Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Cari amici, desidero informarvi che stasera al Tg5 in una sezione chiamata TERRA alle 23,50, trasmetteranno un'intervista del Presidente Nazionale dell'OPera NOmadi Massimo Converso sullo sterminio dei Rom, Sinti e Camminanti da
parte del Nazi-fascismo. Ciao e a presto, Marco Nieli, vicepresidente Opera Nomadi di Napoli
Sarà presente in studio Eva Rizzin, Sinta Italiana, che ha iniziato il dottorato all'Università di Trieste sul tema delle politiche nazionali ed europee a favore delle Minoranze Etniche e Linguistiche Sinte e Rom ed ha appena terminato uno stage al Parlamento Europeo. riportato su Sucar Drom
Di Fabrizio (del 21/01/2006 @ 03:35:58, in Europa, visitato 2365 volte)
Premessa: quella degli sgomberi in Gran Bretagna è una vertenza che dura da anni. QUI un riassunto degli ultimi sviluppi. Tra l'altro, ci sono diversi punti di contatto con la situazione in Italia (vedi)
Da: Dale Farm
Cari amici!
Stiamo affrontando una nuova crisi.
Vi scrivo in parte per informarvi sulle novità e in parte per richiedere il vostro aiuto in vista della prossima riunione del Comitato per lo Sviluppo di Basildon, quando si discuterà dell'ormai imminente rasa al suolo del nostro villaggio.
La riunione si terrà il 24 gennaio alle 19.30. Lo stesso giorno alle 18.30 organizzeremo un picchetto con delle candele. Potete partecipare al nostro picchetto anche virtualmente comunicando la vostra adesione al leader dei Tory: Malcolm.buckley@members.basildon.gov.uk e buckleymr@btinternet.com inviandocene copia a dale.farm@ntlworld.com (per i media).
I nostri avvocati nel contempo stanno preparando il ricorso al tribunale previsto il 14 marzo ed assieme di ribaltare la decisione presa dal comitato comunale, che non ha niente a che vedere con la Cintura Verde ambientale, ma è soltanto razzista.
L'alternativa che ci è stata proposta del sito di Pitsea NON si trova nella Cintura Verde ed è stata un'area di sosta autorizzata negli anni '70 - ma il comune SI OPPONE anche a questa soluzione e non intende concedere i permessi di sosta.
Quasi sicuramente, il comitato di sgombero riaffermerà la decisione di impiegare la compagnia privata di sicurezza Constant & Co, che costerà alle casse comunali due milioni di sterline.
Ma ci sono almeno quattro nuovi fattori da considerare:
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sarà usata violenza a donne e bambini,
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le conseguenze psichiche per quanti assisteranno alle violenze,
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gli effetti di generale impoverimento, specialmente per i più giovani, di chi sarà costretto a tornare per strada,
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le difficoltà di chi ha problemi di salute o bisogno di cure mediche (se dovrà tornare per strada)
Inoltre:
Il vice primo ministro John Prescott, nel suo lavoro di mediazione, ha impegnato il governo per una moratoria dello sgombero di un'area di 10 yards, che diventerebbero 40 se sarà accolto l'appello in discussione il 27 febbraio, e la moratoria varrebbe due anni. Ha poi messo a disposizione un'area alternativa, a Pitsea appunto, che il comune di Basildon non vuole concedere. Infine attualmente Dale Farm da un lato è stata circondata da filo spinato e valli artificiali, dall'altro i residenti sono pronti a resistere in modo non-violento allo sgombero.
In un recente articolo di Jon Austin, Vanessa Redgrave rilanciava l'idea di una catena umana attorno al campo per prevenire lo sgombero. Per quanti di voi non potessero prendervi parte, mi permetto di fornire alcuni suggerimenti per una lettera da inviare al consiglio comunale:
[Cliccando su “consiglio comunale, dovrebbe aprirsi il
vostro lettore di posta, con il testo in inglese che riporto qui
sotto e che riassume quanto esposto nell'articolo. Se non vi aggrada,
cambiatelo pure. Potrete così inviare una lettera al consiglio
comunale e una al comitato degli occupanti di Dale Farm (se funziona
il link, ovviamente) NDR]
The Commission for Racial Equality, in
seeking a judicial review of Basildon's decision to deny planning
permission for Dale Farm and instead to drive the 600 residents from
their own land by force, has implied that it actions are racially
motivated.
Wickford Primary Care Trust have
expressed their fears that if bulldozers are sent in to destroy the
90 homes women and children will be injured. For this reason I
continue to oppose the use of force. But in the changed circumstances
now prevailing it make no sense to employ Constant & Co, the
bailiff company, which has a dubious reputation as self-styled Gypsy
eviction specialists.
In view of Deputy Prime Minister John
Prescott's proposal that an alternative site be provided at Pitsea,
will the committee please consider postponing enforced action against
Dale Farm until full consideration of the Pitsea site, including a
planning appeal, has been given.
All the best
Grattan
01206 523528
Di Daniele (del 20/01/2006 @ 11:31:16, in Italia, visitato 1719 volte)
Molte le iniziative in provincia per celebrare il giorno della memoria
MACERATA - Gli appuntamenti non si limiteranno al solo 27 gennaio, giorno della ricorrenza, ma cominceranno lunedì prossimo (23 gennaio) e termineranno martedì 7 febbraio.
La Provincia di Macerata, i Comuni e l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea stanno coordinando un programma di iniziative per celebrare anche quest’anno la “Giornata della memoria”, coinvolgendo scuole e comunità locali. Gli appuntamenti non si limiteranno al solo 27 gennaio, giorno della ricorrenza, ma cominceranno lunedì prossimo (23 gennaio) e termineranno martedì 7 febbraio. Questo, nel dettaglio, il calendario.
Lunedì 23 gennaio. A Macerata, ore 9.40, l’Istituto tecnico per Geometri “Bramante” ospita un incontro-dibattito su “Le stragi dimenticate”, cui partecipano il giornalista Franco Giustolisi, il sindaco di Marzabotto, Edoardo Masetti, l’ex sindaco di Sant’Anna di Stazzema, Gianpiero Lorenzoni, e il testimone della strage di Fivizzano, Roberto Oligeri. Alle ore 10, invece, a Tolentino la Biblioteca comunale Filelfica inaugura la mostra sulla Shoah “L’infanzia rubata” che, curata dall’Istituto storico della Resistenza, rimarrà aperta al pubblico fino al 28 gennaio. Infine, alle ore 17, la Galleria degli antichi forni, a Macerata, apre le sue porte per un’altra mostra, dedicata alla cultura e all’olocausto del popolo Rom: “Tu taj me – Io e te per vincere il pregiudizio”. Sarà visitabile fino al 28 gennaio (ore 9.30-12.30 e 16-18.30).
Mercoledì 25 gennaio. A San Severino, ore 9.30, l’Itis “E. Divini” presenta la mostra su “La rosa bianca – Volti di un’amicizia”. Resterà aperta fino a sabato 28.
Venerdì 27 gennaio. E’ la “Giornata della memoria”: diverse saranno le iniziative organizzate in provincia. Quelle coordinate dall’Istituto storico della Resistenza sono cinque. Alle ore 10, al cineteatro “Divina Provvidenza” di Porto Potenza verrà proiettato il film “Jona che visse nella balena”; interverrà un rappresentante della comunità ebraica di Ancona. Sempre alle ore 10, al teatro “Durastante” di Monte San Giusto si svolgerà un dibattito con i ragazzi delle scuole sul tema dell’olocausto e sarà proiettato il film “La rosa bianca”; parteciperà Franca Foà Ascoli, presidente della comunità ebraica di Ancona. La visione del film sarà poi replicata alle 21.30 per tutta la cittadinanza (ingresso gratuito). Nel pomeriggio, alle ore 17.30, si terrà invece a Civitanova Marche (cineteatro “Cecchetti”) un incontro con il prof. Andrea Caspani, dell’università Cattolica di Milano, e con un rappresentante della comunità ebraica di Ancona. Infine, alle 21.15, nell’auditorium “Scarfiotti” di Potenza Picena ci sarà lo spettacolo di musica e poesia sulla Shoah, proposto dagli alunni del luogo.
Sabato 28 gennaio. Alle ore 10, l’Istituto tecnico commerciale “Gentili” di Macerata proietterà il film “Romani Rat – La notte dei Rom”, incentrato sull’olocausto dei Rom; seguirà un dibattito. Sempre a Macerata, alle 21.30, concerto di musica Rom all’Asilo Ricci con “Alexian group” (ingresso libero).
Dal 31 gennaio al 6 febbraio. Il palazzo comunale di Civitanova Marche ospita la mostra fotografica su “La rosa bianca – Volti di un’amicizia”.
Martedì 7 febbraio. Alle 21.45, il cineteatro “Cecchetti” di Civitanova Marche proporrà il film “La rosa bianca”.
Di Daniele (del 20/01/2006 @ 11:19:40, in blog, visitato 1819 volte)
a free gift from ...
OPERA NOMADI SEZIONE DI MILANO ONLUS
Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970
Via Archimede n. 13 20129 Milano C.F. 97056140151
Tel 0284891841 - 3393684212
INVITO
In occasione della Giornata della Memoria 2006, l’Opera Nomadi è lieta di invitarla ad assistere alla lettura spettacolo “Porrajmos, voci di uno sterminio dimenticato”
MARTEDI’ 24 GENNAIO 2006 ORE 21,00
c/o Camera del Lavoro di Milano – Sala Di Vittorio
Corso di P.ta Vittoria 43
Porrajmos: distruzione, divoramento. Analogamente al termine ebraico ha – shoah, con questa denominazione convenzionale in romanès si dà un nome ai tragici eventi che portarono all’annientamento nei lager nazisti e nei territori occupati, complici i regimi fascisti, di centinaia di migliaia di Rom.
Ebrei, Rom e Sinti, sarebbero infatti divenuti nel breve volgere di pochi anni, dal ’37 al ’45, vittime di un evento prevedibile e inimmaginabile che sconvolse la Mitteleuropa, ma che affondava le proprie radici in una storia secolare di violenze e persecuzioni.
Storia e memoria. Il popolo dei Rom rimuove il ricordo della sventura, così come le immagini e le cose possedute in vita dai mulè, i morti. Nella lingua parlata, ancora prettamente orale, non esistono i verbi “leggere” e “scrivere” e le tradizioni, le esperienze, si tramandano di generazione in generazione in una dimensione senza tempo.
In Italia, l’assenza di un’esplicita legislazione razziale relativa ai Rom e la scarsità di testimonianze dirette, ha a lungo condizionato il lavoro degli storici, rinviando a tempi più recenti la condanna delle gravi responsabilità della dittatura fascista artefice dell’internamento e della deportazione verso i campi di sterminio di migliaia di Rom e Sinti e dell’appoggio agli efferati crimini contro l’umanità degli Ustasha croati di Ante Pavelic.
In Europa, e in particolare in Germania, la documentazione reperita, precedente in qualche caso al ’42 (decreto di Himmler di internamento nel campo di sterminio ad Aushwitz di tutti gli zingari e poi, quella del 2 Agosto del ’44 che sancisce la liquidazione del campo per famiglie di Auschwitz Birkenau Blocco B3), rendeva intanto nota la volontà di sterminio dei Romà da parte del nazifascismo.
Un popolo destinato a scomparire in quanto tale, come gli ebrei, e non per i presunti comportamenti asociali di cui sarebbe stato portatore.
Il Vicepresidente: Maurizio Pagani
Il Segretario Nazionale: Giorgio Bezzecchi
Trovo una recensione sul weblog di Babsi Jones: Stavo parlando in questi giorni con Mr. Calavera del 17° Trieste Film Festival; chi transita in zona ha qualche serata di pellicole balcaniche da vedere, e rischia di valerne la pena. Registi come Boris Mitić escono da questi festival, a volte sopportare qualche eccentrico cortometraggio è necessario per godersi scoperte straordinarie. Ho visto Lepa Dijana ( Pretty Dyana) e confermo le mie impressioni: Mitić è il degnissimo erede del grande mago pazzo Kusturica, con qualche vantaggio generazionale: strafavorevole alla diffusione di copie pirata e DVX (al punto di ospitare sul suo sito un apposito volantino pro-pirateria), il giovane regista serbo chiude il cortometraggio (che dura 45 minuti) con un esplicito messaggio: colonna sonora e DVX disponibili “at your nearest pirate records”. E-mule vi attende, sappiatelo. Lepa Dijana è un documentario...
Di Fabrizio (del 20/01/2006 @ 01:04:38, in Italia, visitato 1971 volte)
sabato 21 gennaio 2006 alle h.17.30 NUDA VITA / VITA NUDA meccanismi di esclusione, campi rom, biopolitica incontro con Marco Revelli, Leonardo Piasere, Daniele Todesco X Marco Revelli è uno di più stimolanti teorici del pensiero della sinistra, tra le sue opere ricordiamo: La politica perduta, Oltre il Novecento (Einaudi), La sinistra sociale, Le due destre, Fuori luogo (Bollati Boringhieri); insegna scienza della politica all’università di Torino. Sul nuovo numero della rivista “Communitas” ha scritto il saggio “Le discariche dell’umano” dove riflette sulle pratiche di segregazione contro i rom e affronta il caso veronese (campo di Boscomantico, occupazione chiesa di S.Tomaso…). Leonardo Piasere si occupa di etnologia e antropologia sociale e storica dei rom e delle relazioni zingari/non zingari. Ha iniziato già negli anni ’70 estese ricerche sul campo su vari gruppi rom. Insegna all’università di Verona, tra i suoi libri: L’etnografo imperfetto, I rom d’Europa (Laterza). Partendo dalla situzione veronese ha scritto “Carmen e i campi rom”, di prossima pubblicazione. Daniele Todesco da vent'anni si occupa del rapporto zingari/non zingari nel territorio veronese e in generale degli "stati di eccezione". Ha scritto "Zingari e territorio. Le pratiche dei Comuni nel veronese", "Le maschere del pregiudizio", "La vita di un'eccezione" (di prossima pubblicazione ne "I quaderni delle Società Letteraria"). Collabora con varie riviste tra cui Medicina Democratica. >>> di seguito, dalle h.20, la Fest/Azione studentesca! al centro sociale occupato autogestito la Chimica macchina immaginativa non omologata piazza Zagata, Borgo Venezia, Verona bus 32 e 33 (serali 92 e 98), o 13 (fermata via Perini) info: http://www.ecn.org/porkospino ogni martedi: h.18-20 Punto San Precario; h.21 assemblea di gestione; ogni venerdi: h.17-19 Copy-left point; h.20 trattoria Fornelli Ribelli; durante concerti-iniziative è aperta la libreria Ubik Books; ogni prima domenica del mese: mercato autogestito t/Terra. x info: marc 3393667470
L'Istituto di Cultura Sinta è stato invitato a dal Comitato Genitori di Marano Vicentino per dialogare insieme sul Porrajmos, la persecuzione razziale subita dalle popolazioni Sinte e Rom, durante il periodo nazi-fasista. La conferenza è all'interno di un ricco programma dal titolo: DIAMO UN FUTURO ALLA MEMORIA.
Vi aspettiamo numerosi Giovedì 26 gennaio 2006, alle ore 20.45 all'Auditorium delle Scuole Medie a Marano Vicentino
Il programma ore 20.45, introduzione a cura del Comitato Genitori
ore 21.00, i Rom e i Sinti in Italia e in Europa Carlo Berini e Fabio Dalla Vecchia, Istituto di Cultura Sinta
ore 21.15, lo sterminio dimenticato documentario sulle persecuzioni razziali subite dai Rom e Sinti tra il 1936 e il 1945 realizzato dall’Associazione Culturale ToniCorti per RAI 3
ore 21.45, Porrajmos Carlo Berini, Istituto di Cultura Sinta
Durante la conferenza saranno tenuti interventi di cultura musicale Sinta
Le altre iniziative a Marano Vicentino
Martedì 24 gennaio “Train De Vie”di Radu Mihaileanu - nella mattinata per gli alunni della Scuola Media - alle ore 20.30 per tutti, presso il Cinema Campana Venerdì 27 gennaio Nazismo e lager Incontro con i ragazzi di terza media, viene messo a disposizione della Scuola il VIDEO “VOCI DEL SILENZIO” realizzato dalla Scuola Media di Sarcedo.
Sarà esposta una mostra sui lager, presso l’atrio della Scuola Media, aperta a tutti gli interessati in orario scolastico.
ADERISCONO ALLE INIZIATIVE: Assessorato della Cultura del Comune di Marano Vicentino Istituto Comprensivo Cinema Campana
Di Fabrizio (del 19/01/2006 @ 00:30:52, in Regole, visitato 3078 volte)
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Modelli per i Rom Ungheresi
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By Nick Thorpe BBC, Hungary
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In Ungheria una rivoluzione pacifica nelle relazioni tra la popolazione maggioritaria e la comunità rom
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George Makula ha un sogno.
Ha fermato un gruppo di giovani in strada, per controllare i loro documenti.
I ragazzi sono Zingari ungheresi dalla pelle scura.
“Te la prendi con noi,” protestano, “perché siamo Rom”.
“Anch'io lo sono,” risponde emergendo alla luce dall'ombra della sua divisa.
Prima di incontrare George Makula, penso di non aver mai visto un poliziotto Rom in Ungheria. Sono in 700.000 nel paese, il 7% della popolazione.
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I Rom sono la più vasta minoranza ungherese
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Cittadini europei
Quando l'Ungheria, assieme ad altri nove paesi – principalmente dell'Est Europa, si è congiunta all'Unione Europa, la popolazione dei Rom nell'Unione è cresciuta di oltre un milione e mezzo.
L'alba di una nuova epoca si presenta loro, mentre scendono metaforicamente dai loro vagoni, probabilmente la più luminosa da quando in India nell'undicesimo secolo iniziarono il loro lungo viaggio verso occidente, grazie all'ordine del giorno sui diritti umani dell'agenda dell'unione.
Ma nei loro vagoni nazionali, rimangono problemi significativi.
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Vivono nei ghetti ai limiti delle città, o in villaggi dell'est dove sono la maggioranza degli abitanti [...].
Sono orgogliosi delle loro rimanenti tradizioni musicali e artigiane, e conservano gelosamente parte della loro lingua, ma vivono per la maggior parte nella più abbietta povertà.
Si dice che più della metà della popolazione carceraria in Ungheria sia Rom, ma non ci sono statistiche in proposito.
Dal 1993, con l'adozione del Protection Act, la lettera “c” che appariva sui documenti pubblici e stava per (cigany – zingari) è stata abolita.
Una delle mie prime interviste in Ungheria, verso la metà degli anni'80, fu con lo scrittore rom Menyhert Lakatos.
“Ci sono stati tempi in cui venivamo uccisi o cacciati a vista, ” mi raccontava.
E uno dei suoi libri comincia con una patetica fila di zingari lungo una strada, con le orecchie tagliate.
“C'è forse da stupirsi” continuava “se a volte consideriamo i polli o i portafogli degli Ungheresi come un gioco d'abilità?”
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In Europa vivono dai 10 ai 12 milioni di Rom, la maggior parte nei Balcani
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Baldacchino di stelle
Una volta portai un gruppo di giovani Rom in un bar coperto. Era sabato di prima sera, in un villaggio nell'Ungheria del nord-est.
Ci avevano appena portato degli analcolici, che si presentò il padrone a dirci che il bar stava chiudendo.
Lasciammo il locale senza dire una parola, e ci incamminammo per un rettilineo, sotto un tappeto di stelle.
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I ragazzi improvvisarono allora un ritmo, battendo le mani sulle ginocchia e inventando canzoni, accompagnandosi con una fascia d'ottone, mentre le ragazze facevano rotolare una ruota sul selciato.
L'Associazione dei Poliziotti Rom d'Ungheria, fondata da George e qualche altro collega, ha un mese di vita.
“Il nostro primo scopo” spiega George Makula, “è mostrare ai nostri colleghi che non tutti i Rom sono ladri e mentitori.
“La polizia non vede mai i buoni esempi di Rom” dice, “Studenti, lavoratori, pompieri, inservienti civili...”
Intanto la conversazione si allarga, quasi come un incendio, e le priorità si aggiungono e prendono spessore. Come persuadere quei pochi Rom in polizia a svelare la loro identità e uscire dall'anonimato.
Come reclutare i più giovani, e come combattere i reciproci pregiudizi tra Rom e polizia.
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La polizia non vede mai i buoni esempi di Rom... Studenti, lavoratori, pompieri, inservienti civili...
George Makula, Associazione dei Poliziotti Rom d'Ungheria
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Diversità culturale
Incontrai George alcuni anni fa
Mi disse che aveva saputo che in Gran Bretagna c'erano poliziotti neri. Gli diedi il nome e il numero di un referente all'ambasciata britannica.
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Da allora è stato parecchie volte in Gran Bretagna, prendendo anche parte a discussioni tra i Rom e i Viaggianti ed invitando poliziotti britannici che insegnano ai loro colleghi la diversità etnica e culturale.
L'estate scorsa è stato a Washington DC.
L'associazione dei Poliziotti Neri degli Stati Uniti fu fondata negli anni '70. Ora il 56% dei poliziotti di Washington sono neri.
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Dopo decenni di tentativi di assimilazione, alcuni Rom in Ungheria sono giunti ad una conclusione radicale
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Mostra le statistiche sul tavolo di un caffè a Budapest, con gioia, come se fossero un regalo di Natale.
Le reazioni dei suoi colleghi sono state varie. Perché non creare anche un'associazione dei poliziotti ebrei, ha chiesto qualcuno. O una di quelli con gli occhi azzurri?
Altre sono state più positive. Una delle più strenue sostenitrici della neonata associazione è una funzionaria del Ministero degli Interni, Klara Csanyi, che ha fondato l'Associazione Poliziotte Ungheresi.
Adesso a Budapest c'è una famosa stazione radio rom. E un rinomato liceo rom a Pecs, nel sud del paese.
Ci sono due Romnià elette al Parlamento Europeo, e consigli municipali rom in quasi tutto il paese.
Adesso anche l'Associazione dei Poliziotti – aperta anche ai vigili e del fuoco e ai doganieri di origine Rom.
Dopo decenni di tentativi di assimilazione, alcuni Rom in Ungheria sono giunti ad una conclusione radicale. Ci dev'essere qualcosa di utile nel dichiarare la propria identità, invece di negarla.
Se la stato non è ancora in grado di contare quanti sono i propri Rom, stanno iniziando a contarsi da loro stessi.
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Di Fabrizio (del 18/01/2006 @ 12:14:18, in scuola, visitato 1860 volte)
Pubblicato su:
17/01/2006 - 15:09
Un'indagine dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr rileva un generale inserimento degli studenti stranieri con gli italiani e con i docenti. Il rischio razzismo serpeggia però nelle superiori. Confermato il problema bullismo.
Immigrazione? Non è un problema, almeno a scuola, dove però è emergenza bullismo. Per gli alunni stranieri, anzi, insegnanti e coetanei sono un punto di riferimento e talvolta sono le famiglie dei ragazzi immigrati a ostacolare la socializzazione. E' quanto emerge da una indagine svolta da Camilla Pagani e Francesco Robustelli, psicologi dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su 10 scuole (3 superiori, 5 medie, 2 elementari) dell'Italia centrale (8 a Roma, una nella provincia di Roma, una nella provincia di Firenze), che ha coinvolto 86 insegnanti (73 femmine, 85%, e 13 maschi, 15%). "Un campione che rappresenta piuttosto fedelmente la realtà della scuola italiana", sottolineano gli autori. L'indagine è stata condotta con la tecnica del focus group: interviste collettive con i docenti (da un minimo di 5 a un massimo di 10) alla presenza di un ricercatore che fungeva da moderatore e di un altro come osservatore.
I focus group hanno seguito questa traccia: situazione della scuola per l'inserimento di alunni stranieri; preparazione degli insegnanti; atteggiamenti degli alunni italiani; rapporti tra gli alunni stranieri e gli alunni italiani; influenza delle diverse culture sugli atteggiamenti degli alunni; i rapporti tra la scuola e le famiglie degli studenti stranieri e degli studentii italiani; strategie adottate dagli insegnanti. Il primo dato emerso è che il dibattito sul concetto di integrazione, se cioè vada intesa come assimilazione o come conservazione della propria identità culturale, nei focus group si è sviluppato solo in 3 scuole medie, mentre nelle altre 7 l'integrazione viene intesa con una valenza decisamente positiva.
Ma soprattutto, in quasi tutte le scuole non ci sono state particolari difficoltà nell'inserimento di alunni stranieri, specie quando questi sono in Italia da qualche anno e hanno frequentato già la scuola materna e la scuola elementare da noi. Solo un insegnante di una scuola superiore lamenta esplicitamente che i rapporti tra ragazzi stranieri e italiani non sono buoni, ma il problema si riconduce a quello più generale del bullismo. "In tutti i dieci incontri, nell'analizzare il problema dell'inserimento degli alunni stranieri, gli insegnanti hanno fatto riferimento a quello che viene definito 'disagio giovanile'", evidenziano Pagani e Robustelli.
Molti insegnanti indicano insomma le ragioni dei rapporti difficili tra gli alunni più sul versante psicologico che su quello culturale: per esempio, quando i ragazzi manifestano aggressività nei riguardi dei soggetti più deboli come i portatori di handicap, indipendentemente dal fatto che siano stranieri o italiani. Di bullismo in senso stretto parlano gli insegnanti di 7 scuole, confermando quanto la letteratura scientifica ha rilevato sulla diffusione e gravità di questo fenomeno anche in Italia. Alcuni insegnanti, soprattutto nelle scuole superiori, riferiscono con rammarico che talvolta ragazzi italiani e stranieri non si frequentano molto fuori della scuola e attribuiscono in alcuni casi la responsabilità di questo fatto alle famiglie degli alunni stranieri (a parte le famiglie rom, il riferimento è in particolare a quelle cinesi, filippine e mussulmane) che non incoraggerebbero la socializzazione dei loro figli. In 2 scuole superiori alcuni docenti si sono però dimostrati preoccupati per la diffusione di atteggiamenti razzisti tra gli alunni, in particolare verso negri, zingari ed ebrei. "Anche il fatto che questa denuncia arrivi solo dalle superiori conferma i risultati della ricerca psicologica", sottolineano i ricercatori.
Le insegnanti delle scuole elementari sottolineano inoltre come l'inserimento degli alunni stranieri sia stato molto facilitato grazie alla collaborazione dei bambini italiani. In 3 scuole, 2 medie e 1 elementare, i docenti fanno riferimento a forme di vero e proprio attaccamento affettivo degli alunni stranieri alla scuola. In una elementare e una media, alunni stranieri, nonostante non abitino più vicino alla scuola, continuano a frequentarla. In un'altra scuola media sono gli insegnanti, oltre che i compagni di classe, a fungere da punti di riferimento: "Ad esempio una ragazza chiede alla sua insegnante di accompagnarla a comperarsi un costume per andare in piscina, attività che viene svolta con tutta la classe, e l'insegnante l'accompagna volentieri" è un esempio citato da Pagani e Robustelli.
Ogni singola disciplina comporta vantaggi e alcuni svantaggi per quanto riguarda l'inserimento dell'alunno straniero, soprattutto nella fase iniziale. Ad esempio, l'educazione fisica e l'educazione musicale non creano particolari problemi, in quanto materie che si basano molto sull'attività pratica. L'inglese risulta spesso molto difficile per gli stranieri, in particolare per quelli che già sono impegnati nell'apprendimento dell'italiano. Per quanto riguarda la matematica, l'inserimento sembra facilitato dall'uso di una simbologia internazionale, mentre difficoltà si riscontrano nelle scienze, che richiedono l'uso di un linguaggio molto specifico. Il problema della lingua viene segnalato dagli insegnanti di tutte le scuole intervistate.
Uno degli aspetti del problema linguistico, sollevato da 5 scuole su 10, è che in numerosi casi vengono inseriti nelle classi alunni stranieri, che non conoscono o conoscono molto poco l'italiano, 2-3-4 anni più grandi rispetto ai loro compagni. Mentre un problema affrontato nei focus group in 1 media e in 1 elementare, ed accennato in 1 superiore, è la preoccupazione di alcuni insegnanti e genitori per il fatto che l'inserimento di alunni stranieri o di portatori di handicap possa nuocere agli alunni più dotati e abbassare il livello generale della classe. I risultati della ricerca sono contenuti nel volume "Marek a scuola" edito da Franco Angeli, che sarà presentato domani 18 gennaio alle ore 16 preso la Sala Conferenze dell'Istituto "Galileo Galilei" - via Conte Verde, 51 - Roma. Oltre agli autori della ricerca interverranno: Maria Coscia - Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche Comune di Roma, Vinicio Ongini - MIUR, Melina Decato - Vicesegretario generale Presidenza della Repubblica, Francesca Gobbo - Università di Torino, Paola Bastianoni - Università di Lecce, Paola Gabbrielli - Consulente Intercultura.
HC 2005 - redattore: NZ
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