Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 10:36:45, in scuola, visitato 1663 volte)
La Campagna europea contro le discriminazioni, invita gli studenti degli istituti artistici e del design, a mettere la loro creatività a servizio della diversità, partecipando al concorso per il manifesto "Rompere gli stereotipi". Il concorso, aperto agli studenti di tutti gli stati membri dell'Unione, lanciato il 13 febbraio scorso, si concluderà il 31 luglio 2006. I vincitori verrano proclamati a fine agosto 2006.
In English // in French
Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:56:10, in scuola, visitato 1693 volte)
Carissimi,
Vi invio un testo del giornalista Zoran Ivanov,, direttore dell'Agenzia
Informativa Macedone, sulla situazione della scolarizzazione dei Rom in
Macedonia.
Asmet Elezovski
National Roma Centrum
elezovski@nationalromacentrum.org
LA CHIAVE E'
NELL'EDUCAZIONE
Alvaro Hil Roblens, commissario per i Diritti Umani del Consiglio
d'Europa, ha recentemente presentato a Strasburgo il proprio rapporto. Il
rischio per i diritti dei Rom è uno dei leit-motiv del rapporto, che ha
anche toni allarmati per la situazione che coinvolge 10 milioni di abitanti
della Comunità Europea all'alba del XXI secolo.
All'atto pratico, il rapporto si limita a sottolineare la necessità del
collegamento tra autorità, istituzioni e gli stessi Rom per arrivare ad una
serie di misure di generico livello di civilizzazione, che appoggi gli
sforzi del "Decennio Rom" in tutte le sfere della vita sociale ed economica.
Di conseguenza, la base proritaria di ogni sforzo è nell'impulso alla
scolarità ed all'educazione più in generale. Causa i bassi standard, gli
anni se non i secoli di nessuna attenzione allo status dei Rom, nelle stesse
nazioni più sviluppate, la loro attuale situazione è di non essere
competitivi sul piano della scolarizzazione e su quello economico, o se
preferite sul piano della civilizzazione. Sono la cattiva coscienza
dell'Europa.
Parlando statisticamente, è corretto notare che tra loro ci sono dottori,
avvocati, insegnanti, uomini d'affari e politici. Ma il fatto è che le
autorità e gli stati hanno fatto poco o niente per aiutare questi
concittadini, perché a livello globale uscissero dalla loro ignoranza.
Questa la ragione ed assieme la conseguenza della miseria sociale globale
che attanaglia i Rom.
Questo è il secolo della globalizzazione. E' una sfida per tutti, anche i
Rom di questa regione sono coinvolti i questo sommovimento economico. Ma la
globalizzazione esclude quelle comunità che non sanno porsi in comunicazione
e cooperare indipendentemente dall'appartenenza etnica o religiosa:
finiscono isolati e marginalizzati. In questo Decennio Rom,
La Repubblica di Macedonia sta facendo contemporaneamente molto e poco
per la comunità Rom. In questo Decennio Rom, una risoluzione che il nostro
paese firmo già 18 mesi fa, corre l'obbligo di un contributo attivo e reale.
Mancano però le linee guida del programma, assieme alle indicazioni di spesa
che potrebbero garantire un progresso sociale alla comunità rom.
"La chiave è nelle tue mani" è il titolo della campagna dell'OnG National Roma Centre.
Come molte altre OnG romani, dipende per buona parte dei progetti da
finanziamenti stranieri. Bene per loro se dirigono questi progetti in direzione
della scuola. Il dato, su 7868 bambini rom iscritti alle elementari, meno di 600
terminano quel ciclo, è chiarissimo; riguarda lo stato e le istituzioni,
soprattutto.
Riteniamo di saperne abbastanza, ma in realtà conosciamo troppo poco sulla
vita dei Rom, quelli che stanno sotto i nostri balconi, agli incroci stradali,
lungo le sponde del Vardar... Qiuanti di noi si preoccupano che migliaia di
famiglie rom, nostri concittadini, non hanno assistenza sanitaria, per fare un
esempio.
Naturalmente, lo stato ribatterà con le proprie statistiche, dicendo che si
prende cura dei Rom, che sono state assegnate borse di studio a 800 di loro, che
sono stati stanziati 1,2 milioni di euro, che hanno le loro municipalità, che la
percentuale di frequenza della scuola elementare è cresciuta dal 18 al 23%, che
il nostro paese è indicato come un esempio degli sforzi per l'integrazione dei
Rom nella società maggioritaria, ecc. ecc.
Ma pesa su questo Decennio tutto il tempo passato di isolamento,
particolarmente alle elites romanì su come disegnare e imporre una loro
strategia nazionale per i prossimi dieci anni. Quindi, come interloquire con le
istanze statali. All'inizio di tutto e come priorità, l'educazione. Come
risultato, l'educazione.
Zoran Ivanov,
Di Fabrizio (del 26/03/2006 @ 10:16:44, in scuola, visitato 2534 volte)
Due notizie dalla Moldavia, comunicate dall'associazione
Tarna Rom di Chisinau:
Il 18 marzo, al termine del terzo
Meeting della Gioventù Rom della Moldavia (coorganizzato da Tarna
Rom, Unione dei Giovani Rom di Moldavia e Hotel Jazz
di Chisinau) i ragazzi che erano intervenuti sono stati accusati senza
prove o motivo della sparizione di sei cucchiaini da te. Il
caposala ha detto di aver contato precedentemente il numero delle posate
e delle stoviglie, perché "si sa come sono questi bambini". Al
termine del servizio ha notato che mancavano 6 cucchiaini e per questo
ha cominciato ad apostrofarci malamente. Gli abbiamo spiegato perché non
era possibile che qualche bambino avesse preso le posate.
Dopo una decina di minuti è intervenuto il direttore dell'albergo,
a scusarsi per il fraintendimento e per la condotta del cameriere. |
Ion DUMINICA è il primo Rom nella storia della
Repubblica di Moldavia ad ottenere il titolo di Dottore in Scienze
Politiche.
- 1994 - 1999 Bachelor in scienze politiche
- 1999 - 2001 Master in Relazioni Internazionali
- 2000 - 2003 (2006) Dottorato in Scienze Politiche
Ion Duminica è tra i fondatori e membro dell'Unione dei
Giovani Rom di Moldavia "Tarna Rom".
E' fermamente convinto che il popolo dei Rom non debba essere
giudicato secondo i pregiudizi creati dalla storia, ma secondo il valore
personale. Il titolo di Dottore in Scienze Politiche lo pone al
vertice nel campo scientifico tra i Rom di Moldavia ed è un chiaro
esempio per gli altri Rom. Ion Duminica chiede ai Rom di mantenere la
propria identità ed essere orgogliosi della loro nazionalità.
Conosce molte celebrità che non vogliono identificarsi come Rom, a
causa degli stereotipi che circondano il loro popolo. |
Nel contempo, Ion Duminica è a capo della Sezione di Storia e Cultura Rom
della Repubblica di Moldavia, ospitata dall'Istituto di Ricerca Interetnica
dell'Accademia delle Scienze.
Il suo messaggio ai giovani è di studiare e di non perdere la propria
identità.
Di Fabrizio (del 30/03/2006 @ 10:12:29, in scuola, visitato 2819 volte)
26 Marzo 2006
Nuova vita per i racconti a rischio
discriminazione
By Charlene Sweeney
LA ricca cultura orale dei Viaggianti Scozzesi è diventata parte di un
vasto progetto di ricerca, che vuole superare i secoli di discriminazione
rivolti alla comunità.
Lo studio è durato tre anni, ed è stato condotto dall'Elphinstone Institute e
dall'Università di Aberdeen, col finanziamento dell'Heritage Lottery Fund; è la
prima iniziativa di questo genere nel Regno Unito.
Il progetto intende preservare e promuovere ballate, melodie e storie
originarie della comunità dei Viaggianti Scozzesi, tramandate di generazione in
generazione.
C'è il rischio reale che queste tradizioni vadano perse, perché gli stessi
Viaggianti tendono a reprimere la propria cultura e nascondere la loro identità.
Viaggianti e Romanichals sono considerati un gruppo di minoranza etnica
distinta dal Governo scozzese, ma - nonostante una esplicita richiesta del
Parlamento nel 2001 - le due comunità non sono riconosciute nel Race Relations Act.
Stanley Robertson, Viaggiante che risiede ad Aberdeen, è convinto che questo
progetto potrà contribuire a mantenere il patrimonio culturale.
"La lingua e la cultura hanno sofferto perché molti di noi dagli anni '50 non
hanno più voluto essere associati ai Viaggianti" ci dice. "Volevano diventare
Scaldies [non-Viaggianti] e togliersi un'etichetta che reputavano scomoda."
Crede che così i giovani saranno spinti al recupero delle loro radici. "Ci
sono studenti che sono venuti nel mio ufficio a chiedermi, 'Sai dirmi perché mi
sono state deliberatamente negate la mia lingua e la mia cultura?' La colpa è
stata dei lor genitori, ma ora questi giovani vogliono conoscere meglio loro
stessi."
"La gente non dovrebbe a priori chiudere la propria mente ai Viaggianti. Deve
aprire gli occhi e non giudicarci secondo l'immagine che si è formata di noi."
Ian Russel, direttore dell'Elphinstone Institute e coordinatore della
ricerca, ritiene che l'iniziativa contribuirà a riconoscere il contributo
portato dai Viaggianti Scozzesi alla società. "E' gente eccezionale con
centinaia di canzoni e ballate nella loro memoria. Sono molto importanti per la
Scozia. Possiamo imparare molto da loro."
Stanno già emergendo i frutti di questa ricerca, che indaga sulla "diversità
culturale" che esiste tra i Viaggianti scozzesi. "Non si stanno limitando
a guardare il passato [...] molti giovani Viaggianti stanno avvicinandosi ad
internet e alle nuove tecnologie per diffondere le loro tradizioni sinora
orali."
Alcune tra le centinaia di storie e canzoni riemerse durante la ricerca
saranno incluse nel CD "Rum, Scum, Scoosh" edito dall'Elphinstone Institute,
mentre altre saranno pubblicate sul sito web curato dal centro.
Ali Jarvis, direttore ad interim della Commissione sull'Uguaglianza Razziale
in Scozia, così ha accolto il progetto: "La comunità Romanichal/Viaggiante è tra
le più vilipese in Scozia. Hanno di fronte altissimi livelli di discriminazione,
che si perpetuano attraverso gli stereotipi dei media. In Scozia nessuno
dovrebbe nascondere la propria identità".
Un portavoce del Governo ha così concluso: "I Romanichals/Viaggianti sono un
gruppo riconosciuto dalla nostra campagna Una Scozia Molte Culture" aggiungendo
che la campagna verrà rilanciata anche durante l'anno in corso, con l'intervento
di Viaggianti che illustreranno le discriminazioni a cui sono soggetti.
Rif:
11 settembre
2005
Di Fabrizio (del 05/04/2006 @ 10:00:27, in scuola, visitato 2072 volte)
Si è conclusa settimana scorsa una ricerca sui Rom in Serbia, di cui hanno dato notizia parecchi media internazionali.
30 marzo (UPI) - Oltre il 72% dei bambini rom di Serbia non hanno mai completato la scuola dell'obbligo e il 9% non gode di assistenza medica.
Questi i risultati della ricerca condotta su 630 famiglie rom a Belgrado e nelle quattro più grandi città della Serbia. La stessa ricerca mostra che circa il 20% dei minori non sono presenti nelle liste scolastiche [...]. La ricerca è stata organizzata da Save the Children e dal Centro Diritti per l'Infanzia, secondo quanto riferito dall'agenzia BETA.
Vesna Dejaniovic, del Centro Diritti per l'Infanzia, afferma che i bambini rom iniziano di solito gli studi all'età di 7 anni, e passano 4 bocciature prima di completare il ciclo dell'obbligo.
Le ragioni principali risiedono nello scarso livello scolare dei genitori e nelle condizioni di vita, la maggior parte [degli intervistati] risiede in baraccopoli, sgomberati continuamente da un posto all'altro.
Vesna Dejaniovic ha aggiunto che l'8% dei bambini soffre di gravi disturbi e non ha effettuato le vaccinazioni prescolari [...]
Da: Roma_ex_Yugoslavia
Di Fabrizio (del 03/05/2006 @ 11:02:54, in scuola, visitato 2104 volte)
Nel quadro del progetto Minority studies Society Studii Romani,
sponsorizzato da Open Society-Institute di Sofia, è stata creato l'Archivio
Librario "Studii Romani".
I materiali raccolti includono libri ed articoli accademici,
pubblicazioni di organizzazioni rom, audio e video, posters e depliant (in tutto
oltre 1000 testimonianze, 547 libri e 45 periodici bulgari e mondiali).
Come parte separata ma integrante della Libreria Specializzata,
è la Collezione Speciale del Museo dei manufatti, sezione del Museo Nazionale
Etnografico. La Libreria Specializzata e l'archivio "Studii Romani" sono parte
dell'Accademia Bulgara delle Scienze. Durante gli orari di apertura pubblica
l'ingresso è libero, secondo le norme del sistema delle biblioteche.
Sofia 1000, Moskovska str. 6a -
Bulgaria
E-mail: romanilibrary@yahoo.com -
studiiromani@geobiz.net
Apertura: lunedì, mercoledì, venerdì - 09.00-12.00, 13.00-17.00
http://www.studiiromani.org
Di Fabrizio (del 05/05/2006 @ 09:50:55, in scuola, visitato 2299 volte)
Apparso due giorni fa su Con testimonianze, racconti e libri consigliati.
Di Fabrizio (del 10/05/2006 @ 09:36:55, in scuola, visitato 3438 volte)
Strasbourg, France, 5 Maggio 2006 - Comunicato stampa - Diciotto
ragazzi di etnia rom della Repubblica Ceca, costretti a frequentare scuole
differenziali, discuteranno il loro caso alla Corte Europea dei Diritti
Umani. I ragazzi chiedono alla più alta istanza della Corte, la Camera
Grande, di pronunciarsi in merito, così da stabilire un precedente
significativo per tutti i gruppi di minoranza etnica d'Europa.
Il caso D.H. e Altri contro la Repubblica Ceca, intende porre termine
alla diffusa pratica di discriminazione nell'Europa Centrale e del Sud Est,
dove è pratica comune mettere i bambini rom in classi er ritardati mentali,
senza riguardo alle loro reali abilità intellettuali.
Chiedendo alla Camera Grande di discutere il loro caso, i richiedenti
hanno ricordato quanto disposto dall'art. 14 della Convenzione Europea sui
Diritti Umani (Vedi
ndr.) sul divieto di discriminazione. Nel momento in cui l'Europa è
impegnata sui temi della diversità etnica e razziale, la capacità delle
legge e dei tribunali di assicurare pari trattamento è di estrema
importanza.
Il caso fu presentato la prima volta nel 2000 alla Corte Europea dei
Diritti Umani. A febbraio 2006, la Seconda Sezione del Tribunale sentenziò
che i ragazzi rom subivano un trattamento ostile a priori, che tuttavia non
provava l'intento del governo ceco nel discriminarli.
"La richiesta offre alla Corte una opportunità ulteriore nel dimostrare
la vitalità della Convenzione Europea nel proteggere dalla discriminazione
tutte le minoranze d'Europa," ha detto James A. Goldston, Direttore
Esecutivo di Open Society Justice Initiative e consiglieri dei richiedenti:
"Se questo caso non viola quanto disposto in materia di discriminazione
dall'articolo 14, non vedo come sia possibile inquadrarlo."
In anni recenti, la Corte Europea si è appellata più volte all'articolo
14 in casi politici o di giustizia criminale. Meno spesso è successo
di occuparsi di questioni relative alla vita pubblica, incluso la scuola. Il
caso in questione da l'opportunità di affrontare questi temi.
Gli studenti ritengono che il parere della Seconda Sezione offre
un'interpretazione restrittiva del concetto di discriminazione, inefficace
per offrire una protezione efficace secondo quanto stabilito dalle leggi
europee. [...] Ciò sarebbe particolarmente inappropriato nei casi come
quelli di D.H. e Altri contro la Repubblica Ceca, dove esiste l'evidenza che
i Rom sono trattati meno favorevolmente degli altri cittadini e senza alcuna
ragione.
L'evidenza consiste:
- le attuali ammissioni del governo ceco che un numero sproporzionato
di Rom sono mandati alle scuole speciali - sulla base di test concepiti
per non-Rom - anche quando il loro sviluppo mentale è nella media o
superiore;
- statistiche dettagliate e complete che evidenziano che i Rom nella
città di Ostrava sono quotidianamente sottoposti a discriminazione e
segregazione scolastica;
- diversi documenti e testimonianze sulle discriminazioni scolastiche
in tutta la Repubblica Ceca.
Dimitrina Petrova, Direttrice Esecutiva di European Roma Rights Center,
che aveva presentato il caso, ha dichiarato: "La segregazione dei Rom in
scuole e classi separate rimane un problema aperto attraverso tutta l'Europa
e deve essere affrontato."
La richiesta alla Camera Grande:
http://www.justiceinitiative.org/db/resource2?res_id=102627
Ulteriori informazioni:
www.errc.org e
www.justiceinitiative.org.
Contact: Dimitrina Petrova +36 1 413 2200 (Budapest)
Contact: James A. Goldston +1 212 548 0118 (New York)
The Open Society Justice Initiative, an operational program of the Open
Society Institute (OSI), pursues law reform activities grounded in the
protection of human rights, and contributes to the development of legal
capacity for open societies worldwide. The Justice Initiative combines
litigation, legal advocacy, technical assistance, and the dissemination of
knowledge to secure advances in the following priority areas: national
criminal justice, international justice, freedom of information and
_expression, and equality and citizenship. Its offices are in Abuja,
Budapest, and New York.
Di Fabrizio (del 27/06/2006 @ 10:35:15, in scuola, visitato 3293 volte)
Da maggio scorso, sono apparsi sui media statunitensi, in particolare quelli diretti verso i lettori europei, una serie di articoli che paragonano la lotta dei negri americani negli anni '60 a quella dei Rom nell'Europa del 2000. Ora è la volta di Dzeno, sempre attenta ai suggerimenti e alle tattiche provenienti da oltreoceano. Articolo precedente.
23. 6. 2006 - I Rom mutuano le tattiche delle lotte per i diritti civili. per ottenere uguali opportunità nell'accesso alla scolarizzazione e nuove opportunità per i loro figli
OSTRAVA, Repubblica Ceca - Siamo nei pressi di un insediamento-ghetto, una ragazza con un ventaglio di plastica in testa, balla sulla porta di una casa diroccata. Fluttua all'interno, una scintilla nel buio, libera per ora dalle statistiche che predicono che si svilupperà in una giovane madre sposata ad un uomo con "più residuo di stoffa che monete nelle tasche".
All'appartamento al secondo piano, Berta Cervenakova auspica un futuro migliore per la sua famiglia. Nikola, suo figlio di 17 anni, è uno dei 18 che ha accusato il governo di segregazione scolastica. I ricorsi anti-discriminazione sono parte della nuova generazione di Rom, per contrastare generazioni di pregiudizi in tutta l'Europa dell'Est con tattiche mutuate dai movimenti civili U.S.A.
"Se non si trattasse di razzismo, perchè mia figlia è stata destinata a una scuola differenziale?" chiede Cervenakova, nella sua cucina decorata con pentole riempite di fiori di plastica. "Il sistema ha fallito. Vogliamo i colpevoli".
Il caso ceco e altri simili in Bulgaria e Ungheria sono la prova lampante dei persistenti pregiudizi affrontati dai Rom, e scoprono gli stili di vita che hanno contribuito alla povertà diffusa nella comunità e la sua scarsa voce politica. Durante il comunismo, i Rom beneficiavano di un sistema che offriva pari condizioni lavorative, a fronte però di un'istruzione di "secondo livello" che non li ha preparati ai fervori capitalistici e ai pregiudizi seguiti al crollo del muro di Berlino.
"Questi casi discriminatori si ispirano all'esperienza americana" afferma Dimitrina Petrova, direttrice esecutiva di European Roma Rights Center, che segue gli sviluppi cechi. La sua organizzazione vuole modellarsi su come i neri negli Stati Uniti usarono i tribunali, incluso il caso Brown v. Board of Education oltre 50 anni fa, per promuovere il cambiamento sociale.
Scopo dei gruppi Rom, come per la minoranza degli studenti nel Kansas del 1950, è di vincere la causa che obblighi il governo nazionale a rafforzare le leggi anti-discriminatorie.
E' una strategia nuova in un'Europa più incline a cercare protezione nei parlamenti. Azioni iniziate nell'ex blocco sovietico, perché i diritti umani e il multiculturalismo incontrino le richieste di adesione all'Unione Europea.
Il caso sollevato contro la Repubblica Ceca, portato dal gruppo di Petrova dopo la scoperta che gli studenti Rom sono 27 volte di più esposti alle scuole differenziali, viene rivolto al giudizio finale della Corte Europea dei Diritti Umani. Lamenta che il governo Ceco ha storicamente deviato i Rom verso scuole differenziali, basandosi più su criteri etnici che sull'abilità intellettuale. Il tribunale inizialmente ha stabilito che gli studenti Rom hanno subito un trattamento impari, ma ha rifiutato di ammettere che a questo corrispondesse un'attitudine intenzionalmente discriminatoria.
Le autorità ceca hanno preso conoscendo del problema e iniziato a fare cambiamenti.
"Abbiamo iniziato ogni discussione possibile su come integrare i bambini Rom," dice Ondrej Gabriel, portavoce del Ministro dell'Educazione, che rimprovera i Rom per non insegnare il Ceco ai loro figli. Ci sono nuove classi di lingua prescolari espressamente per i Rom, e nelle classi sono stati posti specialisti Rom.
I critici affermano che i Rom sono più portati degli altri per finire in classi con problemi di apprendimento.
"Si limitano a ridipingere i segni" dice Kumar Vishwanathan, a capo di Life Together, organizzazione anti-discriminazione di Ostrava, dove si sima abitino 30.000 dei 250.000 Rom del paese. "Come mai non si integrano questi bambini? Il sistema scolastico congela questa comunità e li tiene lontani dal progredire."
Libuse Soukalova, direttrice di una scuola dell'obbligo per bambini con problemi d'apprendimento, dice che in 27 anni come educatrice, non può nominare un solo Rom che abbia avuto una storia di successo. Nel 2005, il 25% degli studenti Rom ha completato la scuola primaria, confrontato col 73% degli studenti etnicamente cechi. Soukalova aggiunge che ogni anno 30 dei suoi studenti Rom iniziano le superiori, e due la terminano.
"I loro bambini non frequentano la scuola d'infanzia, e i loro genitori non prestano grande attenzione all'educazione" continua, aggiungendo che ogni studente nella sua scuola affronta un test psicologico ed attitudinale. "Non conoscono le cose che sanno i loro coetanei cechi."
I Rom, che si pensa migrarono dall'India oltre 1.000 anni fa, a lungo hanno vissuto ai margini della società europea. Lavorando come stagnaie musici, lavoratori a giornata e come zappatori, inizialmente si spostavano in carovane attraverso le foreste. Sono stati visti stereopaticamente come ladri e bugiardi, e spesso visti più come artisti che pragmatici. I nazisti li accusarono di inferiorità razziali, e ne uccisero circa 500.000 nei campi di concentramento.
Si stima che siano tra gli 8 e i 15 milioni i Rom sparsi nell'Europa Centrale e Orientale. L'ampia discrepanza dei numeri è dato dal fatto che molti negano la loro appartenenza per paura di persecuzioni. Ad esempio, nella Repubblica Ceca il Difensore Pubblico dei Diritti, che indaga sulle violazione delle libertà civili, dice che anche recenti rapporti al tempo della Guerra Fredda, le donne Rom furono sterilizzate "in maniera illegale o per motivi inappropriati" (vedi articolo precedente).
Il caso venne alla luce nel 2004 quando 10 donne Rom lamentarono di non essere state informate sulle conseguenze della sterilizzazione. La pratica faceva parte di una politica non esplicitata nell'era comunista, per prevenire il "rischio sociale" di un alto tasso di natalità tra i Rom. Il difensore pubblico ha scoperto che questa attitudine persiste negli ospedali e che "la società ceca deve affrontare questa realtà."
I Rom furono portati ad Ostrava dopo la II guerra mondiale, per lavorare nelle miniere di carbone e negli impianti chimici. Il cielo era una ua visione granulosa di promessa, sibilante per i vapori, il fumo e gli effluvi nocivi. Ma ancora i locali si siedono sui gradini della cupola di san Venceslao, scolando birra e ascoltando i colpi di mazza delle macchine. Il museo cittadino è poco frequentato e si mormora "I fine settimana ormai sono morti. Non funziona più niente."
Ai margini di Ostrava, oltre le fabbriche saccheggiate e il groviglio della ferrovia, su Cervenakova e sua figlia Nikola e i loro soprammobili, molte ragazze ripetono la storia dei loro avi: ricevendo educazione che le quqalificano per lavori come aiuto cuoche e tuttofare.
"Sono stata alla differenziale per 9 anni. Il dottore aveva detto a mia mamma che non ero pronta per la scuola normale," dice Lycie Gorolova, una ragazza con poche possibilità in una città che conta il 28% di disoccupazione. "Nella mia classe eravamo 30 Rom e 4 bianchi. Volevo fare la fornaia o la parrucchiera, ma non ero qualificata. Ho dovuto scegliere tra assistente in cucina o donna di servizio. Mia madre è donna di servizio."
Storie simili si ripetono. Tutti sanno che anni nelle scuole differenziali, negano l'accesso alle superiori, diminuiscono le possibilità per il college o altri corsi avanzati.
Cervenakova dice che il futuro di Nikola è stato compromesso dalla scuola primaria, in un istituto differenziale. L'anno scorso è arrivata in una classe normale, ma si è trovata sempre indietro e più lenta delle sue compagne. Ha iniziato a marinare la scuola e cercare qualche lavoro. Ora, a 17 anni, frequenta l'ottavo grado. Nessuna ambizione, se non quella di sposarsi.
Dice: "Ho soltanto brutti ricordi."
"E' la mia primogenita" dice Cervenakova, il cui marito era autista al tempo del comunismo e attualmente è disoccupato. Gli altri figli - due ragazzi e una ragazza - frequentano la scuola normale e se la cavano bene.
C'è paura e un po' di rimpianto quando racconta cosa è capitato a Nikola: "Non sapevo come comportarmi quando il personale scolastico è venuto qui. Mi diedero un foglio di carta e mi dissero di firmare. Non lo feci. Nikola era troppo giovane per conoscere le conseguenze di ciò."
Dusan Cervenak, Rom cresciuto nel quartiere zingaro di Ostrava. Ha visto i suoi amici che lasciavano le scuole differenziali. Ha frequentato le classi regolari e oggi è un operaio lavoro apprezzato tra i Rom. Un omone con baffi sottili, Cervenak dice che la situazione difficile e le differenze culturali hanno mantenuto la comunità dalle altre generazioni.
"Nel passato la soluzione più facile era mettere i Rom nelle scuole differenziali. Molti non parlavano il ceco. Rimanevano indietro e non erano bravi studenti," dice."Le cose sono cambiate negli ultimi anni. Ora le scuole primarie hanno assistenti per i bambini Rom."
In città, quello che hanno costituito le compagnie di carbone anni fa sta sbiadendo. I quartieri residenziali sono degradati, crescono il crimine e la droga. Il cielo in compenso è pulito, ma in pochi sembrano apprezzare questa novità.
Jiri Smelik è stato dirigente di una scuola regolare per 13 anni. Il ruolino degli studenti è indicativo dei cambiamenti nel quartiere. Nei primi anni, l'8% degli studenti era Rom, oggi sono il 70%.
"Non voglio sembrare razzista," dice seduto nel suo ufficio al termine della giornata, mentre spazza il pavimento con una scopa. "Ma non credo nell'eguaglianza tra le persone. Mi spiace dirlo, ma in generale i Rom sono meno intelligenti."
Ha lasciato la sua dichiarazione sospesa; non la ha ritrattata.
Smelik dice che in 13 anni solo quattro degli studenti Rom sono andati alle superiori. Cita problemi sociali, povertà, ghetti e la mancanza di quella che chiama un'intelligentsia Rom. Sospira profondamente, tentando di mettere ordine nei suoi pensieri: "Spero di poter offrire una chance per una vita migliore," dice. "E' un lavoro che esaurisce. Provi duramente. 100volte e 100 volte ancora."
Cammina calmo lungo il corridoio, armeggiando con le chiavi ed mostrando alcuni ospiti. Blocca il portello e si dirige indietro verso il suo ufficio
By Jeffrey Fleishman, LA Times Staff Writer
Di Fabrizio (del 01/07/2006 @ 15:01:39, in scuola, visitato 2182 volte)
IVAN IVANOV, THE JERUSALEM POST Jun. 27, 2006
Sono quello che molta gente denomina "uno zingaro." Preferisco il termine "Roma." Ci sono più di 10 milioni di noi in Europa. La grande maggioranza di noi vive in condizione da terzo mondo - accesso negato o condizioni di alloggio insufficiente, nella sanità e nella formazione.
Sono nato in una città provinciale in Bulgaria verso la fine degli anni 60, quando, come il resto dell'Europa Orientale, il paese seguiva la regola comunista. Il partito non riconosceva minoranze etniche - eravamo tutti, formalmente, uguali. Effettivamente, eravamo così uguali che il governo ci ha dato molti nuovi nomi bulgari. Un giorno, da adolescente di nome Husni, mi hanno trasformato in Ivan.
Ma non eravamo uguali. I Rom vivevano in ghetti segregati. Cittadini di seconda classe.
Uno dei ricordi più vivi della mia infanzia è mio padre che dice a mia sorella più giovane e a me: "La formazione è la chiave del successo. Se volete essere accettati come uguali dai Gadjè (i non Rom), dovete essere istruiti più di loro. Non è facile. Ma se ce la farete, questo cambierà non solo la vostra vita, ma anche quella di molta della nostra gente."
La formazione è l'unica uscita dal ghetto per molti Rom. Ma nelle società come la Bulgaria, e i suoi pregiudizi rampanti, bisogna lottare per un'istruzione paritaria.
Molti dei coetanei con cui sono cresciuto, hanno ricevuto un'istruzione che preclude loro l'università come pure i lavori qualificati. Così sono disoccupati o lavorano sottopagati o nel mercato non ufficiali, in Bulgaria e all'estero. Al contrario, soprattutto grazie a mio padre, sono riuscito a completare le superiori , e dopo un corso diventare medico generico.
La Bulgaria è cambiata progressivamente dall'inizio degli anni '90. La transizione alla democrazia aveva promesso libertà e prosperità a tutti che avessero sofferto del comunismo. I Rom si sono trovai perdenti nella trasformazione democratica e la loro situazione è drammaticamente peggiorata. Lo scarso livello di istruzione li ha posti al margine di questa nuova economia. Il dogma comunista si è frantumato, come la pretesa che tutti fossero uguali in una società omogenea. Il governo ha iniziato a licenziare, lasciando la comunità Rom disoccupata e nella povertà più profonda.
Ho ottenuto un diploma che mi permettesse di contribuire allo sviluppo della mia Comunità. Oggi, vivo e lavoro a Bruxelles, dove conduco un'organizzazione che coordina l'Unione Europea e i governi nazionali, sulle politiche Rom. Sostengo la mia famiglia e ho realizzato la mia carriera. Ma sono un'eccezione.
Proprio l'essere un'eccezione che mi rende preoccupato sui recenti fatti di Ostrava nella Repubblica Ceca, dove ai Rom sono destinate le scuole speciali [...] L'impegno dell'Europa è non solo necessario per i principi che ispirano l'Unione, che siano atti e non dichiarazioni di principio, ma anche perchè il futuro dell'Unione è nel mettere in azione tutte le capacità dei propri giovani e studenti.
The writer is the Executive Director of the European Roma Information Office. www.project-syndicate.org Copyright 1995-2006 The Jerusalem Post - http://www.jpost.com
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