Sgomberato l'insediamento di via Prenestina 911, i Rom proseguono il percorso di autodeterminazione dentro Metropolis
Di Fabrizio (del 19/08/2012 @ 09:18:46, in Italia, visitato 1378 volte)
Da
Popica.org
Questa mattina (17 agosto, ndr.) alle ore 8.30 forze di polizia, carabinieri e
guardia di finanza hanno chiuso al traffico via Prenestina e con una decina di
blindati hanno sfondato il cancello del civico 911, facendo irruzione
all'interno dell'insediamento abitato prevalentemente da rom e romnì, approdati
in quell'area 3 anni fa dopo lo sgombero del campo di via di Centocelle.
Mentre al civico 913 gli abitanti di Metropoliz sono saliti sui tetti e si sono
barricati all'interno dell'ex fabbrica pronti a resistere, i 40 nuclei del 911
hanno avviato una trattativa con la sala operativa sociale del comune con la
mediazione di 2 attivisti dell'associazione Popica onlus, che sono stati
denunciati.
Una trentina di nuclei rom e romnì ha rifiutato le soluzioni tampone proposte
dal comune ed è stato accolto dentro Metropoliz, scegliendo di proseguire il
percorso di lotta e di autodeterminazione all'interno della città meticcia. Gli
altri hanno trovato sistemazione all'interno varie strutture gestite dal comune.
Ancora una volta l'amministrazione e la questura utilizzano il mese di agosto
per portare a termine operazioni di sgombero senza soluzioni concrete, mostrando
il pugno duro contro chi reclama diritti e occupa per necessità in assenza di
politiche abitative degne e sostenendo gli interessi dei signori del mattone e
della rendita in una città disegnata a misura degli speculatori.
L'accanimento verso i rom e le romnì conferma che il "piano nomadi" è uno
strumento di mera persecuzione razzista, mentre la scelta di non subire il
ricatto dell'amministrazione e di proseguire la battaglia per il diritto
all'abitare dentro la città meticcia da parte di 30 nuclei rafforza la nostra
idea che oggi più che mai, dentro la crisi, è necessario autorganizzarsi e
riconquistare il diritto alla città attraverso il riuso del costruito pubblico e
privato, per sottrarre spazio alla rendita e affermare spazi di libertà.
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