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Da Nordic_Roma
Il Malinteso by Keith Goetzman
Per altre informazioni sulla cultura Rom, inclusi link ad articoli, interviste, organizzazioni ed altre risorse, visitate utne.com/ Roma (in inglese NDR)
Raccontare l'intera storia del popolo Rom sarebbe un'impresa epica. La saga attraverserebbe secoli e continenti, con una narrazione spezzettata che parte da un gruppo di nomadi quando lasciò l'India e si dirama in una costellazione di distinte comunità attraverso l'Europa e oltre, ognuna formando le proprie tradizioni e stili di vita, tutti perseguitati da stereotipi, sospetti ed altre connotazioni dell'etichetta "Zingara" così spesso loro applicata. Coinvolgerebbe l persecuzione, la discriminazione, ed il genocidio, come pure la musica, le arti circensi ed i propri vestiti e manufatti.
Il fotografo danese Joakim Eskildsen conosceva poco di questo contesto in espansione quando nel 2000 decise di fotografare le comunità Rom per il libro The Roma Journeys (Steidl, 2008). Infatti, confessa di non conoscere "assolutamente niente" sui Rom eccetto gli "orribili, terribili, inumani" stereotipi assorbiti mentre cresceva in Danimarca. Quando cominciò a vivere tra i Rom ungheresi con la scrittrice Cia Rinne, così, si avvicinò alla "storia infinita" del popolo Rom.
"Diventammo così affascinati, così interessati" dal mondo Rom, dice, "ed anche sorpresi da tutta l'ignoranza" dei non-Rom. "Anche i nostri amici più istruiti avevano ogni tipo di strani stereotipi e idee strambe. Abbiamo ritenuto in qualche modo che era impossibile fare qualcosa di superficiale."
Lui e Rinne lavorarono al progetto per sette anni - "il tempo più breve possibile che avremmo mai immaginato" - vivendo nelle comunità Rom in sette nazioni con una notevole abilità di un giornalismo documentario di immersione. L'abilità linguistica di Rinne aiutò a forgiare collegamenti personali ed assicurare una sistemazione strategica come quella di quattro mesi sul sofà di una nonna in Ungheria. Il risultato è un volume vividamente colorato di una cultura selvaggiamente diversa che, vista globalmente, non aiuta ma cambia il punto di vista di un osservatore riguardo ai Rom.
Non è una realizzazione superficiale in un mondo dove i Rom sono ampliamente visti con ostilità. L'espansione ad est dell'Unione Europea ha portato dagli 8 ai 12 milioni di Rom nel recinto d'Europa, e la xenofobia corre veloce in molti dei paesi "vecchi" e "nuovi" del continente
Durante la campagna elettorale delle elezioni nazionali dell'aprile 2008, l'ex primo ministro Silvio Berlusconi promise tolleranza zero verso "Rom, immigrati clandestini, e criminali," e ridiventato primo ministro ha varato misure che prevedono raid polizieschi e regole facilitate di espulsione.
In Bulgaria e Romania, nuovi stati membri UE dove i Rom sono la più grande minoranza etnica, costituiscono anche la maggior parte dei disoccupati. I Rom sono anche oggetto di sgomberi forzati in Slovacchia, Grecia e Irlanda, tra gli altri posti.
Nel contempo, un movimento di difesa legale sta ottenendo attenzione, assieme ad organizzazioni come l'European Roma Rights Centre (www.errc.org) fondato da George Soros facendo pressione sulle singole nazioni, l'Unione Europea e le Nazioni Unite ad aiutare i Rom nell'integrarsi socialmente. Inoltre, le arti e la cultura Rom hanno ottenuto una buona fama alla Biennale di Venezia del 2007, dove il Padiglione Rom ha avuto oltre 20.000 visitatori.
Contro questo contesto turbolento The Roma Journeys evita la politica consumata, salvo una rapida prefazione dello scrittore tedesco Günter Grass. Il libro informa sul dibattito mostrando, non raccontando. Anche il testo di Rinne, che descrive persecuzioni e minacce, lo fa con un approccio che è più documentario che di parte. Eskildsen, dalla sua parte, esige l'autorizzazione artistica.
"Non ho selezionato le mie fotografie con un occhio a [costruire] una storia sui diritti umani," dice. "E' solamente una maniera fotografica, artistica, personale di vedere. Perché sento che c'è una sola cosa importante che possiamo fare - e poi qualcun altro potrà fare qualcosa con quel materiale."
Il libro ha già innescato "parecchia discussione," dice Eskildsen, e pure alcune domande su come possa rafforzare o invece sfidare gli stereotipi. Riconosce prontamente che lui e Rinnie si sono focalizzati su una sola sfaccettatura della popolazione Rom.
"Quello che mostriamo nel libro potrebbe essere descritto come i Rom visibili: quanti lo sono perché vogliono esserlo, o perché non può aiutare - nei paesi dove vivono potrebbero essere messi in pericolo," dice. "Ma c'è almeno una metà della popolazione Rom che vive in Europa ed in altri paesi che è invisibile, e questo lavoro non può agire per loro. E' un'altra storia."
Eskildsen e Rinne hanno scelto specificamente le loro sette destinazioni con un occhio alla rappresentazione dei vari tipi di Rom, che infatti raramente si autodefiniscono con quel termine e piuttosto si identificano con i sottogruppi come i manouches viaggianti francesi, i vari gruppi di professionisti (musicisti, commercianti di cavalli) della Romania, o la piccola ma distintiva comunità Rom finnica con i suoi propri vestiti, dialetto ed abitudini.
Eskildsen e Rinne sono andati anche in India, dove non ci sono Rom. "L'identità Rom è una cosa Europea," spiega. "Linguisticamente si pensa che [il Romanes, la lingua dei Rom] si sia originato in India, e per questo volevamo andarci, dove possibilmente potessero esserci i loro antenati. Di più, ci sono gruppi che tuttora vivono in situazioni simili."
Hanno girato nel loro itinerario in Ungheria, Grecia, e Russia, dove hanno passato un anno a produrre il libro meticolosamente progettato. Soltanto ora Eskildsen sta iniziando a comprendere la portata della sua realizzazione di The Roma Journeys - con due bambini piccoli a casa, sa che può essere un'occasione di una sola volta nella vita. Eppure, spera ardentemente di trovare un giorno il modo di documentare i Rom "invisibili", e nel contempo è ottimista su cosa possa fare The Roma Journeys per la gente fiera e leggendaria che ritrae.
"Questo tipo di cose non farà una rivoluzione," dice, "ma potrebbe essere un modo di aprire gli occhi su questa cultura molto, molto importante che dovremmo apprezzare. Il mondo intero sta diventando sempre più simile ad una singola cultura, ed aggiunge sapore alla vita che ci siano gruppi differenti e popoli e cultura e linguaggi. Tutto ciò rende il nostro pianeta un posto più interessante dove vivere. Se sapremo girare questa forza negativa contro i Rom in un discorso sulle cose positive - c'è tanto di positivo e bello nella loro cultura - ne beneficeremo tutti.
E' un argomento che apparentemente c'entra poco con quello che tratto di solito. Ma se avete 20' (ho notato che siamo preda di un'attenzione che vuol consumare in fretta) di tempo libero, ecco un video che vi consiglio, dove Annie Leonard, doppiata in italiano, racconta la storia delle cose e spiega perché siamo tutti diretti contro un muro.
(Il suggerimento arriva da Marlenek)
Contemporaneamente all'articolo dell'Unità di due giorni fa, è uscito anche questo lancio ANSA.
20-AGO-08 18:43
NOMADI: IN VIAGGIO VERSO LA NUOVA FRONTIERA DELLA RETE /ANSA
TANTI I SITI 'FINESTRA' SUL MONDO DI ROM E SINTI (ANSA) - MILANO, 20 AGO -
Nomadi del web, nomadi del nuovo millennio. Ormai in disuso la pratica della
vita errante, i rom e sinti dell'era di internet viaggiano attraverso la rete
con blog, siti internet e portali dedicati. Nel web le diverse comunità si
incontrano, parlano, si scambiano informazioni e condividono problemi. Ma
soprattutto si fanno conoscere dal mondo che gli ruota attorno, quello che loro
stessi definiscono degli "stanziali". Gli italiani che, in modo sempre più
intenso negli ultimi mesi, hanno imparato a conoscere i nomadi tramite le pagine
di cronaca dei giornali e i tg per i furti di bambini, l'accattonaggio e il
rilevamento delle impronte digitali ai minori. Ci pensa il portale Mahalla,
specializzato in informazione dal 'mondo nomade', a rovesciare il luogo comune
sul popolo romanò, con una sorta di piccolo notiziario sull'Italia e l'Europa.
Racconta invece piccole storie quotidiane, legate alla sua provincia, il blog
dell'Associazione sinti italiani di Vicenza. "Tutto bene quando siamo in giro
per l'estate con le giostre ma quando, durante l'inverno, torniamo a casa e ci
rimaniamo per molti mesi, la gente comincia ad avere la paura del 'diverso'",
scrive Elvis Ferrari, presidente dell'Associazione sinti italiani. In un altro
post, c'é, invece, la storia di Domenico e Rosanna, rom lui e sinta lei, con una
figlia che da dieci anni si trova inchiodata al letto in stato di coma e
sopravvive grazie alla solidarietà della loro grande famiglia, composta da dieci
figli, che vivono grazie alla raccolta dei metalli. Dalle storie difficili ai
successi di grandi, piccoli nomadi. Come quella di Michele Di Rocco, il pugile
zingaro che ha addirittura difeso i colori dell'Italia alle olimpiadi di Atene.
O di Alexian Santino Spinelli, musicista e poeta rom, artista di fama
internazionale e, si legge sul suo curriculum sul sito dell'Associazione Thém
Romanò, "l'unico rom al mondo con due lauree ed una cattedra universitaria".
Partito da una roulotte in un campo di Pietrasanta, infatti, è arrivato, dopo
una laurea in lingue e l'altra al Dams all'università di Bologna, a insegnare
lingua e Cultura Romaní all'ateneo di Trieste. Tante, poi, le pagine web come 'Sucar
Drom', 'O Vurdon' e 'Nevo Drom' dedicate all'approfondimento sulle tematiche di
attualità e alle iniziative dei diversi comitati nati per valorizzare la cultura
Romanò nella penisola. Facile capire perché, il tema più caldo su cui si
spendono tante parole e commenti negli ultimi mesi, sia quello della schedatura
delle impronte per i bimbi rom. (ANSA).
PS: per i più esigenti, QUI c'è una versione in portoghese
La complessa realta' degli zingari che vivono in Italia, in particolare in
Puglia, è al centro del documentario "Japigia Gagi" che il regista Giovanni
Princigalli ha presentato all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires.
Questo lavoro, ha indicato l’autore che era presente alla proiezione, ha
partecipato al 19/o Incontro di arte e cultura del "Mercosur" a Eldorado
(Argentina settentrionale).
"Jaipigia Gagi" è in sostanza un lavoro di "esplorazione" della comunità Rom di
Jaipigia, a Bari, che ha permesso di approfondire una cultura di cui si parla
molto, soprattutto per motivi legati alla sicurezza, ma di cui si conosce molto
poco.
Il regista la racconta attraverso il punto di vista di quattro suoi membri, una
ragazza di 17 anni rinchiusa in un istituto per minori che vuole tornare a casa
dai genitori, un’adolescente che sogna di fare la modella, una bambina di undici
anni che si rifiuta di andare a scuola perché vuole continuare a fare compagnia
alla madre che chiede l’elemosina ai semafori e un uomo di 35 anni che aspetta
che arrivi la figlia dalla Romania.
Princigalli, autore anche di Gli Errori Belli (2007) che tratta dei figli degli
emigranti italiani in America che vogliono imparare la lingua dei genitori, ha
vissuto in stretto contatto con gli abitanti di Jaipigia per oltre un anno.
L'intento del documentario, ha precisato, è quello di "andare oltre la figura
del rom che sta al semaforo, senza inseguire visioni romantiche e stereotipate".
Il film ha partecipato a oltre 40 concorsi internazionali, ricevendo numerosi
premi.
20/8/2008
Chi segue i blog, sa che ce ne sono altri, oltre a quelli
citati.
Ciao Maria Grazia
Rom e Sinti nomadi virtuali - di Alessia Grossi sull'Unità
"Dal falò alla Rete". Questo è il titolo di uno dei tantissimi post inseriti in uno dei siti delle comunità Rom Sinti e Kalè in Italia e nel mondo. A parlare della propria storia, della storia dei propri passi e del difficile cammino verso l'integrazione nei paesi d'approdo sono proprio loro. I nomadi, i gitani, gli zingari, comunità una volta viandanti oggi sempre più stabili e alla ricerca di uno spazio integrato. Sul web scrivono, si informano e si ritrovano virtualmente dopo secoli di cammino. I luoghi sono quelli di tutti i cybernauti: blog, siti dedicati e in questo caso completi di mappe virtuali.
Le più note finestre sulla comunità online del popolo nomade - oltre a quello della Federazione Rom e Sinti insieme - sono "Mahalla" che raccoglie le comunità Sinti, Rom e Kalè da tutto il mondo e "Sucar Drom" dove la foto sotto l'apertura - uno striscione con su scritto: "Non vi vogliamo vi odiamo" - augura a tutti buone vacanze. C'è poi il sito dell'Unione del Popolo Gitano, organizzazione riconosciuta dalle Nazioni Unite che raccoglie le notizie sui gitani in tutto il mondo.
Ma la comunità raccoglie siti di tutti i tipi. Portali della cultura Rom e Sinti come "Bjoco" o "Vurdòn" dove la cultura si incontra con la storia, quella più cruenta. Così ad aprire il sito è il "manifesto sulla purezza della razza" pubblicato settant'anni fa, quello da cui scaturirono le leggi razziali. Sotto al link del testo la petizione contro la schedatura voluta da Maroni e la ormai celebre fotografia della bimba rom che dà un dito per il ministro dell'Interno italiano.
Ma quella creata in Rete - cronaca a parte - è una nuova idea di comunità collegata non dai lunghi cammini e secolari spostamenti ma da una capillare mappatura di siti, link e post che si richiamano tra loro. E se li apri ti si apre una mappa di collegamenti. Dalla comunità Rom passi a quella Sinti, a blog singoli, tutti legati dalla nuova frontiera del nomadismo. Sul sito di Mahalla c'è una mappa virtuale, ad esempio, che ti permette di vedere gli appartenenti alla comunità in tutto il mondo. Dall'Australia alla Colombia, dal Canada alla Finlandia. Ad ogni omino virtuale corrisponde un nomade vero che così può facilmente tenersi in contatto senza troppi spostamenti.
È una nuova idea di comunità, insomma, non legata solo alle tradizioni e alla difesa gelosa delle appartenenze ma anche di un territorio di riscatto e di integrazione con un mondo che nutre diffidenza e timore nei loro confronti. Pagine che trasmettono storie, problemi, testimonianze di una cultura di migrazioni che dura da più di cinque secoli. Ma che sanno anche raccontare piccole, buone notizie come quelle dei tanti rom e sinti che sono riusciti a diventare importanti artisti, musicisti, sportivi ed esponenti della cultura nel nostro paese.
Peccato che per ora resti ancora aperto l'interrogativo dell'articolo con cui apre Mahalla, ripreso da The Guardian: "Perché gli italiani ci odiano?".
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6 maggio: Djurdjevdan - Herdelezi - la festa di san Giorgio... di Fabrizio
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