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La battaglia per il lavoro alimenta la xenofobia in Irlanda del
Nord By Andras Gergely
BELFAST Martedì 18 agosto 2009 - "Corpi estranei" che vengono dall'Europa
dell'Est per cercare lavoro, sono un nuovo avversario per Alan Skey, ex
militante che dopo oltre un decennio dalla pace stabilita per l'Irlanda del Nord
è stato rilasciato dalla prigione di Maze.
In piedi accanto al murale di un uomo mascherato armato di fucile che segna
l'ingresso alla "Zona centrale lealista di Belfast Sud", Skey - che ha lottato
per mantenere la provincia come parte del Regno Unito - elogia il processo di
pace e rivela un nuovo nervo scoperto.
"Non possiamo lavorare nella nostra città. Non abbiamo lottato per questo,"
dice Skey, che ha passato 16 anni in prigione prima di essere liberato per i
termine dell'accordo di pace Good Friday del 1998.
"Ho lottato per far continuare a sventolare la bandiera britannica. Ora i
lealisti ed i repubblicani sono oppressi nel loro stesso paese a causa di corpi
estranei."
Storicamente, erano i migranti economici della più grande Repubblica
d'Irlanda cattolica che agitavano i rumori della comunità protestante. Il sud,
una "Tigre Celtica" fin quando non è stata colpita dalla crisi del credito, è
ora la zona dell'euro più debole.
Ciò nonostante, i "corpi estranei" a cui si riferisce Skey sono lavoratori
soprattutto dalla Polonia, Lituania e Romania. I suoi punti di vista sono
radicali, ma circa il 50% degli intervistati di un sondaggio ritengono che i
migranti sottraggano lavoro ai nati nell'Irlanda del Nord.
Su 1.215 adulti intervistati tra il 1 ottobre 2008 ed il 27 febbraio 2009 per
la Queen's University di Belfast e l'Università dell'Ulster, solo il 38% è in
disaccordo con l'asserzione: il 46% era a favore.
Il punto debole dei razzisti nord-irlandesi si è mostrato quest'estate.
A giugno bande di giovani, alcuni mostravano il saluto nazista, hanno
obbligato circa 100 Rom rumeni, incluso un neonato, a lasciare le loro case a
Belfast.
Questo ha evocato scene di intensificata violenza dell'Europa dell'Est contro
i Rom, inclusi attacchi con bombe molotov, granate e fucili in Ungheria, che
hanno ucciso una mezza dozzina di persone negli ultimi 18 mesi, con violenze
sporadiche dappertutto.
A marzo, dopo scontri tra tifoserie rivali nella partita di calcio tra
Polonia e Irlanda del Nord, circa 40 persone sono state costrette a lasciare
un'area operaia lealista di Belfast, a causa delle intimidazioni.
L'accordo di pace del 1998 ha ridotto la violenza settaria che uccise 3.600
persone dagli anni '70, ed i più grandi gruppi paramilitari sia protestanti che
cattolici hanno sotterrato le loro armi.
Ma gli assalti razzisti sono diventati, nelle parole di Naomi Long, sindaco
di Belfast, la "macchia di vergogna" della provincia.
"In realtà il settarismo e il razzismo sono molto simili, malvagità gemellate
dal pregiudizio e dall'intolleranza," ha detto Anna Lo, nata ad Hong Kong,
l'unico membro dell'Assemblea Nord Irlandese di una minoranza etnica, che
rappresenta il collegio elettorale di Belfast Sud.
Shock nel mercato del lavoro
La disoccupazione in Irlanda del Nord era al 6,7% in aprile-giugno, l'ultimo
periodo per cui sono disponibili i dati del governo, inferiore ai livelli della
GB e dell'Unione Europea.
D'altra parte, il numero dei 51.000 richiedenti l'assegno di disoccupazione a
luglio, è quasi raddoppiato rispetto ad un anno fa: i dati mascherano un settore
statale artificialmente gonfiato. L'Irlanda del Nord ha la più alta percentuale
di lavoratori nel settore pubblico della GB - 30% di assunti nel 2005 contro il
20% o meno dell'Inghilterra Meridionale.
Economisti di Belfast dicono che L'Irlanda del Nord potrebbe attraversare una
crisi ancora maggiore nel mercato del lavoro, dato che la pressione fiscale
obbliga Londra a tagliare i sussidi che sostengono la sovradimensionata
burocrazie della provincia.
"Il prossimo governo dovrà aumentare i tagli alla spesa pubblica e l'Irlanda
del Nord non l'ha mai sperimentato prima," dice Richard Ramsey, economista della
Ulster Bank.
La ricerca delle università ha mostrato che il 22% degli intervistati non
vorrebbe avere amici dell'Europa dell'Est ed ancor meno approverebbero il
matrimonio con un familiare.
"La maggior parte dei miei amici è già tornata in Polonia, a causa degli
attacchi e della crisi economica," ha detto Robert Kowalski, 26 anni, parlando
da una casa a Belfast Nord dove s'è rifugiato dopo che la sua casa era stata
assaltata in seguito alla partita di calcio a marzo.
"Mantenete chiuse le loro bocche"
Uno su cinque degli intervistati in un'intervista separata della Equality
Commission for Northern Ireland nel 2008 diceva di provare sentimenti negativi
verso i migranti dall'Est Europa e quasi un quarto che le minoranze etniche o
razziali erano i gruppi trattati più ingiustamente nella provincia.
Questo comparato al 5% che dice che i peggio trattati erano i cattolici, la
minoranza la cui situazione fu al centro della precedente campagna militare
dell'Esercito Repubblicano Irlandese.
"Io stesso sono stata un bersaglio con una telefonata alla polizia (dicendo
che)... la mia casa era stata incendiata," dice Lo.
Molti degli attacchi contro stranieri sono stati perpetrati nei quartieri
protestanti impoveriti come quello di Belfast Sud di Skey. Gli irlandesi del
nord cattolici sono generalmente più aperti verso gli stranieri, secondo la
ricerca delle università.
Anche tra i cattolici, d'altra parte, non molti di più accetterebbero come
parente diretto un musulmano o un viaggiante irlandese.
Il sondaggio mostra che i nord irlandesi sono meno ostili verso gli oltre
15.000 cinesi che formavano la più grande minoranza etnica prima che
l'allargamento UE permettesse agli europei dell'est - inclusi oltre 10.000
lituani - di arrivare.
Patrick Yu, a capo del Consiglio Nord Irlandese per le Minoranze Etniche, ha
detto che i cinesi si sono tradizionalmente concentrati sui loro affari e
subivano tranquillamente le estorsioni al culmine dei conflitti settari
paramilitari.
"Tengono la bocca chiusa, non fanno questioni, è per questo che hanno meno
problemi," ha detto Yu, che da Hong Kong è arrivato a Belfast e ha fatto una
campagna perché in Irlanda del Nord fossero applicate leggi contro le
discriminazioni.
Furono implementate nel 1997, due decadi dopo le altre parti della GB.
Molti est europei contattati da Reuter attraverso network online ed i
sindacati, hanno detto di non aver intenzione di partire, alcuni citano le
discriminazioni e patimenti per le minoranze come i Rom nell'Europa Orientale.
"Dico a tutti che vale la pena venire a Belfast, è un posto davvero
vivibile," dice Bernadett Haasz, insegnante di Budapest che lavora per
un'emittente di Belfast.
"Bisogna sapere in quale quartiere trasferirsi, ma questo vale per tutte le
città."
(Additional reporting by Ashley Beston in Dublin; Editing by Sara Ledwith)