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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 27/08/2009 @ 09:44:22, in Regole, visitato 2284 volte)

Ricevo da Federazione Romanì

Comunicato 26 Agosto 2009

Due ristoranti di Silvi Marina rifiutano di far pranzare nel loro esercizio pubblico un gruppo di 14 alunni di Roma e 5 accompagnatori, perché sono di etnia Rom (vedi QUI ndr).

La denuncia pubblica della Federazione romanì per la grave discriminazione razziale subita a Silvi Marina dagli alunni rom di Roma in visita guidata in Abruzzo con il progetto scolarizzazione, attivato da XI° Dipartimento del comune di Roma e gestito da Casa dei Diritti sociali in collaborazione con l’associazione Romà onlus, aveva la finalità il sollecitare una reazione dell’opinione pubblica e della politica contro ogni forma di discriminazione razziale e razzismo, infatti tanti cittadini residenti e ospiti presenti in città hanno incontrato i ragazzi rom per manifestare la loro solidarietà, gesto che i ragazzi rom e tutto il gruppo Romano hanno molto apprezzato.

La denuncia pubblica di questo fatto era doveroso per la sua gravità in una città sempre accogliente e tollerante, per storia e cultura, come Silvi Marina, in cui vivono 32 diverse etnie, più di 1300 persone di cultura diversa (circa 10% della popolazione totale residente), compresi una decina di famiglie rom Italiani, comunitari ed immigrati.

Spiazza il silenzio dell’amministrazione comunale e di tutte le forze politiche di Silvi a fronte di un atto di discriminazione razziale tanto grave. Un silenzio preoccupante che dimostra l’assenza di una volontà politica a percepire i cambiamenti in atto e programmare la sicurezza sociale, culturale ed economica di tutti i cittadini.

Quella sicurezza tanto "propagandata" dalla politica nazionale e locale per contrastare la "paura" dei cittadini, la "paura" che è diventata lo strumento della politica per ricercare il potere e molto pericolosamente per la cancellazione di reazioni umanitarie.

Se la politica oggi non è LIBERA di esprimere pubblicamente la propria indignazione a fronte di gravi atti di discriminazione razziale e di razzismo (negare di un pasto caldo ad innocenti bambini, perché di etnia rom, è crudele) allora significa che la "fabbrica della paura" può produrre nelle persone solo la morte sociale e culturale.

Ma … non è mai troppo tardi per sperare in un intervento pubblico degli amministratori e delle forze politiche di Silvi Marina per condannare la grave discriminazione razziale subita dai bambini rom ed esprimere loro la solidarietà

Il presidente
Nazzareno Guarnieri

FEDERAZIONE ROMANI'
Sede legale e segreteria: Via Altavilla Irpinia n. 34 - 00177 Roma
Codice fiscale 97322590585 – Email: federazioneromani@yahoo.it
Tel. 0664829795 – fax 0664829795 Web: http://federazioneromani.wordpress.com
Presidenza 3277393570 - Coordinamento 3331486005 - Segreteria 3483915709

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Di Fabrizio (del 27/08/2009 @ 09:21:48, in casa, visitato 1707 volte)

Da British_Roma

Diana e Arthur Hughes, nonni e Rom,  per quattro volte non sono riusciti ad ottenere i permessi per la loro casa, ogni volta che hanno fatto appello è stato rigettato. Il motivo risiede nella mancanza di valutazione del rischio di inondazione da cui il rifiuto da parte del consiglio, anche se non risulta che l'area sia mai stata inondata. Alcuni dei loro nipoti frequentano la scuola primaria a Tintinhull e a Stanchester, il più giovane ha 3 settimane, e il più grande 21 anni ma è mentalmente handicappato, avendo l'età mentale di 4 anni e necessitando di assistenza costante. Alla famiglia è stato comunicato che gli Hughes potrebbero andare in prigione se non obbedissero all'ingiunzione dell'Alta corte. I bambini hanno bisogno di istruzione se vogliono avere una possibilità di avere lavoro quando saranno più grandi. Diana e Arthur Hughes si rendono conto dell'importanza di stabilità e della scolarizzazione per i loro 10 nipoti.

Best regards

Joseph G. Jones
Gypsy Council
joseph@jones.tf

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Di Fabrizio (del 26/08/2009 @ 09:49:06, in Europa, visitato 1924 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

da Finanzainchiaro.it

William Blacker (foto Romania Libera)

Innamorato di una zingara e di una campagna che gli ricorda i romanzi del diciannovesimo secolo, lo scrittore e giornalista britannico William Blacker passa metà dell'anno tra i contadini della Transilvania. Ritratto di un uomo a cavallo tra due mondi.

In un villaggio della Transilvania, vicino a Sighisoara, la gente si riunisce ogni sera nella sola osteria del posto, in attesa del ritorno del bestiame al pascolo. Una maggioranza di romeni, qualche sassone e diversi zingari si rilassano seduti su cassette vuote di birra. Qualche giovane zingaro balla su una melodia lontana. Improvvisamente i bambini smettono di giocare e corrono verso un uomo che si avvicina in bicicletta: "Signor Uigliammm, signor Uigliammm!" L'uomo, che porta un cappello bianco e occhiali rotondi, sorride ai bimbi. Gli abitanti del posto dicono sottovoce: "L'inglese è tornato per vedere la sua zingara". Il nome del nuovo arrivato è William Blacker, nato 46 anni fa in qualche parte dell'Inghilterra meridionale e trapiantato in Transilvania, dov'è arrivato per caso. Vive qui da nove anni e ha un bambino di 3 anni è mezzo, frutto di una storia d'amore con una giovane zingara del villaggio.

Da molto tempo quest'uomo è diventato parte integrante del posto. Un giorno della sua vita in campagna non assomiglia affatto a quella dei suoi amici in Inghilterra: lavora i campi tra gli zingari, taglia l'erba con la falce, ripara i muri di calce delle vecchie case sassoni e la sera gioca a scacchi con i vecchi del villaggio. A volte Blacker fa visita alla sua ex ragazza, Marishka, la piccola zingara per la quale si è trasferito qui: "Al ritorno da un viaggio in Inghilterra l'ho trovata incinta. All'inizio non pensavo di essere io il padre, ma come vede ci assomigliamo come due gocce d'acqua", dice William, e abbraccia Costantin, che ha ereditato il suo sorriso e i suoi occhi blu. Il piccolo vive con la madre insieme alla sua famiglia di zingari musicisti, a pochi minuti dalla casa di Blacker.

Da Berlino a Satu Mare

"Ho messo per la prima volta piede in Romania pochi giorno dopo la rivoluzione del dicembre 1989. Avevo lasciato l'Inghilterra con l'intenzione di visitare Berlino, il Muro era appena caduto", racconta l'inglese. Le notizie in televisione sulla rivoluzione romena e la lettura di alcuni articoli sulla bellezza dei monasteri locali lo hanno spinto più a est. Così è passato per la Cecoslovacchia e l'Ungheria ed è entrato in Romania; ha dormito a Satu Mare in un albergo senza elettricità. Il giorno dopo è rimasto a bocca aperta: "Nella piazza centrale della città c'erano solo cavalli e carretti. Ho pensato che il mondo dovrebbe assomigliare a qualcosa del genere". Blacker aveva già visto l'India e diversi paesi dell'America latina, ma la Romania lo ha affascinato più di qualunque altro posto. "Avevo letto i romanzi di Thomas Hardy e Tolstoj e quando sono arrivato in Romania mi sono detto: 'Incredibile, adesso posso vedere con i miei occhi le cose che descrivevano'".

Nel 1996 Blacker, non volendo più solo limitarsi a vedere la vita di questi contadini ma vivere come uno di loro, si è trasferito vicino a Satu Mare, "prima dell'arrivo dell'Occidente". Nei quattro anni di vita in mezzo ai contadini di Maramures, questo inglese ha partecipato ai matrimoni, ai funerali, alle feste, all'uccisione del maiale: "Ho sofferto, ho pianto, ho riso". Blacker è sempre stato attratto dalla vita degli zingari della Transilvania. Nel suo libro, appena pubblicato in Inghilterra, Along the Enchanted Way: A Romanian Story, descrive gli zingari come un popolo posseduto dal principio del "dolce far niente". Gente che sa cantare e ballare in modo meraviglioso e che ritiene la vita troppo breve per passarla a sfacchinare.

Per un bel po' l'inglese ha fatto numerosi viaggi su è giù tra Maramures e il villaggio della Transilvania dove vive oggi. La sua vita nel villaggio di Halma (il nome fittizio utilizzato nel libro) ha degli aspetti romanzeschi. Ha scritto un articolo sulla drammatica situazione delle case sassoni abbandonate dalla popolazione di origine tedesca, emigrata negli anni Novanta, e ha ottenuto dei contributi per il loro restauro. All'epoca Blacker guidava la fondazione Mihai Eminescu, finanziata dal principe Carlo.

Solo più tardi ha conosciuto Marishka, e hanno deciso di trasferirsi in una casa sassone. Non gl'importava che Marishka avesse solo la quinta elementare e lui una laurea in una prestigiosa università inglese. Blacker la ha persuasa a leggere. "Le ho dato una copia in romeno di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Dopo qualche giorno Marishka faceva già dei commenti: 'Ma questo Darcy è così arrogante!'. Tuttavia mentre leggeva mi sono reso conto che il volume diventava sempre più sottile. Dopo un po' ho scoperto che utilizzava le pagine lette per accendere il fuoco!» Anche se non si sono mai sposati, Marishka e William si sono scontrati con la cattiveria di alcuni abitanti del villaggio romeno, che hanno cercato di allontanarlo dalla "feccia della società". Adesso quei giorni sembrano dimenticati, gli animi si sono calmati e tutti parlano bene di lui. "È un uomo meraviglioso. Non ha mai diffidato degli zingari", ha detto Marishka.

Vent'anni dopo aver scelto di vivere in un paese ex comunista, la sua decisione non sembra più tanto eccentrica. A volte Blacker si chiede quale sarà la vita di suo figlio fra gli zingari: "Mio figlio è per metà zingaro e per metà inglese. Per ora sono felice che viva qui". E si ricorda della reazione dei suoi genitori: "Non erano molto contenti. Avevo 30 anni e volevano che avessi un lavoro rispettabile. In diverse occasioni ho dovuto spiegare loro che qui stavo bene. Era il posto giusto per me. La mia infanzia nel sud dell'Inghilterra, in campagna, potrebbe essere una spiegazione. Volevo vivere di nuovo in un bel posto". ( Fonte: europresse.eu)

Autore: Andreea Pocotila Redazioneonline - Stampa Internazionale

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Di Fabrizio (del 26/08/2009 @ 09:22:36, in media, visitato 1558 volte)

Da Romanian_Roma

Divers.ro 24/08/2009

Secondo Evenimentul Zilei circa 400 bambini rom, di età tra i 10 e i 16 anni, hanno prodotto 15 cortometraggi sulla loro minoranza, come parte di alcune lezioni sulla loro minoranza etnica. E' successo durante il campo organizzato nel quadro del programma governativo "Stop ai Pregiudizi sul Gruppo Etnico Rom (SPER)".

Formatori ed esperti su direzione, scrittura, azione, scenografia ed edizione hanno aiutato i bambini nel creare storie, agire e produrre il materiale filmato. Tra i temi affrontati ci sono: i Rom nell'Impero Bizantino, il commercio con gli schiavi rom, l'Olocausto rom, i Rom durante il comunismo.

Secondo gli organizzatori, lo scopo di questo evento era sviluppare l'autostima dei bambini rom attraverso l'accesso alle informazioni sulla loro storia, lingua, costumi, manufatti e tradizioni.

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Di Fabrizio (del 25/08/2009 @ 09:34:02, in Italia, visitato 2101 volte)

Da Rom Sinti @ Politica

Un gruppo di 14 alunni rom (da 09 a 16 anni) e 5 operatori dell’associazione Romà onlus, collaboratore del progetto scolarizzazione del Comune di Roma, sono arrivati sabato pomeriggio 22 Agosto 2009 a Silvi Marina per una visita guidata in Abruzzo di sette giorni.

Questi alunni rom partecipano al progetto scolarizzazione attivato dal comune di Roma e gestito da Casa dei Diritti Sociali in collaborazione con l’associazione Romà onlus, per un percorso di integrazione culturale dei bambini rom e sinti.

L’associazione Romà onlus ha affittato tre appartamenti presso il Green marine di Silvi per il pernottamento del gruppo e concordato con il ristorante Velvet di Silvi Marina il consumo di colazione, pranzo e cena.

Sabato sera 22 agosto 2009 il gruppo proveniente da Roma con un l’ospite locale, Nazzareno Guarnieri presidente della Federazione romanì, hanno cenato in una sala del ristorante Velvet unitamente alle persone ospiti dalle zone terremotate di Aquila.

La cena, a cui ero ospite, è stata consumata regolarmente.

Il giorno successivo, domenica 23 Agosto, il gruppo di ragazzi di Roma, all’ora di pranzo, ore 12,45, i sono recati presso il ristorante Velvet per pranzare, ma tutto il gruppo è stato rifiutato dal gestore che ha lamentato il fastidio degli altri ospiti per la presenza di ragazzi di etnia rom.

Quindi i ragazzi non hanno potuto pranzare con grande stupore, anche se gli operatori di Romà onlus hanno cercato di nascondere, ai bambini, la grave discriminazione razziale subita.

A fronte di questo rifiuto i responsabili dell’associazione Romà onlus si sono recati presso il vicino ristorante Tiffany, ma anche qui non hanno potuto pranzare con la motivazione che era tardi (ore 13, 30 !).

Finalmente il gruppo è riuscito a mangiare presso il vicino ristorante Sassofano blu a cui pubblicamente va la nostra riconoscenza per l’ospitalità del titolare e di tutto il personale.

Poi dicono “i Rom non vogliono integrarsi”.

Nazzareno Guarnieri - Presidente Federazione romanì

FEDERAZIONE ROMANI'
http://federazioneromani.wordpress.com

Alla protezione Civile
Al Prefetto di Teramo
UNAR Roma
Al Sindaco di Roma
Assessore Politiche educative Comune di Roma
Al Sindaco di Silvi

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Di Fabrizio (del 25/08/2009 @ 09:03:04, in conflitti, visitato 1851 volte)

Da Hungarian_Roma (la notizia a cui si riferisce è QUI nei commenti)

By: MTI

24-08-2009 - Secondo il capo della polizia nazionale, i sospetti detenuti in connessione con la serie di uccisioni di Rom in Ungheria, stavano pianificando i prossimi attacchi quando sono stati arrestati.

Jozsef Bencze (Alto Commissario della Polizia ndr) ha detto sabato che la polizia ha deciso di trattenere i quattro sospetti quando è apparso che era in programma un ulteriore attacco.

Domenica (scorsa ndr) un tribunale deciderà dove i sospetti verranno detenuti in custodia cautelare. La polizia ha detto venerdì, il giorno degli arresti, di avere sufficienti campioni di DNA ed altre prove perché i sospetti di Debrecen (Ungheria Orientale) siano trattenuti.

Bencze ha detto che gli attacchi, che da luglio dell'anno scorso sono costati la vita a sei Rom, incluso un bambini di cinque anni, erano razzialmente motivati.

I quattro sospettati, di età tra i 28 e i 42 anni, erano tra i sei fermati in un bar locale. Bencze ha detto in precedenza che le prove raccolte nelle loro case e sui luoghi degli omicidi confermano i sospetti della polizia di aver preso i colpevoli.

Un ufficiale di polizia che ha chiesto l'anonimato, ha detto a MTI che uno dei sospetti era un ex soldato, che aveva il permesso di usare armi da fuoco. Inoltre tre SUV posseduti dai sospetti sarebbero stati visti dai testimoni dopo gli attacchi.

Un altro poliziotto ha anche detto a MTI che i sospetti erano sotto sorveglianza della polizia da oltre una settimana. Gli investigatori controllavano le loro chiamate dai cellulari, chiamate effettuate nelle vicinanze dei posti dove hanno avuto luogo gli attacchi.

I leader rom sabato hanno detto a MTI di aver avuto reazioni di tipo diverso alla notizia della detenzione dei sospetti, alcuni ritengono che sia improbabile che tutti i sospetti siano stati catturati e perciò esiste la possibilità che gli attacchi continuino. Altri hanno dato il benvenuto alla notizia. Orban Kolompar, capo dell'Auto-Governo Nazionale Zigano, ha ringraziato i 120 poliziotti coinvolti nelle investigazioni, per i loro sforzi nel catturare i sospetti assassini.

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Di Fabrizio (del 24/08/2009 @ 09:16:40, in lavoro, visitato 2437 volte)

Da British_Roma (leggere anche QUI)

La battaglia per il lavoro alimenta la xenofobia in Irlanda del Nord By Andras Gergely

BELFAST Martedì 18 agosto 2009 - "Corpi estranei" che vengono dall'Europa dell'Est per cercare lavoro, sono un nuovo avversario per Alan Skey, ex militante che dopo oltre un decennio dalla pace stabilita per l'Irlanda del Nord è stato rilasciato dalla prigione di Maze.

In piedi accanto al murale di un uomo mascherato armato di fucile che segna l'ingresso alla "Zona centrale lealista di Belfast Sud", Skey - che ha lottato per mantenere la provincia come parte del Regno Unito - elogia il processo di pace e rivela un nuovo nervo scoperto.

"Non possiamo lavorare nella nostra città. Non abbiamo lottato per questo," dice Skey, che ha passato 16 anni in prigione prima di essere liberato per i termine dell'accordo di pace Good Friday del 1998.

"Ho lottato per far continuare a sventolare la bandiera britannica. Ora i lealisti ed i repubblicani sono oppressi nel loro stesso paese a causa di corpi estranei."

Storicamente, erano i migranti economici della più grande Repubblica d'Irlanda cattolica che agitavano i rumori della comunità protestante. Il sud, una "Tigre Celtica" fin quando non è stata colpita dalla crisi del credito, è ora la zona dell'euro più debole.

Ciò nonostante, i "corpi estranei" a cui si riferisce Skey sono lavoratori soprattutto dalla Polonia, Lituania e Romania. I suoi punti di vista sono radicali, ma circa il 50% degli intervistati di un sondaggio ritengono che i migranti sottraggano lavoro ai nati nell'Irlanda del Nord.

Su 1.215 adulti intervistati tra il 1 ottobre 2008 ed il 27 febbraio 2009 per la Queen's University di Belfast e l'Università dell'Ulster, solo il 38% è in disaccordo con l'asserzione: il 46% era a favore.

Il punto debole dei razzisti nord-irlandesi si è mostrato quest'estate.

A giugno bande di giovani, alcuni mostravano il saluto nazista, hanno obbligato circa 100 Rom rumeni, incluso un neonato, a lasciare le loro case a Belfast.

Questo ha evocato scene di intensificata violenza dell'Europa dell'Est contro i Rom, inclusi attacchi con bombe molotov, granate e fucili in Ungheria, che hanno ucciso una mezza dozzina di persone negli ultimi 18 mesi, con violenze sporadiche dappertutto.

A marzo, dopo scontri tra tifoserie rivali nella partita di calcio tra Polonia e Irlanda del Nord, circa 40 persone sono state costrette a lasciare un'area operaia lealista di Belfast, a causa delle intimidazioni.

L'accordo di pace del 1998 ha ridotto la violenza settaria che uccise 3.600 persone dagli anni '70, ed i più grandi gruppi paramilitari sia protestanti che cattolici hanno sotterrato le loro armi.

Ma gli assalti razzisti sono diventati, nelle parole di Naomi Long, sindaco di Belfast, la "macchia di vergogna" della provincia.

"In realtà il settarismo e il razzismo sono molto simili, malvagità gemellate dal pregiudizio e dall'intolleranza," ha detto Anna Lo, nata ad Hong Kong, l'unico membro dell'Assemblea Nord Irlandese di una minoranza etnica, che rappresenta il collegio elettorale di Belfast Sud.

Shock nel mercato del lavoro

La disoccupazione in Irlanda del Nord era al 6,7% in aprile-giugno, l'ultimo periodo per cui sono disponibili i dati del governo, inferiore ai livelli della GB e dell'Unione Europea.

D'altra parte, il numero dei 51.000 richiedenti l'assegno di disoccupazione a luglio, è quasi raddoppiato rispetto ad un anno fa: i dati mascherano un settore statale artificialmente gonfiato. L'Irlanda del Nord ha la più alta percentuale di lavoratori nel settore pubblico della GB - 30% di assunti nel 2005 contro il 20% o meno dell'Inghilterra Meridionale.

Economisti di Belfast dicono che L'Irlanda del Nord potrebbe attraversare una crisi ancora maggiore nel mercato del lavoro, dato che la pressione fiscale obbliga Londra a tagliare i sussidi che sostengono la sovradimensionata burocrazie della provincia.

"Il prossimo governo dovrà aumentare i tagli alla spesa pubblica e l'Irlanda del Nord non l'ha mai sperimentato prima," dice Richard Ramsey, economista della Ulster Bank.

La ricerca delle università ha mostrato che il 22% degli intervistati non vorrebbe avere amici dell'Europa dell'Est ed ancor meno approverebbero il matrimonio con un familiare.

"La maggior parte dei miei amici è già tornata in Polonia, a causa degli attacchi e della crisi economica," ha detto Robert Kowalski, 26 anni, parlando da una casa a Belfast Nord dove s'è rifugiato dopo che la sua casa era stata assaltata in seguito alla partita di calcio a marzo.

"Mantenete chiuse le loro bocche"

Uno su cinque degli intervistati in un'intervista separata della Equality Commission for Northern Ireland nel 2008 diceva di provare sentimenti negativi verso i migranti dall'Est Europa e quasi un quarto che le minoranze etniche o razziali erano i gruppi trattati più ingiustamente nella provincia.

Questo comparato al 5% che dice che i peggio trattati erano i cattolici, la minoranza la cui situazione fu al centro della precedente campagna militare dell'Esercito Repubblicano Irlandese.

"Io stesso sono stata un bersaglio con una telefonata alla polizia (dicendo che)... la mia casa era stata incendiata," dice Lo.

Molti degli attacchi contro stranieri sono stati perpetrati nei quartieri protestanti impoveriti come quello di Belfast Sud di Skey. Gli irlandesi del nord cattolici sono generalmente più aperti verso gli stranieri, secondo la ricerca delle università.

Anche tra i cattolici, d'altra parte, non molti di più accetterebbero come parente diretto un musulmano o un viaggiante irlandese.

Il sondaggio mostra che i nord irlandesi sono meno ostili verso gli oltre 15.000 cinesi che formavano la più grande minoranza etnica prima che l'allargamento UE permettesse agli europei dell'est - inclusi oltre 10.000 lituani - di arrivare.

Patrick Yu, a capo del Consiglio Nord Irlandese per le Minoranze Etniche, ha detto che i cinesi si sono tradizionalmente concentrati sui loro affari e subivano tranquillamente le estorsioni al culmine dei conflitti settari paramilitari.

"Tengono la bocca chiusa, non fanno questioni, è per questo che hanno meno problemi," ha detto Yu, che da Hong Kong è arrivato a Belfast e ha fatto una campagna perché in Irlanda del Nord fossero applicate leggi contro le discriminazioni.

Furono implementate nel 1997, due decadi dopo le altre parti della GB.

Molti est europei contattati da Reuter attraverso network online ed i sindacati, hanno detto di non aver intenzione di partire, alcuni citano le discriminazioni e patimenti per le minoranze come i Rom nell'Europa Orientale.

"Dico a tutti che vale la pena venire a Belfast, è un posto davvero vivibile," dice Bernadett Haasz, insegnante di Budapest che lavora per un'emittente di Belfast.

"Bisogna sapere in quale quartiere trasferirsi, ma questo vale per tutte le città."

(Additional reporting by Ashley Beston in Dublin; Editing by Sara Ledwith)

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Di Fabrizio (del 24/08/2009 @ 09:02:38, in Europa, visitato 1571 volte)

Da Nordic_Roma

TheLocal.se

18/08/2009 - Dieci persone sono state arrestate in seguito ad un'operazione all'alba della polizia, contro un centro giovanile rom a Lund, nella Svezia meridionale.

Le persone arrestate erano tutte tra i 18 e i 25 anni di età, ed avevano occupato il centro ricreativo doposcolastico RomanoTrajo, nell'area Norra Fäladen della città.

I giovani dimostrati erano parte di una rete che si autodefinisce "Residenti di Lund contro i tagli".

Gli arresti sono avvenuti senza incidenti ulteriori. Due degli occupanti hanno tentato di fuggire ma sono stati rapidamente presi dalla polizia.

I dieci arrestati sono poi stati trasferiti nella stazione di polizia di Lund e lì trattenuti per il sospetto di trasgressione aggravata e danno criminoso.

Romano Trajo aprì nel 1989 per dare supporto ai bambini rom che vivevano nell'area.

Nel 2004 il centro ricevette il premio integrazione della Città di Lund. Ma quest'anno è stato annunciato che il centro, nonostante le proteste, sarebbe stato chiuso.

Il comitato infanzia ed istruzione di Lund ha considerato che i servizi offerti da Romano Trajo potrebbero essere gestiti da altri centri ricreativi nell'area.

TT/The Local (news@thelocal.se; 086566518)

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Di Fabrizio (del 23/08/2009 @ 09:43:48, in sport, visitato 1875 volte)

Resoconto del sopralluogo dello staff della Nuova MultiEtnica Onlus presso la tendopoli del centro sportivo Centi-Colella/L'Aquila .

Siamo stati accolti con estremo entusiasmo dalle persone, le associazioni e organizzazioni presenti a L'Aquila.

Abbiamo fin da subito collaborato con uno staff indetto tramite Arci e Querencia per organizzare le selezioni e il ritiro a L'Aquila che avverrà dal 29/08/09 al 05/09/09, dove garantiranno vitto e alloggio alla nazionale Homeless World Cup, grazie anche alla collaborazione del responsabile della croce rossa presente nella tendopoli.

Durante la nostra permanenza abbiamo avuto anche la concessione tramite la CUS L'Aquila ad utilizzare le loro strutture presenti nel centro sportivo di Centi-Colella che verranno adibiti alla nostra preparazione.

Dopo vari incontri istituzionali con l'assessore allo sport e l'assessore alle politiche sociali abbiamo ottenuto ottimi risultati, come l'ufficiale patrocinio del comune di L'Aquila e massima collaborazione e sostegno del ritiro indetto per la selezione di 4 giocatori che rafforzeranno la rappresentativa Italiana e la squadra delle riserve.

Cogliamo l'occasione per ringraziare tutte le persone che stanno collaborando per la preparazione della rappresentativa Italiana senza tetto (streetsoccer).

cordiali saluti
lo staff della Nuova MultiEtnica ONLUS

Restando a disposizione per qualsiasi chiarimento, inviamo i più cordiali saluti.

Associazione Sportiva e Culturale Nuova MultiEtnica
Via Bellezza 16/a – Milano
Codice Fiscale – 97309030159

Sito - www.nuovamultietnica.com
Email: bogdan@nuovamultietnica.com
info - www.homelessworldcup.org

Bogdan Kwappik - Il Presidente – 347-8638372 casa 0373-450523
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Presidente ARCI Querencia Ciro: 3334559531 info@querencia.it
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Di Fabrizio (del 23/08/2009 @ 09:10:25, in media, visitato 1741 volte)

Per una volta, abbandono la serietà e mi piego ai passatempi estivi.

Qualche lettore che frequenta i campi rom, potrebbe cimentarsi ad indovinare dove è stata scattata questa foto. Domani la soluzione.

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