Di Fabrizio (del 25/08/2012 @ 09:10:43, in sport, visitato 1834 volte)
Vergogna a misura olimpica per l'Irlanda razzistaby Peter
Mc Guire - 17 agosto 2012
Il razzismo era alle porte quando gli eroi olimpici della boxe vinsero oro e
argento a Londra. E' stato sconfortante, prevedibile ed ampiamente condiviso.
Settimana scorsa, la pugile venticinquenne Katie Taylor ha conquistato
l'Irlanda con una performance mozzafiato al primo torneo olimpico di boxe
femminile, contestato e voluto per introdurre i Giochi. Taylor, figura di
grande ispirazione per lo sport, le donne ed il popolo irlandese molto
meritatamente hanno ottenuto grande attenzione dai media con quella medaglia
d'oro.
Non sempre la
copertura è stata positiva. Il quotidiano australiano The Age ha
risposto al successo di Taylor con una serie di pigri stereotipi irlandesi
"bevitori-di -punch", "la Guinness e il whiskey hanno mandato gli Irlandesi
fuori di testa" e, alla perplessità di molti, "[Taylor] è circondata da gente
che preferisce un punch ad una patata." Il giornale Usa Today ha
adoperato un po' di luoghi comuni ed imprecisioni nel suo pezzo sulla vittoria
di Taylor: "Nell'isola verde smeraldo, scorrono libere pinte di Guinness, forse
abbastanza per riempire il mare d'Irlanda. Gli scommettitori fanno girare le
sterline come fossero caramelle" (Tanto per iniziare, l'Irlanda usa l'euro e non
la sterlina. Ma comunque... )
L'ambasciatore irlandese in Australia si è indignato ed ha spedito una
lettera infuocata a The Age, costringendo il giornale a scuse
imbarazzate. Nel contempo, la reazione contro Usa Today ha portato ad
una similare ritrattazione.
Ma il razzismo peggiore non è stato diretto a Taylor, né è arrivato da un
maleducato opportunista sotto forma di giornalista straniero. La vera bile
proviene direttamente dal cuore stesso dell'Irlanda, contro la medaglia
d'argento nella boxe di John Joe Nevin. Lui potrebbe essere un eroe olimpico, il
golden boy della boxe irlandese, ma è anche un Traveller irlandese. I
TRaveller, che conducono uno stile di vita semi nomade, sono la comunità
minoritaria più antica d'Irlanda ed una minoranza significativa anche in GB.
Tutti sanno che è bene odiarli.
Come molte polemiche odierne, è cominciato tutto su Twitter. Poco dopo
l'argento di Nevin, un popolare ristorante di Dublino ha inviato un tweet
di scherno dicendo che presto la famiglia di Nevin sarebbe venuta per il piombo
e il rame, chiamandoli ladri. Lo scherzo è stato ampiamente diffuso via SMS. Il
ristorante è stato messo alla berlina per il suo razzismo estemporaneo, e
rapidamente ha espresso le sue poco convinte scuse. Ma non è trascorso molto
tempo che sono apparsi altri messaggi su Twitter, chiedendo dove fosse il
problema. Non vi siete divertiti? Non avete senso dell'umorismo? Alcuni hanno
suggerito che nel commento vi fosse un briciolo di verità, perché si sa che i
Traveller sono "zingari, ladri", usando una tipica diceria irlandese di
uso quotidiano.
Mullingar, città natale di Nevin, aveva applaudito il ragazzo prodigio della
boxe locale durante i suoi assalti olimpici. Traveller e locali si sono
mischiati, fianco a fianco, con l'entusiasmo che circondava Nevin ad abbattere
le molte barriere che dividono le due comunità. Alcuni l'hanno guardato nei pub
locali, ma la famiglia di Nevin non era tra loro; come membri della comunità
Traveller, è stato loro rifiutato il servizio. Molti pensano che sia stato
giusto così: un Traveller tra i tanti che erano nei pub, sembra abbia assalito
un barman - quindi a nessun Traveller è stato consentito entrare nei pub locali
(ovviamente, nel frattempo il resto astemio della città pregava piamente e senza
nessun screzio tra gli abitanti...).
Per inciso, la famiglia di Nevin è stata poi servita al bar The Covert
e, secondo tutti i testimoni, l'atmosfera era elettrica.
Nevin ha espresso disappunto per il razzismo diretto contro la sua famiglia,
ma ha detto di essere rincuorato per l'ondata di sostegno nella sua città
natale, e di voler mettere l'incidente alle spalle. Spera che la sua vittoria
possa costruire un ponte tra Traveller e stanziali.
Il divieto ad entrare nei bar (negozi, alberghi, parrucchieri) è un problema
comune per la comunità Traveller irlandese, ma è l'ultima delle loro
preoccupazioni. Negli ultimi anni, i governi hanno selvaggiamente tagliato i
servizi educativi di base per migliaia di bambini traveller - bambini che non
hanno scelto di nascere in una comunità così insultata e diffamata. Ha così
chiuso la porta alla possibilità di una vita decente per molti, e non ci sono
voci di ripensamenti.
Ci sono circa 30.000 Traveller in Irlanda. I
dati mostrano che le donne traveller vivono 11,5 anni meno del resto della
popolazione, mentre per i maschi la differenza è di 15 anni. I Traveller sono
svantaggiati nell'accesso ai servizi sanitari. I suicidi sono sei volte maggiori
rispetto al resto della popolazione. Significativamente più alta anche la
mortalità infantile.
Sino agli anni '90, i Traveller sono stati segregati dal sistema scolastico
di massa, molte madri che hanno tentato prima di allora che i loro figli fossero
istruiti, non si sono trovate sostenute dallo stato. L'eredità dello svantaggio
educativo, come in molte comunità della working-class, e che se i
genitori sono analfabeti, i figli non ricevono lo stesso supporto dei loro
coetanei delle famiglie più agiate, e c'è poca o nessuna tradizione di
istruzione. L'analfabetismo tra i Traveller è ancora alto in Irlanda.
L'argomento che uno stile di vita nomade è incompatibile con l'educazione
standard è un non senso: molti paesi, inclusi
Kenya e
Mongolia, sono riusciti a fornire un sistema di istruzione per nomadi. Non
c'è ragione per cui l'Irlanda non possa usare un semplice sistema di centri
educativi in rete per bambini traveller.
In ogni caso la questione è del tutto discutibile, dato che effettivamente la
maggior parte dei Traveller è stata forzata a stanzializzarsi ed integrarsi.
Nevin è stanziale. Ma anche comportandosi al meglio, essere identificati di
provenienza traveller chiude le porte - come si è visto col trattamento
rimediato da Nevin. I Traveller sono obbligati in siti autorizzati, ma i servizi
di base sono regolarmente sotto gli standard richiesti. Spesso ci sono
commissioni e rapporti sulla questione, ma uno dei più recenti ha dovuto essere
rilanciato, due anni dopo la sua pubblicazione, causa il mancato interesse.
La disoccupazione è diffusa, sono in pochi che offrirebbero lavoro ad un
Traveller, ma i Traveller sono regolarmente etichettati come sfruttatori del
sussidio di disoccupazione. Comprensibilmente, forse, l'abuso di alcol è
superiore al resto della popolazione, Varrebbe la pena elencare il resto delle
statistiche, se importasse a qualcuno, ma nessuno lo fa.
In Irlanda la discussione è sempre a senso unico. Il grido sprezzante della "PC brigade"
- come se la correttezza politica fosse una maledetta seccatura che ci impedisce
di offendere le persone vulnerabili - risuona ogni volta che un "liberal dal
cuore tenero" sottolinea la discriminazione, la diffamazione e la povertà
sistematiche patite dai Traveller, e la conversazione cambia immediatamente in
quello che io Traveller dovrebbero fare per essere accettati dalla comunità
stanziale: essere immuni da ogni macchia di reato, la piccola minoranza di
Traveller benestanti deve pagare le tasse, devono finire i feudi delle bande
traveller, e deve ridursi il problema della violenza domestica. Tuttavia, che
sorpresa, gli stessi problemi si registrano anche nella comunità degli
stanziali, come in alcuni settori della comunità traveller.
Però, se un Traveller commette un reato, la comunità stanziale reclama che
l'intera comunità traveller sia in qualche modo collettivamente
responsabile. Ai Traveller viene detto che sono loro, piuttosto che la polizia,
a dover affrontare i crimini commessi dai Traveller, o trovarsi di fronte
all'obbrobrio della nazione, e vedersi allora ignorati legittimamente le loro
reali esigenze sociali di salute, istruzione ed alloggio. Anche se possono
provarci - la rottura dell'omertà non è impresa da poco per le migliaia di
Traveller rispettosi della legge e che stanno lottando per tenere assieme le
loro famiglie - questa lotta tende a togliere spazio ai focus group,
all'attivismo di comunità e all'auto-riflessione.
Generazioni di Traveller, incluso Johnny Doran, la ben nota famiglia Furey ed i
Keenans, hanno dato un grande contributo alla musica irlandese, mentre la famosa
tradizione dei contastorie irlandese probabilmente sarebbe da lungo tempo
estinta senza il contributo dei Traveller. Il loro contributo è stato vitale
all'essenza stessa dell'Irlanda, ma è talmente trascurato che gli stessi
Traveller spesso non ne sono a conoscenza. Anche quando uno di loro come Joe
John Nevin, ottiene un risultato spettacoilare e monumentale, viene subito
rimesso al suo posto. Qual è il messaggio mandato ai bambini traveller?
Perché dovrebbero mostrare una qualche lealtà ad una società che, anche
se vincono la medaglia olimpica, sembra odiarli, escluderli e vilipenderli?
Agli stessi stanziali che sarebbero inorriditi per il tentativo di dipingere
neri o gay come se fossero un tutt'unico, non importa, o preferiscono ignorare,
il fatto che la maggioranza dei Traveller siano cittadini decenti e rispettosi
della legge. Pensano che sia perfettamente normale - addirittura divertente -
scherzare alle spalle di una minoranza oppressa, e considerare "buonista"
chiunque lo contesti (e senza riconoscere che burlarsi da una posizione di
privilegio di un popolo oppresso, non è umorismo ma bullismo). A loro non
potrebbe importare di meno che un essere umano decente, che non ha commesso
reati, affronti regolarmente miseria ed umiliazioni se vuole entrare in un
negozio, soltanto perché Traveller. Le persone che altrimenti pretendono la
decenza, sono indifferenti alle sofferenze di un bambino che impara presto
quanto il mondo lo odi. Questa è la spaventosa mancanza di empatia conseguenza
della disumanizzazione del razzismo.
Raramente, se non mai, la comunità stanziale è interessata nell'affrontare le
cause della comunità traveller, o confrontarsi con i propri pregiudizi. E' più
facile riproporre i pigri stereotipi e scrivere dei Traveller, in massa, come
bugiardi, truffaldini, ladri, alcolizzati, truffatori del welfare, [...] che
godono di una vita magnifica a spese dei contribuenti - ignorando tutte le prove
che mostrano chiaramente il contrario. Le conversazioni nei social media sono
dominate dalla diffamazione dei Traveller, anche da parte di persone colte, che
occasionalmente possono tacitarsi riconoscendo che può esistere un Traveller
onesto, se solo non fosse ricoperto da una pila di reprobi.
Questi pregiudizi sono così radicati che, per assurdo, le
organizzazioni per i diritti dei Traveller ogni volta che i media riportano
di un crimine commesso dai Traveller, devono sempre ripetere di aborrire il
crimine e che non tutti i Traveller sono la stessa cosa. Ma nessuno dovrebbe
sorprendersi che gli stessi meccanismi psicologici che portano alcuni
Ebrei ad auto odiarsi o alcuni gay ad interiorizzare l'omofobia, possano
appartenere anche ai Traveller.
Sono in troppi in Irlanda a ritenere che i problemi che affliggono la comunità
traveller siano causati da qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella loro
stessa cultura ("I Traveller hanno una cultura?" ci si chiede, ignorando i molti
contributi positivi culturali e linguistici all'Irlanda), e che se fossero un
poco più simili a noi, allora tutto sarebbe a posto. Una nozione simile
presuppone che noi abbiamo il diritto di guidare i Traveller, e conformare in
tal senso le politiche pubbliche: la definizione stessa di razzismo.
Parlando di Olimpiadi, Nevin non è stato il solo campione di boxe a subire il
razzismo dalle mani dei connazionali. Dopo che Muhammad Ali vinse l'oro per gli
Stati Uniti nel 1960, in un ristorante a Louisville gli venne detto: "Qui non
serviamo negri." Fu così che Ali gettò la sua medaglia nel fiume. Tanto Ali che
Nevin sono stati abbastanza bravi per vincere medaglie olimpiche per il loro
paese, ma non bravi abbastanza per essere serviti in un luogo pubblico. Fu una
vergogna per l'America. Questa lo è per l'Irlanda.
MAMI Meeting Arte Musica Intercultura Segni 31 agosto, 01 -02 settembre 2012 -
infoline: 340 6278489
PROGRAMMA
VENERDI 31 Agosto
Ore 10,00-13.00 Ritrovo a Porta Gemina di Segni (Roma) e registrazione delle
associazioni e degli artisti; assegnazione e allestimento degli stands.
Ore 15,00-17,00 Convegno Nazionale (Sala Pio XI): Un mondo a colori: Arte,
diritti umani e intercultura, quale prospettiva? con la partecipazione di
autorità locali, politici nazionali ed europei, artisti, giornalisti,
associazioni di volontariato e organizzazioni a difesa dei diritti umani. A
seguire taglio del nastro e Passeggiata dell'Amicizia lungo le vie del borgo
medievale.
Ore 18,30-20,30 (Sala Pio XI) Assemblea Nazionale delle associazioni affiliate
alla FederArteRom, rilascio degli attestati e tessere d'iscrizione 2012.
Ore 21,30- Piazza S. Maria - Segni (Roma)
Presentazione del doppio Cd Compilation a cura di Amnesty International, sezione
italiana (Roma) con Fernando Vasco Chironda Presidente sezione italiana Amnesty
International.
22,00 Segni... di Rock , docenti e allievi del dipartimento di musica moderna
dell'ass. musicale Ars Nova di Colleferro.
SABATO 01 settembre
Ore 10,00 Inaugurazione del 1° Meeting di Arte, Musica e Intercultura (MAMI),
apertura degli stands, dei laboratori e degli stages alla presenza delle
autorità, dei politici locali e nazionali e della stampa nazionale.
Ore 10,30 (Sala Pio XI) Conferenza sul cinema italiano con i registi: Carmine
Amoroso, Paolo Benvenuti, Gianni Di Claudio, Luca Krstic.
Ore 11,00 (Sala Biblioteca) presentazione del libro di Valeria De Luca "La luce
oltre la siepe" edizioni RAI.
Ore 11,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
documentario "Porrajmos" sul genocidio di Rom e Sinti di Fabio Parente.
Ore 12,00 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro "Voglio suonare il
pianoforte" di Fralleone Allessandro e Roberta del Ferraro, Edizioni Eufonia.
Ore 12,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
film "I viaggiatori della luna" di Mariangela Fasciocco.
Ore13,00-14-30 pausa pranzo
Ore 14,30 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro "Il soffio della dea madre"
di Fabiana Magrelli, prefazione di Isabella Ferrari ediz. Infinito
Ore 15,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
film "Cover Boy" di Carmine Amoroso alla presenza del regista.
Ore 15,30 (Sala Biblioteca) Presentazione dei libri di Ennio Bellucci, scrittore
e giornalista di Rai 3.
Ore 16,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
documentario "Tzigari, una storia Rom" di Fabio Parente.
Ore 17,30 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro "Rom...antica gente" di
Daniela Lucatti, prefazione di Santino Spinelli, ediz. Magi.
Ore 18,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
film "Uno specchio per Alice" di Gianni Di Claudio.
Ore 19,00 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro di Gianluca Giunchiglia
"Lungo la ferrovia" Edizioni Erasmo.
Ore 19,30(Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
film "Puccini e la Fanciulla" di Paolo Benvenuti.
Ore 21,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione video
"Baro Romano Drom" (RAI 3) di Gioia Meloni (giornalista Rai di Trieste).
Concerti MAMI Sabato
Piazza S. Maria - Segni (Roma)
Ore: 10,00 Alessandro Cavallucci (chitarra classica e flamenca)
Ore: 11,00 Les Manouches Bohèmiens (jazz manouche),
(piazzale della Biblioteca)
Ore 11,30 Fairy Consort (musica dal XIV al XVI secolo con strumenti d'epoca)
(Piazza S. Maria)
Ore 12,00 Danilo Daita (musica italiana),
Ore 13,00-15,00 pausa pranzo
Ore 15,00 Antonio Febrer (chitarra flamenca)
Ore 16,00 Chaja celen (danze Rom)
Ore 17,00 Natalya Chesnova (musica russa),
Ore 18,00 Les Manouches Bohèmiens (jazz manouche),
Ore 19,00 (all'interno della Cattedrale S. Maria) Concerto polifonico della
Corale Ernica Saxa, direttore Maurizio Sparagna.
(Piazza S. Maria)
Ore 21,00 Premiazione di artisti, politici, istituzioni ed associazioni da parte
dell'amministrazione comunale di Segni e FederArteRom
Ore 21,30 Calamus in concerto (musica tradizionale ciociara),
Ore 22,30 Concerto Orchestra Europea Per la Pace e Alexian Group (musica romanì
europea etno-sinfonica) direttore Michele Lorusso.
DOMENICA 02 Settembre
Ore 10,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Proiezione Film "Il Giudizio
Universale" di Luca Krstic.
Ore 10,30 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro: "La bambola di Solange" di
Ornella Fiorentini ediz. Manidistrega.
Ore 11,00 (Sala Pio XI) Spettacolo teatrale: "La lettera" di Antun Blazevic a
cura dell'ass. Theatre Rom (Roma).
Ore 11,30 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro di Maria Giuseppina Pagnotta
"L'emozione di incontrarsi all'improvviso" ediz. Guida.
Ore 12,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
film "Tarda estate", testimonianze di abruzzesi sulla seconda guerra mondiale,
di Gianni Di Claudio
Ore 12,30 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro "Speranza" di Antun Blasevic,
prefazione di Moni Ovadia, ediz. UNI service Trentino.
Ore 13,30-15,00 pausa pranzo
Ore 15,00 (Sala Biblioteca) Presentazione del libro "Signom ni Rom" (sono un
uomo) di Marina Montagnini, Giulietta Maria Morra ediz. Capitan Book, intermezzi
musicali del M° Valerio Vaiarelli.
Ore 15,30 Lettura scenica (Sala Pio XI) "Duj furatte mulo/Due volte morto"
dramma bilingue di Santino Spinelli e Daniele Ruzzier, con "Alexian" Santino
Spinelli (fisarmonica e voce recitante) e Valeria De Luca (voce recitante) con
accompagnamento musicale dell'Alexian Group (Gennaro Spinelli-percussione,
Giulia Spinelli-violoncello, Evedise Spinelli-arpa, Antonio Ranieri- chitarra-
Luciano Pannese- contrabbasso, Manuel Virtu, chitarra e loud).
Ore 16,00 (Sala Biblioteca) Presentazione libro di Torres Vladimiro "Storie e
vite di Sinti dell'Emilia"
Ore 17,00 (Sala Pio XI) Lettura scenica (poesie) di e con Ferdi Berisa
(vincitore Grande Fratello 2008).
Ore 17,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
documentario "La luce oltre la siepe"(Rai 2) di Valeria De Luca.
Ore 18,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Incontro-dibattito "I giovani, il
diritto d'autore e la creatività artistica" con Omar Crocetti (Presidente ass.
"Amici della musica" F. Fenaroli-EMF),
Ore 19,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
documentario "Tocar y luchar" a cura di Omar Crocetti.
Ore 19,30 (Sala biblioteca) Presentazione del libro "Rom, Genti Libere, storia,
arte e cultura di un popolo misconosciuto" di Santino Spinelli, prefazione di
Moni Ovadia, ediz. Dalai, Milano.
Ore 20,00 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
documentario "Il diavolo inventò la vanga" sul mondo contadino di Gianni di
Claudio.
Ore 21,30 (Sala polifunzionale di Via Traiana) Presentazione e proiezione del
video-clip dei Daltrocanto "Ce sta sempe 'nu sud".
Concerti DOMENICA
Piazza S. Maria - Segni (Roma)
Ore 10,00 Les Manouches Bohèmiens (jazz manouche),
Di Fabrizio (del 23/08/2012 @ 09:11:31, in media, visitato 1555 volte)
Globalist.itZingari mandati dal sindaco di Cagliari in una lussuosa
villa con piscina. Lo scrive il giornale locale. Ma il web journal scopre che
non è vero e accartoccia la vecchia stampa. di Claudia Sarritzu Una bella foto di Josef Koudelka. Nella sua mostra (andrebbe portata a
Cagliari) racconta i rom
Succede in Sardegna, un milione e mezzo di abitanti e due soli quotidiani, uno
letto nel nord dell'isola, La Nuova Sardegna, l'altro a sud, L'Unione Sarda.
Quest'ultima fa parte del colosso editoriale di Zuncheddu, proprietario anche di
Videolina, la televisione privata locale più vista e di Radiolina, unica radio
locale ad avere la maggior quantità di pubblicità dell'isola. Un colosso
editoriale invincibile, per tutti coloro vogliono costruire una voce
alternativa. Premesse indispensabili per capire una storia che è fatta di
giornalismo partorito al computer, lontano dai fatti, di poca umiltà, di scuse
mancate quando sbaglia.
Protagonista della vicenda è il popolo Rom, un gruppo di famiglie che fra maggio
e giugno sono state sgomberate da un campo ormai considerato invivibile per
l'assenza di igiene. Ed ecco che entra in scena Zedda, il primo sindaco giovane
e di sinistra di Cagliari. Zedda agita e spaventa la destra, applicando nei
fatti la parola "integrazione" anche se non tutti in città sembrano
culturalmente pronti a una posizione di questo tipo, forse neppure il
centrosinistra. Vuole trovare alloggi nell'hinterland per "gli zingari" e molti
si chiedono perché "scaricare" il "problema Rom" sui comuni limitrofi. La Giunta
risponde dopo una lunga trattativa con gli stessi nomadi che non vogliono le
case ma un campo. È giugno e i titoli dei giornali tuonano una frase del loro
portavoce, usata e strumentalizzata che recita così " Date le case ai vostri
poveri". La motivazione è logica, le case in città costano troppo e il comune
non può pagare affitti esorbitanti. Si arriva a luglio con la rivolta di San
Sperate, un comune vicino a Cagliari che si indigna quando scopre l'imminente
arrivo dei Rom, il sindaco poi cercherà durante una seduta del Consiglio
comunale di chiarire che la sua comunità "non è razzista".
Poi ci sono gli altri, quelli che fanno i tolleranti con la pazienza altrui, i
radical chic che non ne hanno mai incontrati di Rom se non ai semafori. Quelli
che danno dei razzisti a tutti solo per darsi un tono. La città si spacca, tutti
ne parlano, c'è crisi, e fa caldo, le famiglie hanno meno soldi per andare in
vacanza e i figli laureati disoccupati nelle loro camerette che non possono
neppure sognarselo un alloggio.
È qui che il giornalismo dovrebbe essere fatto con la testa, proprio in questi
momenti storici dove tutti sono più arrabbiati, egoisti e portati al sospetto,
allo scontro, alla cacciata dell'altro che ci può privare di un diritto. Non ci
si può permettere di diventare distratti, di cavalcare con i titoli le emozioni.
È un attimo che una società impoverita di tutto, specialmente del futuro, generi
mostri.
Ma un titolo azzeccato, anche se falso e fuorviante, si sa che può valere una
promozione, un incremento consistente di vendite.
Così L'Unione Sarda titola l'11 agosto scorso: "Ai rom case con piscina e
idromassaggio. Per un anno affitto pagato dal Comune" (qui leggete l'articolo).
Se fosse vero, la cosa sarebbe discutibile. Il fatto è che la questione è falsa
perché alcune ore dopo il quotidiano online
Cagliari Pad invia due giovani
cronisti, Alessandra Ghiani e Simone Spiga, muniti di telecamera e macchina
fotografica a documentare se davvero di ville di lusso si tratta. La scena che
si presenta davanti ai loro occhi è questa. Guardate il video:
Si può fare un errore così grossolano e pericoloso che può fomentare l'odio
razziale? E' normale che poche ore dopo il lodevole lavoro di Ghiani e Spiga,
che sotto il sole delle 15 del pomeriggio hanno filmato "la verità", invece che
inviare delle scuse per l'errore imbarazzante venga pubblicato un nuovo pezzo di
questo tenore (leggere qui)?
L'obiettività poche volte può essere raggiunta in questo mestiere, ma in questo
caso si trattava di cronaca che poteva essere realizzata con il semplice
resoconto di quello che si vede a occhi nudi, che motivo c'era allora di
confondere una tale situazione di abbandono con una super villa?
La storia finisce con una denuncia da parte dell'Associazione nazionale Rom
all'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar-Roma), al ministero
dell'Integrazione e cooperazione internazionale, al prefetto, al sindaco ed alla
Procura della Repubblica. La motivazione è una "campagna di odio razziale
anti-rom a Cagliari" che sarebbe nata dopo l'assegnazione di alcune case ai
nomadi sfrattati dal loro vecchio campo, nei pressi della Statale 554, perché
eccessivamente lussuose. I soldi del comune per dover di cronaca Zedda non li ha
presi dalle casse di Cagliari ma sono fondi con destinazione già assegnata
dell'Unione europea per questi casi. Un capolavoro, di dignità e rispetto,
integrazione e tenuta dei conti pubblici che sarebbe stato opportuno raccontare.
I siti internet tutti alleati in questa vicenda fanno boom di condivisioni, e
Cagliari Pad vince la sua prima piccola grande sfida contro il magnate
indiscusso dell'informazione sarda.
Restano gli anziani, quelli che non usano internet e sfogliano l'unico giornale
locale trovano in edicola. A loro chi spiegherà che non si trattava di piscine e
idromassaggi?
Di Fabrizio (del 22/08/2012 @ 09:15:21, in Kumpanija, visitato 1634 volte)
Corriere Immigrazione diventa una testata giornalistica. Le ragioni di
questo cambiamento. Chi siamo e cosa speriamo di fare. Con il vostro aiuto.
[Continua]
Ci sono rivoluzioni che si fanno con le armi. Altre possono cominciare da un
semplice cambio di prospettiva. L’evento-rassegna
Hai mai provato in via Idro?
nasce da questa considerazione. E rischia di essere rivoluzionario non tanto per
il programma (che pure è di tutto rispetto) quanto per la location: il campo rom
di via Idro, a Milano. Si è cominciato con la presentazione del libro di Gabiella Kuruvilla,
Milano, fin qui tutto bene, in compagnia dell’autrice e di
due attori che ne hanno interpretato alcuni brani. Si è proseguito con la
proiezione del film, in anteprima nazionale, La canzone di Rebecca, con la
presenza di protagonista e regista. Il programma futuro, tra poco disponibile on line, prevederà ancora presentazioni, dibattiti, proiezioni.
In questo campo - regolare ma costantemente sotto sfratto: da un paio d’anni
ormai attende di essere sgomberato per fare spazio a un campo di transito -
vivono un centinaio di rom harvati italiani, tutti imparentati tra loro. Via
Idro è una stradina milanese di mezza campagna, che si innesta sulla molto più
famosa via Padova quasi alla fine della città e scorre lungo il canale della
Martesana. Se non fosse per i rom non la conoscerebbe nessuno. Il campo è stato
spesso raccontato dalla stampa con toni noir e parossistici: a volte come una
lercia baraccopoli infestata da cani aggressivi, a volte come un’enclave
puntellata da ville con piscine e leoni di marmo, in un’atmosfera simile a
quella delle faraoniche residenze dei casalesi di Gomorra. Basta farci un giro
però per rendersi conto che la realtà è differente e molto più ordinaria. Gli
abitanti, stanchi di essere raccontati da personaggi mai visti, hanno pensato
allora di dare a molti, potenzialmente a tutti, la possibilità di farsi un giro
e di trascorrere in questo fazzoletto di verde scampato al cemento una serata
diversa. Hanno pensato di aprire il campo ai non rom, gagè in lingua romanì.
L’idea della rassegna nasce dallo sforzo congiunto di Fabrizio Casavola,
curatore del blog Mahalla, un portale di news sul mondo rom che raccoglie
notizie, informazioni provenienti dall’Italia e dall’estero, e di Marina, un’
abitante del campo. "La gente che viene qui ha la possibilità di vedere un campo
rom, il nostro, nella sua realtà e non attraverso i filtri della tv e dei
giornali. In questa realtà ci sono anche cose belle". Per esempio un’atmosfera
bucolica assai sorprendente a Milano. Ma anche i legami e la solidarietà
famigliare. E l’allegria dei bambini, lontana anni luce dallo stereotipo che li
vorrebbe tutti schiavi della questua.
"E’ un modo per conoscersi, e non unidirezionale. Alcuni visitatori non avevano
mai messo piede in un campo rom e non conoscevano nessun rom", continua Marina.
"Mi facevano domande, erano curiosi, stupiti. Ma anch’io le facevo a loro,
perché la curiosità che un gagé può nutrire nei nostri confronti è identica a
quella che noi abbiamo nei suoi".
Non è la prima volta che questa comunità di rom Harvati getta un ponte verso
l’esterno. "Già 20 anni fa questo campo aveva tentato di interagire con la zona-
spiega Casavola - in particolare attraverso iniziative legate al mondo della
scuola. Da tre o quattro anni, invece, un po’ per la mancanza di interventi da
parte del Comune un po’ per il rischio di sgombero, tutto si è interrotto.".
Adesso si riparte, per iniziativa dei rom. E tutta la cittadinanza è invitata in
via Idro.
Fabrizio Casavola è autore di
Vicini distanti: cronache di via Idro: una
raccolta di frammenti, storie, aneddoti sulla travagliata esistenza di un campo
regolare e dei suoi abitanti. Il libro offre un ampio resoconto sui piccoli e
grandi passi che questa comunità ha intrapreso dal 1989. Ma è anche una
testimonianza dall’interno, di un gagé che si è addentrato nell’universo rom e
che non ha mai più lasciato.
L'espulsione dei Rom dalla Francia non funzionerà, perché la Francia (e
l'Europa) non ha idea di quanto succede nei ghetti rom o di come integrare i
Rom.
16/08/2012 - Le autorità francesi hanno nuovamente iniziato a smantellare i
campi rom "illegali", offrendo ai Rom rumeni 300 €. a testa ed un biglietto
gratuito per la Romania.
Una gamma piuttosto ristretta di media ha ripreso la notizia, la maggior
parte sono stati critici verso le autorità francesi. La Commissione Europea ha
rilasciato una dichiarazione, però solo da un portavoce di basso profilo. I
politici francesi ed europei sono stai in notevole silenzio.
Nell'estate 2010, l'allora presidente francese, Nicolas Sarkozy, promise che
avrebbe smantellato metà dei campi rom illegali in Francia e avrebbe rimandato
in patria i Rom bulgari e rumeni. François Hollande - allora una figura di
spicco dell'opposizione - assieme ad altri socialisti criticò fortemente
l'approccio governativo della destra. La Commissione Europea asserì che la
Francia stava usando metodi mutuati dai nazisti e Viviane Reading, commissaria
alla giustizia, disse che "questa è una situazione a cui mai avrei pensato
l'Europa avrebbe dovuto assistere dopo la II guerra mondiale"; mentre il
Parlamento Europeo emise parole forti per condannare l'azione francese. Molti
dei più importanti canali d'informazione condannarono le azioni francesi.
Ma il nuovo governo socialista sembra agire esattamente come fece quello
precedente di destra nel 2010.
Perché questa differenza?
Lo scontro nel 2012 tra Reding e Sarkozy costò caro ad entrambe. Sembra che
tanto la Commissione Europea che le autorità francesi abbiano imparato la
lezione. La decisione di Reding di lasciare la risposta ad un portavoce,
continua la sua politica dal 2010, nell'essere molto attenta a non alzare troppo
la voce contro la Francia. Da parte sua Hollande sta lasciando la questione in
mano alle autorità locali e al ministro degli interni. Molto probabilmente,
entrambe sperano di trovare una soluzione accettabile per evitare l'attenzione
dei media e risolvere senza troppo rumore le questione sollevate dalla presenza
dei campi rom illegali in Francia.
Il problema è che questo approccio non può funzionare. Né la Commissione né
il governo francese (e nessun governo UE, se è per questo) sembrano avere idea
di che cosa stia succedendo. I maggiori incentivi per i governi de3i paesi di
provenienza dei Rom, assieme a quelli per i Rom stessi, incoraggiano la
migrazione verso ovest, invece dell'inclusione nelle loro società.
Ecco alcune delle cose che i politici in Francia, Europa orientale ed
incaricati di Bruxelles non sanno o non vogliono dire:
I ghetti in Romania e Bulgaria sono ben peggiori di
qualsiasi campo illegale in Europa occidentale. Il numero di
quanti vivono in questi ghetti sta crescendo. E così il numero
di tossicodipendenti, infetti da HIV/AIDS, criminali ed
analfabeti funzionali.
Lavorare, mendicare, prostituirsi o piccola criminalità
fanno guadagnare di più - sino a 20 - 30 volte - in Europa
occidentale che nei luoghi di provenienza dei Rom.
I servizi sociali per i Rom migranti sono di gran lunga
migliori nei campi illegali in Francia, dei servizi disponibili
per quei cittadini rumeni, ungheresi, slovacchi o bulgari che
vivono nei ghetti.
Le condanne per crimini minori e le condizioni delle
prigioni in Europa dell'est, rendono quasi una meta vacanziera
le prigioni in Francia, Italia e GB.
Pagare 300 €. a rimpatrio ed offrire il biglietto aereo
gratis è un enorme spreco di denaro pubblico, oltre che un
significativo incentivo ad ulteriori migrazioni. La famiglia rom
che migra in Francia ha in media cinque componenti; quella
famiglia riceverà 1.500 €. per tornare in Romania. Il costo di
un biglietto del bus per la Francia è di circa 40 €. a persona -
diciamo 200 €. a famiglia. Ciò significa un guadagno netto di
1.300 €. - più delle entrate annuali medie di una tale famiglia
in un ghetto.
La maggior parte degli stati membri dell'Europa centrale ed
orientale hanno significativi incentivi per sbarazzarsi dei Rom.
I governi a Bucarest, Sofia, Budapest, Bratislava e Praga non
godono di incentivi per fermare la migrazione dei Rom. Che sono
di gran lunga la minoranza etnica più odiata nella regione - la
popolazione maggioritaria è felice di votare per qualsiasi
politico anti-Rom. In Romania a migliaia cantano per la morte
dei Rom durante le partite di calcio. Per molti politici nella
regione, il "dumping etnico" - i Rom che lasciano il loro paese
- appare una soluzione migliore dell'inclusione sociale.
Quando si tratta di Rom, il razzismo istituzionale -
tradotto in mancanza di accesso e partecipazione significativi
ad un'istituzione - è insito nelle istituzioni europee. E'
spaventosa la mancanza di esperienza pratica o persino
accademica nell'agire con l'inclusione rom a livello di
istituzioni europee. Alcuni dei peggiori esempi sono la
Commissione Europea e l'Agenzia per i Diritti Fondamentali, le
principali organizzazioni incaricate dell'inclusione sociale a
livello europeo. Questo toglie legittimità alle istituzioni
quando fanno raccomandazioni agli stati membri, riguardo le
misure per l'inclusione sociale dei Rom, in particolare quando
ci si riferisce ad azioni positive.
La presenza di politici rom nei principali partiti o nei
governi è abissale. Lo stesso riguardo la presenza di esperti
rom o incaricati nel processo decisionale.
E' stato riconosciuto dal 1984 che i Rom sono discriminati
ed esclusi. Ma gli stati membri UE hanno fallito
drammaticamente, facendo sostanzialmente nulla anche solo per
fermare la tendenza alla crescente esclusione. La situazione
attuale è il diretto risultato dell'inazione o di politiche
inette, disegnate da persone ben intenzionate senza nessuna
esperienza sulle questioni rom.
Soluzioni ce ne sono. Ma non sono né immediate né a buon mercato. I Rom
devono diventare cittadini rispettati del loro paese, ma anche responsabili.
Questo non può accadere solo tramite grandi discorsi a Bruxelles o costose
conferenze negli hotel a cinque stelle delle capitali dell'Europa orientale.
Gli sforzi vanno prima di tutto incanalati verso il lavoro a livello base,
con l'obiettivo di rendere i Rom cittadini responsabili ed attivi, eliminando l'antiziganismo,
creando incentivi a favore delle parti principali, governi ed istituzioni UE
volte a rafforzare i Rom, e misure che assicurino ci siano almeno alcuni Rom
nelle posizioni decisionali a livello nazionale ed europeo.
Valeriu Nicolae è un Rom rumeno con molti anni di esperienza di lavoro nei ghetti. Nel 2009 ha iniziato un progetto in uno dei peggiori ghetti in Romania, che ha ricevuto il premio UNICEF 2012 come miglior progetto sportivo ed educativo. La sua organizzazione il Centro di Politica per i Rom e le Minoranze, ha anche ricevuto il premio Sviluppo della Società Civile Rumena nel 2012.
Questa mattina (17 agosto, ndr.) alle ore 8.30 forze di polizia, carabinieri e
guardia di finanza hanno chiuso al traffico via Prenestina e con una decina di
blindati hanno sfondato il cancello del civico 911, facendo irruzione
all'interno dell'insediamento abitato prevalentemente da rom e romnì, approdati
in quell'area 3 anni fa dopo lo sgombero del campo di via di Centocelle.
Mentre al civico 913 gli abitanti di Metropoliz sono saliti sui tetti e si sono
barricati all'interno dell'ex fabbrica pronti a resistere, i 40 nuclei del 911
hanno avviato una trattativa con la sala operativa sociale del comune con la
mediazione di 2 attivisti dell'associazione Popica onlus, che sono stati
denunciati.
Una trentina di nuclei rom e romnì ha rifiutato le soluzioni tampone proposte
dal comune ed è stato accolto dentro Metropoliz, scegliendo di proseguire il
percorso di lotta e di autodeterminazione all'interno della città meticcia. Gli
altri hanno trovato sistemazione all'interno varie strutture gestite dal comune.
Ancora una volta l'amministrazione e la questura utilizzano il mese di agosto
per portare a termine operazioni di sgombero senza soluzioni concrete, mostrando
il pugno duro contro chi reclama diritti e occupa per necessità in assenza di
politiche abitative degne e sostenendo gli interessi dei signori del mattone e
della rendita in una città disegnata a misura degli speculatori.
L'accanimento verso i rom e le romnì conferma che il "piano nomadi" è uno
strumento di mera persecuzione razzista, mentre la scelta di non subire il
ricatto dell'amministrazione e di proseguire la battaglia per il diritto
all'abitare dentro la città meticcia da parte di 30 nuclei rafforza la nostra
idea che oggi più che mai, dentro la crisi, è necessario autorganizzarsi e
riconquistare il diritto alla città attraverso il riuso del costruito pubblico e
privato, per sottrarre spazio alla rendita e affermare spazi di libertà.
Metropoliz_ città meticcia
Blocchi Precari Metropolitani Popica onlus
(AGI)
- Roma, 17 ago. - E' morto a Roma don Bruno Nicolini, grande amico del popolo
Rom cui ha dedicato oltre 50 anni della sua vita. Il sacerdote aveva 85 anni.
Ne' da' notizia la Comunita' di Sant'Egidio. Don Bruno inizio' a occuparsi di
Rom e Sinti nel 1958, quando vice parroco a Bolzano fondo' l'Opera Nomadi. Fu
chiamato a Roma nel 1964 da Papa Paolo VI per continuare a occuparsi della
pastorale dei Rom nella capitale; a Pomezia nel 1965 preparo', nello spirito del
Concilio Vaticano II, il primo grande incontro europeo tra il popolo Rom e Papa
Paolo VI. I funerali, celebrati da mons. Matteo Zuppi vescovo ausiliare di Roma,
si terranno domani (oggi, ndr.) alle 11,30 nella Basilica di Santa
Maria in Trastevere. Don Bruno Nicolini creo' inoltre il Centro Studi Zingari,
punto di riferimento culturale per molti per la comprensione della lunga storia
dei Rom in Europa. Dalla fine degli anni '80 responsabile per la Diocesi di Roma
della cappellania per la pastorale dei Rom e Sinti, partecipo' all'incontro dei
Rom europei con Papa Benedetto XVI in San Pietro nel giugno 2011.
La Comunita' di Sant'Egidio, che ha ospitato don Bruno Nicolini in una casa
della Comunita' dove ha vissuto accompagnato negli ultimi anni dall'amicizia di
tanti, esprime cordoglio "per la perdita di un grande amico e di un testimone
evangelico dell'amicizia e dell'amore per il popolo Rom".
Di Fabrizio (del 17/08/2012 @ 09:15:34, in scuola, visitato 1552 volte)
Capita spesso che qualcuno mi chieda la traduzione di
qualche frase in romanes. Credo quindi che quanto segue possa interessare. A
occhio e croce, il 90% delle parole riportate sono uguali a quelle usate dai Rom
in Italia.
Condivideremo alcune conoscenze per promuovere la lingua romanì. Di seguito
troverete alcune parole ed espressioni raccolte dai volontari di
Media Roma ad İstanbul. In futuro, il dizionario verrà ampliato col vostro
contributo, includendo nuove parole ed espressioni da altre città.
Vocabolario romanes - preparato ad İstanbul
Termini base
Açho Devlesa: Arrivederci / Ca Devlesa: Tu possa essere felice / To alav sosi?:
Come ti chiami? / Me isi nom o ...: Mi chiamo... / Tu Katar İsinan:
Di dove sei?
/Me isinom katar...: Sono di... / Romanes Canes: Parli romanes? (dialetto
laxo) / Romanes Canesa: Parli romanes? / Sari Sinan: Come stai? / So Kerdan:
Che hai fatto? / So Kerde: Cos'hanno fatto? / So Keresa:
Che stai facendo? / Ci ki yavin: Sino a mattina / Ci ko kher:
Verso casa / Ci: Sino - Verso /
Laçi Tumari Rat: Buona notte a te /
Pronomi
Me: Io / Tu: Tu / Odava: Lui (dialetto xorahahane) / Odiya:
Lei (dialetto xorahahane) / Odala (Xorahane) Voy: Lei (Laxo) / Voj:
Lui (Laxo) / Von: Loro
(Laxo) / Amen: Noi / Tumen: Voi / Odala: Loro (Xorahane) / Kadava:
Questo
(Xorahane) / Kava: Questo (Laxo) / Kiri: Suo (di lei) (Laxo) / Koro:
Suo (di lui) (Laxo) / Kodova:
Quello (Xorahane) / Kova: Quello (Laxo) / Moro: Mio / Toro:
Tuo (Xorahane) / Tori:
Tuo (femminile) (Xorahane) / Les Ki: Suo (di lei) (Laxo) / Les Kiri:
Suo (di lei) (Xorahane) / Les
Ko: Suo (di lui) (Laxo) / Les Koro: Suo (di lui) (Xorahane)
Casi
Kher: Casa / Ekherestar: Da casa / Ekhereste: A casa / Kokher:
Verso casa
Veş: Foresta / Eveşestar: Dalla foresta / Eveşeste: Nella
foresta / Koveş: Verso la foresta
Parentele
Baba: Nonna
Baçe: Fratello maggiore
Baye: Fratello maggiore
Biyav: Matrimonio
Bori: Sposa
Camutro: Sposo
Camutro: Testimone di nozze
Chavo: Figlio
Chay: Figlia
Mami: Nonna
Miday: Mia mamma
Modat: Mio papà
Mophral: Mio fratello
Nane: Fratello maggiore (Laxo)
Papu: Nonno
Phen: Sorella
Phral: Fratello
Calendario
Abreş: Quest'anno
April: Aprile
Bocuk: Dicembre
Breş: Anno
Chon: Mese
Dersi: L'anno prossimo
Disera: Ora
Dives: Giorno
Diyes: Giorno
İç: Ieri
Kham: Sole
Masek: Mese
Milay: Estate
Ratasa: Notte
Thera: Domani (Laxo)
Yavine: Domani
Yivent: Inverno
Termini generali
Bezaxa: Peccato
Çor: Ladro
Doş: Crimine
Drom: Strada
Gili: Canzone
Kher: Casa
Love: Soldi
Pares: Soldi
Sastipe: Salute
Saya: Soldi
Suno: Sogno
Aggettivi
But: Troppo
Buxlo: Ampio
Civdo: Vivo
Khanlo: Cattivo
Mulo: Morto
Phuri: Anziana
Phuro: Anziano
Rama: Giovane
Sano: Magro
Suslo: Umido
Şil: Tempo freddo
Şudro: Cibo freddo
Tank: Stretto
Tato: Caldo
Terni: Giovane per donna
Terno: Giovane per uomo
Thulo: Grezzo
Uço: Alto
Xarik: Piccolo
Xarno: Corto
Di Fabrizio (del 16/08/2012 @ 09:17:53, in Regole, visitato 1475 volte)
di Roberto Ortolan
TREVISO Mercoledì 08 Agosto 2012 - 15:44 - La decisione della Prefettura, su
richiesta dell’assessore Andrea De Checchi, di usare il pugno di ferro nei
confronti di tutti i nomadi ritenuti responsabili di intollerabili scorribande,
è stata accolta con stupore dagli "zingari". "È una scelta assurda - spiega un
rom 40enne - che colpisce nel mucchio senza fare distinzioni tra chi commette
reati e chi rispetta le regole. A casa mia le porte sono sempre aperte. La
polizia si può presentare quando vuole. Non ho niente da nascondere". Gli fa eco
un cugino, 29 anni: "La polizia fa il proprio lavoro - precisa - e fa rispettare
la legge, ma questo mi sembra un sopruso. Io ho sbagliato e pagato. Ora rigo
dritto, ma se i controlli sono indiscriminati sono vessatori e - come dice il
mio avvocato - contrari alla Costituzione".
Più duro Stijepan Baricevic, al quale il provvedimento fa venire in mente le
leggi razziali: "Più che un pugno di ferro - è il suo esordio - questo
provvedimento ha un sapore razziale. Se la criminalità aumenta bisogna trovare
un capro espiatorio e così, come era accaduto nella Seconda Guerra Mondiale, si
individuano a priori i colpevoli. I nazisti colpirono e fecero finire nei lager
gli ebrei e i rom. Oggi prendersela con gli ebrei è "politicamente scorretto"
così sulla graticola finiscono i rom e gli zingari, come amano definirci alcuni
trevigiani".
Per Baricevic è il presupposto, la motivazione della decisione della Prefettura.
"Le forze dell’ordine - aggiunge - devono perseguire i criminali, i banditi e i
rapinatori. Ce ne sono tra i rom come ve ne sono in altre etnie. È sempre
sbagliato ragionare per categorie. I cattivi e i fuorilegge ci sono tra i poveri
e i ricchi, tra colletti bianchi e lavoratori. Ben vengano comunque i controlli,
perché potranno strapparci qualche sorriso. A casa mia non troveranno niente di
illegale e perciò i poliziotti lavoreranno inutilmente".
In conclusione Baricevic riserva una frecciata al veleno alle autorità di
pubblica sicurezza: "Dicono che in Italia non ci sono nemmeno i soldi per far
camminare le auto di carabinieri e polizia. Non mi sembra. Quelli per
controllare i rom li hanno trovati e a nessuno importa se sono soldi buttati
dalla finestra. I banditi sono altri".
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