Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 17/11/2005 @ 08:23:27, in Europa, visitato 2213 volte)
Par Saimir MileE Rromenqo Krlo - The Voice of the Rroms - La Voix des Rromssu Romanian_Roma Il 19 novembre 2005 è stato il 150 anniversario dell'abolizione della schiavitù dei Rrom nel prinicpato di Moldavia. Le organizzazioni Rromani in Francia hanno organizzato una conferenza sulla schiavitù. Per quanto abbiamo lavorato 7 mesi a questo evento, non siamo riusciti a disporre di sponsor logisitici e finanziari, soprattutto riguardo la copertura delle spese di viaggio degli oratori invitati dall'estero. Che non hanno perciò potuto partecipare [...] La conferenza si è svolta nella città satellite di Saint-Denis, vicino Parigi, dove sopravvivono circa 200 Rrom rumeni in roulottes semidistrute e baracche. Pochi i giornalisti presenti: come saprete, in questo periodo in Francia ci sono altri più pressanti problemi e 500 anni di schiavitù dei Rrom non sembrano essere tra i prioritari. Si "vendono" meglio le foto delle macchine bruciate. Comunque, niente di nuovo o di sorprendente, ancora una volta dobbiamo lavorare tra di noi in prima persona e diffondere le notizie nelle nostre reti.L'8 febbraio 2006, sarà l'anniversario dell'abolizione della schiavitù dei Rrom nell'altro principato rumeno della Valacchia. Stiamo comunque provando ad organizzare una conferenza più ampia, che possa portare alla luce questo aspetto che oggi, a 150 anni di distanza, rimane largamente ignorato, per quanto ne siano ancora visibili gli effetti. Siamo contenti di essere riusciti ad informare un gran numero di Rrom rumeni sulle specifiche condizioni di vita di loro antenati, tanto dal punto di vista storico, che economico, legale ed umano. E' stato reso omaggio alla figura di Stefan Razvan, nato in schiavitù, poi emancipato e in seguito comandante dell'armata cosacca. Diventato principe di Moldavia, fu assassinato nell'agosto 1595 da Jeremia Movila, per aver tentato di abolire la schiavitù dei Rrom e i lavori forzati che dovevano ai proprietari rumeni. But baxt aj sastipen!
Di Fabrizio (del 16/11/2005 @ 05:53:38, in Europa, visitato 1909 volte)
cliccare sull'immagine per leggere l'articolo (testo in inglese)
7. 11. 2005: Il presidente bulgaro Georgi Purvanov ha espresso la propria forte preoccupazione che l'ultra-nazionalismo possa mettere a rischio la tolleranza etnica in Bulgaria. Il discorso è avvenuto il 31 ottobre scorso durante il convegno "Interessi Nazionali, Identità Nazionale ed Integrazione Europea"
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11. 11. 2005: "La cosa peggiore è il segno uguale tra le parole Rom e fuorilegge. Un pregiudizio, ma i media e le autorità così ci trattano," racconta Nicolas Kalinin, presidente dell'organizzazione rom bielorussa Ekhipe (Unità).
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14. 11. 2005: Un centinaio circa fra neonazisti e skinheads avrebbero dovuto festeggiare un compleanno il 12 novembre 3005, nel ristorante Na Vrsich nel villaggio di Zlata Olesnice, vicino a Jablonec nad Nisou. La festa era un pretesto per un concerto neonazista. La polizia teneva l'evento sotto controllo, ed è intervenuta per interromperlo quando si sono uditi i primi slogan neonazisti.
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15. 11. 2005: Il gruppo Belvaroszi Szinhász interpreterà Roma Legenda - opera rock di Gusztáv Varga, musicista rom e direttore della famosa Kalyi Jag e dell'associazione culturale Romani.
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da Sucar DromMentre in Italia, Milano - Bologna - Napoli..., si usano le ruspe contro le minoranze sinte e rom, in Svizzera si propone una legge per incrementare i finanziamenti ai Comuni e ai Cantoni per la costruzione di spazi di transito e di sosta per queste minoranze etniche linguistiche.Il Governo propone una legge per i nomadi.Secondo il Governo grigionese si deve esaminare la creazione di una legge federale per il sostegno ai nomadi. In questo modo verrebbe creata una base legale per il versamento di sussidi ai Cantoni e ai Comuni. Questo è quanto scrive il Governo nella sua presa di posizione relativa all'avamprogetto del rapporto del Consiglio Federale sulla situazione dei nomadi in Svizzera. Il Governo propone un sostanziale aumento dei sussidi federali alla Fondazione "Un futuro per i nomadi svizzeri". Un simile aumento ed eventualmente anche un aumento del capitale di fondazione permetterebbero alla fondazione di aumentare sensibilmente i propri contributi, attualmente del 10 per cento, per la creazione di spazi di transito e di sosta per i nomadi. Secondo il Governo, misure di questo tipo favorirebbero senza dubbio la disponibilità dei Cantoni e dei Comuni alla creazione di nuovi spazi. Si dovrebbe inoltre esaminare se i mezzi federali del promovimento della costruzione di abitazioni non potrebbero venire messi a disposizione anche per i nomadi. Cancelleria di Stato dei Grigioni(da La Gazzetta di Sondrio)
Di Fabrizio (del 15/11/2005 @ 11:43:23, in Europa, visitato 1788 volte)
"Nonostante gli sforzi e le promesse, la situazione della minoranza Rom richiede tuttora sviluppi fondamentali. Le espressioni pubbliche di razzismo contro gruppi vulnerabili come i Rom, devono avere fine."
"Le autorità rumene devono dimostrare, a tutti i livelli, che la nazione applica la politica della tolleranza zero contro il razzismo anti-Rom o contro ogni gruppo o minoranza, e che queste politiche siano effettivamente sviluppate"
Queste sono senza dubbio le dichiarazioni più forti del rapporto che dà risalto ad altri problemi profondi che la Romania deve risolvere prima dell'accesso [all'Unione Europea]. È molto lontano dal [linguaggio] diplomatico solito e dalle delicatezze spesso vuote delle parti in causa attuali e precedenti nel paese e mostra la determinazione della Commissione Europea nel fermare l'antiziganismo che rimane vergognosamente una delle residue forme di razzismo europeo.
Il rapporto nelle parti dedicate ai Rom mantiene la forma "tradizionale" mescolando sviluppi positivi con osservazioni critiche ambigue.
La Commissione come nei rapporti precedenti continua a sottolineare la distinzione affrontata dai Rom: "nei fatti la discrimizione contro la minoranza Rom, particolarmente al livello locale, continua ad essere diffusa, in particolare per quanto riguarda l'alloggiamento e l'accesso ai servizi sociali ed al mercato di lavoro."
"Sono riportati casi di incidenti automobilistici che hanno coinvolto i Rom come vittime, chiusi senza indagini"
Quando sia arriva alle raccomandazioni e alle misure [da adottare] la Commissione manca bruscamente di suggerimenti concreti.
Il sistema sanitario viene generalmente liquidato con: "la necessità di includere i gruppi più vulnerabili, quale la minoranza Rom."
Si ripetono le critiche infruttuose col ritornello degli "ulteriori sforzi" e della "necessità di sviluppare":
"...ulteriori sforzi sono necessari per sviluppare effettivamente la Carta delle Priorità per lo Sviluppo delle Politiche d'Impiego, in maniera più coerente ed effettiva, inclusa l'integrazione dei gruppi di minoranza etnica, in particolare i Rom, nel mercato del lavoro."
"...ulteriori sforzi sono necessari a migliorare la situazione dei gruppi vulnerabili e promuovere la loro piena integrazione nella società, come la comunità Rom, che si trova di fronte a rischi estremamente alti di povertà, esclusione ed isolamento in tutto il paese"
"...ulteriori sforzi sono necessari a migliorare la situazione dei gruppi vulnerabili e promuovere la loro piena integrazione nella società, come la comunità Rom, che si trova di fronte a rischi estremamente alti di povertà, esclusione ed isolamente in tutto il paese"
"...l'accesso all'assistenza sociale deve essere migliorato, in particolare per la minoranza Rom."
"... La Romania deve assicurarsi che questo piano d'azione sia correttamente finanziato e sviluppato."
"...[bisogna] assicurare l'integrazione efficace della minoranza Rom in particolare per quanto riguarda accesso all'alloggio, ai servizi sociali ed al mercato del lavoro."
"...l'accesso ai servizi medico-sanitari, specialmente per la minoranza de Roma, deve essere aumentato."
Mancano totalmente indicazioni su come la Romania assicuri/sviluppi tutto ciò, esattamente come non c'erano indicazioni nei rapporti degli anni scorsi.
[...]
Valeriu Nicolae Deputy Director European Roma Information Office Av. Eduard Lacomble 17, Brussels E-mail: valeriu.nicolae@erionet.org Tel. + 32 27333462 Fax: +32 27333875 Mobile: +32 476538194
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Di Fabrizio (del 11/11/2005 @ 07:49:45, in Europa, visitato 2295 volte)
cliccare sull'immagine per leggere l'articolo (testo in inglese)
9. 11. 2005: Un asteroide scoperto recentemente nella costellazione del Toro, sarà chiamato col nome del cantante bulgaro AZIS. Il corpo celeste, dal nome provvisorio di 2005 UT12, è stato scoperto da astronomi bulgari, con l'aiuto di scienziati belgi e britannici. Vogliamo dargli il nome di Azis, che da noi è un cantante molto conosciuto" ha spiegato un portavoce del gruppo scientifico... |
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9. 11. 2005: L'Assemblea delle OnG bielorusse Pro-Democratic e il servizi online Chartija 97 informano che il Procuratore Generale della città di Minsk ha rivolto un ammonimento ufficiale agli attivisti di diverse minoranze nazionali e religiose. I gruppi hanno inviato lo scorso agosto un appello al Presidente Alexander Lukashenko, per proteggere Anzalika Borys, capo legittimo dell'Unione dei Polacchi di Bielorussia, organizzazione che le autorità non riconoscono... |
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10. 11. 2005: Una strada separa il quartiere Ciglana di Sarajevo dall'insediamento rom di Gorica, ma in realtà tra i due agglomerati non c'è molta differenza. Su entrambe i lati, belle case. Non si vedono immondizie, fango o fognature a cielo aperto... |
Link |
10. 11. 2005: Jasmina ha 10 anni e non sa che il Ministro degli Interni della Herzegovina Occidentale ha lanciato l'Operazione Mendicante, una campagna volta ad eliminare il fenomeno dell'elemosina e del vagabondaggio. Ma la sua vita, divisa tra abusi domestici e accattonaggio nelle strade di Sarajevo, sarà comunque coinvolta da questa iniziativa. La bambina si avvicina alle macchine in attesa che il semaforo cambi, costretta a ripetere il gesto centinaia di volte al giorno... |
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Di Fabrizio (del 10/11/2005 @ 16:34:03, in Europa, visitato 2615 volte)
Il Ministro belga degli Interni, Patrick Dewael, in visita a Sofia, ha
ammonito sull'intenzione del Belgio di restringere radicalmente le politiche
migratorie sui richiedenti asilo dall'Europa dell'Est. [...] Ha chiarito che
durante il vaglio delle domande, i richiedenti asilo verranno tenuti in centri
detentivi e non riceveranno alcuna somma dallo stato. Dewael ha inoltre spiegato
che la Bulgaria è prossima all'ingresso nell'Unione Europea e che i suoi
residenti [perciò] non hanno più i presupposti per richiedere asilo a nome
della Convenzione di Ginevra. Dewael aveva provato due settimane fa a variare in
senso restrittivo la politica d'asilo, a fronte del gran numero di richieste
provenienti dalla Slovacchia. [...] Ma la sua proposta dovrà essere vagliata
dai gruppoi parlamentari che sostengono la maggioranza al governo.
Pubblicato su Bulgarian
News Network
Di Fabrizio (del 09/11/2005 @ 10:18:55, in Europa, visitato 2964 volte)
sull'argomento, leggere anche http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=256
By Karin Waringo - 3 Novembre 2005, 4:00pm
Il 21 ottobre si sono incontrate a Varsavia le principali organizzazioni impegnate a promuovere la prima conferenza europea sullì'antiziganismo.
Una donna strofina un bambino, che ha gli occhi e la pelle scure. D'improvviso, qualcuno le porge un fustino del detersivo in polvere ARIEL. Dopo un ulteriore tentativo, dalla schiuma appare un bambino di carnagione chiara e dagli occhi azzurri.
Si può trovare su un sito slovacco. Anche se si tratta solo di pubblicità, nondimeno esprime un pensiero reale: che si tratti di "Gypsies", "Gitanos" o "Zigeuner", come sono comunemente chiamati, sono persone sporche di cui sbarazzarci. Non è un caso che gli autori di questo "scherzo" abbiano scelto ARIEL per combattere lo "sporco", ARIEL suona molto simile ad "Ariano" ed "Arianizzazione". Quest'estate, il proprietario di un campeggio austriaco avvertiva di non gradire clienti Rom (QUI ndr). A settembre, per reazione all'insediamento di 140 roulottes e caravans [di Gente di Viaggio] sul terreno comunale, il sindaco di Emerainville scrisse ai suoi abitanti che il comune non doveva diventare la discarica del dipartimento Seine-et-Marne.
Circa due terzi degli Europei concordano con simili affermazioni: non vogliono i Rom come vicini. Grossomodo la stessa percentuale di persone ha chiesto la separazione totale dei Rom dal resto della popolazione, in paesi come Slovenia e Romania. In un referendum tenutosi nel 1996 nella Repubblica Ceca, circa la metà degli intervistati è d'accordo che i Rom dovrebbero essere allontanati dal paese. Dalla Croazia alla Grecia, l'opposizione dei genitori non-Rom impedisce la condivisione dell'insegnamento e incoraggia le autorità a segregare i figli dei Rom in classi speciali dove ricevono un insegnamento sotto gli standard previsti - cosa che, a sua volta, perpetra il pregiudizio che i Rom non siano portati allo studio.
Per rispondere alle crescenti pressioni delle OnG dei Rom, l'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), il Consiglio d'Europa e l'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia di Vienna, hanno organizzato a Varsavia la prima conferenza internazionale specifica sull'antiziganismo (argomento che era inizialmente previsto come secondario all'ordine del giorno). E' stata la prima volta che se ne discuteva in maniera approfondita tra le diverse organizzazioni, sotto l'egida europea.
Vi hanno preso parte circa 170 persone [...] La maggior parte dai paesi dell'Europa dell'Est, dove risiede la maggior parte dei Rom.
Per oltre 10 anni, la situazione dei Rom nell'Est Europa ha richiamato l'attenzione della comunità internazionale. Nel 1993, i capi di stato e i governi europei indicarono il rispetto dei diritti umani e delle minoranze come criteri per l'ingresso nell'Unione Europea. Da allora, sono stati adottati diversi piani d'azione e misure politiche. Il panorama legale si è significativamente sviluppato con l'adozione nel 1995 della Convenzione Quadro del Consiglio d'Europa sulle Minoranze Nazionali, e le direttive del pari trattamento nel campo dell'impiego e dell'antidiscriminazione, sulle basi della cosiddetta Direttiva Razziale del 2000.
La Corte Europea dei Diritti Umani è diventata l'istanza suprema a cui rivolgersi per le violazioni dei diritti dei Rom, secondo le parole usate da Lauri Sivonen, membro dell'Ufficio della Commissione per i Diritti Umani, durante la sua presentazione. A dire il vero, molte delle violazioni sono commesse dalle stesse autorità. Nota Christian Stohal, ambasciatore OSCE, che i ritardi del piano per lo sviluppo dei Rom, sono dovuti soprattutto alla persistenza dei pregiudizi degli amministratori pubblici.
L'antiziganismo è il problema
Alcuni rappresentanti delle organizzazioni internazionali, come Henry Scicluna del Consiglio d'Europa, soo andati oltre, affermando che l'antiziganismo è la radice dei problemi, comunemente conosciuti come "i problemi dei Rom", come ad esempio la discriminazione e l'emarginazione nella scuola, nella casa, nel lavoro e nella salute. Sivonen aggiunge che l'antiziganismo costituisce un pericolo per l'intera società, impedendo ai Rom di prenderne parte.
Anche quando viene adoperato il termine "antiziganismo", molti tra i componenti dei poteri pubblici disgiungono loro stessi dal termine, confinandolo nel terreno dell'attivismo politico. Apparso la prima volta negli anni '80, "antiziganismo" copre un amplio raggio di pregiudizi e di azioni contro i Rom, Sinti e le comunità loro collegate.
Ma, la designazione di un nuovo termine necessita di un motivo. Perché non adoperare "razzismo", si dice. Qualcuno si lamenta che non è un termine scientifico. Altri sono preoccupati per la proliferazione dei termini. Altri ancora osservano che "Zigano" stesso è un costrutto negativo, che non dovrebbe essere adoperato nel descrivere uno specifico razzismo anti Rom.
Tra gli attivisti dei diritti Rom non ci sono divisioni. Il fatto è che il pregiudizio la discriminazione anti-Zingari sono così pervasivi - in tutti i paesi, così tenaci e adattabili nei secoli, e che l'antiziganismo non sia stato toccato dal medesimo tabù ideologico dell'antisemitismo dopo la II guerra mondiale, sono tutti punti che giustificano il bisogno di un termine speciale.
Isil Gachet della Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI),
una sezione indipendente del Consiglio d'Europa, sottolinea durante la
conferenza che l'antiziganismo è un tipo di razzismo che sovente è
accompagnato da atti concreti di ostilità. Aggiunge che [...] spesso è
legittimato sulla base di pregiudizi. Inoltre, su 43 casi di razzismo segnalati
da ECRI dal 2002 a oggi nei paesi membri del Consiglio d0Europa, 32 riguardano
specificamente i Rom, inclusi 16 giudicati di "particolare
preoccupazione".
L'esigenza delle statistiche
Uno studio condotto nel 2000 dal National Roma Congress (RNC),
una tra le più grandi organizzazioni internazionali dei Rom, elenca 4.500
attacchi razzisti contro i Rom nell'Europa dell'Est e 5.800 negli stati membri,
nel periodo tra il 1990 e il 1998, durante i quali 1.756 Rom sono stati uccisi e
3.500 feriti. RNC nota che lo studio contiene soltanto i casi portati alla sua
attenzione - non esistendo un controllo e una elenco sistematici.
Il nuovo rapporto del Commissario per i Diritti Umani del
Consiglio d'Europa sulla situazione dei Rom nel continente, effettuato
all'inizio dell'anno, riporta solamente un dato del 2002: 109 attacchi razzisti
registrati in Slovacchia nel 2002. Un precedente rapporto [...] sulla violenza
razziale, l'espressione più estrema di antiziganismo, citava solo incidenti
isolati.
Capita, che i rappresentanti delle organizzazioni internazionali (come Beate
Winkler, direttore dell'Osservatorio di Vienna) motivino la carenza di dati con
la riluttanza nelle comunità Rom a rispondere alle domande, sulla base del
ricordo degli esperimenti nazisti, che furono preceduti da sondaggi sulle loro
abitudini e costumi.
E' una spiegazione che in parte libera la società dalle proprie
responsabilità. C'è necessità di monitorare l'antiziganismo. Per esempio, i
comunicati stampa della polizia, accennano di frequente all'origine rom reale o
presunta, quando si tratta di un colpevole o di un sospetto. Quando i Rom sono
vittime della violenza razzista la loro origine è citata di rado. Invece le
indagini su brutali atti di razzismo, avvenute in Slovacchia senza il consenso
delle interessate e che ha interessato centinaia di donne, sono violentemente
ostacolate dalle autorità pubbliche.
Il riconoscimento di un rinnovato pericolo di antisemitismo, due anni fa, è
dovuto principalmente al fatto che le organizzazioni ebraiche condussero
ricerche in proprio e le resero pubbliche. Ai Rom mancano storicamente la
volontà e i fondi per condurre un simile lavoro e non appaiono donatori
all'orizzonte. Il risultato sarebbe dimostrare che l'emarginazione sociale dei
Rom è principalmente radicata nelle pratiche volte alla loro esclusione.
La maggior parte dei convenuti a Varsavia si è impegnata a presentare questi
programmi alle proprie istituzioni. E' evidente la distanza tra la prospettiva
dei Rom, che insistono [sull'importanza] della partecipazione e dei pari
diritti, e le ben intenzionate, ma talvolta limitate, vedute dei non-Rom.
Differenze di punti di vista, che talvolta si sono tradotte in comici dialoghi
tra sordi - ad esempio quando il rappresentante del governo tedesco insisteva
nel giustificare la deportazione di Rom, Askali ed Egizi kosovari verso Serbia e
Montenegro (Kosovo incluso), come rispettosa del diritto tedesco ed
internazionale. O invece in momenti più seri e complicati, quando l'uso della
parola "Olocausto" da parte di un Rom della Repubblica Ceca, per
descrivere le pulizie etniche in Kosovo, ha sollevato le proteste di un
rappresentante non-Rom à che si era dimenticato, o semplicemente ignorava che i
Rom, come gli Ebrei, furono vittime del genocidio nazionalsocialista.
Di Fabrizio (del 08/11/2005 @ 10:42:52, in Europa, visitato 1956 volte)
By Rafal Pankowski - © I CARE News http://www.icare.to
4/11/2005 - Un caso di incredibile discriminazione razziale è stato portato alla luce da un'associazione Rom di Wroclaw. L'hotel Park Plaza (4 stelle) rifiuta di accogliere quanti abbiano l'aspetto di Rom, e anche al ristorante i camerieri rifiutano le loro ordinazioni. Un giornalista del posto ha svolto un semplice esperimento: presentandosi al ristorante in compagnia di un Rom e senza. Nel primo caso i camerieri hanno detto che non c'era posto. Questa discriminazione verso quanti siano di pelle più scura, prosegue da mesi. Alcuni dipendenti hanno ammesso di aver ricevuto istruzioni in proposito dalla direzione, perché in passato alcuni Rom non avevano pagato il conto, ma la direzione smentisce. Park Plaza è un hotel di lusso nel centro cittadino ed appartiene alla catena Best Eastern Plaza Hotels, di proprietà dell'Organizzazione Turistica Polacca, una compartecipata statale. Tomasz Droszcz, direttore marketing della catena, ha spiegato ai giornalisti di aver sentito di... problemi preecedenti creati da ckienti Rom al Park Plaza (sic). "Dev'essere successo sicuramente qualcosa, se la direzione ha preso questa decisione" - afferma Droszcz a mezza bocca. Per aggiungere beffa alle offese, nel febbraio di quest'anno l'hotel ha ospitato una conferenza internazionale organizzata dal governo regionale, dal titolo: "Contro la discriminazione - i Rom - amministrazione - polizia". Nell'attuale situazione politica, il clima sociale per le minoranze etniche in Polonia sta pehggiorando visibilmente. La Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (un corpo del Consiglio d'Europa) vuole richiedere quanto prima una "tavola rotonda" per discutere la situazione nel paese. Sarà l'ennesima retorica ufficiale contro la discriminazione, o si affronterà l'ipocrisia delle pseudo politiche anti-discriminatorie?
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 20:26:51, in Europa, visitato 2161 volte)
Di questi tempi, leggendo i giornali, ho scambiato qualche informazione con UcCaBaRuCcA, su quanto sta accadendo nelle periferie parigine. Gia visto, d'accordo. Ma devo fare i conti con la mia nota confusione mentale, e le cronache francesi si mischiano ai commenti che mi lascia Snowdog sui recenti sgomberi degli insediamenti rom in Italia. La scommessa, è cercare una via d'uscita. Forse, al di là dell'ideologia e della polemica, la risposta è sempre guardare in faccia il tuo nemico, e avere il coraggio di lavorarci assieme. E, naturalmente, rimboccarsi le maniche, perché c'è sempre qualcosa da fare.A volte, è possibile. Ripesco un vecchio post dall'archivio di Pirori:Mercoledi 28 Aprile 2004 ore 22:58:1231 dicembre 2003 - riporto da La Repubblica: Distrutta la nuova sede alla Barona: svastiche e croci celtiche come firma Assalto all´Opera Nomadi - "Qui non vi vogliamo" - I locali sono del Comune. Sorgerà un centro documentazione degli orrori nazisti. La cronaca è riassunta qui:
Ripuliti i locali dai danni + grossi, la sede era rimasta praticamente disabitata sino a settimana scorsa. Nel frattempo si era ventilata l'ipotesi di cercare un posto "+ sicuro". Invece, la sede si farà, come pure il Centro documentazione, proprio lì. Sono contento per due ragioni: 1) La sede si trova alla periferia estrema, un blocco di palazzoni popolari, ed è proprio lì che la gente normale hanno bisogno di vedere, di partecipare alla vita associativa - per reagire al clima di abbandono delle autorità e alla violenza che comanda. 2) Per una volta, il nome dei Rom non è stato associato a chi viene cacciato con la violenza. Che diamine! Questa volta si ritorna e si rimettono assieme i cocci. C'è voluto un po' di tempo per maturare la decisione, e lo capisco, ma penso che la loro sia stata la decisione giusta.
Così, mi sono offerto volontario per aiutarli a risistemare il materiale del Centro documentazione. Arrivo lì la mattina presto, son da solo e apro tutte le porte e finestre per segnalare la mia presenza. Giacché ci sono, metto musica balcanica a palla, che poi cambio in ray algerino, per vedere se almeno si affaccia qualche nordafricano.
A metà mattina si fanno vivi i volontari di altre associazioni che operano lì vicino: un centro per ragazzi e una chiesa evangelica. Sono contenti che si sia scelto di tornare e mi informano sulle loro attività. Molto preso nel ruolo di "ambasciatore" che mi sono auto appioppato, ricambio e visito le loro sedi. Dopo i saluti di rito, entrambi si sono interessati alla nuova porta blindata montata dall'Opera Nomadi. Credo che anche per loro la vita sia movimentata. Rispondo che vedrò di fornirgli dei preventivi, ma come esterno, al momento non so dire di +.
Visito il bar, ma a parte il caffé (discreto), non rubo molte informazioni in + sul quartiere.
Di pomeriggio, si presenta una piccolo gruppo di giovani in motorino. Un sociologo li catalogherebbe come la classica banda di periferia, Scambiamo 2 chiacchiere, sono curiosi. Spiego loro cosa è successo, chi è Opera Nomadi, cosa si vuole fare. Mi dicono che sono con noi, che anche loro ce l'hanno con chi di notte sfascia il quartiere. Se avessi potuto, li avrei presi come vigilantes!
Più tardi, con un timido buongiorno, è il turno dei bambini. Mi guardano e scappano, poi tornano, alla fine entrano coi monopattini e le bici (portate a mano). Per fortuna, 7 anni come animatore al campo di via Idro mi hanno insegnato come cavarmela. Si parla e si scherza per mezz'ora, poi, rotto il ghiaccio, dico loro che mi aspetta una montagna di libri da catalogare e devo tornare al computer. Mi salutano e mi augurano buon lavoro.
Dimenticavo, oggi non sono state solo chiacchiere: catalogati 310 tra libri, documenti, audio e videocassette. Me ne mancano una cinquantina. Quando il catalogo sarà pronto, ve lo farò sapere.
Di Fabrizio (del 06/11/2005 @ 18:12:51, in Europa, visitato 2040 volte)
SOCIETA'
Per i Rom della grande-Lione, una bidonville dopo l'altra
A Villeurbanne, 200 persone vivono in un deposito abbandonato in cui hanno costruito ripari. Volontariamente dimenticati della politica.
par Olivier BERTRAND QUOTIDIEN : mercredi 02 novembre 2005
Villeurbanne envoyé spécial
C'è una vecchia officina di riparazione di locomotive, a Villeurbanne, alle porte di Lione. Strade ferrate arrugginite penetrano ancora nel deposito immenso aperto ai venti. Accanto, una struttura in legno, con belle tende. Un luogo ricco per la memoria operaia locale. Abitarlo, in compenso, è più duro. Però, più di 200 clandestini là da mesi. Alcuni hanno costruito capanne in legno e di cartone. Altri hanno teso dei teli o hanno posto materassi al suolo. Ed il seminario è diventato uno delle più grandi bidonvilles dell'agglomerato lionese (1).
Visti di turismo. Fra i Rom rumeni che vivono là, molti frequentano l'agglomerato lionese in punta di piedi. Ripartono ogni tre mesi, per rinnovare il loro visto di turismo. Una volta timbrato il passaporto, basta non essere indigente per muoversi legalmente tra la Romania e la Francia, ma senza potere lavorare nell'Esagono. Florin, sulla trentina, conduce dal 1996 questa vita pendolare, tra Lione ed Arad: "Oggi, i poliziotti rumeni non sono più duri di quelli della Francia, e le condizioni di vita, per noi, sono anche difficili qui che là. Ma per il lavoro, quando si è rom, anche lo stesso, qui c'è più possibilità."
Florin ha girato la maggior parte delle bidonvilles nell'agglomerato. Le enumera: "Gerland, Vaulx-en-Velin, Gorge-de-Loup, Vénissieux, Vaise, Saint-Priest, Villeurbanne." Terreni vaghi,industriali una volta, occupati alcuni mesi, quindi evacuati. Ogni volta, si sono movuono verso un'altra incertezza, in mancanza di alternativa.
Quattro anni fa, la città e lo Stato avevano finanziato per un anno l'alloggio di cittadini dell'ex Iugoslavia in baraccamenti prefabbricati su un terreno attrezzato. La struttura non era sufficiente, ed i materiali, non concepiti per abitarci, si sono rapidamente deteriorati. Una relazione dell'Associazione di Lione per l'inserimento alloggiativo (ALPIL) espone dettagliatamente il fallimento relativo. Propone altre esperienze, rafforzando l'accompagnamento, la mediazione con la vicinanza, e comperando caravan o case mobili d'occasione.
Sommier. Nella fabbrica di Villeurbanne, i Rom sono al riparo dalla pioggia, ma il pericolo è ovunque. Così, famiglie dormono in un lungo corridoio su assi appoggiate a volte sulle batterie delle automobili. Per l'intimità, teli o pannelli di cartone improvvisano dei letti a
baldacchino. Il corridoio è senza uscita. Un incendio notturno si trasformerebbe in dramma.
Nel vasto slargo dove cui si riparavano le locomotive, botole di calcestruzzo permettevano di scivolare sotto le macchine. I Rom vi hanno gettato ferraglia, vetro, rifiuti. Sopra cui i bambini giocano e saltano. Uno di loro ha sbagliato il suo slancio, alcune settimane fa. Se ne è uscito con alcuni punti di sutura.
Un odore sordo si libera di questi pozzi. Sono i resti di frutta, verdure, di formaggio, che marciscono. Le associazioni ripetono agli occupanti di non gettare là i rifiuti. Temono che i ratti si moltiplichino. Pena inutile in questa bidonville provvisoria, dove ci sono soltanto due pattumiere per 200 persone.
"Raccomandazione". In giugno, la prefettura ha riunito gli interessati da quest'occupazione. "Abbiamo proposto una sistemazione che garantisca un minimo di sicurezza e d'igiene all'interno", racconta André Gachet, responsabile dell'ALPIL. Il consiglio generale del Rodano, proprietario del terreno, era assente. Nessuno poteva impegnarsi per lavori su un terreno che presto sarà venduto. Médecins du monde ha allora suggerito un trasferimento verso una località attrezzata. I partecipanti si sono accontentati di una "raccomandazione alle persone".
La maggior parte di quest'attori agisce in loco. Médecins du monde segue gli adulti, il consiglio generale le campagne vaccinatorie, ALPIL gestisce la parte riguardo l'accesso ai diritti. Nel corso della riunione, la comunità urbana di Lione, in compenso, si era impegnata a far caricare i rifiuti e ad installare un contenitore. Non è stato mai fatto.
Da quattro anni, la grande Lione adotta la politica dell'immobilismo sulle bidonvilles roms. Il suo presidente, Gérard Collomb (PS), ripete che condizioni d'accoglienza troppo decenti creerebbero "una calamita" per le popolazioni roms. Può rassicurarsi. Il margine resta molto evidente.
(1) L'agglomerato conta cinque grandi bidonvilles ed una folla di baracche, per un totale di circa 1.200 persone.
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