Di Fabrizio (del 01/11/2012 @ 09:11:37, in Europa, visitato 2790 volte)
(Scritto complicato dedicato ai solutori più che abili)
In un'epoca in cui le notizie girano veloci, non so chi abbia l'onore della
scoperta. Il fronte della tessera recita: diventare Rom... conviene.
Il retro riporta i vantaggi riservati agli iscritti che, scusandomi per le
imprecisioni, sarebbero:
accesso alla casa
accesso alla scuola
lavoro
accesso ai servizi sanitari...
Gli amici antirazzisti hanno denunciato il carattere razzista della storia
(d'altronde, se ti dichiari antirazzista, cos'altro devi fare?). Io invece sono
stato colpito subito da quel simbolo. Osservatelo bene: non vi sembra di aver
già visto qualcosa di simile?
A me, ad esempio, ricorda moltissimo la simbologia delle democrazie popolari
e socialiste, in buona parte finite in soffitta una ventina e passa di anni fa.
E, pensa che ti ripensa, mi viene in mente che sotto quei regimi TUTTI (che
fossero Rom, Calmucchi, Uzbechi o altro) avevano almeno casa, scuola, lavoro,
sanità garantiti. Con tutta una serie di controindicazioni, sintetizzate nella
parola REGIMI (ad esempio, dubito che una linguaccia come me avrebbe potuto far
carriera da quelle parti). Ma intanto, registrerei l'attenzione a queste
preoccupazioni materiali, su cui tornerò alla fine.
Cambiando discorso: mi capita, sempre più spesso, di essere rimproverato per questa mia linguaccia,
da destra e da manca, da antirazzisti o dai razzisti... "Dovresti essere più
serio," mi dicono, "e raccontare una realtà di miseria, depravazione,
discriminazione..."
Non ci crederete, ma se dovessi raccontare storie di case minuscole,
separazioni familiari, lavoro da inventarsi ogni giorno ecc. farei prima a
scrivere un'autobiografia. Perché, allora?
Escludendo un mio problema di rimozione psicologica, per una volta tanto usiamo Tiziano
Terzani per una citazione che non sia alla cazzo.
Se davvero vuoi conoscere qualcuno, ti consiglio di evitare i convegni, con
le solite litanie e i soldi che entrano nelle tasche dei soliti organizzatori.
La conoscenza passa dalla pancia prima che dalla testa. Se vuoi conoscere
i Rom:
mangia assieme a loro
giocaci a pallone
alzati alle 6 di mattina per recuperare il ferro con loro
fatti una scazzottata (attenzione alle controindicazioni!)
RIDI E FATTI PRENDERE IN GIRO!
Ma attenzione, il riso non è soltanto un antidoto per sopportare (e
possibilmente superare) "miseria, depravazione, discriminazione". E' un
cambio di prospettiva, nella propria testa prima che nel sistema.
Riso o umorismo? Se permettete la questione diventa culturale: quando si vive
nelle condizioni materiali dei Rom e dei Sinti in Europa, saper sdrammatizzare,
fare festa ad ogni piè sospinto è un modo per resistere e non annichilirsi. E'
un loro patrimonio culturale che potremmo apprendere. Perché è così difficile
imparare da loro? Perché:
l'umorismo è per definizione immateriale, e quindi tendiamo
a sottovalutarlo;
riconoscere che un popolo semi-analfabeta usa un sistema di
resistenza così sofisticato, presuppone dargli una
dignità e un sapere (un bagno di umiltà da parte nostra) che invece tendiamo a negare, concentrandoci
solo sulle sue condizioni materiali;
è un po' come se, avendo condiviso un lungo tratto di storia
con l'altra minoranza europea da sempre esclusa -gli Ebrei- ne
avesse assimilato alcuni tratti culturali. Ma gli Ebrei sono
sempre stati più istruiti, e sono riusciti a proporsi sotto
questo aspetto. Però, da quando noi Europei abbiamo fornito gli
Ebrei di uno Stato, un esercito e soprattutto di un nemico (i Palestinesi), abbiamo
scoperto che forse non ci erano più così simpatici, e smettevano
i panni delle povere vittime. Che sia questa la nostra paura
nascosta? Di perdere anche il povero zingaro e di ritrovarci di
fronte un popolo con gli stessi nostri appetiti e prepotenze, ma
forgiato alla resistenza da secoli di storia?
E così, finisce che il "povero zingaro", diventa il Rom a cui neghiamo ogni
minimo percorso di integrazione. Tornando a Diventare Rom... conviene,
lo stiamo GIA' diventando, ogni giorno di più le certezze che avevamo su casa,
lavoro, scuola e sanità SONO CARTA STRACCIA. Chi è il colpevole? Poco
importa: incapaci di reagire, finiremo per rovistare nei cassonetti come loro,
facendoci guardare in cagnesco dai mendicanti che, come leghisti dell'ultima
ora, ci cacceranno anche da lì dicendo che c'erano prima loro.
Come terminare questi ragionamenti, non lo so. Ma, per restare in tema,
l'immagine di fare a cazzotti davanti ad un cassonetto, fa ridere o piangere?