Carissimi,
Vi invio un testo del giornalista Zoran Ivanov,, direttore dell'Agenzia
Informativa Macedone, sulla situazione della scolarizzazione dei Rom in
Macedonia.
Asmet Elezovski
National Roma Centrum
elezovski@nationalromacentrum.org
LA CHIAVE E'
NELL'EDUCAZIONE
Alvaro Hil Roblens, commissario per i Diritti Umani del Consiglio
d'Europa, ha recentemente presentato a Strasburgo il proprio rapporto. Il
rischio per i diritti dei Rom è uno dei leit-motiv del rapporto, che ha
anche toni allarmati per la situazione che coinvolge 10 milioni di abitanti
della Comunità Europea all'alba del XXI secolo.
All'atto pratico, il rapporto si limita a sottolineare la necessità del
collegamento tra autorità, istituzioni e gli stessi Rom per arrivare ad una
serie di misure di generico livello di civilizzazione, che appoggi gli
sforzi del "Decennio Rom" in tutte le sfere della vita sociale ed economica.
Di conseguenza, la base proritaria di ogni sforzo è nell'impulso alla
scolarità ed all'educazione più in generale. Causa i bassi standard, gli
anni se non i secoli di nessuna attenzione allo status dei Rom, nelle stesse
nazioni più sviluppate, la loro attuale situazione è di non essere
competitivi sul piano della scolarizzazione e su quello economico, o se
preferite sul piano della civilizzazione. Sono la cattiva coscienza
dell'Europa.
Parlando statisticamente, è corretto notare che tra loro ci sono dottori,
avvocati, insegnanti, uomini d'affari e politici. Ma il fatto è che le
autorità e gli stati hanno fatto poco o niente per aiutare questi
concittadini, perché a livello globale uscissero dalla loro ignoranza.
Questa la ragione ed assieme la conseguenza della miseria sociale globale
che attanaglia i Rom.
Questo è il secolo della globalizzazione. E' una sfida per tutti, anche i
Rom di questa regione sono coinvolti i questo sommovimento economico. Ma la
globalizzazione esclude quelle comunità che non sanno porsi in comunicazione
e cooperare indipendentemente dall'appartenenza etnica o religiosa:
finiscono isolati e marginalizzati. In questo Decennio Rom,
La Repubblica di Macedonia sta facendo contemporaneamente molto e poco
per la comunità Rom. In questo Decennio Rom, una risoluzione che il nostro
paese firmo già 18 mesi fa, corre l'obbligo di un contributo attivo e reale.
Mancano però le linee guida del programma, assieme alle indicazioni di spesa
che potrebbero garantire un progresso sociale alla comunità rom.
"La chiave è nelle tue mani" è il titolo della campagna dell'OnG National Roma Centre.
Come molte altre OnG romani, dipende per buona parte dei progetti da
finanziamenti stranieri. Bene per loro se dirigono questi progetti in direzione
della scuola. Il dato, su 7868 bambini rom iscritti alle elementari, meno di 600
terminano quel ciclo, è chiarissimo; riguarda lo stato e le istituzioni,
soprattutto.
Riteniamo di saperne abbastanza, ma in realtà conosciamo troppo poco sulla
vita dei Rom, quelli che stanno sotto i nostri balconi, agli incroci stradali,
lungo le sponde del Vardar... Qiuanti di noi si preoccupano che migliaia di
famiglie rom, nostri concittadini, non hanno assistenza sanitaria, per fare un
esempio.
Naturalmente, lo stato ribatterà con le proprie statistiche, dicendo che si
prende cura dei Rom, che sono state assegnate borse di studio a 800 di loro, che
sono stati stanziati 1,2 milioni di euro, che hanno le loro municipalità, che la
percentuale di frequenza della scuola elementare è cresciuta dal 18 al 23%, che
il nostro paese è indicato come un esempio degli sforzi per l'integrazione dei
Rom nella società maggioritaria, ecc. ecc.
Ma pesa su questo Decennio tutto il tempo passato di isolamento,
particolarmente alle elites romanì su come disegnare e imporre una loro
strategia nazionale per i prossimi dieci anni. Quindi, come interloquire con le
istanze statali. All'inizio di tutto e come priorità, l'educazione. Come
risultato, l'educazione.
Zoran Ivanov,