Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 16/08/2010 @ 08:18:52, in Italia, visitato 2234 volte)

REPUBBLICA Milano

di ZITA DAZZI - Sgomberati dall'ex Enel a novembre, a poco a poco si sono costruiti un nuovo villaggio tra rifiuti e topi

Fra le lamiere di via Rubattino il più contento di tutti è Mario, 9 anni. Fino allo sgombero andava a scuola in via Feltre. A settembre tornerà in classe. "Hai visto la mia nuova baracca? Ci entra l'acqua quando piove - dice Mario sgranando gli occhi a mandorla sorridenti - ma fra qualche settimana rivedrò la maestra e i miei compagni". Si riaprono le porte della scuola per Mario e per altri 30 bambini del nuovo campo rom di via Rubattino. Non ci sono ancora gli zaini e i quaderni nelle baracche e nelle tende della nuova favela. Solo materassi buttati a terra, in mezzo a topi, rifiuti, sporcizia. Ma i bambini sono contenti lo stesso, anche se questo posto fa schifo, peggio dell'ex Enel dove stavano fino al novembre scorso.

Adesso i rom sono nella fabbrica abbandonata che si trova esattamente dall'altra parte del viale, l'ex Innocenti. Attraversano la strada e si infilano nel varco sbrecciato di un muro di cemento. Nello scheletro arrugginito dello stabilimento abitano almeno in 200, tutti romeni, originari della zona di Craiova, Carpazi meridionali. Condizioni igieniche e sanitarie, come al solito, devastanti. Migliaia di metri quadrati di capannoni svuotati e decadenti, una fragile volta di tubi di ferro annerito dal tempo, muri pericolanti, detriti, lastre d'amianto. Il terreno dell'Aedes, l'immobiliare che possiede tutta l'area, compresa la vicina Innse, ceduta al gruppo Camozzi dopo una lunga battaglia degli operai.

Accampati nella ex Innocenti

Alla Innse, lì a pochi metri di distanza, il lavoro è ripartito. Nessuno si preoccupa dei rom, arrivati a piccoli gruppi, negli ultimi mesi. Le prime famiglie si sono costruite le baracche sotto l'ultimo brandello di fabbrica rimasto in piedi, a ridosso della strada. Quelle arrivate dopo si sono piazzate nella zona più interna del vecchio stabilimento, sotto alle altissime volte dove un tempo nascevano le auto del miracolo economico. Sanja, tre anni, gioca con un pezzo di ferro trovato per terra. Sua madre è fuori, "mengele, chiedere elemosina", spiega il suocero, cui è affidata la bambina.

Due giovani volontari dell'associazione Segnavia, dei padri Somaschi, visitano le tende e le baracche. C'è chi sta male e non si alza da terra, c'è chi chiede "quando ci portate a fare la doccia", o "quando viene il medico". Queste sono le prime necessità. "La maggior parte delle famiglie era stata anche al vecchio accampamento all'ex Enel, sgomberato nel novembre 2009, e poi in mille altri rifugi di fortuna fra Segrate, Sesto e Chiaravalle - spiega Stefano Pasta della Comunità di Sant'Egidio - . Siamo riusciti a trovare casa e lavoro per circa 80 persone. Ma solo grazie all'aiuto dei cittadini del quartiere, che si sono mobilitati dopo l'ultimo sgombero".

Ortensia, che ha quattro figli e il marito in galera, racconta che in tre mesi ha subito altri otto sgomberi: "E adesso sono di nuovo qui. Da dove ero partita l'anno scorso". Gente nuova continua ad arrivare dalla Romania. Il vicesindaco Riccardo De Corato ha chiesto al prefetto di sgomberarli. Ma l'intervento per ora è slittato: "L'area è privata e noi abbiamo già inviato due diffide alla proprietà che deve mettere in sicurezza l'edificio con telecamere e illuminazione per evitare nuove intrusioni. Altrimenti fare uno sgombero sarebbe inutile".

Verusja gestisce un piccolo bar col frigo alimentato da un generatore, vende birra e Coca Cola. "Lei è ricca", la guardano con invidia gli altri. Pochi hanno i soldi per servirsi al bancone. La maggior parte si accontenta della fontanella. Bracieri di fortuna ardono davanti a ogni tenda. Pesce fritto per i più fortunati, patate e cipolle per gli altri. Dentro alle baracche materassi umidi di pioggia e di sporcizia. Ma davanti a una tenda c'è un generatore e una tivù che trasmette l'Era Glaciale 3 con i sottotitoli in romeno. Un pubblico di tutte le età assiste allo spettacolo e non ride.

I bambini sono tantissimi, come negli altri accampamenti dove hanno vissuto questi zingari. I più grandi danno la caccia ai topi. Maresa, 17 anni e due figli, allarga le braccia e insegue la bambina che gattona in mezzo ai rifiuti: "L'altro giorno abbiamo trovato un serpente. Per caso avete pannolini?". Valerio Pedroni, coordinatore dei volontari dei padri Somaschi, è sconsolato: "Conosciamo alcune di queste famiglie da quattro anni almeno. All'ultimo sgombero, qui, in via Rubattino, otto mesi fa, il Comune ha mandato solo le ruspe e le maestre hanno finito per portarsi gli alunni rom a casa. Abbiamo lavorato per mesi, siamo riusciti ad inserire otto famiglie in appartamenti in affitto, con borse-lavoro per gli adulti. Ma sono progetti a lunga scadenza. Non si può pensare di risolvere tutto solo con lo sgombero".

(14 agosto 2010)

 
Di Fabrizio (del 18/08/2010 @ 09:20:41, in Italia, visitato 1745 volte)

Dichiarazioni fotocopia del vicesindaco, Casa della Carità che ormai non sa più che pesci pigliare e voci che si rincorrono... E' da più di un anno che si ripete che i campi verranno smantellati, il tempo stringe e ancora nessuno sa (o chi lo sa sta zitto), dove andranno i Rom dei campi e con che mezzi... L'unica cosa certa è che la tensione nei campi si taglia col coltello.

REPUBBLICA Milano

di ZITA DAZZI - Il campo rom chiuderà a metà ottobre, in anticipo Cresce la tensione nelle baraccopoli

Si accorciano i tempi per i campi rom di via Triboniano e di via Barzaghi. La chiusura, annunciata per fine anno, sarà invece a metà ottobre. Un mese e mezzo prima del previsto. Metà delle famiglie tornerà in Romania, col sostegno economico dello Stato italiano, mentre per le altre si stanno cercando soluzioni alternative: casa in affitto e borse lavoro. Un percorso non facile, tutto in salita e da costruire. A Musocco, fra le roulotte e i container, si vivono queste ultime settimane in un clima di tensione crescente. Gli operatori della Casa della Carità si fanno vedere il meno possibile, giusto il necessario per prendere accordi con le famiglie coinvolte nel piano di evacuazione. Ma non tutti collaborano.

Intanto, in prefettura, si susseguono gli incontri e i colloqui per cercare di definire i dettagli dell'operazione e per cercare di arrivare all'autunno con la mina del Triboniano disinnescata. "Le date sono già stabilite, stiamo lavorando per dare un aiuto a tutte le famiglie coinvolte", assicura l'assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli. Il compito più difficile sta agli operatori della Casa della Carità che ha rinnovato fino a dicembre l'appalto per la gestione del più grande campo nomadi della città, quasi 600 presenze fra romeni e bosniaci, costruito tre anni fa su un'area oggi destinata al passaggio di una strada per l'Expo 2015.

Odissea Rubattino | Accampati nella ex fabbrica | "La famiglia adottiva" |

Il piano Maroni mette a disposizione 13 milioni di euro per lo sgombero di questo campo, oltre che di quelli in via Novara e via Idro. Gli incaricati di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, stanno terminando gli incontri con le singole famiglie per valutare un progetto di uscita dalla precarietà. "Con alcuni è possibile pensare a un sostegno per l'inserimento in alloggi in affitto e l'assegnazione di una borsa lavoro, con l'obiettivo di arrivare alla totale autonomia del nucleo familiare - spiega Colmegna - Per gli altri invece ci sarà un contributo per il rientro in Romania, dove pure abbiamo progetti di inserimento lavorativo in collaborazione con le amministrazioni locali".

Ma non tutti i rom sono pronti alla collaborazione. "Finora abbiamo sentito tante promesse e poche cose concrete - dice Christian, uno dei portavoce del campo - Sappiamo che ad ottobre dovremo uscire da qui, ma molti temono di restare per strada, di essere sgomberati e basta, come è già successo in passato. Ma siamo pronti a fare sentire la nostra voce".

Due mesi fa, senza alcuna avvisaglia, al Triboniano scattò una vera e propria rivolta con lancio di pietre contro le forze dell'ordine e auto date alle fiamme. Scene di guerriglia che si sono viste anche pochi giorni fa, al campo comunale di via Chiesa Rossa, dove sono arrivate le ruspe per demolire tre villette abusive costruite da una famiglia di 15 rom italiani. Dai controlli catastali è emerso infatti che un membro della famiglia aveva un'altra casa intestata in Lombardia.

"Un importante segnale di legalità", ha definito l'intervento il vicesindaco Riccardo De Corato: "Gli agenti hanno dovuto subire un lancio di pietre, chiavi inglesi e oggetti contundenti da parte dei nomadi allontanati e dei loro familiari. Ma i nomadi nei campi del Comune conoscono bene il regolamento: chi ha proprietà immobiliari non può vivere a spese dei milanesi. È una violazione inaccettabile che rasenta la truffa e per questo i servizi sociali e la polizia locale continueranno a fare accertamenti per evitare furbizie e pratiche parassitarie".

 
Di Sucar Drom (del 26/08/2010 @ 12:00:11, in Italia, visitato 1677 volte)

La campagna Dosta (Basta) è coordinata e finanziata dall'UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte, per promuovere in Italia una maggiore conoscenza delle culture dei rom e sinti. Feste, concerti, dibattiti si svilupperanno nella intera penisola per parlare di arte e cultura della più grande minoranza d'Europa e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.

Nella campagna è stata inserita anche Brescia perché sia in città che in provincia si sono manifestati, sia recentemente che in passato, pregiudizi e comportamenti ostili di alcune importanti istituzioni.

Brescia 28 agosto 2010, presso casa del popolo "Euplo Natali" in via Risorgimento n 18
Programma
Ore 9:30 inaugurazione mostra sul Porrajmos (la persecuzione subita dai rom e sinti durante il periodo nazi-fascista), la mostra rimarrà esposta fino al giorno 4 settembre 2010 dal lunedì al sabato dalle ore 9:30 alle ore 22:00 la domenica dalle 15:00 alle 24:00.

Convegno sul tema dell'antirazzismo coordina giornalista Brescia oggi
ore 10:00 saluti segretario CGIL di Brescia
ore 10:15 campagna dosta Yuri Del Bar Segretario Federazione Rom e Sinti Insieme
ore 10:30 situazione delle minoranze sinte a Brescia Henich Renato Presidente Associazione Sinti Italiani di Brescia
ore 10:45 da Cesare Lombroso criminologo a Sandro Mazzatorta sindaco di Chiari, teoria e pratica dell'antiziganismo dall'Italia unita all'Italia federale Luigino Beltrami osservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti
Ore 11:00 dibattito

ore 21:00 Concerto di musica tradizionale sinta con il gruppo di Atos

 
Di Fabrizio (del 27/08/2010 @ 09:25:33, in Italia, visitato 3150 volte)

Preambolo (ovvero, giramento di palle): Da due settimane l'Unión Romanì ha indetto una grande manifestazione EUROPEA a Parigi il 4 settembre, contro il razzismo e l'antiziganismo, che veda la partecipazione di Rom e Sinti da tutto il continente (anche italiani, sì, anche loro). Va detto, che lo stesso giorno si terranno svariate manifestazioni in altre città europee, collegate all'evento parigino.
Buon ultima si è aggiunta l'Italia, con il comunicato che riporto qui sotto (a dimostrazione che sono una persona gentile). Tanti punti esclamativi, ma neanche una riga è dedicata alla manifestazione di Parigi, dove i firmatari erano attesi, e l'impressione è che da noi smuovere il fondoschiena senza un gettone presenza sia molto faticoso. In coda troverete anche l'elenco dei promotori (chi in buona e chi in malafede).
Io a Parigi ci sarò, voi scegliete quel che volete.

From: Daniela De Rentiis spithrom@webzone.it
Date: 08/26/2010 12:45PM
Subject: URGENTE DA SANTINO SPINELLI

Il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE

Mobilita Rom e Sinti e tutti gli amici Sabato 4 settembre 2010 in un corteo civile lungo le strade di Roma per dire:

- STOP A RAZZISMO E DISCRIMINAZIONE CONTRO I ROM E SINTI!
- STOP AI CAMPI NOMADI!
- BASTA USARE ROM E SINTI COME CAPRI ESPIATORI E CARNE DA MACELLO PER FINI POLITICI
- STOP ALLE NUOVE FORME DI DEPORTAZIONE!!

Il Ministro Maroni con un intervento al Corriere della Sera ha ufficialmente aperto la campagna elettorale che verterà ancora una volta sul problema della sicurezza e i predestinati ad essere usati come carne da macello e agnelli sacrificali saranno i Rom e Sinti.
Il Corriere della Sera ha intervistato il Ministro senza dare alcuna possibilità ai Rom e Sinti di replicare.
I soliti articoli a senso unico!!
La comunicazione in Italia è pura propaganda e non informazione. Quando si tratta di Rom e Sinti non c'è mai contraddittorio!!
Ciò che sta accadendo in Francia ai Rom ci indigna come uomini prima che come cittadini italiani, europei e cittadini del mondo. Basta deportazioni!!
I Rom e Sinti hanno pagato un prezzo altissimo durante la Seconda guerra Mondiale: i 500 mila Rom e Sinti massacrati dai nazifascisti senza che
questo evento si sia impresso nella memoria collettiva!!
I media asserviti al potere mettono in evidenza solo gli effetti devastanti della discriminazione senza rilevare le cause che li determinano di cui sono responsabili le stesse decisioni del governo.
Sarkozy e Maroni mostrano i muscoli contro bambini, donne e vecchi che non possono difendersi in nessun modo!!
Ai Rom e Sinti solo la cronaca, mentre gli eventi culturali sono oscurati!
La società civile deve essere informata e deve reagire!
L'integrazione passa attraverso i Fondi Europei e non dalle tasche degli italiani come invece si fa credere!

INVITATE EMAIL ADERITE E FATE ADERIRE!!

Alexian Santino Spinelli (musicista e docente universitario Rom)
Moni Ovadia (artista)
Nazzareno Guarnieri (PresiDente della Federazione Romanì)
Radames Gabrieli (Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme)
Sergio Giovagnoli (Presidente l'Apis -Roma)
Valerio Tursi (Presidente Arci Solidarietà -Roma)
Carla Osella (AIZO Rom e Sinti Torino)
Stefano Galieni (giornalista di Liberazione)
Andrea Castelfranato (musicista Lanciano CH)
Diana Pavlovic (attrice Rom Milano)
Yuri De Bar (Consigliere Comunale Sinto Mantova)
Gennaro Spinelli (studente e musicista rom Lanciano CH)
Marian Serban (musicista rom Roma)
Luciano Pannese (musicista Castelluccio Valmaggiore FG)
Luciano Di Giandomenico (direttore d'orchestra -l'Aquila)
Luca Marziali (musicista Civitanova Marche)
Giulia Di Rocco (Ass. Them Romano Lanciano CH)
Antonietta Spinelli (Ass. Thèm Romano Pratola Peligna AQ)
Gianni Novelli (CIPAX Roma)
Marco Brazzoduro (docente universitario Roma)
Nico Arcieri (musicista Bisceglie .BA)
Giani di Claudio (Regista Pianella CH)
Luca Krstic (regista Pescara)
Gennaro Spinelli (commerciante Rom Lanciano CH)
Giulia Spinelli (casalinga Rom Lanciano CH)
Valentina De Rosa (parrucchiera romnì Lanciano CH)
Orietta Cipriani (musicista Pescara)
Lena Persiani (operaia rom - Palena CH)
Roberto Malini (Everyone)
Marco Livia (Acli Roma)
Daniela De Rentiis (Associazione Thèm Romanò Lanciano CH)
Tamara Bellone (docente universitaria Torino)
Rosa Spinelli (dipendente comunale di etnia rom Lanciano CH)
Amelia Spinelli (imprenditrice di etnia rom Lanciano CH)
Piera Tacchino (Ass. Piemonte Grecia Santorre di Santarosa Torino)
Alma Azovic (mediatrice culturale Rom Torino)
Giulia Spinelli (commerciante di etnia rom - Lanciano CH)
Olimpio Cari (Pittore Sinto Bolzano)
Bruno Morelli (pittore Rom Avezzano AQ)
Gennaro Cieri (operaio rom Atessa CH)
Luigi Cieri (Operaio Rom Pescara)
Angela Cieri (Casalinga di etnia rom Paglieta CH)
Silvia Faugno (Cantante lirica Pescara)
Federica Zanetti (docente Universitaria Bologna )
Miriam Mehgnagi (cantante Roma)
Glenis Robinson (Everyone - Roma)
Fabio Parente (Fabulafilm regista e produttore - Roma)
Gennaro Bevilacqua (imprenditore Rom -San Vito Chietino CH)
Orhan Galius (Giornalista Rom Olanda)
Bajram Osmani (giornalista rom.Ass. thèm romanò -Brescia)
Vladimiro Torre (Sinto, presidente Ass. thèm Romanò di Reggio Emilia)
Jovan Damianovic (Deputato Rom Repubblica Serba)
Bajram Haliti (avvocato, scrittore rom - Serbia)
Alija Krasnici (scrittore Rom - Serbia)
Juan De Dios Ramirez Heredia (Union Romanì - Spagna)
Antonio Torres (Union Romanì - Spagna)
Loredana Galassini (giornalista - Roma)
Alberto Custodero (Giornalista - Roma)
Davide Spinelli (studente universitario Rom Ortona CH)
Giulia Spinelli (studentessa di etnia rom Lanciano CH)
Evedise Spinelli (studentessa di etnia rom Lanciano CH)
Antonio Ranieri (musicista Lanciano CH)
Liviana Ranieri (musicista Lanciano CH)
Gianni Di Fonso (giostraio Rom - Lanciano CH)
Bruno di Fonzo (ingegnere Argenta FE)
Paolo Barabani (cantante Argenta FE)
Cristiana Arena (musicista - Pescara)
Gianluca Magagni (AIZO Rom e Sinti -Trento)
Claudio Bocci (Ass. Altrevie Roma)
Franca Minnucci (attrice - Pescara)
Franco Rossi (Ass. Cult. Colonos - Udine)
Maria Grazia Dicati (Federazione Romanì - Piove di Sacco PA)
Salvo Di Maggio (Cooperativa ERMES - Roma)
Guido Cohen (Consigliere Comunità Ebraica - Roma)
Gaetano Maffia (regista - Roma)
Franco Mancuso (Roma)
Adriano Mordenti (Artista Roma)
Mariella Valente (IDV Livorno)
Franco Guarnieri (operaio rom Pescara)
Gino Di rocco (studente universitario rom Lanciano CH)
Giuseppe Di Rocco (imprenditore rom Francavilla al Mare CH)
Umberto Di Nella (imprenditore rom Vinchiaturo CB)
Tommaso Di Nella (commerciante rom Lanciano CH)
Maria Rosa Sisto (pediatra Francavilla al Mare CH)
Roberta Sangiorgi (presidente Associazione Ex e Tra Mantova)
Pino Petruzzelli (attore, Genova)

 
Di Fabrizio (del 27/08/2010 @ 09:36:21, in Italia, visitato 2201 volte)

Segnalazione di Sara Palli

PisaNotizie.it Le dichiarazioni del sindaco Filippeschi in visita al campo: "In città non esistono zone franche, ovunque devono valere le regole dello Stato". Africa Insieme: "Il Sindaco mostra di non conoscere la realtà di Via Maggiore. No ai proclami altisonanti sulla sicurezza"

Non c'è pace per i rom a Pisa, dopo gli sgomberi dei mesi scorsi, la chiusura del programma "Città Sottili" e le polemiche sollevate per un mancato disegno di assistenza alle famiglie rom coinvolte nelle diverse vicende che hanno scandito la cronaca cittadina. Nella giornata di ieri (mercoledì 25 agosto) il sindaco Filippeschi, accompagnato da volanti di Vigili Urbani, Polizia, e Carabinieri, si è recato in via Maggiore di Oratoio a Ospedaletto, nell'area fra via Ferraris e via Aldovrandi, alla periferia est di Pisa. Durante la visita è stata abbattuta una costruzione recente, espansione del campo.

"In città - ha spiegato il sindaco Marco Filippeschi in una nota - non ci sono zone franche, ma ovunque devono valere le regole dello Stato". Ha dunque spiegato Filippeschi: Siamo intervenuti, Comune e forze dell'ordine, anche in seguito a segnalazioni di cittadini, perché c'è una situazione intollerabile. La solita grande discarica abusiva, smontaggio di motori di auto e camion lungo la strada e, quello che più preoccupa, costruzione di nuovi edifici abusivi ai margini del grande campo anch’esso abusivo, una situazione da superare".

Nell'area di Ospedaletto, dove il Comune è intervenuto stamani, si trova l'insediamento Rom più consistente della città: circa 280 persone tutte di nazionalità macedone. "Ho chiesto - prosegue Filippeschi - che fossero identificati coloro che svolgono attività abusive e chi costruisce nuovi insediamenti non autorizzati, per poi procedere secondo le leggi e in applicazione delle ordinanze: siamo impegnati a ridurre le presenze sul nostro territorio, d'intesa con la Regione, e abbiamo già migliorato una situazione che ho trovato insostenibile, alleggerendo il peso sulla città e garantendo ausili sociali. Lo facciamo in modo scrupoloso, rispettando le persone e volendo superare degrado e pericoli quali quelli così evidenti in via Maggiore. Perciò dobbiamo e vogliamo essere rigorosi e coerenti. E lo saremo usando tutti i mezzi più utili a far valere le regole".

Oggi (giovedì 26 agosto) il Comune ha già predisposto la bonifica del tratto di via Maggiore di Oratoio che si trova davanti all’insediamento non autorizzato: una squadra di Avr provvederà alla pulizia delle piccole discariche abusive sorte lungo quel pezzo di strada e al taglio dell’erba.

Le reazioni alle dichiarazioni dell'amministrazione non sono tardate ad arrivare. "Ansioso di ripetere il solito ritornello della 'legalità' a senso unico - scrive l'Associazione Africa Insieme - il Sindaco mostra di non conoscere la realtà di Via Maggiore: come troppo spesso accade, gli slogan precedono e sostituiscono l'analisi concreta, puntuale dei fatti".

I volontari dell'associazione che da anni segue la situazione dei rom a Pisa, precisano alcuni passaggi di carattere amministrativo rispettto alla condizione del campo di Ospedaletto: "Il primo cittadino definisce 'abusivo' il campo di Oratoio: è la prima, grave deformazione. L'insediamento è nato una decina di anni fa, ed è nato effettivamente come campo non autorizzato. Ma fu inserito già nel 2002 nel 'censimento' del programma Città Sottili: nel corso degli anni, gran parte delle famiglie sono state seguite dai servizi sociali e dalle cooperative. Non solo: per esigenze transitorie legate a Città Sottili, intere famiglie provenienti da altri campi sono state trasferite dalla stessa amministrazione comunale in Via Maggiore. Di fatto, dunque, il Comune ha gestito il campo, regolandone le presenze come se fosse un insediamento regolare. Parlare oggi di 'abusivismo' è per lo meno improprio: a meno di non attribuire la qualifica di 'abusivo' ai provvedimenti della stessa amministrazione".

"Non basta - continua Africa Insieme - il Sindaco parla disinvoltamente di abbattimento di baracche, applicazione delle 'ordinanze' (quelle che vietano ogni forma di campo), riduzione delle presenze: tra le righe, si lascia trapelare persino un imminente sgombero. Dati della Fondazione Michelucci – un autorevole istituto di ricerca, consulente della Regione Toscana – ci dicono che quello di Oratoio è attualmente il campo più popolato dell'intero territorio regionale: circa 250 persone, tra uomini, donne e bambini, rilevate alla fine del 2009. Davvero si pensa di risolvere il 'problema' sgomberando 250 persone, trasformando una questione sociale in un'emergenza di ordine pubblico? E dove si pensa di mandare queste 250 persone, molte delle quali hanno in tasca un regolare permesso di soggiorno e abitano a Pisa da più di venti anni?".

In chiusura Africa Insieme rammenta uno degli eventi che ha maggiormente influito sulla condizione attuale degli abitanti del campo di Oratoio: "L'amministrazione dovrebbe ricordarsi che in Via Maggiore abitano le famiglie che a suo tempo furono escluse da 'Città Sottili' perché accusate di essere coinvolte in una rissa tra rom. Quei nuclei furono sfrattati dalle loro case, prima di una sentenza del giudice, e inviati dalla stessa amministrazione comunale in Via Maggiore: anche così sono aumentate le presenze in quel campo. Solo due mesi fa, il giudice ha assolto definitivamente tutti i macedoni accusati di aver preso parte alla rissa: oggi, invece di risarcirli per il clamoroso errore compiuto – un errore che si poteva evitare, se solo si fosse atteso l'esito giudiziario della vicenda – si pensa a nuovi provvedimenti di sgombero. Ancora una volta, l'operato di questa Giunta è segnato purtroppo da superficialità, scarsa conoscenza dei fatti e proclami altisonanti sulla sicurezza. Sarebbe gradito un minimo di serietà e capacità di governo dei fenomeni".

 
Di Fabrizio (del 29/08/2010 @ 09:07:24, in Italia, visitato 3000 volte)

Segnalazione di Valter Halilovic

La Stampa 26/08/2010 EMANUELA MINUCCI - TORINO

L'area del campo rom in Lungo Stura Lazio
"I nomadi aiuteranno nella raccolta rifiuti in Lungo Stura Lazio"

Chiamparino non sarà Sarkozy, ma intanto ieri in Comune si è decisa una radicale operazione-pulizia di lungo Stura Lazio. Un modo - attraverso il coinvolgimento della stessa popolazione Rom - per riportare la zona a standard più che decorosi, ma soprattutto per capire dove stanno i fragili e dove i soggetti più pericolosi. Un modo per separare il grano dal loglio e, in capo ad un mese, mettere a segno un'operazione mirata di polizia, tesa a colpire esclusivamente chi delinque. Tutta l'operazione, che si concluderà entro la fine di ottobre costerà al Comune fra i 50 e i 60 mila euro.

Al vertice in municipio hanno partecipato oltre all'assessore alla Polizia municipale Domenico Mangone e quello all'Ambiente Roberto Tricarico i vertici di Amiat e i presidenti delle circoscrizioni 5 e 6 Paola Bragantini e Vittorio Agliano. Una riunione durata oltre due ore al termine della quale Tricarico ha chiarito, fase per fase, come si realizzerà l'articolato intervento di bonifica ambientale. "Sono già in corso le operazioni di derattizzazione e sanificazione dell'area - ha detto -, la prima fase dei lavori terminerà il 15 settembre per poi dar corso successivamente alla pulizia sollecitata da più parti in queste settimane".

E ha aggiunto: "Per realizzare questa pulizia interverranno più squadre di giovani per un totale di venti persone, tutte appartenenti all'associazione “Terra del fuoco” individuata dalla Prefettura come soggetto attuatore di questo complesso intervento, ma soprattutto gli stessi Rom, che verranno coinvolti nelle operazioni di selezione dei rifiuti". "Le persone Rom che parteciperanno alla pulizia - spiega Michele Curto presidente dell'associazione “Terra del Fuoco” - dimostrando di volersi integrare riceveranno una tessera di riconoscimento che costituisce il primo passaggio per separare chi è intenzionato a far parte di una comunità e chi invece tende a vivere di espedienti a danno della collettività".

Tornando ai rifiuti, è interessante scoprire che verranno suddivisi in modo tale che quando passerà a ritirarli l'Amiat avranno già la loro precisa destinazione. Non dimentichiamo, infatti, che sul posto giacciono carcasse di automobili, televisori abbandonati e altri grandi rifiuti di ogni genere.

"Il 26 settembre - ha poi concluso Tricarico - entrerà in scena Legambiente che ha scelto questa zona per lanciare la tappa del 2010 di “Puliamo il mondo” che affiancherà “Terra del fuoco” e Rom". Sempre in quella data arriveranno sul posto, muniti di guanti, pale e carriole anche i giovani di "Libera", l'associazione di don Luigi Ciotti.

"Non facciamo la guerra ai Rom anche a Torino". A chiederlo è la capogruppo di Sel Monica Cerutti. "L'Unione Europea - spiega - ha richiamato la Francia e l'Italia perché attuino correttamente le regole europee sull'immigrazione. Prima si era già pronunciata con preoccupazione la Cei e lo stesso Papa, invitando a saper accogliere le legittime diversità umane. Ora il Comune si sta attrezzando sull'annosa situazione di Lungo Stura con un piano articolato su tre fronti: assistenza, igiene e legalità. Una comunità civile non può più tollerare che persone possano vivere in condizioni così precarie dal punto di vista igienico e contemporaneamente bisogna tenere conto dell'insofferenza dei residenti. Tuttavia, siamo preoccupati che il piano del Comune possa essere percepito come in linea con le dichiarazioni di Maroni e che si faccia prevalere il problema sicurezza rispetto a quello umanitario".

E conclude: "Da Chiamparino, come presidente dell'Anci, ci aspetteremmo una presa di posizione che ponga al Governo il problema delle risorse per l'accoglienza, da coniugare con il rispetto delle regole, invece di rincorrere la questione sul fronte della mera sicurezza".

 
Di Fabrizio (del 29/08/2010 @ 09:11:38, in Italia, visitato 2325 volte)

Gad Lerner, il blog del bastardo giovedì, 26 agosto 2010 Rassegna Stampa

Questo articolo è uscito sul Diario di "Repubblica".
Il vicesindaco Riccardo De Corato, eterno secondo della politica milanese, contabilizza gli sgomberi di campi rom effettuati negli ultimi quattro anni con la meticolosità del cow-boy che incide una tacca dopo l'altra sulla pistola: 301 prestazioni da buttafuori, a suo dire.

Col risultato che ormai in città è divenuto vorticoso il viavai di questo materiale umano considerato scadente, così poco riciclabile da meritarsi un curriculum da veterani: gli ex del campo di San Dionigi provenienti dallo sgombero di via capo Rizzuto espulsi dal cavalcavia Bacula e parcheggiati in via Idro fino alla tacca prossima ventura di De Corato. Una massa di "ex", sempre gli stessi, non fosse per la natalità elevata che rifornisce continuamente la tragedia di altri bambini sballottati qui e là, dunque sottratti per via poliziesca alla frequenza scolastica.

I rom a Milano svolgono una funzione importante. Peccato che ce ne siano troppo pochi. Quando sperava ancora che l'imitazione del gergo leghista gli avrebbe conservato la presidenza della Provincia, Filippo Penati (Pd) si esibì in un gioco di parole davvero raffinato: "Altro che ripartire i rom fra i diversi comuni dell'hinterland, come chiede il governo Prodi. I rom se ne devono ripartire tutti quanti!". Cosa c'è di meglio, per un politico in difficoltà, che mettersi dalla parte del popolo, irridendo gli scrupoli dei soliti privilegiati?

E' così che ai rom milanesi è toccata la sorte poco evangelica di venir moltiplicati, proprio come i pani e i pesci sul lago di Tiberiade. Il succitato Penati giunse a contare 20 mila nomadi –ventimila!- disseminati pericolosamente tra le vie della metropoli. Una cifra insopportabile per la povera Milano. Non si ricordano ulteriori precisazioni del leader democratico allorché il censimento dei campi rom, promosso nel 2008 dal nuovo ministro cattivista Maroni, rivelò che bisognava togliere un zero: i rom che minacciano la pacifica Milano risultavano essere poco più di duemila. Troppo pochi, appunto, e infatti la politica bisognosa non ha smesso di moltiplicarli neppure dopo il censimento. E' dei giorni scorsi un'intervista di Letizia Moratti, bisognosissima di ricandidatura a sindaco, nella quale si legge questa mirabolante affermazione: i rom a Milano sarebbero stati ancora diecimila (bum!) nel 2008, dopo di che –forse per merito delle 301 tacche di De Corato?- il loro numero si sarebbe drasticamente ridotto. Un esodo di sette-ottomila "scarti umani", più tenaci da debellare che non gli stessi topi, come graziosamente dichiara il leghista Matteo Salvini, aspirante vicesindaco, realizzato dunque in un biennio, alla chetichella? Chi ha visto le carovane dei partenti, con i materassi sulle spalle e i bambini per mano? Dove sono andati, con quali mezzi di trasporto s'è conclusa la "derattizzazione"? E come mai, dall'alto dei suoi 301 sgomberi, il cow-boy De Corato può citare solo 32 casi di rom stranieri rimpatriati per motivi di sicurezza dal 2007, più altri 143 segnalati (pro forma) alla prefettura per cessazione dei diritti di soggiorno?

E' buffo a dirsi, ma a Milano sono certamente più numerosi i nomadi romeni allontanati dai campi e rimpatriati senza clamore da parte del volontariato sociale –magari con qualche centinaio di euro d'incoraggiamento in tasca- per tutelare i faticosi processi d'integrazione di chi vi risiede. Ora però c'è un'altra faccenda che i cacciatori cittadini dei rom vivono con imbarazzo. A furia di promettere la chiusura degli insediamenti abusivi, tra uno sgombero e l'altro toccherebbe loro impiegare nei campi autorizzati e/o in fornitura di alloggi popolari una parte almeno dei milioni di euro già da tempo messi a disposizione della Prefettura. Col risultato di mandare in bestia i leghisti più accesi, che si sentono traditi non solo da Maroni ma perfino da Salvini. Nel quartiere di via Padova, per protesta contro il campo autorizzato di via Idro, hanno da poco stracciato la tessera del Carroccio una decina di militanti. Contro i rom, trovi sempre qualcuno disposto a essere più cattivo di te. Peccato siano così pochi.

 
Di Fabrizio (del 30/08/2010 @ 09:15:59, in Italia, visitato 2411 volte)

(clicca sull'immagine per andare alla pagina dell'intervista)

Wednesday 25 August 2010 - A Napoli le istituzioni hanno annunciato un piano da 24 milioni di euro per l'accoglienza di duemila rom presenti sul territorio.

L'obiettivo è quello di costruire campi in grado di accogliere la popolazione in modo adeguato e di abbattere le baraccopoli che occupano attualmente. Ma le associazioni sono scettiche. Per la costruzione dei nuovi insediamenti ancora non si è mosso niente, affermano, le costruzioni dovevano essere pronte in primavera, ma dei soldi stanziati ancora non c'è traccia. Analizziamo la questione con Barbara Pierro, responsabile dell'associazione "chi rom e...chi no" , intervistata dalla nostra Monica Mastroianni.

 
Di Fabrizio (del 30/08/2010 @ 18:56:14, in Italia, visitato 2091 volte)

Sì, con moderazione... ; - ) Dopo quello che avevo scritto sulla convocazione di una manifestazione a Roma il 4 settembre, qualcuno ha partorito un testo più articolato (non ci voleva tanto). Lo trovate qui sotto e al link ufficiale c'è anche l'elenco di tutte le adesioni. Da parte mia sotterro l'ascia di guerra e ci troviamo comunque (chi vuole e chi può) a Parigi.

Il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE

Mobilita Rom e Sinti e tutti gli amici Sabato 4 settembre 2010 per una manifestazione civile in Piazza Farnese a Roma, di fronte all'Ambasciata Francese a partire dalle 14,30 per dire:

- STOP A RAZZISMO E DISCRIMINAZIONE CONTRO I ROM E SINTI!
- STOP AI CAMPI NOMADI!
- BASTA USARE ROM E SINTI COME CAPRI ESPIATORI E CARNE DA MACELLO PER FINI POLITICI
- STOP ALLE NUOVE FORME DI DEPORTAZIONE!!

Il Ministro Maroni con un intervento al Corriere della Sera ha ufficialmente aperto la campagna elettorale che verterà ancora una volta sul problema della sicurezza e i predestinati ad essere usati come carne da macello e agnelli sacrificali saranno i Rom e Sinti.

Il Corriere della Sera ha intervistato il Ministro senza dare alcuna possibilità ai Rom e Sinti di replicare.

I soliti articoli a senso unico!!

La comunicazione in Italia è pura propaganda e non informazione. Quando si tratta di Rom e Sinti non c'è mai contraddittorio!!

Ciò che sta accadendo in Francia ai Rom ci indigna come uomini prima che come cittadini italiani, europei e cittadini del mondo. Basta deportazioni!!

I Rom e Sinti hanno pagato un prezzo altissimo durante la Seconda guerra Mondiale: i 500 mila Rom e Sinti massacrati dai nazifascisti senza che questo evento si sia impresso nella memoria collettiva!!

I media asserviti al potere mettono in evidenza solo gli effetti devastanti della discriminazione senza rilevare le cause che li determinano di cui sono responsabili le stesse decisioni del governo.

Sarkozy e Maroni mostrano i muscoli contro bambini, donne e vecchi che non possono difendersi in nessun modo!!

Ai Rom e Sinti solo la cronaca, mentre gli eventi culturali sono oscurati!

La società civile deve essere informata e deve reagire!

L'integrazione passa attraverso i Fondi Europei e non dalle tasche degli italiani come invece si fa credere!

Ecco alcune miei suggerimenti in 10 punti per migliorare la situazione dei Rom in Italia

1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti. Rom e Sinti compresi. Lanciare molotov è reato e nessuno è stato perseguito per averlo fatto. Nessuna voce autorevole ha condannato realmente l'episodio. Solo all'estero si sono resi conto della gravità della situazione dei Rom e Sinti in Italia

2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e con le normative europee ed internazionali.

3) Smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l'arrivo risale al XV secolo)

4) Facilitare l'accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l'utilizzo dei servizi pubblici. Favorire il più possibile l'accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all'assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate.

5) Promuovere l'integrazione anche attraverso i Fondi Europei con programmi specifici riguardanti la popolazione Romanì per evitare la facile strumentalizzazione di far credere che l'integrazione dei Rom e Sinti in Italia passa attraverso le tasche degli italiani.

6) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono essere puniti e non l'etnia di appartenenza.

7) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell'arte e della lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l'integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l'1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull'intero territorio nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). E'chiaro che questa disparità non può avere effetti positivi.

8) Prendere atto del palese fallimento dell'assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di Euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti.

9) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici.

10) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l'esclusione sociale e l'emarginazione culturale.

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Di Fabrizio (del 01/09/2010 @ 09:21:31, in Italia, visitato 1575 volte)

Non si sa se ridere o piangere a leggere questo articolo del Corriere...

A parte una sensazione di straniamento per le telecamere di ultima generazione, sistemi "urla e sparo" (la prossima novità sarà Terminator?), continuo a pensare che 20 telecamere al costo totale di quasi 500.000 euro, da sistemare nei campi sosta che chiuderanno a settembre (e chi ci sta dentro dove va? lo chiediamo in tanti da un anno), sono una COLOSSALE PRESA IN GIRO di tutti i cittadini

 

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