Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 12/05/2009 @ 09:02:30, in Italia, visitato 1863 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Mosaici Comunicazione e il cantiere sociale Decolliamo ORGANIZZANO:
La città sicura è una città che si-CURA
Riflessioni e proposte sulle periferie interculturali
Roma, via Alberini (Colli Aniene) 14-17 maggio 2009
Tra le mura del centro e le corsie del Grande Raccordo Anulare, c’è un deserto.
Un deserto di valori e di relazioni. E’ una città di tutti e di nessuno, una
città di identità che non si incontrano, una città senza parole, insicura.
Il deserto, appunto. Dove l’altro è un nemico, da picchiare o da derubare.
Quartieri in cui si abita ma non si vive. Condomini in cui si ‘ciatta’ con
il mondo ma non si conosce il vicino di casa.
Il deserto genera razzismo. Le aggressioni nei confronti di cittadini immigrati
sono in aumento e spesso purtroppo gli autori rimangono impuniti. Il deserto
genera anche paura. Un quartiere senza relazioni fa paura.
A Colli Aniene, in Quinto Municipio, per quattro giorni si parlerà di questo.
Senza verità in tasca, ma con la necessità di trovare al più presto la CURA.
Partendo dal confronto tra soggetti diversi e dalle potenzialità, dalle piccole
oasi nel deserto. Dai luoghi abbandonati che possono trasformarsi e generare
relazioni sociali, dialogo e convivenza.
PROGRAMMA
Giovedì 14 maggio ore 16.00:
inizio lavori, presentazione del seminario
‘VIVERE LE PERIFERIE, ABITARE LE RELAZIONI’
LA PERIFERIA ROMANA TRA PASSATO PRESENTE E FUTURO
-IL DESERTO OLTRE LE MURA
-moderatore Carlo Moccaldi
A.Medici (vicepres. V Municipio) Dialogo e convivenza nel V municipio,
A. Virgili conflitti e identità
S. Paoluzzi P. Bochicchio “Memoria delle
periferie”
Rappresentante Comunità Rom Nedzib e Dragan “Colli Aniene: Vivere oltre il
cavalcavia”
P. Vitale Comitato popolare per la lotta della casa “La situazione
dell’emergenza abitativa nel V municipio”
F. Manujibeya (Mosaici) Razzismo e xenofobia nelle periferie romane
Osservatorio Razzismo “Casi di violenza in periferia”
Ore 18.00 presentazione mostra fotografica ‘l’Italia Accanto’
-Banco informativo: “Io non ho paura”.
- Cena Sud Americana
Venerdì 15 maggio ore 16,30
OASI E MIRAGGI
-intervengono:
F. Manujebeya l’esperienza delle consulte”
Rappresentante comunità latino americana “L’accoglienza di Roma oggi”
Rappresentante comunità marocchina “L’esperienza della convivenza nell’emergenza
abitativa”
T. Kuzik “Una piccola Kiev a Ponte Mammolo, l’aggregazione della comunità
ucraina attraverso il mercato”
C. Moccaldi l’integrazione nel condominio
- Cena Araba
Sabato 16 maggio ore 16,30
INCONTRI PERIFERICI
PROIEZIONI, MUSICHE E SPETTACOLO
Gruppo percussioni Tor Sapienza Musica balcanica Alessandro menestrello vu’
Cumprà
Proiezione del documentario: “Colli Aniene: Percorsi di periferia”
Domenica 17 maggio ore 16,30
LA CURA DELLA CITTA’ SICURA
LUOGHI, INCONTRI, RELAZIONI
ore 15,30
intervengono:
R. Mastrantonio (VII Municipio)
G. Rocca “Arte e integrazione”
L. Carocci, “progetto Mediazione sociale” Sos Razzismo: “L’integrazione
attraverso le banche del tempo” C. Moccaldi “la convivenza possibile, la cura
attraverso i luoghi di incontro”
A. Virgili “Le “Romano Pijats” laboratorio di dialogo interculturale”
Conclusione: A. Medici (V Municipio) “Punto della situazione e nuove
prospettive. Da dove ripartiamo?”
Cena Rom
Ore 18.00 esposizione dell’artigianato Rom
Ore 20.00 musiche del mondo intorno al fuoco
IL PROGRAMMA AGGIORNATO è DISPONIBILE SUL SITO
http://www.piazzavittorioweb.it/
Per info:----Silvia Paoluzzi 338 4283 726 Carlo Moccaldi 392 9959935
Di Fabrizio (del 09/05/2009 @ 09:27:00, in Italia, visitato 1456 volte)
Segnalazione di Demir Mustafa
Domenica 17 Maggio 2009
Siete tutti invitati alla:
Hamaloita Ketane Pral!!!
Festa/Incontro Interetnica
L'incontro si svolgerà presso i locali della casa delle associazioni "Il
Pentolone",
via Pomeria 90, (Prato)
Programma:
ore 16: 00 Accoglienza
ore 17: 00 Assemblea aperta : COMUNITA' A CONFRONTO Tra bisogno di conoscenze e
nuovi pregiudizi
ore 18: 30 Incontro con l'autore – presentazione di libri:
Pino Petruzzelli: autore di "Non chiamarmi zingaro"
Interverranno Luca Bravi: autore di "Rom e non Zingari. Vicende storiche
e pratiche rieducative sotto il regime fascista"
Sabrina Tosi Cambini: autrice di "La zingara rapitrice"
Tommaso Vitale: autore di "Politiche possibili. Abitare le città con i
rom e con i sinti"
Domenico Guarino: autore di "Dialogo tra uomo e rom"
Ore 20: 00 Gruppo Corale MEZ
Ore 20: 30 Cena Bouffet
A seguire musica Swing Manouche dal vivo con: Simone Solazzo & Marco Papa
Promuovono : Comitato STOP RAZZISMO Prato – Comunità SINTI Prato
Aderiscono: Ass."La Comune" (PO), Socialismo Rivoluzionario (PO), Ass.
Interculturale "Le Mafalde", Ass. "Multiculti", Centro delle Culture (PO),
Movimento Umanista, Umanisti per la Salute, Sucar Drom Mantova, osservAzione
onlus, Federazione Rom e Sinti Insieme
Di Fabrizio (del 07/05/2009 @ 15:48:25, in Italia, visitato 1650 volte)
Da
Cuneocronaca.it
"Punti di approdo": un convegno venerdì 8 maggio al cinema Monviso per
illustrare le attività presenti e future per la popolazione zingara
IL PROGETTO DEL COMUNE DI CUNEO PER L'INTEGRAZIONE DEI "SINTI": DALLA
ISTRUZIONE ALLA FORMAZIONE FINO ALL'INSERIMENTO LAVORATIVO
Rivivere le esperienze di un progetto innovativo, apprendere le metodologie,
rilanciare verso il futuro l'impegno per l'integrazione: questi gli intenti del
convegno "Punti di Approdo" in programma venerdì 8 maggio dalle 8,30 nel cinema
Monviso a Cuneo.
"Punti di Approdo" è il progetto voluto dal Comune di Cuneo per l'integrazione
della popolazione Sinti. Un progetto che ha visto nascere una rete d'intervento,
coordinata dal Comune insieme al Consorzio Il Mosaico, che ha raccolto le
energie e le professionalità di vari enti, come il Consorzio Socio Assistenziale
del Cuneese, le Cooperative Sociali Momo, Emmanuele e Oasi, l’Istituto
Comprensivo OltreStura, l’Agenzia di Formazione Agenform, il Centro per
l’impiego. Un progetto che ha realizzato laboratori di integrazione
multiculturale per i piccoli delle scuole elementari, percorsi di educazione con
i laboratori multimediali per gli alunni della scuola media, corsi di
orientamento al mondo del lavoro e inserimenti in azienda per gli adulti.
Finanziato da Regione Piemonte, Comune di Cuneo e Consorzio Il Mosaico, il
progetto Punti di Approdo si è avvalso dei fondi della legge 26 del 1993
"Interventi a favore della Popolazione Zingara" ed è stato concepito ed
organizzato intorno alla popolazione Sinti cuneese per poi ampliare le sue
prospettive affrontando nelle scuole i concetti di "diversità" ed "integrazione"
in modo completo ed innovativo.
La scelta del Cinema Monviso come luogo del convegno permetterà di apprezzare al
meglio i filmati ideati e realizzati dagli alunni delle tre classi della scuola
media dell'Istituto Comprensivo OltreStura attorno al concetto di integrazione.
Nel corso della mattinata è previsto l’intervento della professoressa Gobbo
dell'Università di Torino che affronterà le problematiche teoriche e le buone
prassi dell'integrazione interculturale; inoltre saranno chiamati a portare il
loro contributo di esperienza i diversi attori coinvolti nel progetto.
L'ingresso al convegno è libero.
Di Fabrizio (del 07/05/2009 @ 09:41:21, in Italia, visitato 2785 volte)
Me ne sono occupato anche
ieri, aggiungo questa segnalazione di
Flora Afroitaliani
Il campo Rom di Ponticelli devastato dai raid incendiari nel maggio 2008
Il 7 maggio prossimo verrà celebrato il processo in Corte d’Appello relativo
ad A.V., la quindicenne rom accusata di aver rapito una neonata a Ponticelli, lo
scorso maggio. A.V. ha voluto scrivere una lettera aperta al Capo dello Stato.
Il 10 maggio 2008, la piccola rom viene arrestata a Ponticelli, Napoli, dalla
polizia, mentre una folla inferocita l’ha accerchiata e si è scagliata contro di
lei. Il tentativo di linciaggio è stato innescato dalle urla di una giovane
madre che accusa la ragazzina di aver cercato di rapire la figlia neonata. A.V.
viene portata a Nisida, dove tuttora – dopo 10 mesi di carcere preventivo e
il primo grado di giudizio che l’ha condannata a 3 anni e 8 mesi – si trova.
Appena dopo l’arresto di A.V., gruppi di abitanti di Ponticelli attaccano i
campi rom con spranghe e taniche di benzina col pretesto dichiarato di
“vendicare” il rapimento della neonata.
L’udienza presso la Corte d’Appello di Napoli ci sembra un occasione per
riflettere sulla drammatica vicenda, per interrogarci sulla potenza che gli
stereotipi hanno sulla realtà, su come siamo oppressi dal crescente e sempre più
violento razzismo.
La vicenda è complessa e include certamente anche la volgarità e la
scorrettezza dei media, che hanno dato subito per certa ed assodata la
colpevolezza della ragazzina, e hanno addirittura continuato a trasmettere
ossessivamente la notizia mentre bande di gente armata di spranghe e molotov
assaltava i campi rom con all’interno bambini, donne ed anziani, costringendoli
a fuggire.
La disumana ferocia con cui sono state devastate le povere baracche dove
vivevano i rom è il frutto di una politica che, con le sue scelte
vergognosamente razziste, esaspera senza ritegno le più riprovevoli pulsioni
xenofobe, alimenta a proprio uso e consumo una incessante guerra tra poveri e
innesca l’inaridimento crescente di valori fondanti la cultura del nostro paese,
come la solidarietà, la tutela dei più deboli e l’aspirazione alla giustizia
sociale.
In questa situazione, è nostra opinione che il processo ad A.V. avrebbe
dovuto essere condotto con il massimo dell’impegno, dell’approfondimento e della
trasparenza, con la coscienza dell’importanza e del significato delle decisioni
che si andavano ad assumere. Noi denunciamo che tutto ciò non si è verificato e
che, al contrario, vi è stato un accanimento giudiziario.
L’avvocato della ragazzina, convinto della sua innocenza e del fatto che il
racconto dell’accusatrice e unica testimone presentasse delle incongruenze, ha
cercato di impostare un’analisi più approfondita, ma nessuno dei nodi sollevati
è stato preso in considerazione.
La sentenza di primo grado si è chiusa con una condanna a tre anni e otto
mesi per sequestro di persona consumato con l’aggravante della minorata difesa
della persona offesa. Se la sentenza fosse confermata in appello, sarebbe il
primo ed unico caso in Italia di un tale tipo di reato da parte di un rom.
Noi riteniamo che l’asprezza della pena rivela la precisa volontà di
infliggere una condanna esemplare, cioè ispirata non alla reale concretezza
delle prove, ma invischiata di questo clima da caccia alle streghe.
Denunciamo che, anche se paradossalmente la ragazzina fosse colpevole, gravi
e inaccettabili sono le violazioni dei diritti fondamentali che ha subito
durante il processo, tra cui la mancata traduzione degli atti nella lingua di
origine e il rifiuto di concedere il patrocinio a spese dello Stato. E’
inaccettabile, poi e soprattutto, che il Tribunale non abbia voluto concedere
nessuna chance formativa e rieducativa ad una minore non accompagnata e, per
altro, incensurata.
Il rifiuto da parte del Tribunale di concedere misure alternative alla
carcerazione è stato motivato col fatto che non c’è stata alcuna confessione da
parte della minore, che infatti si è sempre professata innocente pur sapendo
che, se avesse ammesso la responsabilità, sarebbe uscita dal carcere e affidata
ai servizi sociali.
Purtroppo, è molto frequente che gli stranieri, consapevoli del clima di
pesante pregiudizio che nel nostro paese dilaga, preferiscono addossarsi colpe
che non hanno per ottenere sconti di pena. A.V., pur conscia di ciò, ha scelto
di continuare ad affermare la propria innocenza. Almeno questo dovrebbe indurci
a riflettere.
Aspettiamo con fiducia la decisione della Corte d’Appello di Napoli.
Comitato Campano con i Rom
Di Fabrizio (del 07/05/2009 @ 09:07:27, in Italia, visitato 1329 volte)
Ricevo da Sergio Franzese
GRUPPO DI STUDI EBRAICI di TORINO
COMUNITA’ EBRAICA TORINO
organizzano giovedì 14 maggio, alle ore 20,30
presso i locali della comunità, in
Piazzetta Primo Levi 12 TORINO
un incontro sul "Porrajmós". Dalla persecuzione nazifascista alle
attuali politiche anti-rom (con presentazione del doppio DVD "A forza di
essere vento"). Relatore: Paolo Finzi, redattore della rivista
anarchica "A"
Di Fabrizio (del 03/05/2009 @ 08:50:48, in Italia, visitato 2192 volte)
Dal blog del
circolo Pasolini di Pavia
Pisa per qualche tempo era diventata un punto di riferimento per il rispetto
di alcuni diritti fondamentali che aveva dimostrato nei confronti delle comunità
Rom. Ha disgraziatamente invertito la rotta e sta commettendo l'errore
vergognoso della Giunta Capitelli: dare soldi ai capifamiglia per andarsene.
Hanno fatto così anche a Pavia, tra il 31 agosto e il 3 settembre 2007. Molti
apparentemente avevano accettato: caricati su pullmini erano stati lasciati
nell'hinterland milanese. Sono tornati quasi tutti. Solo la cecità poteva
non avvedersi che per indigenti totali una cifra tra i 150 euro e 300 poteva
essere allettante lì per lì, ma non poteva essere risolutiva di alcun destino.
Come si può pagare un cittadino europeo per andarsene da un paese europeo? Com'è
possibile che di fronte alle comunità Rom anche le aree del paese più avvedute
rispetto ai diritti di cittadinanza sbrachino a tal punto da non saper prevedere
alcun sbocco politico alla convivenza? In alcuni dei comuni consorziati per la
"buona uscita" ai Rom ci ho vissuto e a lungo. Mi sono portata con me ricordi
struggenti di umanità e accoglienza. Che tristezza.
Irene Campari
CORRIERE DELLA SERA.it
L’iniziativa di un consorzio di nove comuni dell’area, tra cui il capoluogo.
Tra qualche giorno parte il primo pullman
Cinquecento-mille euro per l’impegno a non tornare. «Niente furbi, scegliamo
persone affidabili»
PISA - Il rimpatrio con buonuscita è già stato accettato dai primi dodici
rom, quattro famiglie in tutto. Tra qualche giorno saliranno su un pullman
per raggiungere i luoghi di origine, in Romania. Viaggio spesato e bonus in
denaro: dai cinquecento ai mille euro a nucleo familiare da erogare solo a
destinazione raggiunta. Soldi pubblici, messi a disposizione dalla Società della
salute, un consorzio di nove comuni (tra i quali Pisa, Cascina, San Giuliano
Terme, Vecchiano, Calci, Fauglia) dell’area pisana e l’Asl. L’accordo, con tanto
di firme e controfirme, prevede il consenziente allontanamento dei rom, e in un
imminente futuro sarà esteso anche ai cittadini extracomunitari, sempre che
siano d’accordo. E che impegna, chi accetta «a non rientrare in Italia almeno
per un anno» e a rinunciare ad «accamparsi o a erigere baracche in zona in
luoghi pubblici o privati che non siano destinati allo scopo».
Clausole che però hanno provocato in città polemiche e ironia. I rom sono quasi
tutti cittadini romeni, dunque comunitari e come membri dell’Ue hanno il
diritto di entrare in qualsiasi Paese membro senza restrizioni. Anche se sono
stati pagati con assegno per non tornare un anno intero. «Il rimpatrio
consenziente è un’idea che ci è venuta durante un monitoraggio dei campi abusivi
- spiega Maria Paola Ciccone, assessore alle politiche sociali del comune di
Pisa e da lunedì nuovo presidente della Società della salute -. Sono stati
alcuni rom a chiederci di aiutarli a tornare a casa e dunque con i servizi
sociali abbiamo deciso questa sperimentazione in collaborazione con la Regione
Toscana ». Sulla possibilità di «furberie », l’assessore ammette qualche
rischio: «La nostra è una scommessa. Il servizio non è rivolto a tutti ma solo a
quelle persone meritevoli di fiducia». In città il provvedimento sta creando
polemiche e malumore. Amanuel Sikera, vicepresidente della Consulta provinciale
degli stranieri, in una lettera aperta a Tirreno e Nazione, non ha lesinato
critiche agli enti locali. «Sono rimasto sconcertato dalla ricetta proposta per
il loro rimpatrio - ha scritto Sikera -. Attuare un siffatto provvedimento
significa ammettere un totale fallimento delle politiche di integrazione».
Marco Gasperetti
01 maggio 2009
Di Fabrizio (del 02/05/2009 @ 09:09:11, in Italia, visitato 1706 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Torino, 30 aprile 2009. Il Gruppo EveryOne riceve segnalazioni sempre più
frequenti di intimidazioni, violenze, abusi istituzionali contro gli ultimi Rom
romeni rimasti in Italia. Sgomberate dai loro miseri insediamenti di fortuna, le
famiglie che sono "nomadi" solo a causa di una persecuzione atroce, vagano da
una città all'altra, in condizioni di salute e igiene sempre più disperate.
Quando scorgono agenti delle forze dell'ordine, si buttano oltre le strade, nei
fossi, dietro cespugli e mura oppure si danno alla fuga colte dal panico.
Ormai sanno che le autorità esercitano violenze di ogni genere senza temere di
pagarne le conseguenze e - anzi - prendendosi la crudele soddisfazione di
denunciare le loro vittime per i reati di resistenza od oltraggio a pubblico
ufficiale. E' sufficiente che un Rom si lamenti di fronte a botte e insulti o
cerchi di proteggersi con le mani perché scatti la ritorsione. Per evitare tali
maltrattamenti, il Gruppo EveryOne ha fornito alcune famiglie di lettere di
tutela, sottoscritte dai leader dell'organizzazione, in cui si illustrano alle
forze dell'ordine le leggi dell'Unione europea che proteggono il popolo Rom, con
l'indicazione di un numero di telefono a cui risponde sempre un attivista. La
lettera è un efficace deterrente contro gli abusi e a volte viene fotocopiata e
distribuita ad altre famiglie in difficoltà, ma ne dispone solo una piccola
parte dei Rom romeni in giro per l'Italia. E' uno strumento di protezione dei
Rom perseguitati che irrita profondamente sindaci e assessori-sceriffi, questori
e prefetti, i quali sentono limitato il proprio potere di vita e di morte sui
poveri e gli emarginati, che la cultura xenofoba ha trasformato - ai loro occhi
- in "nemici pubblici". Non è raro che i Rom braccati dalle forze dell'ordine si
feriscano anche in modo grave, cercando di sottrarsi alla loro persecuzione e
non è raro, purtroppo, che le donne incinte perdano i bambini, nel tentativo di
sfuggire ai loro aguzzini. Oggi, 30 aprile 2009, si è tenuta una preghiera
collettiva, cui hanno partecipato alcune famiglie Rom, insieme agli attivisti
del Gruppo EveryOne e del Collettivo Sa Phrala, per ricordare Luca Iankovic, 26
anni, Rom di origine croata che ha perso la vita esattamente tre mesi fa,
cadendo nel fiume Dora in località Collegno (Torino), per sottrarsi
all'inseguimento da parte di carabinieri armati, che hanno esploso, durante
l'azione, alcuni colpi di pistola. Il corpo di Luca, ormai saponificato e quasi
irriconoscibile, è stato trovato solo il 25 marzo scorso. Il giovane viveva
insieme alla moglie e a cinque figli in una baracca del campo di strada
dell'Aeroporto. Vi sono particolari inquietanti, riguardo alla sua morte, a
partire proprio dal ritrovamento tardivo del cadavere, mentre le sue scarpe e la
giacca di pelle erano state ritrovate subito dopo la scomparsa. "Quella sera
doveva andare a cenare in trattoria in compagnia di amici," spiega la moglie fra
le lacrime, "ma non è più tornato a casa. Voglio sapere chi l'ha ammazzato,
perché di certo non è annegato. Voglio sapere chi ha forzato la macchina di mio
marito e buttato all’aria tutto all’interno, quella sera. Non mi convince la
spiegazione che possa essere caduto nel fiume, perché quella sera i carabinieri
hanno sparato almeno due colpi di pistola contro di lui. Perché nessuno mi
comunica gli esiti dell'autopsia? Perché non si vuole fare chiarezza sulla sua
morte?". Dopo un giorno riservato al dolore e alla preghiera, è necessario
incalzare le autorità affinché siano sgomberate le ombre che circondano la
tragedia, se ne identifichino gli eventuali responsabili e sia finalmente fatta
giustizia.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
info@everyonegroup.com ::
www.everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 28/04/2009 @ 00:30:40, in Italia, visitato 5124 volte)
I link
AudioVideo del Congresso
della Federazione Rom e Sinti Insieme (attenzione, dopo 3 settimane i file cessano di
essere scaricabili) registrato da Radio Radicale.
QUI (da Rom Sinti @ Politica) le reazioni della stampa. Sempre su Rom
Sinti @ Politica, il
testo in italiano del Rapporto 2009 del Commissario del Consiglio
d'Europa Thomas Hammarberg.
Commento e fotografie di Eugenio Viceconte (Alcuni
diritti riservati)
E' stata una manifestazione densa di contenuti e di fermenti democratici.
Sono particolarmente contento e fiero di aver seguito i lavori del congresso.
I miei complimenti al lavoro fatto dalla Federazione.
La volontà e la capacità di far convergere posizioni politiche e esigenze
sociali anche distanti in una posizione unitaria che nasce non dal compromesso
ma da una visione alta della politica come condivisione di valori e rispetto
delle diversità è un esempio democratico veramente encomiabile.
Mi ha piacevolmente colpito la qualità e lo spessore e la concretezza degli
interventi non solo degli esponenti del direttivo ma dei rappresentati di tutte
le realtà locali.
[...]
Piacevolissima l'atmosfera e ed amichevoli gli incontri. Finalmente ho stretto
la mano a Yuri ed a Carlo, che ha fatto un intervento particolarmente
significativo.
Non ultimo davvero buono il catering delle ragazze belle e gentili di
Romano hape
Le foto su Flickr (riportate in formato ridotto, fare clic
QUI per accedere all'album e vederle in dimensione originale)
Congresso della Federazione Rom e Sinti Insieme
Il messaggio di Thomas Hammarberg
Santino Spinelli,
Alexian musicista, docente universitario, leader dei diritti dei Rom, abruzzese
Bruno Morelli, pittore ed intellettuale, abruzzese, rom
Massimiliano Monnanni, direttore generale dell'UNAR
Marco Perduca, senatore (PD - Radicali)
Luca Cefisi, Sinistra e Libertà
Demir Mustafa è nato a Skopje (Macedonia) nel 1960 da una famiglia di
rom dzambasa (allevatori di cavalli) in Italia dal 1989. Scrittore e poeta, lavora per l'Arci in progetti finalizzati all'inserimento sociale di Rom e Sinti.
Presidente dell'associazione Amalipe Romanó e vicepresidente della federazione Rom e Sinti insieme.
Anna Pizzo, consigliere della Regione Lazio
Dijana Pavlovic
Dijana Pavlovic
Nazzareno Guarnieri. E' il carismatico presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme
Dijana Pavlovic, serba naturalizzata italiana, è una attrice ed una donna
passionale prestata alla politica. Eva Rizzin, italiana, dottore in
geopolitica e geostrategia. Dijana è rom, Eva è sinti, ed insieme si battono
contro il pregiudizio e contro antiziganismo, per superare la discriminazione
della minoranza più perseguitata d'Europa.
Giulio Russo - Casa dei diritti sociali. Presidente dei Centri di Servizio per
il Volontariato CESV (Centri di Servizio per il Volontariato) e SPES (Associazione Promozione e Solidarietà)
Roberto Ermanni, responsabile nazionale delle Politiche della Comunità Rom, Sinti e Camminanti
Letizia De Torre, deputato (PD)
Massimo Mapelli, Casa della Carità
Vojislav Stojanovic, consulente del Consiglio regionale del Piemonte, è membro del consiglio direttivo della federazione Rom e Sinti Insieme
Pietro Soldini, CGIL
Giuseppe Casucci, UIL
Eva Rizzin
Piero Colacicchi, rappresentante di Osservazione
Federico Schiavon, sacerdote, Responsabile per la Pastorale della Chiesa Italiana per i Rom e i Sinti
Federico Schiavon
Carlo Berini, promotore dell'Istituto di Cultura Sinti e della associazione Sucar Drom, dell'Opera Nomadi di Mantova
Valentina Halilovic, studentessa dell'istituto alberghiero, discriminata a scuola perché rom
Naio Adzovic, portavoce del campo rom Casilino 900
Romano hape
Romano hape
Romano hape
Romano hape
Romano hape
Romano hape
Il consiglio direttivo della Federazione Rom e Sinti Insieme
Il consiglio direttivo della Federazione Rom e Sinti Insieme
Radames Gabrielli, promotore
dell'associazione Nevo Drom di Bolzano, membro del consiglio direttivo della federazione Rom e Sinti Insieme
Di Fabrizio (del 27/04/2009 @ 09:41:02, in Italia, visitato 1448 volte)
Scrive Francesco Piastra
Nel giorno 24/04/09 (Venerdì) alcuni agenti della polizia di stato insieme a
militari dell'esercito hanno fatto "visita" all'insediamento
ROM di Via di Centocelle e senza mezzi termini hanno comunicato ai residenti
che il giorno 29/04/09 (Mercoledì prossimo) provvederanno a demolire
l'insediamento. Hanno inoltre minacciato che chi ancora non avesse provveduto da
solo allo sgombero del luogo, gli sarebbero stati tolti i propri figli minori ed
affidati, quindi, ai servizi sociali.
Anche se le condizioni igienico sanitarie dell'insediamento sono a dir poco
fatiscenti, lo sgombero che dovrà subire questa piccola comunità non è per
garantirgli una situazione abitativa migliore ma solo per allontanare un
"problema di ordine pubblico". Una volta sgomberati saranno costretti a
dividersi e spostarsi in altri campi già sovraffollati con condizioni abitative
ancora più umilianti e lontani dalle scuole fin'ora frequentate dai loro
bambini. Infatti, quasi tutti i bambini della comunità sono regolarmente
iscritti a scuola, i genitori stessi li portano tutti i giorni a scuola e li
rivanno a prendere, e molti di essi ricevono borse di studio per l'alta
frequenza; tutto ciò non sarà più possibile dopo lo sgombero, che condannerà
anche queste nuove generazioni al non accesso alla cultura e quindi alla
negazione del proprio futuro. Questa comunità sta facendo sforzi enormi per
riscattare la propria condizione sociale, non merita di ricevere un tale
trattamento.
Come cittadini non possiamo permettere a nessuno di trattare come un problema di
ordine pubblico una comunità ridotta ormai da troppi decenni in una condizione
di emarginazione ed infamia sociale. Non possiamo permettere che i bambini
vengano strappati dall'affetto delle proprie famiglie; non possiamo ancora
permettere che i bambini ROM non possano accedere all'istruzione; non possiamo
permettere che siano ancora una volta i più deboli a pagare il prezzo più alto.
Per tutto questo è IMPORTANTE essere in TANTI:
MERCOLEDI' (29 Aprile) MATTINA PRESTO PER SCONGIURARE ED OPPORCI ALL'ENNESIMO
ATTO DI INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DI QUESTA COMUNITA'.
Di Fabrizio (del 26/04/2009 @ 09:49:30, in Italia, visitato 1644 volte)
Segnalazione di Elisabetta Michelini, dal blog del
circolo Pasolini di Pavia
di Erasmo Formica - Associazione Sinti Italiani di Pavia
In questi giorni in cui sembra esser diventato sport nazionale "la caccia al
rom", la cosa più intelligente l’ho letta sul nick di messenger del mio amico
napoletano Piero: "Vittime sono tutti, perché ai rom è stata tolta la
casa/baracca, ai cittadini la capacità di ragionare col proprio cervello". La
guerra anti-rom scoppiata a Napoli, e diffusasi in altre città d’Italia, non è
altro che l’ennesima goccia (e purtroppo non sarà l’ultima) che cade da un vaso
già da parecchio traboccato e che ha come maggior responsabile un sistema
politico e mediatico che, fondandosi su pregiudizi antichi e leggende popolari,
ha deciso di identificare i rom e, più in generale, tutto ciò che è "diverso",
come nemico da combattere. "Difendi il tuo simile… distruggi il resto" questo lo
slogan stampato sulle magliette di tante vittime che hanno perso la capacità di
ragionare col proprio cervello e che, riposti i propri pensieri e le proprie
idee nella naftalina, hanno ceduto la propria abilità di discernere alle parole
dei Tg o a quelle scritte sui maggiori quotidiani nazionali. Ma in fondo tutto
diventa vero se a parlare è una fonte autorevole come la televisione, i giornali
o, magari, un conoscente di un amico. Si parla solo di singoli reati commessi da
rom, capaci di far sparire tutti gli altri crimini, di uguale efferatezza,
commessi da altri. Sono loro il male della nostra amata Italia, è a causa loro
che non possiamo uscire di casa, è stando contro di loro che si vincono le
elezioni, tolleranza zero contro gli zingari e non contro camorra, mafia, usura,
sfruttamento della prostituzione, spaccio, abusivismo, sfruttamento del lavoro
Festa del 12 Settembre 2008 sinti di Via Bramante, inaugurazione
Associazione. Alcune persone per la prima volta sono venute nel nostro campo
E queste persone, che erano poi la maggioranza, le si riconosceva subito… Le
vedevi per i primi tre minuti in un misto di paura e sorpresa, potevi leggere
sui loro volti i pensieri che nel mentre gli scorrevano nella mente: ma questi
Sinti sono come noi, mangiano, ridono, si divertono, sono gentili e dentro le
loro Roulottes c’è un ordine ed una pulizia incredibile… i bambini ridono e
abbracciano la mamma ed il papà… mi offrono da mangiare invece di puntare al mio
portafoglio…
Una trasformazione per tanti. Scoprire che quel mondo terribile non esiste,
scoprire nel "diverso" la sua bellezza, la sua accoglienza, la sua dignità.
Riattivare, attraverso l’incontro ed il confronto con la realtà, il proprio
cervello… C’è chi ci sta chiedendo di barricarci in casa protetti da inferiate e
antifurti, ci impongono aver paura, ci dicono di pensare a noi stessi e che
saranno loro a mostrarci cosa avviene all’esterno e perché abbiamo bisogno della
loro sicurezza, ci fanno vedere il mondo attraverso i loro occhi, attraverso una
scatola quadrata che ci offusca la mente con soubrette e delitti, creano mostri
e con quelli ci minacciano affinché scegliamo noi stessi di delegare a loro le
nostre esistenze.
Abbiamo deciso che vogliamo essere noi a scoprire cosa è reale e cosa non lo
è.
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