Trovata lunedì mattina nella posta. Per ascoltarla in italiano ed in
lingua originale QUI
Lei stava appoggiata
al muro vicino
all'Hotel Tevere con in mano
un bicchiere di plastica
quando iniziò a piovere.
Ho cercato una moneta, le sono
andato vicino
e l'ho fatta cadere nel bicchiere.
Cadde sul fondo
di un'aranciata.
Sono arrossito, ho guardato
i suoi occhi devastati e la pelle
e i capelli diventati prematuramente
grigi, e ho detto che
mi dispiaceva, che avevo pensato
avesse bisogno di soldi.
"Ne ho bisogno", rispose
e sorrise "Stavo
solo bevendo
qualcosa".
E restammo così
a ridere assieme
mentre guardavamo le gocce di pioggia cadere
sul lago d'arancia
sopra la moneta che affondava.
Rivista
svizzera censurata per la copertina sul ragazzo rom
GINEVRA 30 ottobre, 2012 (AP) Il Garante svizzero sulla stampa ha
accolto la denuncia contro una rivista che ha usato l'immagine di un ragazzo rom
che impugnava un'arma, per illustrare una storia su presunte minacce da parte di
bande zingare.
Martedì il Consiglio della Stampa Svizzero ha detto che la rivista zurighese Weltwoche
è colpevole di "distorsione" e "discriminazione" per aver pubblicato l'immagine
sopra il titolo "Arrivano i rom: razzie in Svizzera".
La foto, scattata nel 2008 dal fotografo italiano Livio Mancini, raffigurava
in realtà un bambino che giocava con una pistola giocattolo in una discarica in
Kosovo.
I gruppi europei di Rom e Sinti avevano accusato la copertina di infiammare i
pregiudizi contro i due gruppi etnici, [...].
La decisione del Garante non avrà conseguenze al di là della censura
pubblica. La rivista non ha risposto alle richieste di un commento in proposito.
Sono andato a leggermi di cosa scriva quel blog. Prima dei contenuti,
un'occhiata alla grafica: pagina scura ma con diverse sfumature di colore,
caratteri semplici e leggibili. Insomma, niente che ad uno primo sguardo possa
ricondurre ad un sito di estrema destra o razzialmente caratterizzato. La stessa
impronta viene mantenuta nell'introduzione,
dove una storia commovente caratterizza meglio l'intento del blog. La riporto
integralmente:
Questo sito nasce nel 2007 quando un gruppo di zingari rom massacrò mio
padre per derubarlo di soli 30 € contanti, un cellulare dal valore di 20 € ed un
braccialetto d'oro. Ancora ricordo quel giorno come se fosse oggi. Chiamò
l'ospedale a casa avvertendo mia madre di ciò che era accaduto e delle gravi
condizioni in cui versava mio padre. Ci precipitammo immediatamente al
nosocomio. Quando arrivammo vidi quel corpo tumefatto, il viso irriconoscibile,
lo zigomo rotto, un occhio rientrato e tanto sangue. Ore di agonia, di
sofferenza, di dolore. Mio padre non ce la fece. Morì e quei delinquenti non
furono mai presi. Intanto la mia famiglia era distrutta. Dovetti crescere senza
un padre, senza il suo affetto, senza il suo conforto, senza il suo dialogo,
senza il suo sorriso, senza i suoi consigli, senza niente. Quei delinquenti
oltre che uccidere materialmente mio padre, uccisero dentro anche me, la mia
anima, il mio spirito, il mio io. Il sito nasce inizialmente per sfogare la mia
rabbia, il mio dolore, la sofferenza alimentata ulteriormente dal fatto che a
quel brutale gesto non era seguita quella che si definisce “giustizia”. Vedevo e
vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere l'altra guancia si, ma non
fino a farsi prendere per scemi.
Ricordatevi: questa è l'introduzione, cioè il ponte che
dall'anonimato di un sito porta al suo svilupparsi. Storia commovente, dicevo,
che occupa con vari particolari, tra il lacrimevole e lo splatter, quasi tutta
l'esposizione. Storia di un bravo ragazzo toccato non tanto nel portafoglio ma
negli affetti più cari, così che possiamo empaticamente identificarci in lui, il
suo dolore, la sua rabbia. Identificazione necessaria, perché non troveremo da
nessuna parte altri indizi sull'autore del blog, sul nome della vittima, su chi
materialmente la uccise. Riguardo agli assassini, sappiamo solo che fu "un
gruppo di zingari rom". Quindi, a rigor di logica, se l'assassinio fosse
stato compiuto, ad esempio, da "il cartello di Medellin", il nostro
avrebbe chiesto di cacciare dall'Italia tutti i Colombiani! Non pensiate che si
tratti di un errore di logica; secondo me è il passo successivo alla storia
lacrimevole: una parola d'ordine SEMPLICE e CHE DIA UN COLPEVOLE, così da
terminare con un occhiolino ai sentimenti anti-sistema che oggi vanno per la
maggiore, "Vedevo e vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere
l'altra guancia si, ma non fino a farsi prendere per scemi." A questo punto
dopo l'introduzione allo svolgimento vero e proprio.
Chiameremo questa fase la vendetta, cioè il mix di "cose
che non vanno" e come rimediare, cioè "non farsi prendere per scemi",
che si sviluppano su due binari diversi. I temi affrontati riguardano singoli
episodi di cronaca nera, quasi tutti senza commento da parte dell'autore, ed i
colpevoli non sono più solo i Rom, ma anche Filippini, Rumeni... che, se
vogliamo dare una logica al tutto, dovrebbero essere TUTTI INDISTINTAMENTE
CACCIATI. Ma questo non viene affermato da nessuna parte, stranamente questo
elenco REALE di cronaca nera non riguarda nessun fatto in cui gli Italiani siano
anche lontanamente ritenuti colpevoli. Penso, perché sarebbe abbastanza
complicato, per lo stesso ragionamento di base, cacciare gli Italiani
dall'Italia, tanto, le "cose che non vanno" continuerebbero a non
andare... Ma intanto, da un singolo fatto iniziale, la colpa è stata estesa ad
un numero ragguardevole di COLPEVOLI: tanti, stranieri, violenti, ecc.
Ci sono anche due mini-dossier, dove i Rom tornano
protagonisti della cronaca:
Alba
Adriatica (a Pescara) e
i
Casamonica (a Roma), ma se il primo è soprattutto la testimonianza di una
convivenza mancata, il secondo è il racconto di un'integrazione riuscita al
contrario, dove un gruppo di Rom arrivato dall'Abruzzo si è talmente integrato
da aver sostituito i romani nei loro traffici tradizionali, compreso il
complesso meccanismo che mischia attività economiche, malavita e coperture
politiche. Per terminare con le sezioni del sito, una scarna raccolta di
video.
La seconda fase della vendetta spetta ai commenti, cioè come rimediare allo stato attuale delle cose. Se
l'autore del blog non si spinge oltre l'incerto confine del razzismo, i
commentatori non sembrano porsi questo limite, nel far quadrare un iniziale
storia commovente con soluzioni da III Reich. Eccone alcuni:
Hai proprio ragione antonella via dall'italia questi
zingari che insudiaciano, moralmente e fisicamente le nostre
strade, fanno la bella vita alle spalle dei poveri italiani che
lavorano per mantenere la propria famiglia e per finire non
hanno un benemerito ca**o di lavoro.
Però penso anche che difficilmente da uno zingaro rom, data
la sua scarsa propensione ad adattarsi e a rispettare le più
elementari regole di buon senso vigenti in una nazione, si possa
ottenere insegnamenti di come migliorarci. Le cronache
giornaliere parlano chiaro: stupri, spaccio di stupefacenti,
rapimento e sfruttamento di bambini, aggressioni mortali, furti
ecc.
CONCORDO PIENAMENTE CON TE, ANCHE SE NON CI CONOSCIAMO
ABBIAMO LE STESSE IDEE, SE FOSSE X ME RIAPRIREI I LAGER E LA
BRUCEREI TUTTA STA GENTE DI MERDA. PURTROPPO DI GENTE COME NOI
CE N\'E\'
Concordo! Salviamo la Patria da questa gente!!
CI HANNO ROTTO IL CAZZO STI ZINGARI DI MERDA!!!!! PREDIAMOLI
A CALCI IN CULO!!!!!!!!!!
Devono essere bruciati vivi nei forni crematori,hanno rotto
il cazzo le nostre città sono piene di questi esseri su-umani
che vivono di rapine e furti.
A CHE CAZZO SERVONO I ROM???? VIVONO SOLO PER DELINQUERE E
ROMPERE I COGLIONI A CHI LAVORA, FANNO TANTI FIGLI PERCHE\' PER
OGNI FIGLIO LO STATO DA LORO UN CONTRIBUTO GIORNALIERO TALE CHE
A FINE MESE DIVENTA UNO STIPENDIO D\'ORO
bravissimi, fuori dalle palle questa feccia pezzente rom. I
paesi seri la merda nomade la cacciano giustamente a calci, noi
fessi li raccattiamo tutti
Non ho riportato i nomi dei commentatori, ma al solito tanto più un commento è
forcaiolo, quanto il commentatore si difenderà tramite l'anonimato. Anonimi i
commenti, anonimo l'autore e pure la vittima iniziale. Il tutto suggellato dal
fatto di essere un blog e non un sito, per cui si può solo risalire alla
piattaforma che ospita il blog, ma a nessuno di quanti ha trasformato una storia
personale in voce di popolo. O meglio, gli unici che possono risalire a questi
dati sono Wordpress (the
Content is not pornographic, does not contain threats or incite violence towards
individuals or entities, and does not violate the privacy or publicity rights of
any third party;) da una parte, l'autorità
giudiziaria dall'altra.
Verrebbe da dire, è il mondo virtuale, bellezza! dove
chiunque può montare o smontare un frammento di vita e farne una piattaforma
politica.
Ma ragionando su quello che è il mondo virtuale, avrei un'ultima osservazione
da fare. Da molto tempo i giornali "tradizionali" stanno assumendo modalità
comunicative proprie delle rete telematiche per sollevarsi dalla loro crisi. In
questo caso mi sembra che avvenga il contrario: si utilizza uno strumento aperto
come il blog, per adottare strategie comunicative proprie dei mezzi di
comunicazione che perseguono un obiettivo politico.
Vittimismo, vuoti di memoria, nemici necessari, commenti forcaioli che si
vogliono mascherare da opinione della massa, fanno parte del piatto che
ogni giorno ci viene servito dai mezzi d'informazione eterodiretti. Vale la
legge della concorrenza, i meccanismi valgono purtroppo tanto a destra che a
sinistra.
Vediamo come si coniuga questo sistema con notizie differenti. Useremo il
Giornale e la recente morte di Pino Rauti come controprova. Nell'articolo di
Stenio Solinas (occorre dire che in altri articoli il Giornale ha
corretto il tiro) un protagonista delle pagine nascoste e violente
della nostra storia, viene ricordato come se fosse stato solamente un
intellettuale che non ha capito come fosse cambiata la politica. Fascista sì, ma
galantuomo.
Stragi, strategia della tensione, pestaggi... su questo un silenzio di tomba.
Io, che da ragazzo ho vissuto quegli anni, penso che molti testimoni delle
nostre storie oscure sono spariti in cause poco chiare, probabilmente per paura
che potessero squarciare questo silenzio tombale. Pino Rauti è morto ad 85 anni,
come si dice "tranquillo e con l'affetto dei suoi cari". E questa
morte, così incongruente con la sua storia, mi da l'idea di segreti così al
sicuro, che non c'è stato bisogno di ammazzarlo.
Di Fabrizio (del 04/11/2012 @ 09:11:35, in Europa, visitato 1256 volte)
31 ottobre 2012 Germania: il presidente del Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in
guardia contro il razzismo nel dibattito in materia di asilo. "Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative all'abuso del diritto di
asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre associate alla nostra
minoranza".
Nel dibattito sul numero sempre maggiore di richiedenti asilo provenienti dai
Paesi balcanici, il Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom mette in guardia il
Governo tedesco dal razzismo e populismo.
"Introdurre ora un visto per persone provenienti dalla Serbia o dalla Macedonia,
sarebbe un'azione sbagliata" ha affermato il presidente del Consiglio, Romani
Rose. "Fate attenzione al razzismo ed al populismo; questo non deve accadere
alle persone di colore o di origini diverse che si trovano costrette a viaggiare
in Germania" ha aggiunto. In sostanza, secondo Rose, in Germania si finge di non
vedere l'esistenza di accampamenti di Sinti e Rom provenienti dalla Macedonia o
dalla Serbia per motivi di asilo. "Si dovrebbe analizzare ogni singolo caso con
attenzione anziché liquidarlo in maniera frettolosa" e ancora "in Serbia ed in
Macedonia abbiamo la presenza di un razzismo inimmaginabile" e quindi per tale
motivo, secondo Rose, queste persone hanno deciso di intraprendere un viaggio
verso la Germania.
La recente inaugurazione a Berlino del monumento per ricordare l'Olocausto dei
Sinti e Rom uccisi dai nazisti è visto da Rose come un impegno da parte dello
Stato e della società tedesca. "Il razzismo contro i Sinti ed i Rom deve essere
bandito proprio come l'antisemitismo. Ne consegue che questi argomenti devono
essere trattati negli attuali dibattiti politici per potersi assumere ognuno le
proprie responsabilità. Ci sentiamo discriminati quando le questioni relative
all'abuso del diritto di asilo, che emergono in pubblico, vengono quasi sempre
associate alla nostra minoranza. Si dovrebbe riflettere soprattutto sul fatto di
andare a caccia di voti con slogan populisti e sul fatto di fare dei Sinti e dei
Rom il capro espiatorio della criminalità e del tasso elevato della
disoccupazione" ha aggiunto Rose.
Di Fabrizio (del 02/11/2012 @ 09:06:00, in media, visitato 1404 volte)
Raccontavo
ieri che di questi tempi, in mancanza di determinate
certezze è più facile prendersela con chi, Rom e Sinti, certezze non le
ha mai avute. Alla stessa maniera, nella vulgata popolare è lo zingaro che
rimane il ladro per eccellenza, mentre la realtà quotidiana ci restituisce
esempi a non finire di furti commessi da colletti bianchi.
Fateci caso: quand'è che un giornale parla di un furto? Ormai, non è più
possibile nascondere il SISTEMA di ladrocinio che regola la pubblica
amministrazione; a parte ciò la cronaca accenna ai furti quando:
siano coinvolti Rom o Sinti (o si presume lo siano);
la vittima è un personaggio famoso.
Il ministro
Elisa Fornero rientra nel secondo caso. Non solo, come personaggio pubblico,
visti i tempi che corrono, è anche uno dei più impopolari in circolazione.
Difatti, la notizia del furto nel caso del ministro (DISCLAIMER: il furto
rimane un reato, non vorrei essere accusato di induzione al crimine!) ha
sollevato soddisfazione repressa soprattutto tra precari, gente che ha perso
il potere d'acquisto negli ultimi anni ecc. Insomma, tra quelle fasce di
popolazione dove maggiormente alberga l'antiziganismo.
Ho notato anche che nelle cronache giornalistiche stavolta mancava quella
frasetta, che spesso compare quando non si sa cosa scrivere:
si sospetta che il furto sia stato commesso da un gruppo
di zingari...
Frase che dice tutto e niente, ma contribuisce comunque a creare un
sentimento negativo verso gli "zingari". Costava tanto metterla ANCHE a chiusura
dell'articolo sulla Fornero?
Di Fabrizio (del 01/11/2012 @ 09:11:37, in Europa, visitato 2788 volte)
(Scritto complicato dedicato ai solutori più che abili)
In un'epoca in cui le notizie girano veloci, non so chi abbia l'onore della
scoperta. Il fronte della tessera recita: diventare Rom... conviene.
Il retro riporta i vantaggi riservati agli iscritti che, scusandomi per le
imprecisioni, sarebbero:
accesso alla casa
accesso alla scuola
lavoro
accesso ai servizi sanitari...
Gli amici antirazzisti hanno denunciato il carattere razzista della storia
(d'altronde, se ti dichiari antirazzista, cos'altro devi fare?). Io invece sono
stato colpito subito da quel simbolo. Osservatelo bene: non vi sembra di aver
già visto qualcosa di simile?
A me, ad esempio, ricorda moltissimo la simbologia delle democrazie popolari
e socialiste, in buona parte finite in soffitta una ventina e passa di anni fa.
E, pensa che ti ripensa, mi viene in mente che sotto quei regimi TUTTI (che
fossero Rom, Calmucchi, Uzbechi o altro) avevano almeno casa, scuola, lavoro,
sanità garantiti. Con tutta una serie di controindicazioni, sintetizzate nella
parola REGIMI (ad esempio, dubito che una linguaccia come me avrebbe potuto far
carriera da quelle parti). Ma intanto, registrerei l'attenzione a queste
preoccupazioni materiali, su cui tornerò alla fine.
Cambiando discorso: mi capita, sempre più spesso, di essere rimproverato per questa mia linguaccia,
da destra e da manca, da antirazzisti o dai razzisti... "Dovresti essere più
serio," mi dicono, "e raccontare una realtà di miseria, depravazione,
discriminazione..."
Non ci crederete, ma se dovessi raccontare storie di case minuscole,
separazioni familiari, lavoro da inventarsi ogni giorno ecc. farei prima a
scrivere un'autobiografia. Perché, allora?
Escludendo un mio problema di rimozione psicologica, per una volta tanto usiamo Tiziano
Terzani per una citazione che non sia alla cazzo.
Se davvero vuoi conoscere qualcuno, ti consiglio di evitare i convegni, con
le solite litanie e i soldi che entrano nelle tasche dei soliti organizzatori.
La conoscenza passa dalla pancia prima che dalla testa. Se vuoi conoscere
i Rom:
mangia assieme a loro
giocaci a pallone
alzati alle 6 di mattina per recuperare il ferro con loro
fatti una scazzottata (attenzione alle controindicazioni!)
RIDI E FATTI PRENDERE IN GIRO!
Ma attenzione, il riso non è soltanto un antidoto per sopportare (e
possibilmente superare) "miseria, depravazione, discriminazione". E' un
cambio di prospettiva, nella propria testa prima che nel sistema.
Riso o umorismo? Se permettete la questione diventa culturale: quando si vive
nelle condizioni materiali dei Rom e dei Sinti in Europa, saper sdrammatizzare,
fare festa ad ogni piè sospinto è un modo per resistere e non annichilirsi. E'
un loro patrimonio culturale che potremmo apprendere. Perché è così difficile
imparare da loro? Perché:
l'umorismo è per definizione immateriale, e quindi tendiamo
a sottovalutarlo;
riconoscere che un popolo semi-analfabeta usa un sistema di
resistenza così sofisticato, presuppone dargli una
dignità e un sapere (un bagno di umiltà da parte nostra) che invece tendiamo a negare, concentrandoci
solo sulle sue condizioni materiali;
è un po' come se, avendo condiviso un lungo tratto di storia
con l'altra minoranza europea da sempre esclusa -gli Ebrei- ne
avesse assimilato alcuni tratti culturali. Ma gli Ebrei sono
sempre stati più istruiti, e sono riusciti a proporsi sotto
questo aspetto. Però, da quando noi Europei abbiamo fornito gli
Ebrei di uno Stato, un esercito e soprattutto di un nemico (i Palestinesi), abbiamo
scoperto che forse non ci erano più così simpatici, e smettevano
i panni delle povere vittime. Che sia questa la nostra paura
nascosta? Di perdere anche il povero zingaro e di ritrovarci di
fronte un popolo con gli stessi nostri appetiti e prepotenze, ma
forgiato alla resistenza da secoli di storia?
E così, finisce che il "povero zingaro", diventa il Rom a cui neghiamo ogni
minimo percorso di integrazione. Tornando a Diventare Rom... conviene,
lo stiamo GIA' diventando, ogni giorno di più le certezze che avevamo su casa,
lavoro, scuola e sanità SONO CARTA STRACCIA. Chi è il colpevole? Poco
importa: incapaci di reagire, finiremo per rovistare nei cassonetti come loro,
facendoci guardare in cagnesco dai mendicanti che, come leghisti dell'ultima
ora, ci cacceranno anche da lì dicendo che c'erano prima loro.
Come terminare questi ragionamenti, non lo so. Ma, per restare in tema,
l'immagine di fare a cazzotti davanti ad un cassonetto, fa ridere o piangere?
Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) - Lo sgombero del campo Rom di via Del
Fortino è stato portato a termine brillantemente nella mattinata di oggi, con
l'abbattimento delle baracche e l'avvio delle attività di bonifica dell'area.
L'operazione coordinata dal sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo
Costantino, si è svolta in assenza di problemi di ordine pubblico, con le
pattuglie di carabinieri e polizia che hanno monitorato la situazione a distanza
senza alcuna necessità di intervenire. I mezzi pesanti e le maestranze sono
entrati nel campo intorno alle 8,30, provvedendo all'abbattimento delle baracche
ormai disabitate e alla messa in sicurezza dell'area, letteralmente invasa da
enormi cumuli di rifiuti di ogni genere. La decisione dell'Amministrazione
comunale di procedere al definitivo smantellamento del campo non ha incontrato
resistenze. Anzi ha trovato la piena collaborazione da parte di un gruppo di ex
residenti che, forniti di caschi e tute da lavoro, hanno voluto affiancare gli
operai nelle operazioni di pulizia.
Giova ricordare che alle famiglie rom sgomberate dal campo sono stati assegnati
gli alloggi appositamente acquisiti dal Comune. Avviato circa dieci anni, il
processo di delocalizzazione è stato ultimato con successo dall'Amministrazione
comunale a guida Costantino. Dal momento dell'insediamento avvenuto lo scorso
mese di maggio, il sindaco ha inteso dare una forte accelerata al progetto che
ruotava attorno a due capisaldi: l'inclusione nel tessuto sociale delle famiglie
rom; la riqualificazione dell'area, con il recupero del palazzetto dello sport,
l'insediamento della caserma della Polizia Municipale nei locali dell'ex carcere
di via Del Fortino, dove verranno trasferiti anche gli uffici afferenti all'area
delle politiche sociali e dove verrà istituita la biblioteca comunale.
L'operazione odierna è stata concordata nei minimi particolari con la Prefettura
di Reggio Calabria. In queste ultime settimane, il sindaco, dottore Costantino,
ha avuto diversi incontri con il prefetto Piscitelli, seguiti da "vertici" con
il dirigente del Commissariato di polizia di Condofuri Marina, Filippo Leonardo,
con il comandante della compagnia carabinieri di Melito, Gennaro Cascone e con
il comandante della Polizia Municipale, Antonio Onofrio Laganà.
Il campo rom insisteva nell'area di via Del Fortino da altre mezzo secolo. Il
suo quasi totale azzeramento (nella parte alta sono rimaste in piedi un paio di
baracche, occupate da famiglie che avranno assegnata a breve l'abitazione), ha
di fatto rappresentato un evento storico per la cittadina di Melito di Porto
Salvo. Di fondamentale importanza è risultata anche la collaborazione intessuta
dall'Amministrazione comunale con l'Opera Nomadi. La via del dialogo
privilegiata dall'assessore di riferimento, il vicesindaco Annunziato Nastasi,
alla lunga ha consentito di centrare perfettamente l'obiettivo prefissato.
"Per l'Amministrazione comunale di cui mi onoro di essere la guida - ha
dichiarato il sindaco, Gesualdo Costantino - quella di oggi sarà una giornata da
ricordare a lungo. Dopo oltre cinquant'anni è stata cancellata l'autentica
bruttura costituita da questo campo, all'interno del quale centinaia di persone
hanno vissuto in condizioni igieniche-sanitarie pessime. Ringrazio sua
eccellenza il prefetto Vittorio Piscitelli, per il sostegno che ha assicurato a
questa operazione, così come ringrazio le forze dell'ordine per averci
affiancato quest'oggi con assoluta professionalità, la polizia municipale, la
protezione civile e quanti si sono impegnati per chiudere una pagina ingloriosa
delle vicende nostrane. Da oggi si cambia registro. Quest'area sta per diventare
oggetto di interventi importanti. Procederemo, infatti, al recupero del
palazzetto dello sport, alla riqualificazione dell'ex depuratore comunale, al
posto del quale sorgerà un Parco dell'acqua, all'insediamento della caserma di
Polizia municipale, degli uffici delle politiche sociali e delle attività
produttive, nei locali dell'ex carcere. In questo modo avremo raggiunto diversi
obiettivi. In primo luogo avremo favorito l'inclusione sociale dei rom e, in
seconda battuta, restituiremo alla collettività un'area rimasta per troppo tempo
abbandonata al degrado".
Di Fabrizio (del 30/10/2012 @ 09:14:59, in Kumpanija, visitato 1952 volte)
Fabrizio Santori, è presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale.
Ci eravamo già occupati di lui
questa primavera.
Questa foto di
Pino Cruciatti lo ritrae durante il recente sgombero a
Tor
de Cenci, mentre col suo IPAD controlla che qualche pericoloso criminale non
sia nascosto per sfuggire alla retata (segnalazione di Eugenio
Viceconte).
Ma neanche Santori è una macchina, e così capita, appena può, che sul suo profilo Twitter
riprenda un'immagine che gira su Facebook da qualche mese:
Io rimango del mio parere: non è questa la stagione consigliata per giocare
al piccolo campeggiatore (in effetti sinora non avevo capito che lo scopo di
Santori fosse di mandare i Rom in vacanza).
Se però questo presidente della commissione ecc. ecc. volesse realizzare il
suo sogno, assieme a quello di tutti quanti sognano di toglierselo dalle palle,
gli consiglio la lettura di un articolo (che altrimenti avrei
giudicato inutile e un po' idiota) apparso settimana scorsa su
MILANOFINANZA, dove troverà consigli utili per giocare a fare lo "zingaro".
CON UNA RACCOMANDAZIONE: i due americani dell'articolo si
stanno godendo la vita con i LORO soldi, non vorrei che Santori (visti i
tempi che corrono) lo facesse con i NOSTRI.
Di Fabrizio (del 29/10/2012 @ 09:19:36, in media, visitato 1582 volte)
La voix des Rroms mette in guardia i mediapar voxrromorum
le 16 octobre 2012
Questo è un messaggio che inviamo a tutti i media francesi:
Signore e signori, questo avvertimento non riguarda tutti i media, ma un buon
numero e il vostro può essere tra quelli. Vi chiediamo quindi di prestare
attenzione a questo messaggio.
Da qualche mese, la politica dello "smantellamento dei campi illegali",
associati (a torto) sistematicamente ai Rom, si accompagna ad una campagna di
demonizzane dei Rom, di cui vi state facendo complici. L'ultimo atto è stato il
reportage di France 2 di ieri sera, chiaramente di parte quando si domanda ad
una madre di famiglia "cosa pensate degli abitanti di Marsiglia che hanno
CHIESTO ai Rom di partire?" (il campo rom dato alle fiamme il mese scorso, ndr.) E di seguitoil
gestore di un bar, che dice di non aver mai avuto problemi, ma che impugna una
mazza da baseball per difendersi! Per non parlare di una signora anziana,
neanche lei ha mai avuto problemi, ma che ha paura di "essere aggredita". Da
parte rom [si è dato ascolto ad] una ragazza che afferma di mangiare nella
spazzatura. Vi ricordiamo che succede dappertutto, non solo ai Rom. Alcuni
hanno persino fatto una scelta consapevole e militante contro la società dei
consumi.
Europe 1 quando ha titolato "I Rom potranno diventare ortofonisti", con
un'ironia di cattivo gusto, persino disgustosa, in un articolo che menziona
soltanto l'allargamento dei mestieri autorizzati per Rumeni e Bulgari,
senza dire l'essenziale: che questi ultimi devono comunque avere la residenza
con la carta di soggiorno, per lavorare ed accedere anche a questi mestieri.
Non può mancare L'Express, con un servizio del 10 ottobre intitolato "Essere
vicini dei rom", dove si piange sulle sfortune che devono subire i "residenti
esasperati".
Per non parlare dell'enorme operazione poliziesca che ha preceduto di qualche
giorno il pogrom di Marsiglia: 11 Rom arrestati, consegnati all'odio della
folla, presentandoli all'unisono come trafficanti e schiavisti di bambini,
perché i LORO figli avrebbero potuto essere arrestati per piccoli furti. E dopo
questa frenesia mediatica, il pogrom di Marsiglia, la caccia generalizzata al
Rom da parte della polizia, il blackout totale su questo affare. Perché? Perché
l'obiettivo è stato raggiunto? E' questo che volevate, signori giornalisti? Ci
sono ebrei tra di voi? Chiedete ai vostri genitori di raccontarvi gli articoli
contro gli ebrei negli anni '30.
Ad ogni espulsione [...], ripetete come pappagalli: "lo sgombero è avvenuto
senza problemi". E' così da 20 anni, senza problemi. Per utilizzare il vostro
gergo NON E' UNA NOTIZIA! I Rom non sono violenti. Aspettate disordini con la
polizia per mettere del sangue sui vostri fogli? Ne sarete responsabili. Già lo
siete con l'invocazione all'odio tramite i "residenti esasperati". Mentre vi
stiamo scrivendo, la polizia caccia i Rom, con neonati in braccio, dai
marciapiedi di Marsiglia, di Noisy le Grand ed ancora altrove. Siete complici di
questa politica. Avete deciso di farvi eco della disumanizzazione dei Rom,
preambolo necessario a qualsiasi genocidio! Tra di voi sono rari quanti
rispettano la loro professione ed il dovere di informare in maniera equilibrata.
Non dimenticate, in un contesto in cui l'informazione è veloce, anche la storia
passa più veloce di prima. Sarà quella a condannarvi come complici di una
politica mortifera. Tenetene conto e reagite di conseguenza!
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