Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 12:58:55, in Italia, visitato 1772 volte)
POPOLI E RELIGIONI
MOSTRA FOTOGRAFICA DI MASSIMO CUTRUPI
TERNI
Cenacolo San Marco
Via del Leone 12
+39 0744424786 (info)
beni-culturali@libero.it
Inaugurazione 7 novembre 2008 ore 17.30
Fino al 15 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20
Ingresso libero
Parallelamente al Film Festival Popoli e Religioni che avrà luogo nella città di
Terni dal 9 al 16 novembre, si terrà la mostra fotografica di Massimo Cutrupi
che presenterà immagini inerenti alle tematiche del Festival.
L'autore, attraverso immagini in bianco e nero, ci racconta il vivere quotidiano
di alcuni popoli che sono riusciti a conservare intatte tradizioni millenarie e
valori universali attraverso le pratiche religiose.
Una sezione della mostra sarà dedicata ai nomadi della Missione evangelica
Zigana; predicatori che s'impegnano da anni in un'opera d'evangelizzazione tra i
popoli Sinti e Rom.
Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 09:20:16, in Italia, visitato 1806 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Vi invitiamo all'iniziativa "METICCI - Incontro tra culture" che si terrà
venerdì 14 novembre 2008 presso il Centro Servizi alla Persona in Via Giardino a
Pescara.
L'iniziativa, voluta da noi della Pralipé per rendere conto di un percorso di
Mediazioni che ci ha visti impegnati in questi lunghi 10 anni, vuol essere un
punto di incontro tra le Mediazioni agite e quelle possibili, tra le azioni
percorse e quelle percorribili, in modo da mettere in confronto le esperienze di
quegli operatori che, nel corso degli anni, hanno acquisito esperienze e gettato
le basi per un'azione condivisa.
L'invito è esteso a tutte le donne e gli uomini che vedono nella
partecipazione la possibilità di "mescolare" vite e saperi, mettendo a confronto
opinioni e azioni per cambiare quel mondo che ci vuole individui, avendo come
intento quello di creare un nuovo spazio di singoli che si incontrano ed
uniscono le loro forze e i loro sogni.
Vi preghiamo di invitare tutti coloro che amate e anche coloro che non amate.
Vi aspettiamo!
Cooperativa Sociale Pralipé
M E T I C C I
INCONTRO TRA CULTURE - MEDIAZIONI A CONFRONTO
VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2008
CENTRO SERVIZI ALLA PERSONA - SEDE URBAN
VIA GIARDINO - PESCARA
ore 16,00
Presentazione della Mostra
ROM E SINTI, UNO, CENTO, MILLE INCONTRI
Presentazione del Laboratorio di Animazione Teatrale
ALLA RICERCA DELLE PORTE PERDUTE
ore17,00
Assemblea Dibattito con:
Prof. Ezio Sciarra
PRESIDENTE DEL CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE UNIVERSITÀ DI CHIETI
Modelli di mediazione
Prof. Alain Goussot
DOCENTE DI PEDAGOGIA, UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
Percorsi di mediazione: Pratiche meticcie
Nazzareno Guarnieri
PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME
Quale Mediazione tra culture diverse?
Dott. Alessandro Salerno
SOCIOLOGO RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI MEDIAZIONE SOCIALE COOP. SOCIALE
PRALIPÉ
La Mediazione sociale: una mediazione è possibile?
ORGANIZZA:
PRALIPE'
cooperativa sociale
via Aterno 209 - Pescara
www.pralipe.it
INFO: 333/5302676 - 333/9312061
Di Fabrizio (del 06/11/2008 @ 08:11:43, in Italia, visitato 1676 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Firenze, prosegue la persecuzione dei Rom:
privati delle coperte, perseguitati, in attesa di sgombero, rischiano la
vita 200 "nomadi"
Firenze, 4 novembre 2008. E’ la conseguenza della politica degli esponenti
fiorentini e sestesi del Partito Democratico e dell'’inasprimento degli RPU,
i Regolamenti di Polizia Urbana. Il sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi
(PD) ha disposto per lunedì 27 ottobre scorso la “bonifica” di un'area comunale,
confinante con un terreno privato, che parte da via del Cantone e arriva,
costeggiando la ferrovia, a via San Piero a Quaracchi. Nei due terreni – uno di
proprietà comunale, l'altro privato – si erano insediate da diverso tempo una
trentina di famiglie rom romene con bambini, donne incinte, malati e anziani,
sgomberati lunedì scorso con l'ausilio di alcuni agenti della Polizia Municipale
sestese e dei mezzi della Quadrifoglio, l'azienda di smaltimento dei rifiuti
fiorentina. “Polizia Municipale e Comune di Sesto Fiorentino hanno parlato di
‘bonifica’.
Ciò che in realtà è avvenuto davanti ai nostri occhi è un tragico sgombero
forzoso," dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del
Gruppo EveryOne e Stefania Micol, presidente dell'associazione L’'Aurora onlus
di Firenze, "in cui famiglie disperate senza dimora, senza alcuna alternativa
alloggiativa, senza la possibilità di un lavoro regolare e prive di qualunque
assistenza socio-sanitaria sono state messe in mezzo alla strada. Spazzini e
operatori”, continuano gli attivisti, "hanno avuto l'incarico da parte delle
Istituzioni locali di macinare coperte e vestiti e distruggere giacigli di
fortuna assemblati con assi e tende per ripararsi dall'inverno: sono stati
schiacciati dalla ruspa fornelli, pentole, medicine, piccole riserve di cibo
messe a disposizione da alcune associazioni, zainetti di ragazzi che frequentano
le scuole fiorentine partendo al mattino presto dalle loro baracche e riuscendo
ad arrivare miracolosamente puliti e puntuali in classe".
Solo tre baracche sono state risparmiate alla demolizione con le ruspe in
seguito all'intervento di EveryOne e L'Aurora: tra esse, quella di due giovani
genitori con un bambino di appena 5 settimane. Le altre famiglie sono state
identificate e verranno probabilmente denunciate per occupazione abusiva di
suolo privato. “Gli agenti della Municipale hanno dato loro il tempo di una
settimana per lasciare la baracca. L'unica alternativa di alloggio proposta dal
Comune di Sesto Fiorentino è stata quella di quattro giorni presso un centro
emergenza freddo della Caritas per la mamma e il bambino di 5 settimane.
Proposta che noi stessi abbiamo contestato," spiegano Malini, Picciau, Pegoraro
e Micol, "perché è anticostituzionale distruggere l'unità di una famiglia,
lasciando il padre fuori, in strada, al freddo e al gelo, lontano da chi ama,
così come è impensabile non offrire la minima assistenza agli altri sgomberati.
Lasciare oltretutto una donna che non parla italiano con un bambino di un mese
vorrebbe dire rischiare – come già avvenuto in altre circostanze – che il
Servizio Sociale e la Municipale strappino dalle braccia della madre il bambino,
inserendolo nel Centro Sicuro del Comune di Firenze e poi in una comunità".
Appena una settimana prima, lunedì 20, gli stessi rom sgomberati hanno
raccontato di essere stati vittima di una spedizione punitiva da parte di
energumeni che indossavano divise: "Tre uomini in divisa sono arrivati con una
jeep intorno alle 22, noi ci siamo allontanati per non farci vedere. Hanno messo
a soqquadro diverse baracche, a uno di noi hanno portato via un lettore MP3, a
un altro dieci euro che teneva nella giacca in baracca". Un ragazzo, testimone
all'’interno della sua baracca di quanto stava avvenendo, ha poi riferito
ulteriori dettagli del raid: "Erano quasi le 23. Uno degli uomini è entrato in
una baracca con la sigaretta accesa e un accendino in mano. Dopo pochi secondi è
uscito, e tutti e tre se ne sono andati risalendo subito in macchina e
abbandonando il campo. Mi sono avvicinato alla baracca in questione,” ha
continuato, “perché scorgevo una luce. Poi ho visto il fuoco. Coperte, stracci,
materasso: se non fossi arrivato per tempo e non avessi chiamato aiuto, non
avremmo spento l'incendio così prontamente"”.
Ma la persecuzione non finisce qui. La mattina di venerdì 31 ottobre la
Polizia Municipale sestese e altri mezzi della Quadrifoglio hanno demolito per
l’'ennesima volta altre baracche abitate da una settantina di rom romeni nella
zona dell’'Osmannoro all’'ex Osmatex, nel territorio comunale di Sesto
Fiorentino. "In Toscana - come in altre regioni italiane - si stanno consumando
abusi intollerabili," commentano gli attivisti, "che contrastano con la
Dichiarazione universale dei diritti umani e con le normative europee che
tutelano la dignità, la salute e la sicurezza degli esseri umani, disponendo che
le Istituzioni garantiscano il diritto alla casa, al sostentamento, al benessere
e alla salute di tutti, ivi comprese quelle persone sono in mezzo alla strada.
In Italia, però, vi sono minoranze etniche e razziali cui è negato il
fondamentale diritto alla vita e vengono scacciate brutalmente. Gli sgomberi,
che somigliano a disinfestazioni, colpiscono indiscriminatamente bambini, donne
incinte e anziani, ma a nessuno importa niente della loro sorte".” "Che dire poi
di coloro che ‘pretendono’ di coprirsi con una coperta mentre riposano?"
continuano i membri di EveryOne e L'Aurora, "i rom romeni che dormono nei pressi
della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella a Firenze ci hanno mostrato i
verbali con le multe per occupazione abusiva di suolo pubblico, rilasciate dalla
Polizia Municipale fiorentina. Sulla base del nuovo regolamento urbano varato
dall’'assessore alla sicurezza Graziano Cioni, per i rom di Firenze ci saranno
sanzioni e processi. Il loro delitto è quello di aver cercato di ripararsi dal
freddo. Moltissime contravvenzioni di circa 160 euro ciascuna recitano: 'ha
violato l’'articolo 15 c. 1 lett. d) del R.P.U., dormiva in forma palesemente
indecente occupando il suolo pubblico. L'interessato ripristinava lo stato dei
luoghi mediante allontanamento'.
Di fronte alla divulgazione di episodi vessatori nei riguardi dei Rom, fino
ad oggi le Istituzioni fiorentine e sestesi hanno sempre negato gli stessi,
manifestando contemporaneamente un ostinato rifiuto a dialogare con le
Associazioni. Rinnoviamo tuttavia l'invito alle Istituzioni e alle autorità di
Firenze e Sesto Fiorentino a non mettere in piedi ancora una volta il walzer
delle smentite di quanto segnaliamo, perché abbiamo raccolto verbali,
testimonianze e fotografie degli eventi," proseguono EveryOne e L'’Aurora,
"dunque “abbiamo le prove di una persecuzione etnica e denunciamo un'emergenza
umanitaria che non ha nulla a che vedere con la 'politica' locale. Evitino di
tirare in ballo il decoro urbano e non si rimpallino le responsabilità," dicono
gli attivisti, "ma piuttosto si mettano al lavoro per prestare immediata
assistenza a queste persone, attenendosi al diritto internazionale e alle norme
etiche che distinguono le società civili dai regimi intolleranti: servono
coperte, serve cibo, servono medicine, serve un luogo caldo che li tolga dalla
strada, dove è a rischio la loro stessa sopravvivenza, con le incombenti
temperature gelide e le intemperie di questi giorni. Non chiediamo più incontri,
ma azioni urgenti di aiuto umanitario". Gli attivisti sottolineano un'altro tema
scottante, riguardo ai rapporti fra le autorità e i Rom: "I gruppi umanitari che
si occupano di tutelare i Rom ricevono frequenti segnalazioni di abusi e
violenze sugli stessi da parte di uomini in divisa. In nessun caso, però, gli
agenti violenti sono stati perseguiti e puniti. I Rom lo sanno e hanno paura di
denunciare i loro aguzzini. Così subiscono pestaggi, minacce e insulti in
silenzio. Combattere simili comportamenti da parte di chi dovrebbe proteggere i
cittadini più vulnerabili sarebbe un messaggio di civiltà e giustizia e non di
debolezza, da parte delle Istituzioni italiane". Il Gruppo EveryOne ha
presentato con urgenza i rapporti su alcuni casi di persecuzione razziale nei
confronti dei Rom, fra cui i drammatici sgomberi etnici nel fiorentino, alla
Commissione del Parlamento europeo, sollecitando un intervento urgente.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne Tel: (+39) 334 8429527
www.everyonegroup.com
::
info@everyonegroup.com
L’Aurora Onlus Tel: (+39) 055 2347593 - (+39) 339 8210866
Di Fabrizio (del 05/11/2008 @ 10:47:52, in Italia, visitato 1946 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Comune di Gaggiano; Prefettura di Gaggiano; Ministero degli Interni;
Parlamento Europeo; Commissione Europea; Corte Europea dei Diritti Umani; CERD -
United Nations
A cura del Nucleo PRC di Gaggiano e del Gruppo EveryOne
Firmare la petizione al link:
http://www.petitiononline.com/gagrom/
Gaggiano, 5 novembre 2008. Il Nucleo PRC di Gaggiano e il Gruppo EveryOne
invitano gli antirazzisti e tutte le persone che credono nel valore dei
diritti umani a sollevare un coro di voci indignate nei confronti delle autorità
del comune di Gaggiano (Milano), affinché recedano dal loro progetto di
sfrattare le famiglie Rom che vivono nella frazione di San Vito. Qualche giorno
fa infatti il Comune di Gaggiano ha comunicato lo sfratto ai nuclei familiari
della piccola comunità Rom, che vivono lì da più di dieci anni. Il gruppo è
composto da circa 20 persone di cui almeno 10 minorenni. I bambini frequentano
le scuole ed il loro futuro è adesso del tutto incerto. La zona abitata dai
sanvitesi d’adozione (molti dei quali con cittadinanza italiana) è adibita ad
orti ed i terreni sono, o sarebbe meglio dire erano, di loro proprietà. Sì,
perché per risolvere il problema della loro presenza il sindaco Miracoli, del PD,
non ha pensato a nulla di meglio che privarli delle loro modeste proprietà. I
vigili urbani hanno infatti denunciato le costruzioni abusive fatte sorgere sui
terreni e l’amministrazione comunale ha deciso di procedere all’acquisizione
degli stessi. Di fatto, in realtà, i Rom di San Vito avrebbero acquisito il
diritto alla proprietà o quantomeno all'usufrutto vitalizio di terreni e
abitazioni, mai messo in discussione quando il tempo dell'odio razziale non
aveva ancora iniziato a scorrere in Italia. Adesso però, sull'onda della vox
populi, istigata all'intolleranza da politici e media razzisti, nessun diritto è
più riconosciuto alle famiglie che hanno la sfortuna di appartenere all'etnia
più sgradita e vessata: i Rom, la nuova "black people", i nuovi ebrei. Ora che i
terreni sono di proprietà del Comune è arrivata l’ingiunzione di sfratto ed
arriverà la conseguente demolizione. Nessuna delle costruzioni è in muratura,
sono tutti chalet di legno senza acqua corrente e luce.
Da quando queste famiglie si sono trasferite a Gaggiano nulla è stato fatto
per assicurare un miglioramento delle loro condizioni di vita. “Qui il Comune ci
ha sempre trattato male”, ci ha raccontato uno di loro. “In altri comuni ci sono
campi pubblici attrezzati, qui dove il terreno è nostro, non ci hanno neanche
permesso di avere la corrente elettrica. Mia moglie deve lavare tutto a mano.
Provateci voi d’estate con tanti bambini!”. Un lungo periodo di segregazione e
discriminazione, che le Istituzioni locali avrebbero il dovere di risarcire,
riconoscendo alle famiglie la permanenza in loco, attuando piani di assistenza
sociale, fornendo servizi igienici, acqua e luce, attivando programmi seri di
desegregazione e - per la citadinanza - progetti di educazione all'antirazzismo.
Il Nucleo PRC locale si chiede - e chiederà alla giunta - cosa ne sarà ora dei
minori che avevano già intrapreso un percorso scolastico a Gaggiano e che
dovranno lasciare le case nei quali sono nati e gli amici che si sono fatti. “Io
me ne sarei andato anni fa, per come ci ha trattato l’Amministrazione di
Gaggiano” ci ha raccontato un capofamiglia “ma ogni volta i miei figli
piangevano perché sono nati qui e conoscono solo questo paese. Per il loro bene
sarei anche disposto a trasferirmi qui per sempre, se solo le istituzioni ci
aiutassero…”. L’aiuto invece non è arrivato mai. I bambini hanno iniziato a
frequentare le scuole solo grazie alla buona volontà di alcune maestre che ora
si stanno mobilitando nel tentativo di fermare l’amministrazione comunale e di
dare loro un’opportunità. È emblematico come l’unica presenza istituzionale che
gli abitanti del campo conoscono è il Comandante dei vigili urbani. Ci si
domanda cosa abbiano fatto i Servizi sociali di Gaggiano in questi anni? Se il
risultato è quello di permettere l’abbattimento di alcune baracche utilizzate da
due giovani coppie con neonati a carico e uno in arrivo (come avvenuto nel
luglio scorso), sembra non molto. Il Nucleo PRC di Gaggiano e il Gruppo EveryOne
chiedono alle Istituzioni di ottemperare agli obblighi di assistenza e
inclusione, secondo quanto previsto dalla Costituzione, dalla Direttive europee
e dalle normative internazionali sui diritti umani. E' un'emergenza umanitaria
cui devono rispondere tutti coloro che hanno un minimo di autorità e competenza,
a partire dall’Assistente Sociale Cigognini del comune di Gaggiano affinché,
anche se molto tardivamente, si faccia promotrice nei confronti dell’Assessore
ai Servizi sociali Perfetti di un’istanza per dare una possibilità a questi
bambini.
Ancora una volta i più deboli vengono maltrattati ed emarginati da chi (una
Giunta che comprende anche esponenti del PD, insieme ad altri di Forza Italia ed
UDC) ci si aspetterebbe potrebbe aiutarli.
È paradossale poi come venga usata come scusa l’abuso edilizio, proprio in un
comune che sta svendendo il territorio come sta facendo Gaggiano da alcuni anni.
Si mettono a cacciare i Rom per quattro baracche quando stanno costruendo
migliaia di metri cubi di nuove costruzione e palazzi alti 7 piani, anche in
barba al regolamento edilizio.
Il Nucleo PRC e il Gruppo EveryOne faranno il possibile per fermare questo vero
e proprio atto di prevaricazione, cercando di contrastare l’ottusità di
un’amministrazione che non ha fatto nulla per migliorare la vita di queste
persone in dieci anni ed ora, in chiave puramente elettorale (si voterà infatti
alle prossime amministrative di aprile) cerca di scavalcare le politiche
razziste della destra… da destra. In particolare, questa nuova violazione dei
diritti di una minoranza che in una democrazia, in un Paese civile dovrebbe
essere protetta e agevolata nei processi di inclusione, sarà sottoposta
all'attenzione della Commissione europea e degli organismi internazionali che
tutelano i diritti dei popoli.
Prefigurandosi, nel caso di uno sgombero senza alternative di alloggio, una
tragedia umanitaria, il Nucleo PRC e il Gruppo EveryOne si accingono a redarre
una denuncia per gravi abusi contro il popolo Rom da presentare alla Corte
Europea per i Diritti Umani e alla Corte Penale Internazionale de L'Aja. C’è
bisogno però della mobilitazione di tutti coloro che credono ancora in una
società che accoglie i più deboli e che considera la solidarietà, l’accoglienza
e lo scambio culturale una scelta di civiltà che porta arricchimento.
Nucleo PRC di Gaggiano - Gruppo EveryOne
Firmare la petizione al link:
http://www.petitiononline.com/gagrom/
Per ulteriori informazioni e contatti
PRC: w_nicoli@yahoo.it - 3492664424
(Elise)
Gruppo EveryOne:
www.everyonegroup.com ::
info@everyonegroup.com
334 8429527 - 331 3585406
Di Fabrizio (del 05/11/2008 @ 09:06:58, in Italia, visitato 1660 volte)
Da
Vita.it
di Daniele Biella - È quello compiuto dalla parlamentare europea Victoria
Mohacsi, rom ungherese, accompagnata per i campi abusivi d'Italia dai volontari
del gruppo Everyone. Le testimonianze raccolte finiscono sul web e al parlamento
Ue
"Ho attraversato l'Europa per analizzare le condizioni di vita dei rom e il
loro grado di integrazione. Non avevo mai assistito a violazioni di diritti
umani così gravi come quelle che le istituzioni italiane rivolgono alla mia
gente". Suonano gravi le parole che usa Victoria Mohacsi, rom ungherese
membro del Parlamento europeo, all'indomani della fine del suo ‘tour degli
orrori' fra i campi nomadi abusivi delle periferie italiane.
Dal 17 al 20 ottobre 2008 l'europarlamentare ha visitato una decina di
insediamenti rom tra Firenze, Bologna, Pesaro, Padova e Sesto San Giovanni
(provincia di Milano, teatro dell'ultima tragedia di un mese fa, quando un
ragazzino è morto carbonizzato nel sonno per un incendio accidentale nella
fabbrica dismessa dove dormiva), accompagnata da una delegazione formata da
alcuni attivisti per i diritti umani del gruppo Everyone e da una troupe
ungherese di riprese documentarie.
La Mohacsi e i suoi collaboratori hanno ispezionato i luoghi in cui vivono gli
ultimi Rom romeni rimasti in Italia, alcune comunità di Rom e Sinti italiani,
insediamenti di famiglie Rom originarie dei Paesi della ex Jugoslavia. "La
delegazione ha raccolto documentazione riguardo alla condizione dei ‘nomadi' in
Italia, intervistando decine di testimoni della persecuzione e filmando i luoghi
in cui i Rom convivono con topi, parassiti e disperazione", fa sapere il gruppo
Everyone, "Stiamo preparando un dossier illustrato da fotografie, per raccontare
all'Ue le fasi del drammatico viaggio in Italia compiuto da una coraggiosa
parlamentare europea che si batte da quindici anni contro la tragedia del
razzismo che sta annientando il suo popolo". Un riassunto dell'esperienza
italiana della europarlamentare, anch'esso corredato da fotografie, è già
disponibile sul sito web
everyonegroup.org
Di Fabrizio (del 04/11/2008 @ 17:06:14, in Italia, visitato 1609 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
In relazione alla mozione approvata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei
Deputati nell’ambito del Decreto di Legge n.137 del 1° settembre 2008, i
Firmatari dell’Appello esprimono una categorica contrarietà a qualsiasi forma di
separazione fra gli alunni della scuola pubblica italiana su base etnica, sia
che questa separazione avvenga in “classi di inserimento”, sia che si espliciti
sotto qualsiasi altra forma di discriminazione, anche se definita “positiva e
transitoria”.
Tale mozione è, infatti, in assoluta controtendenza con la cultura
d’integrazione della scuola italiana, la quale ha nel tempo maturato metodi,
strategie e supporti che la rendono unica nel panorama europeo e mondiale nel
campo della formazione e della istruzione.
Nelle “classi di inserimento”, o comunque le si voglia definire, l’aggregazione
di alunni di diversa provenienza culturale e di diversa età anagrafica rischia
di fatto di “segregare” gruppi di bambini ed adolescenti, tra l’altro per
periodi di tempo indefiniti. Come sarà possibile integrare in contesto di
apprendimento alunni che, pur avendo imparato tecnicamente la lingua italiana,
nulla hanno vissuto dell’aspetto relazionale-affettivo che è sempre implicito in
un percorso di apprendimento/insegnamento? Di fatto, l’acquisizione della lingua
avviene nel contesto della relazione interpersonale e di gruppo che caratterizza
una classe scolastica.
La ferma contrarietà dei Firmatari si estende anche alla possibilità, anch’essa
prevista dalla suddetta mozione, di non consentire in ogni caso ingressi nelle
classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ogni anno. Si tratta di una scelta che
va contro la Convenzione dei diritti dell’infanzia e la Costituzione Italiana,
che sanciscono il diritto soggettivo dei minori presenti sul territorio
nazionale a frequentare la scuola pubblica.
Un fermo no è espresso anche riguardo alla previsione di insegnamenti speciali
per gli alunni stranieri, i corsi di “educazione alla legalità e alla
cittadinanza”, considerato che non vi è motivo di pensare che i bambini
stranieri ne abbiano maggiore necessità rispetto a quelli italiani, poiché non
si può presupporre che i primi siano “naturalmente” più propensi alla devianza
rispetto ai secondi.
Nel ribadire la ferma disapprovazione sui contenuti della mozione i Firmatari
propongono alcuni elementi utili ad avviare o consolidare nella scuola una piena
integrazione; si tratta infatti di:
- distinguere e semmai differenziare gli interventi nella Scuola Primaria e
Media Inferiore da quelli delle Scuole Superiori e Licei;
- considerare le sperimentazioni già in atto (sostenute tra l’altro da
Amministrazioni Comunali e Regionali) nell’ambito delle quali il problema della
lingua viene affrontato e risolto, senza privare gli alunni di un processo di
apprendimento significativo;
- monitorare tali esperienze per diffonderle più estesamente, facendo attenzione
a rispettare i diversi contesti ambientali;
- distribuire le presenze straniere nelle classi, rispettando la territorialità
in modo da non creare gruppi in cui la presenza di italiani sia minoritaria;
- recuperare e valorizzare il percorso scolastico pregresso dell’allievo
straniero (anche se non parla italiano, non vuol dire che non capisce niente e
non sa niente);
- usare le discipline scolastiche come strumento per un’educazione alla
conoscenza che tenga conto dell’ampiezza e dell’estensione dei saperi, nonché
delle interconnessioni che esistono in tutti i campi delle attività umane;
- attivare concretamente l’inserimento e il successo scolastico di tutti gli
allievi creando allo stesso tempo spazi di coesistenza educativa, mettendo in
grado tutto il personale della scuola, in particolare i docenti, di far ricorso
a nuovi strumenti professionali e di apprendere, attraverso un’adeguata
formazione, modalità metodologiche/comunicative che tengano conto di tutte le
diversità presenti nelle classi;
- attivare laboratori di sostegno linguistico anche fuori orario di scuola, ma
ad essa organicamente agganciabili, in collaborazione con organismi e strutture
dell’extrascuola specializzati;
- mettere a disposizione delle scuole le risorse finanziarie necessarie per
attuare tali percorsi.
Per aderire al presente Appello inviare una e-mail a:
roma@cidisonlus.org
Hanno già aderito:
ASGI
ARCI Ragazzi
CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati
Alisei Coop
Il Girasole - Perugia
Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini per la sanità e la cooperazione
internazionale
Associazione Equoconsumo Roma
CIES
CIAI Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
AUCI associazione universitaria per la cooperazione internazionale
Celio Azzurro
ITC – Consorzio Interpreti e traduttori
OPPI Milano
Glob Act – Perugia
CISS ONG Cooperazione Internazionale Sud-Sud
La Risposta Onlus
Milano Film Festival
Consorzio CISEI
Associazione Lend- Lingua e nuova didattica
Agorà Onlus
Opera Nomadi - Padova
Associazione Per La Scuola della Repubblica
Sinnos Onlus
Donne in Nero - Padova
CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
Rete per la Partecipazione
Associazione Credito senza confini
Griot
La Compagnia del Pino
Città di Leonia Coop Soc
NEXUS Emilia Romagna
Donne in Nero Udine
Associazione Immigrati Extracomunitari di Padova
AFFI Associazione Federativa Femminista Internazionale
Archivio Immigrazione
Promidea
Di Fabrizio (del 03/11/2008 @ 13:04:54, in Italia, visitato 1559 volte)
Se ne era parlato
QUI settimana scorsa. Da
quiBrescia.it
di Elisabetta Reguitti E' diventata un caso politico nazionale la vicenda, sollevata il 7 ottobre da
quiBrescia.it (leggi
l'articolo), dei cinque fratellini sinti di nazionalità italiana ai quali il
sindaco leghista di Chiari, il senatore Sandro Mazzatorta (leggi
l'intervista), nega la residenza. Il parlamentare Furio Colombo del Pd,
infatti, ha scelto di accendere i riflettori su una vicenda umana che si è
consumata nel buio dell'indifferenza, sotto la copertura dell'applicazione delle
norme, raccontandola sulle pagine de l'Unità dopo che su
quiBrescia.it aveva sollevato numerosi commenti. Una grande discussione che
in qualche momento aveva anche scoperchiato il pentolone della coscienza civile
e umana dei lettori del nostro giornale.
Ma Colombo mercoledì 29 ottobre aveva portato la vicenda anche
all'attenzione della Camera dei Deputati. E, sul giornale di riferimento del suo
partito, domenica scorsa, ha stigmatizzato il comportamento dell'amministrazione
di Chiari nei confronti di questa famiglia (i bambini vanno dall'anno ai 14
anni) che fino al 2004 era regolarmente residente in un'area sulla quale la
precedente giunta aveva costruito (con finanziamento regionale di 150 mila euro)
alcune casette prefabbricate.
"Sto per raccontare una storia. Potrebbe essere un'invenzione
per creare un po' di emozione", scrive su l'Unità Furio Colombo, "e
invece è vera. Potrebbe essere la testimonianza di qualcosa che purtroppo è
avvenuto, ma che per fortuna è finito. Invece continua".
"Gli stessi fatti sono stati narrati e denunciati da me alla Camera dei deputati
il giorno 29 ottobre", prosegue Colombo, "mentre si discuteva di turismo e
campeggi e di come tener distinti i campeggi dai campi nomadi. Urla e boati dei
deputati della Lega, ma nessun intervento, nessun tentativo di chiarimento e
smentita".
"Soltanto un'ora più tardi", riferisce il parlamentare del Pd,
"il deputato leghista D'Amico è venuto in aula e ha chiesto la parola per
spiegare che la famiglia di due adulti e cinque bambini di cui uno neonato era
stata colta dai vigili in sosta vietata e che quel nucleo familiare era
socialmente pericoloso. Un dato di vita di questa famiglia italiana che deve
essere sfuggito ai volontari della Caritas che non li hanno mai abbandonati".
Due intere pagine del giornale sono state dunque dedicate alla
storia di Cristina, Michele, Lucia, Anastasia e del piccolo Mattia.
E l'articolo di Colombo di chiude con una frase significativa: "Questi bambini
sono italiani esclusi da tutto per mano del potere estraneo della Lega per
l'indipendenza della Padania. Il nostro impegno civile è non dimenticare questa
vicenda e questi nomi".
Di Fabrizio (del 03/11/2008 @ 08:47:01, in Italia, visitato 1552 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir
Il nuovo villaggio Rom è lì che cresce lentamente, silenzioso ed indifferente
a quanto succede ai Rom in questi giorni.
Visto dai Rom che abitano a soli pochi metri, oggi appare come una minaccia
incombente su di loro, la causa di tanta paura mai vista fin'ora: due realtà
così vicine e legate tra loro, ma mai così distanti ed opposte.
Il villaggio ancora senza vita, freddo mentre la comunità Rom di Coltano vive
momenti di disperazione e di paura, perché si sente abbandonata a se stessa, con
un futuro insicuro ed incerto.
In un mese ci sono stati ben tre controlli da parte della Questura di
Pisa, con decreti di espulsioni, prese di impronte e foto, accompagnamenti ai
Centri di identificazione e espulsioni: non un controllo, bensì tre,
praticamente uno ogni 10 giorni! E ogni volta con 5, 7 vittime che si aggiungono
alla lista, colpevoli solo di essere Rom e di abitare a Pisa da 10 o 15 anni da
irregolari, perché ottenere un Permesso di Soggiorno e mantenerlo è un miraggio,
un impresa a volte impossibile. Ci tocca vivere nella paura pensando a chi
toccherà al prossimo controllo... come pedine manovrate da misteriosi giocatori
in una battaglia navale, che sanno di dover essere sacrificate per la "vittoria
finale", una vittoria che ora fa paura!
Solo a Pisa avvengono questi continui controlli e con sgomberi di accampamenti
Rom, in nessuna altra città italiana i Rom sono minacciati con questa intensità,
nell'indifferenza totale, nemmeno nei comuni amministrati dalla Lega!
Complimenti sig. Sindaco per il disprezzo che mostra per la vita di questi suoi
cittadini!
Tutto questo avviene nel massimo silenzio della cittadinanza, come il silenzio
del villaggio vicino, vite parallele che sembrano ignorarsi vicendevolmente:
corpi estranei l'uno all'altro.
Da questa parte la vita è espulsa per fare spazio al nuovo villaggio, una vita
controllata in continuazione, setacciata, minacciata.. in silenzio, nessuna
notizia sui giornali, nessuna presa di posizione, nessun richiamo, nessuna
associazione che osi affacciarsi per vedere o per capire cosa stia succedendo.
Il comune di Pisa finge di non sapere, operatori sordi che alzano le spalle di
fronte al grido di rabbia e disperazione dei parenti che hanno avuto genitori,
figli espulsi: non spetta loro richiamare l'operato della Questura, il loro
compito per ora è quello di aspettare, silenziosamente che tutto finisca per poi
assegnare ai pochi fortunati superstiti le cosi dette "case minime" del
villaggio (ora si chiamano così), per poi forse, chiamare a raccolta stampa e TV
per raccontare a voce alta il successo del villaggio.
Meglio lasciare estirpare silenziosamente le vite di troppo (esuberi), la colpa
si sa, mica è nostra: noi ci stiamo dando da fare per integrare e si sa, a tutto
c'è un prezzo da pagare.
Mentre le piazze italiane si riempiono di manifestanti, grida alte di protesta
contro i tagli alla scuola pubblica, le preoccupazioni per la crisi finanziaria
mondiale..contemporaneamente la scure delle espulsioni dei Rom Pisani lavora
celermente in un silenzio assordante e surreale!
Nessuno sente il bisogno di alzare la voce per far conoscere il proprio sdegno,
per dire basta in nome della civiltà e per la difesa dei diritti umani di cui
sono portatori anche i Rom, nonostante tutto: tuttavia è preoccupante questo
silenzio Pisano che grida il decadimento della coscienza civile ed umana.
Intanto è ormai prossimo il Convegno: "Pisa città della Pace e per i diritti
umani" alla sua terza edizione, ma riuscirà a rompere questa cappa di silenzio
complice?
Con la paura che ci stringe il cuore osserviamo il villaggio che lentamente
avanza... domani ci sarà un altro controllo della Questura? A chi toccherà
piangere?
Don Agostino Rota Martir
Campo nomadi di Coltano (PI)
2 Novembre 2008
Di Fabrizio (del 02/11/2008 @ 12:33:51, in Italia, visitato 2364 volte)
La notizia è riportata anche da
Coopofficina
Un giovane rom massacrato di botte da tre inquilini nordafricani nel
residence del Comune in via Vincenzo Tineo a Tor Tre Teste
Da Il Messaggero del 1 novembre 2008, abbiamo appreso questa gravissima notizia
in un articolo di Mara Azzarelli che riportiamo più sotto. Nei giorni
precedenti, alcune famiglie del palazzo bruciato di via Leonardi a Cinecittà est
sfollate ed inviate presso lo stesso residence del Comune di via Vincenzo Tineo
a Tor Tre Teste, hanno rifiutato di rimanere lì a causa dell'ambiente che vi
hanno trovato. Chi comanda in via Tineo? Cosa succede in via Tineo? Lo chiediamo
al Comune e al Municipio.
«Ve ne dovete andare. Noi qui gli zingari non ce li vogliamo». Per fare in modo
che il messaggio fosse più chiaro ancora lo hanno massacrato di botte. In tre lo
hanno picchiato e minacciato con un coltello fino a lasciarlo privo di sensi sul
pianerottolo di casa. E’ successo la sera di giovedì 30 ottobre 2008 in un
residence di Tor Tre Teste. La vittima del pestaggio è un giovane rom. I suoi
aggressori: altri stranieri. Nordafricani.
Il ragazzo, R.J. vent’anni fra qualche giorno, si era trasferito nel quartiere
alla periferia di Roma con la famiglia - spostandosi da Ostia dove aveva vissuto
per dieci anni - dopo che il Comune gli aveva assegnato un alloggio in un
residence di via Vincenzo Tineo. Qui vivono altre famiglie di immigrati ma
evidentemente non tutti gli ospiti sono graditi allo stesso modo. A quanto pare
tra un’assegnazione e l’altra del Comune ci sono loro, altri inquilini, di altre
nazionalità, che decidono chi entra e chi invece deve rimanere fuori dallo
stabile. Già la settimana scorsa (sabato25 ottobre) quando la famiglia di
nomadi, di origine slava ma trapiantata in Italia da una ventina di anni, era
entrata nel residence c’erano state delle minacce. Sempre gli stessi
nordafricani avevano picchiato il giovane. ”Qui dentro gli zingari non ci devono
stare” gli avevano detto. E’ così che la famiglia di rom, abbandonato il
residence, si è vista costretta a chiedere aiuto al municipio di Ostia.
«Abbiamo provato a spiegare - racconta il padre del ragazzo aggredito - quello
che era successo e che lì non ci facevano rimanere. C’è stato detto che potevamo
stare tranquilli, che le cose si sarebbero risolte. Siamo tornati indietro ma se
la sono presa ancora una volta con mio figlio massacrandolo di botte».
Quando l’altra sera i tre stranieri hanno visto il ragazzo rientrare con i
fratelli e la madre nel residence lo hanno rincorso e picchiato, rompendogli il
setto nasale e minacciandolo con un coltello. A poco sono serviti i pianti dei
fratellini più piccoli come i tentativi del giovane rom di far valere i suoi
diritti e di spiegare le sue buone intenzioni. «Abbiamo vissuto a Ostia per
dieci anni - riprende il padre della vittima che fa l’operaio in un cantiere
navale del litorale romano - Mio figlio fa l’elettricista, io e mia moglie
lavoriamo dalla mattina alla sera». «Ci sono persone e persone - dice con un
filo di voce - Noi siamo gente onesta e quella casa l’aspettavamo da anni.
Adesso però in quel residence abbiamo paura di tornare. Se torniamo a Tor Tre
Teste mio figlio l’ammazzano». Per il momento, però, la famiglia è di nuovo
ospite da amici all’interno dell’ala occupata dell’ex colonia Vittorio Emanuele
a Ostia dove ha vissuto fino a prima dell’assegnazione.
|