Dal blog del
circolo Pasolini di Pavia
Pisa per qualche tempo era diventata un punto di riferimento per il rispetto
di alcuni diritti fondamentali che aveva dimostrato nei confronti delle comunità
Rom. Ha disgraziatamente invertito la rotta e sta commettendo l'errore
vergognoso della Giunta Capitelli: dare soldi ai capifamiglia per andarsene.
Hanno fatto così anche a Pavia, tra il 31 agosto e il 3 settembre 2007. Molti
apparentemente avevano accettato: caricati su pullmini erano stati lasciati
nell'hinterland milanese. Sono tornati quasi tutti. Solo la cecità poteva
non avvedersi che per indigenti totali una cifra tra i 150 euro e 300 poteva
essere allettante lì per lì, ma non poteva essere risolutiva di alcun destino.
Come si può pagare un cittadino europeo per andarsene da un paese europeo? Com'è
possibile che di fronte alle comunità Rom anche le aree del paese più avvedute
rispetto ai diritti di cittadinanza sbrachino a tal punto da non saper prevedere
alcun sbocco politico alla convivenza? In alcuni dei comuni consorziati per la
"buona uscita" ai Rom ci ho vissuto e a lungo. Mi sono portata con me ricordi
struggenti di umanità e accoglienza. Che tristezza.
Irene Campari
CORRIERE DELLA SERA.it
L’iniziativa di un consorzio di nove comuni dell’area, tra cui il capoluogo.
Tra qualche giorno parte il primo pullman
Cinquecento-mille euro per l’impegno a non tornare. «Niente furbi, scegliamo
persone affidabili»
PISA - Il rimpatrio con buonuscita è già stato accettato dai primi dodici
rom, quattro famiglie in tutto. Tra qualche giorno saliranno su un pullman
per raggiungere i luoghi di origine, in Romania. Viaggio spesato e bonus in
denaro: dai cinquecento ai mille euro a nucleo familiare da erogare solo a
destinazione raggiunta. Soldi pubblici, messi a disposizione dalla Società della
salute, un consorzio di nove comuni (tra i quali Pisa, Cascina, San Giuliano
Terme, Vecchiano, Calci, Fauglia) dell’area pisana e l’Asl. L’accordo, con tanto
di firme e controfirme, prevede il consenziente allontanamento dei rom, e in un
imminente futuro sarà esteso anche ai cittadini extracomunitari, sempre che
siano d’accordo. E che impegna, chi accetta «a non rientrare in Italia almeno
per un anno» e a rinunciare ad «accamparsi o a erigere baracche in zona in
luoghi pubblici o privati che non siano destinati allo scopo».
Clausole che però hanno provocato in città polemiche e ironia. I rom sono quasi
tutti cittadini romeni, dunque comunitari e come membri dell’Ue hanno il
diritto di entrare in qualsiasi Paese membro senza restrizioni. Anche se sono
stati pagati con assegno per non tornare un anno intero. «Il rimpatrio
consenziente è un’idea che ci è venuta durante un monitoraggio dei campi abusivi
- spiega Maria Paola Ciccone, assessore alle politiche sociali del comune di
Pisa e da lunedì nuovo presidente della Società della salute -. Sono stati
alcuni rom a chiederci di aiutarli a tornare a casa e dunque con i servizi
sociali abbiamo deciso questa sperimentazione in collaborazione con la Regione
Toscana ». Sulla possibilità di «furberie », l’assessore ammette qualche
rischio: «La nostra è una scommessa. Il servizio non è rivolto a tutti ma solo a
quelle persone meritevoli di fiducia». In città il provvedimento sta creando
polemiche e malumore. Amanuel Sikera, vicepresidente della Consulta provinciale
degli stranieri, in una lettera aperta a Tirreno e Nazione, non ha lesinato
critiche agli enti locali. «Sono rimasto sconcertato dalla ricetta proposta per
il loro rimpatrio - ha scritto Sikera -. Attuare un siffatto provvedimento
significa ammettere un totale fallimento delle politiche di integrazione».
Marco Gasperetti
01 maggio 2009