Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Leggendo gli articoli che informano sugli attacchi razzisti in Italia,
onestamente non riesco a vedere l'efficacia di tutti i processi politici ed
attività iniziate dalle istituzioni europee.
Promuovere il dialogo interculturale, affermare l'azione contro il razzismo,
promuovere la società democratica, aumenta la domanda su cosa stia succedendo al
popolo Rom in Europa.
In Italia scoppiano bombe molotov contro la comunità Rom, in Slovacchia dei
Rom sono stati uccisi ed ancora non ci sono reazioni ufficiali. I Rom dal Kosovo
vivono ancora nella paura di essere deportati in un paese che non offre
condizioni di vita basiche e sicure.
Ma ancora i paesi europei non considerano il fatto degli esistenti atti
discriminatori e del razzismo che quotidianamente crescono contro i Rom.
La tematica della segregazione è ancora presente in molti paesi, i bambini
Rom non sono accettati dagli insegnanti, molti i pregiudizi dagli altri
genitori. Viviamo nel XXI secolo, la debolezza della società sono i pregiudizi,
gli stereotipi e il razzismo.
La lotta per i diritti umani diventa lotta per sopravvivere di differenti
minoranze senza stato.
Quindi la domanda è se stiamo perdendo questa lotta o ci siamo trasformati in
marionette che servono a chi compie operazioni di diverso profilo.
Devlesa
Elezovski Asmet
Roma National Congress
Email: asmetelezovski@yahoo.com
Di Fabrizio (del 03/10/2007 @ 09:43:02, in media, visitato 1949 volte)
Vi segnalo questa importante iniziativa che la CISL di Milano organizza
domani pomeriggio (3 ottobre alle 16.30 in Via Tadino 23) per sensibilizzare
all'interno ed all'esterno sul tema dei Rom, con la proiezione del Film
Opera Gagia.
Invitiamo a partecipare numerosi per non far calare l'attenzione.
Maurizio Bove.
Di Sucar Drom (del 02/10/2007 @ 09:44:15, in blog, visitato 1985 volte)
Rom e Sinti, un popolo di troppo?
Mercoledì sera, 26 settembre, alcuni di noi hanno partecipato alla trasmissione
l’Infedele, condotta da Gad Lerner. Il titolo della trasmissione “zingari: un
popolo di troppo”. Dobbiamo confessare abbiamo subito pensato male, dopo aver
letto il titolo scelto per la trasmissione, ma Lerner si è di certo riscattato
conducendo una trasmissione che pensiamo abbia fatto riflettere molti. L’incipit
della tr...
Milano, ritorno alla tolleranza zero
Da fenomeno secondario a priorità assoluta nell’agenda istituzionale, la
presenza dei Rom a Milano viene spregiudicatamente sopravvalutata, in
assenza di una informazione libera e attendibile, correggendo al rialzo cifre
assolute che per la loro esiguità sarebbero poco più che inconsistenti. Ecco
quindi che poche migliaia di persone, circa 5.000, diventano per l’Ammi...
Livorno, solidarietà a Victor Lacatus e Menji Clopotar
Il più celebre specialista delle culture Rom e Sinti, l'antropologo belga Alain
Reyniers (in foto), ha deciso di stigmatizzare nelle giuste sedi le violazioni
dei Diritti Umani compiute dalle autorità italiane nei confronti dei genitori
dei bambini Rom morti nel rogo di Livorno lo scorso 10 agosto. Lo ha comunicato
lo stesso Reyniers ad Aisha Ayari, membro del Gruppo Every...
Il Governo italiano apre la caccia al Rom rumeno
Sui Rom nascerà un gruppo di lavoro tra ministero per la Solidarietà sociale,
Agenzia nazionale rumena per i Rom e Governo rumeno. La prima verifica del
lavoro svolto è fissata a fine ottobre con un incontro a Bucarest. Lo ha
annunciato il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero che ha ricevuto
oggi una delegazione del Governo rumeno, guidata dal Segretario di St...
Bolzano, il Sindaco si impegna a chiudere il "campo nomadi" entro il 2008
Entro la fine del 2008 il villaggio rom di Castel Firmiano sarà smantellato. Lo
ha promesso il sindaco alle famiglie, 27 in tutto, che da undici anni vivono
sopra la vecchia discarica. Luigi Spagnolli, assieme all’assessore Patrizia
Trincanato, sabato è salito al villaggio, per incontrare le famiglie e spiegare
tempi e modi del trasferimento. Ciò per quanto riguarda il breve e medio
termine. Ma ha spiegato anche il piano di sicurezza per l’imm...
Quando la stampa alimenta il razzismo
Pubblichiamo il discusso articolo di Alberto Ronchey (in foto), pubblicato dal
Corriere della Sera il 29 settembre scorso. Noi di sucardrom crediamo
irresponsabile continuare ad alimentare paure e stereotipi con grida allarmiste
o con “cronache” di chi, come Montanelli, durante la guerra d’Africa si “univa”
con delle bambine dodicenni e lo giustificava anni dopo in televisione con la
solita frase razzista oggi in bocca ai nostrani pedofili: “per loro è normale,
dimostrano più anni delle nostre bambine”. Le tesi di Ronchey sono estremamente
gravi perchè riassumono un pensiero già espresso negli anni Venti da chi poi
condurrà allo sterminio la metà dell'intera popolazione rom e sinta...
Di Fabrizio (del 01/10/2007 @ 10:23:23, in Europa, visitato 2255 volte)
Da
Altrenotizie.org
Domenica, 30 Settembre 2007 - 13:30 - di Elena Ferrara
Nuovi, importanti e significativi passi in avanti nelle comunità dei 10 milioni
di Rom sparsi nel mondo. Ora è la volta della Bulgaria e della Russia e i
settori interessati sono quelli della televisione e del teatro. Tutto comincia
nella città bulgara di Vidin, nella parte nord occidentale del paese, dove
vengono organizzati i primi studi di una televisione tutta Rom. Si chiama
RomaTv ed è la prima emittente a carattere etnico. Ha come obiettivo quello
di contribuire all’integrazione della comunità zingara nella società bulgara e
nello stesso tempo cerca di sfatare molti miti di stampo negativo sui Rom che
sono stati costruiti nel corso degli anni. Alle trasmissioni vengono invitati
esponenti della comunità, ospiti stranieri, studiosi della storia Rom, psicologi
ed esponenti della vita locale. Si cerca di far uscire dal ghetto una minoranza
che è da sempre emarginata dal punto di vista mediatico e, quindi, da qualsiasi
tipo di “integrazione televisiva”. Per ora il raggio d’azione dell’emittente
è limitato ad alcune zone abitate prevalentemente da Rom, ma l’obiettivo
generale è quello di raggiungere un pubblico sempre più vasto uscendo anche dal
ristretto campo della tematica zingara. In pratica l’obiettivo degli
organizzatori di questa televisione consiste nello scendere sul terreno della
competitività con le altre società televisive.
Tutto questo perché esiste un problema di autoghettizzazione. Lo fa notare
Georgi Lozanov, esperto di media ed informazione, che è uno degli intellettuali
bulgari più autorevoli. E’ lui che punta a ricordare che il dare spazio ad una
comunità nel mondo mediatico significa aiutarla a modernizzarsi ma che, nello
stesso tempo, si rischia di dare vita ad un fenomeno negativo. Questo perchè nel
momento in cui una televisione di nicchia diviene l'intero mondo mediatico di
riferimento della comunità Rom, gli altri media non riescono a trovare canali
comunicativi che possano giungere fino alla stessa comunità. I Rom - rileva
Lozanov - hanno sempre più bisogno di un confronto, di una mediazione tra il
loro mondo e quello degli altri. E così il compito di questa emittente locale
consiste proprio nel tentare il miracolo della collaborazione e della
sensibilizzazione culturale.
Va ricordato che in Bulgaria la “questione zingara” è stata sempre un problema
aperto anche per il duro sistema socialista. E chi, allora, li chiamava
“zingari” rischiava una multa. Perchè si puntava ad assimilarli ai bulgari per
legge. Rifiutando così di ammettere l’esistenza ufficiale di una minoranza. Ma
le nuove condizioni “europee” stanno sempre più portando la Bulgaria a ripensare
ai propri rapporti con la comunità zingara, cercando di attuare un processo di
incontro che non annulli le tradizioni. Rispettando le suddivisioni sia su base
religiosa - professano la fede musulmana, cristiano ortodossa e vi sono anche
gruppi che appartengono a chiese protestanti - sia linguistica dal momento che
parlano differenti dialetti bulgari, il turco od il vlachi che è un dialetto
d'origine romena. Ed è a tutte queste tematiche che si riferisce la nuova tv.
Altra storia è quella che riguarda il teatro Rom, in Russia. Qui esiste già una
ben radicata tradizione che viene oggi portata come esempio a livello
internazionale. E tutto prende le mosse dalle recenti manifestazioni in onore
del 75mo anniversario del “Teatro zingaro, lirico-musicale” di Mosca che hanno
assunto un carattere eccezionale. Ai festeggiamenti sono intervenuti i massimi
esponenti dell’amministrazione presidenziale e i deputati della commissione
culturale della Duma. A fare gli onori di casa per questo singolare appuntamento
è stato un rappresentate di spicco della comunità zingara della Russia, il
cantante e regista Nikolaj Slicenko che dal 1977 è impegnato in questa campagna
di affermazione culturale dei Rom. Il teatro dove lavora - il “Romen” - è
appunto un vero e proprio laboratorio. Attori e cantanti sono tutti appartenenti
alla comunità zingara e portano sulla scena le migliori tradizioni della loro
arte.
Intanto in Russia - parallelamente - si va sempre più sviluppando l’attività
organizzativa dei Rom. Si è già svolto il congresso delle associazioni di tutti
gli zingari che si trovano nel territorio della Csi (in gran parte quello
dell’ex Urss) e si è formata una “Federazione delle autonomie zingare”. Alla
guida di questa importante struttura si trovano lo studioso Georghij Demetr che
si occupa della vita e della storia degli zingari dell’Europa centrale e il
regista capo del teatro “Romen”, Slicenko. E sempre in Russia - dove la
questione Rom sta assumendo una rilevanza nazionale - si rivedono, in
particolare, i vecchi regolamenti del periodo sovietico e si accettano le
situazioni che si sono andate “codificando” in questi ultimi anni. Esce uno
studio dei politologi Aleksej Muchin e Jana Zdorovez che, testimoniando i
progressi dei Rom russi, fornisce una serie di chiavi di interpretazione per
conoscerne a fondo la loro società. Si apprende così che gli zingari sono
presenti in tutto il territorio nazionale ed hanno precise organizzazioni locali
che si occupano dei tanti problemi che sorgono in relazione alle mutate
condizioni socio-economiche del Paese. In particolare nella città di Tver esiste
una associazione chiamata “Romanimos” che pubblica libri per i Rom nelle loro
lingue ed ha già presentato una edizione della Bibbia. Molte altre iniziative di
carattere sociale e culturale si segnalano in varie città siberiane. Ma è il
teatro moscovita “Romen” che fa comunque tendenza destando la maggiore
attenzione.
Di Fabrizio (del 30/09/2007 @ 09:08:27, in casa, visitato 3033 volte)
Da
British_Roma
By Grattan Puxon
Ad appena una settimana dal rapporto che ammoniva sulla crescita del razzismo
contro gli zigani, la polizia è accusata di lanciare un'operazione di pulizia
etnica per cacciare i Viaggianti dall'Essex.
Abusando dei loro poteri (la notoria Sezione 61) i poliziotti hanno
obbligato un gruppo di 25 famiglie a spostarsi per cinque volte in tre giorni.
Le famiglie si aspettano di essere sgomberate nuovamente stamattina (29
settembre) mentre vi sto scrivendo.
"Abbiamo con noi due neonati ma la polizia non mostra riguardi o
considerazioni" dice Patrick Gammell. "Agiscono come animali." Gammell dice che
gli ordini sono partiti dopo che sono stati sgomberati dal terreno di loro
appartenenza a Birchfield Lane [...], a seguito dell'elezione di membri
del neo-fascista British National Party in consiglio comunale.
Settimana scorsa hanno cercato rifugio a Canvey Island, sul Tamigi. Cacciati
dall'isola, Gammell ha raggiunto altri Viaggianti che erano fermi vicino a
Southend Pier. "Questi dovevano recarsi in tribunale lunedì prossimo" spiega
Gammell. "Ero pronto ad unirmi a loro, ma la nostra richiesta è stata negata."
Così si sono spostati a Shoeburyness, dove alle 23.00 di giovedì è arrivata
la polizia ordinando loro di lasciare il posto entro le 10.00 del mattino
successivo.
Le operazioni sono state guidate dall'Ispettore Capo Steve Worron, che non
considerando le esigenze familiari del gruppo ha insistito sul fatto che l'area
andava sgomberata, concedendo comunque loro di non lasciare il distretto.
Ma nel giro di un'ora, Gammell e gli altri Viaggianti si sono ritrovati
circondati dai veicoli della polizia, mentre avevano fatto una pausa a Pitsea.
Obbligati nuovamente a spostarsi, si sono spinti in un terreno industriale
vicino alla A113. Nuovamente minacciati di sgombero, Gammell chiede "Potete far
niente per far fermare questo stato di cose?" I bambini piangono e hanno fame,
gli uomini sono esasperati [...]
---
Nel contempo, la vicina
Dale Farm è da sette anni sotto assedio di un consiglio che ha pronto a
spendere cinque milioni di euro per distruggere questa comunità.
Martedì aprirà un'Inchiesta Pubblica sul caso di sue ragazze orfane che si
appellano contro lo sgombero che le lascerebbe alla mercé della polizia. "Se
perdiamo questo appello" dice Joanne McCarthy, i cui genitori sono morti in un
incendio, "perderemo tutto. La nostra casa, la possibilità di andare a scuola e
di una vita normale. Diventeremo come fuorilegge [...]"
Trevor Phillips, che settimana scorsa ha presentato la versione finale del
suo rapporto come presidente della Commissione per l'Eguaglianza Razziale, ha
riconosciuto i 350.000 Rom e Viaggianti britannici come la minoranza più
svantaggiata in UK. Afferma che pregiudizio e discriminazione circondano ogni
aspetto della loro esistenza, nonostante la consapevolezza che Nomadi e
Viaggianti hanno diritto al loro stile di vita.
Sia la polizia dell'Essex e del Kent sono state messe in preallarme per
alcuni volantini dietro cui ci sarebbe la minaccia di gruppi di vigilantes. Ma a
ciò non ha corrisposto alcuna azione, secondo l'Irish Travellers Movement.
[...]
CONTACTS:
Patrick Gammell 07737467106
Richard Sheridan 07747417711
____________ _________ _________ _________ ___
JOINT PROTEST ACTION AT BASILDON CENTRE
St.Martin'sSquare, Basildon, 2-4 October,
sarting 11 am each day.
More details from: 01206 523528
Make your voice heard by phoning:
Chief Inspector Steve Worron
01702 431212
Southend Borough Council
John Williams
01702 215000
Goran Bregovic, autore delle musiche dei film di Emir Kusturica, come
Underground e Il Tempo dei Gitani, ha annunciato che la partitura della sua
opera "Carmen a lieto fine" sarà disponibile nella sua pagina Internet. "Il
mio sito web conterrà gratuitamente la partitura perché chi lo vuole possa
interpretarla. Desidero che le piccole orchestre dei gitani possano suonarla se
lo vogliono", ha detto nella città messicana di Monterrey.
Di Sucar Drom (del 28/09/2007 @ 10:12:12, in blog, visitato 2274 volte)
Una provocazione
Nell’ipocrita e xenofoba Italia contemporanea nessuno, neanche il più becero
razzista, si sognerebbe mai di proclamare pubblicamente tutto il suo odio per il
popolo ebraico; la condanna giungerebbe immediata e inesorabile come una spada
di Damocle. Quello che sta succedendo nella provincia di Pavia (simbolo di tutto
il Belpaese) è invece vergognoso: persone definite “perbene” che, noncuranti
delle telecamere, gridano...
Reggio Calabria, partecipa alla costruzione della comunità interculturale
Se vuoi vivere una esperienza nel sociale per la costruzione della comunità
interculturale puoi condividere con noi la tua voglia di fare e di capire
svolgendo il Servizio Civile Volontario presso l’Opera Nomadi Sezione di Reggio
Calabria. Siamo un'Associazione non-profit di livello nazionale e operiamo in
ambito sociale per favorire l’inclusione sociale delle comunità Ro...
Messina, si torna a discutere di Rom
Le istituzioni tornano a discutere di “campo nomadi”. E lo fa in particolare
l'amministrazione comunale, quando è ancora calda l'atmosfera per l'assurda
tragedia che ha visto vittima una piccola Rom di nemmeno due anni. Una fatalità
che non è, purtroppo, frutto del caso, e che ha fatto puntare i riflettori su
una zona della città e su un tema sociale, quello dei Rom, che nonostante i
tanti discorsi fatti in passato, rimane ancora attuale e nelle stesse condizioni
di emergenza in cui versa da anni. Alcuni giorni fa a Palazzo Zanca si è tenuto
un vertice sull’insediamento Rom di San Raineri ed in particolare s...
La sicurezza non è di sinistra né di destra ma...
La Direzione e la Redazione della rivista “Studi sulla questione criminale –
nuova serie di Dei delitti e delle pene”, propone di sottoscrivere il seguente
comunicato sulle questioni relative alla “sicurezza” al centro del dibattito
odierno. L’adesione può essere inviata per posta elettronica ad entrambi i
seguenti indirizzi: tamar.pitch@fastwebnet.it,
questionecriminale.giuri@unibo.it. La sicurezza, si dice, non è di destra...
Squadrismo a Roma
Ancora un attacco, è il secondo in due giorni, a Ponte Mammolo nell'insediamento
abitato da una cinquantina di persone, sotto il cavalcavia della Tiburtina,
ancora razzismo, intolleranza ed aggressioni, nella nostra città, è uno
stillicidio continuo, un susseguirsi triste di roghi, atti di squadrismo, ronde,
assalti. Questi fatti non parlano di disagio e difficile convivenza, ma sono
ormai evidenti, chiari ed incontrovertibili atti criminali, azion...
Unione Europea, bisogna fare di più contro la discriminazione razziale
Pubblichiamo un’anteprima della relazione iniziale alla sessione plenaria
dell’Unione Europea sulla lotta al razzismo che si tiene in questi giorni (24-27
settembre 2007) a Starsburgo.
La relazione iniziale sollecita gli Stati membri a adottare una serie di
standard minimi per garantire l'accesso dei minori appartenenti a minoranze
etniche - soprattutto le ragazze - all'istruzione di elevata qualità e a pari
condizioni. Dovrebbero inoltre approvare una legislaz...
Genova, le minoranze azteche devono essere difese ma i Rom e i Sinti...
Parte da Genova la campagna di solidarietà con il popolo azteco, organizzata
dall'Associazione Italia Messico, che proseguirà per due mesi e mezzo in 60
città italiane. L'obiettivo è di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla
situazione delle circa 50 minoranze etniche che vivono, non riconosciute, nel
Centro America e ottenere il sostegno delle istituzioni con atti ufficiali nelle
competenti sedi internazionali. A Genova una delegaz...
Roma, le stranezze della giustizia italiana
L'uomo arrestato la notte del 20 settembre 2007 dai carabinieri in seguito
all'assalto all’insediamento di Rom rumeni alla periferia di Roma è stato
condannato a otto mesi in un processo per direttissima, tenuto il 21 settembre.
Quella notte una quarantina di persone armate di bottiglie molotov e bastoni
hanno assaltato i Rom che vivono in Via Cicogna, nella zona di ponte Mammolo
(Roma est). I carabinieri sono intervenuti in seg...
Torino, i Rom non dovrebbero manifestare...
Una cinquantina di Rom rumeni hanno manifestato il 20 settembre davanti al
Municipio di Torino chiedendo «inserimento nel lavoro e nella scuola e il
passaggio dai campi alle case. Siamo esseri umani - hanno detto i manifestanti,
la scorsa settimana sgomberati da un campo nella prima cintura torinese -
Abbiamo bisogno di un posto dove vivere, di un lavoro e che i nostri figli
vadano a scuola, proprio come ne hanno bisogno gli italiani e tutti gli altri
stranieri». L'iniziativa ha fatto scattare l’inevitabile e strumentale protesta
del centro destra. «Manifestare è leg...
Genova, si inizia a rispettare, in parte, la direttiva 2004/58
Tre - quattro mesi di “sperimentazione”, in stretto contatto col governo romeno,
con l’obiettivo di integrare soprattutto i Rom che vivono da mesi, a Genova, in
una decina di poverissimi e precari accampamenti. Trascorso tale periodo, i
romeni - non solo di etnia rom - che, malgrado l’aiuto delle istituzioni
coadiuvate dalla presenza costante di due super-poliziotti romeni, non saranno
riusciti o non avranno voluto crearsi una vita il più ...
Milano, i Rom diventano nomadi...
Piacerà al cardinale Dionigi Tettamanzi - che l´8 settembre aveva lanciato un
monito per il rispetto dei diritti umani degli ultimi della società - sapere che
don Virginio Colmegna non è il solo prete a Milano disposto a dare accoglienza
ai rom sgomberati da via San Dionigi. Da ieri quel gruppetto di Rom senza tetto
dorme ogni notte in una parrocchia diversa, accompagnato sul posto dal pullman
della Casa della carità. L´annuncio del «rom tour» alla rice...
Moni Ovadia: diamo il nobel per la pace ai Rom e ai Sinti
«Sono comportamenti nazifascisti. Non ho altre parole per definirli. Guai a noi
se sottovalutiamo questi fenomeni e guai alla sinistra se non capisce che c'è un
filo nero nella storia italiana, un problema irrisolto della nostra memoria con
il fascismo». Non ci prova neppure Moni Ovadia a tenere sotto controllo
l'indignazione. Impossibile per questo artista e...
Di Fabrizio (del 27/09/2007 @ 09:47:21, in blog, visitato 2128 volte)
Ciao, volevo comunicare che il Sindaco di Livorno ha aperto un blog sui fatti
dei quattro bimbi Rom morti nel tragico rogo qua a Livorno. L’indirizzo è qua
sotto, ho letto i commenti dei miei concittadini e purtroppo devo dire che
c’è molto razzismo, ignoranza e rabbia verso gli “zingari”. Sarebbe bello,
secondo me, se volesse intervenire nella discussione un Rom, una persona che
possa parlare in prima persona e dire cosa vuole, cosa desidera, cosa cerca. Se
ritieni di poter diffondere questo blog nel tuo, ti ringrazio già da ora.
Isabella.
http://blog.comune.livorno.it/
Di Fabrizio (del 27/09/2007 @ 09:38:29, in media, visitato 2587 volte)
In allegato trovate alcune pagine del messaggero pubblicate
sabato 22 settembre riguardante notizie sui rom. Xoraxai
di ELENA PANARELLA
e RAFFAELLA TROILI
ROMA - Un filo sottile segna il confine tra esasperazione e intolleranza. I
cittadini di Ponte Mammolo l’hanno attraversato. Quelli che avant’ieri si sono
fatti giustizia da soli, e tutti gli altri, il benzinaio, il panettiere,
l’operaio, il barista. Sono stanchi. «Basta - ripetono - Sono anni che andiamo
avanti così, tendopoli, baracche, case lungo il fiume. Siamo invasi da questi
insediamenti che hanno portato all’aumento di furti, delinquenza, degrado. E non
serve a niente sgomberarli, tanto ritornano».
Ponte Mammolo, il giorno dopo. La rabbia è rientrata, l’esasperazione no. Anche
se i sentimenti sono contraddittori, anche se il buonsenso è tornato ma il cuore
pulsa ancora troppo forte, il colpo di coda del quartiere è ancora nell’aria.
«Il Comune invece dov’é?», grida da dietro il bancone Anna, «la verità è che ci
hanno lasciati soli». Siamo nel V Municipio, e gli stranieri sono numerosi e
integrati. Gli zingari, i baraccati, quelli no, quelli sembrano creare solo
problemi. «Non andiamo più al parco per timore d’incontrarli, sono entrati nei
box, nelle case, hanno rubato i motorini. E le donne hanno paura a uscire la
sera».
Esasperati i cittadini. Esasperato chi ogni giorno aiuta, quantomeno cerca un
contatto, tende una mano al popolo rom. Gli operatori sociali, le parrocchie, i
volontari anche loro si dicono abbandonati. «Dove sono le istituzioni?». Chi
scende nei “campi”, come loro, ha il diritto di lamentarsi. Chi conta i posti
vuoti sul pulmino che dovrebbe portare i piccoli rom a scuola; chi incontra le
sue alunne in centro a caccia di borsette mentre i maschietti sono ai semafori,
a elemosinare. Le associazioni seguono passo dopo passo il loro percorso
formativo, «ma anche se tanto è stato fatto, molti bambini - segnala Paolo
Perrini dell’Arci solidarietà - restano ancora nei campi. Il nostro lavoro è
fondamentale per l’iscrizione, ma non può essere lasciato a sè. Va accompagnato
da politiche di inclusione sociale per le famiglie». Come a dire: se le
condizioni di vita rasentano l’estrema precarietà, se i rom che sono a Roma
dall’80 ancora vivono nelle baracche, quale integrazione si possono aspettare
questi bimbi nati a Roma, figli di una generazione anch’essa nata a Roma? «Il
loro primo problema non è la scuola, ma la sopravvivenza».
Nuovi baraccati e vecchi insediamenti. «E’ una realtà che va affrontata a
livello nazionale», aggiunge Salvo Di Maggio della comunità Capodarco. I
piccolini cominciano bene, frequentano la materna, i primi anni delle
elementari. Poi il contatto si perde, vengono risucchiati dalla loro cultura, le
femmine si sposano, anche a forza. «A un certo punto il loro mondo si fa troppo
diverso da quello degli altri coetanei. C’è un bimbo che non è venuto a scuola
per un anno perché non poteva passare in una certa zona del campo», ricordano le
maestre dell’Istituto Dalla Chiesa. «C’è chi arriva tutti giorni da lontano, da
Castel Romano, dove neanche hanno l’acqua, i servizi, ci mettono amore e buona
volontà. Altri sono solo nomi sui registri...». Crescono e si sentono
inadeguati, «vanno a rubare Nike e tute per vestirsi come i loro compagni»,
ancora Perrini. Alla fine, si arrendono...
Sono circa duemila i bambini rom iscritti alle scuole della
Capitale provenienti dagli oltre 25 insediamenti sparsi per il territorio. La
frequenza si attesta sul 70%, con picchi dell'85% dove i campi sono più
attrezzati, e minimi del 30% dove le condizioni di degrado non permettono una
costanza negli studi. Di media, quindi, vanno regolarmente a scuola solo il 50%
dei bambini rom. Le bambine frequentano di più fino alle elementari rispetto ai
maschi, poi molte di loro, verso i 13 anni cominciano ad allentare perché le
famiglie le vogliono vicine per i lavori quotidiani o magari sono costrette a
sposarsi. La scolarizzazione è affidata ad associazioni che seguono passo passo
il percorso formativo dei bambini dalla materna, alle medie e per qualcuno di
loro anche alle superiori e nei corsi di formazione che quest'anno hanno
raggiunto l'apice di circa settanta iscritti. «Per capire come è cambiata la
condizione di questi ragazzi - spiega Salvo Di Maggio, responsabile della
Comunità di Capodarco - basta pensare che tra il 1990 e il ’91 a Roma si
registravano 180 bambini iscritti con una frequenza molto bassa. Oggi parliamo
di circa 2000 ragazzi di cui circa 1400 vanno regolarmente a scuola. Si può dire
che il passaggio è stato compiuto». La comunità di Capodarco controlla 11
insediamenti a sud est della città: da quello di via di Salone a quello
dell'Arco di Travertino passando per via della Martora e via dei Gordiani.
Insieme alla Onlus Arci Solidarietà Lazio, che segue, tra le altre, le comunità
di Castel Romano, Tor de’ Cenci e Tor di Quinto, coprono gran parte del
territorio capitolino per un totale di circa 1800 ragazzi. Ogni mattina vengono
portati nelle rispettive scuole (dal centro alla periferia) grazie a pullman
messi a disposizione dal Comune. Quelli più grandi, che hanno le strutture
vicino ai campi, le raggiungono a piedi. Alcuni vengono accompagnati dai
genitori, mentre la maggior parte ogni giorno è costretta a tragitti spesso
snervanti: «Complessivamente noi seguiamo circa 850 ragazzi (Capodarco un
centinaio in più) tra materna, elementari e medie - spiega Paolo Perrini,
responsabile dell'Arci Solidarietà Lazio - Purtroppo, come ad esempio per gli
iscritti del campo di Castel Romano (280 con frequenza del 50% circa), spesso i
bambini devono affrontare lunghi tragitti per raggiungere la Garbatella o altre
zone limitrofe, tutto a discapito dell'attività didattica perché arrivano in
classe più tardi rispetto agli altri».
G. M.
di GIOVANNI MANFRONI
Sonita ha 16 anni, tanta voglia di studiare e divertirsi e un grave ritardo
mentale che non le permette di stare alla pari con gli altri bambini. Ma Sonita
è più forte della sua malattia. Ogni mattina, con il sorriso sulle labbra, mano
nella mano con la mamma, sale sul pullman che l'aspetta davanti all'entrata del
campo rom di Tor de’ Cenci. «Frequenta assiduamente la scuola - assicura Marco
Birnozzi, coordinatore dell'Arci Solidarietà Lazio - Sonita fa la prima media ed
è seguita da vicino da insegnati ed operatori. Quest'estate non vedeva l'ora che
ricominciasse la scuola. E' sempre un gioia vederla arrivare e leggere nei suoi
occhi la felicità e la spensieratezza che stona rispetto al contesto in cui
vive».
Ma spesso per i ragazzi rom non accettano regole. Quasi sempre sono i genitori a
impedirglielo. È il caso di Stepe, che ha ha sempre amato la scuola. «Le
elemenatri le ha finite a tempo di record - precisa un operatore - Poi, una
volta, finite le medie, i genitori le hanno messo i bastoni tra le ruote». Prima
hanno cominciato a farle saltare qualche lezione, poi, quando ha compiuto 13
anni, hanno deciso che si doveva sposare. «Si è battuta perché questo non
accadesse, tanto che ha provato a denunciare la famiglia ed è stata affidata ai
servizi sociali, pur rimanendo a vivere nel campo di Lombroso». Sembrava averla
spuntata, invece finite le medie la famiglia l’ha costretta a partire per
Milano, dove l'aspettava il futuro marito. I genitori hanno ottenuto quello che
volevano. «Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per riportarla a
scuola - conclude l’operatore - La famiglia ormai non ci vede di buon occhio, ma
non ci arrendiamo».
Alessandro, invece, del campo di Tor de’ Cenci, è stato più fortunato, se così
si può dire. Fin da piccolo ha coltivato la passione per i computer. «E’ sempre
stato fissato», dice sorridendo Marco. Ha concluso regolarmente le elementari e
le medie, studiare gli piaceva tantissimo, già prima di diventare il primo
ragazzo del campo a prendere l'attestato di scuola superiore. La sua passione
l'ha portato a terminare un corso di formazione della Regione per operatore
informatico, uno di quei corsi che ti apre la strada alla vita lavorativa.
«L'abbiamo seguito fin dalla scuola materna - fanno sapere dalla Onlus - è
sempre stato un bambino bravissimo e con tanta voglia di riscatto».
Riscatto che ancora non è arrivato. Una volta terminati gli studi tutte le porte
si sono chiuse. Per 5 anni ha fatto colloqui di ogni genere senza mai ottenere
risposte positive. Oggi Alessandro a 19 anni e un futuro che non c'è. «Si parla
tanto di integrazione - accusa Birnozzi - e poi quando una ragazzo fa tanti
sforzi per lasciarsi alle spalle una condizione di degrado non si fa nulla per
aiutarlo». Per 4 anni ha lavorato come segretario nella Onlus, «abbiamo preso a
cuore la sua storia, ma poi se ne è voluto andare perché ci ha detto che gli
sembrava un'elemosina». Si è rimboccato di nuovo le maniche ed è tornato a
bussare alle porte girando tutte le agenzie interinali sparse per il territorio.
Non si riesce a dare una spiegazione al fatto che il futuro che gli avevano
promesso in realtà è fatto di «le faremo sapere» e «in questo momento non
cerchiamo». Ma non si rassegna e a chi gli chiede che cosa si aspetta dal domani
lui risponde deciso: «Ho studiato tanto per ottenere questi risultati e ora è
giusto che qualcuno mi dia la possibilità di lavorare».
Di Fabrizio (del 26/09/2007 @ 22:47:21, in Italia, visitato 3446 volte)
In questa città ricca, opulenta, ambiziosa, piove.
Se non fosse per l’incattivirsi del traffico, per un appesantirsi
dell’abbigliamento che problema sarebbe? Le case, gli uffici, i bar, i
ristoranti e i negozi della nostra città sono comunque caldi e accoglienti.
Ma non per tutti. C’è un popolo di reietti da questa città, marginali ed
emarginati per i quali la pioggia diventa non un fastidio passeggero ma un
problema di sopravvivenza. Tra questi ci sono gli oltre 500 rom sgomberati negli
ultimi mesi: uomini, donne, bambini senza un ricovero, senza un riparo se
non il telo di una tenda appoggiata per terra, terra che diventa fango ai
margini di una discarica, di un terrapieno ferroviario.
Questi esseri umani, venuti da una terra infelice per cercare un brandello di
felicità nel paese dei ricchi, sono oggi oggetto di una campagna violenta in cui
si scarica l’egoismo e la solitudine di una città che sembra aver perso la
propria identità e il senso di essere una comunità accogliente e fraterna
soprattutto nei confronti dei più deboli e infelici.
Le istituzioni devono applicare e far rispettare le leggi e questo è il loro
compito ma hanno anche la responsabilità del bene di una collettività più ampia
che non può escludere, cancellare persone che sono nostri concittadini, nostri
fratelli.
Ma oggi le istituzioni non si occupano di chi vive nel fango e non ha un tetto
sotto il quale riparare i propri figli.
Per questo faccio un appello ai buoni di questa città, a quelli che non chiudono
gli occhi di fronte a chi sta male perché si compia un gesto di semplice
solidarietà umana. Non permettete di essere vittime di ipocrisia, a quella ci
sta già pensando la politica. Non preoccupatevi dei bambini Rom solo quando li
vedete nella metropolitana e sui telegiornali guadagnarsi qualche spicciolo per
un panino suonando, elemosinando e anche rubando. Pensate al fatto che una volta
finito il loro “lavoro” vanno a dormire nel fango e al freddo e che il loro
benessere dipende dal benessere dei loro genitori. Per questo popolo che soffre,
per il mio popolo, qualcuno trovi, adesso, un riparo, provvisorio ma sicuro che
lo aiuti ad affrontare una stagione che può essere crudele per chi tra loro è
più debole come le donne e i bambini.
Dijana Pavlovic, cittadina italiana e rom
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