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"Un Inglese tra gli zingari" Editoriale pubblicato da "Romania Libera"
Di Fabrizio (del 26/08/2009 @ 09:49:06, in Europa, visitato 1921 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

da Finanzainchiaro.it

William Blacker (foto Romania Libera)

Innamorato di una zingara e di una campagna che gli ricorda i romanzi del diciannovesimo secolo, lo scrittore e giornalista britannico William Blacker passa metà dell'anno tra i contadini della Transilvania. Ritratto di un uomo a cavallo tra due mondi.

In un villaggio della Transilvania, vicino a Sighisoara, la gente si riunisce ogni sera nella sola osteria del posto, in attesa del ritorno del bestiame al pascolo. Una maggioranza di romeni, qualche sassone e diversi zingari si rilassano seduti su cassette vuote di birra. Qualche giovane zingaro balla su una melodia lontana. Improvvisamente i bambini smettono di giocare e corrono verso un uomo che si avvicina in bicicletta: "Signor Uigliammm, signor Uigliammm!" L'uomo, che porta un cappello bianco e occhiali rotondi, sorride ai bimbi. Gli abitanti del posto dicono sottovoce: "L'inglese è tornato per vedere la sua zingara". Il nome del nuovo arrivato è William Blacker, nato 46 anni fa in qualche parte dell'Inghilterra meridionale e trapiantato in Transilvania, dov'è arrivato per caso. Vive qui da nove anni e ha un bambino di 3 anni è mezzo, frutto di una storia d'amore con una giovane zingara del villaggio.

Da molto tempo quest'uomo è diventato parte integrante del posto. Un giorno della sua vita in campagna non assomiglia affatto a quella dei suoi amici in Inghilterra: lavora i campi tra gli zingari, taglia l'erba con la falce, ripara i muri di calce delle vecchie case sassoni e la sera gioca a scacchi con i vecchi del villaggio. A volte Blacker fa visita alla sua ex ragazza, Marishka, la piccola zingara per la quale si è trasferito qui: "Al ritorno da un viaggio in Inghilterra l'ho trovata incinta. All'inizio non pensavo di essere io il padre, ma come vede ci assomigliamo come due gocce d'acqua", dice William, e abbraccia Costantin, che ha ereditato il suo sorriso e i suoi occhi blu. Il piccolo vive con la madre insieme alla sua famiglia di zingari musicisti, a pochi minuti dalla casa di Blacker.

Da Berlino a Satu Mare

"Ho messo per la prima volta piede in Romania pochi giorno dopo la rivoluzione del dicembre 1989. Avevo lasciato l'Inghilterra con l'intenzione di visitare Berlino, il Muro era appena caduto", racconta l'inglese. Le notizie in televisione sulla rivoluzione romena e la lettura di alcuni articoli sulla bellezza dei monasteri locali lo hanno spinto più a est. Così è passato per la Cecoslovacchia e l'Ungheria ed è entrato in Romania; ha dormito a Satu Mare in un albergo senza elettricità. Il giorno dopo è rimasto a bocca aperta: "Nella piazza centrale della città c'erano solo cavalli e carretti. Ho pensato che il mondo dovrebbe assomigliare a qualcosa del genere". Blacker aveva già visto l'India e diversi paesi dell'America latina, ma la Romania lo ha affascinato più di qualunque altro posto. "Avevo letto i romanzi di Thomas Hardy e Tolstoj e quando sono arrivato in Romania mi sono detto: 'Incredibile, adesso posso vedere con i miei occhi le cose che descrivevano'".

Nel 1996 Blacker, non volendo più solo limitarsi a vedere la vita di questi contadini ma vivere come uno di loro, si è trasferito vicino a Satu Mare, "prima dell'arrivo dell'Occidente". Nei quattro anni di vita in mezzo ai contadini di Maramures, questo inglese ha partecipato ai matrimoni, ai funerali, alle feste, all'uccisione del maiale: "Ho sofferto, ho pianto, ho riso". Blacker è sempre stato attratto dalla vita degli zingari della Transilvania. Nel suo libro, appena pubblicato in Inghilterra, Along the Enchanted Way: A Romanian Story, descrive gli zingari come un popolo posseduto dal principio del "dolce far niente". Gente che sa cantare e ballare in modo meraviglioso e che ritiene la vita troppo breve per passarla a sfacchinare.

Per un bel po' l'inglese ha fatto numerosi viaggi su è giù tra Maramures e il villaggio della Transilvania dove vive oggi. La sua vita nel villaggio di Halma (il nome fittizio utilizzato nel libro) ha degli aspetti romanzeschi. Ha scritto un articolo sulla drammatica situazione delle case sassoni abbandonate dalla popolazione di origine tedesca, emigrata negli anni Novanta, e ha ottenuto dei contributi per il loro restauro. All'epoca Blacker guidava la fondazione Mihai Eminescu, finanziata dal principe Carlo.

Solo più tardi ha conosciuto Marishka, e hanno deciso di trasferirsi in una casa sassone. Non gl'importava che Marishka avesse solo la quinta elementare e lui una laurea in una prestigiosa università inglese. Blacker la ha persuasa a leggere. "Le ho dato una copia in romeno di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Dopo qualche giorno Marishka faceva già dei commenti: 'Ma questo Darcy è così arrogante!'. Tuttavia mentre leggeva mi sono reso conto che il volume diventava sempre più sottile. Dopo un po' ho scoperto che utilizzava le pagine lette per accendere il fuoco!» Anche se non si sono mai sposati, Marishka e William si sono scontrati con la cattiveria di alcuni abitanti del villaggio romeno, che hanno cercato di allontanarlo dalla "feccia della società". Adesso quei giorni sembrano dimenticati, gli animi si sono calmati e tutti parlano bene di lui. "È un uomo meraviglioso. Non ha mai diffidato degli zingari", ha detto Marishka.

Vent'anni dopo aver scelto di vivere in un paese ex comunista, la sua decisione non sembra più tanto eccentrica. A volte Blacker si chiede quale sarà la vita di suo figlio fra gli zingari: "Mio figlio è per metà zingaro e per metà inglese. Per ora sono felice che viva qui". E si ricorda della reazione dei suoi genitori: "Non erano molto contenti. Avevo 30 anni e volevano che avessi un lavoro rispettabile. In diverse occasioni ho dovuto spiegare loro che qui stavo bene. Era il posto giusto per me. La mia infanzia nel sud dell'Inghilterra, in campagna, potrebbe essere una spiegazione. Volevo vivere di nuovo in un bel posto". ( Fonte: europresse.eu)

Autore: Andreea Pocotila Redazioneonline - Stampa Internazionale