza telefonica a cui prendano parte componenti della diaspora.

Questioni irrisolte:

  1. Chi parlerà a nome della diaspora? Quanto e come potrà dirsi rappresentativo?
  2. Se il Gruppo Direttivo ed assieme gli altri soggetti locali ed internazionali coinvolti, garantissero di non intervenire nel settore ovest della mahalla sino al coinvolgimento di una delegazione della diaspora, questo sarà sufficiente perché nel frattempo i Rom delle comunità all'estero avvallino il ruolo di mediatore sin qui assunto dai rappresentanti degli IDP?
  3. La diaspora potrà accettare che nel frattempo inizi la ricostruzione nel settore est? Questo non li porterà viceversa ad appellarsi all'accordo del 18 aprile 2005?

Attualmente, i piani approvati prevedono la ricostruzione delle case distrutte a tutti gli ex residenti, indipendentemente dalla dimensione delle case, o che fossero in affitto o di proprietà. I Rom confinati nei campi sono disposti ad accettare di ottenere casa anche in località  e condizione diversa dalla loro provenienza. Non è una soluzione ottimale, ma il Gruppo Direttivo ritiene che questo compromesso potrebbe smuovere le resistenze del comune.

Conclusioni:
Il tempo a disposizione è quasi scaduto. Certo, sarebbero stati invece necessari mesi per lavorare a questa fase, ma non è così. I finanziatori e gli amministratori (UNMIK, OnG, comune) mostrano sempre più la loro impazienza, ma anche per gli IDP è così. Il ruolo della diaspora verrà tenuto in conto, se si dimostrerà capace di accelerare il processo di ritorno.

Rand Engel
Balkan Sunflowers


Da: Ing. Brahim MUSIĆ
President of the NGO «Ternikano Berno»

Clichy-sous-Bois

FRANCE

To: Mrs. Laurie WISEBERG Minority Rights Adviser & Executive Officer for Return to Roma Mahalla Project

Mrs. Els de GROEN, MEP

Mrs. Anastasia CRICKLEY, Special Representative of OSCE Chairmanship

Mr. Yves DOUTRIAUX, Ambassador of France at OSCE

Mr. Nicolae GHEORGHE, OSCE/ODIHR Adviser on Roma and Sinti Issues

Mr. Rudko KAWCZYNSKI, President of ERTF

Mr. Bashkim IBISHI, President of ERTF’s Kosovo Commission

Mr. Rand ENGEL, Coordinator Volunteers for Social Reconstruction

Signore e Signori

Come Rom di Mitrovica, che vive in Francia da oltre tre decadi, sono profondamente preoccupato per gli ultimi sviluppi nella mia città. La Rromani Mahlàva, lo storico quartiere dove vivevano oltre 8.000 Rrom, Askali e Balcano-Egizi, è stato svuotato dai suoi abitanti da oltre sei anni. La maggior parte di loro è in esilio nell'Europa occidentale. Circa 700, i meno fortunati, dal 1999 sono confinati nei capi della parte settentrionale della città, in un'area altamente pericolosa, causa l'inquinamento da metallo di tutta la zona. Sono tutti fatti a voi noti, per cui il mio scopo non è di informarvi, ma piuttosto portare la vostra attenzione sui rischi attuali. In realtà, la disastrosa situazione di questi 700 IDP è stata internazionalmente discussa, - più come si trattasse di uno "scoop", mentre i rischi erano già noti sei anni fa, - ed ora il dibattito si sta accelerando, avviandosi verso la confusione totale. Nella fretta di spostare gli IDP dall'area contaminata, sono apparse due opzioni: a) una caserma dismessa, inappropriata perché posta sulla stessa area contaminata, b) il ritorno nella Mahlàva. Proprio su quest'ultima ipotesi vertono le mie osservazioni:

Sin dal 2002, diverse OnG rromani con sede in Francia, hanno proposto una serie progetti per assicurare, in fasi diverse, un ritorno sicuro e sostenibile dei rifugiati e degli IDP del Kosovo. E' la nostra personale esperienza che insegna come spesso, il ritorno debba essere preparato e guidato, incluso quei rari casi, - come la Francia - dove i richiedenti asilo Rrom dal Kosovo sono stati garantiti dallo status di rifugiati. In molti farebbero ritorno volontariamente,. Nondimeno, nessuno dei loro progetti ha ottenuto l'attenzione dei finanziatori.

Con la crisi della contaminazione ambientale a Mitrovica nord, il tema del rimpatrio ha invaso la discussione. Ma se agissimo nel senso sbagliato? Cioè, l'inquinamento dei campi profughi è una questione prettamente umanitaria, e come tale dev'essere affrontare ed urgentemente risolta. invece, il rimpatrio e "la ricostruzione della Mahlàva" sono più un processo politico, da affrontare in fasi differenti e senza precipitazione, pena il fallimento e probabili conflitti. Per questo, occorre definire cosa sta accadendo a Mitrovica. La mia opinione - condivisa da tutti i Rrom con cui mi sono consultato - l'intero processo altro non sarebbe che una soluzione d'emergenza per i 700 IDP che sono in pericolo di vita. Riguarda esclusivamente la rilocazione di queste famiglie, senza dover dipendere da quelle che fossero le loro precedenti proprietà o la ricostruzione della Mahlàva nel suo complesso (prego notare che il 90% degli ex abitanti è rifugiata all'estero e quindi non coinvolta).

Per quanto le famiglie che vivono nei campi per IDP si trovino in una situazione senza via di scampo, non hanno ritenuto di prendere una posizione netta sul piano di rilocazione proposto, perché sanno di non poter decidere a nome dei loro ex-vicini e di potersi trovare nella situazione di ledere i diritti ed interessi di questi ultimi. Preoccupazione comprensibile e condivisibile, che trova d'accordo anche i rifugiati di Mitrovica che appartengono alla diaspora, che si sentono esclusi dal processo di "ricostruzione della Mahlàva", e nel contempo sono a rischio imminente di rimpatrio forzato, quando questo non sia già avvenuto come nel caso della Germania.

Alcune tra la parti in causa nel processo di ricostruzione, richiedono il coinvolgimento della diaspora tramite uno o più rappresentanti. Con tutto il rispetto per quello che si chiama processo di autorappresentazione politica - che non sempre si è mostrato efficace - penso che questa strada sia inappropriata. Progetti ed interessi delle singole famiglie sono diversi. Talvolta variano tra gli stessi componenti di un gruppo familiare. In queste condizioni, non è possibile arrivare ad una rappresentanza univoca. Questa forma di coinvolgimento, d'altro canto, è in contrasto col diritto alla scelta libera e cosciente dei rifugiati, come riconosciuta dalle leggi e dalle norme internazionali. Per questo, diverse OnG, esperti ed attivisti rromani hanno proposto la creazione di una Commissione che indaghi sui diritti di proprietà e sui piani riguardanti ogni singola famiglia che ha abbandonato Mitrovica dall'inizio del conflitto. Ciò permetterebbe il disegno di un piano urbano ed eviterebbe futuri conflitti sulle proprietà. E' un metodo che trova d'accordo gli IDP e la diaspora, perché assicurerebbe una soluzione a lungo termine. Ancora, non abbiamo ottenuto nessuna risposta dall'UNMIK. Siamo coscienti che la nostra proposta prenderà più tempo, ma è l'unica su cui si può fondare la ricostruzione del quartiere rromani di Mitrovica. Tra le varie ragioni, ne elenco tre:

  1. Prima che inizi la ricostruzione, è necessario identificare ogni possibile reclamo sull'area che verrà edificata. I documenti del catasto di Mitrovica sono incompleti e gli ex residenti (che siano in possesso di documenti che comprovino il loro status o viceversa ne siano sprovvisti) non sarebbero rintracciabili stramite una ricerca sul campo o incrociando i dati a disposizione.
  2. La Mahlàva si è progressivamente sviluppata nel corso dei secoli, senza seguire alcun piano urbano. Di questo c'è invece bisogno ora, quando se ne affronta la ricostruzione. Ragione ulteriore per coinvolgere gli ex residenti nelle scelte che competeranno le unità abitative e le infrastrutture.
  3. Il ritorno dev'essere affrontato come un processo globale. Soddisfare esclusivamente il  bisogno di alloggio, non è sufficiente per programmare un ritorno sostenibile, se non è accompagnato da misure che riguardino l'occupazione, i servizi sociali, la scuola ecc. Nel passato , molti Rrom della Mahlàva campavano di piccole e medie attività commerciali. Come ricordavo in precedenza, gli IDP confinati nella parte nord della città, tornerebbero in una situazione di estrema deprivazione sociale, economica e sanitaria, e non sarebbero in grado da soli si assicurare al quartiere il necessario dinamismo economico. Per questo, l'ipotesi più probabile è che sarebbero obbligati a rivendere le loro case. Un piano globale e ragionato, inclusa l'opzione del ritorno degli ex residenti in esilio, darebbe maggior sicurezza sia in termini economici che di atmosfera generale.

Le attuali pressioni, in vista della conferenza indetta dai finanziatori il 27 marzo, non devono farci ulteriori fretta per una soluzione in tempi brevi. Certamente, è necessario raccogliere quanto necessario per finanziare la ricostruzione, ma ragionando in semplici termini economici, ogni investimento deve prevedere la successiva redditività. Colgo l'occasione per ricordare che il prezzo delle case nel quartiere è praticamente il doppio di quanto si vorrebbe stanziare. Siamo perfettamente consci che attualmente c'è un'incompatibilità tra una soluzione emergenziale per gli IDP e quella più a lungo termine della ricostruzione. Ma questi due nodi estremi non possono essere separati. Dobbiamo per forza proseguire secondo una logica che preveda tempi diversi: prima gli IDP e poi i rifugiati che sceglieranno il ritorno. Più breve sarà il tempo che intercorre tra queste due fasi, più avremo la certezza di un ritorno sostenibile. Per tutte queste ragioni, caldeggio la Commissione che abbiamo proposto, a fronte di un esplicito mandato e che entri in funzione prima che la ricostruzione abbia inizio. Le ragioni sono tanto pratiche quanto politiche. Quanto qui proposto no solo raccoglie il parere favorevole dei diretti interessati -  gli stessi Rrom - ma assicura anche l'esperienza e la pratica maturata da me e dai miei colleghi. Per questo, chiediamo il vostro appoggio istituzionale finanziario.

Siamo naturalmente disponibili al dialogo e a fornire tutte i chiarimenti e le spiegazioni necessarie.

Brahim MUSIĆ
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Di Sucar Drom (del 21/03/2006 @ 01:48:18, in casa, visitato 2015 volte)

Ti Press Problema nomadi, altri cinque anni per risolverlo
BELLINZONA - Serviranno altri cinque anni al Governo per poter individuare quali saranno le aree di sosta per i nomadi. È quanto sostiene il Consiglio di Stato rispondendo a un'interrogazione firmata dal deputato leghista Lorenzo Quadri e cofirmatari. Alla domanda di Quadri "quali sono i tempi previsti per l'annunciato Piano di utilizzazione cantonale (PUC) che definisca le aree nomadi", il Governo ha risposto che "sulla base dell'esperienza già avuta con simile procedura si può indicare in circa cinque anni la durata della procedura tendente a formalizzare nel PUC le aree di sosta per i nomadi".

Insomma un problema - quello delle aree da destinare ai nomadi - che non è affatto facile da risolvere anche perchè come sottolinea il Governo nella sua lunga risposta all'interrogazione la collaborazione da parte dei Comuni è parecchio scarsa: "La riluttanza della popolazione sedentaria e la diversità della cultura nomade, sono sicuramente dei fattori che condizionano la collaborazione e disponibilità dei Comuni alla realizzazione, sul loro territorio, delle aree di sosta. Questo atteggiamento, che di fatto ha scaricato sul Cantone tutta la responsabilità concernente la gestione dei nomadi, compresa quella finanziaria, non risulta essere consono ad uno spirito di collaborazione che dovrebbe sussistere tra gli enti locali e l'Autorità cantonale".

Il Governo ricorda che:

- il Ticino è da sempre terra di accoglienza e continuerà a dare ospitalità ai nomadi, garantendo un soggiorno dignitoso e facendo in modo che ciò avvenga nel rispetto delle leggi e della sensibilità delle popolazioni indigene.

- è improponibile pensare di risolvere il problema dello stazionamento delle carovane di nomadi in Ticino semplicemente impedendo loro con la forza di fermarsi nel nostro cantone. Questa via non è solo impraticabile dal punto di vista legale, ma anche e soprattutto dal lato etico

- riteniamo che la presenza delle famiglie nomadi debba sempre rimanere in forma transitoria, numericamente sostenibile, in relazione con la capacità di accoglienza possibili nel Cantone.

Per quanto riguarda il progetto della Commissione nomadi di individuare "almeno quattro, meglio sei" aree attrezzate per i nomadi, il Governo afferma di ritenere "giudizioso poter disporre di quattro aree di sosta, due ubicate nel Sottoceneri e due nel Sopraceneri".
Sui relativi costi è ancora prematuro poter esprimere cifre, dato che prima devono essere individuate le aree, aree che - viene precisato dal Consiglio di Stato - "sono indispensabili per evitare che i nomadi sfuggano la controllo delle autorità di polizia e vadano a sistemarsi, senza autorizzazione, in terreni privati".
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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 15:20:02, in Kumpanija, visitato 1783 volte)

da: Saimir MILE

Cari amici, nonostante una serie di difficoltà finanziarie dovute all'assoluta mancanza di appoggi, le OnG rromani di Francia assieme alla Casa d'Europa e d'Oriente, organizzano a Parigi una Conferenza Storica Internazionale sui 500 anni di schiavitù patiti dai Rom nei principati di Moldavia e Muntenia (Valacchia). Il ricevimento verrà offerto da Bertrand DELANOË, sindaco di Parigi, nei locali del Municipio dove verrà inaugurata la conferenza.

Saluti da Parigi

Il comitato organizzatore

Phrala!len, Pheja!len,
Madikh so but sas amen pharimàta, odolesqe so khonik ni mangla te del amen love, amare rromane organizàcie and-i Frànca khetanes e Evropaqe thaj e Mesmerigesqe Khereça, keren jekh Maśkarthemutni Historikani Konferència vaś i robìa e Rromenqi and-i Moldàvia thaj and-i Muntènia. O śerutno e Parizosqo, o Raj Bertrand DELANOË, akala okaziaça kerel jekh patǐv and-o Kher e Forosqo.
But baxt aj sastipen savorrenqe
Kotar i ekìpa e organizatorenqi

Parigi, 21 e 22 marzo

Il programma completo e l'invito alla conferenza su Romano_Liloro

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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:58:09, in Regole, visitato 1676 volte)
Diritti, doveri, assistenza e mediazione culturale, in un recente scambio d'opinioni sono emersi questi nodi che, dopo il mio commento, faccio riprendere ad Aleksandra...
Caro Fabrizio,
a proposito di Alina ho lasciato un commento forse un pò duro, non sono certa che rispecchi le tue idee, se ho esagerato mi scuso perchè ero "in casa tua". Ti ricordi di Fatima?
Adesso è guarita ma ha altri problemi: ha un timpano perforato da anni e ogni raffreddore può causarle complicazioni. Fatima va in giro a piedi nudi (c'è mezzo metro di neve!), eppure abbiamo portato loro anche abiti, calze...nonostante l'incidente continuano ad accendere fuochi nella discarica, spesso lo fanno i bambini da soli. Abbiamo discusso coi genitori, ma non abbiamo ottenuto nulla di concreto.
Continuiamo ad aiutarli, appena sarà possibile lavoreremo al tetto della baracca.

Possibile che non ci sia modo di far capire loro che devono assumersi delle responsabilità?
Se questo è un aspetto della romano djivdipe io non lo accetto, il che non vuol dire che non rispetti la loro cultura o la loro diversità.
Non accetto nemmeno molti aspetti della cultura gage!

Da Zajedno/Insieme:

Siamo andati a trovare Fatima per parlare del tetto, di come poterlo impermeabilizzare. Negli ultimi tre giorni è caduto mezzo metro di neve e grandi gore d’umidità si allargano sui muri appena imbiancati. Fatima disegna, seduta sul tappeto. Bisognerà trovare un tavolino e una sedia, in modo che possa fare i compiti in una posizione migliore. Le chiedo di mostrarmi il suo disegno: Fatima, il fratellino Ferdi, la mamma, il papà, “la mia nuova stuffa”, un fiore e la sagoma di una mano con delle scritte all’interno. Le chiedo spiegazioni. Timida e impacciata si scusa perché non parla bene il serbo, le dico di parlare liberamente in italiano o romane, lei sorride e risponde:”guerra è quando buttano le bombe, quando ci mandano via dalle nostre case, quando abbiamo fame, quando siamo soli, o malati e nessuno ci aiuta…” aspetto di sentirle dire se adesso sa che cosa sia la pace, ma una voce dall’esterno ci interrompe, lei si alza, indossa un paio di zoccoli da donna, forse della madre ed esce dalla baracca. “Ha le scarpe, mi rassicura Senada, indicandomi la stufa, ma sono bagnate”. Rimango così, col foglio in mano, a guardare dalla finestra le sue impronte troppo grandi sulla neve….


Diritti e doveri! Se un cittadino serbo lascia da solo i propri figli minori di 12 anni è passibile di arresto. I rom sono cittadini come gli altri? Vogliamo che lo siano?
Se sei in difficoltà ti aiuto, ma non puoi pensare che ti è dovuta assistenza a vita perchè tu, poverino, sei rom! Essere rom non vuol dire essere invalidi o handicappati!
I vicini di casa di Fatima ci hanno coperto di insulti perchè "rubiamo i loro soldi", come se fossimo entrati in casa loro a derubarli! Questo è uno dei risultati del vittimismo e dell'assistenzialismo!
Ci siamo anche offerti di trovare un lavoro al padre della bambina che, naturalmente, è scappato a gambe levate dicendo che non può allontanarsi troppo per motivi di faida con altre famiglie, ma che spesso e volentieri vediamo ubriaco in centro.
A me dispiace per i bambini, ma chiedo un'assunzione di responsabilità e il rispetto di alcune regole. Mi sbaglio?
Saluti
Aleksandra
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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:56:10, in scuola, visitato 1694 volte)
Carissimi,
Vi invio un testo del giornalista Zoran Ivanov,, direttore dell'Agenzia Informativa Macedone, sulla situazione della scolarizzazione dei Rom in Macedonia.
Asmet Elezovski
National Roma Centrum
elezovski@nationalromacentrum.org

LA CHIAVE E' NELL'EDUCAZIONE

Alvaro Hil Roblens, commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, ha recentemente presentato a Strasburgo il proprio rapporto. Il rischio per i diritti dei Rom è uno dei leit-motiv del rapporto, che ha anche toni allarmati per la situazione che coinvolge 10 milioni di abitanti della Comunità Europea all'alba del XXI secolo.

All'atto pratico, il rapporto si limita a sottolineare la necessità del collegamento tra autorità, istituzioni e gli stessi Rom per arrivare ad una serie di misure di generico livello di civilizzazione, che appoggi gli sforzi del "Decennio Rom" in tutte le sfere della vita sociale ed economica.

Di conseguenza, la base proritaria di ogni sforzo è nell'impulso alla scolarità ed all'educazione più in generale. Causa i bassi standard, gli anni se non i secoli di nessuna attenzione allo status dei Rom, nelle stesse nazioni più sviluppate, la loro attuale situazione è di non essere competitivi sul piano della scolarizzazione e su quello economico, o se preferite sul piano della civilizzazione. Sono la cattiva coscienza dell'Europa.

Parlando statisticamente, è corretto notare che tra loro ci sono dottori, avvocati, insegnanti, uomini d'affari e politici. Ma il fatto è che le autorità e gli stati hanno fatto poco o niente per aiutare questi concittadini, perché a livello globale uscissero dalla loro ignoranza. Questa la ragione ed assieme la conseguenza della miseria sociale globale che attanaglia i Rom.

Questo è il secolo della globalizzazione. E' una sfida per tutti, anche i Rom di questa regione sono coinvolti i questo sommovimento economico. Ma la globalizzazione esclude quelle comunità che non sanno porsi in comunicazione e cooperare indipendentemente dall'appartenenza etnica o religiosa: finiscono isolati e marginalizzati. In questo Decennio Rom,

La Repubblica di Macedonia sta facendo contemporaneamente molto e poco per la comunità Rom. In questo Decennio Rom, una risoluzione che il nostro paese firmo già 18 mesi fa, corre l'obbligo di un contributo attivo e reale. Mancano però le linee guida del programma, assieme alle indicazioni di spesa che potrebbero garantire un progresso sociale alla comunità rom.

"La chiave è nelle tue mani" è il titolo della campagna dell'OnG National Roma Centre. Come molte altre OnG romani, dipende per buona parte dei progetti da finanziamenti stranieri. Bene per loro se dirigono questi progetti in direzione della scuola. Il dato, su 7868 bambini rom iscritti alle elementari, meno di 600 terminano quel ciclo, è chiarissimo; riguarda lo stato e le istituzioni, soprattutto.

Riteniamo di saperne abbastanza, ma in realtà conosciamo troppo poco sulla  vita dei Rom, quelli che stanno sotto i nostri balconi, agli incroci stradali, lungo le sponde del Vardar... Qiuanti di noi si preoccupano che migliaia di famiglie rom, nostri concittadini, non hanno assistenza sanitaria, per fare un esempio.

Naturalmente, lo stato ribatterà con le proprie statistiche, dicendo che si prende cura dei Rom, che sono state assegnate borse di studio a 800 di loro, che sono stati stanziati 1,2 milioni di euro, che hanno le loro municipalità, che la percentuale di frequenza della scuola elementare è cresciuta dal 18 al 23%, che il nostro paese è indicato come un esempio degli sforzi per l'integrazione dei Rom nella società maggioritaria, ecc. ecc.

Ma pesa su questo Decennio tutto il tempo passato di isolamento, particolarmente alle elites romanì su come disegnare e imporre una loro strategia nazionale per i prossimi dieci anni. Quindi, come interloquire con le istanze statali. All'inizio di tutto e come priorità, l'educazione. Come risultato, l'educazione.

Zoran Ivanov,
Director of Macedonian Informative Agency.

Rif: dal sito del governo macedone

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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:34:02, in blog, visitato 1808 volte)

Dal vostro agente speciale. Milano e Cologno Monzese, estrema periferia nord est. Tra le due sponde del fiume Lambro, un concitato dialogo sul filo del telefonino:

  • Jagoda? Sono X...

- Che vuoi?

  • Come va la famiglia? Tutto bene?

- E da quando ti preoccupi della mia famiglia? Dimmi cosa vuoi.

  • Non fare così, t'ho sempre aiutata. Senza di me non avresti potuto aprire un banchetto davanti agli studios.

- Ho capito: qualcuno s'è lamentato che i miei panini con la peperonata sono troppo pesanti. Vuoi che tolgo il pejote?

  • Senza, non li mangerebbe più nessuno! Dovresti conoscere i nostri gusti. Non ti preoccupare, i panini vanno fortissimo.

- C'è un altro carico di stagisti da mandare nei campi per fare il solito apprendistato di tv-verita?

  • No, che poi non sappiamo più dove metterli e alla fine sono costretti ad imparare un lavoro vero!

- Che scena penosa...

  • Non me lo dire! E' che... avevo bisogno di un favore, un grosso favore!

- Volentieri. Non si nega mai un favore a chi vincerà le elezioni.

  • Vedi, è proprio qui il punto. Ora tutte le bocche sono cucite e nessuno si scopre. Ma credo che "quello" sia impazzito. E se si perdesse?

- Mi sembra che dicesse che gli imprenditori DEVONO essere ottimisti!

  • Sì, manca poco che dichiari guerra all'Olanda! E' uscito pazzo, ti dico. Ma mi raccomando: acqua in bocca. Guarda, ti sembra che la Lucia l'avrebbe trattato in quel modo, se non sapesse che il vento sta per cambiare? Quella ci vedrà anche storto, ma a naso non la batte nessuno!

- Devo confessartelo: lavoro anche con la concorrenza. Mi chiese una sfera di cristallo tanto tempo fa.

  • Ti capisco, tutti dobbiamo campare. Senti, qui da noi il clima si è fatto pesante sul serio. I panini, non potresti avvolgerli col Corriere o col Sole 24 Ore? Anzi, aggiungici anche la Gazzetta, prima che scoprano che anche quello è un giornale comunista.

- Se vuoi, posso persino trovarti qualche vecchio numero di Repubblica. Basta pagare.

  • Ti ringrazio. Se non ci fossi tu...

- Mi sembra di annusare che le richieste non finiscono qui...

  • Guarda, mi vergogno un po', ma devo pensare anche alla mia di famiglia. Lunedì 10, facci trovare un elicottero col serbatoio pieno e dei passaporti in ordine.

- Non ti preoccupare, sarà fatto. Chi resterà negli studios?

  • Forse neanche Emilio. Magari, qualche incaricato della sicurezza.

- Affare fatto. In cambio procurami le cassette della prima serie di Dallas, e un paio di carrelli dolly, che dobbiamo usarli per potare gli alberi.

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Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 18:30:09, in casa, visitato 2386 volte)

I residenti di via Fermi uniti ai Rom per sollecitare interventi

Ieri mattina, venerdì, gli abitanti della zona, assieme ai Rom ospiti, hanno fatto visitare il campo “provvisorio” ai giornalisti.
Evidenziate le gravi carenze igienico-sanitarie della struttura. Richiesto l’interessamento delle autorità. Il giorno prima il campo era stato visitato dal sindaco di Novara Massimo Giordano

di Massimo Delzoppo - sabato 18 marzo 2006
pag. 9 - CRONACA

"Si possono lasciare dei bambini in queste condizioni?". La domanda che ci rivolge Piotr, uno dei tanti nomadi rom che vivono nel campo "provvisorio" di via Fermi a Novara, è quella più frequente che sentiamo mentre visitiamo l'area Siamo stati convocati ieri mattina, venerdì, dai residenti della via e dagli stessi nomadi per sollecitare un intervento da tempo atteso, per risolvere una difficile situazione a livello di sicurezza e igiene.

Ad attenderci una delegazione di cittadini formata da Gianluigi Roggia, Antonio Colferai, Giovanni Longoni, Claudio Siviero. "Noi e i rom ci sentiamo entrambi abbandonati dalle istituzioni. - spiega Gianluigi Roggia - Questo problema è stato lasciato tutto sulle nostre spalle e sulle loro. Quindi per motivi diversi sia gli abitanti di via Fermi che i rom vogliono che questa situazione si sblocchi. Questo doveva essere un campo "provvisorio" che è così dal 2001. Guardatevi attorno e dite se tutto questo è degno di una città civile".

La visita al campo offre subito l'idea di come sia sicuramente difficile viverci. I servizi igienici chimici sono pochi e ci viene spiegato che "l'impresa che deve pulirli non sempre passa". Le roulottes del campo non hanno la possibilità di scaricare in un apposito pozzetto le acque. Questo fatto crea problemi a livello di rete fognaria. Spesso avvengono intasamenti delle caditoie con susseguenti esondazioni "e tante volte d'estate l'odore è insopportabile", racconta Antonio, un altro dei referenti della comunità rom.

E' lui a raccontare che nella giornata di giovedì è arrivato in via Fermi il sindaco di Novara: "E' venuto Giordano. Gli ho chiesto se ci avrebbero presto dato un nuovo campo e lui non ha detto né sì, né no, ha aperto le braccia". In merito a questa visita Gianluigi Roggia, per i residenti di via Fermi, aggiunge: "Loro sono stati fortunati ieri a parlare col sindaco, noi in cinque anni abbiamo sempre avuto come interlocutori solo gli assessori".

Mentre giriamo per il campo è un continuo sollecitarci a guardare e raccontare le condizioni di vita. Tante voci di uomini e donne: "Siamo a Novara da quasi trent'anni. Tutti i bambini sono nati qui ma anche tanti giovani". "Vi sono città con un numero alto di rom e hanno risolto il problema; qui siamo un'ottantina, possibile che non si riesca a far niente?".

"Vogliamo solo un terreno dove metterle, poi pagheremo noi le case prefabbricate. Servizi igienici e docce, questo è l'importante". Paolo, un giovane dice: "Non siamo mica degli animale. Dormire si può dormire anche se fa freddo, ma l'igiene è una cosa importante, come si fa a resistere in queste condizioni? Poco distante da qui c'è il campo dei nomadi Sinti, dove è tutto bello, ordinato, le docce e i servizi igienici funzionano. Perché non si può fare qualcosa così anche per noi? D'inverno l'acqua spesso gela".

Mentre guardiamo la parte dove sono collocati i wc chimici, vediamo che è una zona di sterpaglie. "Quando arriva il caldo c'è una vera e propria invasione di bisce e vari rettili. Entrano dappertutto. Sul retro del campo c'è un corso d'acqua senza barriere sulla sponda e spesso i bambini giocando rischiano di caderci dentro". I rettili sono sicuramente una delle cose più segnalate.

La luce arriva alle baracche di legno e alle roulotte con impianti di fortuna. I fili elettrici penzolano pericolosamente e scorrono sul terreno calpestati dalle automobili e dalle persone. "Ogni tanto qualcuno prende la scossa", spiega Piotr.

I rom del campo sono quasi tutti provenienti dalla Polonia. "Vogliamo avere un numero civico, avere dei documenti d'identità. Ora non ne abbiamo. Ogni volta che fermano un minore deve passare ore in Questura. Persino i canili hanno un numero civico, persino i cani hanno un numero di riconoscimento. Noi no!".

Rom e italiani parlano poi della loro coesistenza basata su rapporti di buon vicinato che però non bastano. "Quando c'è troppo rumore in certi orari, attraverso la strada vado nel campo - spiega Roggia - e mi rivolgo ad uno dei responsabili della comunità che dice ai giovani di smetterla".

"Sì, spesso i ragazzi fanno musica troppo ad alto volume e allora devo intervenire. - dice Antonio - Per questo speriamo ci diano un'area anche lontana dalla città dove non disturberemo più nessuno". "Non siamo dei santi, lo sappiamo, ma come si può lasciare dei bambini in queste condizioni?" - a parlare è Cristina, una donna di 46 anni -Noi ringraziamo i novaresi che con le loro tasse pagano la nostra luce, l'acqua. I bambini vanno tutti a scuola e passa l'autobus a prenderli. L'Italia è sicuramente la nazione che più fa per i nomadi, però chiediamo un ulteriore sforzo per risolvere questa realtà. Un'area o case popolari dove possiamo pagare un affitto".

Rom e residenti, mentre finiscono di farci visitare la zona, ci dicono: "L'impressione è di abbandono. La pulizia del campo si è diradata, i cassonetti dell'immondizia vengono svuotati con cadenza non consueta, i tombini nonostante le tante segnalazioni non sono mai stati puliti". Gianluigi Roggia, prima di salutarci, dice: "Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un colloquio al Prefetto e siamo in attesa di una risposta. E' la nostra, e la loro, ultima speranza".

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Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 13:30:23, in musica e parole, visitato 2918 volte)
segnalazione di Daniela De Rentiis:
Poesia - Narrativa - Teatro - Fotografia Disegno - Pittura - Scultura - Musica Saggistica - Video - Documentario - Film. OPERE EDITE ED INEDITE - PREMI SPECIALI PER BAMBINI E SCUOLE
Regolamento

1 ) Il Concorso è aperto a tutti senza alcun tipo di discriminazione. Le lingue ammesse al concorso sono: Romanì (zingara), Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo.

2) Le opere devono essere inviate in un plico unico, raccomandato, nel modo indicato nelle diverse sezioni entro e non oltre il 31/08/2006 all'organizzatore del concorso: Santino Spinelli Presidente Ass. Thèm Romanò Via S. Maria Maggiore n.12, 66034 LANCIANO (CH) ITALIA.

3) I membri della Giuria, composta da una Commissione Internazionale saranno resi noti il giorno della Cerimonia di Premiazione che avverrà a Lanciano il 08/10/2006. Il giudizio della Giuria è inappellabile.

5) Il verbale della Giuria e i nomi dei vincitori e dei premiati saranno resi noti tramite la pubblicazione sul periodico Thèm Romanò (Mondo zingaro).

5) La partecipazione al concorso delle opere inedite implica la cessione gratuita dei diritti all'organizzazione per la pubblicazione su Antologia, la quale sarà tradotta in diverse lingue.

6) Tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado, sia pubbliche che private con i loro alunni possono partecipare. Sulle opere dovranno essere chiaramente scritti i nomi degli alunni, la classe e la scuola, la città e il nome dell'insegnante/i che ha/ hanno sostenuto l'iniziativa.

7) Ogni autore può partecipare a più sezioni e a più categorie o alla stessa categoria con più opere pagando le relative quote di partecipazione.

8) Saranno escluse (senza rimborso) tutte le operenon concernenti il tema indicato.

9) I premi devono essere ritirati personalmente o da persone delegate, pena la decadenza dello stesso.

10) Il concorso prevede le seguenti sezioni con le relative categorie:

Sezione Opere Inedite

Sono ammesse opere inedite che dovranno pervenire in n. 6 copie dattiloscritte (cat. a-b-c) o n.1 copia (cat. d-e-f). Delle categorie a-b-c- solo una copia deve recare il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, curriculum vitae, foto e firma del partecipante.

Cat. a) Poesia in lingua romani (zingara) standard o in uno dei dialetti. Tema: libero. Fino a n. 3 poesie (max 50 versi). Ogni poesia deve essere munita di traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo) specificando di quale dialetto si tratta.

Cat. b) Poesia in lingua italiana, inglese, francese, spagnola. Tema: il mondo zingaro (un aspetto qualsiasi o un evento storico o un personaggio celebre o meno o un'esperienza etc.). Fino a n. 3 poesie (max 50 versi).

Cat. c) Racconto breve in lingua romani (zingara), inglese, francese, spagnola, o italiana che non superi due cartelle dattiloscritte (ogni cartella equivale a 1800 battute: 30 righe da 60 battute). Tema: il mondo zingaro (vedi cat.b). Le opere in lingua zingara devono recare la traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo).

Cat. d) Opera teatrale inedita (una sola copia) concernente il mondo zingaro (vedi cat.b) senza limitazioni. L'opera vincitrice potrà essere messa in scena durante la XI edizione della manifestazione "Prin©karanÞ - Conosciamoci. Incontro con la cultura romanì" che includerà anche la cerimonia di premiazione del Concorso "Amico Rom".

Cat. e) Racconto o romanzo inedito concernente il mondo zingaro (vedi cat.b) senza limitazioni.

Cat. f) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo zingaro (storia, lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.).

Sezione Arte Figurativa

Sono ammesse al concorso fotografie, pitture, disegni, sculture di qualsiasi genere e in qualsiasi stile o tecnica purchè rechino un titolo e fissino un momento di vita zingara (o un personaggio zingaro celebre o meno o un'attività tipicamente zingaresca).

Le opere migliori illustreranno la VI Antologia del concorso e saranno inserite in una grande mostra artistica internazionale. Allegare nome, cognome, indirizzo, nazionalità, curriculum vitae, firma e foto del partecipante. Gli autori dovranno far arrivare le opere in buone condizioni.

Cat. g) Disegno (max 3 opere) inedito con titolo eseguito singolarmente o collettivamente con dimensione massima cm 100x70. Inviare una sola copia per ogni disegno.

Cat. h) Fotografia (max 5 opere) inedita, con titolo, in bianco e nero o a colori. Inviare le foto con le seguenti dimensioni: 1 ) cm 20x30 o 2) cm 30x45.

Cat. i) Le pitture o sculture (con titolo) potranno pervenire anche solo a mezzo fotografico con una breve relazione riguardante: il titolo, la tecnica impiegata, lo stile, il materiale usato, le dimensioni. etc.

Sezione Opera Edita

Opere pubblicate dal 1986 in poi in una delle lingue del concorso riguardante il mondo zingaro: espressioni artistiche, studi, ricerche. etc. Deve pervenire una copia contenente il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, foto, data di pubblicazione, firma del partecipante e curriculum vitae.

Cat. l) Raccolta di poesia in lingua zingara (o in un'altra lingua purchè contenga almeno due poesie ispirate al mondo zingaro) .

Cat. m) Racconto (in una raccolta anche solo un racconto dedicato al mondo zingaro) o romanzo (anche solo un capitolo riguardante il mondo zingaro).

Cat. n) Teatro (anche solo un atto o una scena dedicato o ispirato al mondo zingaro)

Cat. o) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo zingaro (storia, lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.)

Cat. p) Musica zingara o musica ispirata al mondo zingaro (Compact Disc, musicassette, dischi, partiture musicali). Ai vincitori di questa categoria sarà ancheofferta lapossibilità di un concerto da tenersi alla fine della Cerimonia di Premiazione del Concorso "Amico Rom", nell'ambito di un Festival internazionale di musica zingara.

Cat. q) Video, film, documentari riguardanti il mondo zingaro.

Le migliori opere saranno proiettate durante la VI Edizione della Manifestazione "Prin©karanÞ Conosciamoci. Incontro con la cultura zingara"

Premi

Ai primi classificati di ogni categoria trofei e Diplomi d'Onore personalizzati, viaggi e soggiorni (max tre giorni) a Lanciano (Chieti) completamente rimborsati se stranieri. Fra i primi classificati di ciascuna categoria verrà scelto un vincitore assoluto che vincerà il premio del Presidente della Repubblica Italiana.

Ai secondi classificati di ogni categoria trofei e diplomi d'Onore personalizzati. Ai terzi classificati di ogni categoria premi e diplomi d'Onore personalizzati.

Numerosi premi speciali fra cui: Premio Speciale Scuola, (saranno premiati scuole, alunni ed insegnanti), Premi alla Carriera, Premio Phralipè 2006.

Quota di Partecipazione

La Quota di partecipazione è GRATIS per tutte le categorie.

I vincitori saranno segnalati alla televisione, alla stampa e alle riviste specializzate nazionali ed internazionali.

N.B.: per abbonarsi al periodico trimestrale "Thém Romanò (Mondo zingaro) ON-LINE basta versare Euro 13 (Euro 16 per l'estero) o a mezzo vaglia o assegno intestato all'Associazione Thém Romanò (Mondo zingaro) Via S.M.Maggiore,12 - 66034 Lanciano (CH) ITALIA.

Partecipa e fai partecipare al Concorso per far conoscere, apprezzare e valorizzare un mondo sconosciuto.

Per agevolare il lavoro della Commissione Giudicatrice internazionale non aspettate l'ultimo momento per inviare le vostre opere.

per contattarci

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