Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/12/2008 @ 08:54:32, in Europa, visitato 2137 volte)
Segnalazione (e traduzione) di
Flora. L'articolo è pubblicato
su
DIVERS.RO
I Rom della Romania, una volta schiavi come gli afro-americani,
e ancora in lotta per superare pregiudizi profondamente radicati, si
sentono particolarmente ispirati dalla vittoria di Obama nelle Presidenziali
americane, riporta l'agenzia AP.
"Quando ho visto Obama in Tv, il mio cuore si è riempito di gioia. Ho pensato
che fosse uno di noi, per il colore della sua pelle." Ha detto Maria Savu
all'agenzia di stampa Associated Press. Il suo nipotino, Obama Ilie Sorin Scoica,
è nato nel villaggio di Rusciori, nella Romania centrale.
Il piccolo Obama è il
terzo figlio di una famiglia povera che sopravvive con € 45 al mese di sussidi
sociali. E' nato il 4 novembre il giorno che gli Americani hanno eletto il loro
nuovo presidente multirazziale e Savu ha detto al giornale Evenimentul Zilei che
spera che il suo nome gli porterà fortuna.
Banel Nicolita, un membro della
nazionale di calcio rumena è un rom che proviene da una famiglia di otto persone
che una volta viveva in una casa di fango. Le sue vittorie, contro ogni
previsione, gli hanno guadagnato il soprannome di "Obama del football rumeno".
La
Romania è la patria di 500.000 Rom secondo le stime ufficiali ma è opinione
diffusa che ce ne siano almeno il doppio. Molte persone di origine Rom non
dichiarano la loro etnicità a causa del pregiudizio diffuso, e molti vivono in
povertà.
L'Agenzia dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea afferma anche
che i Rom subiscono quotidianamente discriminazione nell'educazione,
l'occupazione, i servizi sanitari e nell'alloggio - ragion per cui molti si
identificano con le lotte dei neri americani.
"La vittoria di Obama ci dà
motivazione." dice Gruia Bumbu, dell'agenzia nazionale per i Rom. Proprio come
gli afro-americani, i Rom sono stati schiavi fino all'incirca lo stesso periodo
del 19 secolo. Ma i Rom non hanno mai dato vita a un movimento per i diritti
civili vasto e diffuso e oggi, sostiene Bumbu, "Siamo 20 o 30 anni indietro" .
"Quando vediamo che un afro-americano diventa presidente, questo ci dice che i
sogni possono diventare realtà", dice, " E' come vedere la luce alla fine del
tunnel, la lotta per le pari opportunità può avere un lieto fine"
Di Fabrizio (del 15/12/2008 @ 23:04:40, in Italia, visitato 2133 volte)
Scusate il ritardo e la poca chiarezza del post, ve lo giro
come è arrivato
Mercoledì 17 dicembre - h. 21:00
Rho (MI) @ Centrho - P.zza S. Vittore 22
“Rom: ripristinare i diritti umani”
Assemblea pubblica
Presentazione del video ”RhOM” di Nicola Porcu e Mariagrazia Pugliese (SOS
Fornace autoprod.) e del libro ”I rom e l’azione pubblica” a cura di Giorgio
Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale (Teti editore)
Interverranno:
Mariagrazia Pugliese (Autrice del video “RhOM”)
Maurizio Pagani (Autore del libro “I rom e l’azione pubblica”)
Paola Pessina (Ex sindaco di Rho)
Un membro della comunità rom di via Sesia
Promuovono: SOS Fornace - Opera Nomadi Milano
Di Sucar Drom (del 15/12/2008 @ 10:49:07, in blog, visitato 1969 volte)
Roma, inizia il toto-campo...
Il trasloco del Casilino 900 a Settecamini? No, grazie. L´idea di spostare il
“campo nomadi” in via di Casal Bianco, nell’area di proprietà comunale al
confine con Guidonia, riscuote...
Milano, un omaggio ai protagonisti delle canzoni di Fabrizio De Andrè
Radio Popolare, con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè e della
Fondazione I pomeriggi musicali, organizza un omaggio ai protagonisti delle
canzoni di Fabrizio De Andrè, mercoledì 10 dicembre al Teatro Dal Verme di
Milano...
Norimberga, vince il corto "la mano dura dell'Italia, impronte digitali per i
bambini rom"
'La mano dura dell'Italia - Impronte digitali per i bambini rom' di Alessandro
Allaria e Clemens Riha si è aggiudicato il premio per la sezione 'Corti' del
concorso Film per i Diritti dell'Uomo di Norimberga (Sud della Germ...
Vita Magazine, i numeri gonfiati
Un'inchiesta su Vita magazine. Dai dati dello stesso Viminale si deduce che era
un’emergenza “inventata". C'era una volta l'emergenza rom. Giugno 2008: a Roma,
Milano e Napoli parte il censimento voluto dal governo. Seguono settimane da
toni infuocati: la cronaca si riempie di misfatti, i titoloni ad effetto sui
gi...
Diritti umani, Italia anno zero
Il 10 dicembre prossimo sarà il sessantesimo anno dalla firma della
Dichiarazione universale dei diritti umani: ma in Italia come siamo messi?
Secondo il portavoce di Amnesty international molto male, siamo all’anno zer...
Roma, tutti i diritti per tutti
Associazione Senzaconfine e Associazione Interculturale Villaggio Globale
organizzano a Roma la manifestazione “all human rights for all, tutti i diritti
per tutti” il 10 dicembre a Roma per il 60° anniversario della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo...
Roma, la commissione europea indagherà sulle modalità di censimento
La Commissione europea, direzione generale giustizia, libertà e sicurezza, ha
risposto alle sollecitazioni dell’associazione Sucar Drom sulle modalità di
censimento attua...
Roma, il premio ''cardinale Van Thuan'' al progetto ''il Villaggio degli
Ercolini''
In occasione della giornata commemorativa organizzata dalla Santa Sede per il
60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alla presenza
del Santo Padre, Benedetto XVI, domani verrà assegnato dal Pontificio Consiglio
per la Giustizia e la Pace il premio ''cardinale ...
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottata dall'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948. Preambolo...
Il Governo vuole togliere il diritto di voto a migliaia di Cittadini italiani
In questi mesi il Parlamento italiano sta discutendo il disegno di legge n. 733,
comunemente denominato “decreto sicurezza”. Questo disegno legge è stato
presentato a giugno 2008 e dopo le diverse modifiche proposte soprattutto dalla
Lega Nord è ora fermo in Parlamento, in attesa di...
Sofri: Rutelli ripensaci...
Vorrei che il mio amico Francesco Rutelli ripensasse alla sua proposta di
sottrarre i bambini mandati a chiedere l’elemosina ai loro genitori. Le buone
intenzioni sono a volte foriere di disastri umani. Soprattutto quando si tratta
degli affetti infantili...
Rutelli dice asinate!
Non sono certo rimasto sorpreso dalla sortita di Rutelli sulla questione
elemosina/rom. Tanto più che Rutelli è uno dei principali responsabili del
disastro dei "campi nomadi" a Roma. Infatti, da Sindaco di Roma era contrario
anche solo a portare l’acqua corrente nei “campi nom...
Fermiamo il ddl della vergogna, finché siamo in tempo
Con il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina i recenti
provvedimenti del Governo e del Parlamento, colpiscono tutti gli immigrati,
soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese
rispettando le leggi...
E ora l'impegno deve continuare
Grazie! A tutte e tutti gli insegnanti, gli amministratori locali, i
giornalisti, i giovani, le donne, gli uomini, i gruppi e le associazioni, le
organizzazioni che ieri hanno dato voce ai diritti umani. Grazie a tutti coloro
che hanno partecipato alla Giornata nazionale d’azione per i diritti umani.
Avevamo contato 201...
Ferrara, Arta Panciu Rom Band tour 2008
La cultura e la musica per superare incomprensioni, giudizi e quelle barriere
che si creano quando manca la conoscenza delle tradizioni e delle usanze di un
popolo, ovvero della sua cultura. Punta a questo il progetto che Ibo Italia sta
conducendo a Panciu, in Romania...
Roma, il Garante: "attenti la crisi economica la pagheranno anche i bambini"
La crisi economica mondiale che pagheranno anche i bambini e i ragazzi (“con 7-8
mila famiglie che solo a Roma si rivolgono alle parrocchie per chiedere aiuto”).
L’accoglienza e l’integrazione dei minori rom e immigrati che deve avvenir...
Trieste, Stelle Piume e Violini
A Trieste il 16 dicembre 2008, alle ore 18, al caffè San Marco in via C.
Battisti 18, è in programma lo spettacolo «Stelle Piume e Violini», un viaggio
poetico di musica e immagini che racc...
Alexian e Jalisse, Eurotour Live 2009
L'Alexian Group e il duo Jalisse propongono per il 2009 un inedito concerto
assieme.L' amicizia e collaborazione artistica fra il duo Jalisse, vincitore del
Festival di San Remo nel 1997 e l’Alexian Group, che esegue musica romanì...
Roma, distrutta dalle fiamme la savorengo ker
Fiamme nella notte al “campo nomadi” del Casilino 900: completamente distrutta
la "casa dei sogni", la Savorengo Ker che, tradotto, significa "casa di tutti".
Era stata costruita dai Rom delle quattro diverse etnie del “campo”...
Roma, lettera aperta al Sindaco Alemanno
Signor Sindaco, tutta la comunità del campo Casilino 900 è stata lieta della sua
partecipazione all’iniziativa di domenica 23 novembre “Quando cadono i muri”,
contro il crescente e allarmante pregiudizio nei confronti del popolo rom, che
pervade la nostra società e ...
I bambini invisibili
Ci sono alcune frasi così semplici e incisive nel libro Pina Varriale "I bambini
invisibili" da restare impresse nella mente. E’ il caso delle righe conclusive:
“Alla fine siamo diventate amiche e io non ho fatto più caso alle differenze,
anzi, a pensarci bene, sono proprio q...
Di Fabrizio (del 15/12/2008 @ 09:28:37, in Europa, visitato 2288 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Nell’anno 2007 i gruppi maggiormente colpiti da episodi di razzismo sono stati i
cittadini romeni, i rom ed i sinti.
Scaricate il rapporto in formato pdf
La Rete Europea contro il Razzismo ha pubblicato il suo ultimo rapporto sul
razzismo in Europa. I rapporti specifici su 25 paesi affrontano il tema del
razzismo e della discriminazione in Europa a livello sia legislativo che locale,
dalla politica alla pratica, su un periodo di 12 mesi.
I Rapporti non sono studi scientifici sullo stato delle pratiche razziste e
discriminatorie in Europa, quanto piuttosto una compilazione di informazioni e
dati raccolti dalle organizzazioni membri dell’ENAR. Questo contributo ha un
particolare valore poiché il razzismo è spesso difficile da documentare e
registrare, specialmente da parte delle fonti ufficiali, quindi le ONG offrono
dati alternativi che provengono direttamente dalle esperienze di individui e
comunità che sperimentano il razzismo spesso quotidianamente.
Il Rapporto, inoltre, presenta uno speciale sulla situazione dei Rom in Europa,
la maggiore minoranza europea- concluso a Settembre 2008. Una raccolta di dati
ed informazioni su Rom, Sinti e Camminanti tratti dai rapporti in Irlanda,
Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria, Polonia, Italia,
Lettonia, Lituania, Estonia e Regno Unito. Il Rapporto rivela un quadro
allarmante di discriminazione nell’occupazione, istruzione, salute ed accesso a
beni e servizi così come stereotipi negativi, discorsi fondati sull’odio nei
media ed una crescente violenza razzista
Lo Shadow Report 2007 non mette in evidenza miglioramenti nella situazione delle
discriminazioni sulla base della nazionalità, origine etnica o religione in
Italia rispetto all’anno precedente.
In tutti gli ambiti analizzati, le discriminazioni verso migranti e minoranze
sono rimaste immutate e la rappresentazione particolarmente negativa
dell’immigrazione da parte dei media e del discorso pubblico ha alimentato un
clima di paura e insicurezza che ha determinato un aumento del livello di
xenofobia in Italia.
Nell’anno 2007 i gruppi maggiormente colpiti da episodi di razzismo sono stati i
cittadini romeni, i rom ed i sinti. In queste senso si assiste ad un cambiamento
nei gruppi target, che negli anni precedenti erano costituiti soprattutto da
cittadini non comunitari e persone di fede musulmana, mentre nel 2007 sono i
cittadini comunitari o in alcuni casi italiani appartenenti a minoranze (come i
rom) i bersagli più colpiti. La situazione di particolare debolezza dei minori
ne fa un gruppo particolarmente a rischio di discriminazione.
Nel settore dell’occupazione sono numerose le forme che può assumere la
discriminazione. Si va dal mancato riconoscimento dei titoli di studio acquisiti
nel paese d’origine, all’inserimento dei lavoratori stranieri nei livelli
contrattuali più bassi e tra la manodopera generica o di bassa qualifica,
all’applicazione di condizioni di lavoro più sfavorevoli. Lo scarso ricorso alla
formazione e la mancata applicazione delle norme sulla sicurezza hanno
determinato una crescita degli infortuni sul lavoro per i cittadini non
comunitari, in controtendenza rispetto all’andamento generale degli infortuni.
Nel settore abitativo continua l’innalzamento dei prezzi delle case, che ha
determinato nel corso dell’anno un aumento nel numero degli sfratti per
morosità. Gli immigrati ricorrono all’acquisto dell’abitazione come soluzione
sia per contrastare gli altissimi costi dell’affitto sia per evitare di
incorrere nel diffuso problema del rifiuto dei proprietari di case di affittare
ad inquilini non italiani. Permane la drammatica situazione abitativa dei campi
rom (difficili condizioni igieniche e mancanza di qualsiasi tipo di servizio),
che nel corso del 2007 sono state più volte al centro del dibattito pubblico.
Nell’ultimo anno scolastico si sono iscritti nelle scuole italiane poco più di
500.000 alunni con cittadinanza non italiana ed il loro numero è in costante
aumento. Emerge il problema della alta concentrazione di alunni stranieri in
alcune scuole e cominciano ad essere oggetto dell’attenzione dei ricercatori le
questioni relative alle seconde generazioni. Molte polemiche sono state
sollevate dalla circolare del Comune di Milano che escludeva dalle scuole
dell’infanzia i figli di immigrati irregolari.
Per quanto riguarda il settore sanitario, le difficili condizioni di vita
incidono pesantemente sulle condizioni di salute degli immigrati irregolari e
dei rom. Questi ultimi incontrano inoltre grandi difficoltà nell’accesso ai
servizi sanitari, anche quando possiedono un regolare permesso di soggiorno. I
dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza continuano a evidenziare una
situazione particolarmente preoccupante per le donne straniere.
Tra le novità che registrate per il 2007 vi è la maggiore disponibilità di dati
sulla violenza razzista da parte di fonti governative, segnale di un maggior
interesse per il rilevamento del fenomeno. I dati forniti da queste fonti
rimangono però distanti dalle informazioni rilevate dal ONG e associazioni, che
hanno registrato per il 2007 numerosi episodi di violenza, sia verbale che
fisica, soprattutto in concomitanza con alcuni fatti di cronaca.
Dal punto di vista del racial profiling l’evento più significativo dell’anno è
stata la dura reazione delle forze di polizia all’uccisione di una donna
italiana da parte di un cittadino rumeno, che ha portato a vaste operazioni di
controllo e di sgombero dei campi.
Il rapporto sottolinea il fatto che nel 2007 la tendenza dei media a
rappresentare gli immigrati in maniera fortemente negativa e ad associare il
fenomeno migratorio ai temi della sicurezza si è accentuata ed è apparsa
particolarmente evidente in corrispondenza di particolari eventi avvenuti
durante l’anno. Il linciaggio mediatico nei confronti di rom ed immigrati (in
particolare di nazionalità rumena) ha determinato un clima diffuso di ostilità e
xenofobia.
Dal punto di vista legislativo, nel 2007 le speranze emerse l’anno precedente di
veder realizzate alcune importanti modifiche alla normativa sull’immigrazione e
sulla cittadinanza vengono meno, anche se nel corso dell’anno vengono emanate
alcune circolari che modificano aspetti minori ma significativi della condizione
dei cittadini stranieri. Da segnalare anche la procedura di infrazione avviata
dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia in merito alla trasposizione della
direttiva 2000/43/CE ed il decreto approvato dal governo alla fine dell’anno che
ha colpito soprattutto i cittadini romeni e i rom, additati come i responsabili
della maggior parte dei crimini.
Tra le raccomandazioni presentate nel rapporto, le principali sono le seguenti:
- Promuovere un discorso pubblico sull’immigrazione più equilibrato, meno legato
ai temi della sicurezza e agli interessi politici ed elettorali dei partiti;
- Progettare e realizzare un sistema di raccolta dati sulle discriminazioni nelle
diverse sfere della vita pubblica;
- Introdurre il diritto di voto alle elezioni amministrative e alle elezioni
politiche per i cittadini stranieri residenti in Italia;
- Riformare la legge sulla cittadinanza per permettere ai lungo residenti, ai
bambini nati in Italia da genitori non italiani ed a quelli che arrivano in
Italia da piccoli di avere più facilmente accesso alla cittadinanza;
- Riformare la legge sull’immigrazione, in particolare abolire il “contratto di
soggiorno” ed introdurre il meccanismo dello sponsor al fine di permettere ai
potenziali migranti di entrare in Italia per cercare un posto di lavoro.
Di Fabrizio (del 15/12/2008 @ 09:20:51, in casa, visitato 1749 volte)
Come promesso ieri, CityRom va in
via Impastato a Milano
(@2008 google - Immagini @2008 digitalGlobe, Cnes/Spot image, GeoEye)
Il piccolo campo comunale di via Impastato occupa un "vuoto" di forma quadrata
tra via Rogoredo, la tangenziale Est - nei pressi dello svincolo per
l’autostrada del Sole - e l’anello di prova per i treni del deposito di Rogoredo
della Metropolitana 3.
Il campo è costituito da un piazzale di terra battuta con tre piccole case
prefabbricate e alcuni container ed è situato dietro un terrapieno che ne
nasconde la vista dalla strada. È occupato interamente dai membri di una stessa
famiglia, quella dei Bezzecchi, in tutto una quarantina di persone. Giorgio
Bezzecchi, vice-presidente nazionale dell’Opera Nomadi, che ha lavorato 23 anni
all’Ufficio nomadi del Comune, racconta come la sua famiglia si è dovuta
trasferire in questo campo comunale cinque anni fa dopo vare vissuto per
ventanni in affitto su un terreno demaniale nelle vicinanze. Secondo Pasquale
Maggiore dell’Ufficio nomadi del Comune per la famiglia Bezzecchi essere
spostata in un campo comunale anziché pagare l’affitto per il terreno che
occupavano costituisce una regressione. Goffredo Bezzecchi, patriarca della
famiglia, infatti, aveva scelto di non vivere in un campo nomadi, rifiutando
l’assistenzialismo del Comune e questo era un segno di responsabilità e
autonomia che avrebbe dovuto essere sostenuto anziché frustrato.
Il 6 giugno 2008 all’alba il campo nomadi fu oggetto di un "blitz" della polizia
per effettuare il "Censimento dei rom" voluto da valerio Lombardi, super
commissario per i rom con gli ampi poteri previsti dall’ordinanza della
Presidenza del Consiglio. Fu il primo e l’ultimo effettuato nei campi
autorizzati di rom cittadini italiani, dopo che la vigorosa protesta degli
interessati e dell’opinione pubblica mise in evidenza gli aspetti discriminatori
e anticostituzionali dell’iniziativa.
Giorgio Bezzecchi
Siamo rom harvati, cittadini italiani anche se la mia famiglia è di origine
slovena, che vuol dire che fino alla prima guerra mondiale aveva la cittadinanza
austriaca e poi abbiamo scelto di essere italiani. Mio nonno, il padre di mio
padre, era un militare italiano. È andato in guerra e non è più tornato. Mio
padre è stato in campo di concentramento durante il fascismo… Girava con la
giostra ma ha deciso di fermarsi e nel 1966 ha affittato con un regolare
contratto un terreno demaniale, in via Bonfadini, nei pressi di quello che è ora
il campo comunale dei rom abruzzesi, su cui ha posizionato delle strutture
facilmente rimovibili: prefabbricati, case mobili. Pagavamo un regolare affitto,
l’acqua e la luce. Abbiamo dovuto lasciare l’area perché era interessata a
lavori pubblici: doveva passare il Tav, il treno ad alta velocità. Non volevamo
stare nello stesso campo dei rom abruzzesi, che il Comune aveva costruito nel
1987 e abbiamo chiesto un’altra soluzione. Ci hanno dato quest’area di risulta.
L’area non é stata attrezzata e nemmeno pavimentata. L’unico intervento
strutturale fatto dal Comune è stato quello di costruire questa montagna alta
oltre due metri per nascondere il campo alla vista del quartiere. C’è
l’allacciamento all’acqua, alla fogna e all’elettricità e vengono pagate tutte
le utenze, perché ogni famiglia ha un contratto privato con l’Enel e l’AEM, cosa
che non accade negli altri campi. Abbiamo firmato una specie di contratto e il
Comune ha dato un tot di metri quadri a famiglia e alla casa abbiamo dovuto
provvedere noi. Nei campi nomadi c’è il regolamento che vale per il circo e si
possono posizionare solo strutture non ancorate a terra, facilmente rimovibili.
Questa casa dei miei genitori è un prefabbricato. Era in via Bonfadini, è stata
divisa in due, caricata e trasportata coi "trasporti eccezionali". Una casa di
questo tipo quando è nuova si può trasportare anche più di una volta, ma quando
ha trent’anni come questa, nel trasporto, si rompe…vedete le crepe? L’ho detto
anche a mio fratello che ne ha comprata una da poco: se tra quindici anni la
devi spostare, si rompe tutta…
Gli altri stanno nei container perché non possono permettersi queste casette,
che sono a norma ma costano molto. Se si chiede ai Rom dove preferirebbero
abitare, non si ottiene una risposta univoca. In questo campo, alcuni ragazzi
giovani hanno fatto domanda di alloggio popolare; uno o due ha anche occupato
abusivamente un alloggio popolare, come molti italiani. Mio padre vuole
continuare a vivere in questo modo, mia sorella anche, l’altro mio fratello
anche… Una mattina di giugno alle cinque si sono presentati 70 agenti – da
notare che in questo campo vivono 40 persone –: Carabinieri, Polizia di Stato,
Polizia Municipale e furgone della Scientifica. Hanno circondato il campo e
hanno svegliato tutti. In base all’ordinanza di Berlusconi, siamo stati censiti,
fotografati, sottoposti a rilievi dattiloscopici dalla Polizia Scientifica.
Anche i bambini. Si è istituito per noi un archivio speciale in Prefettura,
nonostante siamo cittadini italiani, residenti in via Impastato, regolarmente
registrati all’anagrafe civica. Un intervento istituzionale differenziato.
Sarebbe bastato andare in anagrafe per rilevare le presenze. Per fortuna la
nostra è rimasta l’unica famiglia italiana che è stata censita. Per ora in
questo archivio parallelo ci sono solo la mia famiglia e i Rom stranieri. Siamo
riusciti in qualche modo, sembra, a fermare il censimento attraverso la Procura.
Abbiamo presentato un esposto citando il capo del Governo, il Sindaco e il capo
della Polizia…
Goffredo Bezzecchi
O fai lo zingaro e giri o quando ti fermi ti devono dare la possibilità di farti
una casa, comprartela, sennò sei fuori… Prima io giravo perché avevo le
giostrine. Non mi sarei fermato con la mia giostrina, anche se mi avessero
regalato un posto io non ci sarei stato. Andava bene così: mi fermavo due o tre
giorni e non davo fastidio. Poi me ne ne andavo e il posto rimaneva pulito.
Allora era diverso: avevi la giostrina e ci vivevi, non c’erano tante esigenze.
Oggi fare lo zingaro non è facile. Mi sono fermato perché avevo otto figli e ho
preferito per loro la scuola e il lavoro. Mi sono fermato in via Bonfadini. Ero
in affitto su un terreno e non volevo vivere nel campo nomadi. Il funzionario
era una brava persona, adesso è in pensione. Lui e la moglie mi hanno aiutato
molto, anche per il lavoro. Io ho detto "pago l’affitto" e sono andato avanti
per tanti anni, e i ragazzi andavano a scuola. E dalla scuola sono passati al
lavoro: uno ha fatto per 19 anni il portinaio; mio figlio Paolo da 30 anni
lavora sempre sotto lo stesso padrone; Giorgio è stato assunto dal Comune.
Alcuni fanno i lavori che trovano: mia figlia stamattina è partita alle cinque
per andare a lavorare in un’impresa di pulizie… Io sono scappato dal campo e mi
sono accorto che i miei figli hanno una testa, non sono stupidi e possono
farcela. A molti invece il campo fa comodo, specialmente ai furbacchioni. A
molti piace scroccare, ma non solo ai rom. Anche nelle case popolari ci sono i
furbacchioni. Ma se non puoi andare fuori dal campo, dove vai? Se non ti
lasciano, non hai scelta… Io ormai alla mia età non ci andrei più a vivere in
una casa e ci sono alcuni ragazzi che continuano a preferire vivere qui, nella
casetta o nel container, ma con mio figlio Giorgio, che ha sposato una gagia ho
insistito. Gli ho detto "per amor di Dio, tu non devi più stare qui con la tua
signora, lei è abituata a stare in una casa…".
(Il sopralluogo al campo e le interviste a Goffredo e Giorgio e Bezzecchi sono
stati effettuati il 22 ottobre 2008, l’intervista a Pasquale Maggiore il 16
ottobre 2008 )
Di Fabrizio (del 14/12/2008 @ 09:16:24, in Italia, visitato 1727 volte)
Da
Tg Roseto. altre notizie su
Coopofficina
12 Dicembre 2008 - Martedì 16 dicembre alle ore 15.00 si svolgerà
presso il Centro Polivalente per Immigrati "Melting POinT", in via C. Battisti
31 a Martinsicuro, un incontro pubblico di approfondimento sulla cultura Rom.
Fonti storiche segnalano l’arrivo dei Rom in Abruzzo già nel XIV secolo, eppure
i Rom costituiscono ancora "cittadinanze imperfette".
La parola "rom" suscita ancora timore e troppo spesso rappresenta causa di
allarme sociale.
Per cercare di ovviare a questo "stato di emergenza", la Provincia di Teramo
e la Casa Circondariale di Teramo organizzano un incontro pubblico di
approfondimento sulla cultura Rom, rivolto a cittadini, operatori sociali e
famiglie Rom.
All’incontro parteciperanno:
§ MIRELLA DI GIORGIO - Rinnovare le pratiche e le parole: zingaro o Rom?
§ ANNA RITA SILVESTRI - 60 anni e 6 giorni dalla Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo: raccomandazioni, leggi e progetti per promuovere la dignità
di ciascun individuo
§ ERNESTO RUSSO - La presunta non integrabilità: casi di Rom al lavoro
E’ tutto a posto con i Rom?
La parola "rom" fa ancora timore quando viene espressa nella società italiana, e
per vari politici rappresenta causa di grande allarme sociale con possibili
gravi ripercussioni sull’ordine pubblico e la sicurezza, in una parola
costituisce "uno stato di emergenza".
Prima di arrivare a queste affermazioni, i politici dovrebbero farsi la domanda…
Quanto conosciamo di questo popolo? Già, con la legge 482 del 1999 che riconosce
le minoranze linguistiche, all’ultimo momento i rom e i sinti vennero cancellati
e purtroppo, finora niente non è mai stato fatto.
La missione a Roma, il 18 e 19 settembre scorsi, di un gruppo di
europarlamentari ha già prodotto un rapporto in cui si legge, tra le molte
osservazioni: "le azioni perpetrate contro i rom dalle autorità italiane violano
diversi obblighi dell’Italia rispetto alle norme internazionali sui diritti
umani".
Al termine delle 40 pagine della bozza di rapporto, scritto da Gèrard Deprez
eurodeputato belga liberale e presidente della Commissione libertà pubbliche si
legge: "le autorità italiane devono abrogare immediatamente tutte le normative e
ordinanze che hanno come bersaglio i Rom. Oltre ad abrogare, il governo italiano
viene invitato anche a fare, a non dire e a condannare".
E’ un richiamo verso tutte le istituzioni a un impegno per ricercare, con il
tempo, un dialogo costruttivo che prevede un processo di integrazione a lungo
termine, e non un processo di colpevolezza.
La legislazione europea afferma che soluzioni abitative che emarginano, dal
punto di vista geografico, comunità minoritarie come i rom e i sinti sono
soluzioni razziste; e tanto altro è previsto ancora.
Il cambiamento può avvenire dentro di noi. Liberarsi dei pregiudizi, lavorare su
noi stessi, rispettare i diritti degli altri, accogliere le diversità come una
risorsa non come una minaccia, è poi, chiedere di essere rispettati.
Un noto scrittore sottolinea:" i rom e i sinti sono belli e brutti, intelligenti
e stupidi, modesti e falsi, aperti e chiusi come tutti noi, come i nostri
parenti e i nostri vicini di casa".
E si trasformano e si adattano al mondo. L’importante è crescere insieme,
conoscersi e fare tesoro delle nostre diversità.
Finora, però, le risposte ancora mancano; per questo, ci associamo anche noi
alla domanda; E’ tutto a posto con i Rom?
Di Fabrizio (del 14/12/2008 @ 09:09:19, in casa, visitato 4520 volte)
CityRom ha ripreso la presentazione di alcuni campi sosta
comunali del milanese. Oggi si parla del campo di
via Bonfadini, domani di quello di via Impastato.
(@2008 google - Immagini @2008 digitalGlobe, Cnes/Spot image, GeoEye)
L'"area abitativa comunale per cittadini di origine rom e sinti" di via
Bonfadini occupa un triangolo di 5.000 metri quadrati nei pressi
dell'Ortomercato, i cui lati sono definiti dai binari del passante
ferroviario. Vi si accede con una strada cieca che, dopo aver attraversato
un'area di stoccaggio dell'Ortomercato, passa al di sotto della ferrovia e sbuca
in un'isola tra i binari occupata interamente dal campo. Emergendo dal
sottopassaggio – che è l'unico accesso all'"isola" da quando, qualche anno fa,
due passaggi a livello sono stati eliminati – Milano scompare e ci si trova
improvvisamente in un altro continente. Progettato dal Comune nel 1987 come
"area di sosta attrezzata per roulotte e case mobili", per alcune famiglie di
rom abruzzesi che dagli anni sessanta si erano stabiliti in un terreno nelle
vicinanze, il campo si presenta oggi come uno slum costituito da un denso
agglomerato di case mono-famigliari autocostruite, alcune in muratura, altre in
legno e qualche casa mobile e roulotte. Varcato l'ingresso – costituito da uno
spazio libero che interrompe la schiera di case rivolte verso l'interno del
campo che ne recintano il perimetro, - ci si trova in un villaggio brulicante di
vita. Tra le case e le auto parcheggiate i bambini giocano mentre gli adulti si
dedicano alle più svariate attività: chi aggiusta una motocicletta, chi cucina,
chi pialla in un laboratorio di falegnameria a cielo aperto, chi semplicemente
chiacchiera in gruppo seduto davanti a casa. Dappertutto fervono lavori di
ristrutturazione, manutenzione e ampliamento delle casette. Il disegno delle
piazzole di 200 mq originariamente assegnate ad ogni famiglia per parcheggiare
l'auto e la roulotte o la casa mobile non si riconosce più. Come racconta M. A.-
una giovane abitante del campo in attesa di essere riconfermata mediatrice
culturale dal Comune - non appena il campo comunale fu pronto, nel 1987, e
furono assegnate alle famiglie le piazzole in cui dovevano trasferirsi per
liberare l'area dove vivevano da vent'anni, tutti cominciarono a costruire
casette di legno e da allora nel villaggio i lavori per renderle sempre più
confortevoli non si sono mai interrotti. Il Comune aveva predisposto il campo
come un campeggio, con la possibilità di collegarsi alla rete elettrica e con un
blocco di servizi comuni - gabinetti e docce con l'acqua fredda - ma la maggior
parte delle famiglie ha provveduto in proprio ad allacciare la propria
abitazione alla rete fognaria e all'acqua. Ora quasi tutte hanno l'acqua
corrente e il gabinetto in casa. Secondo le informazioni fornite dal Nucleo
problemi del territorio della Polizia locale, la maggior parte delle costruzioni
abusive sono state condonate per “stato di necessità".
Nel campo vivono oggi 25 famiglie, per un totale di circa 120 persone, tra cui
moltissimi minori. Secondo Valerio Pedroli dei Padri Somaschi, l'associazione
che si occupa di assistenza e mediazione sociale nel campo di via Bonfadini, la
posizione e la struttura del campo ne fanno un ghetto destinato fin dalle
origini ad essere un vivaio di disagio e asocialità. Il tentativo
dell'associazione è quello di mettere in comunicazione il campo e il territorio,
soprattutto attraverso progetti che coinvolgono i bambini del campo che
frequentano le scuole del quartiere e i loro genitori.
M.A.: La mia famiglia è venuta dall'Abruzzo negli anni Sessanta in cerca di
lavoro. I genitori di mia madre in Abruzzo vivevano da sempre in casa, quelli di
mio padre si occupavano di cavalli e si spostavano con la roulotte. Noi non
siamo nomadi, siamo sedentari e ci siamo dovuti costruire da soli questa casa,
con il bagno, la cucina e lo spazio per vivere in sei persone. I bambini vanno a
scuola e hanno bisogno di spazio. Abbiamo già ricevuto una denuncia per abuso
edilizio ma siamo stati assolti perché abbiamo fatto i lavori per necessità, per
avere una casa dove vivere. Ora stiamo facendo altri lavori e abbiamo paura di
ricevere un'altra denuncia. Non capisco perché ci denunciano, noi abbiamo reso
la nostra casa a norma, ora i soffitti sono dell'altezza giusta, l'impianto
elettrico è a norma e abbiamo usato materiali a norma per gli incendi. Qui tutti
sistemano continuamente la propria casa, per renderla più comoda. Fanno il bagno
con l'acqua calda, la ampliano perché i figli si sono sposati. In questo campo
vivono le stesse famiglie che c'erano quando è nato, ma i figli sono cresciuti,
si sono sposati e hanno avuto dei bambini. C'è ancora l'abitudine di sposarsi
giovani - questi che si stanno costruendo la casa qui a fianco hanno vent'anni e
tre figli - e per tradizione la nuova famiglia resta a casa dei genitori dello
sposo. A me piace vivere qui perché sto vicino ai miei parenti e perché ora che
abbiamo sistemato la casa mi trovo bene. Ogni tanto c'è qualcuno che va a vivere
fuori dal campo, in una casa normale, come una ragazza che fa la mediatrice
culturale come me. Ma sembra che il Comune non le rinnovi più il contratto
perché da quest'anno solo chi vive nel campo può fare la mediatrice culturale.
Trovo che sia assurdo: lei al campo conosce tutti, viene sempre, non è
necessario abitare nel campo per fare il lavoro di mediazione culturale. Noi rom
abbiamo la nostra cultura e il nostro lavoro di mediatrici coi bambini che vanno
a scuola, i loro genitori e le maestre è molto importante. La mia collega aveva
un lavoro e poteva pagare l'affitto fuori dal campo e ora che le tolgono il
lavoro che cosa fa? deve tornare ad abitare nel campo?
Valerio Pedroni: Il campo si trova ai margini di una zona storicamente
indigente e disagiata di grandi case popolari. Nella zona più decentrata e
marginale di una zona marginale, chiuso tra i binari della ferrovia. Questo
significa che è destinato all'emarginazione. Tra gli adulti c'é una percentuale
impressionante di persone in carcere o agli arresti domiciliari. C'è una
situazione di povertà non certo materiale, perché a nessuno manca da mangiare,
ma immateriale, di disagio sociale. Nel campo ci sono due tendenze opposte: da
una parte una tendenza centrifuga, che riguarda le donne e i minori che
rifiutano fortemente di vivere in campo e che vorrebbero una situazione
abitativa diversa. Dall'altra una tendenza centripeta, di chi cerca di rimanere
nel campo, un po' perché ha paura di quello che c'è fuori, e il campo diventa
una forma di protezione dai pericoli esterni, e un po' anche perché per certi
versi costituisce una zona franca. Il campo sicuramente favorisce il formarsi di
percorsi devianti e rappresenta un ostacolo alla riuscita un percorso positivo
di uscita dall'emarginazione.
Alcuni degli abitanti del campo ora vivono in case popolari – alcuni le occupano
abusivamente, altri invece ne hanno ottenuta una –, altri hanno provato ad
andare a vivere in una casa popolare, non ci sono riusciti e sono tornati al
campo. Sicuramente il campo, sia per quelli che ci vivono, sia per quelli che
abitano nelle case popolari, costituisce ancora il centro nevralgico della
comunità sociale.
Dal momento che il problema è che questo campo è un esempio di esclusione
sociale allo stato puro e non ha nessun tipo di comunicazione con il territorio,
quello che intendiamo fare col nostro intervento è portare il territorio nel
campo e il campo nel territorio. Il territorio è ossigeno e noi dobbiamo fare in
modo che le due realtà, campo e territorio, si parlino. La prima cosa che
abbiamo fatto è stato conoscere molto bene il territorio - i comitati
d'inquilini, le parrocchie, gli oratori, le varie associazioni di volontariato,
le istituzioni – e cercare di portare gli adulti a usufruire dei servizi che
questo offre, creando alcune prime occasioni di conoscenza reciproca. Nello
stesso tempo stiamo cercando di creare occasioni per portare persone del
territorio all'interno del campo attraverso il volontariato, in modo tale che
questo circuito di ossigeno cominci a funzionare. Lavoriamo molto con i minori e
la scuola: ci sono, tra elementari e medie, circa trenta minori iscritti.
Lavoriamo insieme a due mediatrici culturali del campo e gestiamo uno “sportello
scuola" con alcuni insegnanti delle elementari e delle medie, cercando di
proporre ai minori anche attività extra-scolastiche sul territorio, concertate
insieme alle scuole stesse. E gli adulti, in un certo senso, si ancorano alle
traiettorie dei minori. Per cui, se un ragazzo del campo inizia a frequentare il
doposcuola e conosce un altro ragazzo, le due famiglie riescono a parlarsi più
facilmente. Questo moto che abbiamo cercato di innescare sembra dare i primi
risultati, tenendo conto che siamo in questo campo solo da febbraio. Ma il
percorso evidentemente è molto lungo e il lavoro da fare è con tutte le
istituzioni, il Comune di Milano in primis.
(Il sopralluogo al campo è stato effettuato il 17 ottobre 2008, l'intervista a
Valerio Pedroni il 25 ottobre 2008)
Di Fabrizio (del 14/12/2008 @ 08:52:08, in Italia, visitato 2369 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Favola di Natale a Pesaro: Marco, un 44enne italiano, perde il
lavoro, quindi la casa. I servizi sociali ignorano il suo caso e si ritrova in
mezzo alla strada, povero, al freddo e senza un futuro. Gruppo EveryOne: "Quando
tutto sembrava perduto, un "carabiniere buono" l'ha aiutato e le famiglie Rom di
Pesaro l'hanno accolto, condividendo con lui un tetto sulla testa, un po' di
zuppa e tutto il loro calore umano. La favola di Marco deve essere un monito
perché le Istituzioni e la gente ritrovino la via della solidarietà".
Pesaro, 13 dicembre 2008. Natale si avvicina e in Italia vi sono migliaia di
senzatetto che sopravvivono in condizioni socio-sanitarie tragiche. Gli ospedali
sono pieni di un'umanità dolente, sopraffatta dalla fame, dal freddo, dalle
malattie, dall'indigenza. Il 10 novembre scorso ha destato orrore il caso di
Andrea Severi, senzatetto di Rimini aggredito mentre riposava su una panchina e
dato alle fiamme da quattro giovani italiani di buona famiglia. E' ancora in
gravi condizioni, con ustioni estese e terribili. Ma l'odio che circonda i
poveri è vivo e palpabile in tutta Italia, tanto che spesso le cittadinanze
accusano i volontari della Caritas di essere "un ricettacolo di barboni,
alcolizzati e sbandati". Da mesi i dirigenti dell'associazione cristiana
lanciano l'allarme: "Il razzismo e l'intolleranza dilagano; hanno vinto gli
impresari della paura".
"Natale 2008 sarà ricordato dai 'clochard', dai Rom e dai migranti più
svantaggiati che vivono in Italia come un giorno di emarginazione, povertà e
gelo," affermano preoccupati Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau,
leader del Gruppo EveryOne. "Le Istituzioni non solo hanno abbandonato a se
stessi i disagiati, ma fanno a gara per emanare ordinanze atroci, la cui
crudeltà è sempre più raccapricciante". In questo clima di intolleranza e
sofferenza, però, si è verificata anche una commovente "Favola di Natale",
all'insegna dell'amore e della solidarietà. "E' una vicenda che si svolge tra
Fano e Pesaro," raccontano Malini, Pegoraro e Picciau, "due città in cui
purtroppo l'intolleranza verso i poveri, gli stranieri e i Rom raggiunge punte
fuori controllo di persecuzione, avversione e indifferenza. A Pesaro siamo
costretti a lottare ogni giorno, fra mille difficoltà, per salvare la vita a
cittadini Rom romeni in condizioni spaventose, abbandonati a se stessi e
sgraditi. Fano è nota per le ordinanze contro i senzatetto, che obbediscono alla
linea dura del governo italiano, ma violano di fatto tutte le leggi
internazionali sui diritti dell'uomo. In questo clima che non ha niente di
natalizio né di civile o cristiano," proseguono gli attivisti, "il sentimento di
solidarietà, che è alla base della vera civiltà, non è però morto". A Fano è
iniziato il calvario di un uomo, Marco Ripanti, 44 anni, che dopo aver lavorato
per tanti anni con coscienza, gli ultimi nove alla Berloni - dove i colleghi lo
ricordano ancora per la sua attività svolta sempre con puntualità e sacrificio -
si è separato dalla famiglia, a causa di un matrimonio sfortunato ed è rimasto
disoccupato, dopo i tagli del personale effettuati dal mobilificio pesarese.
"Marco, che è nato a Fano e risiedeva da sempre in città, si è trovato così in
mezzo alla strada, senza casa e senza mezzi di sostentamento," continua EveryOne.
"Ha chiesto aiuto ai servizi sociali, ha presentato una domanda di alloggio
popolare, ha cercato disperatamente un nuovo lavoro, anche umilissimo.
Nonostante la chiara situazione di urgenza, però, le Istituzioni locali hanno
incredibilmente respinto tutte le sue richieste, lasciandolo nella condizione di
senzatetto".
"Quando si è abituati a una vita normale, la vita di chi lavora per mantenere
la propria famiglia, va in chiesa e al cinema con i propri cari, fa il tifo per
una squadra di calcio o di basket, abituarsi all'esistenza del 'clochard' è
difficile," dice Marco, sconsolato. "Vivendo nelle strade, mi sono accorto di
quante ingiustizie esistano, di quanto dolore ci circondi. La gente guarda i
poveri con diffidenza e paura, non sa che quello che è capitato a me può
succedere a chiunque, da un giorno all'altro". Marco trascorre giornate
durissime. E' difficile, per lui che vuole mantenersi una persona onesta,
procurarsi il pane quotidiano e un tetto sulla testa, quando scende la notte, la
temperatura diventa gelida e il mondo esterno è pieno di insidie. A Fano le
Istituzioni, le autorità di ordine pubblico e una parte della cittadinanza
mostrano una vera e propria avversione per i poveri. Un gruppo di cittadini è
giunto a sequestrare le panchine su cui i derelitti si coricavano la notte.
Episodi di intolleranza, in città, sono piuttosto frequenti e i 'clochard' sono
guardati a vista, mentre i servizi sociali, la cui missione dovrebbe essere
proprio quella di aiutarli, girano la faccia altrove. Così si è spostato a
Pesaro, dove incontra, è vero, disprezzo e rifiuto da parte di molti, ma anche
un barlume di accoglienza. "Abbiamo battezzato Pesaro 'la città dal cuore di
metallo' in riferimento alla celebre scultura di Arnaldo Pomodoro," proseguono i
leader EveryOne, "ma soprattutto all'atteggiamento intollerante e alla mancata
assistenza da parte delle Istituzioni verso i poveri, i migranti in difficoltà e
i Rom. Questi ultimi suscitano addirittura una fobia irrazionale, da parte del
sindaco e di molte autorità locali, che non solo li condannano all'esclusione,
ma rifiutano persino di ricevere i nostri rappresentanti quando si verificano
emergenze umanitarie. Marco però ha conosciuto, proprio a Pesaro, anche i
'buoni' di questa Favola di Natale. Il primario dell'Ospedale San Salvatore, che
ha aperto tutte le porte ai bisognosi, senza eccezioni né distinzioni. Poi, un
carabiniere, che svolge il suo dovere con coscienza, ma non ha mai rinunciato ad
amare il prossimo, a 'servire e proteggere' i più deboli. E' lui che ci ha fatto
conoscere il caso di Marco. Ma i veri protagonisti della nostra fiaba natalizia
sono... i Rom di Pesaro. Quando sono venuti a sapere della situazione in cui si
trova Marco, povero come loro, emarginato come loro, esposto ai pericoli del
freddo e dell'intolleranza come loro, le famiglie Rom romene che vivono fra
mille difficoltà in città hanno fatto a gara per accoglierlo. Non posseggono
niente, sopravvivono in due edifici abbandonati - una casa colonica fatiscente e
una fabbrica dismessa - ma sono ancora capaci di solidarietà e amore per il
prossimo".
"Nessuno deve vivere da solo e senza un rifugio," ha detto la signora Mariana
Danila, quando ha saputo delle vicissitudini di Marco. "Qui nella fabbrica c'è
ancora posto e almeno potrà vivere al sicuro. Un piatto di zuppa e un po' di
pane non gli mancheranno e di notte potrà dormire ben coperto e senza timore.
Siamo poveri anche noi, perché nessuno dà un lavoro né a me né ai miei figli e
il Comune ci ha detto che non ha la possibilità di aiutarci, ma siamo buoni
cristiani". Da oggi Marco vive con i Rom di Pesaro, che gli hanno teso la mano
proprio quando la disperazione era divenuta insopportabile e gli hanno offerto
il calore umile di un desco e di una famiglia. "Un altro dramma è stato
scongiurato," concludono gli attivisti, "nella 'città dal cuore di metallo'. Ora
dobbiamo continuare a dialogare con Istituzioni che sembrano insensibili come
pareti di ghiaccio, perché si torni sulla via della civiltà e del rispetto dei
Diritti Umani. La 'favola' di Marco e dei Rom non deve toccare i cuori solo per
un attimo, come se fosse un film di Natale, ma deve indurre tutti, a partire da
chi ci governa e dalle autorità locali, a cambiare atteggiamento verso gli
emarginati e comprendere che la solidarietà non è solo 'assistenzialismo', ma un
aspetto basilare della società umana, fondamento della democrazia e della
civiltà. La solidarietà produce la vera sicurezza e il vero benessere, mentre
l'intolleranza semina odio, dolore e morte".
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 331-3585406 - (+ 39) 334-8429527
www.everyonegroup.com
:: info@everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 13/12/2008 @ 12:53:58, in Italia, visitato 3779 volte)
Dal blog
Casilino 900
foto tratta da reterom.blogspot.com
E' accaduto all'1.30, mentre l'intera città era colpita da una pioggia dura e
incessante.
Arriviamo al campo alle 10 di mattina, dove troviamo Hackja (uno dei direttori
dei lavori, il portavoce dell'area bosniaca del campo) assieme ai figli e al
gruppo operativo NAE.
La casa è recintata dai nastri gialli della Polizia Municipale.
Mancano le parole, a tutti.
Due giorni prima accanto alla casa si era tenuta la riunione degli anziani del
campo. Erano 50 anni che non accadeva una cosa simile. Il fuoco acceso in una
vasca da bagno ardeva scaldando i pensieri e le parole dei saggi, argomentando
le posizioni da intraprendere per il futuro delle famiglie e dell'insediamento.
Desiderio di futuro e voglia di parteciparne.
Credo che con Savorengo Ker sia andata definitivamente in fumo la burocrazia che
ha bloccato i lavori di costruzione della casa e nient'altro. Dal 28 luglio la
casa aspettava di essere completata e inaugurata. Cavilli burocratici, posizioni
politiche e l'ambiguità di chi ha patrocinato il progetto hanno bruciato
Savorengo Ker.
Il degrado è figlio dell'abbandono, della mancanza di cura. Per questo
l'architettura in legno di Savorengo Ker è crollata bruciando nel rogo
dell'impotenza, lasciando che cenere e fango si confondessero nel presente di
una città dei forti.
Savorengo Ker avrebbe potuto essere la biblioteca di un nuovo sapere, i suoi
libri avrebbero testimoniato la nascita di una cultura dell'incontro e della
reciprocità, le mappe archiviate negli scaffali avrebbero testimoniato il
passaggio epocale dalla discrimanzione all'accoglienza del popolo rom nel mondo
dei gagè, i suoi video infine avrebbero raccontato come sia possibile costruire
assieme la città attraverso la fiducia reciproca.
Savorengo Ker avrebbe contenuto volumi pericolosi. Tutti i cittadini avrebbero
potuto leggervi la vera storia di una persecuzione, quella del popolo rom,
oscurata dalla televisione e dai giornali.
Ma con Savorengo Ker è bruciato solo il legno che la teneva in piedi.
Dalle ceneri della casa nasce un nuovo desiderio.
per stalker, ilaria
Di Fabrizio (del 13/12/2008 @ 09:49:46, in scuola, visitato 1659 volte)
Czech_Roma
Discriminazione
nelle scuole
A fine novembre, dopo lunghi periodi di silenzio dal governo ceco sulla
segregazione scolastica dei Rom, Ondrej Liska, il ministro dell'istruzione,
intende adoperare un metodo rivoluzionario di "inclusione" volto a "terminare la
discriminazione nelle scuole". Ma cosa significheranno in pratica queste parole?
Un primo test cruciale arriverà all'incontro di questa settimana del
Consiglio dell'Unione Europea, quando la Repubblica Ceca renderà pubblica l'
agenda per la sua presidenza dell'UE, programmata per il 1 gennaio.
Secondo rapporti interni, la questione Rom sarebbe assente dall'agenda.
Sarebbe un'opportunità persa, non solo per i Rom, ma per l'Europa nel suo
complesso.
Nonostante alcuni progressi, persiste una rigida realtà per i Rom. Continuano
ad essere i più poveri, ad avere meno accesso al sistema sanitario e soffrire di
tassi di disoccupazione più alti tra le maggioranze nazionali. La media di
vita dei Rom nell'Europa Centrale è di 10 anni inferiore a quella dei non-Rom.
Molti Rom non completano l'istruzione primaria, pochi vanno alle superiori e
ancora meno all'università.
L'anno scorso, la più alta corte europea pubblicò una decisione approfondita
secondo cui la segregazione razziale nelle scuole - una brutta cicatrice su gran
parte del paesaggio europeo - era una violazione di legge. La decisione
riguardava 18 bambini della Repubblica Ceca che erano stati assegnati a scuole
speciali per disabili mentali con modelli razziale sproporzionati.
Come suggeritomi dal consulente legale, ero incoraggiato dalla decisione del
tribunale; ma passato un anno, i Rom rimangono confinati in scuole separate.
Le autorità ceche hanno la possibilità di rimediare a questo danno.
Dovrebbero iniziare annunciando alla sessione di giovedì del Consiglio che i Rom
saranno una priorità per la prossima presidenza. L'approfondimento della
recessione globale solo sottolinea l'assurdità di continuare a marginalizzare
10-12 milioni di cittadini.
James A. Goldston, Prague Executive director, Open Society Justice Initiative.
|