Da
RomSinti@Politica
Signor Ministro Maroni,
vorrei mettervi a conoscenza di cosa siano veramente i "campi rom" e di come
essi si siano sviluppati in Italia in modo da invalidare le idee diffuse dai
cosiddetti "Esperti Rom" come il decennale presidente dell’Opera Nomadi, Massimo
Converso, che non è né sinto né rom (e che purtroppo nessuno può mandare via
perché molto "comodo" per le istituzioni che lui rimanga presidente a vita e
"dittatore" del popolo Rom e Sinto in Italia).
Prima di tutto va fatta una differenza tra le baraccopoli e i campi nomadi.
Le prime sono state create da immigrati disperati, arrivati da tutto il mondo
per scappare dalle guerre, attraversando il mare e rischiando persino di morire
nel viaggio della "speranza".
Il popolo Rom e Sinto è stato invece costretto a vivere in quei ghetti chiamati
Campi Nomadi. Originariamente queste popolazioni si stabilivano nei Campi
Sosta per il tempo necessario allo svolgimento della loro attività
lavorativa in una determinata città o anche in Micro Aree dove si
stanziavano le famiglie allargate. Ma dopo la caduta del muro di Berlino gli
stati cuscinetto dell’ex-Jugoslavia, che non erano alleati né con la Nato né con
il Patto di Varsavia, sono stati condannati a sparire nel nome della democrazia.
Noi Rom abitanti di quelle terre, essendo assolutamente pacifisti, e trovandoci
davanti al pericolo dei guerrieri Albanesi, Croati, Serbi, Macedoni e Bosniaci,
i quali erano in lotta per formare i loro stati indipendenti, siamo stati
costretti all’esodo dalla terra balcanica, finendo così nei Campi Sosta
da allora trasformati, a causa dell’emergenza, in "Campi Nomadi" .
Da sempre i Rom e i Sinti sono scappati dalle guerre , non si sono mai
contrapposti in maniera violenta a tutte le persecuzioni subite, non abbiamo mai
combattuto per confiscare le terre a qualcuno e rivendicare un nostro stato.
Siamo l’unico popolo ad avere una bandiera senza avere una "Madre Terra".
Nei secoli sono stati tanti, quelli che hanno mostrato contro di noi la loro
forza. I nazisti di Hitler ci hanno massacrati facendo finire nei lager e nelle
camere a gas più di 800.000 Rom e Sinti .
Nei Balcani, quando si moriva, emergeva solo l’appartenenza al paese di nascita
(si diceva: "Oggi è morto un Macedone") senza alcun riferimento all’appartenenza
al popolo Rom e Sinto.
Adesso invece, con un meccanismo simile e opposto al tempo stesso, quando
giungiamo in Italia, dopo aver passato tutti i pericoli di un lungo viaggio
attraverso il mare o la terra e tanti confini e dogane, ci rendiamo conto di non
venir più considerati come persone, ognuna con una propria identità, ma soltanto
come Nomadi (parola usata per riferirsi a persone che vivono volontariamente
spostandosi da un luogo all’altro) pur essendo da moltissimi anni assolutamente
sedentari!
Per identificare questa popolazione si usa la parola Zingari che,
originariamente, in greco significava "non toccabili" e che oggi è invece
diventata sinonimo di ladro, sporco, elemento pericoloso per la società in cui
vive.
Ciò ha comportato per noi l’esclusione da qualsiasi intervento di prima
accoglienza e l’impossibilità di essere accolti come profughi: per un uomo e una
donna rom ottenere un permesso per asilo politico è diventato soltanto un’
utopia.
Nei campi nomadi vivono Rom e Sinti di varia provenienza, Macedonia, Serbia ,
Bosnia e Monte Negro. A loro si sono aggiunti di recente i Rom provenienti dalla
Romania, già perseguitati nel loro paese dal vecchio dittatore Ceausescu e non
meglio trattati dall’attuale governo che li ha relegati sotto i ponti pur
essendo anche essi cittadini europei.
Una cosa che ci tocca particolarmente è che in Italia, la politica e i media
hanno riesumato la vecchia favola degli ZINGARI CHE RUBANO I BAMBINI e rispetto
a quest’ipotesi sono state fatte migliaia di indagini che non hanno però portato
a nessuna condanna negli ultimi venti, trent’anni.
Ma in fondo mi chiedo: "chi sono davvero i ladri di bambini?", i rom o quel
sistema che attraverso i provvedimenti dei tribunali toglie, a volte con troppa
leggerezza, i figli alle proprie famiglie, procedendo all’affidamento o persino
all’adozione a famiglie italiane?
Inoltre, per quanto riguarda il ricongiungimento familiare, rileviamo il fatto
che il provvedimento per il riscontro del DNA. si applicherà solo agli ZINGARI
(per assicurarsi che i bambini non siano "rubati"). Come mai questo
provvedimento non si applica a tutti gli immigrati? Non è forse, questa, vera e
propria discriminazione nei confronti del popolo Rom e Sinti?
Sig. Ministro, la sua più recente dichiarazione, secondo la quale i genitori Rom
e Sinti sono soliti abbandonare i loro figli, non ha alcun fondamento reale e
con affermazioni del genere ci sentiamo presi in giro. L’impressione che
ricaviamo da tutto questo è che certe teorie servano più che altro a
giustificare provvedimenti e dichiarazioni condannati persino dal Parlamento
Europeo (che ha accusato l’Italia di attuare discriminazioni razziali).
Ribadisco che pur vivendo in Italia ormai dieci anni non ho mai sentito parlare
di casi reali di rapimento di minori italiani o di abbandono generalizzato dei
nostri figli.
Forse certe immagini che avete di noi provengono da storie che risalgono alla
vostra infanzia e anche lei, Sig. Ministro, chissà che certe sue affermazioni
non derivino dalle storie che sua nonna (Allahrahmetulah, Dio le dia pace) le
raccontava da piccolo a proposito degli zingari che rubano i bambini quando non
si comportano bene.
Oggi i giornali raccontano storie ancora più spaventose sugli zingari, storie
altrettanto fantastiche e false e che creano la stessa paura sulla popolazione
italiana delle storie che le nonne raccontavano ai nipoti per tenerli buoni.
La mia esperienza lavorativa nel progetto "Le Città Sottili" a Pisa mi ha
mostrato la possibilità di aiutare i bambini e le bambine rom e sinte senza
alcun bisogno di prendere le loro impronte digitali. Sono arrivato a Pisa nel
1998 e mi sono stabilito in un "campo nomadi ", a quel tempo tantissimi bambini
slavi chiedevano l’elemosina ai semafori della città e la frequenza scolastica
era scarsa. Nel campo operava una cooperativa di gagè (non Rom) che si era
assunta l’incarico di fornire il trasporto per i pochi bambini rom che allora
frequentavano le scuole e che, tra l’altro, promuoveva la nostra cultura
festeggiando le "feste Rom", pur non avendo idea ad esempio della festa dell’8
Aprile, Giornata Mondiale dei Rom e dei Sinti (1971, a Londra nasce
l’International Romani Union).
Nel corso di dieci anni, dal 1998 al 2008, siamo riusciti a portare avanti un
percorso di scolarizzazione che attualmente vede quasi tutti i bambini in età
d’obbligo formativo iscritti nelle scuole (con una frequenza giornaliera
dell’85%) e seguiti attraverso attività pomeridiane di doposcuola .
Ad oggi abbiamo tutti i dati relativi alla popolazione dei "campi" e molti tra i
bimbi seguiti già dal 1998 sono adesso maggiorenni: per loro sarebbe ora
necessario e importante occuparsi piuttosto dell’ottenimento della cittadinanza,
essendo persone nate in Italia. Purtroppo con molti di loro risulta impossibile
intraprendere un percorso di questo tipo poiché un requisito richiesto per
ottenere la cittadinanza è la residenza in Italia, il problema è che non viene
riconosciuta la residenza nei "campi nomadi", dove alcune famiglie abitano ormai
da decine d’anni.
Dunque, ragazzi nati e cresciuti in Italia non possono godere della possibilità
di ottenere la cittadinanza italiana. Spesso non hanno la cittadinanza neppure
nei paesi di provenienza dei genitori e spesso non ne conoscono la lingua.
Eppure anche per loro si parla di espatrio. Dove pensate di mandarli, carissimo
Ministro?
Per aiutarli davvero, come dice di voler fare il vostro governo, sarebbe
piuttosto opportuno metterne in regola i genitori dando loro la possibilità di
avere un permesso di soggiorno di almeno un anno per poter lavorare e dimostrare
la propria volontà di "INTEGRAZIONE" fino ad arrivare alla convivenza pacifica
con i cittadini italiani, in una condizione di pari opportunità, uguaglianza e
intercultura.
Infine le ricordo che la presenza di molti Rom a Pisa risale anche a trent’anni
fa.
Volete davvero bene ai bambini "zingarelli"? Allora fate loro davvero del bene
perché l’impressione che la nostra comunità ha avuto dai vostri interventi è
invece quella dell’unica volontà di censire.
Dopo l’episodio recentissimo delle molotov lanciate su uno dei "campi nomadi" a
Roma e dopo il gravissimo episodio di Napoli, che a tutti ha evocato i tragici
eventi dei pogrom, cosa intende fare il vostro governo per "difendere la
sicurezza degli zingari" dalla rabbia e dalla paura degli italiani? Pogrom a
Napoli ieri, Roma oggi…e domani? In quei campi nomadi vivono anche Rom e Sinti
cittadini italiani, presenti in Italia dal 12°, 13° secolo.
La federazione dei Rom e dei Sinti è pronta a collaborare con il governo
Berlusconi nell’idea che dovremo essere noi i protagonisti del nostro futuro,
non vogliamo i gagè, furbi e cosiddetti "esperti Rom e Sinti" a decidere per
noi.
Per questo dico BASTA! ,"DOSTA!" con le manipolazioni e la falsa benevolenza nei
nostri confronti.
"Dosta!", Basta! con questa invenzione ridicola dell’abbandono dei bambini Rom e
Sinti da parte dei propri genitori e con la propagandistica offerta di
cittadinanza per i minori "abbandonati".
"Dosta!", Basta! con il razzismo e con la persecuzione del nostro popolo .
Ci sono Rom e Sinti capaci di essere l’avanguardia del nostro popolo. Fuori i
falsi esperti, vogliamo la cittadinanza europea e la libertà di vivere con
dignità!
Per quanto scritto mi assumo personalmente ogni responsabilità.
Etem Dzevat - Presidente A.C.E.R.
Consulente Nazionale della Federazione Rom e Sinti insieme