Se ne era parlato
QUI settimana scorsa. Da
quiBrescia.it
di Elisabetta Reguitti E' diventata un caso politico nazionale la vicenda, sollevata il 7 ottobre da
quiBrescia.it (leggi
l'articolo), dei cinque fratellini sinti di nazionalità italiana ai quali il
sindaco leghista di Chiari, il senatore Sandro Mazzatorta (leggi
l'intervista), nega la residenza. Il parlamentare Furio Colombo del Pd,
infatti, ha scelto di accendere i riflettori su una vicenda umana che si è
consumata nel buio dell'indifferenza, sotto la copertura dell'applicazione delle
norme, raccontandola sulle pagine de l'Unità dopo che su
quiBrescia.it aveva sollevato numerosi commenti. Una grande discussione che
in qualche momento aveva anche scoperchiato il pentolone della coscienza civile
e umana dei lettori del nostro giornale.
Ma Colombo mercoledì 29 ottobre aveva portato la vicenda anche
all'attenzione della Camera dei Deputati. E, sul giornale di riferimento del suo
partito, domenica scorsa, ha stigmatizzato il comportamento dell'amministrazione
di Chiari nei confronti di questa famiglia (i bambini vanno dall'anno ai 14
anni) che fino al 2004 era regolarmente residente in un'area sulla quale la
precedente giunta aveva costruito (con finanziamento regionale di 150 mila euro)
alcune casette prefabbricate.
"Sto per raccontare una storia. Potrebbe essere un'invenzione
per creare un po' di emozione", scrive su l'Unità Furio Colombo, "e
invece è vera. Potrebbe essere la testimonianza di qualcosa che purtroppo è
avvenuto, ma che per fortuna è finito. Invece continua".
"Gli stessi fatti sono stati narrati e denunciati da me alla Camera dei deputati
il giorno 29 ottobre", prosegue Colombo, "mentre si discuteva di turismo e
campeggi e di come tener distinti i campeggi dai campi nomadi. Urla e boati dei
deputati della Lega, ma nessun intervento, nessun tentativo di chiarimento e
smentita".
"Soltanto un'ora più tardi", riferisce il parlamentare del Pd,
"il deputato leghista D'Amico è venuto in aula e ha chiesto la parola per
spiegare che la famiglia di due adulti e cinque bambini di cui uno neonato era
stata colta dai vigili in sosta vietata e che quel nucleo familiare era
socialmente pericoloso. Un dato di vita di questa famiglia italiana che deve
essere sfuggito ai volontari della Caritas che non li hanno mai abbandonati".
Due intere pagine del giornale sono state dunque dedicate alla
storia di Cristina, Michele, Lucia, Anastasia e del piccolo Mattia.
E l'articolo di Colombo di chiude con una frase significativa: "Questi bambini
sono italiani esclusi da tutto per mano del potere estraneo della Lega per
l'indipendenza della Padania. Il nostro impegno civile è non dimenticare questa
vicenda e questi nomi".