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questo cambiamento. Chi siamo e cosa speriamo di fare. Con il vostro aiuto.
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Ci sono rivoluzioni che si fanno con le armi. Altre possono cominciare da un
semplice cambio di prospettiva. L’evento-rassegna
Hai mai provato in via Idro?
nasce da questa considerazione. E rischia di essere rivoluzionario non tanto per
il programma (che pure è di tutto rispetto) quanto per la location: il campo rom
di via Idro, a Milano. Si è cominciato con la presentazione del libro di Gabiella Kuruvilla,
Milano, fin qui tutto bene, in compagnia dell’autrice e di
due attori che ne hanno interpretato alcuni brani. Si è proseguito con la
proiezione del film, in anteprima nazionale, La canzone di Rebecca, con la
presenza di protagonista e regista. Il programma futuro, tra poco disponibile on line, prevederà ancora presentazioni, dibattiti, proiezioni.
In questo campo - regolare ma costantemente sotto sfratto: da un paio d’anni
ormai attende di essere sgomberato per fare spazio a un campo di transito -
vivono un centinaio di rom harvati italiani, tutti imparentati tra loro. Via
Idro è una stradina milanese di mezza campagna, che si innesta sulla molto più
famosa via Padova quasi alla fine della città e scorre lungo il canale della
Martesana. Se non fosse per i rom non la conoscerebbe nessuno. Il campo è stato
spesso raccontato dalla stampa con toni noir e parossistici: a volte come una
lercia baraccopoli infestata da cani aggressivi, a volte come un’enclave
puntellata da ville con piscine e leoni di marmo, in un’atmosfera simile a
quella delle faraoniche residenze dei casalesi di Gomorra. Basta farci un giro
però per rendersi conto che la realtà è differente e molto più ordinaria. Gli
abitanti, stanchi di essere raccontati da personaggi mai visti, hanno pensato
allora di dare a molti, potenzialmente a tutti, la possibilità di farsi un giro
e di trascorrere in questo fazzoletto di verde scampato al cemento una serata
diversa. Hanno pensato di aprire il campo ai non rom, gagè in lingua romanì.
L’idea della rassegna nasce dallo sforzo congiunto di Fabrizio Casavola,
curatore del blog Mahalla, un portale di news sul mondo rom che raccoglie
notizie, informazioni provenienti dall’Italia e dall’estero, e di Marina, un’
abitante del campo. "La gente che viene qui ha la possibilità di vedere un campo
rom, il nostro, nella sua realtà e non attraverso i filtri della tv e dei
giornali. In questa realtà ci sono anche cose belle". Per esempio un’atmosfera
bucolica assai sorprendente a Milano. Ma anche i legami e la solidarietà
famigliare. E l’allegria dei bambini, lontana anni luce dallo stereotipo che li
vorrebbe tutti schiavi della questua.
"E’ un modo per conoscersi, e non unidirezionale. Alcuni visitatori non avevano
mai messo piede in un campo rom e non conoscevano nessun rom", continua Marina.
"Mi facevano domande, erano curiosi, stupiti. Ma anch’io le facevo a loro,
perché la curiosità che un gagé può nutrire nei nostri confronti è identica a
quella che noi abbiamo nei suoi".
Non è la prima volta che questa comunità di rom Harvati getta un ponte verso
l’esterno. "Già 20 anni fa questo campo aveva tentato di interagire con la zona-
spiega Casavola - in particolare attraverso iniziative legate al mondo della
scuola. Da tre o quattro anni, invece, un po’ per la mancanza di interventi da
parte del Comune un po’ per il rischio di sgombero, tutto si è interrotto.".
Adesso si riparte, per iniziativa dei rom. E tutta la cittadinanza è invitata in
via Idro.
Fabrizio Casavola è autore di
Vicini distanti: cronache di via Idro: una
raccolta di frammenti, storie, aneddoti sulla travagliata esistenza di un campo
regolare e dei suoi abitanti. Il libro offre un ampio resoconto sui piccoli e
grandi passi che questa comunità ha intrapreso dal 1989. Ma è anche una
testimonianza dall’interno, di un gagé che si è addentrato nell’universo rom e
che non ha mai più lasciato.
Luigi Riccio