Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
E' il frutto della politica degli sgomberi di comune e prefettura,
denunciano le associazioni che operano nel campo. ''È diventato il rifugio di
chi è scappato dagli sgomberi''
MILANO - Nel 2007 il Comune di Milano ha eseguito una quarantina di sgomberi di
campi nomadi più o meno piccoli. Dove sono finiti chi viveva in quelle baracche
rase al suolo? Circa 600 hanno deciso di ricostruirsela alla Bovisa, in un
terreno abbandonato fra i binari delle Ferrovie nord e via Bovisasca. "A
settembre c'erano solo un centinaio di rom -spiega Valerio Pedroni,
coordinatore dell'equipe di strada Segnavia dei padri Somaschi, che tre
volte alla settimana assiste donne e bambini-. Negli ultimi due mesi sono
aumentati a dismisura. È diventato il rifugio di chi è scappato dagli sgomberi".
Ora le baracche sono circa 200 e secondo il censimento dei vigili urbani,
eseguito il 26 febbraio, vi abitano 750 persone, quasi tutte romene, di cui 280
bambini e 200 donne. "È il frutto della politica degli sgomberi adottata dal
Comune e dalla Prefettura", sottolinea Valerio Pedroni. Per il Comune di Milano
ora è venuto il turno del campo della Bovisa. "Verranno effettuati continui e
costanti allontanamenti da parte della polizia municipale con il supporto della
polizia di Stato e dei Carabinieri", ha annunciato il 28 febbraio Riccardo De
Corato, vicesindaco di Milano. Domani la commissione consigliare sulla sicurezza
effettuerà un sopralluogo (vedi lancio successivo; ndr).
I rom della Bovisa non hanno acqua né luce. "Ogni due settimana portiamo donne e
bambini a fare la doccia nelle strutture della fondazione Fratelli di San
Francesco -racconta Valerio Pedroni-. Stiamo aiutando i bambini a inserirsi
nelle scuole e abbiamo raccolto le preiscrizioni per il prossimo anno
scolastico". L'equipe di Segnavia è formata da 4 operatori professionali e il
progetto di assistenza è finanziato dalla Fondazione Cariplo.
Nel campo rom della Bovisa operano anche altre due associazioni. Il Naga,
che con il suo camper di medici volontari visita due volte al mese la
baraccopoli, e la Comunità di Sant'Egidio. "Ci sono famiglie che prima abitavano
negli insediamenti di Chiaravalle, Bacula, Sesto San Giovanni e Cinisello
Balsamo -spiega Marta Pepe, volontaria del Naga-. Si sono concentrati
tutti qui ora anche perché hanno paura, temono rappresaglie e sperano che un
campo così affollato non venga sgomberato". "Conosciamo sei famiglie che prima
abitavano nel campo di Chiaravalle -racconta Elisabetta Cimoli di Sant'Egidio-.
A metà giugno sono stati sgomberate e si sono spostate in via Rubattino. Il 29
gennaio nuovo sgombero e ora sono alla Bovisa". (dp)
Rom della Bovisa, domani il sopralluogo del comune di Milano Andrea Fanzago (Pd): ''Con gli sgomberi si è solo spostato il problema
delle baraccopoli, concentrandolo in un solo posto. La Giunta non ha programmato
anche la ricollocazione delle persone che vivevano nei campi abusivi''
MILANO - Domani la commissione consigliare Sicurezza del Comune di Milano farà
un sopralluogo al campo rom della Bovisa. "Con gli sgomberi si è solo spostato
il problema delle baraccopoli, concentrandolo in un solo posto -afferma
Andrea Fanzago, consigliere comunale del Partito democratico e membro della
commissione-. La Giunta non ha voluto programmare anche la ricollocazione delle
persone che vivevano nei campi abusivi". Per la maggioranza di Palazzo Marino
nei confronti dei nomadi l'unica regola è quello della sottoscrizione del "patto
di legalità e solidarietà". "Il principio è che chi vuole rispettare le regole
può rimanere a Milano e certo una baraccopoli di questo genere non è accettabile
-spiega Carmine Abagnale, vicepresidente della Commissione e consigliere di
Forza Italia-. Non spetta a noi decidere l'eventuale sgombero del campo, ma al
comitato sull'ordine e la sicurezza della Prefettura".
Ora la concentrazione di 700 rom in un solo campo, rende difficile ogni
soluzione. "Dobbiamo iniziare un percorso di integrazione almeno con le famiglie
che sono già seguite dalle associazioni che operano nel campo alla Bovisa
-sottolinea Andrea Fanzago-. È importante che dal Comune arrivi un aiuto a
coloro che vogliono mandare i figli a scuola, lavorare e costruirsi un futuro
migliore". "Certo le famiglie che vogliono integrarsi vanno aiutate -aggiunge
Carmine Abagnale-. Ma il problema è che la maggior parte invece vuole rimanere
in quelle condizioni e dedicarsi ad attività illecite". (dp)
cari amici,
è venuto il momento di uscire dai gusci, per opporsi seriamente al trasferimento
forzato dei rom,
a tor de cenci, lunedì 15 alle ore 11 arriva il prefetto e Scozzafava del V dip
di Roma per dire ai rom che devono andarsene con tanto di fotosegnalamento e
sperare, poi, di poter essere ricollocati a Castel romano,
io, che lavoro con loro dal 1995, da quando il villaggio fu inaugurato dal
Sindaco Rutelli, mi muoverò per contrastare questa deportazione, penso che
ognuno di noi, per le proprie responsabilità, debba e possa spendersi per
difendere con la dignità dei rom, un po' anche della propria,
Chiunque possa intercettare organismi internazionali di difesa dei diritti
umani, assieme a santa stampa e televisioni, è pregato di farlo, dando a tutti
l'appuntamento al
Campo attrezzato di Tor de Cenci, Via Pontina 601
LUNEDI 15 FEBBRAIO ALLE ORE 11
vi aspetto con i rom che non vogliono andarsene
Perrini Paolo
Ricevo inoltre da Marco Brazzoduro il seguente comunicato
Lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci
Siamo persone Rom, bosniaci, macedoni e montenegrini, e alcuni dei nostri figli
hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Abitiamo dal 1995 nel villaggio di Tor
de Cenci, da quando il sindaco Rutelli ci trasferì assegnandoci un container a
famiglia.
Non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo con i cittadini di Tor de Cenci e
Spinaceto, anzi, la nostra integrazione è dimostrata dalla partecipazione nel
locale comitato di quartiere e dalle frequenze regolari nelle numerose scuole
dove i nostri figli sono iscritti.
Dopo anni di abbandono da parte delle istituzioni cittadine preposte l'attuale
sindaco Alemanno ci impone di trasferirci nel grande campo, che già ospita 800
nostri fratelli, di Castel Romano.
Perchè?
Sappiamo che l'assessora Belviso aveva promesso in campagna elettorale ai
cittadini italiani il nostro trasferimento, ottenendo qualche voto in più.
Sappiamo che su di noi si giocano interessi politici che fanno leva su
pregiudizi e stereotipi alimentando paure e razzismi vergognosi.
Siamo uomini e donne alla ricerca di dignità e rispetto come tutti voi.
Come mai, con le note difficoltà di sistemarci in aree attrezzate difficili da
trovare, si vuole smantellare Tor de Cenci, che a differenza di Casilino 900, è
un campo attrezzato costato ai cittadini italiani milioni di euro, per aggravare
la situazione trasferendoci in un campo già grande e disagiato al di fuori di
qualsiasi contesto urbano? A chi conviene?
Chiediamo alle autorità preposte di ripensarci.
Nel 2009 abbiamo subito quattro censimenti da parte di polizia, carabinieri,
croce rossa e vigili urbani, ora il prefetto vuole ripetere un altro censimento
per scegliere chi è buono e chi cattivo.
Siamo stanchi di subire, ci opporremo con tutte le forze che abbiamo a fianco di
chiunque voglia
DIFENDERE LA DIGNITA' DEI ROM PER DIFENDERE UN PO' DELLA PROPRIA.
NO ALLA DEPORTAZIONE DEI ROM
09/02/2010 - Martedì a Ginevra l'Italia è finita sotto le critiche del
Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite riguardo le sue misure su
migrazione, minoranze e indipendenza del giudiziario.
Il paese era sotto scrutinio come parte del meccanismo di Revisione Periodica
Universale del consiglio, che ogni quattro anni monitora i dati sui diritti di
ogni stato membro dell'ONU.
Una delegazione da Roma, guidata dal Vice Ministro degli Esteri Vincenzo
Scotti, ha detto che il governo intende presentare una legge al parlamento per
ratificare la convenzione europea contro il traffico di persone.
La delegazione dei 25 ha detto che si indagherà sugli incidenti violenti e
razzisti contro migranti e minoranze, inclusi Rom e Sinti [...]
L'Italia rifiuta di accettare alcuni migranti e richiedenti asilo, compreso
quelli già sulle imbarcazioni in mare, e gli sgomberi forzati di altri
non-cittadini sono stati criticati da alcuni stati.
Nel processo di revisione sono stati trattate anche le questioni
dell'indipendenza dei media e del potere giudiziario.
Da lunedì 15 febbraio 2010 a lunedì 14 giugno 2010
Presso: Arci Turro
via Rovetta 14 Milano - MM Turro, ATM 86 ingresso gratuito, con tessera Arci
rassegna di Film "HO INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca -
da Upre Roma inno nazionale degli zingari),
organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI
Martiri di Turro, con l’Associazione Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti e
Associazione ApertaMente
Cinque film splendidi, di storie di rom, sinti, gitani e nomadi, per conoscere
la loro storia, la loro cultura e le passioni e le sofferenze di ieri e di
oggi.
PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
Lunedì 15 febbraio 2010 alle 21,00 - "Latcho Drom" di Tony Gatlif – Francia -
1993 - Presenta la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di
Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco";
Lunedì 15 marzo 2010 alle 21,00 - "Gatto nero, gatto bianco" di Emir Kusturica -
Francia/Germania/Yugoslavia - 1998 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla -
Milano
Lunedì 12 aprile 2010 alle 21,00 – "E i violini cessarono di suonare" di
Alexander Ramati - USA - 1995 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla -
Milano
Lunedì 10 maggio 2010 alle 21,00 - "Gadjo Dilo" (Lo straniero matto) di Tony
Gatlif – Francia - 1997 - Presenta la serata Dijana Pavlovich, attrice rom.
Lunedì 14 giugno 2010 alle 21,00 - "I Lautari" di Emil Lotjanu - URSS - 1972 –
Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom
e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola,
studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla – Milano.
Di Fabrizio (del 11/02/2010 @ 09:49:26, in Kumpanija, visitato 2022 volte)
Ricevo da Marta Pistocchi
sabato 13 febbraio 2010 h 15.00
campo rom di Rho (Milano) via Sesia 21.
Come arrivarci
Siete tutti invitati a partecipare ad un festoso incontro collettivo che vuole
testimoniare l'interazione possibile fra le culture, attraverso rituali, musiche
e delizie da mangiare!
Don Gino Rigoldi battezzerà Sanela, nuora del grande fisarmonicista Jovica Jovic.
Saremo in tanti credenti e non, uniti e felici di essere testimoni di uno
scambio reciproco, possibile anche in un campo rom, che supera confini fra
religioni, lingue, culture, colori, e pensieri diversi.
Contribuite anche voi ad arricchire il banchetto coi vostri piatti, colori e
sapori... o semplicemente portando del buon vino!
Aderiscono: Moni Ovadia, Arci cultura, Naga, Terra del Fuoco milano, Aizo,
Architettura delle Convivenze, la Banda Degli Ottoni, SoS Fornace, Cromosoma 21,
I Muzikanti di Balval, Camilla e Ulisse, Malapizzica, Arcimetromondo,
Mondorchestra,Canzoniere dei transiti, Enosud
Di Fabrizio (del 11/02/2010 @ 09:28:32, in Regole, visitato 1804 volte)
A proposito degli ultimi sgomberi a Milano, leggo sul blog
di
Luciano Muhlbauer
ANCHE VIGILI URBANI DEL SINDACATO SDL DENUNCIANO USO ILLEGITTIMO POLIZIA
LOCALE PER SGOMBERI DA PARTE DI DE CORATO - LEGGI IL COMUNICATO SINDACALE
Non siamo soli a denunciare l’uso illecito e strumentale della Polizia Locale
da parte di De Corato. Rispetto all’impiego di operatori della polizia
municipale in maniera impropria, come se fossero forze dell’ordine, intervengono
ora anche i diretti interessati.
Infatti, oggi il sindacato SdL Intercategoriale della Polizia Locale di Milano
ha denunciato pubblicamente, con un comunicato stampa, l’utilizzo
illegittimo dei vigili urbani da parte del Vicesindaco.
Chiediamo dunque ancora una volta, dopo l’odierno voto in Consiglio regionale e
dopo questa presa di posizione più che significativa, poiché proviene da chi
opera sul campo, che i responsabili dell’ordine pubblico, a partire da Prefetto
e Questore, intervengano sul Comune di Milano, al fine di ristabilire la
legalità.
E questo significa sciogliere la celere di De Corato e tutte quelle squadre
speciali che si pongono al di fuori dal quadro costituzionale e dalle normative
vigenti.
COMUNICATO STAMPA:
SGOMBERI NOMADI: UTILIZZO ILLEGITTIMO DELLA POLIZIA LOCALE
IL SINDACATO SdL, HA ACCERTATO CHE, QUASI TUTTI GLI SGOMBERI, DEI CAMPI NOMADI,
EFFETTUATI A MILANO NEGLI ULTIMI MESI, SONO STATI E CONTINUANO A ESSERE ATTUATI,
QUASI TUTTI IN MODALITA’ ILLEGITTIMA.
IL VICESINDACO, RICCARDO DE CORATO, AVOCANDO A SE, LE FUNZIONI SANCITE DALLA
NORMATIVA VIGENTE (ART. 117 COSTITUZIONE), ART.5 Legge 65 del 07/03/1986, IN
MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA, CONTINUA IMPARTIRE ORDINI AI DIRIGENTI
DEL COMANDO DI POLIZIA LOCALE, DISTOGLIENDO GLI AGENTI DI P.L. DAI RISPETTIVI
COMPITI D’ISTITUTO.
TUTTO CIO’ CON IL SILENZIO DEL PREFETTO E DEL QUESTORE, CHE ORMAI NON FORNISCONO
PIU’ PATTUGLIE DI POLIZIA DI STATO, PER ESEGUIRE VERE E PROPRIE OPERAZIONI DI
ORDINE PUBBLICO QUALI, GLI SGOMBERI E L’ALLONTANAMENTO DI CITTADINI SENZA FISSA
DIMORA.
QUINDI LE OPERAZIONI VENGONO ESEGUITE IN ASSENZA DEGLI UFFICIALI DI PUBBLICA
SICUREZZA, QUALIFICA NON PRESENTE, PER LEGGE, ALL’INTERNO DELLO STAFF DELLA
POLIZIA LOCALE. INFATTI, NEMMENO IL COMANDANTE DEL CORPO, PUO’ RIVESTIRE QUESTA
CARICA, PROPRIO PERCHE’, L’ORDINE PUBBLICO E LA SICUREZZA SONO PREROGATIVE DELLO
STATO, QUINDI DEVE ESSERE ATTUATA DALLE FORZE DI POLIZIA NAZIONALE.
RAMMENTIAMO CHE, NON RIENTRA NELLE FUNZIONI DEI VIGILI URBANI, GARANTIRE LA
SICUREZZA, SE NON CON RIDOTTE ATTIVITÀ AUSILIARIE.
IL SERVIZIO IN QUESTIONE RISULTA PARTICOLARMENTE PERICOLOSO, VISTA LA MANCANZA
DI PREPARAZIONE DEGLI AGENTI, QUINDI PRESENTI ANCHE VIOLAZIONI DELLA NORMATIVA
SULLA TUTELA DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI.
IL SINDACATO DEI LAVORATORI, PREANNUNCIANDO UN ESPOSTO ALLA PROCURA, HA
DIFFIDATO IL VICESINDACO E I RESPONSABILI DEL COMANDO DI P.L. INOLTRE HA
INVITATO IL PREFETTO E IL QUESTORE, A RIPRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE,
RIPRISTINANDO LA SITUAZIONE DI LEGALITA’ IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E
SICUREZZA.
Di Fabrizio (del 10/02/2010 @ 17:41:08, in Italia, visitato 2197 volte)
Segnalazione di Tommaso Vitale
FACCIAMO IL PUNTO
Dato il silenzio stampa … vi chiedo di dedicare due minuti a scorrere queste
righe e a diffondere anche per non dire poi… io non sapevo.
Siamo in uno dei momenti storici in cui Milano ha il maggior numero di soldi per
i "nomadi" (fondo Maroni).
La scelta del Comune e Prefetto di Milano è di utilizzare i soldi unicamente per
interventi sociali nei campi regolari; in base al Decreto del
Ministero dell'Interno 3/2/09 il finanziamento approvato è di 13.115.700 euro
(Progetto di riqualificazione, messa in sicurezza e alleggerimento delle aree
adibite a campi nomadi, integrazione sociale della relativa popolazione ed
eliminazione di alcune aree): 4.000.000 di euro per gli interventi sociali,
9.115.700 euro per gli interventi strutturali (cioè messa a norma e sgomberi)
Ma cosa succede nei “ campi irregolari “? Nonostante l'"emergenza freddo", la situazione ha subito un forte
peggioramento dall'inizio dell'anno. Le associazioni che da tempo stanno loro
accanto ( Naga, Comunità di sant’Egidio, Padri Somaschi, Caritas,…) ci
confermano che gli sgomberati sono quasi sempre le stesse famiglie
(poche) che sono costrette a spostarsi continuamente spostate in altre aree
periferiche. E’ una persecuzione e questo è un bollettino di guerra
CRONOLOGIA DEGLI ULTIMI SGOMBERI e non sono tutti
- 28 dicembre: sgombero alla Bovisa (all'ex campo noto alle cronache): si
disse che alcuni rom erano tornati in Romania, ma sono già tutti nuovamente a
Milano e hinterland.
- 28 dicembre: sgombero in via Sacile
- 14 gennaio: viale Forlanini, ex polveriera del demanio militare
- 19 gennaio: sgombero a Rho
- 19 gennaio (?): sgombero in via Gonin
- 21 gennaio: sgombero area vicino al cimitero di Chiaravalle (95 rom
rumeni). Gli sgomberati si sono spostati per la maggior parte al campo di
Lorenteggio (al confine con Corsico)
- 28 gennaio: via Cristina di Belgioioso, 60 rom rumeni
- 29 gennaio: via Molinetto di Lorenteggio. Circa 120 persone (almeno 40
minori, varie donne incinta, provenienti dagli sgomberi di Rubattino e di
Chiaravalle). Erano in corso i trasferimenti per 7 minori dalle scuole del
quartiere Rubattino alle scuole del quartiere Lorenteggio( via Salerno, via dei
Narcisi). Agli uomini è stato detto potevano recarsi al dormitorio in Viale
Ortles: arrivati al dormitorio, han detto che non c'era più posto. (una mamma
con due bambine è stata per alcune notti in una comunità mamma-bambino)
- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Molinetto di Lorenteggio
- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Giambellino
- 1 febbraio: sgombero in un capannone di via Siccoli (Bovisa), 30
persone, di cui 8 minori. I minori in età scolastica erano 2, frequentavano da
inizio gennaio la Scuola elementare di via dei Guicciardi, ben accolti da
compagni e maestre. Erano bambini già provenienti dalle scuole di Rubattino, che
quindi avevano già visto interrotto il loro percorso scolastico... (accoglienza
per la prima notte in comunità mamma-bambino Villaggio della Misericordia)
A seguito di questo sgombero, De Corato dichiara: "Salgono a 188 gli sgomberi
effettuati dal 2007. Otto solo nell'ultima settimana, più di uno al giorno."
- 1 febbraio: sgombero al cavalcavia Bacula Sarebbe interessante chiedere al Comune di rendere pubblici i costi delle
operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono
sprecati... Un caso emblematico è sicuramente l'area del cavalcavia Bacula: in un
Comunicato Stampa del 4 aprile, il Vicesindaco stimava in 30.000 euro il costo
del solo sgombero del 31 marzo 2009. Quello era l'ottavo intervento, in quel
luogo, in due anni.
Il 24 settembre 2009 c'è stato a Bacula il nono sgombero, il 1 febbraio 2010 il
decimo sgombero e ora i rom sono già tornati a Bacula...!
Sempre a Bacula, dopo lo sgombero del 31 marzo 2009, il Comune pubblicizzò come
risolutiva una cancellata ( .. "Sono terminati i lavori di pulizia sotto il
cavalcavia Bacula dove era sorta una baraccopoli occupata da 140 rom romeni e
smantellata lo scorso 31 marzo. Amsa ha rimosso ben 230 tonnellate di rifiuti
ingombranti e solidi urbani. Dalla prossima settimana inizieranno le operazioni
per la posa della cancellata in modo da prevenire ulteriori intrusioni. Gli 8
interventi effettuati in due anni nell'area abusiva sono costati al Comune circa
100 mila euro: 30 mila solo per l'ultimo sgombero". Lo comunica il vice
Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
"Dalla prossima settimana - conclude De Corato - verranno avviati i
lavori per la cancellata, che si concluderanno entro Pasqua. La soluzione,
prevista da accordi stipulati con un'azienda specializzata che si accollerà gran
parte delle spese in cambio di una sponsorizzazione, sarà una recinzione alta
3,5 metri che poggerà su un muretto in calcestruzzo armato".)
- Il 4 febbraio, dopo lo sgombero di Rogoredo (90 rom rumeni; una mamma con bambino e una donna con handicap hanno accettato
il ricovero nelle strutture comunali),
"L'azione del Comune - spiega De Corato - sta andando avanti inesorabilmente
secondo un piano programmato di interventi. Salgono così a 190 le operazioni
effettuate dal 2007, 15 da inizio anno, quasi uno ogni due giorni. I rom devono
capire che Milano è ostile a qualsiasi forma di abusivismo. Ecco perché abbiamo
predisposto che una pattuglia della Polizia Locale segua i movimenti dei nomadi
allontanati. Per scongiurare il pericolo che si accampino in un'altra area della
città". (omnimilano.it)
- Il 5 febbraio ci sono stati altri 3 piccoli sgomberi in un giorno
- Per l'inizio della settimana (9/10 febbraio?) è annunciato lo sgombero del
campo di rom rumeni di Chiaravalle -Sant'Arialdo: circa cento persone, una
cinquantina di minori.
La Comunità di Sant'Egidio è presente in questo campo: nonostante le difficoltà
"logistiche" (è necessario camminare dieci minuti nel fango per raggiungere la
strada asfaltata), ci sono 4 famiglie che mandano i minori a scuola: sono
famiglie di ex abitanti di Rubattino. Sono in corso le operazioni per iscrivere
altri minori presso la scuola di via Ravenna (ad oggi altri 6 hanno fatto
richiesta).
Due minori che frequentavano la scuola Pini della zona Rubattino, dal 1/2/2010
frequentano la scuola di via Ravenna,adesso verranno strappati anche da lì:
tutti questi sgomberi rendono impossibile la continuità dei percorsi scolastici
Altri minori frequentano le scuole elementari della DDS Pini (Lambrate-Feltre),
la media di via Maniago, il CTP di via Heine.
Porto l'esempio di una famiglia, ex Rubattino ora al campo di Chiaravalle
seguita dalla Comunità di S. Egidio: il padre ha avviato un percorso di
formazione per la riqualificazione professionale presso l'ESEM, il figlio
maggiore di 17 anni è iscritto al corso per le 150 ore al CTP Heine e ogni
giorno accompagna i tre fratelli e un cugino a scuola in zona P.zza Udine (con i
mezzi da Chiaravalle ci vuole almeno un'ora): alle 7,50 entra in prima media la
sorella (via Maniago), alle 8,30 i due fratelli e un cugino all'elementare di
via Feltre, alle 13,30 esce la sorella dalle medie e alle 16,30 i fratelli dalle
elementari... Nonostante la distanza, la frequenza è ottima e regolare.
Sempre nel campo di Chiaravalle, il 30 gennaio sono bruciate sei baracche per
una candela rimasta accesa (una mamma aveva paura che i topi mordessero la
figlia di pochi giorni): vivere nei campi abusivi è pericoloso, non piace
neanche ai rom, ma gli sgomberi continui non fanno altro che abbassare
ulteriormente le condizioni di vita dei rom (speranza di vita per un rom che
nasce in un campo abusivo a Milano: 50 anni) e aumentare i pericoli.
E’ stato più volte chiesto al Comune di rendere pubblici i costi delle
operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono sprecati…
Se solo lo si volesse sono praticabili alternative alla politica degli sgomberi
senza soluzioni alternative.
La complessità del fenomeno ( a cominciare dal fatto che alcuni “ nomadi” ( che
nomadi non sono) sono italiani, altri comunitari…) richiede una pluralità di
risposte che si giocano su più tavoli con scelte politiche che prevedano
percorsi mirati all’autonomia.
“E’ possibile fare politiche per la cittadinanza sociale dei rom e dei sinti, ed
è possibile farle con loro” (Tommaso Vitale).
Sono già stati fatti percorsi con famiglie che, dopo un periodo di
accompagnamento sociale, si sono rese autonome dal punto di vista abitativo e
economico. Questo è il modo per "smantellare" veramente i campi rom da Milano.
Qui sotto c'è il link a un servizio andato in onda il 5/2/2010 sul tg3
nazionale. Si parla di una famiglia inserita in una casa e di un ragazzo, di 15
anni, anche lui inserito in casa: fino ai giorni dello sgombero andava a
mendicare e non vedeva grandi prospettive alternative, ora frequenta un corso di
150 ore per l'ottenimento della terza media e un corso di idraulico.....
Domenica sera, poco prima delle 20.00, s'è sviluppato un incendio su un
terreno comunale in voie du Bouvray a Orly, dove alcuni Rom avevano installato
sette baracche da circa un anno. Le fiamme, che hanno devastato due baracche e
danneggiato una terza, sono costate la vita ad un bambino di quattro anni.
Una bambina di due anni, che potrebbe essere sua sorella ed è stata seriamente
ustionata al viso, è ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Trousseau,
dove è stata condotta d'urgenza. Due adulti, un uomo di 28 anni ed una donna di
22, sono stati feriti più leggermente alle braccia. Qualche istante dopo il
dramma, la sindaca di Orly (DVG - sinistra indipendente ndr), Christine Janodet,
presente sul posto, ha fatto aprire il ginnasio
Paul-Eluard, situato nelle vicinanze, per alloggiare i sinistrati. La psicologa
della scuola è stata sollecitata a sostenere la piccola comunità.
Una tragedia che puntualmente si ripete nei campi e nelle
baraccopoli in Europa. Certo, nel dolore spicca il comportamento delle autorità
di Orly (proprio come quelle italiane, vero?).
Purtroppo la bambina ustionata non ce l'ha fatta. Leggo su
Roma_Francais
Ahimè, la piccola Francesca (15 mesi) non è sopravvissuta alle bruciature. Ci
siamo riuniti ieri sera (il comitato Romeurope 94) a Orly con la sindaca, i
compagni di Romeurope 94 e le famiglie ospitate provvisoriamente in un ginnasio
ed anche con la famiglia interessata da questo dramma: la morte di due bambini (Stéfan
di 3 anni e la piccola Francesca).
Certamente daremo un altro senso alla nostra giornata che si voleva festiva
sabato prossimo (al Royal) a Choisy-le-Roi (giorno dell'anniversario di 10 anni
d'accompagnamento dei Rom nella Val-de-Marne) in presenza di numerosi eletti
(consiglio generale, ecc.) che manterremo agli stessi orari (ma con un altro
contenuto).
Redigeremo un opuscolo che vi faremo conoscere rapidamente.
Jovica Jovic è un maestro di fisarmonica di fama internazionale. "È
incredibile, vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato
da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un
clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male". La sua unica colpa è di
avere un visto scaduto di Luca De Vito
Jovica Jovic
La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato
in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica
cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della
tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo
sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili.
Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di
mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I
Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi
fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto.
«È incredibile - racconta - vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in
regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere
come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male». Jovic accetta di
parlare nel chiuso di un garage del centro, perché «nelle mie condizioni le
precauzioni non sono mai troppe». Insieme con lui, alcuni amici italiani che lo
hanno conosciuto grazie alla sua attività artistica. Mauro Poletti,
dell’associazione Terra del fuoco, segue da anni Jovica nella sua carriera di
musicista. «La società dice Paoletti ha un atteggiamento schizofrenico nei
confronti del maestro Jovic. Da una parte lo celebra come artista di fama
internazionale: basti pensare che ha suonato per anni al binario 21 nel giorno
della memoria della Shoah, e che ha collaborato con artisti del calibro di Piero
Pelù, Moni Ovadia e Dario Fo. Dall’a ltra lo persegue come illegale e
clandestino».
La vita del signor Jovic sembra un film di Kusturica, fatta di viaggi e colpi di
scena, anche se il presente per adesso è amaro. Nato a Belgrado nel ‘52, ha
imparato a suonare la fisarmonica ascoltando suo nonno, senza spartiti e senza
metronomi. Un metodo che utilizza per insegnare ai trenta allievi del suo corso
che tiene nella sede di “Terra del fuoco”, un corso di perfezionamento al quale
può partecipare soltanto chi ha già una buona conoscenza della fisarmonica. In
Italia ha lavorato e suonato senza problemi fino al 2007, quando è stato
bloccato all’aeroporto di Roma e - a causa di un visto non rinnovato - rinchiuso
in un Cpt, da cui è uscito solo per le sue precarie condizioni di salute e
grazie all’a iuto di un medico.
Una settimana fa l’ultimo episodio di questa vita clandestina: il Comune di Rho
- dove Jovic, con la sua famiglia, viveva negli accampamenti di via Magenta -
gli ha recapitato un “avviso di imminente accertamento” sui suoi documenti.
«Solo grazie a un nostro presidio - spiega Andrea Papoff, del centro sociale
Fornace - siamo riusciti a impedire lo sgombero di Jovica e dei suoi parenti». E
Jovic aggiunge preoccupato: «Le case accanto alla mia le hanno buttate giù,
lasciando sulla strada tre famiglie. I miei parenti temono lo sgombero da un
giorno all’altro. Mia moglie aspetta da mesi la possibilità di operarsi a un
braccio e anch’io dovrei sottopormi a un intervento all’intestino».
Nonostante i consigli degli amici, però, Jovic si ostina a fumare. Fra le sue
dita, un mozzicone che regge una torretta di cenere pericolante. «Prima o poi
smetto», assicura, accennando un sorriso poco convinto. Poi torna serio e
aggiunge con quella sua voce un po’ roca e un po’ lamentosa: «Mi appello a tutti
gli artisti e a tutti gli intellettuali con cui ho lavorato. Vorrei poter
rimanere in Italia e continuare con la mia vita di artista onesto. Il mio sogno?
Un permesso di soggiorno ad honorem, per il contributo artistico che sto dando
al vostro Paese»
In occasione della Giornata della Memoria, un presidio di 150 persone è
riuscito (pur avendo ricevuto continui rifiuti da parte del sindaco di
Comunione e Liberazione Roberto Zucchetti e dei consiglieri leghisti) a far
sedere in consiglio comunale un esponente della comunità Rom che ha chiesto
all'amministrazione di smetterla con gli sgomberi razzisti e disumani messi in
atto dal Comune di Rho, che ricordano tristemente le operazioni di pulizia
etnica subite dagli Ebrei e dai Rom durante il nazismo.
L'intervento di Johnny, in rappresentanza della comunità Rom rhodense ha
ripercorso la storia della loro famiglia fino allo sgombero, all'abbattimento
della loro casa e alla confisca dei loro terreni, sottolineando che le modalità
disumane con cui sono stati messi in mezzo a una strada e privati di ogni loro
diritto, facendogli perdere il lavoro e allontanando i bambini dalla scuola,
rispondono ad una logica razzista per cui viene chiamata l'intera comunità Rom a
rispondere di atti illegali che è pur vero che esistono tra i rom (ma anche tra
gli italiani), ma la cui responsabilità deve essere individuale.
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