Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/08/2008 @ 00:33:38, in blog, visitato 1722 volte)

Da RomSinti@Politica

Signor Ministro Maroni,

vorrei mettervi a conoscenza di cosa siano veramente i "campi rom" e di come essi si siano sviluppati in Italia in modo da invalidare le idee diffuse dai cosiddetti "Esperti Rom" come il decennale presidente dell’Opera Nomadi, Massimo Converso, che non è né sinto né rom (e che purtroppo nessuno può mandare via perché molto "comodo" per le istituzioni che lui rimanga presidente a vita e "dittatore" del popolo Rom e Sinto in Italia).

Prima di tutto va fatta una differenza tra le baraccopoli e i campi nomadi.

Le prime sono state create da immigrati disperati, arrivati da tutto il mondo per scappare dalle guerre, attraversando il mare e rischiando persino di morire nel viaggio della "speranza".

Il popolo Rom e Sinto è stato invece costretto a vivere in quei ghetti chiamati Campi Nomadi. Originariamente queste popolazioni si stabilivano nei Campi Sosta per il tempo necessario allo svolgimento della loro attività lavorativa in una determinata città o anche in Micro Aree dove si stanziavano le famiglie allargate. Ma dopo la caduta del muro di Berlino gli stati cuscinetto dell’ex-Jugoslavia, che non erano alleati né con la Nato né con il Patto di Varsavia, sono stati condannati a sparire nel nome della democrazia.
Noi Rom abitanti di quelle terre, essendo assolutamente pacifisti, e trovandoci davanti al pericolo dei guerrieri Albanesi, Croati, Serbi, Macedoni e Bosniaci, i quali erano in lotta per formare i loro stati indipendenti, siamo stati costretti all’esodo dalla terra balcanica, finendo così nei Campi Sosta da allora trasformati, a causa dell’emergenza, in "Campi Nomadi" .

Da sempre i Rom e i Sinti sono scappati dalle guerre , non si sono mai contrapposti in maniera violenta a tutte le persecuzioni subite, non abbiamo mai combattuto per confiscare le terre a qualcuno e rivendicare un nostro stato.

Siamo l’unico popolo ad avere una bandiera senza avere una "Madre Terra".

Nei secoli sono stati tanti, quelli che hanno mostrato contro di noi la loro forza. I nazisti di Hitler ci hanno massacrati facendo finire nei lager e nelle camere a gas più di 800.000 Rom e Sinti .

Nei Balcani, quando si moriva, emergeva solo l’appartenenza al paese di nascita (si diceva: "Oggi è morto un Macedone") senza alcun riferimento all’appartenenza al popolo Rom e Sinto.

Adesso invece, con un meccanismo simile e opposto al tempo stesso, quando giungiamo in Italia, dopo aver passato tutti i pericoli di un lungo viaggio attraverso il mare o la terra e tanti confini e dogane, ci rendiamo conto di non venir più considerati come persone, ognuna con una propria identità, ma soltanto come Nomadi (parola usata per riferirsi a persone che vivono volontariamente spostandosi da un luogo all’altro) pur essendo da moltissimi anni assolutamente sedentari!

Per identificare questa popolazione si usa la parola Zingari che, originariamente, in greco significava "non toccabili" e che oggi è invece diventata sinonimo di ladro, sporco, elemento pericoloso per la società in cui vive.

Ciò ha comportato per noi l’esclusione da qualsiasi intervento di prima accoglienza e l’impossibilità di essere accolti come profughi: per un uomo e una donna rom ottenere un permesso per asilo politico è diventato soltanto un’ utopia.

Nei campi nomadi vivono Rom e Sinti di varia provenienza, Macedonia, Serbia , Bosnia e Monte Negro. A loro si sono aggiunti di recente i Rom provenienti dalla Romania, già perseguitati nel loro paese dal vecchio dittatore Ceausescu e non meglio trattati dall’attuale governo che li ha relegati sotto i ponti pur essendo anche essi cittadini europei.

Una cosa che ci tocca particolarmente è che in Italia, la politica e i media hanno riesumato la vecchia favola degli ZINGARI CHE RUBANO I BAMBINI e rispetto a quest’ipotesi sono state fatte migliaia di indagini che non hanno però portato a nessuna condanna negli ultimi venti, trent’anni.

Ma in fondo mi chiedo: "chi sono davvero i ladri di bambini?", i rom o quel sistema che attraverso i provvedimenti dei tribunali toglie, a volte con troppa leggerezza, i figli alle proprie famiglie, procedendo all’affidamento o persino all’adozione a famiglie italiane?

Inoltre, per quanto riguarda il ricongiungimento familiare, rileviamo il fatto che il provvedimento per il riscontro del DNA. si applicherà solo agli ZINGARI (per assicurarsi che i bambini non siano "rubati"). Come mai questo provvedimento non si applica a tutti gli immigrati? Non è forse, questa, vera e propria discriminazione nei confronti del popolo Rom e Sinti?

Sig. Ministro, la sua più recente dichiarazione, secondo la quale i genitori Rom e Sinti sono soliti abbandonare i loro figli, non ha alcun fondamento reale e con affermazioni del genere ci sentiamo presi in giro. L’impressione che ricaviamo da tutto questo è che certe teorie servano più che altro a giustificare provvedimenti e dichiarazioni condannati persino dal Parlamento Europeo (che ha accusato l’Italia di attuare discriminazioni razziali).

Ribadisco che pur vivendo in Italia ormai dieci anni non ho mai sentito parlare di casi reali di rapimento di minori italiani o di abbandono generalizzato dei nostri figli.

Forse certe immagini che avete di noi provengono da storie che risalgono alla vostra infanzia e anche lei, Sig. Ministro, chissà che certe sue affermazioni non derivino dalle storie che sua nonna (Allahrahmetulah, Dio le dia pace) le raccontava da piccolo a proposito degli zingari che rubano i bambini quando non si comportano bene.

Oggi i giornali raccontano storie ancora più spaventose sugli zingari, storie altrettanto fantastiche e false e che creano la stessa paura sulla popolazione italiana delle storie che le nonne raccontavano ai nipoti per tenerli buoni.

La mia esperienza lavorativa nel progetto "Le Città Sottili" a Pisa mi ha mostrato la possibilità di aiutare i bambini e le bambine rom e sinte senza alcun bisogno di prendere le loro impronte digitali. Sono arrivato a Pisa nel 1998 e mi sono stabilito in un "campo nomadi ", a quel tempo tantissimi bambini slavi chiedevano l’elemosina ai semafori della città e la frequenza scolastica era scarsa. Nel campo operava una cooperativa di gagè (non Rom) che si era assunta l’incarico di fornire il trasporto per i pochi bambini rom che allora frequentavano le scuole e che, tra l’altro, promuoveva la nostra cultura festeggiando le "feste Rom", pur non avendo idea ad esempio della festa dell’8 Aprile, Giornata Mondiale dei Rom e dei Sinti (1971, a Londra nasce l’International Romani Union).

Nel corso di dieci anni, dal 1998 al 2008, siamo riusciti a portare avanti un percorso di scolarizzazione che attualmente vede quasi tutti i bambini in età d’obbligo formativo iscritti nelle scuole (con una frequenza giornaliera dell’85%) e seguiti attraverso attività pomeridiane di doposcuola .

Ad oggi abbiamo tutti i dati relativi alla popolazione dei "campi" e molti tra i bimbi seguiti già dal 1998 sono adesso maggiorenni: per loro sarebbe ora necessario e importante occuparsi piuttosto dell’ottenimento della cittadinanza, essendo persone nate in Italia. Purtroppo con molti di loro risulta impossibile intraprendere un percorso di questo tipo poiché un requisito richiesto per ottenere la cittadinanza è la residenza in Italia, il problema è che non viene riconosciuta la residenza nei "campi nomadi", dove alcune famiglie abitano ormai da decine d’anni.

Dunque, ragazzi nati e cresciuti in Italia non possono godere della possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. Spesso non hanno la cittadinanza neppure nei paesi di provenienza dei genitori e spesso non ne conoscono la lingua. Eppure anche per loro si parla di espatrio. Dove pensate di mandarli, carissimo Ministro?

Per aiutarli davvero, come dice di voler fare il vostro governo, sarebbe piuttosto opportuno metterne in regola i genitori dando loro la possibilità di avere un permesso di soggiorno di almeno un anno per poter lavorare e dimostrare la propria volontà di "INTEGRAZIONE" fino ad arrivare alla convivenza pacifica con i cittadini italiani, in una condizione di pari opportunità, uguaglianza e intercultura.

Infine le ricordo che la presenza di molti Rom a Pisa risale anche a trent’anni fa.

Volete davvero bene ai bambini "zingarelli"? Allora fate loro davvero del bene perché l’impressione che la nostra comunità ha avuto dai vostri interventi è invece quella dell’unica volontà di censire.

Dopo l’episodio recentissimo delle molotov lanciate su uno dei "campi nomadi" a Roma e dopo il gravissimo episodio di Napoli, che a tutti ha evocato i tragici eventi dei pogrom, cosa intende fare il vostro governo per "difendere la sicurezza degli zingari" dalla rabbia e dalla paura degli italiani? Pogrom a Napoli ieri, Roma oggi…e domani? In quei campi nomadi vivono anche Rom e Sinti cittadini italiani, presenti in Italia dal 12°, 13° secolo.

La federazione dei Rom e dei Sinti è pronta a collaborare con il governo Berlusconi nell’idea che dovremo essere noi i protagonisti del nostro futuro, non vogliamo i gagè, furbi e cosiddetti "esperti Rom e Sinti" a decidere per noi.

Per questo dico BASTA! ,"DOSTA!" con le manipolazioni e la falsa benevolenza nei nostri confronti.

"Dosta!", Basta! con questa invenzione ridicola dell’abbandono dei bambini Rom e Sinti da parte dei propri genitori e con la propagandistica offerta di cittadinanza per i minori "abbandonati".

"Dosta!", Basta! con il razzismo e con la persecuzione del nostro popolo .

Ci sono Rom e Sinti capaci di essere l’avanguardia del nostro popolo. Fuori i falsi esperti, vogliamo la cittadinanza europea e la libertà di vivere con dignità!

Per quanto scritto mi assumo personalmente ogni responsabilità.

Etem Dzevat - Presidente A.C.E.R.
Consulente Nazionale della Federazione Rom e Sinti insieme

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Di Fabrizio (del 31/07/2008 @ 20:25:39, in Europa, visitato 2313 volte)

Ricevo da Union Romani

Manifestazione a Madrid il 7 agosto
E' ARRIVATA L'ORA DI REAGIRE

Alla fine abbiamo ottenuto tutti i permessi governativi per poter celebrare a Madrid, il prossimo GIOVEDI' 7 AGOSTO una manifestazione che terminerà davanti alla sede dell'Ambasciata d'Italia, in calle Lagasca.

Manifesteremo per denunciare pubblicamente la gravità degli attentati sofferti dai gitani europei residenti in Italia e per chiedere la solidarietà dei cittadini davanti alla violenza cieca dei razzisti.

A partire da adesso dobbiamo moltiplicarci. Noi, i gitani, dobbiamo avere la coscienza degli obblighi che abbiamo di partecipare, con sacrificio personale ed economici ad essere precisi, in una rivendicazione come questa.

E' una grande opportunità perché i gitani di Spagna dimostrino di essere disposti a dare qualcosa di noi stessi in difesa degli interessi di tutti. Per questo dico che dobbiamo mobilitarci perché le associazioni gitane, fondamentalmente, organizzino la trasferta a Madrid.

Sarebbe molto importante che la Spagna vedesse, e che l'Europa intera contemplasse, i gitani spagnoli disposti a mettere la faccia, con coraggio, in difesa dei Diritti Umani, in difesa della libertà di circolazione, in difesa della democrazia e contro qualsiasi forma di razzismo o xenofobia.

Il giorno 7 agosto si devono vedere a Madrid molte bandiere gitane e molte bandiere europee e, naturalmente, anche bandiere spagnole e dell'autonomia, anche se, ripeto, l'ideale sarebbe che predominassero le bandiere gitane e quelle europee.

A partire da qui occorre sollecitare l'accordo e l'adesione di quante più istituzioni possibili. Perciò, la nostra manifestazione non è contro nessuno (evidentemente sì contro i razzisti, sì contro i nazisti, sì contro i genocidi), ma a favore della libertà, della democrazia e per l'uguaglianza delle opportunità per tutti. Per questa ragione converrà che tutti si sentano a loro agio in questa manifestazione. Tanto la gente del PSOE come quella del PP, così come quella del resto delle formazioni politiche. I Sindacati devono essere al nostro lato. Questo giorno devono accompagnarci le associazioni del Terzo Settore di Azione Sociale. E perché questo avvenga, siamo noi che dobbiamo mobilitarci.

Lo ripetiamo ancora una volta. Facciamo questa manifestazione perché molti gitani lo hanno chiesto. Per questa ragione rinunciamo a qualsiasi protagonismo non necessario o di clan. Nonostante, dato che dev'esserci un'organizzazione convocante, crediamo che debba essere il CONSEJO ESTATAL DEL PUEBLO GITANO, massimo organo di rappresentazione dei gitani spagnoli, a mostrarsi. Gli altri, in un onorevole secondo piano, devono lavorare con il massimo sforzo ed efficace perché tutto venga il meglio possibile.

Aperti a ricevere qualsiasi suggerimento, contributo o rettifica a quanto qui manifestato, vi invio un forte abbraccio.

JUAN DE DIOS RAMÍREZ-HEREDIA

Per stabilire contatti, per formulare suggerimenti o coordinare azioni, chiediamo di mettersi in contatto con le seguenti persone:

ANTONIO VAZQUEZ SAAVEDRA
VicePresidente del Consejo Estatal del Pueblo gitano.
e-mail: info@fagex.org
Tel. 924.553825; móvil 620.867581

Movilizaciones:
MANUEL GARCIA RONDON
Secretario General de la Unión Romani
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 954.285.533; móvil 607496202

Organización
ANTONIO TORRES FERNANDEZ
Vicepresidente de Unión Romaní
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 954.285.533; móvil 670.777199

Apoyo
ISIDRO RODRIGUEZ
Director de la Fundación Secretariado Gitano
e.mail: fsg@gitanos.org
Tel. 91.422.09.60

FRANCISCO SANTIAGO MAYA
Coordinador
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 639849575

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Di Fabrizio (del 31/07/2008 @ 09:30:20, in media, visitato 2145 volte)

Da Romanian_Roma

Editoriale: Razzismo davanti al PC
OVIDIU NAHOI Vice Capo Redattore ovidiu.nahoi@adevarul.ro

Dobbiamo dare troppa importanza ai forum che accompagnano gli articoli delle nostre pubblicazioni online? Questi messaggi si sintonizzano con lo stato mentale dei lettori? Registriamo il fatto che i partiti ed i candidati spingono il lato virtuale delle loro campagne. E se i cittadini attivi passano dall'agorà ad internet, allora i forum dovrebbero avere la loro rilevanza sociologica.

E se è così, le reazioni agli articoli sulla situazione dei Rom sono preoccupanti. Entrambe i pezzi, sugli Italiani della spiaggia di Napoli, incuranti dei corpi  delle due ragazzine Rom annegate, e l'intervista del nostro giornale all'europarlamentare Rom Viktoria Mohacsi, hanno ricevuto soprattutto reazioni piene di cinismo ed intolleranza. Quando senti l'odio mormorare in migliaia e migliaia di messaggi, non ti aiuta immaginare che non si tratta di una copia di scervellati  che non pensa tanto alla Notte dei Cristalli, ma piuttosto ai Balcani? Quale percezione avrebbe qui un partito o un leader che facesse discorsi apertamente razzisti e xenofobi? Teniamocelo a mente, la Romania sta per essere invasa da lavoratori asiatici e non abbiamo indizi su cosa questa collisione di civilizzazioni ci porterà.

Un'altro dettaglio shoccante: parliamo di spazi di dibattito da pubblicazioni serie - come "Adevarul", "Evenimentul zilei", "Hotnews" e altri. Quindi, possiamo interrogarci se il razzismo e la tolleranza sono problemi di fondo della società. Sì, abbiamo un problema con l'integrazione dei Rom - noi Rumeni, e noi Europei. Ma dire, anche sottouno pseudonimo, che la soluzione è collegata alla "soluzione finale" è una testimonianza di arretratezza. Grazie al cielo, Hitler non è più civilizzato.

Ed ora, i nostri leader politici. Tranne poche eccezioni dall'Europarlamento, sono silenziosi come un topo. Hanno scelto un pericoloso compromesso tra i valori europei e la maggioranza in madrepatria. Per quanto continueranno così? Ed, cosa esattamente succederà con i flussi di odio ed intolleranza lasciati ad affogare o nuotare? Il dovere dei leader è di mettere avanti i valori in cui credono, proprio in momenti come questi, anche col rischio delle elezioni. Lo stesso per i doveri della stampa di tener conto della responsabilità, e non sono i grafici di vendita.

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Di Fabrizio (del 31/07/2008 @ 08:48:30, in casa, visitato 2318 volte)

Da Czech_Roma

Brno, 21 luglio (CTK) - Il vice sindaco Rychnovsky ha detto lunedì ai giornalisti che sarà stabilita a Brno nei prossimi anni una rete di alloggiamenti sociali per aiutare le famiglie che non hanno redditi sicuri ed hanno alti debiti per gli affitti, per risolvere le loro difficoltà.

La rete di alloggiamenti sociali è necessaria soprattutto per quei Rom che spesso trovano problemi per gli affitti insoluti, ha detto.

E' utile aiutare queste persone come d'altronde c'è il pericolo che perdano la casa e che i loro figli finiscano senza necessità negli orfanotrofi, ha detto Rychnovsky.

La rete di alloggiamenti sociali sarà su più livelli e comincerà con gli appartamenti senza alcun servizio e con un guardiano che controllerà l'entrata alla casa così come il pagamento dell'affitto e delle apparecchiature, ha detto.

La famiglia che intendono pagare correttamente l'affitto saranno messe in grado di spostarsi in un alloggio migliore, ha detto Rychnovsky.

Secondo le stime degli esperti, vivono a Brno circa 5.000 Rom. Alloggio e mancato pagamento degli affitti sono tra i principali problemi affrontati dalla comunità.

La commissione che lavora sui problemi dei Rom ha quindi focalizzato le prime misure sul loro alloggio. Assieme all'agenzia governativa contro l'esclusione sociale che aiuta a migliorare la situazione dei Rom nei "ghetti" e che ha iniziato a lavorare a marzo, la commissione ha disegnato uno studio sull'alloggio dei gruppi socialmente esclusi della popolazione.

L'agenzia prevede di investire a Brno cinque milioni di corone. Sulla base dello studio la città preparerà i progetti necessari per domandare le sovvenzioni dai fondi europei.

La rete di alloggiamenti sociali si fonderà su queste sovvenzioni, ha detto Rychnovsky.

Il progetto principalmente prevede la ricostruzione degli alloggi attuali. Inoltre, sarà creato per tutte le parti della città un metodo unificato per risolvere il problema degli affitti insoluti, ha detto Rychnovsky.

Czech News Agency (ČTK).

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Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 22:55:44, in Italia, visitato 1957 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Una delegazione della Federazione Rom e Sinti ha incontrato a Roma il 30 Luglio 2007 il Vice Prefetto di Roma, al quale è stato presentato il programma politico della Federazione ed il seguente documento.

La Federazione Rom e Sinti insieme è consapevole che per individuare corrette politiche di interazione culturale con le minoranze Rom e Sinte è necessario non solo una reale conoscenza, ma anche fare i conti con la storia delle politiche del passato, le quali sono totalmente fallite considerata l’attuale condizione di Rom e Sinti.

Oggi è documentato il fallimento di quel "metodo" politico e la Federazione Rom e Sinti insieme sollecita un radicale cambiamento di metodo che passa attraverso un dialogo diretto e la definizione di un ruolo attivo a Rom e Sinti.

Da troppo tempo il dialogo ed il confronto con la cultura Rom e Sinta è assente, è più uno specchio che una finestra, perché i processi di acculturazione “interpretativi” e le politiche “differenziate” stanno bloccando ogni miglioramento.

Le politiche per Rom e Sinte in Italia hanno evidenziato una persistente assenza di conoscenza, con gravi implicazioni culturali, percepibile nel fallimento delle politiche del passato: politiche “differenziate”, “assistenzialismo culturale”, “segregazione culturale”, sostenute con l’intento di promuovere e valorizzare la cultura Rom e Sinta, proposte e realizzate in conformità a una “interpretazione culturale” del mondo Rom e Sinto, di fatto hanno condotto le persone di queste minoranze verso la divisione e la esclusione.

La divisione, interna ed esterna, sostenuta soffiando spesso sul fuoco del frazionamento dell’identità culturale collettiva e sulla discriminazione, ha impedito il formarsi di una rappresentatività Rom e Sinta per costruire una proposta condivisa, attiva e responsabile, all’interno delle nostre minoranze per collaborare a soluzioni politiche sociali e culturali utili a tutti.

L'esclusione a tutti i livelli del contesto sociale, culturale e politico, ha ANCHE prodotto nelle persone delle nostre minoranze una condizione di “fatalismo persecutorio” ed una forma di “assistenzialismo culturale” che ha condotto Rom e Sinti verso:

- l’accettazione passiva di ogni forma di iniziativa che proveniva dall’esterno, per beneficiare dell’assistenzialismo, sviluppando sempre maggiormente una mentalità assistenziale estranea ai codici morali della cultura Rom e Sinta;

- il rifiuto o la contrapposizione verso ogni forma di iniziativa promossa all’interno delle nostre minoranze per il timore di perdere una referenzialità personale utile ad ottenere un vantaggio individuale attraverso l’assistenzialismo culturale.

La divisione e l’esclusione sono un grave rischio per l’identità culturale collettiva di Rom e Sinti, ma in particolare un rischio per la perdita di codici morali e culturali collettivi di riferimento per la persona appartenente alla cultura Rom e Sinta.

Le minoranze Rom e Sinte hanno interiorizzato un forzato adattamento alle circostanze, sempre negative, ma la trasformazione che stiamo vivendo oggi prevede una interazione culturale sofisticata, dove tende a rafforzarsi una maggiore consapevolezza culturale per la ricerca di quella unità collettiva, utile per un confronto culturale attivo e propositivo e per un riesame critico, che permetta di essere protagonisti di una nuova “dimensione dei Rom e dei Sinti”.

Le minoranze Rom e Sinte vivono oggi un’occasione se nel sano conflitto generazionale e intercomunitario riescono a superare le divisioni e le frustrazioni del passato e spingersi verso il futuro senza negare la tradizione.

Passaggio delicato per il rischio di falsi modelli che potrebbero orientare verso una distorta dimensione dell’essere Rom e Sinto, dimensione che potrebbe essere estranea sia alla diversità culturale, sia al contesto sociale, politico e culturale.

Passaggio insidioso, se non sostenuto da corrette scelte politiche culturali, sociali ed economiche, la promozione di un dialogo diretto e la definizione di un ruolo attivo a Rom e Sinti.

La Federazione Rom e Sinti insieme sollecita la costituzione di un ufficio nazionale ed uffici periferici per Rom e Sinti così come definitivo nel documento politico.

La Federazione Rom e Sinti insieme chiede a Sua Eccellenza il Prefetto di Roma:

  1. il dialogo diretto ed un ruolo di collaborazione propositiva di Rom e Sinti;
  2. la costituzione di un tavolo tecnico, che comprenda la presenza strutturata di professionalità Rom e Sinte, per collaborare alla condivisione di un programma di politiche di interazione culturale con le minoranze Rom e Sinte;
  3. la predisposizione di percorsi formativi per Rom e Sinti in merito alla “comunicazione e partecipazione”.

La Federazione Rom e Sinti insieme, nel riconoscere i bisogni del territorio ed evitando ogni forma di contrapposizione non necessaria, si rende disponibile al dialogo ed alla collaborazione responsabile.

Roma, li 30 Luglio 2008
Federazione rom sinti insieme

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Di Sucar Drom (del 30/07/2008 @ 15:05:29, in blog, visitato 2042 volte)

Una morte assurda
Si sono svolti i funerali delle due ragazze morte affogate in mare domenica pomeriggio. I loro corpi erano stati lasciati sulla spiaggia di Torregaveta prima di essere portati via dai soccorritori. Probabilmente le due ragazze non s...

Il cardinale Sepe: indifferenza devastante
"Girarsi dall’altra parte o farsi gli affari propri può essere a volte più devastante degli stessi eventi che accadono". Lo afferma in una nota l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, riferendosi a quanto accaduto sa...

Roma, iniziano a schedare
Oggi è partito il "censimento" dei Rom e dei Sinti che vivono nei campi nomadi della Capitale. L'operazione sarà effettuata dai volontari della Croce Rossa Italiana. Gli operatori della Cri ogni giorno si recheranno in un insedia...

Il ministro Maroni vuole rubare i bambini ai Rom?
Cittadinanza italiana ai bambini dei “campi nomadi” senza genitori certi. La proposta subdola del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, avanzata per la prima volta mercoledì scorso nella sede dell'Unicef, è stata ribadita oggi a Milano dal titolare del Viminale. Nei prossimi giorni, ha detto il ...

Rom e Sinti, delegazione Osce in Italia per tutela diritti umani
È da oggi in Italia la delegazione dell'Organizzazione della Sicurezza e cooperazione in Europa (Osce) che dovrà esaminare il 'fascicolo Rom' e le condizioni di vita delle popolazioni rom e sinte nei “campi nomadi” dopo gli assalti e gli episodi di razzismo delle ultime settimane...

Clima intimidatorio durante la visita dell’Osce
La delegazione dell’Osce è questa settimana in Italia per verificare le violazioni dei diritti umani, subite da Rom e Sinti. La visita è iniziata lunedì a Milano. Il primo insediamento visitato dall’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa è stato quello della famiglia Bezzecchi, insediamento rom “censito” dal Governo italiano all’inizio di giugno...

Schedatura, il Ministro ha diramato le linee guida
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha diramato il 22 luglio scorso ai Prefetti di Roma, Milano e Napoli le linee guida per l'attuazione delle ordinanze con le quali sono stati nominati Commissari delegati per l'emergenza relativa agli insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Lazio, Lombardia e Campania...

Linee guida del Ministero dell'Interno
Linee guida del ministero dell'Interno, diffuse il 17 luglio, per l'attuazione delle ordinanze del presidente del consiglio dei ministri del 30 maggio 2008, n. 3676,3677 e 3673, concernenti insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Campania, Lazio e Lombardia Contesto e finalizzazione delle attività L'adozione dello strumento d...

Roma, molta confusione...
«L'inaugurazione della casa di legno per i rom nel campo nomadi Casilino 900, non era stata concordata con nessuno ed è stata subita dai cittadini come una provocazione. Controlleremo le carte e...

La Costituzione ai tempi della democrazia autoritaria
La Costituzione fatica nel compito di creare concordia. Quando una Costituzione genera discordia, è segno di qualcosa di nuovo e profondo che ha creato uno scarto. E il momento in cui le strade della legittimità e della legalità (la prima, adeguatezza ad aspettative co...

Consiglio d'Europa: «L'Italia fomenta la xenofobia»
''La valorizzazione dei diritti fondamentali e dei principi umanitari è largamente assente nelle misure adottate in questo momento in Italia, ciò che rischia di appesantire il clima di xenofobia”, ha dichiarato il Commis...

Molotov contro una famiglia sinta italiana
«Un episodio che non va assolutamente sottovalutato, anche perché si inserisce in un clima nazionale tutt’altro che tranquillizzante, nel quale pare molto facile fare dell’extracomunitario, del rom o del nomade il capro espiatorio di tanti problemi e tante tensioni che affliggono il paese»...

Consiglio d’Europa: ''nessun insulto verso la polizia''
“Il commissario - ha detto il portavoce - non afferma che la polizia abbia compiuto raid con delle molotov o contro i rom. Il rapporto fa riferimento a una serie di episodi di sgombero forzato di alcuni cam...

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Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 10:36:36, in musica e parole, visitato 2437 volte)

COMUNICATO STAMPA
VINCOLI SONORI - klezmer & gypsy music Festival
XIII edizione

Pinerolo
31 luglio - 3 agosto 2008

"Vincoli Sonori" è la rassegna musicale giunta alla tredicesima edizione, promossa e organizzata a Pinerolo da Sferaculture.

Quest'anno sul palco di "Vincoli Sonori" salirà ancora una volta il meglio del sound klezmer e gypsy, con gruppi provenienti da Romania, Macedonia, Francia e Italia: gli ACQUARAGIA DROM, con il loro stile zingaro italiano (venerdi 31 luglio), la PICIKATO BRASS BAND, banda di ottoni vera rivelazione della stagione (venerdì 1 agosto), ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO (sabato 2 agosto), che uniscono le melodie klezmer al virtuosismo del canto tzigano.

Nella loro unica data italiana chiuderanno domenica 3 agosto i mitici e straordinari TARAF DE HAIDOUKS, ensemble che ha scritto pagine memorabili della gypsy music contemporanea.

Accanto a loro,in Piazza Verdi, si esibiranno, per il consolidato tributo della kermesse a Django Reinhardt, NIGLOSWING e STRINGOLOGY e poi ancora il giovane approccio klezmer dei BUBE SAPRAVIE ed i canti rom dei BALVAL.

L'impianto dei quattro giorni prevede come di consueto un concerto alle 18.00 nella suggestiva Piazza Verdi ad ingresso libero, e uno alle 21.30 nel rinnovato Teatro Sociale (P.za V. Veneto, 24) con un biglietto di ingresso di 5 euro.

Giovedì 31 luglio
ore 18.00 > Piazza Verdi > NIGLOSWING
ore 21.30 > Teatro Sociale > ACQUARAGIA DROM

Venerdì 1 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BUBE SAPRÀVIE
ore 21.30 > Teatro Sociale > PICIKATO BRASS BAND
S
abato 2 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BALVAL
ore 21.30 > Teatro Sociale > ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO

Domenica 3 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > STRINGOLOGY
ore 21.30 > Teatro Sociale > TARAF DE HAIDOUKS

more info:
http://www.sferaculture.com
http://www.myspace.com/vincolisonorifestival

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Associazione Sferaculture
Via San Domenico, 49
10122 Torino - Italy
Tel.+39 011 5217847
http://www.sferaculture.com

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Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 09:23:46, in lavoro, visitato 2574 volte)

Dal blog Deviousdiva

Un recente articolo sulla comunità Rom a Votanikos dal giornale nazionale Eleftheros Typos (in greco). Guarda alla salute ed ai rischi per i fuochi che bruciano le guarnizioni dei cavi di rame. La comunità rivende il rame come mezzo di sostentamento. La diossina emessa causa il cancro e può avere effetti nocivi durevoli sulla catena alimentare nella regione.

Eva Zimaraki (dell'Associazione degli Zingari Greci) ha detto:

"Non vogliamo la repressione. Chiediamo di trovare una soluzione che ci permetta di sopravvivere"

Una soluzione che è stata suggerita è una collaborazione con compagnie di riciclo per assicurare una occupazione salutare per la comunità e un'importante risorsa per la città. Tuttavia, come in tutti gli sviluppi per i Rom, niente è stato realizzato.

Alla sinistra del testo una galleria fotografica.

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Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 09:04:42, in musica e parole, visitato 2195 volte)

Da Roma_Daily_News

Un dialogo interculturale: musica, cultura ed identità Yiddish e Rom
Introduzione di Dr. Alan Bern

Il Progetto

"Gli Altri Europei" è un progetto collaborativo di altra musica e. V. (Germania), il KlezMORE Festival di Vienna (Austria), ed il Festival di Cultura Ebraica di Cracovia (Polonia). Nel 2008-09, tutti e tre i festival presenteranno attività che esploreranno le relazioni storiche e contemporanee tra le culture degli Ebrei Aschenazi (Yiddish) e Rom. L'attività centrale è creare e presentare due nuove band, una Yiddish ed una Rom, composte di musicisti eccezionali Yiddish e Rom con base in Europa. Nel 2008,ogni gruppo svilupperà ed effettuerà repertori separati con comuni radici rumene, e nel 2009 le due bande collaboreranno nel creare un repertorio ed uno stile incrociati. A completamento di questo processo, i festival presenteranno anche simposi, laboratori sulla musica strumentale, musica vocale, danza e linguaggio, ed una serie di film, tutti focalizzati sulla comprensione interculturale delle culture Yiddish e Rom. (Per la lista delle attività di ogni festival, guardati i singoli siti web dei festival).

Premessa

Per diversi secoli, Ebrei e Rom hanno occupato ruoli importanti ma ambivalenti nelle società europee, economici, politici e culturali. Subordinati e sempre accettati solo provvisoriamente dalle culture dominanti entro cui vivevano, tanto gli Ebrei che i Rom hanno sviluppato complesse identità culturali; mantenendo le proprie tradizioni e nel contempo adattandosi e interagendo costantemente con i loro vicini. Per questa ragione, Ebrei e Rom rappresentano identità europee "transculturali", nei fatti e nell'immaginazione. Scopo dei partner del progetto è di promuovere scambi interculturali tra gli esecutori di musica Rom e Yiddish, sia per l'arricchimento dei musicisti e delle rispettive culture, che come contributo alla continua vasta discussione sull'identità e cultura europea.

Ricerca Focalizzata al Progetto

Anche se entrambe "transculturali", ci sono profonde differenze tra le culture Ebrea e Rom, ancorate nelle loro storie e tradizioni separate, e nelle economie politiche, storie e culture delle differenti società con cui hanno interagito. Molto più interessanti, quindi, sono le similarità nei ruoli giocati dai musicisti professionisti nelle due culture, particolarmente dove vivevano fianco a fianco. Nella Romania prima della guerra ed in alcune parti dell'Ucraina, per esempio, gli Ebrei Aschenazi (di lingua Yiddish) ed i Rom erano musicisti professionisti che suonavano un repertorio misto sia per loro che negli eventi dei loro vicini co-territoriali. Rappresentavano uno scambio interculturale di successo attraverso confini linguistici, politici e culturali. A seguito dello sterminio nazista degli Ebrei europei, furono spesso musicisti Rom, che avevano suonato nei gruppi Ebrei prima della guerra, a preservare e trasmettere il repertorio di musica Yiddish che altrimenti si sarebbe perso.

Precisamente la complessa interculturalità delle culture Rom ed Ebrea provocò nel passato ideologie nazionaliste e scioviniste che li denominarono come "senza radici", "parassiti", degenerati" e peggio. Tali attitudini non sono affatto relitti del passato, sono visibili attraverso tutta l'Europa odierna nei ricorrenti scoppi anti-Semiti ed anti-Rom. In contrasto, lo stesso carattere transculturale della musica Yiddish e Rom è romanticizzato ed abbracciato dall'odierna cultura pop della "world music", che la struttura come sovversiva e trasgressiva e quindi "hip". Attualmente c'è un'ondata popolare di musica Rom e pseudo-Rom ed un'ondata simile di musica post-klezmer ha ispirato la Musica Nuova Ebrea. Ci sono tanto affinità immaginarie tra loro come pure genuini contatti storici e musicali. Ma gli incontri attuali tra musicisti Rom ed Yiddish tendono ad essere promossi dagli interessi dell'industria della musica commerciale di negare gli altri impulsi creativi o storici, che hanno scarso appoggio o accesso al pubblico.

Nel film del 1998 del regista rumeno "Train de vie - Un treno per vivere" c'è una scena in cui u gruppo di Ebrei ed un gruppo di Rom, tutti e due fuggono dai nazisti, si incontrano e scoprono i loro profondi legami spirituali attraverso un'orgia musicale di solisti. La vera controparte di questa scena romanticizzata sarebbe un genuino incontro tra musicisti attuali Yiddish e Rom,  con lo scopo di esplorare le similitudini e le differenze dei vecchi repertori e di creare nuove sintesi musicali collegate alle loro storie reali. Il progetto fornirà la struttura per questo incontro e per differenziare tra le rappresentazioni vere e finte degli Ebrei e dei Rom. Sarà guidato da uno spirito di ricerca e dal desiderio di arrivare a termini creativi con le eredità universali della musica Rom e Yiddish.

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Di Fabrizio (del 29/07/2008 @ 18:16:10, in Italia, visitato 2126 volte)

Ricevo da Roberto Malini

COMUNICATO STAMPA 29 luglio 2008

NOMADI/PISA: RAZZISTI INCENDIANO BARACCHE, TRA CUI QUELLA DEI GENITORI DELLA BAMBINA MORTA NEL ROGO DI LIVORNO

GRUPPO EVERYONE: "VICTOR ED ELENA LACATUS SONO ABBANDONATI A SE STESSI. AUTORITA' TOSCANE E ITALIANE LI AIUTINO"


EVERYONE CHIEDE ACCOGLIENZA PER LE FAMIGLIE COLPITE AL GOVERNATORE DELLA TOSCANA CLAUDIO MARTINI E SI APPELLA AL PRESIDENTE NAPOLITANO PER UNA FORTE PRESA DI POSIZIONE CONTRO LA PERSECUZIONE DEI ROM IN ITALIA

Sabato 26 luglio, a Pisa, sotto il Ponte della Cittadella, sulle sponde dell’Arno, intorno alle 15, un gruppo di razzisti ha appiccato il fuoco all’insediamento Rom, composto da cinque baracche, dove vivevano anche Victor ed Elena Lacatus, genitori della piccola Lenuca Carolea, morta ad agosto dello scorso anno nell'ormai noto "rogo di Livorno", dove hanno perso la vita altri tre bambini di etnia Rom. Le fiamme si sono subito sviluppate investendo interamente le baracche e distruggendo anche tutto ciò che vi era contenuto: vestiti, qualche suppellettile e tutti gli effetti personali delle famiglie.

"Quando sono arrivato dalla stazione ho visto la baracca dove vivevamo invasa da fiamme altissime, e i pompieri che cercavano invano di spegnere l'incendio. Né nella mia casa di fortuna, né in quella dei miei amici e vicini, c’era niente che potesse scatenare le fiamme" ha raccontato questa mattina Victor Lacatus all'attivista Rom del Gruppo EveryOne Nico Grancea. "Ho rivissuto in un attimo la notte in cui mia figlia Lenuca è morta, è stato terribile".

I testimoni Petrica C. e Costica M. hanno riferito al Gruppo EveryOne che "all'improvviso, si è scatenato l'inferno sotto il Ponte della Cittadella. Le fiamme bruciavano tutto con una furia impressionante". Altri testimoni riferiscono che le fiamme si sono sprigionate contemporaneamente nelle cinque baracche e hanno raggiunto il massimo potere distruttivo in pochi minuti. "Solo per una coincidenza fortuita nessuno si trovava all'interno delle baracche" affermano i leader di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. "Tutti i Rom romeni della comunità colpita dal rogo hanno subito nel recente passato intimidazioni, minacce e episodi di intolleranza da parte di razzisti italiani". Sul luogo dell'incidente sono accorse diverse volanti e veicoli di soccorso dei vigili del fuoco, ma non è stato possibile salvare nulla di quanto contenevano le baracche. "La rapidità di diffusione delle fiamme e il loro immediato e contemporaneo divampare in cinque diverse baracche in assenza di vento fanno apparire attendibilissima la natura dolosa del rogo" continuano gli attivisti. "Dopo aver descritto alle autorità le dinamiche dell'incendio e lamentato i danni subiti, le famiglie Rom si sono allontanate, senza che venisse offerto loro alcun sostegno materiale, sanitario o psicologico. Palesemente sotto shock, si incamminavano verso l'ignoto, come gli ebrei che fuggivano dai pogrom nei secoli scorsi. Dopo aver abbandonato il luogo dell'incendio, i Rom non trovavano alcun riparo e dunque si fermavano a dormire in un parco. Tra loro vi erano anche Victor ed Elena, che poco dopo venivano sorpresi da alcuni agenti di polizia, condotti alla stazione e costretti a salire su un treno, per essere deportati a Livorno. "A Livorno sono stati nuovamente fermati dalle forze dell'ordine, che hanno ascoltato la loro vicenda e li hanno obbligati a salire sul primo treno per Pisa, dove si trovano tuttora, senza un riparo né assistenza" spiega Nico Grancea.

"Victor ed Elena Lacatus hanno già attraversato tutto questo, ed è inammissibile che l’orrenda storia del rogo di Livorno si ripeta a distanza di nemmeno un anno" commentano Malini, Pegoraro e Picciau. "Sono distrutti, non hanno possibilità di realizzare un progetto di vita e ogni giorno lottano per la sopravvivenza: hanno altri due figli piccoli in Romania, ospitati da amici, che vorrebbero accanto a sé per costruirsi un futuro come una comune famiglia, con un lavoro, l’inserimento dei bambini a scuola, una casa e nient’altro. Tutto questo è stato loro negato". Victor ed Elena Lacatus avevano incontrato il 18 luglio scorso l’eurodeputata Viktoria Mohacsì, al campo Rom di Tor di Quinto a Roma, dove erano stati invitati ufficialmente da una delegazione del Parlamento Europeo in qualità di testimoni della persecuzione che colpisce il popolo Rom in Italia. "L’onorevole Mohacsì si era profondamente commossa per la loro storia, e ha promesso di portare in Europa il loro caso, all’attenzione della Commissione Europea. Nel frattempo" proseguono i membri di EveryOne "chiediamo al presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che dal sito web della Regione promuove in prima pagina la firma del manifesto antirazzista, e agli assessori regionali Gianni Salvadori ed Enrico Rossi, di aiutare queste famiglie, e in particolare di provvedere quanto prima a un inserimento sociale di Victor ed Elena Lacatus, che hanno già sofferto sulla propria pelle incredibili pene quali vittime innocenti dell’odio razziale. Chiediamo a Martini e a tutte le istituzioni toscane di dimostrare accoglienza, solidarietà e lotta autentica al razzismo, e di rendersi disponibili al più presto a incontrare queste persone e il nostro Gruppo al fine di porre rimedio immediato a una situazione che, ogni giorno che passa, mette sempre più a repentaglio molte vite umane. Il nostro appello" continuano "va anche al Presidente Napolitano, affinché assuma una posizione forte, a nome della democrazia, perché in Italia si ponga fine a una tragedia umana – quella del popolo Rom –, indegna di un Paese civile".


Un press-kit fotografico di Victor ed Elena Lacatus è disponibile al link:
www.everyonegroup.com/downloads/victor.zip .


Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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