Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 12/07/2007 @ 09:30:23, in media, visitato 1692 volte)
Immagini di Rom al di là dei soliti stereotipi (cliccare sull'immagine per
accedere al portfolio).
Un'intervista
(in inglese) ad Andrew Miksys, autore delle foto.
Di Fabrizio (del 05/07/2007 @ 09:34:21, in media, visitato 2114 volte)
TIRASPOL (Tiraspol Times) - Un nuovo documentario intitolato "O Krisinitori"
descrive la vita di un Rom sopravissuto all'Olocausto nella cosiddetta
Transinistra durante la II guerra mondiale.
L'attuale piccola Pridnestrovskaia Moldavskaia Respublica, fu l'area del più
grande campo di concentramento in termini di estensione geografica. Invasa dalla
Romania con i suoi alleati nazisti, fu adoperata come area di deportazione per
Ebrei e Rom.
"Il giudice"/"O Krisinitori" è un film sulla vita reale di un
sopravissuto all'Olocausto che viveva nella città di Tg. Jiu, deportato nel
Transdniester - chiamato Transnistria dagli occupanti Rumeni - dal 1942 al 1944.
Il film verrà presentato l'11 e 14 luglio 2007, nei "Giorni di Cultura Zingara"
che avranno luogo a Zurigo in Svizzera.
Marin Constantin chiamato "Suta" ha 69 anni, un giudice della
tradizionale comunità Rom, che ha vissuto tutta la sua vita nello spirito della
giustizia. E' colui che "porta pace nella comunità". L'azione del film si
sviluppa attraverso il protagonista, ma incrocia le testimonianze delle sorelle
Rabedea e Maria - spesso circondate da nipoti -ascoltando le testimonianze dei
deportati e le storie sulle ingiustizie patite.
Lo spettatore può assistere ad un vero caso di giustizia
tradizionale Rom "Romano Kris", più precisamente il modo in cui il giudice "Suta"
ristabilisce la pace assieme ad altri, in una famiglia Rom di Oravita.
Campagna anti-discriminatoria
Il nuovo lavoro è una coproduzione di Tumende TV e TV Productive International,
diretta da Laurentiu Calciu, ed è promosso attraverso una campagna
antidiscriminatoria in tutta la Romania.
Questa campagna è necessaria perché la discriminazione razziale
è ancora un profondo problema in Romania e Moldavia, con un numero indefinito di
bambini che soffrono il razzismo.
La pratica di sistemare gli studenti Rom in classi e scuole
segregate rimane diffusa in Romania e Moldavia. In Romania, molti bambini Rom
sono stati incanalati in scuole solo per Rom che offrono una inferiore qualità e
talvolta on povere condizioni fisiche. Questo è documentato in un nuovo rapporto
dell'Open Society Institute - EU Monitoring and Advocacy Program (EUMAP) uscito
all'inizio dell'anno. E' anche diffusa la segregazione illegale, i bambini sono
segregati in classi di solo Rom o a predominanza Rom, secondo il rapporto
"Uguale accesso all'educazione di qualità per i Rom".
Amnesty International ha condannato il razzismo e le
persecuzioni di governo e polizia. Lo stesso tipo di razzismo governativo portò
la Romania all'Olocausto in Transnistria e alla sua controparte, il Porajmos.
Il Porajmos, letteralmente Divoramento, è un termine coniato dal
popolo Rom per descrivere il tentativo del regime nazista per sterminare il
popolo Rom europeo durante l'Olocausto.
Secondo testimonianze di testimoni ebrei e nazisti, spesso i Rom
mandati ai campi di concentramento soffrivano più degli Ebrei. In alcune
circostanze i nazisti erano talmente sgomentati che li uccidevano appena
sbarcati dal treno.
Anche il governo rumeno, alleato del nazismo, contribuì al piano
di sterminio. Il governo di Ion Antonescu [...] deportò in Transnistria 25.000
Rom, di cui 11.000 non fecero ritorno.
DIVERS
Di Fabrizio (del 17/06/2007 @ 09:32:27, in media, visitato 3903 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
La Provincia di Milano
e
il Comune di Opera
sono lieti di invitarla
all’anteprima del documentario
Opera Gagia
diretto da Antonio Bocola
e prodotto dalla
Provincia di Milano/Settore cultura
foto Roberto Re
Mercoledì 20 giugno, ore 20.30 e 22.30
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto ang. piazza Oberdan
Milano
Mercoledì 20 giugno alle ore 20.30 e alle 22.30, presso Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2: anteprima di “Opera Gagia” (DV, 57’, Milano, gennaio/maggio 2007; produzione E-Tica Srl - divisione Film), regia di Antonio Bocola, ricerca giornalistica e interviste Alfredo D’Amato e Francesco Scarpelli. Documentario prodotto da Provincia di Milano/Settore cultura.
Realizzato fra gennaio e maggio 2007, Opera Gagia racconta i fatti seguiti allo sgombero con procedura d’urgenza, nel dicembre 2006, della comunità di settantadue Rom rumeni da uno degli accampamenti abusivi di Via Ripamonti a Milano, e le reazioni al loro trasferimento nei terreni temporaneamente loro destinati da Comune e Provincia di Milano nell’adiacente comune di Opera. Il film ricostruisce l’intera vicenda attraverso immagini di repertorio, interviste ai protagonisti e riprese all’interno della comunità Rom e tra gli abitanti del paese: dal corteo spontaneo di protesta radunatosi sotto la sede del Comune, e concluso con l’incendio delle tende allestite dalla Protezione Civile, ai presidi permanenti all’ingresso del campo; dall’immediato ciclone mediatico, che divide gli abitanti di Opera e l’opinione pubblica tra chi è “contro gli zingari” e chi invoca i nuovi “imprenditori politici della paura”, fino alla partenza volontaria dei Rom, stanchi del clamore e dei continui insulti, annunciato cinquantadue giorni dopo con una lettera aperta a tutta la cittadinanza gagia, cioè non-zingara.
Opera Gagia ripercorre attraverso le voci dei protagonisti le tappe dell’affermazione di una non-identità come soluzione di un conflitto sociale e culturale, a Opera come a Milano, attraverso la vittoria delle divisioni e delle solitudini.
Antonio Bocola (Napoli,1967) vive e lavora a Milano. Diplomato all’Itsos di Milano, cresce professionalmente allo Studio Pontaccio, dove lavora come come aiuto regia di Marco Bechis e segue la produzione di diversi programmi TV di successo. Dal 1990 ha lavorato come Aiuto Regista/Producer per diverse case di produzioni e agenzie pubblicitarie.
Da molti anni lavora con Paolo Vari, con il quale ha firmato documentari, fiction e programmi TV. Nel 2004, realizza con Vari il lungometraggio Fame chimica (2004), selezionato al 60° Festival Internazionale del Cinema di Venezia e vincendo, lo stesso anno, il Festival di Annecy, in Francia. I loro i lavori precedenti sono Potrei credere solo a un Dio che sapesse danzare (1996), Pompeo (1998), Lavoro in corso (1998).
Di I love Italy - la prima docusoap italiana, e di Metti... Un posto al sole, è autore e regista. Cura la regia di Chicas, un programma con Ambra Angiolini per Fox. Ultimi lavori, per Rai Due e per Rai Sat Arte, dei documentari sul design italiano, sull'artista Damien Hirst, quindi un documentario sull’artista Tom Sachs per Fondazione Prada.
Curatore del Laboratorio sperimentale cine-tv presso l'IPM Beccaria da febbraio 2007.
Dal 2005 è amministratore delegato di E-tica srl, in comproprietà con Studio Azzurro.
Francesco Scarpelli (Milano, 1965) giornalista, sceneggiatore e autore televisivo, collabora con Antonio Bocola da dieci anni. Nel 1996, con Bocola e Paolo Vari, scrive il documentario sul teatro italiano d’avanguardia Potrei credere solo a un Dio che sapesse danzare. Nel 1997/1998, con gli stessi registi, scrive i mediometraggi Fame chimica e Pompeo, e nel 2001, è autore e sceneggiatore della docusoap I love Italy – Italiani d’America (Camera GP, Tele+, TSI). Nello stesso anno è autore e coregista, con Marco Carraro, Emiliana e Paolo Poce, di Racav Lavor / Cerco Lavoro, documentario sugli zingari di Milano.
Nel 2004 firma con Paolo Poce, Porrajmos, una persecuzione dimenticata, documentario sul genocidio nazifascista degli zingari europei. Sempre con Bocola e Vari ha firmato dialoghi e sceneggiatura del lungometraggio Fame Chimica; con Tekla Tidelli ha firmato il lungometraggio FuoriVena (2005), selzionato al 58° festival del Cinema di Locarno.
Alfredo D’Amato, giornalista professionista, è nato a Milano 39 anni fa.
Ha cominciato la sua attività di indagine investigativa e divulgativa sui fenomeni criminali a Milano, alla fine degli Anni Ottanta, lavorando con Nando dalla Chiesa per il mensile Società Civile. Sotto la direzione di Indro Montanelli, è stato cronista di "Nera" per il Giornale. Per dieci anni ha lavorato in Rai, prima con il regista e autore Gilberto Squizzato, realizzando una serie di docu-movie, vere e proprie inchieste giornalistiche, raccontate con un linguaggio cinematografico. Poi, è stato redattore del Tg3 Regionale e dei Servizi Speciali della Testata giornalistica regionale della Rai. Negli ultimi due anni, ha ricoperto l’incarico di Responsabile della Comunicazione e di Addetto Stampa della Presidenza del Consiglio comunale di Milano.
Oggi, fa parte del pool di giornalisti che ha fondato il nuovo quotidiano milanese Cronacaqui, dove lavora come cronista di "Giudiziaria".
Informazioni al Pubblico:
Provincia di Milano/Settore cultura, tel. 02.7740.6371
Di Fabrizio (del 16/06/2007 @ 11:20:54, in media, visitato 1950 volte)
Di Fabrizio (del 08/06/2007 @ 10:13:27, in media, visitato 1604 volte)
Da
Roma_Daily_News
Nessuno ha mai sentito parlare del villaggio di Tomor, eccetto quanti vivono
lì attorno. Ora, questo piccolo villaggio nel nord Ungheria fa notizia. Una
fondazione ha deciso di aiutare gli abitati, la maggior parte disoccupati e di
scarsa scolarizzazione, a rompere la segregazione, fornendo loro computers e
collegamento wi-fi. Asseriscono che è un aiuto, ad esempio, nel terminare
gli studi, ottenere una professione e quindi un lavoro.
In quest'area la segregazione è diffusa. I bambini rom (ed a Tomor molti sono
i Rom) spesso frequentano scuole segregate [...] ed in pochi terminano gli
studi. Questa la ragione per cui la fondazione chiamata Rom Som ha deciso di
aiutarli. Ora esistono dei centri comunitari in sei villaggi dove gli abitanti
possono studiare o semplicemente navigare nel web.
Nondimeno, un altro progetto è partito a Tomor. Con l'aiuto di alcune
compagnie, per i villici sono disponibili computer al prezzo scontato di € 80,
che ricorda l'iniziativa di Nicholas Negroponte del laptop a $ 100, cosa
che ha ispirato l'iniziativa ungherese. Sono possibili anche pagamenti mensili.
Ed accanto ai computers, la connessione free wi-fi copre l'intero villaggio.
Dice la fondazione che se il programma funzionerà, continueranno in altri
villaggi e che potrebbero estendere il programma all'estero. Comunque, una cosa
è sicura: gli abitanti di Tomor sono entusiasti.
Di Fabrizio (del 27/05/2007 @ 09:46:59, in media, visitato 2831 volte)
Da Hungarian Roma
Mi chiamo Csaba Báder. Vorrei informarvi che settimana scorsa abbiamo lanciato un network sociale in Internet, chiamato Zhoriben.net. Nostri partners sono RomNet-Media Foundation e Rádió C (Gipsy Radio).
Il linguaggio di default è il lovara, il più comune dialetto romani in Ungheria. Il sito è internazionale, oltre al lovara è disponibile in inglese, tedesco, ceco, slovacco, croato e rumeno. Intende favorire il più vasto coinvolgimento dei Rom in Internet, la diffusione del linguaggio e della cultura, come anche promuovere reti e comunicazioni tra i Rom ed anche i non-Rom. In futuro vorremmo integrare altri linguaggi, inclusi altri dialetti rom.
Gli sviluppatori del software hanno come referenza iwiw.hu, un network sociale ungherese con oltre 2 milioni di utenti [...]
Sarei contenta di invitarvi. Scrivetemi a badercs@romnet.hu
Csaba Báder
Di Fabrizio (del 22/05/2007 @ 11:46:42, in media, visitato 2060 volte)
A Varsavia una mostra in un parco, con le immagini del
passato della comunità rom.
Sono foto degli anni 50 e 60, ne scrive (in inglese) e
riprende le foto il blog
Romantic.
Giorno fortunato! Girando per il Parco Saski
di Varsavia questa mattina, per puro caso, mi sono imbattuta in una
esposizione fotografica sui Rom polacchi. "Rom - Immagini Dimenticate" La
collezione presenta documenti sulla vita di ogni giorno dei Rom polacchi negli
anni 50-60 del XX secolo. Queste immagini in bianco e nero sono probabilmente
l'ultima testimonianza del mondo e della vita nomadica dei Rom. Sembra che i
visitatori casuali di questa incredibile presentazione fossero fortunati -
queste foto non erano affatto pubblicizzate. Le foto sono di Janusz
Helfer, fotografo polacco di Cracovia, incantato dalla cultura rom.
Anche se la sedentarizzazione ha cambiato drammaticamente la vita dei Nomadi,
non ha eliminato le loro radici e tradizioni. Il fotografo ha catturato diversi
aspetti e momenti interessanti della vita quotidiana dei Rom polacchi. Vedrete
immagini di bambini sorridenti e delle generazioni più anziane, campi di tende e
momenti familiari.
Sono veramente felice di aver visto questa esposizione che ha attratto
l'attenzione di parecchie persone nel parco. Per fortuna! avevo con me la
macchina fotografica e sono ancora più felice di condividere con voi le foto.
[...]
L'accampamento dalle parti di Rzaska. E' del
periodo in cui si iniziò a parlare del futuro dei Rom che si sarebbero
sedentarizzati. Ci sono vagoni lovara [...] Trattasi di un incontro familiare e
stavano visitandosi e parlando l'un l'altro. Non ho mai assistito alla
situazione della formazione di un campo durante questi incontri. Lovara e
Keldereri vivevano separati. [...]
"Mi accorsi che questa ragazza seduta stava allattando il suo bambino e la
fotografai. Dopo che lei iniziò a nascondersi dietro il carro. Ho aspettato un
momento prima di farle un'altra foto mentre iniziava ad allattare. Per questo la
seconda foto è più interessante della prima."
"Di pomeriggio gli uomini aspettavano le donne di ritorno dalla città con un
po' di soldi e qualche gallina. Passavano il tempo bevendo del liquore. Con
l'arrivo delle donne si passava a cenare e si metteva da parte il resto del cibo
per l'indomani."
"Non chiediamo nessuna ricchezza, vogliamo vivere sui nostri percorsi.
Pioggia, tempesta e pianto. Queste SONO alcuni pezzi della nostra felicità
(canzone Papusha)
"Il bambino con una gallina" (seconda foto).
Di Fabrizio (del 15/05/2007 @ 09:12:41, in media, visitato 1813 volte)
Di Fabrizio (del 14/05/2007 @ 10:38:50, in media, visitato 2008 volte)
Da
Mediattori in città
L'UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per
le Pari Opportunità, Presidenza del Consiglio dei Ministri, e MedFilm
bandiscono, in occasione della terza "Settimana di azione contro il razzismo",
il concorso nazionale "Cinema e realtà... insieme contro il razzismo" .
Si tratta della prima iniziativa di questo genere, aperta a tutti, italiani e
stranieri, per sensibilizzare al tema il mondo dell'arte e del cinema. Due
le categorie previste: video (cortometraggi e documentari della durata massima
di 30 minuti) e foto. In palio, 5.000 euro per il miglior corto o documentario,
2.000 per la migliore fotografia.
Numerosi i temi su cui il concorso vuole richiamare l'attenzione: lotta al
razzismo e alla xenofobia, difesa dei diritti umani, dialogo interculturale,
integrazione e inclusione sociale, valorizzazione della diversità, educazione e
formazione dei giovani nella società multietnica.
L'iscrizione è gratuita e ogni autore può partecipare con 3 opere al massimo per
la categoria video, con 5 fotografie per la sezione foto. I cortometraggi e i
documentari (durata massima, come abbiamo detto, 30 minuti) devono esser stati
realizzati in Italia nel periodo gennaio 2006 – luglio 2007. Idem per le
fotografie, che possono essere a colori o in bianconero, digitali o diapositive,
stampate su carta fotografica 20x30 centimetri.
Le opere vanno inviate, con raccomandata o tramite corriere, entro e non oltre
il 30 luglio 2007 (farà fede il timbro postale di spedizione) al seguente
indirizzo: Medfilm Festival Onlus, piazza Dalmazia 25 – 00198 Roma.
In allegato
il regolamento del concorso nell'area download.
Di Fabrizio (del 30/04/2007 @ 10:16:05, in media, visitato 2575 volte)
Da
Roma_Rights
Ho girato un documentario su una famiglia Rom che vive in una baraccopoli
nella parte più urbanizzata di Belgrado. Chi volesse il film, che mostra le
condizioni di vita ed i problemi educazionali dei bambini Rom, può
richiedermelo.
Saluti,
Ivana Todorovic
Belgrade, Serbia
skarabej5@yahoo.com
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