sull'argomento, leggere anche http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=256
By Karin Waringo - 3 Novembre 2005, 4:00pm
Il 21 ottobre si sono incontrate a Varsavia le principali organizzazioni impegnate a promuovere la prima conferenza europea sullì'antiziganismo.
Una donna strofina un bambino, che ha gli occhi e la pelle scure. D'improvviso, qualcuno le porge un fustino del detersivo in polvere ARIEL. Dopo un ulteriore tentativo, dalla schiuma appare un bambino di carnagione chiara e dagli occhi azzurri.
Si può trovare su un sito slovacco. Anche se si tratta solo di pubblicità, nondimeno esprime un pensiero reale: che si tratti di "Gypsies", "Gitanos" o "Zigeuner", come sono comunemente chiamati, sono persone sporche di cui sbarazzarci. Non è un caso che gli autori di questo "scherzo" abbiano scelto ARIEL per combattere lo "sporco", ARIEL suona molto simile ad "Ariano" ed "Arianizzazione". Quest'estate, il proprietario di un campeggio austriaco avvertiva di non gradire clienti Rom (QUI ndr). A settembre, per reazione all'insediamento di 140 roulottes e caravans [di Gente di Viaggio] sul terreno comunale, il sindaco di Emerainville scrisse ai suoi abitanti che il comune non doveva diventare la discarica del dipartimento Seine-et-Marne.
Circa due terzi degli Europei concordano con simili affermazioni: non vogliono i Rom come vicini. Grossomodo la stessa percentuale di persone ha chiesto la separazione totale dei Rom dal resto della popolazione, in paesi come Slovenia e Romania. In un referendum tenutosi nel 1996 nella Repubblica Ceca, circa la metà degli intervistati è d'accordo che i Rom dovrebbero essere allontanati dal paese. Dalla Croazia alla Grecia, l'opposizione dei genitori non-Rom impedisce la condivisione dell'insegnamento e incoraggia le autorità a segregare i figli dei Rom in classi speciali dove ricevono un insegnamento sotto gli standard previsti - cosa che, a sua volta, perpetra il pregiudizio che i Rom non siano portati allo studio.
Per rispondere alle crescenti pressioni delle OnG dei Rom, l'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), il Consiglio d'Europa e l'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia di Vienna, hanno organizzato a Varsavia la prima conferenza internazionale specifica sull'antiziganismo (argomento che era inizialmente previsto come secondario all'ordine del giorno). E' stata la prima volta che se ne discuteva in maniera approfondita tra le diverse organizzazioni, sotto l'egida europea.
Vi hanno preso parte circa 170 persone [...] La maggior parte dai paesi dell'Europa dell'Est, dove risiede la maggior parte dei Rom.
Per oltre 10 anni, la situazione dei Rom nell'Est Europa ha richiamato l'attenzione della comunità internazionale. Nel 1993, i capi di stato e i governi europei indicarono il rispetto dei diritti umani e delle minoranze come criteri per l'ingresso nell'Unione Europea. Da allora, sono stati adottati diversi piani d'azione e misure politiche. Il panorama legale si è significativamente sviluppato con l'adozione nel 1995 della Convenzione Quadro del Consiglio d'Europa sulle Minoranze Nazionali, e le direttive del pari trattamento nel campo dell'impiego e dell'antidiscriminazione, sulle basi della cosiddetta Direttiva Razziale del 2000.
La Corte Europea dei Diritti Umani è diventata l'istanza suprema a cui rivolgersi per le violazioni dei diritti dei Rom, secondo le parole usate da Lauri Sivonen, membro dell'Ufficio della Commissione per i Diritti Umani, durante la sua presentazione. A dire il vero, molte delle violazioni sono commesse dalle stesse autorità. Nota Christian Stohal, ambasciatore OSCE, che i ritardi del piano per lo sviluppo dei Rom, sono dovuti soprattutto alla persistenza dei pregiudizi degli amministratori pubblici.
L'antiziganismo è il problema
Alcuni rappresentanti delle organizzazioni internazionali, come Henry Scicluna del Consiglio d'Europa, soo andati oltre, affermando che l'antiziganismo è la radice dei problemi, comunemente conosciuti come "i problemi dei Rom", come ad esempio la discriminazione e l'emarginazione nella scuola, nella casa, nel lavoro e nella salute. Sivonen aggiunge che l'antiziganismo costituisce un pericolo per l'intera società, impedendo ai Rom di prenderne parte.
Anche quando viene adoperato il termine "antiziganismo", molti tra i componenti dei poteri pubblici disgiungono loro stessi dal termine, confinandolo nel terreno dell'attivismo politico. Apparso la prima volta negli anni '80, "antiziganismo" copre un amplio raggio di pregiudizi e di azioni contro i Rom, Sinti e le comunità loro collegate.
Ma, la designazione di un nuovo termine necessita di un motivo. Perché non adoperare "razzismo", si dice. Qualcuno si lamenta che non è un termine scientifico. Altri sono preoccupati per la proliferazione dei termini. Altri ancora osservano che "Zigano" stesso è un costrutto negativo, che non dovrebbe essere adoperato nel descrivere uno specifico razzismo anti Rom.
Tra gli attivisti dei diritti Rom non ci sono divisioni. Il fatto è che il pregiudizio la discriminazione anti-Zingari sono così pervasivi - in tutti i paesi, così tenaci e adattabili nei secoli, e che l'antiziganismo non sia stato toccato dal medesimo tabù ideologico dell'antisemitismo dopo la II guerra mondiale, sono tutti punti che giustificano il bisogno di un termine speciale.
Isil Gachet della Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI),
una sezione indipendente del Consiglio d'Europa, sottolinea durante la
conferenza che l'antiziganismo è un tipo di razzismo che sovente è
accompagnato da atti concreti di ostilità. Aggiunge che [...] spesso è
legittimato sulla base di pregiudizi. Inoltre, su 43 casi di razzismo segnalati
da ECRI dal 2002 a oggi nei paesi membri del Consiglio d0Europa, 32 riguardano
specificamente i Rom, inclusi 16 giudicati di "particolare
preoccupazione".
L'esigenza delle statistiche
Uno studio condotto nel 2000 dal National Roma Congress (RNC),
una tra le più grandi organizzazioni internazionali dei Rom, elenca 4.500
attacchi razzisti contro i Rom nell'Europa dell'Est e 5.800 negli stati membri,
nel periodo tra il 1990 e il 1998, durante i quali 1.756 Rom sono stati uccisi e
3.500 feriti. RNC nota che lo studio contiene soltanto i casi portati alla sua
attenzione - non esistendo un controllo e una elenco sistematici.
Il nuovo rapporto del Commissario per i Diritti Umani del
Consiglio d'Europa sulla situazione dei Rom nel continente, effettuato
all'inizio dell'anno, riporta solamente un dato del 2002: 109 attacchi razzisti
registrati in Slovacchia nel 2002. Un precedente rapporto [...] sulla violenza
razziale, l'espressione più estrema di antiziganismo, citava solo incidenti
isolati.
Capita, che i rappresentanti delle organizzazioni internazionali (come Beate
Winkler, direttore dell'Osservatorio di Vienna) motivino la carenza di dati con
la riluttanza nelle comunità Rom a rispondere alle domande, sulla base del
ricordo degli esperimenti nazisti, che furono preceduti da sondaggi sulle loro
abitudini e costumi.
E' una spiegazione che in parte libera la società dalle proprie
responsabilità. C'è necessità di monitorare l'antiziganismo. Per esempio, i
comunicati stampa della polizia, accennano di frequente all'origine rom reale o
presunta, quando si tratta di un colpevole o di un sospetto. Quando i Rom sono
vittime della violenza razzista la loro origine è citata di rado. Invece le
indagini su brutali atti di razzismo, avvenute in Slovacchia senza il consenso
delle interessate e che ha interessato centinaia di donne, sono violentemente
ostacolate dalle autorità pubbliche.
Il riconoscimento di un rinnovato pericolo di antisemitismo, due anni fa, è
dovuto principalmente al fatto che le organizzazioni ebraiche condussero
ricerche in proprio e le resero pubbliche. Ai Rom mancano storicamente la
volontà e i fondi per condurre un simile lavoro e non appaiono donatori
all'orizzonte. Il risultato sarebbe dimostrare che l'emarginazione sociale dei
Rom è principalmente radicata nelle pratiche volte alla loro esclusione.
La maggior parte dei convenuti a Varsavia si è impegnata a presentare questi
programmi alle proprie istituzioni. E' evidente la distanza tra la prospettiva
dei Rom, che insistono [sull'importanza] della partecipazione e dei pari
diritti, e le ben intenzionate, ma talvolta limitate, vedute dei non-Rom.
Differenze di punti di vista, che talvolta si sono tradotte in comici dialoghi
tra sordi - ad esempio quando il rappresentante del governo tedesco insisteva
nel giustificare la deportazione di Rom, Askali ed Egizi kosovari verso Serbia e
Montenegro (Kosovo incluso), come rispettosa del diritto tedesco ed
internazionale. O invece in momenti più seri e complicati, quando l'uso della
parola "Olocausto" da parte di un Rom della Repubblica Ceca, per
descrivere le pulizie etniche in Kosovo, ha sollevato le proteste di un
rappresentante non-Rom à che si era dimenticato, o semplicemente ignorava che i
Rom, come gli Ebrei, furono vittime del genocidio nazionalsocialista.