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Di Fabrizio (del 01/07/2006 @ 15:01:39, in scuola, visitato 2182 volte)

IVAN IVANOV, THE JERUSALEM POST Jun. 27, 2006

Sono quello che molta gente denomina "uno zingaro." Preferisco il termine "Roma." Ci sono più di 10 milioni di noi in Europa. La grande maggioranza di noi vive in condizione da terzo mondo - accesso negato o condizioni di alloggio insufficiente, nella sanità e nella formazione.

Sono nato in una città provinciale in Bulgaria verso la fine degli anni 60, quando, come il resto dell'Europa Orientale, il paese seguiva la regola comunista. Il partito non riconosceva minoranze etniche - eravamo tutti, formalmente, uguali. Effettivamente, eravamo così uguali che il governo ci ha dato molti nuovi nomi bulgari. Un giorno, da adolescente di nome Husni, mi hanno trasformato in Ivan.

Ma non eravamo uguali. I Rom vivevano in ghetti segregati. Cittadini di seconda classe.

Uno dei ricordi più vivi della mia infanzia è mio padre che dice a mia sorella più giovane e a me: "La formazione è la chiave del successo. Se volete essere accettati come uguali dai Gadjè (i non Rom), dovete essere istruiti più di loro. Non è facile. Ma se ce la farete, questo cambierà non solo la vostra vita, ma anche quella di molta della nostra gente."

La formazione è l'unica uscita dal ghetto per molti Rom. Ma nelle società come la Bulgaria, e i suoi pregiudizi rampanti, bisogna lottare per un'istruzione paritaria.

Molti dei coetanei con cui sono cresciuto, hanno ricevuto un'istruzione che preclude loro l'università come pure i lavori qualificati. Così sono disoccupati o lavorano sottopagati o nel mercato non ufficiali, in Bulgaria e all'estero. Al contrario, soprattutto grazie a mio padre, sono riuscito a completare le superiori , e dopo un corso diventare medico generico.

La Bulgaria è cambiata progressivamente dall'inizio degli anni '90. La transizione alla democrazia aveva promesso libertà e prosperità a tutti che avessero sofferto del comunismo. I Rom si sono trovai perdenti nella trasformazione democratica e la loro situazione è drammaticamente peggiorata. Lo scarso livello di istruzione li ha posti al margine di questa nuova economia. Il dogma comunista si è frantumato, come la pretesa che tutti fossero uguali in una società omogenea. Il governo ha iniziato a licenziare, lasciando la comunità Rom disoccupata e nella povertà più profonda.

Ho ottenuto un diploma che mi permettesse di contribuire allo sviluppo della mia Comunità. Oggi, vivo e lavoro a Bruxelles, dove conduco un'organizzazione che coordina l'Unione Europea e i governi nazionali, sulle politiche Rom. Sostengo la mia famiglia e ho realizzato la mia carriera. Ma sono un'eccezione.

Proprio l'essere un'eccezione che mi rende preoccupato sui recenti fatti di Ostrava nella Repubblica Ceca, dove ai Rom sono destinate le scuole speciali [...] L'impegno dell'Europa è non solo necessario per i principi che ispirano l'Unione, che siano atti e non dichiarazioni di principio, ma anche perchè il futuro dell'Unione è nel mettere in azione tutte le capacità dei propri giovani e studenti.

The writer is the Executive Director of the European Roma Information Office.
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