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La redazione
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\\ Mahalla : VAI : Kumpanija (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/07/2012 @ 16:38:24, in Kumpanija, visitato 4377 volte)

Salve a tutti, signore, signori ed infanti.

Volevamo dirvi che anche quest'anno non andremo in ferie, perché alle Maldive è tutto esaurito, e dopo il freddo patito quest'inverno la montagna non ci ispira.

Siamo ancora qua, aspettando che il comune mantenga le promesse, per non annoiarvi elenchiamo solo quelle dell'anno scorso:

  1. ripristino di un servizio elettrico a norma;
  2. incontro con la cooperativa LACI BUTI sulle opportunità lavorative;
  3. incontro con i singoli nuclei famigliari per definire la situazione alloggiativa.

Nel frattempo, quelli di noi che sopravvivono con la raccolta del metallo, tornano la sera a casa con un guadagno netto di 10 euro (se va bene). Così le giornate passano pensando a cosa si può fare, a quale futuro saremo mai destinati.

MA NON VOGLIAMO DEPRIMERVI, ANZI ABBIAMO UNA PROPOSTA TUTTA PER VOI, SPERANDO CHE VI PIACCIA.

    Come avrete capito, qui non c'è molto da fare, ma da noi il clima è fresco, ci sono alberi, gazebo, sedie, tavoli e panchine, UN AMBIENTE PULITO E DIGNITOSO e persino bambini e brava gente. Qui da noi è ancora campagna. Vi pensiamo nelle vostre case, a combattere la torrida estate milanese, con una programmazione televisiva uguale ogni luglio e agosto.

VI INVITIAMO AD UN POMERIGGIO (O UNA SERA) IN CAMPAGNA, ASSIEME AD UN BUON FILM, UN LIBRO, QUALCHE MOMENTO CONVIVIALE.

Al momento la programmazione non è ancora definita, ma a breve prevediamo:

  • la proiezione del film GATTO NERO, GATTO BIANCO di EMIR KUSTURICA;
  • la proiezione (in quasi anteprima) del film LA CANZONE DI REBECCA, con la presenza del regista e della protagonista;
  • la presentazione del libro NIENTE E' PIU' INTATTO DI UN CUORE SPEZZATO, con la presenza dell'autrice;
  • la presentazione del libro MILANO, FIN QUI TUTTO BENE, con la presenza dell'autrice.

ed altro ancora, in via di definizione. Tutti gli avvenimenti, salvo diversa indicazioni sono GRATUITI ed avvengono all'aperto, in caso di maltempo è disponibile una sala coperta ed accogliente.

Inoltre, sarà possibile incontrare noi rom, gli autori, i registi e i protagonisti, sedendosi al "Marina Social Rom" (Eccolo)

Dai! Cosa aspettate? Potrete dire che in Camargue non ci siete stati... avete scoperto di averla sotto casa!

Comunità Rom Harvati
via Idro 62, MILANO


Marina Social Rom


A due passi dalla città, un ambiente campestre e genuino lungo la Martesana, dove nel 1800 i nostri antenati andavano a cercare la frescura e la sana cucina di una volta.


Locale ancora in fase di avviamento, che promette bene. Cucina casalinga, anche per vegetariani. Servizio familiare ma buona compagnia. Servizio baby sitter. Ampio giardino. Parcheggio sorvegliato.

PROGRAMMAZIONE ESTIVA CON FILM, PRESENTAZIONE LIBRI, ATTIVITA' PER BAMBINI


Solo su prenotazione info@sivola.net  - ph. (39) 347-717.96.02

 
USA
Di Fabrizio (del 01/07/2012 @ 09:20:35, in Kumpanija, visitato 3512 volte)

Da Roma_Daily_News

The New York Times LA ZINGARA IN ME By CRISTIANA GRIGORE (Una versione di questo speciale è apparsa sulla versione cartacea di The International Herald Tribune il 22 giugno 2012)

L'autrice alle elementari

Sono Rom, ma per molti anni ho negato le mie origini per paura di essere chiamata zingara. Sono cresciuta in Romania, dove un significato di tigan - tzigane, Zigeuner, cigány, cigan, "zingaro" nelle altre lingue europee - è "una persona coinvolta in attività dannose o illegali". Il nome deriva da una parola greca medioevale che significa "intoccabile", con i suoi derivati - come "gypped" o "gypsy cab" - riferiti al rubare ed imbrogliare.

I miei nonni ed i miei genitori erano perfettamente coscienti degli stereotipi negativi sugli zingari ladri e mendicanti senza radici, e si presero la briga di proteggermi. Da bambina, mia madre mi vestiva con colori tenui e mi teneva i capelli corti, così che non sembrassi una zingara. Mio padre mi ammoniva di non rubare mai e di accompagnarmi sempre con persone intelligenti. Posso capire perché mio nonno, un fabbro, fosse così orgoglioso di comprare un "angolo del villaggio"  per costruirvi la casa dei suoi figli. Mia nonna era una guaritrice - non per i poteri magici, ma in quanto volontaria che accompagnava la gente dai migliori medici della capitale.

L'autrice con i suoi genitori ad un anno

Tuttavia, questi sforzi non bastavano a fermare i genitori delle mie compagne dal rimproverare la maestra perché dava a me, una zingara, i voti più alti. Cosa che confermava l'opinione di mio nonno, che "se fosse stato un funzionario del ministero", sarebbe intervenuto, dato che non c'era "niente come un insegnante, un prete o un avvocato zingaro". Anche lui voleva essere come "gli altri", ma nel contempo era consapevole dei limiti invisibili che tenevano separati gli zingari.

Sono cresciuta credendo che fosse meglio non essere una zingara, ed ancora non potevo appartenere pienamente alla società "normale". Ho imparato che non dovevo essere la migliore a scuola. Come uno struzzo, ho seppellito la mia testa - nei libri. Ho passato ore a leggere e sognare di scoprire un'altra parola. Malamente volevo vivere una vita diversa, ed aspettavo il momento giusto per "evadere".

I miei sogni infantili iniziarono a diventare realtà nel 2006, durante un viaggio negli Stati Uniti - il mio primo viaggio all'estero. A 22 anni, mi si apriva un nuovo mondo, pieno di libertà, avventura, romanticismo e bellezza. Immediatamente mi collegai con gente di tutto il mondo, sentendomi una di loro. Partecipando a matrimoni e ricevimenti, indossai abiti da sera alla moda. Ho allungato il collo sui grattacieli di New York. esplorato i musei di Washington e visitato il mio primo campus universitario americano. Ho sentito la brezza salata dell'Atlantico e respirato l'aria di montagna degli Appalachi.  Misentivo come Alice nel paese delle meraviglie (o Gypsy in Wanderland). Un amico musicista, Nelson Emokpae, ha scritto una canzone per me - il ritornello era: "Principessa, chi sei?"

Rimasi per tre mesi. Poco prima di tornare in Romania, ci fu un incidente che riguardò del denaro che si era perso. Anche se nessuno mi aveva accusata, la paura di essere sospettata di furto mi mise sulla difensiva ed in un ottovolante emozionale. Non mi aspettavo questo incidente, ed in un momento di distrazione si scatenò l'immagine repressa di zingari ladri e mendicanti che a lungo avevo tenuto nell'armadio.

Vedere me stessa rispecchiata in questa immagine vergognosa mi terrorizzò. Ero confusa e senti il bisogno di spiegare la mia reazione. Feci il mio coming out. Non riuscivo a smettere di piangere, quando dissi per la prima volta: "Sono un zingara" - e questo al mio amico Harley Flack, cugino della cantante Roberta Flack. Come uomo di colore, conosceva bene l'impatto degli stereotipi negativi. Per molti anni mi ero tenuta lontana dagli "zingari", e ciò mi aveva lasciato senza contezza di chi fossi. Ma il suo incoraggiamento, assieme alle tante esperienze positive avute negli Stati Uniti, mi diede la forza per far uscire la mia identità.

Capii così che "zingara" non connota solamente accattonaggio e mancanza di radici, ma anche fantasia, musica di violini che strazia l'animo e libertà. A Nashville, dove andavo al college, o a New York, che ho visitato spesso, la gente non conosce molto sugli zingari e di solito non ne ha mai incontrato uno. Spesso pensano che io abbia uno stile di vita cool e spensierato come Esmeralda nel Gobbo di Notre Dame. E' un'immagine romantica degli zingari - popolo misterioso che vaga per il mondo nelle carovane e vive in un caos pittoresco. I bambini corrono scalzi nella sporcizia, le ragazze indossano vesti colorate ed hanno lunghi capelli fluenti e le anziane predicono il futuro. La storia degli zingari è scritta nelle canzoni e la penna è l'arco del violino. E' un'immagine resa popolare nei film, come La regina degli zingari di Emil Loteanu - di epoca sovietica, i cui eroi sono liberi come il vento: Zobar è un audace e coraggioso ladro di cavalli; Rada, il suo amore, incanta gli uomini con i suoi occhi scuri e la danza tempestosa. Mi fece sentire interessante ed esotica.

Ma l'altra immagine, quella da cui i miei genitori tentavano di proteggermi, è lì vicino. Nel Tempo dei Gitani di Emir Kusturica (1988), il sordido mondo sotterraneo dei ladri zingari appesantiva il mio cuore. Il giovane Perhan, il protagonista, sogna una casa ed una vita onesta, ma è intrappolato in attività criminali, un eterno emarginato zingaro.

L'autrice vestita da primavera, assieme alla madre

Circa 700 anni fa, quando i Rom arrivarono per la prima volta in Europa, gli abitanti del posto pensarono, dato il colore scuro della pelle, che venissero dall'Egitto - da cui l'inglese "Gypsies". In realtà provenivano originariamente dall'India settentrionale, e si autodefinivano "Rom".

La cultura esotica e la resistenza all'assimilazione di questi popoli erranti hanno portato ad una diffusa discriminazione e persecuzione, contribuendo all'ampia dispersione dei Rom in tutta Europa. Furono fatti schiavi nei principati di Valacchia e Moldavia (l'attuale Romania) dal XIV al XIX secolo, e forzatamente assimilati sotto i comunisti. In tutto quel tempo, i Rom cercarono di proteggere i loro costumi e tradizioni con lo  spostamento, rafforzando la loro immagine di nomadi. Le discriminazioni e le pressioni per assimilarli continuano tutt'oggi: lo scorso dicembre una ragazza italiana affermò di essere stata violentata dagli zingari, poi ritrattò, ma questo portò una folla ad incendiare il campo rom a Torino; l'anno prima, il presidente Nicolas Sarkozy ordinò l'espulsione dei Rom presenti illegalmente in Francia.

Le stime sul loro numero sono molto variabili, da  8 a 12 milioni, in parte perché non sempre i Rom registrano la loro etnia. Secoli di vita in terre differenti li ha portati ad una diversità di lingue e religioni, anche all'interno delle stesse specifiche regioni, e solo una minoranza parla soltanto romanés. I gruppi più numerosi in Europa si trovano in Romania, Ungheria, ex Jugoslavia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia; ci sono anche consistenti presenze in Francia, Italia, Spagna, Russia e Stati Uniti.

In famiglia non si parlava romanés o si seguiva uno stile di vita nomadico. Tuttavia, mio nonno era un fabbro, occupazione comune tra i Rom. La pelle chiara di mia madre mi permise di nascondere le mie radici, ma mio padre, la cui pelle scura attirava subito l'attenzione, veniva evitato attorno alla scuola.

Hanno lavorato duro per la mia istruzione - mia madre raccoglieva rifiuti e puliva le scale, e mio padre era un saldatore - e ciò mi permise di frequentare l'università negli Stati Uniti, a Vanderbilt, dove sono adesso.

Oggi, la maggior parte dei Rom sono stanziali, ma non hanno ancora trovato il loro posto nel mondo. La maggioranza di loro non trova lavoro, alloggi decenti o assistenza medica adeguata. Secondo un rapporto del 2011 di Unicef, molti bambini rom non frequentano la scuola, soltanto un quinto di loro in Europa va alle elementari. E molti di questi sono vittime di bullismo e non sognano di diventare professionisti o di guadagnare abbastanza.

Molti continuano a girare. Alcuni, perché diventare stabili significherebbe perdere la loro fonte di sostentamento, altri  perché non hanno un posto dove andare. Sono i più poveri ed i più stigmatizzati in Europa, non hanno altra scelta se non rimanere ai margini. Quali fossero i vantaggi di insediarsi permanentemente, sono sopraffatti dai bisogni immediati.

Adesso so che è per questo che ho negato così a lungo la mia identità etnica. Come molti altri Rom stanziali, non volevo né adattarmi né combattere gli stereotipi. E da quando tre anni fa ho dichiarato la mia identità, non so dire quanti parenti ed amici, tanto negli Stati Uniti che in Romania, mi hanno detto che non sono "quel tipo di zingara", o che avrei dovuto "superare" le mie esplorazioni etniche perché avrebbero limitato i miei ulteriori sviluppi.

Eppure, molte di quelle stesse persone vedono lo zingaro come nella canzone di Gershwin: "Tu e soltanto tu tiri fuori lo zingaro in me", e così mi sento orgogliosa e3 grido "Sono una zingara autentica! La mia vita è piena e meravigliosa come lo zingaro che immaginate!" Oggi, se qualcuno tentasse di insultarmi chiamandomi zingara, riderei e lo prenderei come un complimento.

Credo fermamente che elimineremo lo stigma non sopprimendo lo zingaro in noi, ma spiegando la bellezza, il romanticismo e la libertà zingare nell'antica nazione rom, permettendoci di mantenere la nostra straordinaria cultura ed il nostro posto nel mondo. Siamo l'archetipo del "popolo senza frontiere" multinazionale: multiculturali per definizione, possiamo contribuire alla costruzione dell'identità nel XXI secolo.

L'orgoglio di essere rom libera la zingara in me. Si esprime attraverso l'intera gamma delle emozioni. Mi da forza e coraggio: non vedo limiti a sviluppare il mio potenziale ed agire ai livelli più alti. Mi fa rifiutare convenzioni assurde. Apro porte raccontando storie, e lascio che il fascino e la creatività siano parte della mia vita. Faccio danza classica, ma in qualsiasi momento mi unirò ad un ballo zingaro. I miei capelli sono lunghi ed a volte indosso colori vivaci, stanno bene con la mia pelle scura.

 
Di Fabrizio (del 29/06/2012 @ 09:13:35, in Kumpanija, visitato 2214 volte)

In Mahalla, lo ripetiamo spesso, amiamo le favole. Grazie a Giancarlo Ranaldi che ha scovato questa di un paio di anni fa. Ormai è tempo di viaggi e vacanze, ci sembra un buon modo per augurare, anche a voi, LACIO DROM

 La Repubblica

Una breve favola sull'incontro tra due culture. Ecco "Inima de Spoitor - Cuore di zingaro", cortometraggio scritto e interpretato da quindici ragazzi Rom rumeni, di età compresa tra i dieci e i sedici anni, che vivono all'ombra del Vesuvio. Diretto da Francesca Amitrano, il lavoro è stato presentato dal cast tecnico e artistico nella sala Pignatiello di Palazzo San Giacomo. Protagonisti della storia sono Petre e Alexandra, due adolescenti che si conoscono e si dichiarano nel corso di una festa. Con l'aiuto degli amici, i giovani iniziano a frequentarsi e a scoprire i luoghi caratteristici di Napoli. Sullo sfondo, la scuola, il "lavoro" ai semafori e il rischio di devianza. Non mancano gli imprevisti, ma la favola si conclude con un lieto fine. Scritto in italiano ma girato interamente in lingua romanì, il minifilm è il frutto di un laboratorio condotto per sei mesi dagli operatori dell'associazione "La Maieutica", presieduta dallo psicanalista Antonio De Filippo, ed è stato prodotto dal ministero del Lavoro e dall'assessorato comunale alle Politiche sociali. I giovani interpreti, tutti scolarizzati, abitano con le loro famiglie nell'ex scuola media Grazia Deledda di Pianura, un modello d'integrazione e inclusione sociale della comunità Rom rumena con il territorio partenopeo. (alessandro vaccaro)

 
Di Fabrizio (del 26/06/2012 @ 09:06:36, in Kumpanija, visitato 2031 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Oggi, davanti al piccolo campo rom di Monserrato (Cagliari) è stata scoperta una statua in memoria del Porrajimos - Samudaripen, lo sterminio dei sinti e dei rom da parte del nazismo.

L'opera è di Armandino Lecca, scultore sardo.

(Altre foto su Flickr)

 
Di Fabrizio (del 14/06/2012 @ 09:42:25, in Kumpanija, visitato 1549 volte)

Segnalazione di Elisabetta Michelini. Ricordo di Erasmo Formica

La Provincia Pavese

via bramante PAVIA. Un sinto fuori dal comune, un camminante, ex giostraio, pastore evangelico e figura di riferimento dei nomadi di via Bramante. È morto a 58 anni Erasmo Formica, nato il giorno della Festa della Repubblica. Sul suo profilo Facebook, che usava per diffondere iniziative e vincere la diffidenza tra sinti e stanziali, aveva messo come lingue parlate "Milanese, dialetto pavese and sinti-manouche". Presidente dell'associazione Rom e sinti pavesi, che aveva cominciato un percorso di stretta collaborazione con le istituzioni, aprendo i campi alla città per far conoscere queste realtà spesso ignorate, Erasmo - giostraio e ferrovecchio - si era reinventato e aveva fondato una cooperativa per il recupero dei toner usati. «È stato il primo e unico sinto di Pavia a venire in università, a collaborare nelle ricerche, incontrando studenti. Si è messo in gioco in tanti modi fino all'ultimo», lo ricorda il sociologo Andrea Membretti.

 
Di Fabrizio (del 03/06/2012 @ 09:28:05, in Kumpanija, visitato 1511 volte)

Ieri dopo pranzo ho visto qualcosa che mi ha commosso e ricordato i miei genitori, dandomi una grande Lezione nel pensare alle tante madri che ho conosciuto. La Lezione mi è arrivata da piccoli animali. Avevo preparato in un piatto il cibo per la nostra "mamma gatto", ma lei al posto di mangiarlo, ha chiamato i suoi micini e si è seduta guardandoli mangiare. Ho apprezzato l'anima madre, che mi ha ricomposto con ciò che sono...

Amoun Sleem - direttrice e fondatrice del Domari Center

 
Di Sucar Drom (del 29/05/2012 @ 18:44:47, in Kumpanija, visitato 2631 volte)

L'Associazione Sucar Drom ha creato una unità di crisi per il terremoto nel Mantovano e nel Modenese, stiamo raccogliendo aiuti (piccole roulotte, tende) per contatti 333 2252101 - 333 3715538 - 0376 224551.

Carlo Berini 345 6123932 è presente nelle zone terremotate - Aggiornamenti via Twitter

CHIEDO A TUTTI DI PASSARE PAROLA AI VOSTRI CONOSCENTI, AMICI, PARENTI DI PARENTI E TUTTI QUELLI CHE CONOSCETE, PER AVERE UN AIUTO DA PIU' PERSONE POSSIBILE. GRAZIE A TUTTI VOI: L'associazione Nevo Drom di Bolzano, in contatto diretto con l'associazione Sucar Drom di Mantova, chiede l'aiuto di tutti quelli che possono dare un minimo d'aiuto alle persone che stanno subendo in queste ore la paura, il terrore, la crisi per il terremoto nel MANTOVANO E NEL MODENESE. Stiamo raccogliendo aiuti (piccole roulotte, tende, sacchi pelo) e tutto quello che si ritiene sia d'aiuto a queste persone sloggiate dalla natura dalle loro abitazioni. Dobbiamo cercare in tutti i modi di aiutarli a superare questo brutto momento, certi del vostro buon cuore, Radames Gabrielli

 
Di Fabrizio (del 29/05/2012 @ 09:23:01, in Kumpanija, visitato 1915 volte)

Con immenso dolore informiamo che [ieri] a causa di un infarto è morto Umberto Spada, rom di Frosinone, giornalista sportivo, noto attivista dell'associazionismo rom ed uno dei fondatori promotore della Fondazione romanì Italia.

Fondazione romanì Italia
Via Zoe Fontana n. 220
00131 ROMA
Email: info@fondazioneromani.it

 
Di Fabrizio (del 27/05/2012 @ 09:23:27, in Kumpanija, visitato 1968 volte)

Una rassegna gastronomica rom-balcanica promossa dagli allievi del corso organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu onlus.

I piatti della tradizione Rom balcanica per conoscere e integrare la comunità presente a Cagliari. È l'iniziativa che, per tre giovedì consecutivi a partire dal 30 maggio, vedrà protagonisti nel capoluogo sardo un gruppo di donne e ragazze rom, a conclusione di un lungo corso organizzato dalla Fondazione Anna Ruggiu onlus che comprendeva, tra l'altro, un seminario in materia di confronto culinario interculturale realizzato con l'Istituto alberghiero Antonio Gramsci di Monserrato.

La manifestazione, che si svolgerà in via Carloforte 76, vedrà proposto un menu con specialità balcaniche: dagli antipasti (salame bovino, carne secca bovina, formaggi, parica farcita con verza), ai primi (pita con spinaci e ricotta, pita con cipolla, patate e carne, oppure ancora pita con patate e cipolla). Poi per secondo il gulash e per dolce l'hurmasice capavce. Un menu tipico della cultura rom, accompagnato da bevande del commercio equo e solidale, fornite dalla Bottega di Sucania.

Per Lusia Milia, una degli gli organizzatori, si tratta di "sperimentare un approccio non convenzionale con gli appartenenti a questa antica cultura. Approccio inconsueto e sicuramente più interessante rispetto allo stereotipo che accompagna la presenza degli appartenenti a questa etnia nella nostra città".

(Red.)

 
Di Sucar Drom (del 25/05/2012 @ 13:11:20, in Kumpanija, visitato 2103 volte)

Erasmo Formica (ultimo a destra)

Un grave lutto ha colpito la comunità sinta italiana, ieri sera è mancato Erasmo Formica, Presidente dell'associazione Sinti Italiani di Pavia e Tesoriere nazionale della Federazione Rom e Sinti Insieme.

Tutta Sucar Drom si stringe alla famiglia in questo momento di grande dolore.

Ciao Erasmo, rimarrai sempre nei nostri cuori
Yuri, Carlo, Barbara, Davide, Bernardino, Luca, Denis, Vittoria, Stefano, Elena, Matteo, Melody, Giulio e Manuel


    Mi unisco al dolore di Sucar Drom e di tutta la comunità pavese. Erasmo era davvero una persona aperta e intelligente. Chi ha potuto conoscerlo è stato fortunato.
    Fabrizio Casavola
 
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