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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/03/2009 @ 09:06:23, in conflitti, visitato 2116 volte)

Da Hungarian_Roma

Da Karin Bachmann, corrispondente di WZ - 06/03/09
Ungheria: squadre della morte contro i Rom?
La polizia cerca gli assalitori seriali

Budapest - Nel caso dei due Rom uccisi vicino a Budapest, cresce l'evidenza che sia stato un atto di assassini seriali. Questo è quanto ha detto giovedì davanti ai giornalisti Tibor Draskovics, Ministro della Giustizia. Nella notte del 23 febbraio, bombe molotov vennero lanciate contro la casa della famiglia Csorba. Mentre scappavano furono sparati dei colpi, e così morirono Robert Csorba, 27 anni e suo figlio di quattro anni e mezzo. L'assassinio ha causato orrore in tutta la nazione, e il funerale di martedì ha riunito molta gente e solidarietà. Vi ha preso parte anche il pubblicista András Biró, vincitore del Premio Nobel Alternativo.

Quel crimine è parte di una serie di seri atti criminosi di violenze contro i Rom. Secondo Draskovics, tutte queste azioni sono successe in maniera simile. I crimini che accaddero prima, successero ad una distanza di due o tre minuti dall'autostrada M3. L'autostrada era sorvegliata, ragione per cui probabilmente gli autori dell'assassinio fecero la "scelta pragmatica" di attaccare un villaggio accanto all'autostrada M5. Non necessariamente il crimine deve avere un retroterra di destra, perché, diversamente da Tatárszentgyörgy, la paramilitare Magyar Garda non marciò da quelle parti. I media ungheresi hanno speculato su "squadre della morte" indipendenti, senza nessun collegamento con la scena dell'estrema destra ed ha seguaci in 4 delle 19 contee ungheresi.

Nel contempo, la Magyar Garda ha annunciato uno spiegamento a Szikszó vicino alla città industriale di Miskolc per il 14 marzo. Gli esperti temono che possano esserci scontri con i Rom in occasione con l'anniversario della Rivoluzione Ungherese.

 
Di Fabrizio (del 03/03/2009 @ 09:20:32, in conflitti, visitato 1570 volte)

Da Hungarian_Roma

Budapest, 27 febbraio (MTI) - Il direttore dell'Ufficio Nazionale Investigazioni ha detto venerdì alla stampa che la polizia ungherese ha stabilito connessioni tra i recenti attacchi contro i Rom, alcuni dei quali finiti in omicidi.

Gli investigatori affronteranno procedure disciplinari per gli errori che hanno compiuto durante la più recente uccisione di un Rom e di suo figlio, dice il risultato di un rapporto pubblicato venerdì.

"Le prove sin qui scoperte suggeriscono che abbiamo a che  fare con una serie di crimini, i cui autori [provengono] dal medesimo circolo di criminali", ha detto Attila Petofi dell'Ufficio Nazionale Investigazioni.

Ha detto che nell'insieme sono stati esaminati sette attacchi, in cui sono stati uccisi quattro Rom.

Nello sviluppo dei collegamenti, la polizia ha fermato e presto interrogherà un sospetto per un attacco con granate ad una famiglia Rom di cinque persone a Pecs (Sud Ungheria) nel novembre dell'anno scorso, in cui furono uccisi i genitori, ha detto Istvan Hazi, alto funzionario presso l'unità omicidi al Quartiere Generale della Polizia.

Nel recente omicidio di un uomo e di suo figlio di cinque anni, i poliziotti sono stati trovati colpevoli nelle loro azioni quando sono apparsi inizialmente sulla scena del crimine, ha detto Sandor Armos, capo della polizia della contea di Pecs. Il Rom e sue figlio sono stati colpiti a morte mentre fuggivano dalla loro casa data alle fiamme all'inizio di settimana scorsa.

Armos ha detto che un rapporto completato venerdì, ha trovato che i poliziotti non hanno condotto indagini sulla scena del delitto a crimine appena avvenuto. Hanno ignorato le pallottole sparate dall'arma dell'uccisione che successivamente sono state scoperte ad appena alcuni metri dalla casa. Ha aggiunto che, d'altra parte, la polizia non è colpevole per non aver inizialmente trattato il caso come omicidio, perché sia i medici che gli esperti presenti sul luogo diedero loro rapporti che non indicavano evidenza di omicidio.

Le organizzazioni rom hanno accusato la polizia di essere inadatta nel risolvere il caso,dato che inizialmente non l'hanno trattato come omicidio.

Il primo ministro Ferenc Gyurcsany ha chiesto un'inchiesta per stabilire se l'azione della polizia è stata inadeguata riguardo gli attacchi contro la popolazione rom e sollevato le forze di polizia nelle aree dove i disaccordi tra gruppi rom e no hanno causato problemi.

 
Di Sucar Drom (del 10/02/2009 @ 09:35:59, in conflitti, visitato 1574 volte)
 
Di Fabrizio (del 23/11/2008 @ 09:22:02, in conflitti, visitato 1692 volte)

Da Czech_Roma

BBC News

Alcuni dei dimostranti erano a volto coperto - VIDEO

La polizia anti rivolta della città ceca di Litvinov ha ingaggiato una battaglia sanguinosa con i dimostranti di estrema destra che cercavano di raggiungere il quartiere rom.

I poliziotti, alcuni a cavallo, hanno tentato di far retrocedere con i manganelli e gas i circa 500 rivoltosi, che hanno risposto con lancio di pietre e molotov.

Sette dimostranti e sette poliziotti sono rimasti feriti negli scontri.

La violenza è esplosa durante la marcia del Partito dei Lavoratori lunedì scorso, festa pubblica nella Repubblica Ceca.

E' stato visto almeno un poliziotto ferito a terra con del sangue in faccia, ed una macchina della polizia è stata data alle fiamme.

Circa 1.000 poliziotti sono stati dispiegati per controllare i manifestanti.

"La polizia ha cercato di far indietreggiare i dimostranti al percorso prestabilito, ma questi hanno iniziato a lanciare bottiglie incendiarie," ha detto Jarmila Hrubesova, portavoce della polizia.

In seguito sono state arrestate circa 15 persone.

La grandemente impoverita popolazione Rom della Repubblica Ceca da tempo è bersaglio dell'estrema destra e molti Rom in questo paese di 10 milioni di persone lamentano un'endemica discriminazione razziale.

Dicono gli analisti che i gruppi di destra come il Partito dei Lavoratori non sono riusciti ad attecchire nella politica nazionale nell'ultima decade.

Published: 2008/11/17 21:27:34 GMT
© BBC MMVIII

 
Di Fabrizio (del 22/11/2008 @ 09:19:12, in conflitti, visitato 2588 volte)

Da Hungarian_Roma

19 novembre 2008, BUDAPEST (Reuters) - L'uccisione di due Rom in un assalto con granate nell'Ungheria meridionale mercoledì scorso ha dato luogo ad una disputa tra l'ombudsman delle minoranze e la polizia, che dice che è prematuro parlare di pregiudizio razziale.

L'attacco ha avuto luogo nella notte di martedì a Pecs, 250 km. a sud di Budapest, quando una granata è stata gettata dentro una casa da una finestra.

La polizia della contea di Baranya dice che sono stati uccisi un uomo e una donna, ed i loro due figli hanno riportato lievi ferite.

"Escludiamo la possibilità che ci sia stato un movente razziale," ha detto alla Reuters Peter Zsobrak, portavoce della polizia di Baranya.

"Non c'è nessuna indicazione che la famiglia fosse il bersaglio di un attacco etnico," ha aggiunto, dicendo che un'unità speciale sta investigando, ma la motivazione appare essere una vendetta.

Durante la conferenza stampa, Erno Kallai, ombudsman in carico ai diritti delle minoranze etniche e nazionali, ha accusato la polizia di essere saltata alle conclusioni.

"Non sappiamo se questo crimine abbia o no motivazioni razziali. Ma non è compito della polizia passare alle conclusioni prima che siano terminate le indagini," ha detto.

L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom [...] nell'Europa dell'Est, che compongono dal 5 al 7% dei 10 milioni di abitanti.

Kallai ha rilasciato una dichiarazione in cui dice che è allarmante la serie di recenti attacchi verso i Rom ungheresi.

"L'etnia delle vittime ed il tipo di crimini ci portano a pensare che questi attacchi non sono una coincidenza. I Rom, che vivono alla periferia della società, che sono i più vulnerabili, che sono soggetti a pregiudizio, sono sotto attacco," recita la dichiarazione.

All'inizio del mese due Rom erano stati colpiti a morte durante un attacco a due case nel villaggio nord-orientale di Nagycsecs (VEDI ndr), ma la polizia dice che non ci sono collegamenti tra quel fatto e l'attacco di martedì.

A giugno, delle molotov erano state lanciate in tre case rom a Patka, a ovest di Budapest, mentre a luglio erano stati sparati colpi contro tre case rom a Galgagyork, vicino a Budapest. Non ci sono stati feriti.

Uno studio di ottobre, del Political Capital think tank, commissionato dalla Fondazione Ungherese Anti-Razzismo, ha trovato che la forza crescente dell'estrema destra ungherese coincide col pregiudizio crescente contro i Rom.

"Una... significativa minaccia è il rafforzamento del conflitto tra i Rom e la società non-Rom, che è il conflitto sociale più importante del nostro paese," dice lo studio.

(Reporting by Krisztina Than and Balazs Koranyi; editing by Michael Roddy)

 
Di Fabrizio (del 17/11/2008 @ 08:33:19, in conflitti, visitato 2407 volte)

Da Czech_Roma

Cari amici,

[...] il 17 novembre si svolgerà una marcia di un vasto fronte dei gruppi di estrema destra (si attendono 2.000 persone) nel città di Litvinov (Repubblica Ceca settentrionale), precisamente nel quartiere Janov, abitato principalmente da Rom.

Ci sono già stati degli scontri in precedenza.

 Nel video (in lingua ceca), è documentato lo scontro verbale tra le due parti. Come si vede alla fine, la Polizia si comporta amichevolmente coi nazisti e questa settimana un Rom è stato accusato di razzismo e discorsi razziali. Nessun estremista di destra, uomo o donna - c'erano anche loro, è stato incriminato.

Stavolta, la municipalità e la polizia non hanno trovato nessuna ragione per proibire la manifestazione e nei giorni scorsi, gli estremisti hanno fatto propaganda su internet alla manifestazione.

Sono un produttore cinematografico austriaco, di origine ceca, e sto terminando un documentario su una famiglia Rom.  Sarà il seguito di Romane Apsa - Lacrime Romanì, un documentario che feci 5 anni fa.

Sto seguendo la crescita dell'anti-ziganismo e del razzismo nella Repubblica Ceca ed in Slovacchia.

A Litvinov, ci sarà una grande copertura dei media.

Ieri ho preso parte a una discussione in un articolo a proposito di questa marcia su http://www.aktualne.cz/ e hanno minacciato di spararmi se avessi continuato ad esprimere le mie opinioni. Sto valutando quali misure legali prendere.

Sono scosso e sconvolto dagli sviluppi nel mio ex paese, la Cecoslovacchia. Alcuni militari e poliziotti sono stati sospesi a causa della loro vicinanza con l'estrema destra.

Nella città di Brno, i militanti di estrema destra minacciano i Rom nelle strade in cui vivono. I neonazisti manifestano in varie città ogni fine settimana, e la polizia combatte il movimento antifascista. Il cantante Daniel Landa canta di razza Bianca ed è molto popolare. Il popolare giornale "Lidove Noviny" annincia uno "studio" del Delnicka strana (partito Laburista), che intende provare che i Rom dovrebbero tornare in India. Ho contattato il giornalista, era convinto di aver fatto bene ad annunciare lo studio.

La Repubblica Ceca assumerà la presidenza dell'Unione Europea l'anno prossimo.

[...]

Zuzana Brejcha

 
Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 08:50:18, in conflitti, visitato 2609 volte)

Da Roma_Francais

Source: AFP 03/11/2008 | Mise à jour: 16:50

Un portavoce della polizia locale ha annunciato che sono morti due Rom a seguito di un attacco condotto oggi all'alba con armi da fuoco e bombe molotov contro la loro casa a Nagycsécs, nel nord-est dell'Ungheria.

"Un uomo di 43 anni ed una donna di 40 son morti sul colpo dopo che sconosciuti avevano lanciato bombe molotov contro due case a Nagycsécs," a circa 170 Km. a nord-est di Budapest, ha dichiarato alla stampa Tamas Dobi, portavoce della polizia dipartimentale.

Ha aggiunto il poliziotto che dopo aver preso fuoco, le case sono sono state l'obiettivo di colpi di pallettoni.

"I colpi di fuoco hanno raggiunto le vittime alla testa attraverso le tende chiuse, un uomo è stato leggermente ferito al ventre ed è stato ricoverato in ospedale," ha precisato il poliziotto.

L'attacco avrebbe potuto fare più vittime perché nella seconda casa abitava una famiglia con due bambini. Ma la molotov lanciata non ha preso fuoco.

La polizia ha aperto un'inchiesta "che impiega parecchi effettivi", ma nell'interesse delle investigazioni da ora in avanti non darà più informazioni, ha precisato il portavoce.

Il piccolo villaggio di Nagycsécs conta appena 916 abitanti ed è reputato una località tranquilla, dove l'anno scorso si sono registrati solo 35 casi criminosi.

Le autorità ungheresi hanno proposto una ricompensa di un milione di fiorini (4.000 euro) per chi fornirà informazioni sugli aggressori.

 
Di Fabrizio (del 30/10/2008 @ 09:39:46, in conflitti, visitato 2639 volte)

Sui fatti di ieri in Spagna, ricevo da Union Romani

Stimati amici,

In risposta agli orribili accadimenti di Castellar (Jaen), dove la comunità gitana ha dovuto abbandonare le proprie case per paura delle aggressioni di alcuni cittadini, vi rimettiamo un comunicato stampa in cui la Unión Romaní spiega i fatti e le azioni che ha intrapreso.

Chiediamo la massima diffusione

Saluti

Silvia Rodríguez - responsabile stampa

OCCORRE PORRE FRENO A QUALSIASI MANIFESTAZIONE CHE COMPORTI PERICOLO PER L'INTEGRITA' DELLA COMUNITA' GITANA

Il Presidente di Unión Romaní, Juan de Dios Ramírez-Heredia, a nome di tutta la Giunta Direttiva della Federazione, ha inviato una petizione alla Delegazione Governativa della Giunta Andalusa, perché si prendano tutte le misure necessarie riguardo ai deplorevoli accadimenti che si stanno vivendo nella località jaense di Castellar.

Nel documento citato, il Presidente di Unión Romaní vuole manifestare la grave preoccupazione creatasi nella comunità gitana spagnola, per i fatti accaduti nella città di Castellar, ampiamente diffusi dai mezzi di comunicazione in tutta la Spagna, dove si mostra il confronto tra giovani "payos" e gitani, che ha motivato la fuga massiva dei gitani residenti a Castellar.

Inoltre, si spiega nel testo che nessuno ha riportato che la Unión Romaní si è messa in contatto con le autorità municipali di Castellar, in particolare col sindaco, al fine di avere una conoscenza precisa dei fatti così ampliamente diffusi.

Da questa conversazione col sindaco, Juan de Dios Ramírez-Heredia ha ricevuto la più ferma rassicurazione che l'autorità non si farà influenzare da pretesi estremisti di qualsiasi segno e che non ci sarà la più minima concessione dalla sua ferma volontà di difendere i diritti costituzionali di tutti i cittadini di Castellar, della cui popolazione i gitani formano parte indiscutibile ed indivisibile.

Coscienti che il razzismo sia una ferita latente in buona parte della società spagnola, e che in questi momenti sia come un appello a cui rispondere con grande facilità, Unión Romaní manifesta la sua più ferma volontà a difesa della comunità gitana, da sempre la parte più vulnerabile in questi tipi di conflitti.

Nello scritto inviato alla Giunta Andalusa, affermiamo, con la forza della Legge e della Costituzione, che non si permetterà nessuna aggressione, da qualsiasi parte arrivi, contro la popolazione gitana di Castellar e si esige che le autorità civili e politiche garantiscano il ritorno in pace e sicurezza delle famiglie gitane che, a causa di minacce o di legittima paura, si sono viste obbligate ad abbandonare le loro residenze.

Su questa linea, l'organizzazione ha manifestato la più ferma volontà nel richiedere tutta l'assistenza da parte delle Forze dell'Ordine Pubblico, a difesa dell'integrità delle famiglie gitane oggi allontanate dai loro domicili.

In questa forma si è chiesto - per un elementare senso di prudenza ed in base alla triste esperienza acquisita in circostanze molto simili - che venga impedita o posposta qualsiasi manifestazione che sotto il motto di altre rivendicazioni, possa sottintendere il pericolo che si incendino gli animi e, una volta di più, siano i gitani le vittime dell'odio razzista e di azioni incontrollate dei più violenti.

Per tutto questo, in conclusione, Unión Romaní ha sollecitato la Delegazione Provinciale del Governo della Giunta Andalusa a ricevere un gruppo di persone che a nome dell'organizzazione e capeggiato da don Antonio Torres Fernández, presidente della Unión Romaní Andalucía e vicepresidente dell'Unión Romaní Spagnola, al fine di manifestare apertamente la posizione dell'organizzazione e concordare, appena possibile, le azioni da prendere a difesa dei diritti costituzionali di tutti.

Barcelona y Castellar, 29 de octubre de 2008

JUAN DE DIOS RAMÍREZ-HEREDIA

UNION ROMANI
Dirección Postal/Postal Address:
Apartado de Correos 202
E-08080 BARCELONA (Spain)
Tel. +34 934127745
Fax. +34 934127040
E-mail: u-romani@pangea.org
URL: http://www.unionromani.org/index_es

 
Di Fabrizio (del 29/10/2008 @ 17:14:56, in conflitti, visitato 2870 volte)

Da Mundo_Gitano

MADRID: Gli Zingari hanno lasciato un villaggio spagnolo dopo che la folla aveva assaltato con lanci di pietre le loro case, in seguito ad una collutazione tra giovani, ha comunicato ieri un'associazione gitana.

Un gruppo della comunità di circa 90 zingari è ritornato ieri alle loro case a Castellar, con la polizia che proteggeva la lor presenza, ha detto Juan Luis Munoz, presidente di Romani Chungalo, locale gruppo per i diritti degli zingari.

Ha detto Munoz che poco dopo la collutazione di sabato notte, gli abitanti del paese hanno tirato pietre alle case ed alle macchine degli zingari del paese, che ospita 3.800 persone per lo più impegnate nella produzione olearia della provincia di Jaen nella Spagna meridionale.

"Hanno colpito molte famiglie. Le hanno anche minacciate. E' razzismo," ha detto.

Un portavoce della Guardia Civil ha confermato che pietre sono state tirate contro le case, ed il giornale El Pais scrive che i locali a dozzine hanno attaccato diverse case di zingari.

Dice sempre il portavoce che domenica, circa 300 persone si sono riunite nel villaggio per protestare contro la criminalità, da loro imputata agli zingari.

Il sindaco di Castellar non ha risposto alle richieste di ieri mattina di spiegare cos'era accaduto.

I locali accusano la comunità zingara di comportamenti minacciosi, furti ed altri piccoli crimini, ha detto una  negoziante del paese, che ha richiesto l'anonimato.

"L'ultima goccia sono stati questi ragazzi che sabato ne colpivano altri, i genitori sono intervenuti e tutto si è riscaldato. E' il culmine di tante cose. La gente è al colmo," ha detto per telefono alla Reuters, aggiungendo di non aver notizia che le famiglie zingare stessero lasciando il paese.

[...]

Reuters

La notizia viene riportata anche da il Giornale

 
Di Fabrizio (del 26/10/2008 @ 09:39:48, in conflitti, visitato 1919 volte)

Da Roma_Daily_News

  Politici, rompete il vostro silenzio!

Praga, 23.10.2008, 10:10, (ROMEA) Siamo profondamente afflitti dal silenzio seguito alla manifestazione di sabato dei membri di Národní odpor (Resistenza Nazionale) e di Dělnická strana (Partito dei Lavoratori) a Litvínov. Sin dall'inizio, il corteo non autorizzato era rivolto contro la minoranza Romanì che vive nell'insediamento di Janov. La preoccupazione di quanti vivono lì era completamente giustificata. Già erano stati oggetto di provocazione il 4 ottobre 2008 da parte dei membri dell'estremista DS, quando i "Corpi di Protezione" avevano sfilato per le vie di Janov. Nei media abbiamo visto immagini di Rom con mazze da baseball, cosa che ha agitato contrapposte sensazioni da parte del pubblico. D'altra parte, i Rom non avevano ricevuto alcuna assicurazione da parte dei politici o della polizia che sarebbe stata protetta la loro sicurezza, cosicché sfortunatamente era completamente logico che decidessero di prendersi cura della loro sicurezza e di quella delle loro famiglie.

READ ALSO Two injured as Czech police, far-right radicals clash in Litvinov (in inglese ndr)

CHIEDIAMO A TUTTI I SINGOLI ED ORGANIZZAZIONI DI UNIRSI A NOI NELLA LOTTA CONTRO IL NEO-NAZISMO!
Scriveteci a romea@romea.cz

Le provocazioni dei gruppi estremisti, guidate dai DS, sono diventate più frequenti nei mesi recenti. I Rom si sentono insicuri e sono preoccupati. Stiamo forse tornando all'atmosfera della seconda metà degli anni '90, quando almeno 20 persone, per la maggior parte Rom, vennero uccisi per ragioni razziali? Noi crediamo che i politici Rom, specialmente quelli responsabili della sicurezza e della protezione dei diritti umani dei cittadini, ora non dovrebbero rimanere in silenzio. Siamo sorpresi che lo siano.

La manifestazione non autorizzata dei DS a Litvínov era attesa. Le forze della sicurezza avrebbero dovuto esserne a conoscenza, come pure delle preoccupazioni dei Rom locali. Stavolta i Rom hanno scelto un percorso di pace e si sono muniti di slogan, come "Stop al nazismo", "I Cechi sono per i Rom", "Ora chi ha bisogno di essere difeso?", "Dopo 63 anni, no al ritorno delle pattuglie SS" ed altri erano la lampante indicazione della loro speranza che la polizia li avrebbe protetti e che non avrebbero dovuto provvedere loro a proteggere i loro bambini. Comprendiamo che in quel preciso momento le imminenti elezioni fossero più importanti per i politici, di quanto non lo fossero le minacce ad un gruppo specifico di Litvínov. Però, semplicemente non capiamo il mortale silenzio dopo la manifestazione, persino dopo i servizi televisivi sugli attacchi ai giornalisti, agli ufficiali di polizia e al sindaco. Perché il Ministro degli Interni sta zitto, perché non fa una dichiarazione pubblica per rassicurare i cittadini di quel paese - i cui residenti ora sono stati attaccati per la seconda volta - dicendo che investigherà sul comportamento tenuto dalle forze di sicurezza e prenderà tutte le misure necessarie? Recentemente, disse che si era vicini alla "goccia che fa traboccare il vaso" e che avrebbe proposto di abolire questi gruppi estremisti. Quale dev'essere la "goccia che fa traboccare il vaso" - il ricovero in ospedale di un sindaco, l'uccisione di un poliziotto, un Rom con le costole rotte, un neonazista ucciso da un Rom mentre quest'ultimo si difendeva?

Ricordiamo il Ministro degli Interni Ivan Langer che incolpava i Rom emigrati in Canada di agire da "irresponsabili" verso il resto della società ceca, per la minaccia di reintrodurre l'obbligo di visto. Adesso molti altri Rom devono affrontare preoccupazioni ripetute sulla sicurezza delle loro famiglie. E' giunto il momento che il Ministro degli Interni si assuma le proprie responsabilità. Si deve indagare sull'intervento della polizia che ha reso possibile a neonazisti armati di sfilare nel centro di Litvínov. nel panico che ne è seguito, i Rom hanno fatto bastoni dei loro cartelli. E' sorprendente? I loro diritti umani non erano minacciati in quel momento? Perché Džamila Stehlíková, Ministro dei Diritti Umani e delle Minoranze, è rimasta in silenzio? Perché il parlamentare Mirek Topolánek è silente? Cosa deve succedere ancora per affrontare seriamente questa situazione? Altri omicidi, tensioni, disordini razziali? Se continuerà questo silenzio da parte dei politici, se la polizia continuerà con questi errori, è quello che presto dovremo aspettarci. Non sarà il miglior percorso per una società che si suppone essere democratica.

ROMEA, le organizzazioni e gli individui sotto elencati, chiedono al parlamentare Mirek Topolánek, al Ministro degli Interni Ivan Langer ed al Ministro dei Diritti Umani e delle Minoranze Džamila Stehlíková di iniziare ad affrontare seriaemnte questa situazione, a smettere di mantenere il silenzio su ciò e ad iniziare a sciogliere Dělnická strana!

ROMEA

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