Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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\\ Mahalla : VAI : musica e parole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 10:36:36, in musica e parole, visitato 2447 volte)

COMUNICATO STAMPA
VINCOLI SONORI - klezmer & gypsy music Festival
XIII edizione

Pinerolo
31 luglio - 3 agosto 2008

"Vincoli Sonori" è la rassegna musicale giunta alla tredicesima edizione, promossa e organizzata a Pinerolo da Sferaculture.

Quest'anno sul palco di "Vincoli Sonori" salirà ancora una volta il meglio del sound klezmer e gypsy, con gruppi provenienti da Romania, Macedonia, Francia e Italia: gli ACQUARAGIA DROM, con il loro stile zingaro italiano (venerdi 31 luglio), la PICIKATO BRASS BAND, banda di ottoni vera rivelazione della stagione (venerdì 1 agosto), ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO (sabato 2 agosto), che uniscono le melodie klezmer al virtuosismo del canto tzigano.

Nella loro unica data italiana chiuderanno domenica 3 agosto i mitici e straordinari TARAF DE HAIDOUKS, ensemble che ha scritto pagine memorabili della gypsy music contemporanea.

Accanto a loro,in Piazza Verdi, si esibiranno, per il consolidato tributo della kermesse a Django Reinhardt, NIGLOSWING e STRINGOLOGY e poi ancora il giovane approccio klezmer dei BUBE SAPRAVIE ed i canti rom dei BALVAL.

L'impianto dei quattro giorni prevede come di consueto un concerto alle 18.00 nella suggestiva Piazza Verdi ad ingresso libero, e uno alle 21.30 nel rinnovato Teatro Sociale (P.za V. Veneto, 24) con un biglietto di ingresso di 5 euro.

Giovedì 31 luglio
ore 18.00 > Piazza Verdi > NIGLOSWING
ore 21.30 > Teatro Sociale > ACQUARAGIA DROM

Venerdì 1 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BUBE SAPRÀVIE
ore 21.30 > Teatro Sociale > PICIKATO BRASS BAND
S
abato 2 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BALVAL
ore 21.30 > Teatro Sociale > ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO

Domenica 3 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > STRINGOLOGY
ore 21.30 > Teatro Sociale > TARAF DE HAIDOUKS

more info:
http://www.sferaculture.com
http://www.myspace.com/vincolisonorifestival

----------------------
Associazione Sferaculture
Via San Domenico, 49
10122 Torino - Italy
Tel.+39 011 5217847
http://www.sferaculture.com

 
Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 09:04:42, in musica e parole, visitato 2204 volte)

Da Roma_Daily_News

Un dialogo interculturale: musica, cultura ed identità Yiddish e Rom
Introduzione di Dr. Alan Bern

Il Progetto

"Gli Altri Europei" è un progetto collaborativo di altra musica e. V. (Germania), il KlezMORE Festival di Vienna (Austria), ed il Festival di Cultura Ebraica di Cracovia (Polonia). Nel 2008-09, tutti e tre i festival presenteranno attività che esploreranno le relazioni storiche e contemporanee tra le culture degli Ebrei Aschenazi (Yiddish) e Rom. L'attività centrale è creare e presentare due nuove band, una Yiddish ed una Rom, composte di musicisti eccezionali Yiddish e Rom con base in Europa. Nel 2008,ogni gruppo svilupperà ed effettuerà repertori separati con comuni radici rumene, e nel 2009 le due bande collaboreranno nel creare un repertorio ed uno stile incrociati. A completamento di questo processo, i festival presenteranno anche simposi, laboratori sulla musica strumentale, musica vocale, danza e linguaggio, ed una serie di film, tutti focalizzati sulla comprensione interculturale delle culture Yiddish e Rom. (Per la lista delle attività di ogni festival, guardati i singoli siti web dei festival).

Premessa

Per diversi secoli, Ebrei e Rom hanno occupato ruoli importanti ma ambivalenti nelle società europee, economici, politici e culturali. Subordinati e sempre accettati solo provvisoriamente dalle culture dominanti entro cui vivevano, tanto gli Ebrei che i Rom hanno sviluppato complesse identità culturali; mantenendo le proprie tradizioni e nel contempo adattandosi e interagendo costantemente con i loro vicini. Per questa ragione, Ebrei e Rom rappresentano identità europee "transculturali", nei fatti e nell'immaginazione. Scopo dei partner del progetto è di promuovere scambi interculturali tra gli esecutori di musica Rom e Yiddish, sia per l'arricchimento dei musicisti e delle rispettive culture, che come contributo alla continua vasta discussione sull'identità e cultura europea.

Ricerca Focalizzata al Progetto

Anche se entrambe "transculturali", ci sono profonde differenze tra le culture Ebrea e Rom, ancorate nelle loro storie e tradizioni separate, e nelle economie politiche, storie e culture delle differenti società con cui hanno interagito. Molto più interessanti, quindi, sono le similarità nei ruoli giocati dai musicisti professionisti nelle due culture, particolarmente dove vivevano fianco a fianco. Nella Romania prima della guerra ed in alcune parti dell'Ucraina, per esempio, gli Ebrei Aschenazi (di lingua Yiddish) ed i Rom erano musicisti professionisti che suonavano un repertorio misto sia per loro che negli eventi dei loro vicini co-territoriali. Rappresentavano uno scambio interculturale di successo attraverso confini linguistici, politici e culturali. A seguito dello sterminio nazista degli Ebrei europei, furono spesso musicisti Rom, che avevano suonato nei gruppi Ebrei prima della guerra, a preservare e trasmettere il repertorio di musica Yiddish che altrimenti si sarebbe perso.

Precisamente la complessa interculturalità delle culture Rom ed Ebrea provocò nel passato ideologie nazionaliste e scioviniste che li denominarono come "senza radici", "parassiti", degenerati" e peggio. Tali attitudini non sono affatto relitti del passato, sono visibili attraverso tutta l'Europa odierna nei ricorrenti scoppi anti-Semiti ed anti-Rom. In contrasto, lo stesso carattere transculturale della musica Yiddish e Rom è romanticizzato ed abbracciato dall'odierna cultura pop della "world music", che la struttura come sovversiva e trasgressiva e quindi "hip". Attualmente c'è un'ondata popolare di musica Rom e pseudo-Rom ed un'ondata simile di musica post-klezmer ha ispirato la Musica Nuova Ebrea. Ci sono tanto affinità immaginarie tra loro come pure genuini contatti storici e musicali. Ma gli incontri attuali tra musicisti Rom ed Yiddish tendono ad essere promossi dagli interessi dell'industria della musica commerciale di negare gli altri impulsi creativi o storici, che hanno scarso appoggio o accesso al pubblico.

Nel film del 1998 del regista rumeno "Train de vie - Un treno per vivere" c'è una scena in cui u gruppo di Ebrei ed un gruppo di Rom, tutti e due fuggono dai nazisti, si incontrano e scoprono i loro profondi legami spirituali attraverso un'orgia musicale di solisti. La vera controparte di questa scena romanticizzata sarebbe un genuino incontro tra musicisti attuali Yiddish e Rom,  con lo scopo di esplorare le similitudini e le differenze dei vecchi repertori e di creare nuove sintesi musicali collegate alle loro storie reali. Il progetto fornirà la struttura per questo incontro e per differenziare tra le rappresentazioni vere e finte degli Ebrei e dei Rom. Sarà guidato da uno spirito di ricerca e dal desiderio di arrivare a termini creativi con le eredità universali della musica Rom e Yiddish.

 
Di Fabrizio (del 24/07/2008 @ 08:51:35, in musica e parole, visitato 1783 volte)

Da Roma_Daily_News

Il Teatro Romen è il più vecchio e più famoso dei teatri Romani nel mondo. Il teatro è un obiettivo chiave della cultura Romani in Russia, e dal momento della sua fondazione nel 1931, è stato un centro di attrazione per gli artisti Romani in Russia.

Precursori del Teatro Romen

Nel XVIII e XIX secolo esistevano a Mosca e San Pietroburgo cori di Rom Russi.

Alla fine del XIX secolo, il direttore di un coro Romani, Nikolai Shishkin, creò la prima troupe teatrale Romani di sempre. La prima apparizione della troupe fu nell'operetta Canzoni Zingare in Faccia, con la troupe principale del Teatro Arcadia, nel 1886. L'operetta venne recitata per diversi anni. Il 13 aprile 1887 ebbe luogo nel Teatro Maly la prima performance dell'operetta di Strauss Il Barone Zingaro con la troupe di Shishkin che recitava il ruolo dei Rom.

Il 20 marzo 1888 fu presentata al Teatro Maly la prima operetta in lingua Romani, Bambini delle Foreste. Fu recitata interamente dalla troupe Romani. La produzione durò 18 anni e fu un grande successo.

Nel 1892 Shishkin produsse una nuova operetta, Vita Zingara.

Negli anni '20, molti gruppi Romani di cantanti, ballerini e musicisti lavorarono in URSS.

Storia del teatro

Il 24 gennaio 1931 aprì a Mosca lo studio teatrale Romani "Indo-Romen". In un mese, lo studio presentò il suo primo lavoro.

Il primo direttore e il primo compositore di "Indo-Romen" furono attivisti Ebrei, Moishe Goldblat e Semen Bugachevsky.

Il 16 dicembre lo studio presentò la sua prima completa performance drammatico-musicale, Vita sulle Ruote. Consisteva in tre atti ed era basata su un pezzo dell'autore Romani Alexandr Germano. Dopo questa performance, lo studio fu rinominato Teatro Romen. Il primo direttore fu Georgy Lebedev.

Dal 1940, tutti i pezzi sono recitati in russo.

L'attuale direttore teatrale è Nikolai Slichenko, un attore Romani famoso in Russia.

Articolo scritto per Wikipedia.

 
Di Fabrizio (del 23/07/2008 @ 19:23:43, in musica e parole, visitato 1568 volte)

Ricevo da Alexian Santino Spinelli

Memoria di un’infamia

In occasione del:
70° Anniversario del Manifesto degli scienziati razzisti

siete invitati al Concerto di Musica Popolare Europea
musica ebraica e musica rom

Ozen Orchestra
Alexian – Santino Spinelli

e con la partecipazione di
Miriam Meghnagi

Roma, giovedì 24 luglio ore 20,00
Piazza della Repubblica
Ex Magistero – Aula 2 II° piano

Patrocinato dal:
Dipartimento di Scienze dell’Educazione
Master Internazionale Didattica della Shoah

in collaborazione con:
Associazione Thèm Romanò
Associazione Medica Ebraica
Associazione Romana Amici di Israele

 
Di Fabrizio (del 17/07/2008 @ 09:32:27, in musica e parole, visitato 1956 volte)

Da Roma_Daily_News

La diversità culturale è MISTO alla seconda edizione di IRAF

L'Associazione Culturale TURN vi invita a raggiungerci al Cinema Estate in Romania, Timisoara tra il 6 e il 10 di agosto e diventare parte di un enorme fenomeno interculturale. La seconda edizione del Festival di Arte Romani Internazionale - Misto, organizzato sotto l'egida del "Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015" e dell'"Anno Europeo del Dialogo Interculturale Apre i suoi Cancelli".

Come l'anno scorso, IRAF vi porta musica, danza, teatro, film, fotografia, spettacoli pirotecnici e laboratori, presentazioni di libri, fiere artigiane, attività informative, attività per bambini e attività per incarcerati, in un evento che riunisce oltre 150 artisti di origine Rom ed oltre da Romania, Spagna, Ungheria, Francia, Serbia, Repubblica Ceca. Soprattutto, quest'anno una sfilata di venticinque capi di moda e chef ungheresi che vi aspettano con una ciotola di gulash zingareschi pieni di vapore.

I 15 concerti presentano il fenomeno musicale zigano dai suoni dell'antica tradizione alle ultime tendenze: spoon knocking, beatbox, hip-hop, drum and bass, jazz, fanfara, musica classica e flamenco.

  • Boban Marcovic (Serbia), conosciuto come il miglior suonatore di tromba dei Balcani;
  • Puerto Flamenco (Spagna), vincitori di numerosi premi e partecipanti ai più importanti festival di flamenco nel mondo;
  • Félix Lajkó (Ungheria), uno dei più complessi artisti dall'Ungheria;
  • Kal (Serbia), la banda Rom più cool dai sobborghi di Belgrado;
  • Karavan Familia (Ungheria), uno dei nomi più importanti della scena musicale mondiale zingara;
  • Marius Mihalache, "il maestro del cimbalo" ed Ovidiu Lipan Tandarica, "il miglior percussionista Rumeno di tutti i tempi" (Romania);
  • Amaro Del (Serbia);
  • Balkan Fanatic (Ungheria), un originale progetto che inietta il synth-pop, l'hip-hop e la musica elettronica nei suoni tradizionali dell'Est Europa;
  • Gipsy.cz (Repubblica Ceca), l'unica banda zingara hip-hop conosciuta internazionalmente;
  • DJ Click (Francia), promuove un suono autentico che combina la febbre balcanica con l'energia della musica elettronica;
  • Estelle Goldfarb (Francia), il violinista che rompe le barriere tra la musica tradizionale e quella moderna;
  • DJ Vasile (Shukar Collective), uno dei padri fondatori della musica elettronica in Romania;
  • Dj Leizaboy (Romania), Dj K-lu (Romania), Colombo de Niro (Romania),  il più nuovo progetto jazz a Timisoara.

Suona MISTO, non è vero?

Sponsors: Open Society Institute – Budapest, National Agency for the Roma, The Administration of the Cultural Fund, The National Agency for Supporting Youth Innitiatives, The National Youth Authority.

Partners: Banatul Philharmonic, The Maximum Security Penitentiary in Timisoara, Resita Volunteer Center, OSUT, The Students' Cultural House in Timisoara, The National Alliance of the Students' Organizations in Romania, The German Cultural Center in Timisoara, The Resource Center for Ethnocultural Diversity, The Students' Cultural House in Resita, Cesky Rozhlas (Czech Radio).

Media partners: Radio Guerilla, TVR timisoara, 24 FUN, Suplimentul de Cultura, Sunete, Alternativ, Dor de duca, 4elemente – Apollo, Cesky Rozhlas (Czech Radio), Port.ro, studentTM

Questa è l'amicizia di uno splendido inizio!

 
Di Fabrizio (del 17/07/2008 @ 00:45:58, in musica e parole, visitato 2246 volte)

Da Melting Pot

Intervista ad Antonio Moresco, autore del libro Zingari di Merda

Zingari di Merda racconta il viaggio verso la Romania di due italiani e un rom sgomberato dalla città di Pavia a bordo di una vecchia BMW per “andare a vedere da dove si mette in movimento tutta questa disperazione, l’origine di questa ferita”.

Con il suo autore, Antonio Moresco, abbiamo commentato le recenti misure che stigmatizzano i rom come più criminali di tutti i criminali, calamità naturale d’emergenza a cui far fronte con provvedimenti speciali.

Domanda:
Zingari di Merda è il titolo del libro, un epiteto che si rivolge ad una popolazione che, pur non avendo mai dichiarato guerra a nessuno, è da secoli attaccata - come in una guerra – dal mondo intero. La discriminazione contro i rom negli ultimi mesi in Italia è diventata discorso pubblico, la loro persecuzione oggi è legittima. Dire “Zingari di merda” non è più un’offesa di matrice razzista, ma è considerata quasi un’affermazione oggettiva.

Risposta: Il titolo rappresenta la forza dei popoli perseguitati da secoli che utilizzano gli epiteti offensivi rovesciandoli con fierezza. Il nostro accompagnatore si rivolgeva a se stesso e agli altri rom usando queste parole, che aveva sentito dire contro di sè in Italia. E’ un titolo ambivalente perché rispecchia al contempo la situazione spaventosa dell’Italia di questi anni, dove un popolo dai comportamenti non omologati è di nuovo diventato capro espiatorio di paure ed insicurezze su cui forze politiche fanno leva per nascondere i gravi problemi dell’attualità, ma quando un paese imbocca le strade delle discriminazioni si sveglia poi con le ossa rotte...

D: L’istituzione di un Commissario straordinario per una presunta emergenza incarnata dai rom significa considerare la presenza di questo popolo alla pari di una calamità naturale. E’ forse l’errore macroscopico di un potere che, oggi come ieri, non sa rapportarsi con l’alterità? Tutto il discorso e con esso le politiche prodotte sui popoli rom in Italia, anche quando si agisce in nome dell’integrazione, nascono dall’applicazione di categorie organizzative a loro estranee, si affronta la loro società partendo dal “noi” e dal “nostro” modo di vivere.

R: Si dà sempre per scontato che il nostro modo di vivere sia quello giusto, cosa evidentemente tutta da dimostrare. A volte anche chi accetta in termini generali gli zingari in realtà vorrebbe sempre ricondurli a dinamiche di vita simili alle proprie. In questi ultimi anni gli zingari incarnano l’irriducibilità e la differenza, io ho scelto di rappresentarli senza censure.
Non ho cercato di farne un santino edificante ma ho mostrato degli esseri umani con la loro forza, la loro diversità e il loro mistero. In genere ogni loro comportamento è letto attraverso la deformazione incredibile del paragone. Ad esempio la violenza nei confronti delle donne – che non mi sono sentito di censurare nel mio racconto - sembra maggiormente grave e criminale se compiuta da parte degli zingari, nonostante le cronache rivelino preoccupanti violenze domestiche contro le donne nelle case degli italiani. Nel momento in cui è stato stabilito che quello è il popolo che fa paura tutto viene visto in una maniera deformata. E’ il meccanismo spaventoso che spesso accade nella storia, coltivato e manipolato per coprire altre cose gravi.


D: La persecuzione contro i rom è oggi più che mai quotidiana, ma anche il tuo libro ha inizio con una persecuzione, ossia dopo gli sgomberi dell’ex Snia Viscosa a Pavia nell’agosto 2007, quando vengono lasciati per strada un centinaio di donne, uomini e bambini.

R: Il libro parte dal lavoro di volontariato di Giovanni Giovannetti all’ex Snia Viscosa; dalla lotta e dalla vicinanza profonda con le persone che vivevano accampate lì è nata l’idea di rintracciare queste famiglie nel sud della Romania, dove molti di loro sono andati a ripararsi dopo la cacciata.
Siamo andati quindi fino a Listaeva, un paese dove gli zingari vivevano nelle buche sotto terra, abbiamo visto le condizioni in cui vivevano le persone, facendo a turno le guardie notturne per proteggere i propri bambini da topi di un metro. E’ allora evidente che queste persone non emigrano in Italia perché sono dei profittatori. Eppure a Pavia il Sindaco del Partito Democratico si è comportato in maniera indistinguibile dalle destre che siamo abituati a vedere come razziste e forcaiole. Se hanno creduto che inseguire questi comportamenti xenofobi avrebbe portato ad un incasso elettorale, la dimostrazione della mancanza di lungimiranza storica è stata plateale con il risultato delle elezioni.


D: Nel tuo viaggio in Romania ti soffermi a descrivere la posizione economica imposta a questo popolo dal sistema economico, che pretende che restino immobili a vivere delle briciole del mercato globalizzato basato proprio sugli scambi attraverso le frontiere. Tu sottolinei la contraddizione tra fissità economica imposta e spinta al movimento degli esseri umani, che si spostano per cercare di sfruttare le opportunità dello sviluppo, sottraendosi a ruoli previsti per loro da non si sa bene chi.

R: Il tentativo di ancorarli ad una posizione è una miopia e tradisce la mancanza di lungimiranza storica: i popoli si sono sempre spostati, anche nel recente passato i popoli hanno sempre migrato, è incredibile che l’Italia non riesca ad affrontare in termini equilibrati e giusti le migrazioni e il desiderio di migliorare la propria sorte.
Anche nelle baracchine di Slatina le televisioni scalcagnate delle giovani famiglie rom trasmettevano di continuo quanto è bella, ricca e luminosa la vita in Italia e negli altri paesi.
Queste persone giovani cercano giustamente di avere una piccola parte in questa ricchezza. Poi ci sono i meccanismi economici diseguali che fanno sì che in Italia con l’elemosina in una giornata una zingara possa guadagnare 20-30 euro, che in Romania non guadagna neanche un operaio. Questi meccanismi vanno molto bene quando sono le fabbriche italiane, ad esempio Pirelli, che sfruttano questi salari estremamente bassi ed impiantano in Romania le loro attività. Paradossalmente gli stessi meccanismi che portano le persone a migliorare la propria condizione sfruttando le differenze del valore della moneta romena rispetto a quella italiana e quindi immigrando in Italia, generano invece violenza ed ipocrisia. Le situazioni di vita che ho visto nel nostro viaggio sembravano quelle del Bangladesh post alluvione e non quelle di un luogo così vicino a casa nostra.


D: La schedatura, il tentativo di presidiare e censire i campi nomadi, la folle idea di rilevare le impronte digitali rappresentano forse l’illusione di bloccare e imbrigliare la determinazione degli uomini ed in particolare di questo popolo a partecipare al benessere negato?

R: Io ne sono convinto. Queste iniziative vengono gettate in pasto alle persone galvanizzate dalle campagne politiche e mediatiche, ma non hanno senso perché gli spostamenti umani non si possono fermare.
Persino all’epoca dei romani, che facevano guerre pazzesche ed erano sotto le armi per decenni per tenere fuori i cosiddetti barbari, per secoli e secoli poi quelle stesse popolazioni che loro volevano escludere sono passate sul territorio italiano.
A mio avviso più è determinata ed efficace la capacità di sigillare le frontiere più l’effetto boomerang è devastante. Quello che vediamo oggi è una politica miope oltre che criminale ed inaccettabile su molti piani.


Zingari di merda
di Antonio Moresco
Fotografie di Giovanni Giovannetti
Effigie Edizioni


Neva Cocchi, Progetto Melting Pot Europa - mercoledì 16 luglio 2008

 
Di Fabrizio (del 13/07/2008 @ 09:06:03, in musica e parole, visitato 1718 volte)

Da Bulgarian_Roma

Blowing the Blues Away by Vesselin Dimitrov

I giovani Rom trovano nelle offerte musicali una via di fuga dagli slum bulgari

2 luglio 2008 SOFIA | Angel Tichaliev sembrava vecchio e stanco mentre aspetta alla stazione nella sua città di Sliven, Bulgaria. Era già primavera, ma quel famoso trombettista aveva indosso il cappotto. Tossiva.

Sino all'anno scorso, Tichaliev e la sua banda, la Karandila Gypsy Brass Orchestra, suonava ogni estate sui palchi dei più grandi festival di musica europei. Ma i problemi di asma del leader della banda peggioravano e i Karandila dovettero tagliare le loro esibizioni.

Benché la carriera del Tichaliev abbia cominciato a calare, egli è molto fiero.

Angel Tichaliev insegna a giovani musicisti pieni di speranza. L'anno scorso, Tichaliev ha aperto una scuola di musica per ragazzi nel quartiere-ghetto dove vive. Foto di Nadezhda Chipeva.

Nonostante l'occasionale ostilità che la banda incontra, i Karandila hanno superato la scena della musica locale e sono diventati un hit internazionale. Tichaliev, 53 anni, suona da quando era un bambino ma non fu conosciuto finché non si unì ai Karandila. Nel suo paese, la musica ha aiutato Tichaliev e gli altri membri del complesso nell'integrarsi nella società bulgara.

"Tutti qui ci conoscono - anche i topi," dice il trombettista.

E' questo amore per la musica che Tichaliev spera cambierà la vita dei giovani Rom che affrontano difficoltà simili. Recentemente, il musicista ha deciso di creare una scuola per la gioventù svantaggiata di Nadezhda, il quartiere Romani di Sliven.

"Ho avuto questo sogno," ha detto Tichaliev. "Aiutare i bambini, perché anche se vanno a scuola, non sono ben istruiti. Ho deciso di fare qualcosa per loro." Gli occhi di Tichaliev si illuminano quando parla dello studio, dove insegna a 15 ragazzi tra gli 8 e i 14 anni. "Alcuni di loro frequentano il sesto grado ma non saprebbero calcolare tre volte sei. La musica è la loro unica possibilità."

LA STRADA PER LA FAMA

I Karandila iniziarono a Sliven il 10 luglio 1994. Quella fu una data storica per la Bulgaria, perché la nazionale di calcio batté la Germania nei quarti di finale del Campionato Mondiale negli Stati Uniti. Yordan Letchkov, nato a Sliven, segnò il gol vincente ed quel gruppo di musicisti da matrimonio improvvisò un'aria chiamata "Letchkov Kocheck", suonando in città tutta la notte.

Letchkov gradì ed appoggiò i musicisti, aiutandoli a trovare ingaggi ed anche a registrare il loro primo album, Estate Zingara, nel 1999.

Nel contempo i Karandila iniziarono a suonare nei festival in Bulgaria. Lo stile proprio della banda - un mix distinto di ritmi balcanici e zigani e di ottoni americani - fece presa e presto vennero notati dagli scout della musica internazionale. La banda da allora ha condiviso i palchi con star della world-music come Orchestre Baobab e Fanfare Ciocarlia.

La carriera della banda raggiunse il culmine nel 2002 quando furono invitati al Vienna Volksoper per sostenere alcune speciali performance dell'operetta Contessa Maritza di Emmerich Kalman. La direttrice Vera Nemirova, figlia di immigrati Bulgari, aveva ascoltato i Karandila a Sofia e fu così impressionata da cambiare la partitura di "Contessa Maritza" perché i musicisti Romani potessero suonare con l'orchestra classica.

I Karandila suonarono con i propri tempi e stile e secondo i media locali il pubblico ne fu entusiasta. Il giornale viennese Kurier giudicò lo spettacolo un trionfo. Una banda di ottoni Zingari salì sul palco ed "improvvisamente un sound mai ascoltato in una prima guidò il Teatro dell'Opera," scrisse il giornale.

VIVERE ROMANI

Alla luce del loro successo musicale, può sembrare sorprendente che tutti i 12 membri del gruppo continuino a vivere a Nadezhda, un povero quartiere adiacente lo scalo merci di Sliven.

Circa un quarto dei 100.000 abitanti di Sliven sono Rom, e la maggior parte vive tra le mura di Nadezhda. Il muro, ricorda Tichaliev, fu costruito alla metà degli anni '80, per fermare i furti dei treni che da Sliven passavano verso l'URSS.

Tichaliev ci ha raccontato questa storia mentre attraversavamo il muro ed entravamo in quello che tutti qui chiamano "il ghetto" in una strada fangosa. Era difficile vedere perché i lampioni erano rotti. Non c'era nessuno per strada, a parte pochi ragazzi che fumavano tranquillamente al buio.

Nonostante l'atmosfera oppressiva, una recente indagine dell'istituto bulgaro di ricerca GfK cita Nadezhda come esempio di tolleranza verso la minoranza Romani. In nessun'altra città bulgara i Rom sono accettati meglio che qui, riporta l'indagine, puntualizzando che gli indicatori del tasso di disoccupazione dei Rom della città è del 40%, molto meno della stima nazionale del 70%. Un investimento nell'istruzione già dal 1977 ha aiutato i Rom ad integrarsi ed ha promosso "lo sviluppo di sani rapporti sociali tra differenti gruppi etnici di Sliven" ha detto Dimirar Kostov, capo del Dipartimento Integrazione di Sliven.

In generale, d'altra parte, "l'intero gruppo etnico è discriminato dalla società [Bulgara]" asserisce la ricerca.

Tichaliev ha detto di aver provato la discriminazione solo una volta nella vita, ma il suo manager, Viktor Lilov, potrebbe raccontare un'altra storia. Lilov, fondatore della Messechina Music, ha promosso i Karandila dal 2005.

"Durante uno dei nostri primi tour con i Karandila, stavamo aspettando nell'aeroporto di Sofia, quando un ufficiale della dogana mi si è avvicinato," racconta Lilov. L'ufficiale chiese a Lilov cosa facessero "quegli Zingari" nell'aeroporto. Lilov rispose che erano musicisti che rappresentavano la cultura Bulgara attraverso l'Europa.

"Quelli sono Zingari, non Bulgari," rispose l'ufficiale.

Lilov ammette di non avere difficoltà ad organizzare concerti all'estero, ma quando vengono in Bulgaria, suonano meno spesso. "E' quasi impossibile trovare il supporto finanziario per gli spettacoli," dice Lilov, la cui compagnia dirige musicisti e produce musica. "Quando gli sponsor sentono il termine 'musica Zingara' perdono interesse.

RIDARE INDIETRO

La banda appare occasionalmente in patria, ed è attesa per suonare in due festival Bulgari a luglio. Un concerto a Sofia lo scorso maggio potrebbe aver indicato un nuovo inizio, non per il suo successo - c'erano solo 300 persone, si lamenta Lilov - ma perché ha visto il debutto dei "Karandila Junior", una banda dei ragazzi che stanno studiando con Tichaliev.

Quando la salute del trombettista peggiorò nel 2007, decise di investire tempo e denaro per sviluppare i successori della sua banda. Costruì una stanza per le ripetizioni accanto alla sua casa a Nadezhda, e poi iniziò a cercare giovani talenti.

Cominciò invitando il figlio del musicista più anziano della banda, ma poi la voce girò nel ghetto ed i ragazzi iniziarono ad arrivare ogni giorno per le audizioni. Tichaliev spiega che prima cercò di ottenere un'impressione sul senso del ritmo dei ragazzi. Poi, misurò quanto i ragazzi erano seri sulla musica come carriera. Nell'ottobre 2007, aveva già 10 studenti.

Diversi mesi dopo che aveva iniziato ad insegnare ai ragazzi, Tichaliev aprì una porta e mi guidò in una stanza stretta, ricoperta di manifesti dei differenti festival in cui avevano suonato i Karandila senior.

Uno dopo un altro, i ragazzi di Karandila hanno rivelato come iniziano le lezioni giornaliere. Di solito, si parte alle sei e si prosegue per due ore, ma erano tutti in ritardo con l'eccezione di un ragazzo magro in giacca di  cuoio. "Non posso aspettare di venire qua tutte le sere. E' molto più interessante della scuola", dice Hasan, il ragazzo.

Tichaliev è un insegnante paziente. Lascia suonare i ragazzi , fermandoli di volta in volta per dare istruzioni. La lavagna sul muro è ricoperta delle sue note musicali scribacchiate. "Devono imparare la struttura della musica, i tempi dell'improvvisazione è finito", dice.

Benché sia il principale insegnante, Tichaliev chiama spesso insegnanti professionali dalla vicina città di Kotel - dove si trova una delle due scuole superiori di musica in Bulgaria - per aiutarlo.

"Aspettate e vedrete, in pochi anni la piccola Karandila sarà di classe mondiale," ha detto il manager Ivaylo Ivanov, alla prima dei ragazzi a Sofia.

Ivanov ripetè in seguito le stesse parole, quando Tichaliev scese dal palco. Ivanov ha detto che i suoi piani sono di lavorare con questo gruppo di ragazzi e non aggiungere per il momento nuovi musicisti.

Ivanov repeated the same words soon afterwards, as Tichaliev came down from the stage. Ivanov said his plans are to work with this group of boys and not add any new musicians for the time being. e non aggiungere qualsiasi nuovi musicisti per il momento.

Tichaliev ha sospirato. "Bene, farò qualsiasi cosa che posso per loro, qualsiasi cosa…"

Vesselin Dimitrov is a TOL correspondent in Sofia.

 
Di Fabrizio (del 07/07/2008 @ 09:26:02, in musica e parole, visitato 2513 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Storia, cultura, antiziganismo e musica Rom il 13 luglio a Corsico (Milano)
Corsico è un centro emblematico della condizione di discriminazione in cui vivono i Rom in Italia, ma è anche un punto di incontro per un movimento antirazzista sempre più vivo e consistente. Ecco perché l'incontro del 13 luglio, presso l'Area Pozzi (Via Alzaia Naviglio Trento) risulta particolarmente significativo. Nell'àmbito dell'iniziativa, ha un notevole interesse storico la mostra dedicata alla partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza e quella incentrata sulla comunità Sinti di Buccinasco. Cultura, Storia e una riflessione sulla condizione attuale dei Rom in Italia saranno i temi trattati da Ernesto Rossi, Dijana Pavlovic e Roberto Malini durante il dibatito "Nomadi. Storia, percorsi e integrazione".

h. 16:
Spazio associazioni
Mostra fotografica curata da Cipes sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla Resistenza Italiana
Mostra di foto della comunità Sinti di Buccinasco a cura di Apertamente


h.17.30 – 19:
Discussione dibattito: “Nomadi. Storia, percorsi e integrazione”
Diversi gli argomenti trattati, dalla Storia e cultura del popolo Rom alle problematiche di integrazione, fino ai provvedimenti di schedatura etnica e ai recenti casi di aggressione di cittadini Rom da parte di agenti delle forze dell'ordine. Relatori: Dijana Pavlovic, Ernesto Rossi, Roberto Malini.

h.19 – 20.30:
Cena aperitivo

h. 19 – 22:
Musica dal vivo con Nico Grancea e i Manele Manele.
Nico Grancea è nato a Buzău, in Romania, il 18 marzo 1988. E' figlio dell'Olocausto di terza generazione (suo nonno scampò allo Zigeunerlager di Auschwitz durante la rivolta dei Rom avvenuta il 16 maggio 1944). E' un interprete del genere musicale "Manele". La musica manele, che si è affermata in Romania a partire dagli anni 1980, fa parte della musica folk del popolo Rom. I primi interpreti cantavano nelle strade di Ferentari, un quartiere povero di Bucarest. Le radici della musica manele, fortemente influenzata dalla musica turca e araba, risalgono però al XVIII secolo. Gli interpreti moderni più noti sono Adrian Minune, Nicolae Guza, Florin Salam. I testi sono molto liberi e raccontano prevalentemente storie d'amore e di passione. Nico canta, con la sua voce intensa e vibrante che ricorda quella di Florin Salam, perché la gente Rom non venga annientata nel silenzio, perché un canto di libertà e giustizia continui a levarsi, più in alto del coro di chi inneggia a un mondo "zigeunerfrei", senza più 'zingari'. Nico Grancea, Ionit Ciuraro (che interpreterà alcuni brani insieme a Nico) e i Manele Manele fanno parte del gruppo di artisti e intellettuali contro il razzismo "Watching The Sky".

Associazioni partecipanti:
Apertamente, Aven Amentza, Opera Nomadi, Gruppo EveryOne, Cipes, Rete Antirazzista, Anpi sez. Corsico, Liberamente, Acli il Sogno

Per informazioni:
Organizzazione: Tel. (+39) 02.44.80.648 - (+39) 348.81.00.209
Mail ufficio: culturaepartecipazione@gmail.com

Gruppo EveryOne
Tel. (+ 39) 331-3585406 - (+ 39) 334-8429527
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 02/07/2008 @ 09:10:24, in musica e parole, visitato 2170 volte)

Da Roma_Daily_News

I Gogol Bordello sostengono Sulukule

ISTANBUL - Turkish Daily News - mercoledì 25 giugno 2008

Una banda punk gitana in tour in Turchia ha interrotto ieri il proprio calendario per apparire improvvisamente a Sulukule, l'assediato quartiere di Istambul che è il più antico insediamento Rom nel mondo. I Gogol Bordello, un gruppo originario dell'Ucraina ma che include membri da diverse nazioni, ha visitato Sulukule in uno show di sostegno contro il progetto di trasformazione urbana in corso, osteggiato per ignorare gli attuali abitanti Rom dell'area e minacciandoli di lasciarli senza casa.

Sulukule viene demolita da febbraio. La Municipalità di Fatih insiste nel progetto di trasformazione nonostante l'opposizione di molti. La Piattaforma Sulukule, organizzazione che lavora per salvare il quartiere, ha contattato la banda molto prima del loro arrivo in Turchia. Uno dei rappresentanti della piattaforma, Neşe Ozan, ha detto che i membri di Gogol Bordello e le loro famiglie una volta si sono trovati nella stessa situazione dei residenti di Sulukule. "La banda è qui per mostrare al popolo Rom che non sono soli e vogliamo sostenere l'atto di salvare la cultura gitana ed il quartiere."

Eugene Hutz, il solista dei Gogol Bordello, ha detto nel concerto di domenica: "Gli incidenti che succedono a Sulukule accadono in molti luoghi del mondo. La gente vuole più McDonalds' e catene alberghiere? O è più logico proteggere la cultura nazionale e le strutture storiche? A voi la scelta."

Ad attendere ieri la banda famosa nel mondo c'era molta gente, compreso locali, giornalisti, turisti ed autorità municipali.

Una di loro, una donna di 55 anni, nata e cresciuta a Sulukule, Gülsüm, piccola paffuta e ciarliera, ha pesino assistito allo show TV per salvare la sua casa. "Non voglio lasciare casa mia e non importa cosa mi offre il comune, anche un palazzo," ha detto. Secondo lei, i Rom non sarebbero capaci di assimilarsi se fossero spostati in un altro posto.

L'Austriaca Astrid Heubrandtner era tra quanti aspettavano di vedere i Gogol Bordello. Heubrandtner è arrivata ad Istambul a gennaio per girare un documentario su Sulukule. "Istanbul è una delle città più interessanti nel mondo, Sulukule è uno dei quartieri che la fanno sempre più attrattiva," ha detto aggiungendo: "Penso che la gente debba sentirsi orgogliosa di avere un quartiere come Sulukule."

Il solista Hutz ha protestato che nessuno sa davvero cosa stia succedendo a Sulukule. "Durante la mia tournee in Turchia ho parlato con molta gente su questo quartiere ed ho capito che la gente non sa molto sulla storia del quartiere," ha detto Hutz. Secondo i membri della banda, la mossa giusta sarebbe "proteggere" e non "distruggere". Hutz ha dichiarato che è triste decidere di annichilire una cultura e un posto storici.

Il Sindaco di Sulukule, Ismail Altintoprak, ha dato risalto al fatto che dovrebbe esserci un carnevale organizzato per promuovere la cultura e la musica di Sulikule. "In questo modo la cultura zingara può essere promossa in tutto il mondo e possiamo proteggere la popolazione," ha detto Altintoprak. I Gogol Bordello hanno promesso di prendere parte al carnevale se un tale evento fosse realizzabile.

Chi è la banda?

Formati nel 1999, i Gogol Bordello vengono dal Lower East Side di New York. Il gruppo è conosciuto per i suoi show teatrali, ispirati dalla musica zingara. I membri storici sono immigrati dall'Europa dell'Est. Il nome della banda viene da Nikolai Gogol, che ha "introdotto di nascosto" la cultura ucraina nella società russa. Il gruppo ha rilasciato il suo primo singolo nel 1999, seguito da altri quattro album. Lo scorso fine settimana era il loro terzo tour in Turchia, dove è ammirata da un gran numero di fan.

 
Di Fabrizio (del 26/06/2008 @ 09:28:09, in musica e parole, visitato 2033 volte)

Da crj-mailinglist

È morto Saban Bajramovi´c, il più grande cantante e compositore rom
È morto domenica (8 giugno), a 72 anni, nella sua casa di Nis, dopo una lunga e sofferta malattia. Incise il primo disco nel 1964, e poi una ventina di album e una cinquantina di singoli. Scrisse e compose circa 700 canzoni d'autore. Era entrato nella leggenda della musica come il Nat King Cole di Nis, è considerato tra i migliori dieci cantanti jazz del mondo.

Per più venti anni fu a capo di una band "Crna mamba" con cui fece il giro del mondo. Fu nella delegazione di Tito in India, e tenne concerti spettacolari in tutto il mondo. Ovunque fu invitato più volte... "Penso che il successo non mi abbia cambiato affatto, ma non ho realizzato i miei sogni. Nessuno, nella mia natale Nis, si è mai ricordato, dopo che mi sono occupato per 40 anni di musica, di dire: `Saban, ti sei meritato la pensione´. Come posso essere soddisfatto", diceva il cantante da tempo malato. "Vivo tristemente dopo 40 anni di mie canzoni, nessuno che apra il mio cancello o che telefoni per chiedere come vivo e se riesco a vivere in queste condizioni. Patisco...", aveva detto Bajramovi´c alcune giorni prima di chiudere per sempre gli occhi. Era stato d´ispirazione per innumerevoli artisti di tutto il mondo. Gli ultimi giorni li ha trascorsi con la moglie Milica. Ha lasciato quattro figlie e 12 nipotini, sparpagliati per il mondo, cosa che, come diceva lui stesso, gli provocava una triste ispirazione...

È morto nella povertà, senza un soldo, solo come un cane, come un gitano del Romancero di Garcia Lorca, avendogli l'attuale regime negato il diritto alla pensione! Senza copertura medica! Un ladro gli aveva rubato quei miseri 700EUR di risparmi messi da parte! Quale miserabile Europa è questa. Saban Bajramovi´c è metafora del destino tragico dell' uomo di oggi.

(a cura di OJ e AM)

 

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