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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 13/02/2010 @ 11:46:30, in Italia, visitato 2937 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi, da DirittiGlobali.it

E' il frutto della politica degli sgomberi di comune e prefettura, denunciano le associazioni che operano nel campo. ''È diventato il rifugio di chi è scappato dagli sgomberi''

MILANO - Nel 2007 il Comune di Milano ha eseguito una quarantina di sgomberi di campi nomadi più o meno piccoli. Dove sono finiti chi viveva in quelle baracche rase al suolo? Circa 600 hanno deciso di ricostruirsela alla Bovisa, in un terreno abbandonato fra i binari delle Ferrovie nord e via Bovisasca. "A settembre c'erano solo un centinaio di rom -spiega Valerio Pedroni, coordinatore dell'equipe di strada Segnavia dei padri Somaschi, che tre volte alla settimana assiste donne e bambini-. Negli ultimi due mesi sono aumentati a dismisura. È diventato il rifugio di chi è scappato dagli sgomberi". Ora le baracche sono circa 200 e secondo il censimento dei vigili urbani, eseguito il 26 febbraio, vi abitano 750 persone, quasi tutte romene, di cui 280 bambini e 200 donne. "È il frutto della politica degli sgomberi adottata dal Comune e dalla Prefettura", sottolinea Valerio Pedroni. Per il Comune di Milano ora è venuto il turno del campo della Bovisa. "Verranno effettuati continui e costanti allontanamenti da parte della polizia municipale con il supporto della polizia di Stato e dei Carabinieri", ha annunciato il 28 febbraio Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano. Domani la commissione consigliare sulla sicurezza effettuerà un sopralluogo (vedi lancio successivo; ndr).

I rom della Bovisa non hanno acqua né luce. "Ogni due settimana portiamo donne e bambini a fare la doccia nelle strutture della fondazione Fratelli di San Francesco -racconta Valerio Pedroni-. Stiamo aiutando i bambini a inserirsi nelle scuole e abbiamo raccolto le preiscrizioni per il prossimo anno scolastico". L'equipe di Segnavia è formata da 4 operatori professionali e il progetto di assistenza è finanziato dalla Fondazione Cariplo.

Nel campo rom della Bovisa operano anche altre due associazioni. Il Naga, che con il suo camper di medici volontari visita due volte al mese la baraccopoli, e la Comunità di Sant'Egidio. "Ci sono famiglie che prima abitavano negli insediamenti di Chiaravalle, Bacula, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo -spiega Marta Pepe, volontaria del Naga-. Si sono concentrati tutti qui ora anche perché hanno paura, temono rappresaglie e sperano che un campo così affollato non venga sgomberato". "Conosciamo sei famiglie che prima abitavano nel campo di Chiaravalle -racconta Elisabetta Cimoli di Sant'Egidio-. A metà giugno sono stati sgomberate e si sono spostate in via Rubattino. Il 29 gennaio nuovo sgombero e ora sono alla Bovisa". (dp)

Rom della Bovisa, domani il sopralluogo del comune di Milano
Andrea Fanzago (Pd): ''Con gli sgomberi si è solo spostato il problema delle baraccopoli, concentrandolo in un solo posto. La Giunta non ha programmato anche la ricollocazione delle persone che vivevano nei campi abusivi''

MILANO - Domani la commissione consigliare Sicurezza del Comune di Milano farà un sopralluogo al campo rom della Bovisa. "Con gli sgomberi si è solo spostato il problema delle baraccopoli, concentrandolo in un solo posto -afferma Andrea Fanzago, consigliere comunale del Partito democratico e membro della commissione-. La Giunta non ha voluto programmare anche la ricollocazione delle persone che vivevano nei campi abusivi". Per la maggioranza di Palazzo Marino nei confronti dei nomadi l'unica regola è quello della sottoscrizione del "patto di legalità e solidarietà". "Il principio è che chi vuole rispettare le regole può rimanere a Milano e certo una baraccopoli di questo genere non è accettabile -spiega Carmine Abagnale, vicepresidente della Commissione e consigliere di Forza Italia-. Non spetta a noi decidere l'eventuale sgombero del campo, ma al comitato sull'ordine e la sicurezza della Prefettura".

Ora la concentrazione di 700 rom in un solo campo, rende difficile ogni soluzione. "Dobbiamo iniziare un percorso di integrazione almeno con le famiglie che sono già seguite dalle associazioni che operano nel campo alla Bovisa -sottolinea Andrea Fanzago-. È importante che dal Comune arrivi un aiuto a coloro che vogliono mandare i figli a scuola, lavorare e costruirsi un futuro migliore". "Certo le famiglie che vogliono integrarsi vanno aiutate -aggiunge Carmine Abagnale-. Ma il problema è che la maggior parte invece vuole rimanere in quelle condizioni e dedicarsi ad attività illecite". (dp)

© Copyright Redattore Sociale

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Di Fabrizio (del 13/02/2010 @ 09:23:12, in Italia, visitato 1704 volte)

Ricevo da Davide Zaccheo

cari amici,
è venuto il momento di uscire dai gusci, per opporsi seriamente al trasferimento forzato dei rom,

a tor de cenci, lunedì 15 alle ore 11 arriva il prefetto e Scozzafava del V dip di Roma per dire ai rom che devono andarsene con tanto di fotosegnalamento e sperare, poi, di poter essere ricollocati a Castel romano,
io, che lavoro con loro dal 1995, da quando il villaggio fu inaugurato dal Sindaco Rutelli, mi muoverò per contrastare questa deportazione, penso che ognuno di noi, per le proprie responsabilità, debba e possa spendersi per difendere con la dignità dei rom, un po' anche della propria,

Chiunque possa intercettare organismi internazionali di difesa dei diritti umani, assieme a santa stampa e televisioni, è pregato di farlo, dando a tutti l'appuntamento al

Campo attrezzato di Tor de Cenci, Via Pontina 601
LUNEDI 15 FEBBRAIO ALLE ORE 11

vi aspetto con i rom che non vogliono andarsene
Perrini Paolo


Ricevo inoltre da Marco Brazzoduro il seguente comunicato

Lettera aperta dei Rom del villaggio attrezzato di Tor de Cenci

Siamo persone Rom, bosniaci, macedoni e montenegrini, e alcuni dei nostri figli hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Abitiamo dal 1995 nel villaggio di Tor de Cenci, da quando il sindaco Rutelli ci trasferì assegnandoci un container a famiglia.

Non abbiamo mai avuto problemi di alcun tipo con i cittadini di Tor de Cenci e Spinaceto, anzi, la nostra integrazione è dimostrata dalla partecipazione nel locale comitato di quartiere e dalle frequenze regolari nelle numerose scuole dove i nostri figli sono iscritti.

Dopo anni di abbandono da parte delle istituzioni cittadine preposte l'attuale sindaco Alemanno ci impone di trasferirci nel grande campo, che già ospita 800 nostri fratelli, di Castel Romano.

Perchè?

Sappiamo che l'assessora Belviso aveva promesso in campagna elettorale ai cittadini italiani il nostro trasferimento, ottenendo qualche voto in più.

Sappiamo che su di noi si giocano interessi politici che fanno leva su pregiudizi e stereotipi alimentando paure e razzismi vergognosi.

Siamo uomini e donne alla ricerca di dignità e rispetto come tutti voi.

Come mai, con le note difficoltà di sistemarci in aree attrezzate difficili da trovare, si vuole smantellare Tor de Cenci, che a differenza di Casilino 900, è un campo attrezzato costato ai cittadini italiani milioni di euro, per aggravare la situazione trasferendoci in un campo già grande e disagiato al di fuori di qualsiasi contesto urbano? A chi conviene?

Chiediamo alle autorità preposte di ripensarci.

Nel 2009 abbiamo subito quattro censimenti da parte di polizia, carabinieri, croce rossa e vigili urbani, ora il prefetto vuole ripetere un altro censimento per scegliere chi è buono e chi cattivo.

Siamo stanchi di subire, ci opporremo con tutte le forze che abbiamo a fianco di chiunque voglia

DIFENDERE LA DIGNITA' DEI ROM PER DIFENDERE UN PO' DELLA PROPRIA.
NO ALLA DEPORTAZIONE DEI ROM

Comunità Rom di Tor de Cenci

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Di Fabrizio (del 12/02/2010 @ 09:54:02, in Italia, visitato 1678 volte)

Da Roma_Italia

Monster&Critics

09/02/2010 - Martedì a Ginevra l'Italia è finita sotto le critiche del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite riguardo le sue misure su migrazione, minoranze e indipendenza del giudiziario.

Il paese era sotto scrutinio come parte del meccanismo di Revisione Periodica Universale del consiglio, che ogni quattro anni monitora i dati sui diritti di ogni stato membro dell'ONU.

Una delegazione da Roma, guidata dal Vice Ministro degli Esteri Vincenzo Scotti, ha detto che il governo intende presentare una legge al parlamento per ratificare la convenzione europea contro il traffico di persone.

La delegazione dei 25 ha detto che si indagherà sugli incidenti violenti e razzisti contro migranti e minoranze, inclusi Rom e Sinti [...]

L'Italia rifiuta di accettare alcuni migranti e richiedenti asilo, compreso quelli già sulle imbarcazioni in mare, e gli sgomberi forzati di altri non-cittadini sono stati criticati da alcuni stati.

Nel processo di revisione sono stati trattate anche le questioni dell'indipendenza dei media e del potere giudiziario.

© Deutsche Presse-Agentur

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Di Fabrizio (del 12/02/2010 @ 09:34:52, in musica e parole, visitato 2681 volte)

Da lunedì 15 febbraio 2010 a lunedì 14 giugno 2010
Presso: Arci Turro
via Rovetta 14 Milano - MM Turro, ATM 86
ingresso gratuito, con tessera Arci

rassegna di Film "HO INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca - da Upre Roma inno nazionale degli zingari), organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro, con l’Associazione Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti e Associazione ApertaMente

Cinque film splendidi, di storie di rom, sinti, gitani e nomadi, per conoscere la loro storia, la loro cultura e le passioni e le sofferenze di ieri e di oggi.

PROGRAMMA DELLA RASSEGNA

Lunedì 15 febbraio 2010 alle 21,00 - "Latcho Drom" di Tony Gatlif – Francia - 1993 - Presenta la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco";

Lunedì 15 marzo 2010 alle 21,00 - "Gatto nero, gatto bianco" di Emir Kusturica - Francia/Germania/Yugoslavia - 1998 – Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla - Milano

Lunedì 12 aprile 2010 alle 21,00 – "E i violini cessarono di suonare" di Alexander Ramati - USA - 1995 – Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla - Milano

Lunedì 10 maggio 2010 alle 21,00 - "Gadjo Dilo" (Lo straniero matto) di Tony Gatlif – Francia - 1997 - Presenta la serata Dijana Pavlovich, attrice rom.

Lunedì 14 giugno 2010 alle 21,00 - "I Lautari" di Emil Lotjanu - URSS - 1972 – Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla – Milano.

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Di Fabrizio (del 11/02/2010 @ 09:49:26, in Kumpanija, visitato 2022 volte)

Ricevo da Marta Pistocchi

sabato 13 febbraio 2010 h 15.00
campo rom di Rho (Milano) via Sesia 21.
Come arrivarci

Siete tutti invitati a partecipare ad un festoso incontro collettivo che vuole testimoniare l'interazione possibile fra le culture, attraverso rituali, musiche e delizie da mangiare!

Don Gino Rigoldi battezzerà Sanela, nuora del grande fisarmonicista Jovica Jovic.

Saremo in tanti credenti e non, uniti e felici di essere testimoni di uno scambio reciproco, possibile anche in un campo rom, che supera confini fra religioni, lingue, culture, colori, e pensieri diversi.

Contribuite anche voi ad arricchire il banchetto coi vostri piatti, colori e sapori... o semplicemente portando del buon vino!

Aderiscono: Moni Ovadia, Arci cultura, Naga, Terra del Fuoco milano, Aizo, Architettura delle Convivenze, la Banda Degli Ottoni, SoS Fornace, Cromosoma 21, I Muzikanti di Balval, Camilla e Ulisse, Malapizzica, Arcimetromondo, Mondorchestra,Canzoniere dei transiti, Enosud

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 11/02/2010 @ 09:28:32, in Regole, visitato 1804 volte)

A proposito degli ultimi sgomberi a Milano, leggo sul blog di Luciano Muhlbauer

ANCHE VIGILI URBANI DEL SINDACATO SDL DENUNCIANO USO ILLEGITTIMO POLIZIA LOCALE PER SGOMBERI DA PARTE DI DE CORATO - LEGGI IL COMUNICATO SINDACALE

Non siamo soli a denunciare l’uso illecito e strumentale della Polizia Locale da parte di De Corato. Rispetto all’impiego di operatori della polizia municipale in maniera impropria, come se fossero forze dell’ordine, intervengono ora anche i diretti interessati.
Infatti, oggi il sindacato SdL Intercategoriale della Polizia Locale di Milano ha denunciato pubblicamente, con un comunicato stampa, l’utilizzo illegittimo dei vigili urbani da parte del Vicesindaco.
Chiediamo dunque ancora una volta, dopo l’odierno voto in Consiglio regionale e dopo questa presa di posizione più che significativa, poiché proviene da chi opera sul campo, che i responsabili dell’ordine pubblico, a partire da Prefetto e Questore, intervengano sul Comune di Milano, al fine di ristabilire la legalità.
E questo significa sciogliere la celere di De Corato e tutte quelle squadre speciali che si pongono al di fuori dal quadro costituzionale e dalle normative vigenti.

QUI DI SEGUITO IL COMUNICATO DEL SINDACATO SDL:
([...] puoi scaricare il comunicato di SdL in formato pdf)

COMUNICATO STAMPA:
SGOMBERI NOMADI: UTILIZZO ILLEGITTIMO DELLA POLIZIA LOCALE

IL SINDACATO SdL, HA ACCERTATO CHE, QUASI TUTTI GLI SGOMBERI, DEI CAMPI NOMADI, EFFETTUATI A MILANO NEGLI ULTIMI MESI, SONO STATI E CONTINUANO A ESSERE ATTUATI, QUASI TUTTI IN MODALITA’ ILLEGITTIMA.
IL VICESINDACO, RICCARDO DE CORATO, AVOCANDO A SE, LE FUNZIONI SANCITE DALLA NORMATIVA VIGENTE (ART. 117 COSTITUZIONE), ART.5 Legge 65 del 07/03/1986, IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA, CONTINUA IMPARTIRE ORDINI AI DIRIGENTI DEL COMANDO DI POLIZIA LOCALE, DISTOGLIENDO GLI AGENTI DI P.L. DAI RISPETTIVI COMPITI D’ISTITUTO.
TUTTO CIO’ CON IL SILENZIO DEL PREFETTO E DEL QUESTORE, CHE ORMAI NON FORNISCONO PIU’ PATTUGLIE DI POLIZIA DI STATO, PER ESEGUIRE VERE E PROPRIE OPERAZIONI DI ORDINE PUBBLICO QUALI, GLI SGOMBERI E L’ALLONTANAMENTO DI CITTADINI SENZA FISSA DIMORA.
QUINDI LE OPERAZIONI VENGONO ESEGUITE IN ASSENZA DEGLI UFFICIALI DI PUBBLICA SICUREZZA, QUALIFICA NON PRESENTE, PER LEGGE, ALL’INTERNO DELLO STAFF DELLA POLIZIA LOCALE. INFATTI, NEMMENO IL COMANDANTE DEL CORPO, PUO’ RIVESTIRE QUESTA CARICA, PROPRIO PERCHE’, L’ORDINE PUBBLICO E LA SICUREZZA SONO PREROGATIVE DELLO STATO, QUINDI DEVE ESSERE ATTUATA DALLE FORZE DI POLIZIA NAZIONALE.
RAMMENTIAMO CHE, NON RIENTRA NELLE FUNZIONI DEI VIGILI URBANI, GARANTIRE LA SICUREZZA, SE NON CON RIDOTTE ATTIVITÀ AUSILIARIE.
IL SERVIZIO IN QUESTIONE RISULTA PARTICOLARMENTE PERICOLOSO, VISTA LA MANCANZA DI PREPARAZIONE DEGLI AGENTI, QUINDI PRESENTI ANCHE VIOLAZIONI DELLA NORMATIVA SULLA TUTELA DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI.
IL SINDACATO DEI LAVORATORI, PREANNUNCIANDO UN ESPOSTO ALLA PROCURA, HA DIFFIDATO IL VICESINDACO E I RESPONSABILI DEL COMANDO DI P.L. INOLTRE HA INVITATO IL PREFETTO E IL QUESTORE, A RIPRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE, RIPRISTINANDO LA SITUAZIONE DI LEGALITA’ IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA.

Milano, 10 febbraio 2010

S.d.L. Pubblico Impiego Milano

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Di Fabrizio (del 10/02/2010 @ 17:41:08, in Italia, visitato 2197 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

FACCIAMO IL PUNTO

Dato il silenzio stampa … vi chiedo di dedicare due minuti a scorrere queste righe e a diffondere anche per non dire poi… io non sapevo.

Siamo in uno dei momenti storici in cui Milano ha il maggior numero di soldi per i "nomadi" (fondo Maroni).
La scelta del Comune e Prefetto di Milano è di utilizzare i soldi unicamente per interventi sociali nei campi regolari; in base al Decreto del Ministero dell'Interno 3/2/09 il finanziamento approvato è di 13.115.700 euro (Progetto di riqualificazione, messa in sicurezza e alleggerimento delle aree adibite a campi nomadi, integrazione sociale della relativa popolazione ed eliminazione di alcune aree): 4.000.000 di euro per gli interventi sociali, 9.115.700 euro per gli interventi strutturali (cioè messa a norma e sgomberi)

Ma cosa succede nei “ campi irregolari “?
Nonostante l'"emergenza freddo", la situazione ha subito un forte peggioramento dall'inizio dell'anno. Le associazioni che da tempo stanno loro accanto ( Naga, Comunità di sant’Egidio, Padri Somaschi, Caritas,…) ci confermano che gli sgomberati sono quasi sempre le stesse famiglie (poche) che sono costrette a spostarsi continuamente spostate in altre aree periferiche.
E’ una persecuzione e questo è un bollettino di guerra

CRONOLOGIA DEGLI ULTIMI SGOMBERI
e non sono tutti

- 28 dicembre: sgombero alla Bovisa (all'ex campo noto alle cronache): si disse che alcuni rom erano tornati in Romania, ma sono già tutti nuovamente a Milano e hinterland.

- 28 dicembre: sgombero in via Sacile

- 14 gennaio: viale Forlanini, ex polveriera del demanio militare

- 19 gennaio: sgombero a Rho

- 19 gennaio (?): sgombero in via Gonin

- 21 gennaio: sgombero area vicino al cimitero di Chiaravalle (95 rom rumeni). Gli sgomberati si sono spostati per la maggior parte al campo di Lorenteggio (al confine con Corsico)

- 28 gennaio: via Cristina di Belgioioso, 60 rom rumeni

- 29 gennaio: via Molinetto di Lorenteggio. Circa 120 persone (almeno 40 minori, varie donne incinta, provenienti dagli sgomberi di Rubattino e di Chiaravalle). Erano in corso i trasferimenti per 7 minori dalle scuole del quartiere Rubattino alle scuole del quartiere Lorenteggio( via Salerno, via dei Narcisi). Agli uomini è stato detto potevano recarsi al dormitorio in Viale Ortles: arrivati al dormitorio, han detto che non c'era più posto. (una mamma con due bambine è stata per alcune notti in una comunità mamma-bambino)

- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Molinetto di Lorenteggio

- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Giambellino

- 1 febbraio: sgombero in un capannone di via Siccoli (Bovisa), 30 persone, di cui 8 minori. I minori in età scolastica erano 2, frequentavano da inizio gennaio la Scuola elementare di via dei Guicciardi, ben accolti da compagni e maestre. Erano bambini già provenienti dalle scuole di Rubattino, che quindi avevano già visto interrotto il loro percorso scolastico... (accoglienza per la prima notte in comunità mamma-bambino Villaggio della Misericordia)
A seguito di questo sgombero, De Corato dichiara: "Salgono a 188 gli sgomberi effettuati dal 2007. Otto solo nell'ultima settimana, più di uno al giorno."

- 1 febbraio: sgombero al cavalcavia Bacula Sarebbe interessante chiedere al Comune di rendere pubblici i costi delle operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono sprecati...
Un caso emblematico è sicuramente l'area del cavalcavia Bacula: in un Comunicato Stampa del 4 aprile, il Vicesindaco stimava in 30.000 euro il costo del solo sgombero del 31 marzo 2009. Quello era l'ottavo intervento, in quel luogo, in due anni.
Il 24 settembre 2009 c'è stato a Bacula il nono sgombero, il 1 febbraio 2010 il decimo sgombero e ora i rom sono già tornati a Bacula...!
Sempre a Bacula, dopo lo sgombero del 31 marzo 2009, il Comune pubblicizzò come risolutiva una cancellata ( .. "Sono terminati i lavori di pulizia sotto il cavalcavia Bacula dove era sorta una baraccopoli occupata da 140 rom romeni e smantellata lo scorso 31 marzo. Amsa ha rimosso ben 230 tonnellate di rifiuti ingombranti e solidi urbani. Dalla prossima settimana inizieranno le operazioni per la posa della cancellata in modo da prevenire ulteriori intrusioni. Gli 8 interventi effettuati in due anni nell'area abusiva sono costati al Comune circa 100 mila euro: 30 mila solo per l'ultimo sgombero". Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
"Dalla prossima settimana - conclude De Corato - verranno avviati i lavori per la cancellata, che si concluderanno entro Pasqua. La soluzione, prevista da accordi stipulati con un'azienda specializzata che si accollerà gran parte delle spese in cambio di una sponsorizzazione, sarà una recinzione alta 3,5 metri che poggerà su un muretto in calcestruzzo armato".)

- Il 4 febbraio, dopo lo sgombero di Rogoredo (90 rom rumeni; una mamma con bambino e una donna con handicap hanno accettato il ricovero nelle strutture comunali),
"L'azione del Comune - spiega De Corato - sta andando avanti inesorabilmente secondo un piano programmato di interventi. Salgono così a 190 le operazioni effettuate dal 2007, 15 da inizio anno, quasi uno ogni due giorni. I rom devono capire che Milano è ostile a qualsiasi forma di abusivismo. Ecco perché abbiamo predisposto che una pattuglia della Polizia Locale segua i movimenti dei nomadi allontanati. Per scongiurare il pericolo che si accampino in un'altra area della città". (omnimilano.it)

- Il 5 febbraio ci sono stati altri 3 piccoli sgomberi in un giorno


- Per l'inizio della settimana (9/10 febbraio?) è annunciato lo sgombero del campo di rom rumeni di Chiaravalle -Sant'Arialdo: circa cento persone, una cinquantina di minori. La Comunità di Sant'Egidio è presente in questo campo: nonostante le difficoltà "logistiche" (è necessario camminare dieci minuti nel fango per raggiungere la strada asfaltata), ci sono 4 famiglie che mandano i minori a scuola: sono famiglie di ex abitanti di Rubattino. Sono in corso le operazioni per iscrivere altri minori presso la scuola di via Ravenna (ad oggi altri 6 hanno fatto richiesta).
Due minori che frequentavano la scuola Pini della zona Rubattino, dal 1/2/2010 frequentano la scuola di via Ravenna,adesso verranno strappati anche da lì: tutti questi sgomberi rendono impossibile la continuità dei percorsi scolastici Altri minori frequentano le scuole elementari della DDS Pini (Lambrate-Feltre), la media di via Maniago, il CTP di via Heine.
Porto l'esempio di una famiglia, ex Rubattino ora al campo di Chiaravalle seguita dalla Comunità di S. Egidio: il padre ha avviato un percorso di formazione per la riqualificazione professionale presso l'ESEM, il figlio maggiore di 17 anni è iscritto al corso per le 150 ore al CTP Heine e ogni giorno accompagna i tre fratelli e un cugino a scuola in zona P.zza Udine (con i mezzi da Chiaravalle ci vuole almeno un'ora): alle 7,50 entra in prima media la sorella (via Maniago), alle 8,30 i due fratelli e un cugino all'elementare di via Feltre, alle 13,30 esce la sorella dalle medie e alle 16,30 i fratelli dalle elementari... Nonostante la distanza, la frequenza è ottima e regolare.

Sempre nel campo di Chiaravalle, il 30 gennaio sono bruciate sei baracche per una candela rimasta accesa (una mamma aveva paura che i topi mordessero la figlia di pochi giorni): vivere nei campi abusivi è pericoloso, non piace neanche ai rom, ma gli sgomberi continui non fanno altro che abbassare ulteriormente le condizioni di vita dei rom (speranza di vita per un rom che nasce in un campo abusivo a Milano: 50 anni) e aumentare i pericoli.

E’ stato più volte chiesto al Comune di rendere pubblici i costi delle operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono sprecati…

Se solo lo si volesse sono praticabili alternative alla politica degli sgomberi senza soluzioni alternative.
La complessità del fenomeno ( a cominciare dal fatto che alcuni “ nomadi” ( che nomadi non sono) sono italiani, altri comunitari…) richiede una pluralità di risposte che si giocano su più tavoli con scelte politiche che prevedano percorsi mirati all’autonomia.
E’ possibile fare politiche per la cittadinanza sociale dei rom e dei sinti, ed è possibile farle con loro” (Tommaso Vitale).
Sono già stati fatti percorsi con famiglie che, dopo un periodo di accompagnamento sociale, si sono rese autonome dal punto di vista abitativo e economico. Questo è il modo per "smantellare" veramente i campi rom da Milano.
Qui sotto c'è il link a un servizio andato in onda il 5/2/2010 sul tg3 nazionale. Si parla di una famiglia inserita in una casa e di un ragazzo, di 15 anni, anche lui inserito in casa: fino ai giorni dello sgombero andava a mendicare e non vedeva grandi prospettive alternative, ora frequenta un corso di 150 ore per l'ottenimento della terza media e un corso di idraulico.....

link per vedere il tg 3 online del 5 febbraio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-072d99b8-17c4-4939-a2a9-64e8188a541f-tg3.html?p=0


7 febbraio 2010 Patrizia Quartieri - consigliere comunale a Milano, indipendente per Rifondazione Comunista

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Di Fabrizio (del 10/02/2010 @ 09:09:34, in Europa, visitato 1967 volte)

Da Roma_Francais

Fabienne Huger, Vincent Vérier - 08.02.2010

Domenica sera, poco prima delle 20.00, s'è sviluppato un incendio su un terreno comunale in voie du Bouvray a Orly, dove alcuni Rom avevano installato sette baracche da circa un anno. Le fiamme, che hanno devastato due baracche e danneggiato una terza, sono costate la vita ad un bambino di quattro anni.

Una bambina di due anni, che potrebbe essere sua sorella ed è stata seriamente ustionata al viso, è ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Trousseau, dove è stata condotta d'urgenza. Due adulti, un uomo di 28 anni ed una donna di 22, sono stati feriti più leggermente alle braccia. Qualche istante dopo il dramma, la sindaca di Orly (DVG - sinistra indipendente ndr), Christine Janodet, presente sul posto, ha fatto aprire il ginnasio Paul-Eluard, situato nelle vicinanze, per alloggiare i sinistrati. La psicologa della scuola è stata sollecitata a sostenere la piccola comunità.


Una tragedia che puntualmente si ripete nei campi e nelle baraccopoli in Europa. Certo, nel dolore spicca il comportamento delle autorità di Orly (proprio come quelle italiane, vero?).

Purtroppo la bambina ustionata non ce l'ha fatta. Leggo su Roma_Francais

Ahimè, la piccola Francesca (15 mesi) non è sopravvissuta alle bruciature. Ci siamo riuniti ieri sera (il comitato Romeurope 94) a Orly con la sindaca, i compagni di Romeurope 94 e le famiglie ospitate provvisoriamente in un ginnasio ed anche con la famiglia interessata da questo dramma: la morte di due bambini (Stéfan di 3 anni e la piccola Francesca).

Certamente daremo un altro senso alla nostra giornata che si voleva festiva sabato prossimo (al Royal) a Choisy-le-Roi (giorno dell'anniversario di 10 anni d'accompagnamento dei Rom nella Val-de-Marne) in presenza di numerosi eletti (consiglio generale, ecc.) che manterremo agli stessi orari (ma con un altro contenuto).

Redigeremo un opuscolo che vi faremo conoscere rapidamente.

Yves LORIETTE

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Di Daniele (del 09/02/2010 @ 09:30:53, in musica e parole, visitato 2457 volte)

La Repubblica Milano.it


Jovica Jovic è un maestro di fisarmonica di fama internazionale. "È incredibile, vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male". La sua unica colpa è di avere un visto scaduto di Luca De Vito

Jovica Jovic

La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili. Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto.

VIDEO Il racconto di Jovica

«È incredibile - racconta - vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male». Jovic accetta di parlare nel chiuso di un garage del centro, perché «nelle mie condizioni le precauzioni non sono mai troppe». Insieme con lui, alcuni amici italiani che lo hanno conosciuto grazie alla sua attività artistica. Mauro Poletti, dell’associazione Terra del fuoco, segue da anni Jovica nella sua carriera di musicista. «La società dice Paoletti ha un atteggiamento schizofrenico nei confronti del maestro Jovic. Da una parte lo celebra come artista di fama internazionale: basti pensare che ha suonato per anni al binario 21 nel giorno della memoria della Shoah, e che ha collaborato con artisti del calibro di Piero Pelù, Moni Ovadia e Dario Fo. Dall’a ltra lo persegue come illegale e clandestino».

La vita del signor Jovic sembra un film di Kusturica, fatta di viaggi e colpi di scena, anche se il presente per adesso è amaro. Nato a Belgrado nel ‘52, ha imparato a suonare la fisarmonica ascoltando suo nonno, senza spartiti e senza metronomi. Un metodo che utilizza per insegnare ai trenta allievi del suo corso che tiene nella sede di “Terra del fuoco”, un corso di perfezionamento al quale può partecipare soltanto chi ha già una buona conoscenza della fisarmonica. In Italia ha lavorato e suonato senza problemi fino al 2007, quando è stato bloccato all’aeroporto di Roma e - a causa di un visto non rinnovato - rinchiuso in un Cpt, da cui è uscito solo per le sue precarie condizioni di salute e grazie all’a iuto di un medico.

Una settimana fa l’ultimo episodio di questa vita clandestina: il Comune di Rho - dove Jovic, con la sua famiglia, viveva negli accampamenti di via Magenta - gli ha recapitato un “avviso di imminente accertamento” sui suoi documenti. «Solo grazie a un nostro presidio - spiega Andrea Papoff, del centro sociale Fornace - siamo riusciti a impedire lo sgombero di Jovica e dei suoi parenti». E Jovic aggiunge preoccupato: «Le case accanto alla mia le hanno buttate giù, lasciando sulla strada tre famiglie. I miei parenti temono lo sgombero da un giorno all’altro. Mia moglie aspetta da mesi la possibilità di operarsi a un braccio e anch’io dovrei sottopormi a un intervento all’intestino».

Nonostante i consigli degli amici, però, Jovic si ostina a fumare. Fra le sue dita, un mozzicone che regge una torretta di cenere pericolante. «Prima o poi smetto», assicura, accennando un sorriso poco convinto. Poi torna serio e aggiunge con quella sua voce un po’ roca e un po’ lamentosa: «Mi appello a tutti gli artisti e a tutti gli intellettuali con cui ho lavorato. Vorrei poter rimanere in Italia e continuare con la mia vita di artista onesto. Il mio sogno? Un permesso di soggiorno ad honorem, per il contributo artistico che sto dando al vostro Paese»

[6 febbraio 2010]

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Di Fabrizio (del 09/02/2010 @ 09:10:28, in casa, visitato 1655 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

 link

In occasione della Giornata della Memoria, un presidio di 150 persone è riuscito (pur avendo ricevuto continui rifiuti da parte del sindaco di Comunione e Liberazione Roberto Zucchetti e dei consiglieri leghisti) a far sedere in consiglio comunale un esponente della comunità Rom che ha chiesto all'amministrazione di smetterla con gli sgomberi razzisti e disumani messi in atto dal Comune di Rho, che ricordano tristemente le operazioni di pulizia etnica subite dagli Ebrei e dai Rom durante il nazismo.
L'intervento di Johnny, in rappresentanza della comunità Rom rhodense ha ripercorso la storia della loro famiglia fino allo sgombero, all'abbattimento della loro casa e alla confisca dei loro terreni, sottolineando che le modalità disumane con cui sono stati messi in mezzo a una strada e privati di ogni loro diritto, facendogli perdere il lavoro e allontanando i bambini dalla scuola, rispondono ad una logica razzista per cui viene chiamata l'intera comunità Rom a rispondere di atti illegali che è pur vero che esistono tra i rom (ma anche tra gli italiani), ma la cui responsabilità deve essere individuale.

di sosFORNACE

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